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Tag: Sanremo 2023

Azienda Farmaceutica Municipalizzata L’Aquila celebra suoi 50 anni

Azienda Farmaceutica Municipalizzata L’Aquila celebra suoi 50 anniMilano, 31 dic. (askanews) – “Oggi chiudiamo le celebrazioni di un traguardo straordinario: i 50 anni dell’Azienda Farmaceutica Municipalizzata (Afm) del Comune dell’Aquila. Un anniversario che non solo segna un cammino lungo mezzo secolo, ma anche il consolidamento di un impegno profondo e costante al servizio della nostra comunità”. Così in una nota l’amministratrice unica dell’azienda pubblica abruzzese, Alessandra Santangelo.


“Era il 30 maggio 1974 quando il Consiglio Comunale dell’Aquila approvò il Regolamento Speciale per la Costituzione dell’Azienda Farmaceutica Municipalizzata. Da quell’idea semplice e allo stesso tempo ambiziosa è nata l’Afm, con l’obiettivo di garantire un servizio di salute accessibile a tutti. L’Azienda ha avviato le sue attività nel gennaio 1975 e, nel corso degli anni, ha ampliato la sua presenza con l’apertura di nuove farmacie in quartieri popolosi ma scarsamente serviti” ha ricordato Santangelo. “La storia dell’Afn è una storia di crescita e resilienza, che riflette il valore di una gestione oculata, caratterizzata da investimenti mirati e pianificazione, senza mai cedere alla seduzione di scorciatoie e demagogia. Dall’inaugurazione delle prime due farmacie nel 1976, siamo arrivati a contare oggi sei farmacie e un polo pedagogico che accoglie circa 100 utenti, offrendo un’eccellenza educativa per le nuove generazioni” ha proseguito.


“In momenti di crisi, come il terremoto del 2009 e la pandemia da Covid-19, l’Afm ha dimostrato un’incredibile capacità di adattamento. I nostri farmacisti sono stati in prima linea, garantendo assistenza e supporto a chi ne aveva più bisogno, sia nelle tendopoli che durante la campagna vaccinale. Ma l’impegno dell’Afm non si ferma al servizio farmaceutico. Abbiamo promosso iniziative di grande valore per la nostra città, come campagne di sensibilizzazione e progetti di supporto ai più fragili. La nostra vocazione sociale è testimoniata da azioni concrete, come la raccolta di farmaci per chi ne ha bisogno e il supporto a progetti di prevenzione” ha evidenziato. “Guardando al futuro, l’Afm si prepara ad affrontare le sfide del terzo millennio. La digitalizzazione e la telemedicina stanno trasformando il settore sanitario e noi siamo pronti a investire in tecnologie innovative, garantendo un accesso immediato ai servizi sanitari. Allo stesso tempo, ci impegniamo per la sostenibilità ambientale, riducendo gli sprechi e promuovendo la ‘green pharmacy’. In conclusione, i risultati raggiunti in questi 50 anni sono il frutto di una visione di lungo periodo, di un’attenzione costante all’efficienza e all’efficacia nell’allocazione delle risorse. La nostra presenza sul territorio, la crescita costante e la gestione oculata hanno permesso di costruire un’organizzazione che risponde alle esigenze della nostra comunità” ha continuato.


“Desidero ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile questa storia di successo: i dipendenti, i farmacisti, gli educatori, il Comune dell’Aquila e tutti i cittadini aquilani che hanno riposto in noi la loro fiducia” ha concluso.

Elon Musk chiama “tiranno” il presidente della Germania Steinmeier

Elon Musk chiama “tiranno” il presidente della Germania SteinmeierRoma, 31 dic. (askanews) – Il boss di Tesla e di X, Elon Musk, ha pubblicato un post contro il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier: “Steinmeier è un tiranno antidemocratico! Si vergogni”. Stando a quanto riferito dall’agenzia di stampa tedesca Dpa, l’ufficio di Steinmeier ha fatto sapere di aver visto il post e di non volerlo commentare. Il post di Musk è a commento di un messaggio scritto da un influencer vicino al partito di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD) contro Steinmeier, il quale nei giorni scorsi ha criticato “le ingerenze esterne” alle prossime elezioni tedesche.

Ucraina: un drone navale ucraino ha abbattuto un elicottero russo

Ucraina: un drone navale ucraino ha abbattuto un elicottero russoRoma, 31 dic. (askanews) – Le forze speciali dell’intelligence militare ucraina hanno distrutto oggi, per la prima volta, un obiettivo aereo, un elicottero russo Mi-8, utilizzando un drone navale Magura V5 di fabbricazione ucraina dotato di missili.


Secondo quanto riferito dall’intelligence, l’unità speciale Group 13 ha lanciato missili See Dragon dal drone Magura nel corso di scontri nel Mar Nero, abbattendo un elicottero Mi-8 e colpendone un altro, che è riuscito a rientrare nella base. Come ricorda il sito The Kiev Independent, il drone Magura, operativo dall’estate del 2023, può coprire una distanza di oltre 800 chilometri, raggiungere una velocità di 80 km/h e trasportare una testata da 250 chilogrammi. Si tratta di veicoli lunghi 5,5 metri che costano circa 240.000 dollari. Lo scorso giugno, l’intelligence ucraina aveva annunciato modifiche al veicolo per azionare missili antiaerei. Fino ad oggi il drone Magura era stato usato contro la flotta russa del Mar Nero, colpendo le navi carico di esplosivo.

Salvatore Foti: Ecuador paese difficile, siamo quasi 30 mila italiani

Salvatore Foti: Ecuador paese difficile, siamo quasi 30 mila italianiRoma, 31 dic. (askanews) – (di Pierluigi Allotti) Salvatore Foti, 51 anni, originario di Catania, vive in Ecuador dal 1995. Docente universitario, è presidente del Comites Ecuador. I Comites – Comitati per gli italiani all’estero – sono organi rappresentativi elettivi che si possono costituire per legge nelle circoscrizioni consolari con oltre 3 mila italiani iscritti all’AIRE (Anagrafe degli italiani all’estero). Askanews ha incontrato Foti.


Salvatore raccontaci la tua storia. “Io sono arrivato qui in Ecuador nel 1995, per caso. Nel senso che quando si è giovani si viaggia senza una meta precisa. Qui ho conosciuto la donna che sarebbe diventata mia moglie e mi sono fermato. Nel 2025 saranno 30 anni che vivo qui. Io sono professore, ho cominciato insegnando italiano agli stranieri. In ho fatto il liceo classico. In Italia ho iniziato poi giurisprudenza ma non l’ho finita. Quando sono venuto qui mi sono laureato. Poi ho fatto un master negli Stati Uniti in Governo e comunicazione politica, e attualmente sto facendo un dottorato di ricerca a Madrid. Nello specifico mi occupo delle campagne elettorali sui social media, di come i social media influenzano le decisioni di voto degli elettori. Ho anche una piccola colonna mia su un giornale locale, dove commento la politica – prima o poi mi linciano (sorride) – e attualmente sono presidente del Comites. Sono stato anche presidente della Società Dante Alighieri, quindi più o meno la realtà locale la conosco”.


Quanto è grande la comunità italiana in Ecuador. “Nel Paese ci sono ad oggi quasi 30 mila italiani: 26 mila sicuri, ai quali si sono aggiunti gli italo-venezuelani fuggiti dal Venezuela. È una comunità di tutto rispetto, se pensiamo ad esempio che in Messico, con un territorio vastissimo, gli italiani sono circa 50 mila. È inoltre una comunità dinamica. Molti degli italiani venuti qui sono diventati imprenditori. I nostri connazionali hanno costruito istituzioni in epoche remote che ancora oggi esistono. A Guayaquil, nella regione costiera affacciata sul Pacifico, c’è la Società di assistenza italiana Giuseppe Garibaldi, che ha più di 140 anni di storia. Aiutava gli italiani in difficoltà. La maggior parte degli italiani sta a Guayaquil. Io invece vivo a Quito, nella capitale, a 2.800 metri sul livello del mare”.


Quali attività svolge il Comites. “Il nostro è un lavoro molto pratico. L’Ecuador è un paese difficile, con un alto tasso di criminalità. Ogni giorno ci sono omicidi e sequestri di persona. Muoversi non è sicuro. Noi membri del Comites – siamo in 12 – facciamo questo lavoro praticamente gratis. L’anno scorso abbiamo ricevuto in totale 13 mila euro, poco più di mille euro al mese. Avremmo bisogno di più sostegno da parte delle autorità italiane, soprattutto in realtà pericolose come questa. Io ad esempio nei prossimi giorni devo andare a Guayaquil a incontrare i rappresentanti della comunità italiana e incomincio ad avere paura negli spostamenti. Anche mia moglie non è tranquilla. Forse l’intero sistema dei Comites andrebbe ripensato e razionalizzato”.


“Noi, come Comites, aiutiamo i connazionali nella quotidianità. I connazionali in difficoltà, con problemi di salute o problemi economici. Ce ne sono alcuni che stanno veramente male. Cerchiamo di fornirgli assistenza medica ed economica, in collaborazione con le autorità consolari, con cui abbiamo un eccellente rapporto. Ogni Paese è una realtà diversa. Noi qui ci sporchiamo le mani. Facciamo cose concrete. Riceviamo moltissime chiamate dai connazionali. La comunità ci conosce e ci vuole bene. Siamo molto attivi. Promuoviamo anche iniziative culturali. Abbiamo pubblicato un libro sull’emigrazione italiana in Ecuador. Ne pubblicheremo un altro per il 2 giugno 2025, in occasione della nostra festa della Repubblica. Abbiamo lanciato un podcast, si chiama Radio Comites e siamo anche su Spotify. Abbiamo aperto un canale su YouTube e abbiamo caricato un video, ma per tutte queste iniziative ci vogliono tempo e soldi e facciamo quello che si può”. Credi che gli italiani all’estero siano una risorsa per l’Italia? “Lo dico francamente: a me non piace il sistema degli italiani all’estero. È strutturato burocraticamente male. Va riformato. Innanzitutto bisogna stabilire se gli italiani all’estero sono una risorsa o un problema. Penso che comincino a essere un problema, perché non si possono gestire. Siamo troppi. Ma se invece sono un risorsa allora bisogna stabilire chi sono questi italiani all’estero. Dei 25 mila e passa italiani presenti in Ecuador in molti non hanno più neanche il cognome italiano e non parlano la lingua. Ci sono italo discendenti di terza o quarta generazione che non sanno nulla dell’Italia ma richiedono la cittadinanza per ius sanguinis solo per ottenere il passaporto italiano, che consente di viaggiare più agevolmente, ma non hanno alcun interesse concreto verso il nostro Paese. Dobbiamo stabilire – ribadisco – chi sono gli italiani all’estero, se sono una risorsa o un problema, e poi fare una politica più seria. Noi siamo impreparati. Il sistema italiano, rispetto agli italiani all’estero, è impreparato. Non siamo presi seriamente. Si dà per scontato che ci sono gli italiani all’estero, che in Italia ci vogliono bene, ma gli italiani all’estero oltre a essere una risorsa vanno anche gestiti”. “I Comites vanno riformati. Vanno ridotti e devono contare di più. Il Comites dovrebbe diventare come una giunta comunale e il presidente come una sorta di sindaco; e non composto da 12 membri perché 12 è un numero pari. Dovrebbero avere un po’ più di autorità quando parlano con Roma. L’amministrazione centrale dovrebbe occuparsi dei problemi macro delle comunità, mentre noi dovremmo dedicarci alla quotidianità, alla prima assistenza”. “L’Ecuador, ripeto, è un Paese difficile. Il 9 febbraio si svolgeranno le elezioni generali e il presidente Daniel Noboa – la cui moglie peraltro è di origini italiane – si ripresenta. È appena terminata una dura una protesta degli indigeni locali, che si sono opposti alla costruzione di un maxi carcere sul loro territorio. Alla fine l’hanno spuntata ma ci sono stati violenti scontri con l’esercito. Ci sono inoltre problemi energetici. Per un periodo siamo stati senza elettricità anche per 14 ore al giorno. È un paese in grandissima difficoltà, nonostante sia un paese ricco perché ha il petrolio e le banane. Il presidente Noboa è l’uomo più ricco del paese, vende banane e ha una produzione di gamberi, ma l’Ecuador è in crisi”.

Arte contemporanea ed entertaiment, l’Euphoria del possibile

Arte contemporanea ed entertaiment, l’Euphoria del possibileRoma, 31 dic. (askanews) – Una mostra che ha l’ambizione di unire l’arte contemporanea e il grande pubblico. “Euphoria – Art is in the Air” che il Balloon Museum ha portato a La Nuvola a Roma rappresenta un modo diverso, sicuramente giocoso e mainstream, ma colto e tutt’altro che semplicistico, di portare i lavori di grandi artisti a essere fruibili a tutti, oltre i tradizionali steccati, magari invisibili ma indiscutibili, che vengo frapposti, a volte pure da noi stessi come spettatori. Il tema della mostra sono opere legate al concetto di gonfiabile e, stanza dopo stanza, le scoperte sono divertenti, sorprendenti, profondamente legate alla natura del contemporaneo.


“Il gonfiabile – ha spiegato ad askanews il curatore Valentino Catricalà – è un qualcosa che noi associamo a bambini, ai ragazzi, a qualcosa di giocoso, quando in realtà è uno dei media più utilizzati dagli artisti dagli anni 2000 in poi, proprio perché rappresenta questa esplosione di un certa tipo di economia, e di economia anche dell’arte, legata a grandi installazioni: gli artisti hanno cercato di riflettere sulla nostra società e sullo sviluppo del nostro capitalismo attraverso il medium più rappresentativo, cioè il gonfiabile. E questa mostra cerca proprio di entrare nel vivo di questa relazione. E cioè una mostra che vede nel gonfiabile un punto di riflessione sulla nostra società, ma allo stesso tempo anche un qualcosa per il grande pubblico che può giocare e riflettere sulla complessità che noi stiamo vivendo oggi”. Le installazioni sono venti e ci sono sia artisti specializzati nella “Inflatable Art”, sia nomi cruciali della scena del contemporaneo, come Phlippe Parreno, che in due delle prime sale del percorso costruisce un sentimento poetico lieve, ma profondissimo, e ci riporta al nostro modo di stare dentro lo spazio come spazio di percezione e consapevolezza. Oppure come Martin Creed, che letteralmente chiama i visitatori a entrare in una casa satura di palloncini azzurri, con la conseguente perdita di riferimenti e una sorta di esplorazione di un ignoto monocromo e apparentemente familiare. O ancora Carsten Höller, che ha portato a Roma un grande muro di luci pulsanti. “Se stai davanti all’opera con gli occhi chiusi – ci ha detto l’artista – è incredibile: si visualizzano queste campiture di colore e anche a livello di suoni si crea una sorta di esperienza visionaria. Se si resta per un po’ di tempo, poi tutto cambia”.


Il cambiamento è un’altra delle parole chiave del progetto, ogni sala ha colori diversi e suscita sensazioni diverse. È chiaro che alcuni elementi essenziali della mostra sono presi dalla grammatica dell’entertainment di massa, ma è altrettanto evidente che le installazioni funzionano anche a un altro livello, che spesso ha a che fare con il confronto con sensazioni di incertezza e di disagio. E anche la grande piscina di palline rosse di Hyperstudio, dove i bambini nuotano e giocano, è un luogo dove le percezioni sono costrette a cambiare in modo non scontato, così come accade tra le lampadine di Rafael Lozano-Hemmer, che sono sì un meraviglioso panorama notturno o intergalattico, ma che vibrano del nostro stesso battito cardiaco, dall’interno. E’ una mostra spettacolo, ovvio, ci sono le bolle di sapone e i giochi coloratissimi, ma l’euforia che si genera è fatta anche di pensiero. “L’arte e l’intrattenimento – ci ha detto ancora Höller – hanno tra loro una relazione di amore-odio, un rapporto difficile, spesso non vanno insieme, ma quando lo fanno in un certo modo si svela un potenziale enorme”. Che è quello su cui hanno puntato i promotori del progetto itinerante di Balloon Museum. “Balloon Museum – ci ha spiegato Roberto Fantauzzi, presidente di Lux Entertainment SPA – è un progetto che è nato a Roma tre anni fa, ma che è esploso adesso in tutto il mondo, un vero fenomeno globale. Siamo in America, in Asia e in Europa. Siamo tornati a Roma dopo tre anni con una nuova mostra, perché adesso abbiamo quattro mostre, venti artisti diversi per ogni mostra, ma un unico comune denominatore: arte gonfiabile e interattiva per famiglie e bambini”.


E forse l’immagine giusta per chiudere questo racconto sono i palloncini vorticanti di “Invisible Ballet” di Hyperstudio: un ambiente dove l’euforia sembra manifestarsi fisicamente, ma nel quale, al tempo stesso, abbiamo perso il controllo della situazione e siamo in balia dell’arte. (Leonardo Merlini)

Meloni ha ricordato Ratzinger sui social

Meloni ha ricordato Ratzinger sui socialMilano, 31 dic. (askanews) – “Nel secondo anniversario della scomparsa di Papa Benedetto XVI, rendiamo omaggio a un Pontefice che ha lasciato un’impronta profonda non soltanto nella Chiesa, ma anche nella cultura, nella filosofia e nella riflessione pubblica del nostro tempo. Un teologo che è riuscito a parlare alla mente e all’anima delle persone. La sua vita e i suoi insegnamenti ci raccontano come fede e ragione siano dimensioni complementari che si illuminano a vicenda. Ancora oggi il suo messaggio spirituale è vivo e potente e l’eredità del suo Magistero resta fonte di ispirazione. Per la Chiesa e per tutta la società”. Lo ha scritto sui social la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Basket Nba, LeBron: “Potrei andare avanti altri 5-7 anni”

Basket Nba, LeBron: “Potrei andare avanti altri 5-7 anni”Roma, 31 dic. (askanews) – Quaranta anni e non sentirli. LeBron James, nel giorno del suo 40esimo compleanno ha parlato con i media, e rispondendo a una domanda su quanto ancora sarebbe in grado di andare avanti ha detto. “Quando mi ritirerò non sarà perché non sarò più in grado di giocare ad alto livello. A essere onesti, se davvero lo volessi, potrei continuare probabilmente per altri 5-7 anni. Se davvero lo volessi. Ma non è una cosa che voglio fare”. Alla sua 22^ stagione in carriera, record ogni epoca condiviso con Vince Carter, James è ancora in grado di mettere assieme 23.5 punti, 8 rimbalzi e 9 assist di media sfiorando il 50% al tiro, e i suoi Lakers nonostante vari momenti di alti e bassi hanno un record di 18-13 e sono in corsa per un piazzamento nella Western Conference, a pari record con i Denver Nuggets sesti e a una gara di distanza dal quarto posto occupato da Dallas. Anche James, però, è consapevole che le possibilità di vincere il quinto titolo quest’anno non sono così elevate: “In questo momento siamo una buonissima squadra e abbiamo la possibilità di competere con chiunque. Ma siamo al massimo livello? Possiamo vincere il titolo ora come ora? No, non credo. Ma è un bene perché significa che abbiamo ancora tanti margini di miglioramento. Ma non credo che sarà questo a determinare quanto ancora rimarrò in campo, perché non cambierebbe la mia carriera in un senso o nell’altro”.

Scholz: il futuro della Germania non sarà deciso dai padroni dei social

Scholz: il futuro della Germania non sarà deciso dai padroni dei socialRoma, 31 dic. (askanews) – Il futuro della Germania “non sarà deciso dai proprietari dei canali dei social media”. E’ quanto dirà il cancelliere tedesco Olaf Scholz nel suo discorso di fine anno, anticipato dai media, facendo chiaro riferimento al sostegno espresso dal proprietario di X, Elon Musk, per il partito dell’estrema destra AfD.


Scholz sottolineerà che solo i cittadini tedeschi hanno il potere di decidere “dove andrà la Germania” dopo le elezioni del prossimo 23 febbraio, “non sarà deciso dai proprietari dei canali dei social media”.

Le “zone rosse” potrebbero essere in contrasto con la Costituzione

Le “zone rosse” potrebbero essere in contrasto con la CostituzioneMilano, 31 dic. (askanews) – “Magistratura democratica condivide le preoccupazioni espresse dalla Camera penale di Milano nel documento del 30 dicembre 2024, relativamente al provvedimento del 27 dicembre scorso, con il quale il Prefetto di Milano ha istituito zone rosse al fine di fronteggiare ‘la presenza di soggetti molesti e aggressivi, dediti alla commissione di reati e non in regola con la normativa in materia di immigrazione, tale da incidere negativamente sulla percezione di sicurezza dei cittadini e dei turisti che fruiranno di quelle aree’”. Lo si legge in una nota dell’esecutivo di Magistratura democratica.


“Analoghi provvedimenti amministrativi sono stati emanati in molte città da altri prefetti su direttiva del ministro dell’Interno. Come giuristi non possiamo che richiamare, da un lato, il disposto dell’articolo 16 della Costituzione, secondo il quale ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza, mentre nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche; e, dall’altro lato, il disposto dell’articolo 13 della Costituzione, secondo il quale non è ammessa nessuna forma di restrizione della libertà personale se non per atto motivato dell’autorità giudiziaria” ha proseguito Md. “Il divieto di accedere a determinate zone della città e l’allontanamento forzoso, in caso di violazione del divieto, sono rivolti ai soggetti che assumano atteggiamenti aggressivi e minacciosi, ma anche semplicemente ‘molesti’, i quali risultino destinatari di mere ‘segnalazioni’ all’Autorità giudiziaria per un’amplissima categoria di reati (contro il patrimonio, contro la persona, in materia di stupefacenti, danneggiamento, porto di oggetti atti a offendere e altri) e comunque ostacolino la piena fruibilità delle infrastrutture del trasporto e delle aree urbane individuate” ha proseguito l’associazione.


“Si tratta di evidenti compromissioni della libertà di circolazione e della libertà personale, adottate in forza di un’ordinanza prefettizia ed eseguite a discrezione delle forze di polizia nell’individuarne i destinatari, con espresso pregiudizio verso le persone migranti, in palese violazione delle riserve di legge e di giurisdizione costituzionalmente garantite a presidio delle libertà fondamentali” ha osservato. “Non solo. La giustificazione del provvedimento con ragioni che attengono alla ‘percezione di sicurezza dei cittadini e dei turisti’ nei confronti di persone ‘non in regola con la normativa in materia di immigrazione’ sembra alludere proprio a una giustificazione politica del provvedimento, visto che non si fa riferimento a fatti di reato né ad autori di reato ma a meri sospetti, a dispetto del chiarissimo dettato costituzionale secondo il quale, vale la pena ribadirlo ancora, nessuna restrizione degli spazi di libertà può essere determinata da ragioni politiche” ha continuato.


“Preoccupa inoltre la tendenza ad acuire, anche per via istituzionale (quando le istituzioni dovrebbero invece cercare di porvi rimedio) le diseguaglianze del tessuto urbano, sempre più spaccato in zone di serie A, riservate a cittadini e turisti benestanti, e zone di serie B, lontane dalle luci del centro e verso le quali ‘i disturbatori’ saranno verosimilmente allontanati, così esasperando le criticità delle zone già problematiche della città, che invece avrebbero più bisogno di politiche istituzionali di sostegno, integrazione e ricomposizione dei conflitti, per la sicurezza – quella vera, non quella ‘percepita’ – di tutti” ha concluso l’associazione.

Ancora non è chiaro da dove ha avuto origine il virus del covid, l’Oms chiede alla Cina

Ancora non è chiaro da dove ha avuto origine il virus del covid, l’Oms chiede alla CinaRoma, 31 dic. (askanews) – Alla comparsa del Covid-19, la Cina ha “condiviso informazioni sull’epidemia e sulla sequenza genetica del virus con l’Oms e la comunità internazionale”, mettendo anche a disposizione la propria “esperienza in materia di prevenzione, controllo, diagnosi e cura senza riserve”. E’ quanto ha dichiarato oggi la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Mao Ning, nel briefing con la stampa.


Ieri il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha sollecitato Pechino “a condividere i dati in modo da poter comprendere le origini del Covid-19”, affermando che si tratta di “un imperativo morale e scientifico” perché “senza trasparenza, condivisione e cooperazione tra i Paesi il mondo non può prevenire e prepararsi adeguatamente a future epidemie e pandemie”. “Per quanto riguarda il tracciamento dell’origine del Covid-19 – ha replicato oggi Mao, citata dal Global Times – la Cina ha condiviso la maggior parte dei dati e dei risultati della ricerca e ha dato il maggiore contributo alla ricerca globale sul tracciamento delle origini del Covid-19”. La portavoce ha quindi ricordato che “esperti internazionali dell’Oms hanno dichiarato più volte che durante le loro visite in Cina hanno visitato tutti i luoghi desiderati, incontrato tutte le persone interessate e analizzato tutto il materiale pertinente”.