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Autore: Redazione StudioNews

Cnr elabora nuovo metodo per misurare potenza fusione nucleare

Cnr elabora nuovo metodo per misurare potenza fusione nucleareMilano, 5 ago. (askanews) – Un gruppo internazionale di ricerca guidato dall’Istituto per la scienza e tecnologia dei plasmi del Consiglio nazionale delle ricerche di Milano (Cnr-Istp) ha fornito un contributo nel risolvere una delle più grandi sfide legate all’utilizzo dell’energia nucleare, cioè misurare la potenza raggiunta nei nuovi reattori a fusione basati sulla reazione deuterio-trizio.


Ad oggi, l’unica tecnica di misura diretta della potenza di fusione utilizzata nei reattori a confinamento magnetico è quella di “contare” il numero di neutroni liberi generati dalla fusione dei due isotopi dell’idrogeno – il deuterio e il trizio – maggiormente utilizzati quale combustibile della reazione. Quando questi reagenti si fondono, infatti, il nucleo di elio-5 che viene a formarsi decade in elio-4 e in un neutrone libero con un’energia pari a 14 MeV: il conteggio assoluto del numero di questi neutroni energetici fornisce una misura del tasso di reazioni di fusione avvenute. Tale tecnica, tuttavia, presenta diverse difficoltà: l’emissione dei neutroni da una sorgente estesa quale il tokamak, e la loro interazione con i materiali del reattore, richiedono l’uso di complicati codici di simulazione, oltre che lunghe e costose campagne di calibrazione per convalidare i codici stessi. Oggi, lo studio a guida italiana – svolto dal Cnr-Istp in collaborazione con i Dipartimenti di Fisica dell’Università di Milano-Bicocca e della Statale di Milano, il centro di ricerca di ENEA di Frascati, e altre istituzioni europee nell’ambito del progetto “GETART”- individua nei raggi gamma emessi dal decadimento dell’elio-5 un nuovo e alternativo metodo per misurare tale potenza. Lo studio è oggetto di due articoli scientifici pubblicati su Physical Review C e Physical Review Letters.


“Il nuovo metodo sviluppato si basa sulla misura assoluta dei due raggi gamma di energia di circa 14 MeV e 17 MeV, emessi nel decadimento dell’elio-5: da questa misura, mai effettuata prima con sufficiente accuratezza, è stato possibile determinare le energie e le intensità relative con cui sono emessi i due raggi gamma. Tale processo di decadimento gamma ha una probabilità relativa (chiamata branching ratio) molto più bassa rispetto a quella di emissione di un neutrone da 14 MeV”, ha commentato Marica Rebai, ricercatrice del Cnr-Istp e prima autrice del lavoro pubblicato su Physical Review C. Andrea Dal Molin e Davide Rigamonti sono, invece, primi autori del lavoro successivamente pubblicato su Physical Review Letters: “Questo risultato ha permesso di determinare, in un secondo lavoro, il branching ratio di emissione dei raggi gamma rispetto al decadimento neutronico che è pari a uno ogni 42000 neutroni da 14 MeV prodotti, aprendo così strada all’uso della misura assoluta dei raggi gamma come nuovo metodo alternativo e complementare alle misure neutroniche per determinare la potenza raggiunta nei nuovi reattori a fusione basati sulla reazione deuterio-trizio, quali ITER e SPARC”, hanno aggiunto.


Secondo il coordinatore del progetto, il dirigente di ricerca del Cnr-Istp Marco Tardocchi: “Fino ad oggi l’assenza di un metodo diretto e alternativo al conteggio assoluto dei neutroni era un ostacolo alla validazione indipendente dei risultati ottenuti dagli esperimenti in corso e all’autorizzazione dei futuri impianti commerciali. Questo tipo di misura basata sul conteggio assoluto di raggi gamma, invece, rappresenta l’unica tecnica possibile anche in vista dell’utilizzo di futuri reattori basati su carburanti alternativi che non producono neutroni, ad esempio quelli basati sulla fusione di deuterio ed elio-3 oppure di protone su boro-11”. L’ottimizzazione di questa misura è stata eseguita in via preliminare presso il generatore di neutroni Enea “Frascati Neutron Generator” (Fng), uno dei pochi al mondo disponibili per la ricerca sulla fusione e in altri settori applicativi, tra cui aerospazio, automotive, fisica e rivelatori di particelle. Interamente progettato e realizzato dall’Enea presso il Centro di Ricerche di Frascati, Fng è la più potente sorgente di neutroni da 14 MeV in Europa.


Gli esperimenti sono stati condotti presso l’infrastruttura del Joint European Torus nel Regno Unito – il più grande esperimento di fusione nucleare al mondo – durante la campagna sperimentale denominata Dte2, e sono stati in parte finanziati dal consorzio europeo Eurofusion, di cui l’Italia è partner. Oltre a marcare un importante traguardo per l’Italia nel contesto internazionale, tale ricerca rappresenta un efficace esempio di collaborazione tra mondo accademico e istituzioni di ricerca. Lo hanno confermato la direttrice del Cnr-Istp Olga De Pascale e il direttore del Dipartimento di Fisica dell’Università di Milano-Bicocca, Giuseppe Gorini: “Questo risultato è un orgoglio per il nostro Paese, e ben rappresenta la proficua collaborazione in essere tra ricercatori dell’Università, tra cui anche giovani dottorandi, e Cnr dimostrando come il legame tra atenei ed enti di ricerca sia vitale per la ricerca italiana”.

Casa, Istat: nel 2023 compravendite immobiliari -8,1%, -27,1% mutui

Casa, Istat: nel 2023 compravendite immobiliari -8,1%, -27,1% mutuiRoma, 5 ago. (askanews) – Nel 2023 il mercato immobiliare, con 933.919 convenzioni notarili di compravendita, registra un andamento in ribasso rispetto all’anno precedente (-8,1%). La flessione interessa il settore abitativo (-8,9%), con variazioni negative superiori alla media nazionale al Centro (-11,6%) e nel Nord-ovest (-11,3%); più lieve il calo nel Nord-est (-8,4%) e al Sud (-6,2%), mentre le Isole rimangono sostanzialmente stabili (+0,4%). Il settore economico cresce complessivamente del 6,8%, trainato dal Nord-est (+12,0%); l’espansione è più moderata nelle altre aree territoriali: +7,2% Isole, +6,2% Sud, +5,8% Nord-ovest e +2,9% Centro. Lo rende noto l’Istat. Le convenzioni notarili per mutui, finanziamenti e altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare (308.910 nell’anno 2023) sono in calo del 27,1% rispetto al 2022. La diminuzione interessa soprattutto il Nord-ovest (-30,0%) e il Centro (-29,2%), seguiti da Nord-est (-24,8%) Sud (-23,8%) e Isole (-20,1%). Nel IV trimestre 2023 sono 277.415 le convenzioni notarili di compravendita e le altre convenzioni relative ad atti traslativi a titolo oneroso per unità immobiliari. La variazione percentuale calcolata sul dato destagionalizzato è di +3,4% rispetto al trimestre precedente, mentre la variazione su base annua calcolata sul dato grezzo è di +0,5%. Nel confronto congiunturale il comparto abitativo è in crescita su tutto il territorio nazionale: al Centro +5,9%, nelle Isole +4,7%, al Sud +4,0%, nel Nord-ovest +2,9% e nel Nord-est +2,6%. Il settore economico è in aumento nelle Isole (+6,9%) e al Sud (+6,0%), mentre diminuisce nel Nord-est (-6,5%), al Centro (-4,0%) e nel Nord-ovest (-1,5%). Il 93,3% delle convenzioni stipulate riguarda i trasferimenti di proprietà di immobili a uso abitativo (258.816), il 6,3% quelli a uso economico (17.548) e lo 0,4% le convenzioni a uso speciale e multiproprietà

Roma, Foschi (Pd): salvare eccellenza Fondazione Santa Lucia

Roma, Foschi (Pd): salvare eccellenza Fondazione Santa LuciaRoma, 5 ago. (askanews) – “Un’eccellenza frutto del lavoro di 800 persone che ora rischiano di andare a casa. Salvare il Santa Lucia si può e si deve. Chiedo ai nostri iscritti e alle nostre iscritte, ai nostri elettori e ai romani di sottoscrivere la petizione a tutela dei lavoratori e dalle lavoratrici del Santa Lucia. Tutte le istituzioni locali e nazionali, a partire dalla Regione Lazio, facciano sentire la propria voce e facciano la propria parte fino a valutare seriamente di farla acquisire dal Sistema sanitario nazionale, facendola diventare così una struttura pubblica”. Lo scrive Enzo Foschi, segretario Pd Roma.

Borse a picco dopo il crollo record di Tokyo

Borse a picco dopo il crollo record di TokyoRoma, 5 ago. (askanews) – Avvio di seduta ancora in ribasso alla Borsa di Milano, mentre oggi in Asia è proseguita l’ondata di tracolli che da diverse sessioni attanaglia l’azionario di tutto il mondo. Alle prima battute l’indice Ftse-Mib ha fatto segnare un meno 1,94%. Ed è avvio di settimana tutto in ribasso per le Borse europee, dopo l’ondata di tracolli che da diverse sessioni coinvolge i mercati azionari, proseguita stamattina sulla piazze asiatiche dove Tokyo è arrivata a cedere oltre il 13%, per poi chiudere con un crollo record del 12,40%. Londra segna un meno 2,18%, Parigi meno 2,84%, Madrid sfiora il meno 3%. A Milano dopo 15 minuti di scambi l’indice Ftse-Mib segna meno 3,655, in un quadro altamente volatile. Per l’azionario giapponese si è trattato del peggior calo di tutti i tempi, peggio del tracollo dell’ottobrte del 1987, e si profila una serie di cadute peggiore di quella successiva al disastro di Fukushima, nel 2011.


L’ondata di cali delle piazze asiatiche segue i tracolli che la scorsa settimana hanno coinvolto le Borse europee e Wall Street, penalizzando particolarmente i giganti dei microprocessori in un quadro di ridimensionamenti delle aspettative sull’intelligenza artificiale. Parallelamente si sono rapidamente modificate le aspettative sulle prospettive dell’economia Usa, portando ad accentuare le attese di tagli dei tassi da parte della Federal Reserve. La sudcoreana Seul, dopo alcune sospensioni degli scambi segna un meno 9,38%. Perdite più contenute per le piazze cinesi, Shanghai segna un meno meno 1,43%, Hong Kong con meno 2,55%, Shenzhen meno 1,62%.

Salute, nasce il “sollievo a domicilio” per i caregiver familiari

Salute, nasce il “sollievo a domicilio” per i caregiver familiariMilano, 5 ago. (askanews) – Un progetto pilota, innovativo a livello nazionale, parte in Emilia Romagna e mira a sostenere, attraverso il coinvolgimento di operatori specializzati, i familiari di persone con disabilità e non autosufficienti per alleviarne il carico di cura. Il test, battezzato “sollievo a domicilio”, vede coinvolti l’Unione dei Comuni delle Terre d’Argine e il Distretto Sanitario di Carpi, la Cooperativa sociale “Anziani e non solo”, la società Jointly – prima B Corp italiana nel corporate wellbeing e l’agenzia per il lavoro Umana.


Attraverso i fondi pubblici, il caregiver che ne ha necessità può richiedere un aiuto acquistando un pacchetto di ore di supporto. Per chi ha un proprio caro con Isee fino a 10.000 euro o esente perché riconosciuto disabile il servizio sarà interamente a titolo gratuito, mentre per chi supera questa soglia sarà comunque applicato un costo agevolato, nettamente inferiore a quello di mercato, grazie al contributo pubblico che coprirà le spese di coordinamento, monitoraggio, analisi e profilazione dei bisogni affidate ad “Anziani e non solo”. Le ore saranno acquistabili su una piattaforma informatica fornita da Jointly, che consentirà l’emissione di un “titolo servizio”, mentre il personale sociosanitario, altamente qualificato, verrà fornito da Umana. Un doppio valore quindi: aiuto sia ai caregiver, sia a chi è in cerca di lavoro. Per tutti gli ammessi al servizio sarà comunque possibile un mese “di prova” gratuito per verificarne l’effettiva aderenza ai bisogni.


Attraverso una convenzione denominata “boccata d’aria” fra l’Ausl- Distretto Sanitario di Carpi (di concerto con i Servizi sociali dell’Unione delle Terre d’Argine) e la Cooperativa sociale “Anziani e non solo”, partirà il progetto pilota, sperando possa essere di esempio su tutto il territorio italiano. “Questa forma di sollievo, innovativo a livello nazionale, frutto della sperimentazione avvenuta con successo nel nostro territorio ha l’obiettivo di consentire al caregiver di “prendere fiato” ricuperando tempo per i propri obiettivi di vita e al tempo stesso garantendo continuità assistenziale al proprio caro a domicilio” ha commentato in una nota Licia Boccaletti, Presidente della Cooperativa sociale Anziani e non solo.


Luigi Polesel, responsabile dell’area specialistica servizi alla persona di Umana Spa, ha aggiunto: “Proporre alle famiglie personale adeguatamente formato e capace di svolgere questa funzione di sollievo, così importante e centrale per il benessere del caregiver, consente di offrire nuova qualità e riconoscimento al lavoro di cura delle persone fragili”. Per quattro ore settimanali, e per un massimo di sei mesi, il caregiver sarà sostituito da un operatore appositamente formato in grado di svolgere le principali funzioni del caregiver. Dopo una prima fase di reciproca conoscenza sarà possibile anche attivare il “sollievo” per un intero week-end.


L’attivazione del servizio sarà preceduta da un’analisi del profilo assistenziale domiciliare attraverso un colloquio con un assistente sociale dedicato. Gli interventi saranno costantemente monitorati per verificare la soddisfazione dell’utenza. I caregiver interessati potranno rivolgersi ai servizi sociali dell’Unione delle Terre d’Argine che, sulla base del carico di cura e del livello di stress, attiveranno il percorso. “Siamo davvero orgogliosi di fare da apri pista a questo importante progetto – ha commentato Francesca Rizzi, amministratore delegato Jointly – che speriamo possa essere solo il primo di tanti e venga replicato in molti Comuni italiani. Sostenere chi giornalmente si fa carico delle cure dei propri familiari bisognosi è una necessità e un dovere sociale, soprattutto alla luce del fatto che viviamo in un Paese in cui l’aspettativa di vita si sta progressivamente allungando e dove oggi quasi 1 cittadino su 4 (il 24,1%) ha più di 65 anni, secondo gli ultimi dati Istat”. Il servizio di assistenza ai caregiver tramite personale specializzato viene offerto anche ai lavoratori di alcune realtà aziendali, in sette grandi città del centro nord. Si tratta però in questo caso di un progetto di cui possono usufruire solo i lavoratori di quelle aziende che adottano il programma specifico promosso da Jointly per i lavoratori caregiver “Jointly care”, a testimonianza del fatto che, tali iniziative, possono essere promosse con successo anche all’interno del mondo aziendale. In Italia oggi i caregiver sono più di 7 milioni. Tra questi, più di un lavoratore su 3 (il 38%) si occupa di un familiare non autosufficiente, nella maggior parte dei casi personalmente e senza alcun supporto esterno, a fronte di un 33% che si rivolge a strutture o professionisti privati, mentre solo 1 su 4 (il 25%) accede a strutture pubbliche. È quanto è emerso dallo studio “Care 4 caregiver” sui bisogni dei caregiver lavoratori realizzato congiuntamente da Jointly, prima B Corp ® di servizi di welfare aziendale, e Boston Consulting Group, su un campione di 12mila lavoratori dipendenti di aziende di settori diversi (telecomunicazioni, trasporti, alimentare, energia e credito). In particolare, dalla ricerca Bcg – Jointly emerge che il servizio pubblico più utilizzato è l’indennità prevista dalla legge 104, mentre l’accesso alle cure ospedaliere non è più una garanzia del “pubblico” e ormai un cittadino su due (47%) entra come privato. Così come le cure domiciliari attraverso badanti e colf (51%) sono a carico del cittadino, sia da un punto di vista logistico che economico. Occuparsi del proprio caro significa anche affrontare dei costi importanti. Dal punto di vista economico, dalla ricerca emerge che il 17% dei caregiver spende in media oltre 10.000 euro all’anno per l’attività di assistenza e cura, risorse che, in un caso su due, provengono da fondi personali o familiari. Ma i costi non si limitano a quelli “monetizzabili”: quasi un caregiver su tre (30%) dedica infatti almeno 14 ore alla settimana alla cura, un impegno che per molti risulta “pesante” o “molto pesante”. Le difficoltà maggiormente percepite dai lavoratori caregiver sono soprattutto carico mentale e mancanza di tempo, tanto che il 56% degli intervistati desidererebbe fortemente poter staccare dal lavoro di cura, mentre il 44% sente di aver bisogno di un sostegno psicologico. I carichi di cura sono così impegnativi che possono avere delle ripercussioni anche sull’attività lavorativa. Rispetto al rapporto con il proprio datore di lavoro, secondo la ricerca Bcg – Jointly, infatti, il 38% dei caregiver lavoratori intervistati afferma di non aver segnalato la propria situazione per timore che possa inficiare la sua posizione, mentre il 23% dice di non essersi sentito compreso, a fronte di un 28% che si è ha invece potuto contare sul supporto da parte del proprio responsabile.

Turismo, Funaro: a Firenze nessuna demonizzazione

Turismo, Funaro: a Firenze nessuna demonizzazioneFirenze, 5 ago. (askanews) – “Non c’è nessuna demonizzazione da parte dei sindaci contro il turismo. Noi vogliamo un turismo di qualità e che sia sostenibile”. Lo ha detto la sindaca di Firenze, Sara Funaro, a Morning News su Canale 5. Commentando il caso della signora Giovanna, 82 anni, sfrattata dopo 45 anni da un appartamento di Bari Vecchia perché la proprietà intende investire negli affitti brevi, Funaro ha detto: “Sono situazioni che i sindaci vivono tutti giorni. Dobbiamo mettere in campo ogni azione per rispondere alle esigenze di tutti, non solo dei turisti, ma soprattutto dei residenti”. Secondo Funaro, non ci si può rassegnare di fronte al fatto che “il mercato espelle dal centro storico persone spesso anziane”.


Il problema, ha continuato Funaro, è che “il Governo non sta mettendo un centesimo sulle politiche abitative, come il sostegno agli affitti”. Funaro pensa a “quel mix che permetta di trovare casa per i residenti, per gli anziani, per i giovani, per i lavoratori per gli studenti”, vuole “una Firenze che aumenta di residenza, non che diminuisce, ma sono necessarie norme nazionali”. A chi obietta che anziché “prendersela coi proprietari di case”, servono più “sgomberi”, Funaro ha ricordato che “il Comune di Firenze in questi anni è quello che ha effettuato più sgomberi di qualunque altro”, 70 nel precedente mandato di Dario Nardella.

Agroalimentare, Api: indicare origine pesce anche al ristorante

Agroalimentare, Api: indicare origine pesce anche al ristoranteMilano, 5 ago. (askanews) – L’Italia è il primo consumatore al mondo di spigole e orate, ma il Paese ne produce appena il 20%, per questo “è necessario far conoscere al consumatore l’origine del prodotto, non solo al supermercato, dove è già obbligatorio, ma anche al ristorante, dove non abbiamo informazioni sul pesce che scegliamo, né conseguentemente, garanzie di tracciabilità”. A chiederlo con una nota è il presidente dell’Api Pier Antonio Salvador, leader dell’Associazione dei Piscicoltori di Confagricoltura, che rappresenta il 90% delle aziende di acquacoltura italiane.


Il presidente evidenzia l’importanza di una maggiore informazione sul pesce che viene consumato nella ristorazione, soprattutto nel periodo estivo, in cui c’è un notevole incremento della domanda proporzionale all’aumento del flusso turistico nel nostro Paese. “Eppure – ha ricordato Salvador – pur essendo l’Italia il primo consumatore al mondo di spigole e orate, siamo in grado di esaudire appena il 20% della richiesta con la produzione degli allevamenti italiani. Il restante 80% lo importiamo”. L’Api si sta battendo, anche a livello europeo, affinché l’origine del prodotto sia obbligatoria non solo nella Gdo: questo, secondo l’associazione, valorizzerebbe l’acquacoltura italiana, che ha i più elevati standard di sicurezza alimentare e salubrità, grazie al costante lavoro delle imprese del comparto in termini di innovazione e certificazione della sostenibilità.


“Anche sul fronte dell’alimentazione negli allevamenti c’è stata una grande evoluzione – ha aggiunto Andrea Fabris, direttore dell’Api – che ha ulteriormente migliorato la qualità del prodotto e favorito al contempo la salvaguardia dell’ambiente marino”. Sul fronte delle caratteristiche organolettiche, i pesci allevati in Italia sono ricchi di Omega-3, di vitamina D e sono molto digeribili: un bambino è in grado di assimilarli già dall’ottavo mese. Sono poveri di colesterolo e forniscono appena un centinaio di calorie per ogni etto di prodotto, diventando a tutti gli effetti un alimento dietetico, ideale anche per sportivi e anziani.


“L’acquacoltura italiana potrà essere ancora più sostenibile (non solo dal punto di vista ambientale, ma anche sociale ed economico) e competitiva – ha concluso Salvador – se ci sarà un forte impulso al suo sviluppo, fornendo a questa attività agricola più spazio e garantendo una maggiore semplificazione burocratica. Attualmente, per quanto riguarda la maricoltura, a fronte di 8.000 km di coste, sono attive solamente 21 concessioni off-shore, mentre altri Paesi che si affacciano sul Mediterraneo ne hanno centinaia. L’Italia potrebbe insomma supplire alla domanda crescente di consumo del pesce, favorendo la creazione di nuovi posti di lavoro nelle aree rurali e costiere”.

Parigi 2024, a mente fredda: da Jacobs un grande risultato

Parigi 2024, a mente fredda: da Jacobs un grande risultatoParigi, 5 ago. (askanews) – A Tokyo eravamo campioni olimpici, ieri sera sulla pista dei 100 metri di Parigi 2024 Marcell Jacobs ha ottenuto il quinto posto. Messo così potrebbe sembrare un significativo passo indietro, in realtà, come hanno capito in molti, perfino la grande stampa risultatista, ieri sera allo Stade de France è andata in scena una storia di successo sportivo per l’Italia e per lo stesso Jacobs che, in una finale velocissima nella quale praticamente tutti sono scesi sotto i 9.90, ha corso la sua terza migliore prestazione di sempre – 9.85 – ed è rimasto in lizza per una medaglia per tutta la prima parte di gara. Unico europeo tra gli otto, questo Jacobs ha dimostrato di sapere affrontare le difficoltà e di essere sempre in grado di migliorarsi nelle grandi competizioni.


Dopo la batteria molto ingessata si è disteso in semifinale, eguagliando il suo miglior cronometro stagionale – 9.92 – e in finale ha abbassato il tempo di altri 7 centesimi. Che sono tanti. Per questo il risultato di ieri è un risultato importante, anche se non ha portato medaglie. Nelle quali ovviamente tutti speravamo, ma realisticamente era davvero difficile a fronte di una platea di avversari sempre più forte e competitiva. Lyles, Thompson, Kerley, ma anche Simbine, Bendarek, Seville: velocisti spettacolari. Tra i quali Marcell Jacobs ha dimostrato ancora una volta di esserci e di potersela giocare. È il risultato davvero storico per la nostra atletica e il nostro sport sta forse nel fatto che oggi è diventato normale vedere atleti azzurri in finale dei 100 metri (così come è diventato normale nel tennis vedere Sinner o Paolini protagonisti negli Slam) e vederli competitivo sempre ai massimi livelli. Per questo, anche se resta in parte vero, come ha detto il ciclista Filippo Ganna dopo il suo argento olimpico, che il secondo è il primo degli sconfitti, è anche certamente vero che a livello di Olimpiadi il quadro deve essere più ampio e anche la parola “sconfitta”, lo ha ribadito ad askanews proprio ieri sera il presidente Malagò, deve essere riconsiderata.


Perché storie come quella di Jacobs, o di Macchi nel fioretto o del canottaggio pesi leggeri, lo stanno dimostrando. Si vince anche in altri modi. Si vince sui lunghi periodi e sui progetti. Che però, lo sappiamo, hanno bisogno delle medaglie per poter continuare a essere sostenuti. Per questo adesso sotto con le staffette, ma pure con gli ostacoli, il lungo, il martello e il salto in alto. L’atletica è in fondo la regina dei Giochi, c’è ancora tanto da fare. (Leonardo Merlini)

Eurozona, imprese in stagnazione dopo frenata dei servizi a luglio

Eurozona, imprese in stagnazione dopo frenata dei servizi a luglioRoma, 5 ago. (askanews) – Stagnazione in media per l’attività delle imprese nell’area euro a luglio, secondo le indagini presso i responsabili degli approvvigionamenti: l’indice Pmi (Purchasing managers index) relativo alle aziende del terziario è sceso al 51,9 punti, da 52,8 di giugno, secondo quano riporta S&P Global con una nota. L’indice Pmi composito sulla produzione di servizi e manifatturiero a sceso a 50,2 punti, da 50,9 di giugno, ai minimi da 5 mesi e praticamente alla soglia di neutralità (50 punti).


Secondo l’inchiesta si è ridotta ai minimi in nove mesi l’inflazione dei prezzi di vendita, malgrado le più forti pressioni dei costi, sintomo di possibile debolezza delle domanda. La fiducia è scivolata ai minimi in sei mesi. Guardando all’indice Pmi composito, in Spagna resta a valori discreti, 53,4 punti che però sono il minimo da 6 mesi, in Italia 50,3 al minimo da 7 mesi, in Germania a 49,1 a livelli di contrazione e minimo da 4 mesi, in Francia 49.1, anche qui contrazione, ma massimo in 3 mesi.


Secondo Cyrus de la Rubia, economista della Hamburg Commercial Bank citato da S&P Global “la seconda metà dell’anno è iniziata in modo alquanto debole. La nostra previsione di crescita dell’anno dello 0,7% resta ancora cauta. Gli straordinari effetti del campionato europeo di calcio In Germania, le olimpiadi in Francia e il tour di concerti di Taylor Swift in Europa si stanno esaurendo. Quindi nel secondo semestre dell’anno, il terziario non riuscirà probabilmente a fornire una grande spinta”. E “non c’è ancora sollievo dall’inflazione” e l’aumento della pressione dei costi rende “difficile per la Bce raggiungere l’obbiettivo dell’inflazione al 2%”.

La ripresa nel settore dei servizi in Italia perde slancio

La ripresa nel settore dei servizi in Italia perde slancioRoma, 5 ago. (askanews) – A luglio la ripresa nelle aziende del settore dei servizi in Italia ha perso slancio, secondo il relativo indice Pmi (Purchasing managers index, una indagine condotta presso i responsabili degli approvvigionamenti) sceso a 51,7 punti, da 53.7 di giugno. Lo riporta S&P Global. L’indicatore ha la sua soglia di neutralità nei 50 punti: sopra è crescita dell’attività, sotto è contrazione.


Secondo l’inchiesta attività e nuovi ordini sono in aumento, ma a tassi più lenti, il clima di fiducia è sceso ai minimi da inizio anno e sebbene l’inflazione dei costi sia stata in rialzo, si è ridotta l’inflazione delle tariffe applicate ai clienti. I dati della attuale indagine sono stati raccolti tra l’11 ed il 26 luglio, precisa S&P con una nota. La fiducia sul futuro resta positiva, indicando però il valore più debole dell’anno in corso. La crescita occupazionale ha registrato il nono mese consecutivo di incremento, ma ad un tasso moderato ed il più lento da marzo. Allo stesso tempo, la capacità operativa in eccesso è stata evidente visto che il lavoro inevaso è crollato, mantenendo un andamento al ribasso iniziato da ottobre dello scorso anno.


Secondo Tariq Kamal Chaudhry, economista della Hamburg Commercial Bank citato nel comunicato di S&P “tra timori di un rallentamento della crescita, i servizi restanno il motore principale dell’economia nazionale, anche se i recenti indicatori suggeriscono potenziali difficoltà. I prezzi restano alti e le aziende dei servizi continuano ad affrontare costi sempre più elevati, che superano gli aumenti riportati dei prezzi di vendita. Le aziende intervistate collegano questo incremento ai maggiori costi del lavoro, del carburante e dei materiali. Il monitoraggio delle crescenti tensioni nel Medio Oriente sarà cruciale, poiché gli operatori del mercato ne valuteranno gli effetti nei prossimi mesi”.