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Autore: Redazione StudioNews

Incontro Mattarella-Meloni dopo Consiglio supremo difesa

Incontro Mattarella-Meloni dopo Consiglio supremo difesaRoma, 23 ott. (askanews) – Al termine della seduta di oggi al Quirinale del Consiglio supremo di difesa la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha avuto un colloquio con il presidente della Republica Sergio Mattarella.


Con ogni probabilità al centro dell’incontro ci sono stati l’attuale situazione, i provvedimenti e gli atti che devono essere affrontati da qui alla fine dell’anno, compresi manovra, decreti collegati, il decreto Albania, la nomina di un giudice della Corte costituzionale.

Aziende e influencer, in Italia grande attenzione all’etica

Aziende e influencer, in Italia grande attenzione all’eticaMilano, 23 ott. (askanews) – La condotta etica e la trasparenza dei content creator sono i requisiti principali nella scelta delle collaborazioni per il 59% delle aziende italiane e il 77% chiede agli influencer di firmare carte etiche e valoriali, dato significativamente più alto rispetto al resto d’Europa. Complice l’età media elevata in Italia, Facebook rimane tra i social network più utilizzati per le campagne promozionali, preferito dal 69% delle imprese che investono in questa tipologia di attività. Altro elemento distintivo nel panorama europeo delle imprese italiane è la misurazione dei risultati per valutare il ritorno di investimento, ritenuta dal 61% come una delle sfide più determinanti insieme alla ricerca dell’equilibrio tra libertà degli influencer e controllo del brand, ai cambi di algoritmo e alla mancanza di dati affidabili. Complessivamente, tra le aziende dello Stivale, si respira un clima di moderato ottimismo rispetto al futuro del settore, con il 46% di queste che prevede una crescita del volume di affari fino al 50% all’anno nel corso del prossimo lustro, mentre il 19% intravede un calo degli investimenti, il tasso di sfiducia più alto di tutti i paesi presi in considerazione.


E’ quanto emerge dal Rapporto sull’Influencer Marketing in Europa nel 2024 realizzato da Kolsquare, B-Corp nata in Francia nel 2011, tra le più importanti piattaforme europee del settore grazie all’integrazione di machine learning e analisi di big data, in collaborazione con la società di ricerca internazionale NewtonX. Il sondaggio è stato effettuato tra centinaia di figure manageriali che gestiscono, per conto di aziende di diversi settori, campagne di influencer marketing nei cinque principali mercati europei: Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito. “La fotografia del rapporto tra aziende e influencer in Italia, comparandola al resto d’Europa, ci restituisce la centralità dell’attenzione all’integrità e alla responsabilità nelle collaborazioni. Se da un lato può apparire come un fatto sorprendente, dall’altro accende i riflettori sulle dirette conseguenze dei recenti avvenimenti che hanno coinvolto noti creator nel nostro Paese e che hanno scosso le fondamenta dell’influencer marketing” spiega Federico Spinelli, country manager di Kolsquare Italia.


Le aziende europee con dimensioni superiori agli 11 dipendenti spendono mediamente 3,4 milioni di euro all’anno ciascuna in IM, con la Germania in testa, 5,7 milioni, seguita da Francia (3,49 mln) e Italia (3,37 mln). La spesa inferiore è nel Regno Unito, con una media di 1,01 milioni di euro, per via della tendenza locale a lavorare con micro-influencer (81%) e dell’aumento dei contratti a commissione. In Germania quasi un terzo delle aziende investe tra i 500.000 e i 5 milioni di euro, segno di un impegno coraggioso per le campagne a budget elevato. In Francia e in Italia circa il 20% dei marketer spende tra 100.000 e 249.000 euro, mentre la Spagna è il mercato più attento al budget in Europa, con il 30% delle imprese che investe meno di 50.000 euro annui. Complessivamente, il 54% intende aumentare la spesa nel 2025, mentre il 37% manterrà il budget attuale. La spesa per questo tipo di collaborazioni è destinata ad aumentare: i maggiori incrementi sono previsti in Germania, dove l’82% dei responsabili marketing prevede di aumentare i budget tra il 10% e il 49%, e in Spagna, dove il 78% prevede un aumento affine. Le collaborazioni si concentrano maggiormente nel segmento micro-influencer (10.000-100.000 di follower), scelti dal 75%, e macro-influencer (100.000 – 1 milione di follower), ricercati dal 65%. Ciò riflette la loro capacità di offrire tassi di coinvolgimento più elevati a costi inferiori rispetto ai mega-influencer, ovvero con community da oltre un milione di persone, e anche una maggiore autenticità. Il 42% degli intervistati utilizza i nano-influencer, il cui appeal sul mercato locale li rende ideali per campagne di nicchia ad alta conversione. I social network più utilizzati sono Instagram (89% delle iniziative), Tik Tok (64%) e YouTube (62%), seguiti da Facebook, X, Twitch e Pinterest. Snapchat guadagna terreno in Francia, Germania e, in misura minore, nel Regno Unito, dove è più importante di Twitch. L’indagine rivela anche che gli europei hanno un crescente interesse per il mercato cinese: in Francia, ad esempio, più marketer utilizzano WeChat (9%) rispetto a WhatsApp (7%), e più italiani utilizzano WeChat (9%) rispetto a Pinterest (6%) o Snapchat (3%). Le prime cinque posizioni in Italia sono occupate da Instagram (91%), Facebook (69%), YouTube (61%), Tik Tok (59%) e X (17%).


Quanto alle preferenze sulla tipologia di collaborazione, si registrano importanti differenze tra i vari mercati. I metodi più comuni sono i post sponsorizzati (58%), gli eventi per influencer (56%) e le recensioni di prodotti (48%), sebbene le preferenze differiscano notevolmente da paese a paese. In Germania e Spagna i post sponsorizzati sono utilizzati frequentemente, la Francia si orienta maggiormente verso gli eventi (21%) e il marketing di affiliazione, ovvero quello che prevede una percentuale per ogni vendita, è particolarmente popolare nel Regno Unito (14%). In Italia, il podio dei format preferiti è composto da: sponsorizzate (71%), eventi (63%) e recensioni (49%), mentre il fanalino di coda è rappresentato dai contenuti generati dagli utenti (UGC) e dagli annunci a pagamento. Rispetto ai criteri di scelta delle collaborazioni, l’Italia mette al primo posto l’etica, i dati demografici della community occupano il primato in Germania (55%), lo stile dei contenuti è cruciale in Regno Unito (57%), in Francia il numero di follower (54%), mentre l’autenticità, il tasso di coinvolgimento e gli interessi della community dominano in Spagna (rispettivamente 61%, 50% e 43%). Gli italiani, in fase di scelta, valutano con particolare attenzione anche il successo delle campagne pregresse (29%), i brand con cui si è collaborato in precedenza (23%) e l’engagement rate (23%), ovvero il rapporto tra interazioni e contenuti prodotti. Chiude la classifica il background eterogeneo dell’influencer (11%).

Vino, Zafferana Etnea e Barolo: l’unità attraverso la viticultura

Vino, Zafferana Etnea e Barolo: l’unità attraverso la viticulturaMilano, 23 ott. (askanews) -Si intitola “Zafferana Etnea e Barolo, uve e territori di una compiuta unità d’Italia” l’evento, promosso dal Comune del catanese il 27 ottobre, ultima domenica dell’”Ottobrata Zafferanese”, per “celebrare il legame tra due territori simbolo dell’Italia agricola e vinicola: il versante etneo, noto per la produzione del pregiato Etna DOC, e Langhe piemontesi, culla del rinomato Barolo”. Un dialogo tra due terre lontane ma unite da una passione comune per la viticoltura e l’amore per il territorio, in un’ottica di valorizzazione delle tradizioni locali e della cooperazione nazionale. Nel corso della giornata, il convegno esplorerà il ruolo che la viticoltura ha giocato e continua a giocare nell’unificazione culturale ed economica del Paese.


“Attraverso la cura del territorio e la promozione delle proprie eccellenze, si può rafforzare il senso di unità e di appartenenza” ha spiegato il sindaco di Zafferana, Salvo Russo, aggiungendo che “abbiamo coinvolto il Comune di Barolo ed i produttori di vino per gettare le basi di un percorso tra le nostre due città”. A dare il via al convegno sarà proprio il primo cittadino etneo che, insieme con il rappresentante istituzionale di Barolo, traccerà un’idea di sviluppo per il futuro delle due piccole comunità. “Ci sono modelli di economia territoriale dove natura, dimensione umana, tempo passato e vocazione al futuro riescono a coesistere in modo compatibile” ha affermato il sindaco di Barolo (Cuneo), Fulvio Mazzocchi, rimarcando che “il territorio etneo rappresenta la novità più interessante del panorama enologico e Zafferana può diventare un ottimo alleato per il turismo in un rapporto strategico tra Nord e Sud”. Un’idea che dà seguito a quanto anticipo durante lo scorso anno con la presenza del Comune di Barbaresco (Cuneo). All’evento, che inizierà alle 10 e dove saranno presenti anche le amministrazioni Comunali di Milo, Santa Venerina, Sant’Alfio, Linguaglossa, Trecastagni e Pedara, prenderanno parte anche Mauro Cutuli dell’Azienda Agricola Grottafumata, Giampaolo Gravina e Nicola Carlevaris, editore del magazine “Versanti”.


Questa iniziativa “vuole mettere in luce l’incredibile ricchezza economica, culturale e ambientale dell’Etna offrendo uno sguardo approfondito su questa straordinaria regione e sulle possibilità di sviluppo insieme ad un Comune virtuoso come quello di Barolo”. A conclusione del convegno, che si terrà presso la Sala Consiliare di Palazzo di Città, seguirà prima una degustazione per i partecipanti al convegno con le aziende etnee Cantina del malandrino (Mascali), Masseria Setteporte (Biancavilla), Giuseppe Lazzaro (Milo), Nuzzella (Piedimonte Etneo), Grottafumata (Zafferana Etnea) e le Cantine di Barolo, Cascina Fontana, Trediberri, Gian Luca Colombo Vini e Castello di Perno. Seguirà un laboratorio riservato a giornalisti ed istituzioni condotto da Giampaolo Gravina.

Quirino Cipollone nuovo amministratore delegato Froneri Italia

Quirino Cipollone nuovo amministratore delegato Froneri ItaliaMilano, 23 ott. (askanews) – Quirino Cipollone entra in Froneri, secondo player globale nella produzione di gelato confezionato, come amministratore delegato Italia e membro del global management board.


Entrato in Unilever nel 1994, ricoprendo vari ruoli con crescenti responsabilità, vanta una trentennale esperienza nel settore dei beni di largo consumo e una profonda conoscenza dell’industria del gelato. Ha ricoperto il ruolo di cmo ice cream Europa presso l’headquarter Unilever di Rotterdam, ha guidato il business ice cream e beverage dei Paesi Scandinavi e, più recentemente, il business gelati di Unilever per il Sud Europa, ricoprendo anche il ruolo di presidente di Unionfood per il settore dei gelati fino a giugno 2024. In qualità di amministratore delegato, Cipollone guiderà sia Froneri Italia sia Eskigel, le due aziende italiane del gruppo, con i rispettivi stabilimenti produttivi a Ferentino e Terni. Il manager succede a Luca Regano, chiamato a ricoprire il ruolo di global chief marketing officer.


“Sono onorato di unirmi a Froneri – ha commentato – un’azienda innovativa che possiede un business model unico basato su una cultura dell’eccellenza e un’organizzazione agile, con brand forti che mettono al centro la sostenibilità”.

Vino, il 25 ottobre si festeggia lo “Champagne Day” 2024

Vino, il 25 ottobre si festeggia lo “Champagne Day” 2024Milano, 23 ott. (askanews) – Venerdì 25 ottobre si festeggia in tutto il mondo lo “Champagne Day” 2024. Questa giornata internazionale, che si celebra ogni anno l’ultimo venerdì di ottobre, è l’occasione per rendere omaggio al “vino dei re” e condividere un brindisi globale che unirà gli amanti dello Champagne di tutto il mondo.


Per l’edizione 2024, il Bureau du Champagne propone di esplorare gli abbinamenti tra la più raffinata delle bollicine francesi e i formaggi. Espressione del terroir e del savoir faire dell’uomo, questi due protagonisti del gusto permettono di dare vita ad accostamenti che possono sorprendere: giocando di volta in volta sul contrasto o sull’armonia, l’incontro di gusti e di consistenze diverse permetterà a entrambi i protagonisti di esaltarsi a vicenda. Ecco allora che la ricchezza e la struttura dei vitigni a bacca rossa, siano essi vinificati in bianco o in rosé, conferiscono a molti Champagne la capacità di armonizzarsi con formaggi dal gusto intenso. All’opposto, l’equilibrio tra la mineralità degli Champagne più giovani si sposerà alla perfezione con le note fruttate dei formaggi più freschi. Qualche esempio? Si può giocare sul contrasto tra mineralità e austerità di uno Champagne Blanc de Blancs in versione Brut Nature e la dolcezza untuosa del Gorgonzola dolce. Un Rosé brut si armonizzerà con la cremosità del Taleggio o con il gusto intenso e profumato della Fontina d’alpeggio. Il Pecorino Fiore Sardo, dal carattere strutturato e complesso, può essere esaltato dalle note mature di uno Champagne Blanc de Noirs e le note dolci di uno Champagne Demi-Sec potrebbero anche trasformare una Burrata in un dessert a sorpresa.


“Per partecipare allo ‘Champagne Day’ basta organizzare un momento speciale per brindare in compagnia, in famiglia o con gli amici” spiega il Bureau, aggiungendo che “dai ristoranti alle enoteche, sono molti gli eventi che si terranno in Italia, dedicati a degustazioni e abbinamenti con piatti speciali”. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito ufficiale “champagneday”, dove sarà anche possibile inserire il proprio evento, trovare un kit di comunicazione con contenuti per i social e scaricare la playlist Spotify dedicata a questa giornata.

Crea: Italia 6° in Ue per numero alveari, 23.000 ton miele nel 2022

Crea: Italia 6° in Ue per numero alveari, 23.000 ton miele nel 2022Roma, 23 ott. (askanews) – Il ruolo delle api e degli altri impollinatori in termini di mantenimento della biodiversità e di salubrità alimentare è da tempo riconosciuto, non solo dal mondo scientifico, ma anche dall’opinione pubblica, che vede nel miele un alimento goloso e salutare al contempo. Proprio per questo il settore delle api e del miele ha raggiunto negli ultimi anni valori significativi: con oltre 22 mila aziende agricole e più di un milione di alveari, l’Italia è al 6° posto in Europa per numerosità di alveari, di cui circa l’80% gestiti da apicoltori professionali, un trend in continua crescita, se si confrontano i dati degli ultimi 2 censimenti ISTAT (nel 2020 si registra + 57% di alveari a livello nazionale, rispetto al 2010).


Dal 2016, inoltre, il settore può contare su rilevazioni più precise e sistematiche grazie all’istituzione della Banca Dati Apistica (BDA) che rileva una crescita costante di aziende (anche prive di terreno agrario), di apicoltori (72.000 tra i professionali e coloro che producono per autoconsumo) e di alveari (oltre 1,6 milioni). Oltre la metà delle aziende apistiche, si concentra nelle regioni del Centro Nord, mentre quelle meridionali sono numericamente inferiori, ma mediamente più grandi, anche se con dimensioni molto piccole di SAU (oltre il 50% non arriva a un ettaro di Superficie Agricola Utilizzata). Nella maggior parte dei casi (74%) si tratta di aziende caratterizzate da un orientamento produttivo misto, che comprende sia attività di coltivazione che di allevamento. È quanto emerge dal Rapporto CREA “Api e Miele: opportunità: potenzialità e minacce per una filiera essenziale”, realizzato grazie alla collaborazione dei centri di ricerca del CREA Politiche e Bioeconomia, Agricoltura e Ambiente, Alimenti e Nutrizione e Orticoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura, nell’ambito delle attività delle Rete Rurale Nazionale. Il Rapporto restituisce la fotografia dettagliata di una filiera essenziale per l’economia, l’ambiente e la biodiversità, e la salute umana, che gioca un ruolo fondamentale per lo sviluppo dei territori rurali, grazie alla qualità, alla tipicità e alla unicità dei prodotti. Il Rapporto esplora ed analizza con un approccio integrato e multidisciplinare tutti i molteplici aspetti del settore: dalle questioni strutturali alle dinamiche di mercato, dalla sostenibilità dell’attività apistica e delle aziende che se ne occupano e dei sistemi agricoli e agroforestali che ospitano le api, fino ad arrivare agli aspetti qualitativi e alle caratteristiche e alle proprietà salutistiche delle produzioni.


I dati – evidenzia il Crea – mostrano l’evidenza di un settore che ha contato negli anni su una interessante crescita, ma che sta vivendo un momento di crisi, trovandosi ad affrontare sia problematiche di mercato – crescita dei costi di produzione a fronte di riduzione dei prezzi all’ingrosso e concorrenza di mieli esteri di scarsa qualità – sia, soprattutto, una fortissima esposizione ai cambiamenti climatici. Un comparto che può contare, in questi ultimi anni, su una crescente attenzione alla tematica api e impollinatori, anche dal punto di vista scientifico e istituzionale, con azioni e programmi di sostegno nazionali ed europei. Alla filiera delle api e del miele italiana, per la programmazione 2023-2027, sono stati destinati oltre 80 Milioni di Euro (complessivamente 83,8 milioni di euro), risorse per il 30% stanziate dalla PAC (25,1 Mio euro) e per il 70% (58,6 Mio euro) cofinanziate con risorse nazionali. La relazione con l’attività agricola è fortissima: oltre alle questioni legate alla qualità degli ecosistemi, nel rapporto si stima che oltre il 30% del valore economico delle produzioni vegetali derivi dalle coltivazioni che beneficiano dell’azione di impollinazione delle api.


L’Italia può contare su una grande varietà di mieli uniflorali (oltre 30) e diversi millefiori, fortemente caratterizzati sul territorio e determinati dall’immenso patrimonio di ambienti e di biodiversità del Paese. Senza dubbio un fattore di qualità e di distintività dei prodotti, fondato su stretti legami con i territori di produzione e che è anche alla base del Sistema di Qualità Nazionale. La produzione nazionale che nel 2022 ha raggiunto circa 23.000 tonnellate – in forte ripresa rispetto all’anno 2021, quando la produzione si era fermata a 12.450 tonnellate (dati Osservatorio Nazionale Miele) resta però insufficiente rispetto alla domanda, per cui le importazioni raggiugono le 26.500 tonnellate circa, pari a 100,8 Mio euro.

Ilaria Salis: mi auguro che l’Europarlamento non revochi la mia immunità

Ilaria Salis: mi auguro che l’Europarlamento non revochi la mia immunitàBruxelles, 23 ott. (askanews) – “Davvero in Ungheria è normale affermare che una persona è un criminale, un delinquente, che ha commesso un reato, prima che il giudice abbia emesso una sentenza? Davvero è normale che a fare queste affermazioni siano alti esponenti del governo, in barba alla separazione dei poteri?” E’ la domanda che Ilaria Salis ha posto al premier ungherese Viktor Orban e al suo portavoce Zoltan Kovac, durante la sua conferenza stampa, oggi a Strasburgo, convocata non appena si è saputo, ieri, della richiesta da parte del governo di Budapest di revocare l’immunità parlamentare dell’eurodeputata italiana della Sinistra.


“Non è ancora terminato nemmeno il primo grado di giudizio, eppure – ha continuato Salis – sono già stata condannata dai signori Orban e Kovac, così come da moltissimi membri di Fidesz (il partito di Orban, ndr) e anche dei Patrioti (i membri del gruppo di estrema destra al Parlamento europeo, ndr) di altri paesi. In quella che, per bocca del suo stesso primo ministro, è definita una ‘democrazia illiberale’, come possono i giudici – ha chiesto ancora l’europarlamentare – esaminare con la necessaria obiettività e serenità un imputato che è dipinto come un delinquente, come un nemico pubblico, come un ‘terrorista’, da un potere politico, che cerca di ottenere una condanna a una pena esemplare?” Salis si è proclamata innocente rispetto alle accuse di aggressione e violenze nei confronti di militanti di destra durante la “Giornata dell’Onore” a Budapest nel 2023, “una vergognosa commemorazione – l’ha definita -, dove ogni anno si radunano migliaia di neonazisti provenienti da tutta Europa, che il governo ungherese non solo non impedisce ma contribuisce a sostenere”. L’11 febbraio 2023, ha ricordato, “sono stata tirata giù da un taxi e ammanettata senza nessuna spiegazione. Sono stata accusata in modo arbitrario di fatti avvenuti nei giorni precedenti, rispetto ai quali sono innocente e mi sono sempre dichiarata tale. Non ci sono prove contro di me e non sono stata riconosciuta tra gli aggressori né dalle vittime né dai testimoni”. Eppure tuttora, ha aggiunto, “sono esposta al rischio di una pena enorme, fino a 24 anni di carcere duro, sproporzionata rispetto ai presunti reati, in un paese dove non ci sono le condizioni minime per un processo equo”.


Salis ha poi sottolineato le continue accuse diffamatorie nei suoi confronti, in particolare sui media filo governativi ungheresi. “Questa persecuzione, cominciata durante la mia detenzione ha assunto i connotati di un vero e proprio accanimento da quando sono stata eletta come europarlamentare. I continui attacchi pretestuosi nei miei confronti- ha accusato – hanno lo scopo di impedirmi di svolgere il mio mandato”. Questo, nell’ambito delle regole del Parlamento europeo, è forse il punto più importante che potrebbe essere invocato (“fumus persecutionis”) per motivare un eventuale rifiuto della revoca dell’immunità. L’europarlamentare ha descritto le condizioni della sua detenzione cautelare preventiva “in condizioni disumane e degradanti” per 15 mesi nelle carceri ungheresi, e il trattamento umiliante subito durante le audizioni in tribunale: “Sono stata condotta con mani e piedi incatenati e al guinzaglio di fronte al giudice durante le udienze del processo. Un trattamento del genere, oltre che essere umiliante, rischia anche di influenzare negativamente il giudice”.


“Quelle immagini, per fortuna – ha rilevato Salis -, hanno suscitato un’ondata di indignazione pubblica quasi senza precedenti nel mio paese. Anche la Commissione europea, in una risposta scritta a un’interrogazione sul mio caso, ha ribadito l’importanza del principio di presunzione di innocenza e ha fatto riferimento alla direttiva europea vieta di presentare gli imputati come colpevoli in tribunale, attraverso l’utilizzo di strumenti di coercizione fisica, come appunto le catene”. “La mia intenzione – ha puntualizzato l’eurodeputata – non è difendermi dal processo, ma io voglio difendermi all’interno di un processo che sia rispettoso dei diritti fondamentali, che sia rispettoso del principio di presunzione di innocenza, che sia rispettoso del principio di proporzionalità. Io voglio difendermi all’interno di un processo che sia giusto ed equo, e il problema è che questo, un processo di questo tipo, evidentemente non può svolgersi in Ungheria, e ne abbiamo già avuto ampie prove”.


“L’Ungheria – ha ricordato ancora Salis – è stata ripetutamente richiamata e sanzionata dalle autorità europee per violazioni dello stato di diritto, riguardanti, tra le altre cose, l’indipendenza della magistratura e i diritti umani. Dal 2018 è sottoposta a una procedura, ancora in corso, dell’articolo 7 del Trattato Ue, per il rischio di violazione dei valori fondamentali dell’Unione”. L’europarlamentare non ha risposto a un giornalista che chiedeva se si sia sentita abbastanza tutelata, come cittadina italiana, dalle istituzioni italiane, e se pensi che il governo italiano si impegnerà in sua difesa, ma si è limitata a replicare: “Penso che questa domanda andrebbe rivolta al governo”. La procedura riguardo alle richieste di revoca dell’immunità di un eurodeputato prevede che vi sia prima un’audizione a porte chiuse nella commissione Affari giuridici (Juri) del Parlamento europeo, e poi una votazione in plenaria delle conclusioni, a favore o contro la revoca, a cui è giunta (a maggioranza semplice) la commissione Juri. “Io andrò avanti, e auspico che il Parlamento non ceda di fronte alla prepotenza di un governo autoritario”, ha affermato Salis. E ha concluso: “mi auguro vivamente che il Parlamento europeo decida di difendere lo stato di diritto, di difendere i diritti umani e di non piegarsi alle prepotenze della democrazia illiberale di Orban”.

A Roma Summit Associazione Internazionale Gendarmerie e Forze Polizia

A Roma Summit Associazione Internazionale Gendarmerie e Forze PoliziaRoma, 23 ott. (askanews) – Si è aperto a Villa Madama, a Roma, il Summit annuale dell’Associazione Internazionale delle Gendarmerie e delle Forze di Polizia a statuto militare (FIEP), al termine del quale l’Arma dei Carabinieri, che aveva assunto la Presidenza nel mese di ottobre 2023, cederà il testimone alla Gendarmeria Nazionale Francese.


Hanno preso parte all’incontro i Comandanti/Direttori Generali delle 21 gendarmerie e Forze di Polizia a statuto militare che, nel soggiorno in Italia, verranno ricevuti dal Presidente della Repubblica. Annualmente, viene individuato un tema generale oggetto di studio, durante la Presidenza italiana, la FIEP ha focalizzato l’attenzione sul contrasto ai crimini ambientali, nell’ottica prioritaria della protezione della biodiversità e degli ecosistemi. La particolare tematica è molto sentita dall’Arma, la più articolata forza di polizia ambientale d’Europa, e il confronto con le altre gendarmerie e forze di polizia è risultato utile e propositivo per un impegno comune in difesa dell’ambiente, per lo sviluppo di buone pratiche condivise e protocolli comuni.


Nel 2024 la FIEP ha compiuto trent’anni. Il 12 maggio 1994, infatti, fu istituita a Madrid la Commissione Tripartita, composta dall’Arma dei Carabinieri, dalla Gendarmeria Nazionale francese e dalla Guardia Civil spagnola. Nel 1996 aderì la Guardia Nazionale Repubblicana portoghese e l’anno successivo l’associazione, nel frattempo divenuta Commissione Quadripartita, fu definitivamente denominata FIEP, acronimo costituito dalle iniziali dei nomi dei Paesi Membri in quel momento: France, Italia, Espana e Portugal. Con successive Dichiarazioni Comuni e con le modifiche allo statuto, l’organizzazione ha assunto carattere di “Associazione Internazionale” e attualmente sono 21 le gendarmerie e forze di polizia a statuto militare appartenenti alla FIEP in qualità di membri. Nella storia trentennale dell’Associazione, prima dell’incarico conclusosi con il meeting di questi giorni, l’Arma dei Carabinieri aveva assunto la Presidenza nel 1999, nel 2006 e nel 2014 in corrispondenza con il bicentenario di fondazione dell’Istituzione. Esperienze certamente positive nell’importante campo della cooperazione internazionale. Nel corso del Vertice odierno, è stato votato all’unanimità il riconoscimento dello status di membro all’Ispettorato dei Carabinieri moldavi. La loro partecipazione alle dinamiche dell’Associazione è stata supportata dall’Arma dei Carabinieri in aderenza con le linee strategiche di indirizzo politico estero nazionale.

Al via patente digitale e altri 2 documenti su app IO per 50.000 cittadini

Al via patente digitale e altri 2 documenti su app IO per 50.000 cittadiniMilano, 23 ott. (askanews) – In attesa della piena operatività del sistema di portafoglio digitale italiano (Sistema It-Wallet) parte oggi il rilascio di documenti su IO, la nuova funzionalità che permette di aggiungere al portafoglio di app IO la versione digitale della patente, della tessera sanitaria – tessera europea di assicurazione malattia e della carta europea della disabilità.


I tre documenti digitali potranno essere utilizzati in sostituzione dei corrispettivi documenti fisici e nello specifico, in questa prima fase, solo per interazioni offline: la patente di guida potrà essere utilizzata solo in Italia per dimostrare di essere abilitato alla guida in caso di controlli delle forze dell’ordine; la tessera sanitaria – tessera europea di assicurazione malattia, permetterà di accedere alle prestazioni fornite dal Servizio sanitario nazionale; la carta europea della disabilità avrà i medesimi usi già previsti con la versione del documento fisico. Si tratta di uno strumento non obbligatorio: i cittadini sono liberi di continuare a usare esclusivamente i documenti fisici. La funzionalità sarà progressivamente estesa ai cittadini italiani, conferendo così piena validità legale alle versioni digitali dei documenti. Il rilascio inizia oggi con i primi 50.000 cittadini. A seguire il 6 novembre altri 250.000, il 30 novembre 1.000.000 e infine il 4 dicembre per tutti gli utenti dell’app IO.


Nel rispetto della tutela della privacy e della normativa sulla protezione dei dati personali, gli utenti, all’interno delle prime tre finestre temporali di abilitazione sopracitate, saranno selezionati con criterio randomico all’interno della base utenti dell’app IO. Con documenti su IO, la sicurezza e la protezione dei dati dei cittadini sono sempre garantiti e l’identità è sempre verificata grazie all’autenticazione con Cie o Spid.


“Dopo due anni di lavoro costante e discreto, il governo ha mosso il primo passo verso la realizzazione del Sistema IT-Wallet, una rivoluzione digitale che ho fortemente sostenuto fin dal mio insediamento e che andrà a regime nel 2025 – ha dichiarato il sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega all’innovazione tecnologica Alessio Butti – Con l’introduzione dell’IT-Wallet, e anticipando i tempi del regolamento europeo Eidas 2, l’Italia intraprende un percorso ambizioso verso l’evoluzione dei servizi digitali. Questo strumento offrirà ai cittadini nuove opportunità per l’utilizzo della loro identità digitale, garantendo al tempo stesso massima sicurezza e tutela dei dati personali”.

Salis, mi auguro che Europarlamento rifiuti revoca mia immunità

Salis, mi auguro che Europarlamento rifiuti revoca mia immunitàBruxelles, 23 ott. (askanews) – “Davvero in Ungheria è normale affermare che una persona è un criminale, un delinquente, che ha commesso un reato, prima che il giudice abbia emesso una sentenza? Davvero è normale che a fare queste affermazioni siano alti esponenti del governo, in barba alla separazione dei poteri?”


E’ la domanda che Ilaria Salis ha posto al premier ungherese Viktor Orban e al suo portavoce Zoltan Kovac, durante la sua conferenza stampa, oggi a Strasburgo, convocata non appena si è saputo, ieri, della richiesta da parte del governo di Budapest di revocare l’immunità parlamentare dell’eurodeputata italiana della Sinistra. “Non è ancora terminato nemmeno il primo grado di giudizio, eppure – ha continuato Salis – sono già stata condannata dai signori Orban e Kovac, così come da moltissimi membri di Fidesz (il partito di Orban, ndr) e anche dei Patrioti (i membri del gruppo di estrema destra al Parlamento europeo, ndr) di altri paesi. In quella che, per bocca del suo stesso primo ministro, è definita una ‘democrazia illiberale’, come possono i giudici – ha chiesto ancora l’europarlamentare – esaminare con la necessaria obiettività e serenità un imputato che è dipinto come un delinquente, come un nemico pubblico, come un ‘terrorista’, da un potere politico, che cerca di ottenere una condanna a una pena esemplare?”


Salis si è proclamata innocente rispetto alle accuse di aggressione e violenze nei confronti di militanti di destra durante la “Giornata dell’Onore” a Budapest nel 2023, “una vergognosa commemorazione – l’ha definita -, dove ogni anno si radunano migliaia di neonazisti provenienti da tutta Europa, che il governo ungherese non solo non impedisce ma contribuisce a sostenere”. L’11 febbraio 2023, ha ricordato, “sono stata tirata giù da un taxi e ammanettata senza nessuna spiegazione. Sono stata accusata in modo arbitrario di fatti avvenuti nei giorni precedenti, rispetto ai quali sono innocente e mi sono sempre dichiarata tale. Non ci sono prove contro di me e non sono stata riconosciuta tra gli aggressori né dalle vittime né dai testimoni”. Eppure tuttora, ha aggiunto, “sono esposta al rischio di una pena enorme, fino a 24 anni di carcere duro, sproporzionata rispetto ai presunti reati, in un paese dove non ci sono le condizioni minime per un processo equo”.


Salis ha poi sottolineato le continue accuse diffamatorie nei suoi confronti, in particolare sui media filo governativi ungheresi. “Questa persecuzione, cominciata durante la mia detenzione ha assunto i connotati di un vero e proprio accanimento da quando sono stata eletta come europarlamentare. I continui attacchi pretestuosi nei miei confronti- ha accusato – hanno lo scopo di impedirmi di svolgere il mio mandato”. Questo, nell’ambito delle regole del Parlamento europeo, è forse il punto più importante che potrebbe essere invocato (“fumus persecutionis”) per motivare un eventuale rifiuto della revoca dell’immunità. L’europarlamentare ha descritto le condizioni della sua detenzione cautelare preventiva “in condizioni disumane e degradanti” per 15 mesi nelle carceri ungheresi, e il trattamento umiliante subito durante le audizioni in tribunale: “Sono stata condotta con mani e piedi incatenati e al guinzaglio di fronte al giudice durante le udienze del processo. Un trattamento del genere, oltre che essere umiliante, rischia anche di influenzare negativamente il giudice”.


“Quelle immagini, per fortuna – ha rilevato Salis -, hanno suscitato un’ondata di indignazione pubblica quasi senza precedenti nel mio paese. Anche la Commissione europea, in una risposta scritta a un’interrogazione sul mio caso, ha ribadito l’importanza del principio di presunzione di innocenza e ha fatto riferimento alla direttiva europea vieta di presentare gli imputati come colpevoli in tribunale, attraverso l’utilizzo di strumenti di coercizione fisica, come appunto le catene”. “La mia intenzione – ha puntualizzato l’eurodeputata – non è difendermi dal processo, ma io voglio difendermi all’interno di un processo che sia rispettoso dei diritti fondamentali, che sia rispettoso del principio di presunzione di innocenza, che sia rispettoso del principio di proporzionalità. Io voglio difendermi all’interno di un processo che sia giusto ed equo, e il problema è che questo, un processo di questo tipo, evidentemente non può svolgersi in Ungheria, e ne abbiamo già avuto ampie prove”. “L’Ungheria – ha ricordato ancora Salis – è stata ripetutamente richiamata e sanzionata dalle autorità europee per violazioni dello stato di diritto, riguardanti, tra le altre cose, l’indipendenza della magistratura e i diritti umani. Dal 2018 è sottoposta a una procedura, ancora in corso, dell’articolo 7 del Trattato Ue, per il rischio di violazione dei valori fondamentali dell’Unione”. L’europarlamentare non ha risposto a un giornalista che chiedeva se si sia sentita abbastanza tutelata, come cittadina italiana, dalle istituzioni italiane, e se pensi che il governo italiano si impegnerà in sua difesa, ma si è limitata a replicare: “Penso che questa domanda andrebbe rivolta al governo”. La procedura riguardo alle richieste di revoca dell’immunità di un eurodeputato prevede che vi sia prima un’audizione a porte chiuse nella commissione Affari giuridici (Juri) del Parlamento europeo, e poi una votazione in plenaria delle conclusioni, a favore o contro la revoca, a cui è giunta (a maggioranza semplice) la commissione Juri. “Io andrò avanti, e auspico che il Parlamento non ceda di fronte alla prepotenza di un governo autoritario”, ha affermato Salis. E ha concluso: “mi auguro vivamente che il Parlamento europeo decida di difendere lo stato di diritto, di difendere i diritti umani e di non piegarsi alle prepotenze della democrazia illiberale di Orban”.