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Autore: Redazione StudioNews

Tv pubblica Sudcorea nei guai (anche per colpa di Puccini)

Tv pubblica Sudcorea nei guai (anche per colpa di Puccini)Roma, 18 ago. (askanews) – La televisione pubblica sudcoreana KBS è finita nei guai per aver mandato in onda l’inno nazionale giapponese – “Kimigayo” – e la Madama Butterfly di Giacomo Puccini il 15 agosto, che in Corea del Sud è il Giorno della Liberazione dalla dominazione coloniale nipponica.


La commissione di vigilanza ha chiarito oggi che intende mettere in cantiere misure punitive nei confronti dei responsabili, secondo quanto ha riportato l’agenzia di stampa Yonhap. In maniera piuttosto maldestra, KBS ha messo in onda proprio il 15 agosto la “Madama Butterfly”, l’opera di Puccini che è notoriamente ambientata in Giappone e quindi presenta splendidi costumi di tema giapponese. E, ancor peggio, all’interno della performance trasmessa è anche inclusa un’esecuzione del “Kimigayo”, l’inno nazionale nipponico, che era tale anche durante il periodo coloniale (1910-1945) e che è dedicato all’Imperatore del Giappone.


La Commissione per gli Standard delle Comunicazioni della Corea, il corrispettivo della nostra Commissione di vigilanza, ha dichiarato di aver ricevuto 28 reclami da parte degli spettatori infuriati e prevede di inserire la questione come punto all’ordine del giorno per una decisione accelerata durante la riunione plenaria prevista per lunedì. Questo vuol dire che le misure punitive dovrebbero arrivare nello spazio di due settimane. La versione dell’opera mandata in onda il 15 agosto è una registrazione filmata al Seoul Arts Center alla fine di giugno.


Nel 2014, la commissione aveva emesso un avvertimento contro un’altra emittente, JTBC, per aver trasmesso l’inno giapponese durante la presentazione di un panelista giapponese.

Vino, il collettivo Cracking Art al Barbera d’Asti Wine Festival

Vino, il collettivo Cracking Art al Barbera d’Asti Wine FestivalMilano, 18 ago. (askanews) – Per la prima edizione del “Barbera d’Asti Wine Festival” che si terrà nella città di Asti da venerdì 6 a domenica 15 settembre, spazio anche all’arte con le installazioni del collettivo Cracking Art. Questo movimento è nato a Biella nel 1993 ed è diventato celebre per il suo impegno ecologista e per la pratica della rigenerazione per le sue creazioni: piccole, medie e grandi sculture di animali dalle tinte sgargianti, tra cui anche l’iconica chiocciola, che faranno del cuore della città piemontese una galleria d’arte a cielo aperto.


“Questa contaminazione tra il mondo del vino ed altri tipi di realtà culturali è per noi di grande importanza e rilievo, soprattutto, perché la filosofia dell’attenzione al riciclo e all’importanza alla biodiversità che soggiace dietro le opere d’arte create dal collettivo è uno dei valori consortili più radicati” afferma il presidente del Consorzio, Vitaliano Maccario, aggiungendo che “con questo progetto intendiamo sensibilizzare alle tematiche legate alla sostenibilità, favorendo l’interessante intreccio arte e vino, che, siamo sicuri, affascinerà il grande pubblico”. “Le opere Cracking Art sono inserimenti inaspettati di elementi di fantasia che popolano il mondo reale per reinterpretarlo e dare significati diversi” spiegano gli organizzatori della manifestazione, aggiungendo che “ogni opera si inserisce nel contesto per dare un messaggio, per interpretare il luogo o per dare una visione inaspettata di un luogo conosciuto”. La plastica, infatti, “si trasforma e si rende mezzo di comunicazione: da semplice materiale di uso comune e sostanza potenzialmente dannosa per l’ambiente, si modella divenendo elemento decorativo e fonte di ispirazione”.

Paita (Iv): l’accusa di ordire complotti su Arianna Meloni è fantascienza

Paita (Iv): l’accusa di ordire complotti su Arianna Meloni è fantascienzaRoma, 18 ago. (askanews) – “Ritrovarsi ad essere accusati di ordire fantomatici complotti giudiziari come hanno fatto Alessandro Sallusti e a ruota lo Stato maggiore di Fdi è pura fantascienza. Lo è ancora di più se la vittima di certi attacchi è la sottoscritta: so cosa voglia dire il giustizialismo, l’ho provato sulla mia pelle quando sono stata ingiustamente accusata e processata per l’alluvione di Genova da cui sono stata assolta”. Lo ha scritto su X la senatrice e coordinatrice nazionale di Italia Viva, Raffaella Paita. Che ha continuato: “E allora, furono proprio esponenti che oggi sono parlamentari di fratelli d’Italia a usare contro di me l’arma del giustizialismo. Quello che ho fatto e continuerò a fare è svolgere a pieno il ruolo di senatore, che in una democrazia parlamentare ha, fra gli altri, il compito di chiedere conto al Governo del suo operato: è pertanto perfettamente legittimo che chieda conto dell’eventuale ruolo di Arianna Meloni nelle nomine di cui la stampa ha parlato”.


“Così come – ha continuato Paita – il giornalismo indipendente, come quello di Repubblica oggi sotto attacco, ha il diritto di fare. Per aver svolto il mio ruolo, non solo mi ritrovo vittima di attacchi come quello di oggi, ma io, Matteo Renzi e i parlamentari di IV siamo stati definiti una “muta di cani” con metodi violenti e oltraggiosi, squadristi. Non ci faremo intimidire e continueremo a chiedere conto anche in sede parlamentare di quanto accaduto. Giorgia Meloni deve venire – ha concluso Paita – a rispondere in aula e dirci: è vero o no che Arianna Meloni è intervenuta nelle nomine? E se si, a che titolo?”.

Softbank ha provato a creare con Intel concorrente chip IA di Nvidia

Softbank ha provato a creare con Intel concorrente chip IA di NvidiaRoma, 18 ago. (askanews) – Il gruppo giapponese SoftBank di Masayoshi Son ha tenuto colloqui con Intel sulla produzione di un chip per l’ intelligenza artificiale che possa competere col dominatore del settore, Nvidia, ma il piano è caduto. Lo scrive oggi il Financial Times.


Le trattative per collaborare con Intel avrebbero accelerato gli sforzi di SoftBank per combinare i progetti di chip della sua controllata Arm con l’esperienza produttiva della sua ultima acquisizione, Graphcore. L’amministratore delegato di SoftBank Masayoshi Son prevede di investire miliardi di dollari nel tentativo di mettere il gruppo giapponese al centro del boom dell’IA creando un rivale dei chip di Nvidia.


Il suo ambizioso schema, che ha presentato alle grandi aziende tecnologiche, comprende la produzione di chip e il software fino alla fornitura di energia per i data center che ospiterebbero i suoi processori. I colloqui con Intel sono falliti negli ultimi mesi, prima dell’annuncio del produttore di chip statunitense di drastici piani di taglio dei costi, tra cui migliaia di licenziamenti, all’inizio di agosto, hanno detto queste persone.


SoftBank si sta ora concentrando sulle discussioni con Taiwan Semiconductor Manufacturing Co, il più grande produttore di chip a contratto al mondo. L’utilizzo della fonderia statunitense di Intel per produrre chip AI avrebbe potuto consentire a SoftBank di attingere ai finanziamenti del Chips Act dell’amministrazione Biden per aumentare la produzione nazionale di semiconduttori.

Alain Delon addio, le donne che hanno segnato la sua vita

Alain Delon addio, le donne che hanno segnato la sua vitaRoma, 18 ago. (askanews) – Brigitte Auber, Michèle Cordoue, Romy Schneider, Nathalie Delon, donna per la quale avrebbe lasciato Marisa Mell, Mireille Darc, nonché la modella Rosalie van Breemen. E ancora Veronique Jannot, Sylvia Kristel, Sydne Rome e Dalila Di Lazzaro. Mogli amiche, amanti. E poi le veneri dello schermo con le quali ha lavorato Jane Fonda, Annie Girardot, Claudia Cardinale, Marie Laforêt, Jeanne Moreau, Simone Signoret e Catherine Deneuve. Senza donne e senza attrici, amanti, amiche o senza sua figlia, Alain Delon sarebbe stato, sono le sue parole, solo “l’ombra dell’attore e dell’uomo” che era, considerato uno dei più grandi sex simbol della storia, se non addirittura “l’uomo più bello del mondo”. Di lui amava il termine incantatore a quello di seduttore perché a seduzione è fatta di calcolo, non di fascino.


La più appassionata storia d’amore del divo è però con una giovane attrice nata a Vienna e venuta in Francia per sbarazzarsi dell’etichetta di Sissi, Romy Schneider, conosciuta nel 1958 sul set de L’amante pura di Pierre Gaspard-Huit. L’anno successivo si fidanzano. Lui ha 23 anni, lei 20. Nel 1964, l’attore lascia Schneider per Francine Canovas (detta Nathalie Delon), che sposa (il suo unico matrimonio) e dalla quale ha un figlio, Anthony, nato lo stesso anno. Ma un legame indissolubile continuerà a legarlo a Romy Schneider: è al suo braccio che l’attrice si stringe, devastata, il giorno del funerale del figlio quattordicenne, David, nel 1981. Quando morirà a sua volta , un anno dopo, Alain Delon le scrive: “Ti amo, mia Puppelé (bambolina in tedesco, ndr)”.L’attore ha condiviso la vita con l’attrice Mireille Darc dal 1968 al 1983. “La donna della mia vita” disse quando morì nel 2017. Dopo una storia d’amore con l’attrice Anne Parillaud, Delon ha vissuto, dalla fine degli anni ’80 al 2001, con l’olandese Rosalie van Breemen. La coppia ha avuto due figli nel 1990 e nel 1994, Anouchka (la sua preferita, descritta come la “donna della  vita” e Alain-Fabien. All’età di 80 anni, Delon si ritira nella sua proprietà a Douchy (Loiret) insieme a Hiromi Rollin, presentata come la sua “dama di compagnia” ma descrivendola come sua compagna. Fino a quando i figli dell’attore non l’hanno cacciata di casa nell’estate del 2023, accusandola di abusi.


È noto inoltre per le relazioni con la cantante Dalida, con cui negli anni sessanta ha avuto una passionale storia d’amore; in seguito i due resteranno ottimi amici e incideranno nei primi anni settanta il brano Paroles paroles. L’attore dirà di “aver amato terribilmente questa donna”, Maddly Bamy e Nico, icona dei Velvet Underground, il cui figlio Ari Boulogne (nato nel 1962 e morto nel 2023), assicurò per tutta la vita di essere figlio di Delon. Una paternità mai riconosciuta dal divo francese.Negli anni 60 Brigitte Bardot era la fantasia sessuale di ogni uomo e un simbolo di emancipazione per molte donne alla vigilia del Sessantotto. Ma l’imbronciata “Marianne”, quintessenza della femminilità d’Oltralpe, non cedette al fascino del sex symbol Delon ma trovò in quest’uomo fiero e limpido un amico leale e fedele.


Quattro i figli dell’attore: Anthony Delon, 60 anni, nato dalla relazione tra Alain Delon e la moglie Francine Novas, sposata nel 1964. Anouchka Delon nata nel 1990 frutto della relazione iniziata nel 1987 con la modella olandese Rosalie van Breemen. Così come suo fratello Alain-Fabien nato nel 1994. Anche lei come i due fratelli è un’attrice e regista. Infine Delon non ha mai riconosciuto come proprio figlio Christian Aaron Boulogne, nato nel 1962, mentre l’attore era impegnato con il suo primo grande amore: l’attrice Romy Schneider. Furono legati per cinque anni, ma al secondo anno insieme Delon avrebbe avuto una relazione con la cantante Nico da cui nacque Christian Aaron. Il bambino non fu mai riconosciuto, ma dopo essere stato i primi anni con la madre fu cresciuto dalla nonna paterna, ovvero la madre di Alain Delon, Edith Boulogne, che gli diede anche il suo cognome. 

Addio ad Alain Delon, i film iconici che ne hanno fatto una leggenda

Addio ad Alain Delon, i film iconici che ne hanno fatto una leggendaRoma, 18 ago. (askanews) – Il suo magnetismo sullo schermo ha lasciato il segno in generazioni di appassionati di cinema e continua a ispirare coloro che lo scoprono. E’ la magia di Alain Delon, apparso a metà degli anni Cinquanta nella settima arte, spentosi oggi all’età di 88 anni nella sua casa di Douchy. L’attore di Sceaux ha collaborato con alcuni dei più importanti cineasti della fine del XX secolo, da Luchino Visconti a Jean-Pierre Melville e René Clément. Il 1960 segnò l’inizio della leggenda di Alain Delon, grazie alla collaborazione con due registi che sarebbero stati molto importanti nella sua carriera: da un lato Luchino Visconti per Rocco e i suoi fratelli, ma anche René Clément, che gli offrì il ruolo principale in Delitto in pieno sole. Adattato dal romanzo Mr. Ripley di Patricia Highsmith, il film vide l’attore 25enne trasformarsi in un manipolatore dell’alta società. Capolavoro intramontabile del cinema italiano, Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti mostra un po’ di più le tante sfumature interpretative di Alain Delon. L’attore veste i panni di Rocco Parondi, uno dei quattro fratelli di una famiglia che ha deciso di trasferirsi a Milano per sfuggire alla povertà e alla miseria. Rocco e i suoi fratelli è una pietra miliare nella carriera di questo attore e un titolo che continua a influenzare i cineasti contemporanei. L’attore si riunisce a Luchino Visconti in uno dei film più belli della storia del cinema, Il Gattopardo. In questo dramma storico, premiato con la Palma d’Oro al Festival di Cannes nel 1963, Alain Delon interpreta Tancredi Falconeri, un giovane principe disincantato e seducente che gioisce del declino della nobiltà all’inizio degli anni ’60 dell’Ottocento in Sicilia. Nel 1967 Alain Delon incrocia per la prima volta il cinema di Jean-Pierre Melville in Frank Costello, Faccia d’Angelo. In questo immenso film noir, l’attore interpreta un sicario professionista che cerca di scoprire chi lo ha ingaggiato e poi tentato di uccidere.


La Piscina (1969) è, secondo alcuni critici, il film più sensuale della storia del cinema. E’ l’incontro di quattro degli attori più belli mai visti sul grande schermo: Alain Delon, Romy Schneider, Jane Birkin e Maurice Ronet. Il film di Henri Verneuil, Il Clan dei Siciliani (1969) è un thriller leggendario che riunisce sullo schermo tre mostri sacri del cinema (Alain Delon, Lino Ventura e Jean Gabin), è di quelli da sogno per ogni appassionato della settima arte su musiche di Ennio Morricone. All’inizio degli anni ’70, Jacques Deray riunì in Borsalino i due attori più apprezzati dell’epoca, Alain Delon e Jean-Paul Belmondo. NOminato al Golden Globe nel 1971. Ultimo film di Jean-Pierre Melville prima della sua morte avvenuta un anno dopo, Notte sulla città (1972) è stato quasi un flop al momento della sua uscita nelle sale (1,4 milioni di entrate, ben lungi dai 4,3 milioni del precedente ) ma rimane uno dei migliori lavori del regista e l’apice della sua collaborazione con Alain Delon. Fu solo nel 1976, con Monsieur Klein, che Alain Delon ricevette la sua prima nomination al César come miglior attore, per poi essere premiato per la prima volta nel 1985 per Notre Histoire di Bertrand Blier. Ha inoltre vinto il David di Donatello, l’Orso d’oro alla carriera al Festival di Berlino, mentre nel 1963 ha ottenuto una candidatura ai Golden Globe per il film Il Gattopardo. Dagli anni settanta ha avuto esperienze anche come produttore cinematografico, tramite la sua Adel Productions, e in qualità di regista come nel thriller Per la pelle di un poliziotto (1981) e nel drammatico Braccato (1983). La sua ultima interpretazione sul grande schermo risale al 2008 nel film Asterix alle Olimpiadi, mentre nel 2017 ha annunciato il ritiro dalle scene. 

Una pattuglia Unifil è stata colpita in Libano meridionale, 3 feriti

Una pattuglia Unifil è stata colpita in Libano meridionale, 3 feritiRoma, 18 ago. (askanews) – Il network Al Mayadeen, affiliato a Hezbollah, ha affermato oggi che una pattuglia della UNIFIL è stata colpita nella regione di Al-Dahira, nel sud del Libano, durante un bombardamento. Secondo al Quds ci sarebbero tre soldati del contingente internazionale leggermente feriti. Il network arabo attribuisce la responsabilità dell’attacco a Israele.


Il contingente internazionale Onu in Libano, UNIFIL, a stretto giro, ha confermato oggi il ferimento in maniera lieve di tre suoi militari per un’esplosione avvenuta nel sud del paese. “Oggi tre peacekeeper in pattuglia sono stati leggermente feriti quando è avvenuta un’esplosione vicino al loro chiaramente marchiato veicolo Onu nelle vicinanzze di Yarine, nel sul del Libano” si legge sul profilo X del contingente. “Tutti i peacekeeper della pattuglia – continua – sono ritornati in sicurezza alla loro base”.

Alain Delon addio, Macron: “Era un monumento francese”

Alain Delon addio, Macron: “Era un monumento francese”Roma, 18 ago. (askanews) – “Monsieur Klein o Rocco, il Gattopoardo o il Samurai, Alain Delon ha interpretato ruoli leggendari e ha fatto sognare il mondo. Prestando il suo volto indimenticabile per stravolgere le nostre vite. Malinconico, popolare, segreto, era più che una star: un monumento francese”. Lo scrive Emmanuel Macron sui social ricordando il divo francese Alain Delon morto oggi all’età di 88 anni. Il messaggio è accompagnato da una foto in bianco e nero di Delon davanti all’Arco di Trionfo a Parigi.

Leader Usa-Giappone-Sudcorea: rafforziamo collaborazione sicurezza

Leader Usa-Giappone-Sudcorea: rafforziamo collaborazione sicurezzaRoma, 18 ago. (askanews) – I leader di Stati uniti, Corea del Sud e Giappone hanno posto l’enfasi, in una dichiarazione congiunta emessa oggi, sui risultati della loro cooperazione trilaterale in materia di sicurezza, raggiunti dopo il loro storico vertice a Camp David di un anno fa, e hanno promesso di rafforzare i loro legami.


Il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol, il presidente degli Stati uniti Joe Biden e il primo ministro giapponese Fumio Kishida – questi ultimi due entrambi a fine mandato e senza prospettive di rielezione – hanno celebrato i progressi nella cooperazione trilaterale: “Lavoriamo insieme per raggiungere i nostri obiettivi comuni di promuovere la sicurezza e la prosperità per la regione e per il mondo”, si legge nella dichiarazione. “Ribadiamo – hanno continuato – il nostro impegno a consultare le sfide regionali, le provocazioni e le minacce che riguardano i nostri interessi e la nostra sicurezza collettiva”. I tre leader hanno evidenziato importanti successi nel campo della sicurezza, tra cui il lancio dell’esercitazione multidominio trilaterale “Freedom Edge” a giugno e la firma di un nuovo “Quadro di Cooperazione per la sicurezza trilaterale” il mese scorso. Hanno inoltre riconosciuto gli sforzi di un gruppo di lavoro trilaterale nel contrastare il finanziamento dei programmi di armi di distruzione di massa della Corea del Nord attraverso il cybercrimine e altri mezzi illeciti.


“Siamo determinati a mantenere la pace e la stabilità nell’Indo-Pacifico, rimaniamo allineati nella nostra visione condivisa e siamo pronti ad affrontare le sfide più grandi del mondo”, si legge nella dichiarazione. “Abbiamo una convinzione incrollabile che la cooperazione tra Giappone, Repubblica di Corea e Stati Uniti sia indispensabile per affrontare le sfide di oggi e gettare le basi per un futuro prospero”. I tre partner, anche superando una serie di contrasti in particolare tra Seoul e Tokyo, hanno intensificato la loro cooperazione di sicurezza a fronte dell’accresciuta assertività della Cina nello scacchiere pacifico, della minaccia nucleare nordcoreana e del rafforzarsi dei legami tra Mosca e Pechino, anche con il contributo di Pyongyang. Tra l’altro, Corea del Nord e Russia hanno firmato a giugno un patto di mutua difesa e i paesi occidentali accusato il regime di Kim Jong Un di fornire armi a Mosca per la guerra in Ucraina.


Martedì scorso i media statali di Pyongyang hanno avvertito che il rafforzamento dei legami tra Corea del Sud, Giappone e Stati uniti rischia di trasformare i loro popoli in “carne da cannone” in caso di attacco nucleare. La dichiarazione congiunta trilaterale è stata rilasciata in vista dell’esercitazione annuale “Ulchi Freedom Shield” tra Corea del Sud e Stati Uniti, che inizierà domani e proseguirà fino al 29 agosto, comprendendo un’esercitazione principale basata su simulazioni al computer, addestramenti sul campo e prove di difesa civile.


L’esercitazione arriva in un contesto di crescenti preoccupazioni per il continuo sviluppo di armi da parte di Pyongyang, evidenziato dai suoi 37 lanci di missili balistici solo quest’anno, e dalle crescenti tensioni transfrontaliere a seguito della recente campagna di palloni di propaganda del Nord. Gli alleati hanno dichiarato che l’esercitazione di quest’anno rifletterà le minacce provenienti da tutti i domini, inclusi i missili nordcoreani, le interferenze GPS e gli attacchi informatici, nonché le lezioni apprese dai recenti conflitti armati. L’esercitazione sarà simile per dimensioni a quella dell’anno scorso, coinvolgendo circa 19.000 soldati sudcoreani. Includerà 48 eventi di addestramento sul campo, come sbarchi anfibi e esercitazioni a fuoco vivo, rispetto ai 38 eventi sul campo dell’anno scorso. Il numero di esercitazioni a livello di brigata aumenterà inoltre a 17 quest’anno, rispetto ai quattro dell’anno precedente.

Golf, Ivan Rota: la mia sfida ‘masochista’ per la presidenza Fig

Golf, Ivan Rota: la mia sfida ‘masochista’ per la presidenza FigRoma, 18 ago. (askanews) – “La mia avventura? La definirei masochista”. Parola di Ivan Rota, classe 1958, bergamasco di Palazzago, consigliere regionale di Forza Italia e partito all’assalto della Federgolf. “Il mio circoletto rosso è il 16 settembre” quando è in programma il rinnovo di una federazione che ha portato sotto la presidenza Chimenti, “del professor Chimenti dal quale nulla mi divide”, aggiunge Rota, il miracolo della Ryder Cup a Roma e di nove golfisti italiani nei maggiori circuiti internazionali. Masochista perché, con questi numeri chi oserebbe tentare la scalata al vertice della federazione? Ma scava, scava, per Rota non è tutto oro quello che luccica.


Cominciamo dalla Ryder: “Da golfista come faccio a non entusiasmarmi per la Ryder? Uno spettacolo. Ma…” Ma? “Non ha prodotto alcun frutto: né come tesserati, né come campi che al contrario hanno subìto una riduzione e con un buco di bilancio che sistemeremo. Da venti anni il golf europeo vive una crescita esponenziale. In Italia il rapporto è fermo allo 0,16% tra popolazione e giocatori. In Francia, con numeri simili ai nostri, i golfisti praticanti sono quasi 1,5 milioni noi fermi a 93.000 dei quali 60.000 giocatori e 33.000 tesserati. Abbiamo figure che soffrono: gli imprenditori che realizzano i campi che non hanno ‘clienti’ come i maestri di golf che non hanno allievi, i circoli che non hanno sviluppo futuro. Dopo 23 anni di presidenza Chimenti forse è ora di portare idee nuove. I circoli sono diventati esattori per la Federazione e sudditi dei piani federali invece di essere protagonisti al fianco della Fig per la crescita del golf”. Il golfista al centro di tutto: “In primis, attraverso la comunicazione. Il golf sport costoso? Facciamo capire che non è così. Ci sono altre discipline, per l’immaginario collettivo meno dispendiose, penso al ciclismo o al calcio, che costano come e quanto il golf. Investiamo sulla comunicazione. Non è possibile che abbiamo giocatori che vincono circuiti internazionali (Migliozzi in Belgio) e non lo sappia nessuno mentre nel tennis qualsiasi risultato è giustamente amplificato. Il primo passaggio è la comunicazione, il secondo è avvicinarsi alle persone che lavorano. Venti anni fa è stato realizzato un campo in provincia di Bergamo che ha prodotto 10.000 appassionati e 2.500 tesserati nuovi, non ‘rubati’ ad altri circoli”. E ancora: “Piani con le amministrazioni per recuperare aree dismesse e abbandonate e farne dei campi pratica come strutture promozionali, entrare nei centri commerciali per far avvicinare le persone al golf ma con iniziative strutturali, non spot occasionali”.


Dal punto di vista agonistico l’Italia ha festeggiato nove azzurri nel DP World Tour 2024 con i fratelli Molinari, Edoardo e Francesco che da vice capitani hanno vinto la Ryder Cup a Roma, e Guido Migliozzi. Con loro Matteo Manassero, Lorenzo Scalise, Andrea Pavan e Francesco Laporta, tutti promossi dal Challenge. Gli ultimi ad arrivare per rappresentare l’Italia sono il 23enne Filippo Celli e il 26enne Renato Paratore. “Un miracolo del quale dobbiamo far parlare ed invece non è così”. Il golf “è disciplina trasversale. Giocano sciatori, calciatori, piloti di Formula1, attori, professionisti. E’ necessario che siano tutti opportunamente stimolati per diventarne i primi ambasciatori: testimonial di loro stessi”. E per quanti si avvicinano non abbandonarli. “Fino a 18 anni i ragazzi sono coccolati e vestiti dalla Federazione, dal 19esimo anno sono lasciati a loro stessi. Penso ad un circuito per gli 80 professionisti con un montepremi riservato e gare ogni 15 giorni. Si può anche, fermo restando il rispetto di tutti gli impegni presi finora, abbassare il montepremi dell’Open d’Italia e renderlo alla pari con le altre grandi gare straniere e destinare 1 mln a questo circuito che serva ai nostri golfisti. Uomini e donne che in questo modo possano crescere anche loro in numeri e opportunità”.


Per Rota un’altra cosa che la Ryder non ha prodotto è lo sviluppo sul territorio. “Sono un uomo delle istituzioni che hanno sostenuto la Ryder a tutti i livelli. E’ la federazione che non ha sfruttato al meglio il rapporto con le regioni per promuovere lo sport ed il turismo golfistico”. Infine la tessera: “Il costo resterà a 100 euro e non si può promettere di abbassarlo ma sicuramente in presenza di un aumento di tesserati la ricaduta economica sarà su quei circoli più virtuosi”.