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Autore: Redazione StudioNews

Corsa solitaria Calenda verso l’orizzonte Renew: noi “Siamo Europei” credibili

Corsa solitaria Calenda verso l’orizzonte Renew: noi “Siamo Europei” credibiliFirenze, 6 giu. (askanews) – Nella faida che per mesi ha travagliato il centro – con nascita, morte, risurrezione e definitivo scioglimento, con annessi insulti personali, del Terzo Polo – Carlo Calenda e’ rimasto solo. Volutamente. Il “mai più con Renzi”, proclamato già dall’estate scorsa, con la formazione centrista ai titoli di coda, ha retto alla tentazione di una lista unica di centro riformista ed europeista per le Europee. Non è servito a niente nemmeno il presunto pressing del presidente francese Emmanuel Macron e dei vertici di Renew Europe per un rassemblement che tenesse uniti i moderati italiani: Calenda l’ha liquidato come una “una palla, non esiste” e ha ribadito in tutte le salse di “non poter fare una lista dove prendo i voti di Totò Cuffaro” né “con persone pagate da Stati stranieri quando andiamo in Europa a dire che chi siede al Parlamento europeo deve essere indipendente”. Ogni riferimento ai fatti o persone non è puramente casuale.


Così Calenda corre alle elezioni Europee alla guida della lista Siamo Europei che riunisce, appunto, Azione e altri otto tra partiti e movimenti politici: il Partito Repubblicano Italiano; il Movimento Repubblicani Europei; la Piattaforma Civica Popolare Riformatrice; la Democrazia Liberale; il Team K, un partito della provincia autonoma di Bolzano; l’Associazione Socialista Liberale; i Popolari Europeisti Riformatori di Elena Bonetti, uscita da Italia Viva ed entrata in Azione; e NOS, il partito del fondatore di Will Media Alessandro Tommasi. Con un programma in dieci punti – “siamo gli unici insieme a Forza Italia ad averne uno” e il nostro “è stato giudicato il più credibile”, ha rivendicato – il leader di Azione è capolista ovunque tranne che nella circoscrizione Nord Ovest, guidata da Elena Bonetti, ex ministro per le Pari opportunità e la Famiglia nei governi Conte II e Draghi. In più di un’occasione Calenda ha esaltato la “qualità e la competenza” dei candidati della lista. C’è anche Federico Pizzarotti come terzo nome nel Nord-Est, l’ex sindaco di Parma ha lasciato +Europa proprio in disaccordo per l’alleanza con Renzi. A Nord Ovest spunta Giuseppe Zollino, docente dell’università di Padova, insieme alla pro rettrice vicaria dell’università Statale di Milano Maria Pia Abbracchio e il sostituto procuratore generale di Milano Cuno Tarfusser. Al Centro Azione schiera l’ex dem Alessio D’Amato, assessore alla salute nella giunta Zingaretti durante la difficile pandemia da Covid 19.


Calenda inizialmente aveva lanciato, inascoltato insieme al segretario di Forza Italia Antonio Tajani, la proposta a tutti i leader di non candidarsi capolista ma poi “la discesa in campo della premier Giorgia Meloni con la sua piattaforma anti-europea e sovranista ha cambiato completamente lo scenario”. Quindi si è candidato, se eletto non andrà a Bruxelles ma tutti i suoi candidati – ha assicurato – non solo lo faranno ma confluiranno “a differenza di altri che si sparpaglieranno in più partiti” “tutti nel gruppo di Renew Europe”. Il nemico da sconfiggere è il populismo, nelle sue varie forme. “L’idea di Europa della Meloni è la fine dell’Europa. Contro questo modello da ‘discepola di Orbán´ combatteremo alle elezioni europee. L’Italia è un grande Paese fondatore dell’Ue, non l’Ungheria degli amici di Putin. Mobilitiamoci”, il grido di battaglia dell’ex ministro. Mai dichiarati – come del resto gran parte degli altri leader – gli obiettivi percentuali della partita per le Europee. C’è ovviamente da superare lo sbarramento del 4%, ma questo non sembra preoccupare Calenda che in campagna elettorale ha ricordato più volte come l’andare “da solo” alle Comunali a Roma nell’autunno 2021 gli avesse portato proprio bene: allora la sua lista civica ottenne il 19,8% dei consensi.

Renzi-Bonino più diversi non si può, ma fanno coppia per Stati Uniti Europa

Renzi-Bonino più diversi non si può, ma fanno coppia per Stati Uniti EuropaFirenze, 8 giu. (askanews) – L’icona radicale, già europarlamentare, e l’ex “tutto”. Ex premier, ex segretario del Pd, ex sindaco di Firenze. Emma Bonino e Matteo Renzi sono i due, diversissimi, registi della lista di scopo per le elezioni Europee denominata Stati Uniti d’Europa. Nessuno, per loro, si è azzardato a tirare fuori la definizione di “strana coppia”. Forse perché banale o forse perché espressione fin troppo abusata in occasione di un’altra coppia, di cui era parte ancora Renzi: quella con Carlo Calenda, finita con un velenoso divorzio. Ma, al di là delle provenienze opposte – cattolica quella di Renzi, laica e Radicale quella di Bonino – i due sono accomunati da qualcosa in questa tornata elettorale: la voglia di “rimettersi in gioco”. E a loro si sono uniti anche i socialisti del Nuovo Psi di Vincenzo Maraio.


Le trattative per la lista di scopo hanno tenuto un po’ col fiato sospeso e del resto la fine ingrata del Terzo Polo si è portata dietro il veto di Calenda a nuove alleanze con Renzi e, a cascata, qualche smottamento come l’uscita di Federico Pizzarotti da +Europa, proprio in dissenso con la decisione di Emma Bonino di stringere un patto elettorale con Italia Viva. Se i componenti della galassia pannelliana si sono dispersi in diverse direzioni e alleanze Stati Uniti d’Europa sfoggia comunque un carattere fortemente radicale: in lista non c’è soltanto Emma Bonino ma anche Rita Bernardini, Marco Taradash e l’ex presidente dell’Unione delle camere penali, Giandomenico Caiazza, insieme all’adesione dei Radicali italiani. Nessuno si è illuso che la navigazione potesse essere semplice tanto che ci è già scappata la prima schermaglia tra i due leader. Al no secco di Matteo Renzi a un secondo mandato per l’attuale presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen Bonino ha ribattuto: “Io direi al mio alleato Renzi di stare più calmo e di aspettare l’esito delle elezioni”. Per Bonino, che ricorda come “trent’anni fa con Pannella sognassimo gli Stati Uniti d’Europa”, queste elezioni sono una svolta per fare crescere ancora “la patria europea e non l’Europa delle patrie”.


Quanto a Renzi, che conferma che se eletto si trasferirà a Bruxelles – perché candidarsi “come fanno gli altri leader e non andarci è una truffa, una cosa da ladri di democrazia” – confessa che il suo obiettivo è di “prendere un voto in più di Matteo Salvini, simbolo di un’Europa al contrario”. E appena arrivato in Ue lavorerà per portare Mario Draghi alla guida della Commissione europea. “L’ex premier sta bene su tutto – spiega -. Se dopo le elezioni ai Popolari toccherà la Commissione e a Renew il Consiglio, allora lo proporrò per il Consiglio”. Nelle liste l’ex premier è all’ultimo posto in quattro dei cinque collegi (tranne il Nord-Est) mentre Emma Bonino è capolista al Nord-Ovest, Graham Robert Watsonal al Nord-Est, Giandomenico Caiazza al Centro (con Bonino seconda), Enzo Maraio al Sud e Rita Bernardini nelle Isole. Tra i candidati nel Nord-Ovest c’è anche il giornalista e conduttore Alessandro Cecchi Paone.

”Pace terra dignità” e “Libertà”, Santoro e De Luca sfidano 4%

”Pace terra dignità” e “Libertà”, Santoro e De Luca sfidano 4%Roma, 8 giu. (askanews) – Sono due le novità assolute di queste elezioni europee 2024: la lista “Libertà”, guidata dal leader di Sud chiama Nord, il sindaco di Taormina Cateno De Luca, e la lista “Pace Terra Dignità”, guidata dall’ex giornalista tv Michele Santoro. Entrambe avranno il non facile compito di superare la soglia di sbarramento fissata al 4%, sotto la quale non si elegge alcun parlamentare europeo.


Quella guidata da Cateno De Luca, che ha messo insieme ben 19 tra micro-partiti e movimenti politici locali, è una lista che fa dell’autonomismo esasperato, dell’antagonismo all’Ue, nonché del ribellismo tipico dei No Vax e del pacifismo, il suo collante principale. Il programma, diviso in 20 punti, si intitola infatti “Meno Europa, più Italia” (De Luca aveva accusato il leader della Lega Salvini di avergli copiato lo slogan), e si apre con l’invocazione a “un accordo di pace per fermare la strage di vite umane. L’Italia – si legge ancora nel primo punto del programma – si dichiari non belligerante e mandi aiuti umanitari piuttosto che spendere soldi in armi”. Nel programma si invoca poi la necessità di un’Italia “federale e autonomista”, che ritorni a essere “uno Stato sovrano”, la cui sanità dovrebbe essere “fuori dal patto di stabilità” europeo. Bisognerebbe poi difendere “i nostri ambulanti e i nostri balneari” dalle imposizioni Ue e riconquistare la “libertà di autodeterminare i propri protocolli sanitari”. Oltre a Sud chiama Nord la lista riunisce, Sicilia Vera, il Fronte Verde, Progresso sostenibile, il Popolo della Famiglia, Sovranità, Confederazione Grande Nord, Popolo Veneto, i Civici in Movimento, Noi Agricoltori e Pescatori, Vita, Noi Ambulanti Liberi, Capitano Ultimo, il Partito Moderato d’Italia, il Movimento per l’Italexit, il Partito dei Pensionati, Insieme Liberi, il Vero Nord, Rizzi e De Luca Sindaco d’Italia, i cui loghi compaiono tutti nel simbolo. Capolista in tutte le cinque circoscrizioni sarà Cateno De Luca, sempre seguito da Laura Castelli, ex M5s ed ex viceministra all’Economia nel governo Conte I. La lista “Pace Terra Dignità” di Michele Santoro ha invece un profilo identitario più definito, di estrema sinistra, che fa leva soprattutto sul pacifismo. Per quanto riguarda la guerra in Ucraina il programma della lista invita a “non confondere la solidarietà data all’aggredito col rifornirlo di armi e aizzarlo allo scontro promettendogli impossibili vittorie, alimentando un conflitto infinito suscettibile di precipitare in una terza guerra mondiale”. Per questo, si legge nel programma, bisognerebbe “cessare l’invio di armi all’Ucraina e coadiuvarla in un negoziato che garantisca la reciproca sicurezza alle parti”. Per quanto riguarda invece il conflitto in Medio Oriente, il programma di “Pace Terra e Dignità” invita l’Ue a confermare “la condanna della strage del 7 ottobre e il diritto degli israeliani a vivere in pace e in sicurezza” ma egualmente l’Europa dovrebbe denunciare “il massacro in corso di donne, bambini e civili, l’espulsione di milioni di persone dalle loro case, i territori occupati in dispregio delle delibere dell’Onu, la pulizia etnica, gli insediamenti illegali, il regime di apartheid e la soppressione dei diritti civili dei palestinesi”. In merito alla natura dell’Unione europea, secondo la lista di Santoro essa “non deve diventare un Super-Stato che intenda la sovranità come un potere supremo. Di conseguenza è da escludere la costituzione di un Esercito Europeo”. Anche “Pace terra e dignità” correrà in tutte e cinque le circoscrizioni elettorali. Tra gli altri candidati della lista, va annoverato il disegnatore satirico Vauro Senesi, il comico Paolo Rossi e il segretario di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo.


Entrambe le forze politiche hanno connotati fortemente antisistema, forse l’unico ingrediente, in un panorama in cui persino la Lega di Salvini ha assunto toni meno duri del passato nei confronti della Ue, in grado di catalizzare i tanti scontenti e delusi italiani dall’Unione, che potrebbero far superare a De Luca e a Santoro la soglia del 4%.

A Firenze summa psicodrammi centrosinistra,ombra lunga Renzi (e ballottaggio)

A Firenze summa psicodrammi centrosinistra,ombra lunga Renzi (e ballottaggio)Firenze, 8 giu. (askanews) – L’apoteosi dei distinguo nel centrosinistra diviso almeno in quattro parti, la destra che per la prima volta candida a sindaco uno che se la può giocare e su tutto l’ombra dell’ancora potente ex sindaco, ex segretario Dem ed ex premier Matteo Renzi che, in un modo o nell’altro, sarà determinante. Firenze è un concentrato di tutti gli psicodrammi del centrosinistra. Per questo l’esito delle elezioni comunali nel capoluogo, l’unico ad essere rimasto ‘rosso’ in una Toscana dove da anni è penetrato il centrodestra – iniziò la Lega ma ora anche Fratelli d’Italia ha percentuali solide – peserà anche a livello nazionale. E, al di là dei toni della campagna elettorale e delle legittime aspirazioni, il ballottaggio del 23 e 24 giugno – date per le quali, tra l’altro, a causa della festa del patrono San Giovanni, potrebbero mancare scrutatori – sembra sempre più una prospettiva certa.


L’antico virus della divisione delle sinistre ha fatto diversi danni allo schieramento progressista, area che propone diversi candidati che non sono riusciti a fare sintesi. Da un lato c’è la coalizione di centrosinistra di Sara Funaro, assessore nella giunta di Dario Nardella e delfina del sindaco, ora in corsa per le Europee, (Pd, Lista Sara Funaro Sindaca, Avs, +Europa, Azione, Volt, Partito Repubblicano, Laburisti, Movimento Centro e lista Anima Firenze) e, dall’altro, il candidato ‘civico’ di centrodestra Eike Schmidt (FdI, Lega, Forza Italia, Eike Schmidt Sindaco), storico dell’arte, ex direttore degli Uffizi. Ma c’è una terza via: Stefania Saccardi, vice presidente della Regione Toscana (dove Pd e Iv, come a Palazzo Vecchio, sono alleati), candidata di Italia Viva, sostenuta anche da Psi e Libdem. E c’è anche Cecilia Del Re, ex assessora all’Urbanistica, sfiduciata da Nardella, che, forte del record di preferenze ricevute alle amministrative del 2019, correrà da sola con la lista Firenze Democratica. Il peccato originale di questa frammentazione è stata la scelta del Pd di non organizzare le primarie, scegliendo di imporre il nome di Sara Funaro, conosciuta in città anche perché nipote del sindaco dell’alluvione Piero Bargellini. Quale sia l’obiettivo di Saccardi lo ha spiegato più volte Matteo Renzi: “La vera scommessa è portarla al ballottaggio. Se non accade sarà comunque lei a determinare il risultato del ballottaggio stesso. Pensavano di renderci irrilevanti e ci hanno reso centrali”. Le preferenze prese al primo turno da Saccardi, ma anche da Del Re, diventeranno quindi una preziosa merce di scambio nelle trattative in vista del secondo.


Sempre in ambito progressista non è pervenuta nemmeno l’alleanza tra Pd e M5s: Lorenzo Masi, consigliere comunale uscente, nonostante molti contatti per la costruzione di un campo largo progressista, correrà da solo per la poltrona di sindaco. Zero convergenze anche con la sinistra radicale: lontano dal Pd “troppo simile alle destre” nel modello di sviluppo della città anche il candidato più a sinistra di tutti Dmitrij Palagi, eletto in Consiglio comunale nel 2019, appoggiato alle comunali da Potere al Popolo, Possibile e Rifondazione comunista e da Sinistra ambientalista e solidale. Infine c’è il centrodestra, unito e convinto che per la prima volta, dopo tante candidature di bandiera ma poco attrattive sul piano dei voti, anche Palazzo Vecchio possa essere a portata mi mano. Eike Schmidt, tedesco di Friburgo naturalizzato italiano, sceso in campo mesi dopo la candidatura di Funaro, ha cercato per tutta la campagna elettorale di esaltare il valore ‘civico’ della propria corsa, definendosi, in un’intervista, un “uomo aristotelico” né di destra né di sinistra.

Europee, chiamati a votare 360 milioni di cittadini

Europee, chiamati a votare 360 milioni di cittadiniBruxelles, 8 giu. (askanews) – Alle elezioni europee che si svolgono dal 6 al 9 giugno sono chiamati a votare 360 milioni di cittadini, per eleggere 420 eurodeputati nei 27 Stati membri: 96 in Germania, 81 in Francia, 76 in Italia, 61 in Spagna, 53 in Polonia, 33 in Romania, 31 in Olanda, 22 in Belgio, 21 in Grecia, Portogallo, Ungheria, Svezia e Repubblica ceca, 20 in Austria, 17 in Bulgaria, 15 in Finlandia, Danimarca e Slovacchia, 14 in Irlanda, 12 in Croazia, 11 in Lituania, 9 in Lettonia e Slovenia, 7 in Estonia, e 6 in Lussemburgo, a Cipro e a Malta.


QUANTI SONO GLI ELETTI E IL VOTO NEI DIVERSI STATI MEMBRI Nella legislatura che si è appena conclusa, la nona, gli eurodeputati erano 705. La soglia della maggioranza assoluta (necessaria, in particolare, per l’elezione della presidenza della nuova Commissione europea), che finora era pari a 353 voti, passerà ora a 361 voti.


Le elezioni sono cominciate il 6 giugno in Olanda, il 7 e l’8 in Repubblica ceca, il 7, l’8 e il 9 in Estonia (unico paese in cui il voto è elettronico), l’8 in Slovacchia, in Lettonia e a Malta, l’8 e il 9 in Italia, e solo il 9 in tutti gli altri Stati membri. L’ultimo paese in cui si chiuderanno le urne, alle 23 di domenica, è l’Italia. PREVISIONI, PROIEZIONI E RISULTATI


Nella ‘notte elettorale’ tra domenica 9 e lunedì 10 giugno, il Parlamento europeo pubblicherà stime, basate su ‘exit polls’ o sondaggi pre-elettorali, proiezioni e risultati ufficiali parziali o completi a partire dalle 18.15 di domenica. I risultati ufficiali completi, comunque, verranno pubblicati solo a partire dalla chiusura delle urne in Italia. Si comincerà con le previsioni nazionali riguardanti Austria, Cipro, Germania, Grecia, Malta e Olanda, dalle 18.15 alle 18.30. Alle 19.15 arriveranno le stime nazionali riguardanti Bulgaria e Croazia, e tra le 20.15 e le 20.45 si aggiungeranno quelle di Danimarca, Francia e Spagna. A questo punto, il Parlamento europeo pubblicherà le prime proiezioni sulla composizione del nuovo emiciclo, basate su 11 stime nazionali e 16 previsioni su dati pre-elettorali. Tra le 21.15 e le 21.30 arriveranno le stime nazionali di altri quattro paesi: Polonia, Portogallo, Romania e Svezia. Alle 22.15 ci saranno degli aggiornamenti, se disponibili, e finalmente tra le le 23.15 e le 23.30 saranno pubblicate le stime nazionali riguardanti l’Italia, e una seconda proiezione della composizione del nuovo emiciclo, basata questa volta su 24 risultati ufficiali parziali, due stime nazionali (Italia e Polonia) e un dato pre-elettorale (Belgio).


Subito dopo, i ‘candidati guida’ dei diversi partiti politici europei commenteranno uno dopo l’altro i risultati, parlando nell’emiciclo del Parlamento europeo di Bruxelles, trasformato per l’occasione in una grande sala stampa con 350 giornalisti. Un quarto d’ora dopo la mezzanotte arriveranno i primi risultati provvisori ufficiali del Belgio, e all’una ci sarà un aggiornamento finale per la notte. I GRUPPI POLITICI Gli eurodeputati dei sette gruppi politici della legislatura uscente erano rispettivamente: 49 per il gruppo Id ‘Identità e democrazia, estrema destra), 69 per il gruppo Ecr (Conservatori e Riformisti, destra moderata, con componenti di estrema destra), 176 per il Ppe (Partito Popolare europeo, centro, con componenti di centro-destra), 102 per Renew Europe (Liberali e Liberal-Democratici, centro, con componenti di centro-destra e di centro-sinistra), 139 per S&D (Socialisti e Democratici, centrosinistra), 72 per i Verdi (Ecologisti) e 37 per la Sinistra (estrema sinistra), a cui bisogna aggiungere 61 ‘non iscritti’, ovvero non appartenenti ad alcun gruppo politico (come gli eletti del M5s italiano o del partito Fidesz del premier ungherese Viktor Orbán). Per costituire un gruppo politico all’Europarlamento ci sono due condizioni quantitative necessarie: avere almeno 23 eurodeputati provenienti da almeno 1/4 degli Stati membri, ovvero sette paesi diversi. C’è anche una condizione qualitativa, più difficile da controllare e da applicare, dell’affinità politica tra i partiti nazionali membri di uno stesso gruppo. I gruppi della nuova Assemblea si ricostituiranno nelle settimane immediatamente successive alle elezioni, in tempo per la prima sessione plenaria costitutiva della decima legislatura, che si terrà dal 16 al 19 giugno a Strasburgo. Le riunioni per la costituzione dei gruppi sono previste il 18 giugno per il Ppe, il 19 per i Verdi, il 25 per la Sinistra, il 26 per Renew e per l’Ecr, e infine il 3 luglio per Id. La creazione di altri nuovi gruppi, o una ricomposizione dei gruppi esistenti sono sempre possibili, durante tutta la durata della legislatura, e sempre alle stesse condizioni.

Al matrimonio del Duca di Westminster c’era William ma non Harry

Al matrimonio del Duca di Westminster c’era William ma non HarryMilano, 8 giu. (askanews) – “È stato il più grande matrimonio mondano dell’anno, con la folla in fila per le strade di Chester per intravedere la sposa Olivia Henson arrossire e il suo sposo, il Duca di Westminster” Hugh Grosvenor. Lo scrive il Daily Mail, che nel titolo tra parentesi sottolinea alla fine “nessuna traccia del principe Harry!”. Nessun riferimento all’assenza della consorte di William, Kate, impegnata nelle cure per il tumore che ha fatto tanto parlare.


Non sono stati dunque solo gli sposi ad attirare l’attenzione di coloro che aspettavano fuori dalla cattedrale, perché una schiera di ospiti glamour ha riempito i banchi del matrimonio “dell’uomo sotto i 40 anni più ricco della Gran Bretagna”. Tra loro c’erano reali britannici, incluso il Principe di Galles, 41 anni: William è stato raggiunto da sua cugina, la principessa Eugenie, 34 anni, elegante con un completo verde salvia. “Anche gli amici di sempre di “Hughie” si sono uniti ai festeggiamenti, con la presenza di Charlie van Straubenzee e sua moglie Daisy, la cui figlia Clover si ritiene abbia il principe Harry come padrino”, sottolinea la testata.

AOH 2024, dal 19 a Napoli appuntamento con focus su architettura

AOH 2024, dal 19 a Napoli appuntamento con focus su architetturaMilano, 8 giu. (askanews) – Un tour di 4 giorni dedicato agli architetti, ai non addetti ai lavori e a coloro che amano cultura e bellezza a Napoli, detto in breve “AOH” si svolgerà dal 19 al 22 giugno 2024, con appuntamenti itineranti gratuiti, proposti dagli architetti che partecipano al tour con le loro realtà. Ognuno con il proprio evento e ad orario e giorno differente nell’arco dei 4 giorni, presentando una delle tre opzioni, un cantiere: lavoro in corso d’opera o finito recentemente, il proprio studio, rappresentativo della professione o la propria casa che rispecchia operato e gusti personali.


In mostra le differenti realtà saranno visitate e vissute da un pubblico culturalmente attento e appassionato di architettura e di dettagli intrisi di bellezza, nell’intento di approfondire le conoscenze sulla città, che ha ancora tanto da raccontare. In modo conviviale, non solo per gli addetti ai lavori, ma adatto a tutti, curiosi, appassionati e turisti che amano vedere e arricchirsi di bello. Ovvero un modo alternativo per conoscere Napoli, anche da un punto di vista turistico, con AOH alla VII edizione, e il suo consueto messaggio: abitare è un interesse trasversale per tutti. Ideato e organizzato dalle giornaliste Annalisa Tirrito e Daniela Ricci con l’associazione Brillart, il Progetto è realizzato con il patrocinio della Regione Campania, del Comune di Napoli, dell’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori di Napoli e Provincia e dell’Oice- Confndustria, in collaborazione con Studio Trisorio, l’istituto IPSEOA Duca di Buonvicino. Ma anche partner come Tenuta Cavalier Pepe, e i media partner Archiportale, Grande Napoli ed Architettura Ecosostenibile. Il mondo degli architetti, così dialoga direttamente con il pubblico, senza intermediari, per avere finalmente incontri diretti e confronti fattivi, per indagare un tema necessario e caro, attraverso gli appuntamenti dal mattino alla sera del tour AOH.


Perlopiù nelle zone Chiaia, Centro e Vomero, muniti di braccialetto d’artista quest’anno realizzato dall’architetto e artista Stefano Mango, creativo e poliedrico professionista che spazia dal design alla progettazione, con un amore incondizionato verso il mare i colori e le suggestioni che offre, tra sirene e pesci stilizzati che prendono forma in differenti materiali. Particolarmente sentito è il tema della sostenibilità con la partecipazione di studi che lavorano privilegiandola, tra cui quest’anno B5 dell’architetto Francesca Brancaccio e l’ingegnere Ugo Brancaccio, specializzati nel restauro di edifici civili e monumentali, di progettazione architettonica, strutturale, urbana e di dettaglio. Mt-a dell’architetto Mario Toraldo, atelier di architettura ingegneria e design per progetti completi e sostenibili con soluzioni innovative e multidisciplinari. Ars Constructa degli architetti Alfredo Ciollaro e Manuela Tirrito che si occupa di progettazione, interior design, contract, ristrutturazione appartamenti ed edifici, sempre con attenzione alla sostenibilità e all’arricchimento naturale, come il verde verticale o l’ottimizzazione degli spazi all’aria aperta, l’architetto Marisa Kitzman all’inizio della sua carriera professionale e già con esperienza all’estero e progetti strutturali e di recupero abitativo d’interesse, lo studio Od’a Officina di architettura di Giovanni Aurino e Alessandra Fasanaro, che tra i prestigiosi cantieri in attivo spazia dai lavori di restauro, ad urbanistica e architettura, ma anche paesaggio, e interior design rifiutando una rigida logica di specializzazione, il professor Aldo Capasso che con due location presentate all’evento si divide tra le sue creazioni d’arte, la Pinocchioteca e i temi della leggerezza in architettura, in particolare nell’architettura tessile.


Ed ancora il giovane architetto Alessandro Ciollaro che all’inizio della sua carriera già presenta i suoi progetti strutturali e di interior design amalgamando tradizione e innovazione e Stefano Mango architetto, che spazia nella progettazione dall’alberghiero al settore nautico, senza abbandonare le realizzazioni artistiche e i progetti di design. Per ammirare Napoli “da dentro” in ambienti privati, nonché avendo accesso a scorci e panorami di cui ogni struttura gode, è una opportunità unica, che rende attesissima l’iniziativa, il cui programma è come di consuetudine pubblicato ogni edizione sul sito www.architetturaopenhouse.it, e le pagine social facebook ed instagram dedicate, oltre ai pieghevoli cartacei. Il percorso è volutamente trasversale e vario, dal piccolo al grande ambiente dal professionista più famoso al giovane architetto, per mostrare una rosa di ambientazioni tra le più poliedriche, con diverse tipologie di specializzazioni, con le realtà professionali, che spaziano dalla propria casa/studio a cantieri in fase di lavoro, perchè l’architettura il design e le scelte belle da vedere e da vivere, non piacciono solo agli addetti ai lavori ma anche a chi le vive e a chi si dedica del tempo di svago culturale e arricchente.

Da terrazza del Museo d’Orsay vista esclusiva su apertura Olimpiadi

Da terrazza del Museo d’Orsay vista esclusiva su apertura OlimpiadiMilano, 7 giu. (askanews) – Quest’anno, i Giochi Olimpici di Parigi 2024 offriranno una straordinaria Cerimonia di Apertura che avrà luogo sulle iconiche rive della Senna, sulla quale ogni nazione sfilerà rappresentata da un’imbarcazione. Ed è già caccia alla vista panoramica più suggestiva. Lungo il percorso si trova il Museo d’Orsay, la cui terrazza offre una vista mozzafiato sia sul fiume che sulla città, ed è proprio da questa location esclusiva che una selezione di ospiti Airbnb avrà l’occasione di assistere alla Cerimonia di Apertura in compagnia di un host d’eccezione come Mathieu Lehanneur, il genio creativo dietro la Torcia e il braciere dei Giochi Olimpici di Parigi 2024. “In quanto designer francese, è per me un onore prendere parte a un evento globale di questa portata ed essere host di questa iniziativa mi permette di condividere la mia passione per l’arte e le Olimpiadi con i fan provenienti da tutto il mondo”, afferma Lehanneur.


La serata avrà inizio nell’atrio principale del Museo d’Orsay, dove uno storico dell’arte accompagnerà gli ospiti in un tour esclusivo alla scoperta della più grande collezione impressionista al mondo. La visita si concluderà sulla terrazza del museo, trasformata in un magico giardino dove gli ospiti potranno rilassarsi in attesa dell’inizio della Cerimonia di Apertura. A questa esperienza potranno partecipare 15 ospiti con un accompagnatore ciascuno, per un totale di 30 persone. Durante la serata, gli ospiti avranno la possibilità di partecipare a esperienze speciali. In primis una visita esclusiva al Museo d’Orsay, sede della più grande collezione di arte impressionista al mondo. Assistere dalla postazione privilegiata e sopraelevata della terrazza alla sfilata lungo la Senna delle barche e dei 10.500 atleti olimpici. Un workshop di degustazione a cura di Margot LeCarpentier, nominata “barman più influente di Parigi” all’interno della World’s Best Bar List 2020. Il DJ set di Kirou, fondatore del collettivo artistico e musicale parigino 99GINGER. L’accesso esclusivo ai progetti di Mathieu Lehanneur, tra cui la Torcia dei Giochi Olimpici di Parigi 2024. L’esperienza sarà gratuita e si svolgerà il 26 luglio 2024 dalle 18.00 all’1.00. La richiesta di prenotazione è da inviare a partire dal 13 giugno alle ore 15.00 su airbnb.com/orsayexperience. Gli ospiti sono responsabili del proprio viaggio di andata e ritorno da Parigi così come del loro pernottamento. Sono inoltre tenuti a rispettare le norme locali e a procurarsi un pass digitale (Pass Jeux) per accedere al Museo d’Orsay.

Migranti, Geo Barents: 11 cadaveri recuperati in acqua

Migranti, Geo Barents: 11 cadaveri recuperati in acquaMilano, 7 giu. (askanews) – I corpi senza vita di undici migranti alla deriva al largo delle coste libiche sono stati recuperati venerdì, ha annunciato su X la ONG umanitaria Medici in Frontiere (MSF) che si dice “distrutta” dalla notizia.


“Purtroppo, dopo un’operazione di ricerca durata più di nove ore, la squadra della #GeoBarents”, la nave umanitaria di MSF, “ha recuperato i corpi di 11 persone che purtroppo hanno perso la vita”, ha scritto la ONG su X. In serata, l’ONG tedesca Sea-Watch ha segnalato la presenza di 11 corpi di migranti alla deriva al largo delle coste libiche.


“Durante il volo di oggi con il nostro Seabird”, l’aereo da ricognizione della ONG, “l’equipaggio ha avvistato 11 corpi”, ha scritto Sea-Watch su X. “Non sappiamo se i corpi rinvenuti al largo delle coste libiche siano le vittime di un naufragio finora sconosciuto. Quello che è certo è che stiamo sorvolando una fossa comune voluta dall’Europa”, lamenta la ONG.

Tennis, Sinner sconfitto da Alcaraz: “Una lezione da imparare”

Tennis, Sinner sconfitto da Alcaraz: “Una lezione da imparare”Roma, 7 giu. (askanews) – “E’ stato un gran match, la sconfitta è una delusione ma fa parte del processo di crescita”. Sono le parole di Jannik Sinner dopo la sconfitta contro Carlos Alcaraz nella semifinale del Roland Garros. “La delusione per la sconfitta dopo la partita è più alta della gioia per il numero 1. Ho avuto chance che non ho sfruttato, potevo far meglio in diversi punti. Bisogna accettare il risultato e lavorare. Il ranking è importante, ognuno vorrebbe essere al top ma io continuo a pensare da numero 2: c’è sempre un ostacolo da affrontare per diventare un giocatore migliore, oggi è una piccola lezione, bisogna imparare”, dice l’azzurro. “Mi dispiace non giocare la finale, ma bisogna apprezzare il salto fatto rispetto ad un anno fa. Ci sarà un’altra possibilità qui a Parigi con le Olimpiadi. Vediamo come va…”, conclude.