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Autore: Redazione StudioNews

Open Arms, Salvini: io non patteggio, vado fino in Cassazione

Open Arms, Salvini: io non patteggio, vado fino in CassazioneMilano, 16 set. (askanews) – “Io non patteggio, vado fino in Cassazione”. Lo ha detto Matteo Salvini, segretario e vice premier della Lega, ospite di Quarta Repubblica su Retequattro, che sul caso Open Arms ha ribadito: “Non ho commesso alcun reato”.


“Credo nella magistratura, e cerco di dirlo senza sorridere troppo”, ha aggiunto Salvini, secondo cui quello in corso a Palermo è “un processo politico con cui la sinistra e la magistratura politicizzata cercano di attaccare Salvini, la Lega e il governo Meloni”. “Stanno provando in ogni maniera a mettere in difficoltà questo governo che sta ottenenedo risultati economici senza precedenti”, ha aggiunto il vice premier, rimarcando che “quando sono diventato segretario della Lega, quando ho giurato da ministro, ho messo in conto che a qualcuno avrei dato fastidio, perchè dietro l’immigrazione clandestina ci sono interessi miliardari anche della malavita organizzata: ma chi non è disposto a difendere le proprie idee vuol dire che non ha idee che valgono”.


“Se mi condannassero a 6 anni finirei in carcere per almeno due anni: mi dispiacerebbe per i miei figli e la mia fidanzata, ma sono convinto che la maggioranza degli italiani è con me. È un processo all’Italia”, ha sostenuto Salvini. Quindi il segretario della Lega ha annunciato che “saremo in tante piazze italiane come Lega nei due prossimi weekend, se venite a mettere una firma ai gazebo mi sentirò meno solo”. “Se siamo in tanti a dire che difendere i confini non è reato, magari a Parlermo finisce come mi auguro finisca”, ha detto Salvini a Quarta Repubblica. E alla domanda se ritenga che la piazza possa influenzare i magistrati, ha risposto: “No, ma se è una battaglia di Salvini è un conto, ma se alcuni milioni di italiani dicono che difendere i confini non è reato, mi sento meno solo. Non che mi senta solo, eh…”. Quindi ha rivendicato: “È una battaglia di libertà che porto avanti non per me ma per il popolo italiano”.

Ue, Gentiloni: il Pnrr sta funzionando bene, anche nel sociale

Ue, Gentiloni: il Pnrr sta funzionando bene, anche nel socialeStrasburgo, 16 set. (askanews) – In questi primi tre anni e mezzo di attuazione, il piano di Recovery post pandemico europeo, “NextGenerationEU”, con il fondo Rrf che finanzia i piani nazionali di ripresa e resilienza (Pnrr), è stato senza dubbio “un’esperienza positiva”, è stato “fondamentale nel sostenere la ripresa economica dalla pandemia e nel fornire un nuovo impulso agli investimenti e alle riforme in Europa”.


E soprattutto, “abbiamo affrontato il rischio di una grande divergenza tra gli Stati membri con un maggiore spazio di bilancio e quelli con un margine di bilancio più limitato. Tre anni dopo, possiamo dire che questa grande divergenza è stata evitata”. Bisogna, ora, “individuare i settori in cui è indispensabile il finanziamento comune europeo per beni comuni”, un’idea che “non può finire con ‘NextGenerationEU’”.


Lo ha sottolineato, stasera a Strasburgo, il commissario europeo agli Affari economici, Paolo Gentiloni. Il commissario è intervenuto in una una riunione congiunta delle commissioni europarlamentari per gli Affari economici e per il Bilancio. Con il finanziamento comune dei Pnrr nei diversi Stati membri, ha rimarcato il commissario, “stiamo consentendo una tripla transizione: verde, digitale e sociale”, e non solo la doppia transizione verde e digitale di cui si parla sempre. “Queste sono le priorità comuni che avevamo concordato collettivamente. Insieme rappresentano oltre il 90% delle misure finanziate nell’ambito del Fondo Rrf”.


“Gli Stati membri – ha rilevato Gentiloni – stanno ottenendo risultati. Circa un terzo dei traguardi parziali e degli obiettivi finali dei Pnrr, nell’area verde e digitale sono già segnalati come completati, o valutati come raggiunti. E per quanto riguarda le politiche sociali, il punteggio è ancora più alto, con il 46%”; ma, ha aggiunto, “dovremo mantenere e persino accelerare il ritmo”. Tuttavia, ha avvertito il commissario, “sarebbe un errore considerare il prossimo mandato” della Commissione europea “semplicemente come l’attuazione di quanto concordato in precedenza. Le istituzioni dell’Ue devono collettivamente essere ambiziose nel tracciare un nuovo percorso per l’economia europea e riflettere su cosa verrà dopo il 2026”, quando termineranno i finanziamenti dei Pnrr.


Secondo Gentiloni, “il messaggio del recente rapporto di Mario Draghi è chiaro: per riconquistare la competitività, l’Ue ha bisogno di un massiccio piano di investimenti”. Che dovrà essere “finanziato da investimenti privati, prima di tutto. Ma anche da investimenti pubblici”. L’Ue, ha sottolineato il commissario, “dovrebbe individuare i settori in cui il finanziamento comune è indispensabile, a partire dalla difesa comune. Il ‘NextGenerationEU’ giungerà al termine. Ma l’idea di finanziamento comune per beni comuni non può finire” con la fine del Piano di Recovery. “E confido – ha concluso Gentiloni rivolto agli europarlamentari – che porterete avanti questo lavoro davvero importante”, visto che “l’ambizione è qualcosa che non è mai mancata a questa Camera”.

Pallas: ruolo OIV sempre più importante per futuro settore vitivinicolo

Pallas: ruolo OIV sempre più importante per futuro settore vitivinicoloYerevan (Armenia), 16 set. (askanews) – “Il nostro ruolo sarà sempre più importante e credo che gli Stati membri siano convinti che del ruolo cruciale che svolgiamo per il futuro del settore vitivinicolo”. Lo afferma ad askanews Sophie Pallas, direttrice delle Relazioni esterne dell’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (Oiv), in vista del 45esimo Congresso dell’Oiv che si terrà dal 14 al 18 ottobre a Digione, in Francia, nell’anno in cui questo organismo festeggia il centenario.


“La conferenza – aggiunge Pallas – riunirà i rappresentanti istituzionali dei cinquanta Stati aderenti per pensare insieme a rinnovare e a rafforzare il ruolo dell’organizzazione, e a ragionare su come l’Oiv può sostenere il settore in vista delle numerose sfide future”. A margine dell’ottava Conferenza globale sul turismo del vino promossa dall’UNWTO a Yerevan, in Armenia, Pallas spiega che “l’enoturismo ha un peso importante: sta moltiplicando le entrate dei produttori di vino, aprendo nuove aree di mercato e portando nuovi clienti”. “I Paesi emergenti come l’Armenia sono piccoli produttori di vino, con superfici vitate non enormi e dunque hanno grandi margini di sviluppo” prosegue, aggiungendo che “le loro peculiari caratteristiche naturali e le connotazioni genetiche dei loro vigneti sono molto interessanti e contribuiscono ad alimentare il ragionamento sul futuro della coltivazione della vite, soprattutto alla luce del cambiamento climatico. L’Armenia, per esempio, ha una straordinaria varietà di vitigni autoctoni: è come un osservatorio, un laboratorio che sarà molto utile per tutti gli altri Paesi produttori di vino” continua, sottolineando che “ogni specificità e ogni singola storia arricchiscono la strategia globale dei nostri Stati membri”.


Sul tema dell’enoturismo l’Oiv ha in campo diversi progetti, il più importante dei quali, insieme con l’Organizzazione Mondiale del Turismo delle Nazioni Unite, riguarda le linee guida per gli Stati membri per la raccolta dei dati al fine di stilare una prima analisi del fenomeno. In cantiere anche un percorso di formazione dedicato allo sviluppo sostenibile nell’ambito del piano strategico 2025-2029, il cui focus è proprio la sostenibilità.

Bimbo sepolto a Parma, madre fidanzato: “Mio figlio sconvolto”

Bimbo sepolto a Parma, madre fidanzato: “Mio figlio sconvolto”Roma, 16 set. (askanews) – “Mio figlio non sapeva niente della gravidanza, se ce ne fossimo anche soltanto accorti, l’avrei cresciuto io questo bambino. Lei poteva andare dove voleva”. Lo ha detto la madre del fidanzato della studentessa accusata di omicidio volontario e occultamento di cadavere a Parma, intervistata da Ore 14, la trasmissione in onda su Rai 2 condotta da Milo Infante.


“Mio figlio è sconvolto. Se era surreale il primo, il secondo…credo sia qualcosa che va oltre. Io credo che nel vocabolario italiano non siano neanche state inventate le parole per descrivere questa situazione”. ha continuato la donna facendo riferimento al ritrovamento del neonato sepolto nel giardino di una villetta a Traversetolo (Parma) il 9 agosto scorso. “Si frequentano da tempo. Si conoscono benissimo da quando vanno alle elementari. Lei è una ragazza tranquillissima, una persona che conosciamo da tantissimo. Non la voglio più sentire, io voglio solo che lei spieghi il perché e cosa le sia passato nell’ anticamera del cervello. È una persona che non voglio neanche incontrare. Non ci sarà mai una giustificazione a questa cosa qua, non voglio neanche saperne”, ha concluso la donna.

Il festival di film a Villa Medici, premiate l’inventiva e la poesia

Il festival di film a Villa Medici, premiate l’inventiva e la poesiaRoma, 16 set. (askanews) – Sin dalla sua creazione nel 2021, il Festival di Film di Villa Medici esplora i legami tra cinema e arte contemporanea andando alla scoperta di nuove scritture filmiche. La quarta edizione del festival, che si è svolto tra l’11 e il 15 settembre, è stata animata da uno spirito pionieristico favorendo l’incontro tra una varietà di opere capaci di mettere in discussione, sconvolgere e modificare il nostro rapporto con le immagini ma anche di rinnovarne tutto l’incanto.


Quest’anno, la giuria composta da Clément Cogitore, regista e artista visivo, Vimala Pons, regista teatrale e attrice, e Rasha Salti, curatrice, ricercatrice e scrittrice, ha assegnato due premi. Il Premio Villa Medici per il Miglior Film è andato a ‘Pepe’ (2024, Repubblica Dominicana, Namibia, Germania, Francia) di Nelson Carlo de Los Santos Arias “per la sua originalità, la sua inventiva, la sua capacità di sorprenderci, di perderci e poi di ritrovarci, per la sua incredibile libertà che ci ha commosso tanto quanto ci ha stupito” e il Premio della Giuria a ‘Real’ (2024, Italia, Francia) di Adele Tulli “poiché questo film, come tutti i grandi film, ci lascia con più domande che risposte”. La giuria ha inoltre assegnato due menzioni speciali a Familiar Touch (2024, StatiUniti) di Sarah Friedland “per l’impressionante precisione delle sue capacità registiche e la sua presenza accattivante” e a Man Number 4 (2024, Regno Unito) di Miranda Pennell “per la sua ingegnosa trasformazione delle ‘immagini di prova’ in luoghi di riflessione e di empatia, e per la sua poesia ristoratrice”.

Laver Cup, Team Europa vs Team Mondo: tutto pronto all’Arena di Berlino

Laver Cup, Team Europa vs Team Mondo: tutto pronto all’Arena di BerlinoRoma, 16 set. (askanews) – Tutto pronto alla Uber Arena di Berlino per la Laver Cup, il torneo di tennis che mette di fronte il Team Europa e il Team Mondo e che si svolge nella capitale tedesca dal 20 al 22 setembre. I giocatori che prenderanno parte alla manifestazione sono arrivati a berlino per la settima edizione della kermesse tennistica che ha come suo ideatore Roger Federer, che proprio alla Laver Cup di due anni fa, a Londra, diede l’addio al tennis professionistico.


Il Ceo della Laver Cup, Steve Zacks, e il vice-capitano del Team World, Patrick McEnroe, hanno presentato in anteprima l’evento. Sei i giocatori per ognuna delle due squadre, capitanate da Björn Borg (Team Europa) e da John McEnroe (Team Mondo). Tra i 12 giocatori ci sono 4 top 10 del ranking ATP, tra cui spicca lo spagnolo Carlos Alcaraz. Il vincitore di Wimbledon e Roland Garros 2024, però, non potrà giocare al fianco del connazionale Rafael Nadal, come già fatto nel doppio Olimpico: la leggenda della terra rossa ha infatti annunciato di non poter prendere parte a questa competizione. Insieme ad Alcaraz, nella squadra Europa, ci saranno Alexander Zverev, Daniil Medvedev, Casper Ruud, Stefanos Tsitsipas e Grigor Dimitrov. A rappresentare il Team Mondo, invece, giocheranno: Taylor Fritz, finalista agli Us Open, Francis Tiafoe, Ben Shelton, Alejandro Tabilo, Francisco Cerundolo e Thanasi Kokkinakis.


Il Team Mondo proverà a difendere il titolo per il terzo anno di fila, dopo aver vinto le edizioni del 2022 e del 2023, le uniche conquistate dalla nascita del torneo.

Mattarella: disagio giovanile grande e urgente questione nazionale

Mattarella: disagio giovanile grande e urgente questione nazionaleRoma, 16 set. (askanews) – “Il disagio giovanile è una grande e urgente questione nazionale, che va affrontata con tutto l’impegno e i mezzi a disposizione”. E’ l’allarme lanciato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico a Cagliari.


“Senza indulgenze o lassismi, che sono peraltro diseducativi, ma senza nemmeno nutrire l’illusione che tutto possa essere risolto attraverso un’ottica esclusivamente securitaria”, ha aggiunto il capo dello Stato. “C’è oggi disagio tra giovani e giovanissimi – ha osservato -. Non è sempre facile interpretare: a volte la cortina dell’incomunicabilità è talmente spessa che, per genitori e insegnanti, diventa difficile anche solo parlarne. Occorre rompere il muro delle solitudini e del silenzio. Andare incontro. Ascoltare. Offrire possibilità. Costruire occasioni di dialogo, di socialità, di crescita insieme. Senza dialogo, senza umanità, senza empatia, non ci sarà progresso tecnologico che possa esaudire il desiderio di una vita piena, ricca di relazioni, di affetti, di emozioni, di soddisfazioni”.

Da Terzopoulos a Lindo Ferretti, ciclo classici all’Olimpico Vicenza

Da Terzopoulos a Lindo Ferretti, ciclo classici all’Olimpico VicenzaRoma, 16 set. (askanews) – Uno dei festival teatrali più prestigiosi e longevi nel teatro coperto più antico del mondo, capolavoro e ultima opera progettata da Andrea Palladio, inserito dall’Unesco tra i beni patrimonio mondiale dell’umanità.


Dopo il maestoso Prologo dello scorso 1 maggio che ha visto protagonista una delle artiste più iconiche e influenti del nostro tempo, Meredith Monk, si svolgerà dal 20 settembre al 20 ottobre il 77esimo Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico di Vicenza con la direzione artistica di Ermanna Montanari e Marco Martinelli: un progetto del Comune di Vicenza, in collaborazione con l’Accademia Olimpica e la Biblioteca civica Bertoliana, con il sostegno della Regione del Veneto, il coordinamento artistico del Centro di Produzione Teatrale La Piccionaia e il coordinamento generale della Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza. Un’edizione diffusa, che abiterà anche la Basilica Palladiana, il Teatro Astra e la Biblioteca Bertoliana, attraversando l’intera città di Vicenza e coinvolgendo i suoi cittadini, affidata alla visione e alla cura di due personalità di primissimo piano della creazione contemporanea, una coppia di arte e di vita, fondatori del Teatro delle Albe e di Ravenna Teatro. Ermanna Montanari e Marco Martinelli, 15 premi Ubu in due e tanti altri riconoscimenti nazionali e internazionali, guideranno dunque un’eccellenza culturale che non ha mai smesso, nel corso della sua storia, di interrogarsi sul ruolo dei classici nella contemporaneità.


In piena sintonia con la dimensione diffusa del festival, il tema scelto per questa 77esima edizione: ‘L’immagine guida per questo biennio 2024-2025 sarà quella del ‘coro’, inteso come radice fondante del teatro: nella parola ‘coro’ i greci vedevano lo stretto intarsio tra parola, musica e danza, un’alchimia che rivela ancora oggi tutta la sua necessità ardente, moltiplicandosi nel nodo vita-scena del nostro contemporaneo agire. Al tempo stesso il coro è, fin dalle origini, lo specchio disvelante della polis: era composto, nell’Atene del V secolo, da migliaia di cittadini che non si limitavano a fare da ‘spettatori’, ma si ponevano quali interlocutori-artefici, misurandosi sulla scena insieme agli artisti dell’epoca, da Eschilo ad Aristofane. In questo senso il coro è sempre un gesto ‘politico’, oltre che poetico. Esso può assumere oggi le forme di una gioiosa ‘chiamata pubblica’, dove mescolare arte e vita, artisti e cittadini di varie generazioni per infuocarne lo sfuggente meccanismo prismatico”. Theodoros Terzopoulos, Alessandro Serra, Evelina Rosselli, Serena Sinigaglia, Giovanni Lindo Ferretti, Francesco Giomi, Abdullah Miniawy, Ndox Electrique, Serena Abrami e Enrico Vitali, Mariangela Gualtieri, Danio Manfredini, R.Y.F., Mara Redeghieri, Daniela Pes e, naturalmente, Ermanna Montanari e Marco Martinelli sono gli artisti che daranno voce a un programma lungo un mese, articolato in 9 spettacoli di cui 3 prime assolute, una prima nazionale, una prima regionale, 3 chiamate pubbliche e 2 cicli di incontri di approfondimento.


L’immagine del 77esimo Ciclo di Spettacoli Classici è firmata da un altro grande artista e sperimentatore: Igort, uno dei grandi maestri del fumetto d’autore internazionale, tra i protagonisti della scena indie italiana degli anni ’80 (Linus, Alter Alter, Frigidaire) ed esponente di spicco del graphic journalism, oltreché sceneggiatore e musicista. Il 77esimo Ciclo di Spettacoli Classici si inaugura il 20 e 21 settembre al Teatro Olimpico con la Prima Nazionale dell’Oresteia firmata da uno dei grandi esponenti della scena contemporanea internazionale, Theodoros Terzopoulos. L’Oresteia arriva a Vicenza dopo la Prima Assoluta dello scorso 12 e 13 luglio al Festival di Atene ed Epidauro.


Ideatore di un metodo di lavoro insegnato in tutto il mondo, fondatore nel 1985 dell’Attis Theatre e alla guida da oltre trent’anni dell’International Committee of Theatre Olympics, Terzopoulos è maestro nell’interpretazione e nella messinscena del repertorio tragico classico, sempre criticamente interrogato. Dopo averne affrontato in passato i singoli capitoli, per la prima volta il regista greco si trova alle prese con l’intera trilogia di Eschilo, unica sopravvissuta per intero di tutto il teatro greco classico. L’Orestea fu messa in scena per la prima volta ad Atene in occasione delle Grandi Dionisie nel 458 a.C., anno di turbolenze politiche, storiche e sociali e violenti sconvolgimenti che riflettevano le tensioni tra oligarchi e democratici. “Il mito dell’Orestea è pericoloso, appartiene al mondo dell’inconsueto e dell’ignoto, incute terrore perché rivela l’intrattabile, la violenza e le leggi più profonde che non possono essere domate. Clitennestra invita a “spezzarci” come nel momento della rottura dello specchio, affinché dai frammenti nasca una nuova immagine mentre le radici oscure del mito vengono preservate. Ancora una volta ci poniamo la domanda ontologica fondamentale ‘qual è il senso?’, una domanda a cui non esistono risposte definitive, ma che ci spinge costantemente verso una ricerca sempre più profonda delle radici dei suoni, delle parole, della multidimensionalità dell’enigma umano e della ricostruzione di un nuovo mito” scrive Terzopoulos nelle note di regia. Difficile non cogliere le profonde analogie con l’odierna crisi della democrazia, con la condizione storico-esistenziale della nostra epoca dilaniata da conflitti profondi e sospesa sull’orlo del baratro. Il 26 settembre al Teatro Astra invece appuntamento con l’azione corale della prima delle tre chiamate pubbliche in programma al Festival. Si tratta di Purgatorio dei poeti di Ermanna Montanari e Marco Martinelli, esito di un laboratorio che fra il 22 e il 25 settembre coinvolgerà 50 cittadine e cittadini di tutte le età. “Per questa ‘azione corale’ lavoreremo su alcuni canti dell’Inferno e del Purgatorio, la cantica dove Dante colloca gli artisti, gli scrittori, i pittori: agli endecasillabi danteschi mescoleremo frammenti poetici di Emily Dickinson, Vladimir Majakovskij, Walt Withman e altri poeti, come il guelfo fiorentino, affamati di bellezza”. Nell’ambito di una pratica cara al Teatro delle Albe, la chiamata pubblica è un invito rivolto alla cittadinanza a “farsi luogo”, farsi comunità, nell’epoca dei non-luoghi e della frantumazione del senso comunitario. Purgatorio dei poeti è una nuova ulteriore tappa del Cantiere Dante, il lavoro di Montanari e Martinelli sulle tre cantiche della Divina Commedia (2017-2022) che in questi anni ha coinvolto oltre mille cittadini e ha vinto premi tra i quali Premio Ubu, Lauro Dantesco ad Honorem, Premio Associazione Nazionale Critici di Teatro. Il 27 settembre al Teatro Olimpico, con replica il 28 e 29, andrà in scena in Prima Assoluta Il Canto di Edipo, una versione site specific di Tragùdia, il nuovo progetto artistico di Alessandro Serra. Questa particolare messa in scena, pensata appositamente per il Teatro Olimpico di Vicenza, oltre che a pochi oggetti e ai costumi vedrà protagonisti i due elementi qualificanti il tragico: il canto e la danza. Regista, autore, artista visivo, fondatore della compagnia Teatropersona, Serra sceglie in questa occasione il “mito perfetto”, centrale nella riflessione teorica di Aristotele come in quella di Sigmund Freud, partendo da un assunto: “la tragedia è un’arte fortunata, perché gli spettatori conoscono l’intreccio già prima che il poeta lo racconti”. Da questa premessa Serra si interroga su come si possa ricostruire oggi quella forma di sapere collettivo e in che lingua, che non sia ostile e concettuale ma musicale, istintiva e sensuale. Sceglie non l’italiano che abbassa il tragico a fatto drammatico ma il grecanico, l’antica parlata greca di una striscia di terra della Calabria e della Sicilia, per concentrarsi su una molteplicità di questioni che riguardano la condizione umana, il rapporto con la Polis e con la dimensione del Sacro. Accompagnando lo spettatore nello stesso percorso di Edipo, così come narrato da Sofocle, dalle macerie al ricongiungimento con gli Dei. Ancora una Prima Assoluta, il 5 ottobre, sempre al Teatro Olimpico: sdisOrè, ovvero l’Orestea riscritta da Giovanni Testori, interpretata da Evelina Rosselli, co-fondatrice insieme a Caterina Rossi di Gruppo Uror che ne firma la regia. La potenza della lingua di Testori è la chiave per un’Orestea completamente capovolta, dai toni dissacranti, erotici, crudi e ironici, che vede in scena una sola attrice nella funzione di narratore e incarnazione di quattro maschere che sembrano fatte di pelle umana. Maschere rivoltanti e grottesche, indossate da Evelina Rosselli per ridare vita a Elettra, Oreste, Egisto, Clitemnestra, trasmutando di volta in volta la propria voce per indagare quattro universi sonori completamente differenti. Con sdisOrè, Gruppo Uror prosegue la propria ricerca nella dimensione onirica e nel perturbante, negli arcani racchiusi nel mito che conservano un forte legame con le forme della violenza contemporanea. Il 6 ottobre il Festival esce dal Teatro per andare ad abitare la Basilica Palladiana con la seconda delle chiamate pubbliche previste, che tira in ballo il concetto rituale di festa. FESTA SILENZIO Azione di improvvisazione creativa per una comunità di performer è infatti il titolo del progetto curato da Francesco Giomi, compositore, performer, regista del suono e docente di musica elettronica, nonché direttore di Tempo Reale, il centro fiorentino di ricerca, produzione e didattica musicale. La performance sarà la restituzione di un laboratorio che si svolgerà nei giorni precedenti con il coinvolgimento di un ampio numero di musicisti del territorio vicentino, di qualsiasi formazione e ambito di provenienza, che alla Basilica si esibiranno in una serie di improvvisazioni attorno a un “rito-partitura” prestabilito: una pratica giocosa di comunità, un momento di condivisione di un senso profondo dell’ascolto. Al centro del progetto il concetto di silenzio, partendo da una specifica domanda: cosa significa “silenzio” in musica? “In un tempo di chiasso e rumore incontrollato, diventa necessario ricercare il silenzio, così come ascoltare in una maniera nuova” afferma Giomi che sottolinea: “L’esplorazione sonora del concetto di quiete, in un ambito collettivo e festoso, ha l’obiettivo di raggiungere un grado di consapevolezza sull’importanza di ogni segnale musicale, anche il più piccolo e isolato, così come di esplorare i concetti di attesa e di attenzione alla bellezza del suono.” Di nuovo al Teatro Olimpico l’11 ottobre per la terza e ultima chiamata pubblica: Pluto. God of gold di Marco Martinelli con gli adolescenti di Pompei, Torre del Greco, Castellammare di Stabia, Torre Annunziata e Vicenza. Pluto è l’ultima commedia delle undici superstiti che ci restano di Aristofane, incentrata sulle contraddizioni della polis, a partire dall’iniqua distribuzione delle ricchezze. Pluto è infatti il dio della ricchezza, che dona ai corrotti e agli ingiusti perché è cieco. Il contadino Cremilo lo cura e gli restituisce la vista, riportando così la giustizia sociale ad Atene. Martinelli lavora sul testo antico mettendolo in relazione con le improvvisazioni vitali e scatenate di 60 adolescenti dell’area metropolitana di Napoli e della città di Vicenza. Pluto. God of gold è un nuovo atterraggio di Sogno di volare, un progetto quadriennale (iniziato nel 2022) del Parco Archeologico di Pompei in collaborazione con Ravenna Festival che vede il fondatore delle Albe lavorare su quattro commedie di Aristofane con oltre trecento adolescenti dell’area vesuviana, dove è ancora sentito il rischio di dispersione scolastica, disoccupazione ed emigrazione giovanile. Un progetto in diretto collegamento con la non-scuola, pratica teatral-pedagogica fondata nel 1991 insieme a Ermanna Montanari e che negli anni ha ottenuto due Premi Ubu e il Premio ANCT dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro. Sogno di volare, inoltre, ha incantato nientemeno che la regina assoluta del pop mondiale, Madonna, che in occasione di una sua recente visita a Pompei ha avuto modo di assistere proprio a Pluto. God of gold e ha deciso di finanziare direttamente la prossima edizione del progetto nato dall’incontro fra Martinelli e il Direttore del Parco Archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel. Il 15 e 16 ottobre ancora al Teatro Olimpico è la volta di Elettra per la regia di Serena Sinigaglia. Regista con approccio multidisciplinare, una particolare attenzione verso le fragilità sociali e convinta sostenitrice di un teatro al servizio dei cittadini, la Sinigaglia riparte dalla tragedia in atto unico scritta ai primi del Novecento dal poeta e drammaturgo viennese Hugo von Hofmannsthal, andata in scena per la prima volta nel 1903 con la regia di Max Reinhardt e dedicata a Eleonora Duse. La visione di Serena Sinigaglia viaggia fra le origini del mito in Eschilo e il vivace contesto culturale della Vienna a cavallo fra Ottocento e Novecento, passando per le riscritture di Sofocle, Euripide e Marguerite Yourcenar, per concentrare l’attenzione su quei temi che emergono dal Mito rivelandone una straordinaria attualità: il patriarcato, il rapporto fra i generi, il diritto all’autodeterminazione, il limite tra legge umana e legge naturale. Lo spettacolo è presentato in collaborazione con il Teatro Stabile del Veneto. Grande attesa e grande curiosità intorno al progetto di una delle figure più affascinati, teatrali, provocatorie, per certi versi enigmatiche della musica italiana, il cantautore e scrittore Giovanni Lindo Ferretti che il 18 ottobre presenta al Teatro Olimpico in Prima Assoluta moltitudine in cadenza, percuotendo. “Un antico palcoscenico in ardita prospettiva urbana…echi biblici…ritualità in forma di teatro…”. Al momento si sa soltanto che “ciò che deve accadere accada”. Infine, al Teatro Astra il 19 ottobre a partire dalle 21 avrà luogo la Notte delle voci, un’ode collettiva alla verticalità della notte, una catarsi festosa che scaturisce da forme sonore diversissime e da una molteplicità di canti, ognuno con una propria melodia. A guidare il pubblico in questo turbine, artisti-viandanti di altissimo profilo, a partire da Mariangela Gualtieri, poetessa e drammaturga, co-fondatrice del Teatro Valdoca, e Danio Manfredini, attore, autore, regista teatrale, tre volte Premio Ubu. Ci sono poi la lunare e misterica cantante sarda Daniela Pes, Targa Tenco per Spira, il suo album d’esordio prodotto da IOSONOUNCANE; la magnetica Mara Redeghieri, artista che ha segnato gli ultimi trent’anni di musica italiana a partire dai suoi esordi come contante degli Üstmamò; Francesca Morello aka R.Y.F. (Restless Yellow Flowers), voce sovversiva e dance punk della comunità queer, già al fianco dei Motus; il cantante, compositore, musicista, attore e scrittore egiziano Abdullah Miniawy, ospitato dai più prestigiosi festival internazionali come il Festival d’Avignone, icona di una gioventù’ egiziana in lotta per la liberta’ e la giustizia; il collettivo Ndox Èlectrique guidato da François R. Cambuzat e Gianna Greco, sciamani di una trance di resistenza anti-coloniale, e la poliedrica cantante alt-rock Serena Abrami con Enrico Vitali, già al fianco di Ermanna Montanari e Marco Martinelli nel progetto Don Chisciotte ad ardere. Il programma del 77esimo Ciclo di Spettacoli Classici si completa infine con due progetti seminariali a Palazzo Cordellina: Parlamenti d’Autunno a cura di Marco Sciotto e Illusioni perdute? – cinque disputazioni sulla critica teatrale e l’arte scenica oggi a cura di Massimo Marino. Parlamenti d’Autunno è un ciclo di quattro appuntamenti lungo l’intero arco del festival, aperti a tutte e tutti, pensati come occasioni di dialogo e confronto con artisti e studiosi intorno alle differenti forme in cui si riconfigura l’idea di ‘classico’ attraverso le arti visive e performative, la letteratura, l’archeologia e l’architettura e arti performative, per assumere, nel contemporaneo, nuove configurazioni di senso e di pratiche. Parteciperanno: Igort, Theodoros Terzopoulos, Andrea Porcheddu, Enrico Pitozzi, Daniela Sacco, Nicola Samorì, Federico Ferrari, Gabriel Zuchtriegel, Franco Masotti, Patrizia Basso, Andrea Tagliapietra, Caterina Piccione, Marco Belpoliti e Andrea Cortellessa. Illusioni perdute, infine, in programma il 28 e 29 settembre sempre a Palazzo Cordellina, è un’ulteriore e preziosa occasione di approfondimento teorico che parte da alcune domande precise: la critica, quasi scomparsa da giornali e riviste generalisti, sembra rinascere online. In quale modo? Con quanti e quali problemi? In cinque sessioni sviluppate nella forma medievale della disputatio – L’illusione critica, L’illusione alternativa, L’illusione militante, L’illusione morale e L’illusione teatrale – si confronteranno Anna Bandettini, Walter Porcedda, Gianni Manzella, Andrea Pocosgnich, Graziano Graziani, Laura Mariani, Rossella Menna, Andrea Porcheddu, Antonio Attisani, Alessandro Toppi, Maddalena Giovannelli, Maria Nadotti, Roberta Ferraresi, Lorenzo Donati e Attilio Scarpellini.

Mattarella: dalla scuola dipende futuro società, risorse siano adeguate

Mattarella: dalla scuola dipende futuro società, risorse siano adeguateRoma, 16 set. (askanews) – “Dalla qualità del sistema educativo dipende strettamente il futuro della nostra società. A esso vanno dedicate indispensabili risorse adeguate, e idee, cura, attenzioni. La scuola non è una bolla, un recinto, un mondo a parte. Ma un organismo che vive nella società e concorre al suo progresso”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Cagliari dove si svolge quest’anno la XXIV edizione di “Tutti a Scuola”, la cerimonia di inaugurazione del nuovo anno scolastico, presente il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.

Volkswagen: 4 mld per ristrutturazione, a rischio 15mila posti

Volkswagen: 4 mld per ristrutturazione, a rischio 15mila postiMilano, 16 set. (askanews) – Volkswagen chiude in calo -1,3% a 97,5 euro a Francoforte in scia alla debolezza del settore europeo (-1%) e a un report la banca d’affari Usa Jeffries che dopo un incontro con il management ipotizza fino a 4 miliardi di euro di accantonamenti nel quarto trimestre per i costi di ristrutturazione, legati al calo delle vendite e agli investimenti nell’elettrico che non hanno dato i risultati sperati. Altro ostacolo per il gruppo è rappresentato dai nuovi target di emissioni Ue per il 2025 che potrebbero costare fino a 2 miliardi di euro o 10% dell’Ebit di gruppo. Jeffries ha rating buy su Volkswagen con target price di 140 euro.


Secondo Jeffries il gruppo starebbe valutando la chiusura di due o tre impianti in Germania del brand Volkswagen, prima volta nella storia del gruppo, con il taglio di 15mila posti di lavoro e una riduzione di produzione di circa 500-750mila auto l’anno. In Germania il gruppo conta circa 300mila addetti, di cui 120mila in capo al brand Volkswagen. “I giorni trascorsi con il management ci hanno convinto che non esiste un piano B per evitare la riduzione di capacità”, scrivono gli analisti. Jeffries, che indica giugno 2025 come data di inizio del piano di ristrutturazione, ricorda che Volkswagen ha la facoltà di chiudere impianti senza chiedere l’autorizzazione al Consiglio di Sorveglianza, dove siedono i rappresentanti dei lavoratori. Volkswagen ha disdettato in anticipo le garanzie su occupazione e salario che dovevano durare fino al 2029. “I sindacati saranno forzati a trovare nuovi accordi con il gruppo mentre Volkswagen sarà nella posizione di imporre i licenziamenti”, si legge nel report.