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Autore: Redazione StudioNews

Putin 5.0, il nuovo Cremlino si adatta ai tempi di guerra

Putin 5.0, il nuovo Cremlino si adatta ai tempi di guerraMilano, 14 mag. (askanews) – Anton Vaino è rimasto a capo dell’amministrazione presidenziale russa e Dmitry Peskov ha mantenuto il suo incarico di addetto stampa presidenziale. Non una rivoluzione di assetto al Cremlino, almeno in apparenza, anche se l’arrivo di due assistenti di Vladimir Putin rappresenta un passaggio interessante: si tratta dell’ex segretario del Consiglio di sicurezza russo Nikolai Patrushev – che ha appena lasciato il suo precedente incarico all’ex ministro della Difesa Sergei Shoigu – e del governatore della regione di Tula Alexey Dyumin.


Entrambi erano stati indicati da molti esperti, all’inizio della guerra con l’Ucraina, come i possibili successori di Putin. E il binomio potrebbe ricordare a qualcuno il tandem Sergey Ivanov e Dmitri Medvedev (quando Putin dopo due mandati, era costretto dalla Costituzione a lasciare il Cremlino, scegliendo un delfino e optò poi per Medvedev). Ma i tempi sono decisamente diversi. E anche le figure, emergenti e non. TEMPI DI GUERRA


Dyumin supervisionerà le questioni del complesso militare-industriale, dello sport e tratterà con il Consiglio di Stato. Quest’ultimo particolare potrebbe indicare una trasformazione che alcuni analisti vedono già nell’aria: il Consiglio di Stato potrebbe diventare il nuovo Politburo nell’era post-Putin. Invece il 72enne Patrushev sarà responsabile delle questioni relative alla costruzione navale – comparto critico dopo la distruzione da parte ucraina di numerosi vascelli russi in battaglia sul Mar Nero – oltre ad altre funzioni, rimanendo una figura pubblica e potendo continuare a rilasciare commenti ai media (ruolo riservato a pochissi, a parte l’abilità quotidiana di Peskov). Va ricordato che Patrushev sostituì Putin alla guida dell’FSB nel 1999 e da allora è considerato nella cerchia ristretta del presidente, nonché uno degli ideologi del conflitto contro l’Ucraina. Il suo movimento ai vertici della politica russa non è chiaro se sia una retrocessione o una manovra diversiva, ma ha visto in contemporanea il figlio di Patrushev, Dmitry – per alcuni un possibile successore di Putin – promosso a vice primo ministro in questi giorni di passaggio, tra il quarto e il quinto mandato presidenziale del presidente. Altri sostengono che Putin consideri piuttosto Dyumin come il suo delfino. Dyumin è un colonnello generale e ha servito per la sicurezza presidenziale durante il primo e secondo mandato di Putin. Leggenda vuole che abbia salvato la vita del leader da un orso bruno. I media hanno scritto che durante il mandato di Putin come primo ministro, è diventato il suo aiutante personale. Dyumin lo ha negato. Già viceministro della Difesa, è rimasto poi a capo della regione di Tula dal 2016. Per un certo periodo si vociferava che potesse sostituire Shoigu: e invece è toccato all’economista Andrej Belousov.


GLI ALTRI NOMI E comunque Dyumin e Patrushev non sono gli unici. In totale, Putin ha nominato 10 assistenti. Tra loro ci sono Vladimir Medinsky e Andrey Fursenko, Dmitry Mironov e Yuri Ushakov, Ruslan Edelgeriev, Larisa Brycheva, Dmitry Kalimulin e Dmitry Shalkov. E non solo Vaino è rimasto al suo posto, a capo dell’amministrazione presidenziale: anche i suoi primi vice Alexei Gromov e Sergei Kiriyenko hanno mantenuto i loro incarichi, ulteriore segnale che la linea sulla guerra in Ucraina non cambia ma al massimo si predispone per tempi lunghi. Maxim Oreshkin è stato nominato vice capo dell’amministrazione presidenziale: in precedenza era stato assistente del capo dello stato. Una posizione simile è occupata da Vladimir Ostrovenko, Dmitry Kozak e Magomedsalam Magomedov.


Il capo dello Stato ha inoltre mantenuto i suoi rappresentanti plenipotenziari in tutti i distretti: Igor Shchegolev è rimasto nel Distretto Federale Centrale, Alexander Gutsan nel Distretto Federale Nordoccidentale, Vladimir Ustinov nel Distretto Federale Meridionale, Yuri Chaika nel Caucaso settentrionale, Igor Komarov nel Distretto Federale del Volga Distretto, Vladimir nel distretto federale degli Urali Yakushev, in quello siberiano Anatoly Seryshev. Anton Kobyakov, Igor Levitin e Valery Fadeev sono diventati consiglieri del presidente. Questa posizione è occupata anche dal capo del comitato per la cultura della Duma di Stato, Elena Yampolskaya. Secondo il decreto presidenziale a Levitin vengono affidati anche i compiti di rappresentante speciale per la cooperazione internazionale nel settore dei trasporti. Sergei Ivanov è rimasto il rappresentante speciale del Capo dello Stato per le questioni ambientali, l’ecologia e i trasporti. Mentre secondo il decreto, la nuova amministrazione non include gli ex consiglieri presidenziali Vladimir Tolstoj e Alexandra Levitskaya. Artur Muravyov è inviato plenipotenziario del presidente presso il senato o Consiglio della Federazione, Harry Minkh alla Duma di Stato e Alexander Konovalov alla Corte costituzionale. I cambi e le riconferme sono parte di un percorso previsto dalla Costituzione russa in questi giorni. Il 7 maggio Putin è entrato in carica come presidente della Russia per la quinta volta. Secondo l’art. 83 e le modifiche apportate alla Costituzione nel 2020, il capo dello Stato dopo l’insediamento forma la composizione della sua amministrazione, come anche il blocco diplomazia-difesa-sicurezza del nuovo governo. E tuttavia i recenti arresti del viceministro della Difesa russo Timur Ivanov e quello odierno del capo del quartier generale del personale del ministero della Difesa russo, Yuri Kuznetsov, fanno pensare che il tutto si incroci e coincida con altri forti sommovimenti. Per un cambiamento che Putin evidentemente vuole appena percettibile, ma che si spiega bene con l’arrivo di un ministro della Difesa come Andrej Belousov, l’economista russo che ha saputo predire la crisi del 2008 e che dovrebbe integrare l’economia di guerra con l’economia del Paese. Segnale per molti che la lotta per l’Ucraina non è solo strategia e i tempi di guerra saranno lunghi. (Di Cristina Giuliano)

Fimaa:In atti notarili no compenso agente, basta numero della fattura

Fimaa:In atti notarili no compenso agente, basta numero della fatturaRoma, 14 mag. (askanews) – Indicare negli atti notarili di compravendita di un immobile non il compenso dell’agente immobiliare, ma gli estremi della fattura che ha emesso e rivedere la norma che disciplina l’iscrizione nel REA degli agenti inattivi, considerando che sta portando alla cancellazione inopportuna di molti professionisti. Sono le prime richieste che ha avanzato la FIMAA nel corso di un’audizione sul decreto legislativo Semplificazioni che si è tenuta di fronte alla Commissione Industria del Senato.


Secondo la Federazione Italiana Mediatori Agenti Immobiliari, la norma che impone di specificare nell’atto notarile il compenso corrisposto all’agente immobiliare è ormai anacronistica. Esistono infatti una serie di strumenti – primo fra tutti la fattura elettronica – che servono a contrastare l’evasione in modo più efficace, e non ledono la privacy e l’autonomia contrattuale dei cittadini. “La norma attuale – ha detto Maurizio Pezzetta, vicepresidente vicario della FIMAA nel corso dell’audizione, – comporta che vengano resi noti dati economici oggettivamente sensibili, la cui pubblicità può incidere negativamente sull’attività di intermediazione. In particolare perché può inficiare palesemente l’autonomia contrattuale e la libera contrattazione tra cliente e professionista. Questo è l’unico caso in cui in un atto pubblico fra soggetti terzi, parti contraenti, viene indicato il compenso di un professionista”. Secondo la Federazione, inoltre, questa norma rappresenta anche un rischio per la privacy del mediatore: “Aggregando le informazioni sui fatturati, chiunque può ricostruire un dato estremamente sensibile come la situazione patrimoniale dell’agente. Tutte le informazioni e la tracciabilità utili per ogni verifica, vengono già garantite dalla fatturazione elettronica” ha spiegato ancora Pezzetta. La FIMAA ha chiesto poi di modificare l’articolo 8 del decreto del Ministero dello Sviluppo Economico 26 ottobre 2011 che riguarda l’iscrizione nel REA dei mediatori inattivi. I soggetti che interrompono l’attività – sia come dipendenti, che in forma imprenditoriale autonoma o associata – devono richiedere entro 90 giorni l’iscrizione in una sezione apposita del REA. Se il termine scade infruttuosamente, il mediatore viene cancellato in maniera irreversibile dal Registro e “Per ottenere una nuova iscrizione, è costretto a frequentare nuovamente un corso di formazione e sostenere l’esame di idoneità” ha sottolineato il Vicepresidente Vicario. “E questo si verifica con una frequenza sconcertante, visto che la Camera di Commercio non è tenuta ad alcuna comunicazione. Per evitare tale incredibile conseguenza, basterebbe permettere ai mediatori di dimostrare di aver svolto l’attività negli ultimi due o tre anni. Oltretutto, è la soluzione che segue nel caso degli agenti di commercio”. Infine, sempre con riferimento al REA, secondo la FIMAA è necessario che gli agenti immobiliari – iscritti nelle sezioni I e III del Registro – vengano inseriti automaticamente anche nella IV. Questa sezione è dedicata ai mediatori in “servizi vari”, con la modifica chiesta dalla Federazione si consentirebbe agli agenti immobiliari di maturare la propria provvigione anche quando si occupano di trasferimenti di quote societarie che comportano cessioni di immobili. “Quando un immobile è posseduto da una società di capitali, l’agente immobiliare svolge comunque una attività tesa a vendere l’immobile stesso, la scelta poi di perfezionare la compravendita o la cessione delle quote societarie , rimane una libera decisione delle parti contraenti, in relazione alle loro esigenze amministrative e fiscali e qui l’agente immobiliare nulla può decidere, ma non può certo rimanerne danneggiato”, ha sottolineato e concluso il vice presidente vicario Pezzetta.

Alleanza Cooperative: pesca palamito sportivo resta a 50 ami

Alleanza Cooperative: pesca palamito sportivo resta a 50 amiRoma, 14 mag. (askanews) – Confermata la limitazione a 50 ami dei palangari presenti a bordo dell’unità da diporto e il divieto di uso dei verricelli di salpa-rete elettrici perché questo non arreca danno vista la natura sportivo e ricreativa di quel tipo di pesca. Con questa motivazione il TAR del Lazio ha respinto la domanda cautelare presentata contro il MASAF da Big Game Italia per l’annullamento del DM del 30 gennaio 2024, recante “misure tecniche per pesca sportiva e ricreativa con il palangaro”.


Lo rende noto l’Alleanza delle Cooperative pesca e acquacoltura (Agci Agrital, Confcooperative Fedagripesca, Legacoop agroalimentare) sottolineando come si tratti di un provvedimento fortemente sostenuto da tutte le associazioni della pesca professionale. “Come chiaramente emerso – afferma l’Alleanza – nell’incontro recentemente tenuto presso il Masaf tra il ministro Lollobrigida e le associazioni della pesca, il provvedimento risponde alla esigenza di estendere le sempre più stringente regolamentazione per la tutela e gestione delle risorse ittiche all’importante comparto della pesca ricreativa, responsabile secondo i dati scientifici forniti dal CNR, di circa un terzo delle catture nazionali”.


L’Alleanza delle Cooperative saluta quindi con soddisfazione la decisione del TAR che conferma la validità della misura, e auspica che l’intera normativa della pesca ricreativa possa essere rivista rispondendo agli indirizzi comunitari, a cominciare dalla istituzione di una licenza obbligatoria, utile strumento anche per la lotta alla pesca illegale che spesso si cela dietro le attività ludiche.

Costantino Ivoi nuovo Amministratore Delegato di Strada dei Parchi

Costantino Ivoi nuovo Amministratore Delegato di Strada dei ParchiRoma, 14 mag. (askanews) – Strada dei Parchi Spa rende noto che Costantino Ivoi è stato nominato Amministratore Delegato, prendendo il timone della concessionaria delle autostrade A24 e A25 dalle mani di Riccardo Mollo. Ivoi, informa una nota, vanta un solido e qualificato curriculum nel settore autostradale; già Amministratore Delegato di SAT (Società Autostrada Tirrenica) e RAV (Raccordo Autostradale Valle d’Aosta), ha maturato importanti esperienze pregresse in Autostrade per l’Italia, dove è stato anche Controller di Gruppo e Direttore di Tronco a Cassino, e, prima ancora, nel settore della consulenza strategica, in The Boston Consulting Group.


All’Amministratore Delegato uscente va il ringraziamento dell’Azionista per aver traghettato la Società nel lungo e complesso contenzioso con lo Stato, a seguito della revoca in danno della concessione e successivo reintegro nella gestione delle autostrade A24/A25. Al nuovo Amministratore Delegato il compito di continuare a tracciare il percorso della Società all’insegna dell’attenzione per il cliente e della valorizzazione di un territorio straordinario, in un contesto caratterizzato dalla sfida di completare l’adeguamento dell’infrastruttura ai più avanzati standard di sicurezza e di innovazione.

Commando libera un detenuto al casello, uccisi 2 agenti in Francia

Commando libera un detenuto al casello, uccisi 2 agenti in FranciaRoma, 14 mag. (askanews) – Almeno due agenti dell’amministrazione penitenziaria sono stati uccisi oggi nell’Eure, in Francia, in un attacco compiuto da un imprecisato numero di uomini armati ad un casello contro il loro furgone che trasportava un detenuto tra Rouen ed Evreux. Quest’ultimo è fuggito. Il ministro della Giustizia, Eric Dupond-Moretti, ha parlato su X di “due agenti deceduti” e tre “gravemente feriti” di cui due in pericolo di vita.


Secondo le informazioni diffuse dalla stampa francese, il fuggitivo, un certo Mohamed A. soprannominato “La Mouche”, sarebbe originario di Rouen. Ha già al suo attivo diverse condanne penali, in particolare per “traffico di droga” e “tentato omicidio” ma non rientrerebbe nell’elenco dei detenuti radicalizzati. Subito dopo il sanguinoso agguato avvenuto verso le 11 è scattata una imponente caccia all’uomo. “Diverse centinaia di agenti di polizia e gendarmi sono mobilitati”, ha fatto sapere il ministro dell’Interno, Gerald Darmarin. Il presidente Emmanuel Macron ha parlato di uno “choc per tutti noi”. “Si sta facendo tutto il possibile per individuare gli autori di questo crimine affinché sia fatta giustizia in nome del popolo francese. Saremo inflessibili”, ha promesso.

Giornata Mondiale Celiachia: Ainc: nostri negozi presidio sanitario

Giornata Mondiale Celiachia: Ainc: nostri negozi presidio sanitarioRoma, 14 mag. (askanews) – Maggiore coordinamento a livello nazionale con le ASL, in modo che tutti i negozi per celiaci ottengano i rimborsi dei bonus in tempi certi, a prescindere dalla Regione in cui si trovano; un sostegno ai negozi che presidiano bacini territoriali a bassa presenza di pazienti celiaci; l’autorizzazione a vendere, non solo prodotti gluten free, ma anche alimenti per soggetti che soffrono di intolleranze differenti. Sono le proposte che ha avanzato Bruno Prandolini, Segretario Generale dell’AINC, Associazione Italiana Negozi Celiachia, intervenendo a un evento – organizzato in concomitanza con la Giornata Mondiale della Celiachia che cade il prossimo 16 maggio – che si è tenuto questa mattina a Roma, presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani.


L’evento, informa una nota, è stato organizzato dall’Intergruppo Parlamentare malattia celiaca, allergie alimentari e AFMS su iniziativa della Presidente, la senatrice Elena Murelli. Sono intervenuti tra gli altri il ministro della Salute, Orazio Schillaci; il senatore Francesco Zaffini; il senatore Raoul Russo; la senatrice Beatrice Lorenzin; la senatrice Simona Flavia Malpezzi. “I nostri non solo solamente dei negozi, ma sono dei veri e propri presidi sanitari territoriali – ha detto Prandolini. – Consentono infatti al Sistema Sanitario Nazionale di erogare più di 55 milioni di euro l’anno per l’acquisto di prodotti senza glutine. Si tratta di una grande responsabilità che gestiamo con estrema cura”. Prandolini ha quindi ricordato che l’AINC rappresenta oltre il 30% dei negozi specializzati che “assistono mensilmente oltre 50.000 pazienti, ovvero circa un quinto della popolazione che ha ricevuto la diagnosi. Della filiera fanno parte più di 500 aziende produttrici: si tratta non solo di aziende industriali, ma di realtà artigianali che ogni giorno si dedicano alla ricerca e allo sviluppo per garantire prodotti di alta qualità, con caratteristiche nutrizionali ottimali, con l’obiettivo di migliorare la vita dei pazienti celiaci”. Il Segretario Generale dell’AINC ha sottolineato che i negozi hanno un ruolo fondamentale nell’assistenza dei soggetti intolleranti: “Offrono supporto e consulenza nella scelta della dieta più adatta alle loro esigenze alimentari”. Per questo l’Associazione – che già organizza mensilmente incontri con le aziende per far conoscere le caratteristiche dei prodotti – da quest’anno ha deciso anche di “sviluppare percorsi di formazione con nutrizionisti, coinvolgendo negozianti e pazienti celiaci”. E sul ruolo che hanno questi negozi nella vita di ogni giorno dei soggetti celiaci, Michele Mendola, delegato regionale AINC per la Sicilia e fondatore della community CeliachiaFacile, spiega: “Siamo dei presidi sanitari, è vero, ma siamo anche delle botteghe – ha detto Mendola, – dove una persona celiaca può scegliere tra migliaia di prodotti, trovando magari quelli realizzati da piccole realtà artigiane locali. I clienti da noi si sentono curati, non solo perché forniamo loro assistenza, ma anche perché conosciamo le loro necessità e i loro gusti. Insomma, perché ci prendiamo cura di loro”.

Dazi Usa contro la Cina, Pechino: decisione politica

Dazi Usa contro la Cina, Pechino: decisione politicaRoma, 14 mag. (askanews) – La decisione del presidente Usa Joe Biden di innalzare tariffe punitive nei confronti della Cina, in particolare per le auto elettriche, i pannelli solari, l’acciaio e i semiconduttori, è “politica” e Pechino non può che esserne fortemente contrariata. Questa la reazione cinese dopo l’annuncio americano che rappresenta una forte stangata sulle relazioni commerciali tra i due paesi.


“La decisione statunitense viene da considerazioni politiche”, ha affermato il ministero del Commercio di Pechino in una nota sul suo sito web. “Nello specifico, si tratta di un tipico gioco politico e la parte cinese esprime forte insoddisfazione”. Il Ministero del Commercio ha accusato gli Usa di “commettere errori su errori” e ha affermato che gli aumenti tariffari proposti violano gli impegni del presidente Joe Biden di evitare il disaccoppiamento dalla Cina. “Ciò influenzerà seriamente l’atmosfera della cooperazione bilaterale”, si legge ancora nella dichiaraizone. “Gli Stati Uniti dovrebbero correggere immediatamente i propri errori e cancellare le tariffe aggiuntive imposte alla Cina”.


Pechino ha reagito anche per voce del ministero degli Esteri. Il portavoce Wang Wenbin ha affermato che la Cina adotterà “tutte le misure necessarie per salvaguardare i suoi legittimi diritti e interessi”. Sono 14 le richieste di aumento fatte dalla presidenza Usa alla rappresentante al Commercio americana Katherine Tai. I veicoli elettrici cinesi saranno soggetti a una tariffa del 100%, quattro volte l’attuale tasso del 25%, mentre i dazi sulle importazioni di celle solari e semiconduttori dalla Cina raddoppieranno fino al 50%, L’aliquota su alcune importazioni di acciaio e alluminio aumenterà al 25%, più del triplo del livello attuale. Colpite anche le batterie elettriche agli ioni di litio per le auto elettriche (25%). Gli aumenti dovrebbero essere attuati da quest’anno fino al 2026, a seconda delle voci. Le tariffe sul tavolo coprono 18 miliardi di dollari in beni, secondo una stima diffusa dalle principali agenzie di stampa.


“Il presidente Biden sta intraprendendo azioni decisive per garantire che le pratiche commerciali sleali non minaccino la nostra competitività e sicurezza economica, rafforzando al tempo stesso la produzione americana. Si tratta di un approccio strategico alla politica commerciale che aiuterà a proteggere le principali industrie statunitensi, come i settori dell’energia pulita e dei semiconduttori”, ha affermato la segretaria al Commercio Usa Gina Raimondo. “Conosciamo – ha proseguito – le strategie della Repubblica popolare cinese, abbiamo visto le loro azioni non di mercato nei confronti del solare e dell’acciaio, e non possiamo permettere alla Cina di indebolire le catene di approvvigionamento statunitensi inondando il mercato con prodotti artificialmente economici che danneggiano le imprese e i lavoratori americani”.


La segretaria al Tesoro Janet Yellen ha ribadito la preoccupazione per la sovraccapacità produttiva cinese.”Il presidente Biden e io abbiamo visto in prima persona l’impatto dell’impennata di alcune importazioni cinesi artificialmente a basso costo sulle comunità americane in passato, e non lo tollereremo di nuovo”, ha dichiarato. “Le preoccupazioni per l’eccesso di capacità sono ampiamente condivise dai nostri partner nelle economie avanzate e nei mercati emergenti, motivati non da una politica anti-cinese ma dal desiderio di prevenire dannose dislocazioni economiche dovute a pratiche economiche sleali”. I dazi imposti dagli Usa sulle auto elettriche, in particolare, appaiono al momento più che altro simbolici. Nessun grande produttore cinese, come BYD, NIO e Li Auto, vende modelli nel mercato americano. L’unico marchio di auto elettrica cinese disponibile negli Usa è Polestar, che è una joint venture tra la cinese Geely e la svedese Volvo. Questo marchio, però, dal 2024 comincerà a produrre anche negli Usa.

Orsero apre nuovo stand Fruttital in ortomercato Milano

Orsero apre nuovo stand Fruttital in ortomercato MilanoRoma, 14 mag. (askanews) – Orsero ha aperto un nuovo stand di Fruttital, società del gruppo operante sul territorio italiano, all’interno del Padiglione 1 dell’ortomercato di Milano Sogemi Foody. Dopo oltre 60 anni di presenza all’interno della storica struttura del mercato ortofrutticolo meneghino, la società trasferisce la propria attività nella costruzione da poco ultimata, parte del progetto Foody 2025.


Il nuovo stand segna per Fruttital e per il gruppo Orsero un passo significativo nell’innovazione e nell’ottimizzazione delle operazioni commerciali in una delle piazze maggiormente strategiche del settore ortofrutticolo italiano. La struttura occupa 6 moduli e una superficie operativa di 1.400 mq, distribuiti su due piani. Il piano superiore, di 140 mq, ospita gli uffici, mentre al piano terra un grande salone condizionato permette di movimentare la merce in modo più efficiente. L’impianto tecnico è sia frigorifero che elettrico e l’infrastruttura IT è altrettanto avanzata, con le più moderne tecnologie e un sistema di rete protetto da leader mondiali nel campo della sicurezza informatica.


Raffaella Orsero, VP e CEO, e Matteo Colombini, Co-CEO e CFO del Gruppo Orsero, spiegano: “siamo orgogliosi di far parte di Foody 2025; il progetto rappresenta un passo importante verso la creazione di un moderno city hub alimentare europeo a Milano, città chiave per il mondo del fresco. I mercati all’ingrosso, nonostante l’ascesa della GDO negli anni, continuano ad essere strategici per la crescita del nostro Gruppo e ci permettono di mantenere l’equilibrio tra i due canali distributivi e di adattarci alle mutevoli esigenze del mercato”. Per Alessandro Piccardo, presidente e amministratore delegato di Fruttital, ha aggiunto: “il nuovo stand porterà un’importante trasformazione nell’approccio lavorativo di Fruttital all’interno del mercato ortofrutticolo di Milano, migliorando significativamente l’efficienza, la velocità e la fluidità delle operazioni”.

Europee, Schlein: resistere e andare avanti,ricordando pagine buie storia

Europee, Schlein: resistere e andare avanti,ricordando pagine buie storiaRoma, 14 mag. (askanews) – “‘Tin bòta!’ È la frase che più si sente in Emilia-Romagna, quella che veniva ripetuta come un mantra dopo le alluvioni del maggio 2023.Tieni botta, resisti. Che poi è un “resistiamo” tutte e tutti insieme, prendendo per mano chi resta indietro per andare avanti più forti e coesi. È questo il nostro modello di società, è su questa strada che vediamo il futuro dell’Italia e dell’Europa”. Lo dichiara via Istagram la segretaria Pd Elly Schlein postando le foto del suo tour elettorale con il candidato Pse alla guida della Ue Schmit in Emilia Romagna, partendo dal campo di concentramento nazifascista di Fossoli.


“Lo abbiamo ripetuto ieri nelle piazze di Carpi, Modena, Reggio Emilia e di Bologna, sotto la pioggia: andare avanti – afferma Schlein- senza dimenticare le pagine più buie della storia, affinché non vengano più scritte. Per questo abbiamo ricordato i martiri trucidati in piazza a Carpi nel 1944 e abbiamo visitato il campo di concentramento di Fossoli.Andare avanti investendo nell’educazione, e in un’educazione inclusiva a partire dagli asili nido, come fanno a Reggio Emilia grazie al “Reggio approach”, un metodo che insegna le unicità e l’importanza delle relazioni.Grazie all’Emilia-Romagna per questa giornata così speciale”:

Veneto, FdI insiste: prossimo presidente spetta a noi

Veneto, FdI insiste: prossimo presidente spetta a noiMilano, 14 mag. (askanews) – “Non siamo affatto sicuri, onestamente, che il Veneto nel 2025 spetterà alla Lega”. Con queste parole Raffaele Speranzon, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia al Senato e parlamentare veneto, intervistato da Affaritaliani.it, risponde alle parole di Matteo Salvini che ha affermato che la Lega ha almeno dieci nomi per sostituire Luca Zaia (visto che il terzo mandato ormai è un capitolo chiuso). “Le elezioni europee saranno un altro tassello importante per capire forze, pesi e contrappesi anche in regione Veneto. Salvini e Tajani parlano di candidati alle Regionali prima delle elezioni di giugno per caricare il proprio elettorato, ma saranno le Europee a determinare la griglia di partenza di chi dovrà intestarsi la guida della regione nel 2025”.


“Fratelli d’Italia – spiega Speranzon – non solo alle Politiche è stato il primo partito in Veneto ma ha più che doppiato il secondo della coalizione di Centrodestra, la Lega, e il Veneto è stata la regione dove abbiamo preso la percentuale più alta in tutta Italia. La nostra classe dirigente orgogliosa di questi risultati si aspetta di guidare il Veneto. E, quindi, se le Europee confermeranno questi numeri e se la democrazia ha un senso, la presidenza del Veneto nel 2025 spetterà a Fratelli d’Italia. Sono i numeri che parlano, d’altronde il presidente del Consiglio è Giorgia Meloni e non Salvini o Tajani. Quando si entrerà nel vivo delle decisioni e non solo nel campo delle ipotesi vedremo chi, nel nostro partito, potrà essere candidato”. Lei è a disposizione? “Io sono sempre a disposizione del mio partito ed al servizio della mia comunità. Sono però tanti i nostri dirigenti che potrebbero certamente assumere la responsabilità di guidare il Veneto. Salvini parla di dieci nomi per la Lega? Io sono più contenuto: abbiamo almeno una mezza dozzina pronta a fare il Governatore”, conclude Speranzon.