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Autore: Redazione StudioNews

Formula1, Verstappen domina anche le qualifiche: pole in Austria

Formula1, Verstappen domina anche le qualifiche: pole in AustriaRoma, 29 giu. (askanews) – Un Super Verstappen, già vincitore della Sprint Race, domina le qualifiche del Gp di Austria di F1. L’olandese della Red Bull chiude in 1’04″314 e mette in fila la McLaren di Lando Norris a +0.404 e la Mercedes di George Russell a +0.526. Seconda fila e quarto tempo per Carlos Sainz a 537 millesimi dal leader. Alle spalle di Sainz si piazza Lewis Hamilton e l’altra Ferrari di Charles Leclerc che partirà sesto con 730 millesimi di ritardo da Verstappen. Leclerc finito lungo all’ultimo tentativo, tempo cancellato invece a Piastri per track limits scatterà settimo. Un Verstappen davvero dominante, basti pensare che l’olandese avrebbe fatto la pole anche con il tempo fatto registrare in Q2 (1:04.577). In Austria finora gli avversari si possono solo accontentare dei piazzamenti. Il via alle 15 domani.

Francia, Morelle: l’effetto Macron “non regge più”

Francia, Morelle: l’effetto Macron “non regge più”Nizza (Francia), 29 giu. (askanews) – Come aver avuto “Mario Draghi o Mario Monti” per anni e trovarsi di fronte – invece di conti risanati – a “una crisi delle finanze pubbliche che nessun governo ha mai visto”. L’effetto Macron oggi, nella Francia che va a votare in questo fine settimana, si è trasformato in rancore e rabbia in una fetta molto cospicua dell’elettorato. “Quindi l’argomento ‘siamo seri, responsabili, competenti, credibili ed efficaci’ non regge più”. Lo dice ad askanews Aquilino Morelle, già consigliere di Lionel Jospin a Matignon (1997-2002), poi di François Hollande all’Eliseo (2012-2014) e autore del saggio “La parabole des aveugles: Marine Le Pen aux portes de l’Elysée” (Grasset, 286 pagine) dove con largo anticipo su tutti aveva delineato il quadro che oggi si osserva.


Morelle, che definisce “decisione shock” l’annuncio delle elezioni parlamentari, dopo “lo schiaffo in faccia” per Emmanuel Macron delle europee, racconta un panorama complesso dove la personalità sicuramente molto forte del Presidente della Repubblica francese ha dominato anche queste fasi. Ma per quanto tempo ancora dominerà? Morelle non esclude in futuro le dimissioni di Macron. “Non poteva, ha confermato in seguito, non voleva dimettersi subito, anche se credo che sia una delle prospettive a breve e medio termine, quindi gli è rimasto lo scioglimento del Parlamento”, afferma. “La sera del 9 giugno – continua – quando il risultato è stato reso pubblico, c’è stata una sorta di shock nella classe politica e in particolare nel Presidente. Perché bisogna capire il risultato delle europee: non è solo che il Rassemblement National è molto avanti con il 31,37% dei voti, che è notevole. Ma è stato più del doppio del risultato della lista di Macron: 14,8%. Ma soprattutto, è una specie di libera uscita in tutto il Paese. Vi fornirò alcune cifre per aiutarvi a capirlo: in Francia ci sono 577 circoscrizioni legislative. In 457 circoscrizioni, l’RN è in testa, ossia l’80% delle 577. In Francia ci sono 35.000 comuni: nel 93% di questi comuni, RN è risultato in testa. In Francia ci sono 101 dipartimenti: RN è risultato primo in 96 dipartimenti. In Francia ci sono 18 regioni: RN è risultato primo in 17 regioni. Questa è la mappa elettorale della sera del 9 giugno. È completamente omogenea. Non ho mai visto una mappa elettorale come questa. Quindi c’è stata una sorta di grande ondata in tutti i dipartimenti, in tutte le città, in tutte le regioni. E ora, con un voto che non riguarda più solo le classi lavoratrici, ma le classi medie, tutti, la funzione pubblica, tutti in ogni professione e ad ogni età, la gente ha votato per RN. È la forza del voto che ha creato uno shock nell’opinione pubblica, nella classe politica e nel Presidente”. E il Presidente “è un uomo che non prende bene le frustrazioni” dice Morelle. “Per questo ha ricevuto questo schiaffo in faccia alle elezioni europee. Ha voluto dimostrare di essere capace di reagire immediatamente, di rimettersi, a suo avviso, al centro del gioco politico e di prendere un’iniziativa che fosse un’iniziativa shock, in risposta allo shock che aveva ricevuto”.


La Francia dove la destra di Rassemblement National è cresciuta in maniera così potente, non è lo stesso Paese dove il giovane Macron si è affermato. E’ un Paese dove le speranze si sono affievolite e la rabbia è cresciuta. Morelle dice apertamente come diverse persone ora siano “molto arrabbiate con il governo e detestano Emmanuel Macron. Tutto questo si traduce in un cocktail che spiega la situazione attuale, ma Macron non lo vuole capire. Ancora oggi si chiede perché la gente non voglia votare per il suo partito”. E anche nella reazione immediata alla sconfitta, si rivela la natura del capo di stato francese. “Un’ora dopo il risultato delle elezioni europee, ha annunciato l’applicazione dell’articolo 12 della Costituzione e lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale”. Insomma con le elezioni indette a pochi minuti dal voto per le europee, si è verificato uno “shock così forte e il tempo tra lo scioglimento e le elezioni è stato così breve” che non ha dato il tempo alla gauche nemmeno di pensare. “La sinistra cosa ha fatto? Ha trovato una soluzione veloce, veloce: ci mettiamo insieme per salvare il maggior numero possibile di parlamentari. Si tratta quindi di un’alleanza elettorale il Nuovo Fronte Popolare”, spiega Morelle. Ma questo non vuol dire una rinascita della gauche, anzi: “Troppo debole, nonostante il tentativo di unità, il Nuovo Fronte Popolare. La sinistra si è attestata intorno al 28-29% nella prima tornata legislativa” e più o meno resta su quei numeri anche nelle stime di Morelle e nei sondaggi. Il Nuovo Fronte Popolare (in francese Nouveau Front Populaire, NFP) “non ha lo slancio e non è in grado di ottenere la maggioranza assoluta di 289 seggi all’Assemblea nazionale”, dice Morelle. “Le principali forze che lo compongono non sono d’accordo su nulla delle questioni essenziali. Si tratta quindi di un’alleanza elettorale di circostanza creata per sbarrare la strada, come dice la sinistra, al Rassemblement National e per cercare di salvare un certo numero di seggi. Ma a parte il fatto che non sono d’accordo su nulla, non è il contesto attuale che li porterà a fare quello che ho cercato di fare nei miei libri: a pensare al perché un sacco di ex elettori di sinistra ora votano RN. Non vogliono assolutamente sentir parlare di sinistra. Perché in realtà la sinistra che vota oggi è la sinistra delle grandi città, la sinistra della borghesia culturale, delle persone che stanno bene, che amano la loro vita, che non hanno problemi, quello che in Francia chiamiamo “bobo” (contrazione di “bourgeois” e “bohémien”, ndr). A Parigi, Bordeaux, Lione e così via. Ma ovunque in Francia l’elettorato della classe operaia o della classe media, che tradizionalmente, in larga misura, votava per la sinistra, ora si è allontanato da essa. E lo shock delle elezioni legislative, a mio avviso, è ben lungi dall’indurre la sinistra a riflettere sulle ragioni che hanno portato a questa situazione. Quello che non ha fatto per 20 anni, non vedo perché dovrebbe farlo ora. Forse dopo che il Rassemblement National sarà salito al potere, forse allora…. un’introspezione collettiva arriverà, ma per il momento non credo”.


In sostanza secondo Morelle per queste elezioni generali francesi si delineano cinque ipotetici finali, di cui solo tre l’esperto considera davvero possibili: RN in testa, con maggioranza assoluta o relativa o una situazione di caos politico e difficile governabilità. Esclude invece la possibilità che si possa ricostituire l’attuale maggioranza o che la sinistra ottenga la maggioranza assoluta. “Jordan Bardella, il presidente di RN, ha detto che se non avrà la maggioranza assoluta, non andrà a Matignon. Penso che questo sia un modo per invitare gli elettori a votare per lui, per dargli forza e per avere la maggioranza assoluta. Ma penso che più ci avviciniamo alla maggioranza assoluta, se il RN avesse 260, 270 deputati, penso che sarebbe molto difficile per loro dire: siamo molto vicini, ma non governeremo. Penso che governerebbero. In ogni caso, questa ipotesi di maggioranza relativa oggi ha una forte probabilità”.

Milano Pride, Schlein: con Meloni l’Italia è retrocessa nei diritti Lgbtqia+

Milano Pride, Schlein: con Meloni l’Italia è retrocessa nei diritti Lgbtqia+Milano, 29 giu. (askanews) – “L’Italia è scivolata durante questo anno e mezzo di governo Meloni alla trentaseiesima posizione su 48 nella classifica di Ilga-Europe sui diritti Lgbtqia+, non lo possiamo accettare, vogliamo portare l’Italia nel futuro e pienamente in Europa perché se guardiamo la mappa dei diritti Lgbtqr+ si vede che è come se ci fosse ancora un muro che divide l’Europa, ma il nostro paese sta dalla parte sbagliata”. Lo ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, a margine del Pride in corso a Milano, che sfila sotto lo slogan “Liber? di essere”.


“Sarà anche oggi una meravigliosa giornata di partecipazione per l’eguaglianza, per i diritti di tutti, per i diritti Lgbtqia+, che sono diritti fondamentali e come tali vanno riconosciuti” ha aggiunto. “Ci sono sette parate oggi, ieri era l’anniversario dei 55 anni dai moti di Stonewall, quindi è una giornata di orgoglio e una giornata di visibilità per le battaglie per i diritti, a partire da quella per una legge contro l’omobilesbotransfobia e contro l’odio. Ce n’è bisogno, continua a essercene bisogno, davanti alle tante, troppe, aggressioni e discriminazioni che le persone Lgbtqia+ vivono ogni giorno sulla propria pelle” ha ricordato Schlein.


La segretaria del Pd è anche ritornata sul caso dell’inchiesta di Fanpage su Gioventù nazionale, “è come se” Giorgia Meloni “avesse detto che sarebbe stato meglio che non venisse fuori, invece i cittadini e le cittadini hanno il diritto di sapere quello che succede dentro al partito che esprime la presidente del Consiglio di questo Paese ed è incredibile che non abbia trovato la forza di prendere le distanze” dai fatti emersi.

Francia alle urne, come funziona il voto e gli scenari possibili

Francia alle urne, come funziona il voto e gli scenari possibiliRoma, 29 giu. (askanews) – Dopo lo scioglimento dell’Assemblea nazionale annunciata dal presidente francese Emmanuel Macron alla luce dei risultati delle europee, gli elettori francesi sono chiamati alle urne per rinnovare i mandati parlamentari domani 30 giugno per il primo turno, e il 7 luglio per il secondo. Le elezioni parlamentari anticipate sono state volute da Macron, tra tanti dubbi, anche nel suo campo politico, dopo la netta vittoria dell’estrema destra del Rassemblement National (RN) alle europee.


Come funzionano le elezioni legislative L’Assemblea nazionale ha 577 seggi. Il 30 giugno, primo turno, gli elettori sceglieranno uno dei candidati in corsa nella loro circoscrizione: chi ottiene la maggioranza assoluta (più del 50% dei voti con almeno il 25% degli elettori registrati), vince automaticamente, quindi il tasso di partecipazione è cruciale, contrariamente a quanto accade per le presidenziali. Se nessun candidato ottiene la maggioranza assoluta, si va al secondo turno il 7 luglio, con la partecipazione dei candidati che abbiano superato almento il 12,5% dei voti. Vince il candidato che ottiene il maggior numero di voti. Il semipresidenzialismo In Francia vige un sistema di ‘semipresidenzialismo’: un presidente eletto direttamente (dal 1962) e un parlamento comunque dotato di ampi poteri. Questo sistema politico, noto come Quinta Repubblica, è regolato dalla Costituzione del 1958.


I possibili scenari Il partito di Macron conquista la maggioranza assoluta (almeno 289 seggi) dell’Assemblea nazionale. Scenario ritenuto poco probabile alla luce dei sondaggi, permetterebbe la conferma del primo ministro Gabriel Attal. Il partito di Macron ottiene la maggioranza relativa (230 seggi) e deve stringere alleanze.


La maggioranza assoluta va al Rassemblement National di estrema destra o alla coalizione di sinistra Nuovo Fronte Popolare. In questo caso Macron deve scegliere un primo ministro tra i membri della coalizione vincente e il primo ministro sceglierà poi i suoi ministri. Insomma, scatta la “coabitazione”. Se nessun partito ottiene la maggioranza e non si arriva a formare una coalizione di governo, si potrebbe creare una delicata situazione di stallo, ma non sarebbe possibile indire nuove elezioni legislative prima di un anno. Per questo diversi analisti sostengono che il presidente Macron dovrebbe in quel caso dimettersi, eventualità per ora esclusa dall’inquilino dell’Eliseo che ha scommesso sul voto anticipato.


Coabitazione Macron-Le Pen? L’europarlamentare Jordan Bardella è proposto dal Rassemblement National come candidato primo ministro nel caso l’estrema destra ottenga la maggioranza assoluta, ma è il presidente a scegliere il capo del governo, quindi, fanno notare diversi analisti, Macron potrebbe tentare di nominare la storica leader Marine Le Pen, che verosimilmente rifiuterebbe sino a quando il presidente non nominerà Bardella o sino a quando si troverà una terza opzione. In caso di ‘coabitazione’, il presidente mantiene alcuni poteri, come il comando delle forze armate e diversi aspetti della politica estera. La politica interna del Paese invece sarebbe controllata dal campo parlamentare. Se un Presidente non è d’accordo con una legge, può sottoporre la questione al Consiglio costituzionale (un organo che garantisce il rispetto dei principi e delle norme costituzionali) o chiedere una seconda lettura all’Assemblea nazionale. Come fa notare Euronews, che ha consultato al riguardo degli esperti, le questioni europee riguardano il capo del governo e quindi il parlamento, a decidere sulle questioni europee. “Gli affari europei non sono considerati politica estera. Sono in gran parte politica interna. Quindi spetta al governo decidere sugli affari europei”, ha affermato François-Xavier Millet. “Ma è chiaro che potrebbero esserci tensioni, come è normale che sia, tra il premier e il presidente in una situazione di coabitazione per quanto riguarda gli affari europei”, ha aggiunto Millet. Durante la Quinta Repubblica, la Francia ha avuto tre periodi di coabitazione, in seguito a vittorie dell’opposizione alle legislative. L’ultima coabitazione risale al 1997, quando il presidente di centro-destra Jacques Chirac sciolse il Parlamento, ma le elezioni furono poi vinte da una coalizione di sinistra guidata dal Partito Socialista: il primo ministro Lionel Jospin fu nominato primo ministro guidò il governo fino al 2002 e riuscì a introdurre una serie di leggi osteggiate dal campo presidenziale, come la settimana di 35 ore, l’assistenza sanitaria universale e le unioni civili per le coppie omosessuali.

MotoGP, Bagnaia vince la sprint di Assen

MotoGP, Bagnaia vince la sprint di AssenRoma, 29 giu. (askanews) – Pecco Bagnaia si conferma super anche nella Sprint Race di Assen. Il campione del mondo della Ducati, gia poleman per la gara di domani in mattinata, parte bene dalla prima casella e amministra i 13 giri della Sprint Race in Olanda. Arriva così una vittoria che fa bene per il morale e, soprattutto, per la classifica iridata che lo porta a -15 dal leader del mondiale Jorge Martin. Insieme a lui sul podio anche Martin e Vinales, 4°Bastianini e 5° Di Giannantonio. Caduta e ritiro al secondo giro per Marc Marquez, out anche Marini, Savadori ed Espargaro. Domani alle 14 gara lunga.

Formula1, Leclerc preoccupato: “Devo inventarmi qualcosa”

Formula1, Leclerc preoccupato: “Devo inventarmi qualcosa”Roma, 29 giu. (askanews) – “Sono partito bene, poi quando è entrato in funzione il DRS è stato più difficile, ci sono state un paio di sfide emozionanti, poi quando sono riuscito ad allungare sono andato un gestione e da lì è andata molto meglio” così Charles Leclerc dopo la Sprint del Gp dell’Austria che lo ha visto chiudere al settimo posto. “Abbiamo dovuto lottare – continua – le McLaren sono molto forti, dobbiamo studiare anche la loro performance. Ci sono un paio di cose che dobbiamo fare meglio nel GP che sarà più lungo, soprattutto dal punto di vista del degrado gomme. Il pronostico è più aperto”. “Essendo la quarta macchina nel trenino Ferrari-Mercedes ero quello che faceva più fatica, dovevo continuamente rallentare per raffreddare i freni e riportarli nella giusta finestra di utilizzo ma questi sono dettagli… Dobbiamo essere sul pezzo, non siamo abbastanza veloci. Proverò ad inventarmi qualcosa nelle qualifiche del GP perché da due o tre gare non va. Non voglio fare niente di esagerato, perché potrebbe essere controproducente ma ormai… se va bene siamo quinti o al massimo quarto e non è certo il nostro obiettivo”.

Vino, Giorgio Calabrese: non è uso ma abuso che può rivelarsi dannoso

Vino, Giorgio Calabrese: non è uso ma abuso che può rivelarsi dannosoMilano, 29 giu. (askanews) – “Dico sempre che noi beviamo l’acqua ma gustiamo il vino, perché è un vero e proprio alimento, non è l’uso ma l’abuso che può rivelarsi dannoso, come per tutti gli alimenti”. Ad affermarlo è stato Giorgio Calabrese, medico, nutrizionista e consulente del ministero della Salute, ospite al convegno “In Vino Veritas” organizzato da Coldiretti Alessandria al Centro sperimentale di vitivinicoltura Tenuta Cannona a Carpeneto (Alessandria), in collaborazione con il locale Comune e Fondazione Agrion.


“Anche nel Medioevo il vino era considerato un alimento salutista e oggi noi dietologi riconfermiamo questo principio, basandolo però solo su un moderato consumo: l’alcol contenuto nel vino non è un nutriente essenziale per l’alimentazione umana e produce effetti benefici solo se viene introdotto nella giusta quantità e sempre associato ai pasti principali” ha proseguito Calabrese, aggiungendo che “il vino non serve a dissetare ma, essendo liquido, è da considerarsi una bevanda-alimento, infatti, oltre all’alcol, nel vino troviamo altri componenti, come i polifenoli e il resveratrolo, che proteggono il cuore”.

Iran, elezioni presidenziali: al primo turno vince il riformista Pezeshkian (42% dei voti)

Iran, elezioni presidenziali: al primo turno vince il riformista Pezeshkian (42% dei voti)Milano, 29 giu. (askanews) – L’affluenza alle urne al primo turno delle elezioni presidenziali iraniane è stata appena del 40%, la più bassa dai tempi della rivoluzione islamica del 1979. Lo dimostrano i dati diffusi sabato dal Ministero dell’Interno del paese.


Secondo il Ministero, il riformista e cardiochirurgo Masoud Pezeshkian ha vinto il primo turno delle elezioni con circa il 42% dei voti. Dietro di lui Said Jalili, ex negoziatore sul nucleare, che ha ottenuto il 38%. Il leader supremo dell’Iran, l’Ayatollah Ali Khamenei, ha chiesto un’alta affluenza alle urne prima delle elezioni di venerdì. Il prossimo e decisivo turno elettorale si terrà tra poco meno di una settimana.

Serbia, un uomo ha attaccato con arco e frecce l’agente davanti all’ambasciata di Israele

Serbia, un uomo ha attaccato con arco e frecce l’agente davanti all’ambasciata di IsraeleMilano, 29 giu. (askanews) – Un uomo è stato ucciso oggi dopo aver attaccato con arco e frecce un agente di polizia davanti all’ambasciata israeliana a Belgrado, in Serbia.


L’ufficiale è stato ferito al collo dalla freccia scagliata dall’aggressore, ma il poliziotto è riuscito a rispondere al fuoco e lo ha ucciso, scrive The Times of Israel. Oggi l’ambasciata è chiusa e il personale è assente. Il viceministro dell’Interno serbo, Ivica Dacic, ha dichiarato in una nota che il poliziotto è cosciente ed è ricoverato in ospedale, aggiungendo che l’aggressione è sotto inchiesta.

Nomad Food(Findus): aumento 3° temperatura standard non danneggia surgelati

Nomad Food(Findus): aumento 3° temperatura standard non danneggia surgelatiMilano, 29 giu. (askanews) – Nomad Foods, gruppo del settore surgelati proprietario di Findus, ha analizzato, con un suo studio durato diciotto mesi, come l’aumento delle temperature di conservazione degli alimenti surgelati possa ridurre significativamente le emissioni di carbonio e i relativi costi, senza compromettere la sicurezza o la qualità dei prodotti.


I risultati, ottenuti in collaborazione con Campden BRI, organizzazione leader nella scienza e tecnologia alimentare, confermano che conservare gli alimenti surgelati a -15 gradi Celsius, invece dello standard industriale di -18 (zero gradi Fahrenheit), possa ridurre il consumo energetico dei congelatori del 10-11%, senza alcun impatto sulla sicurezza, la consistenza, il gusto o il valore nutrizionale dei prodotti. Lo studio ha analizzato nove prodotti surgelati: pollo, pesce panato, pesce al naturale, verdure, alimenti a base vegetale e pizza. Sono state testate quattro temperature (da -18°C a -9°C) e otto macro-aree, tra cui sicurezza alimentare, consistenza, nutrizione, uso energetico e impatto degli imballaggi. I risultati dopo diciotto mesi non hanno mostrato cambiamenti significativi nei prodotti a -15°C rispetto a -18°C, tranne per gli alimenti vegetali nei quali, una volta superata la data di scadenza, si è registrata una diminuzione della vitamina C.


Nomad Foods è il primo produttore alimentare ad aderire all’iniziativa Move to -15 gradi, presentata alla COP28 e dedicata alla riduzione delle emissioni di carbonio nella catena di approvvigionamento degli alimenti surgelati. Consapevole che un vero cambiamento nelle temperature di conservazione dei surgelati è possibile solo attraverso una sinergica collaborazione tra aziende, il Ceo di Nomad Foods, Stéfan Descheemaeker, invita anche gli altri produttori di surgelati a unirsi al movimento. “Sappiamo che gli alimenti surgelati reagiscono molto bene a metodi di conservazione alternativi in termini di emissioni di carbonio – ha detto – I risultati del nostro ultimo studio con Campden BRI sottolineano il ruolo chiave che gli alimenti surgelati hanno nel ridurre l’impatto sul cambiamento climatico nell’industria alimentare. Tuttavia, per non agire da soli, stiamo invitando altri produttori di alimenti surgelati a unirsi a noi e a ‘Move to -15 gradi’, per garantire che tutta la gamma di prodotti nella categoria dei surgelati sia testata a temperature più elevate. A 100 anni dall’invenzione del congelamento rapido, il suo inventore Clarence Birdseye sarebbe molto orgoglioso delle innovazioni del settore degli alimenti surgelati per fronteggiare la più grande sfida mondiale: il cambiamento climatico”.