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Autore: Redazione StudioNews

Auto, Zipse: necessario rivedere target emissioni Ue

Auto, Zipse: necessario rivedere target emissioni UeMilano, 21 mar. (askanews) – “La lotta al cambiamento climatico non avrà successo se non si tengono in considerazione le esigenze dei consumatori. Per questo riteniamo che sia essenziale una revisione dei target di emissioni di CO2. Regole che ignorano i consumatori e la realtà non possono avere successo”. Lo ha detto il Ceo di Bmw, Oliver Zipse durante la presentazione della Neue Klasse X.


In base alle attuali regole nel 2025 le emissioni dovranno diminuire del 25%, del 55% nel 2030 e del 100% nel 2035. Nel 2024 Bmw lancerà 15 modelli elettrici e potrà contare su 1 bev per ogni brand e in ogni segmento.


Nel 2023 la quota globale di bev Bmw è stata pari al 4,1%, superiore alla quota di gruppo pari al 3,3% “Sappiamo che la domanda di bev non è lineare. Abbiamo una visione realista dello sviluppo dell’elettrico che non si può imporre, bisogna prima creare le condizioni. Per questo offriamo un’ampia varietà di motorizzazioni, incluso l’idrogeno, e abbiamo una produzione flessibile per adattarci alla domanda nelle varie regioni”.

Giuseppe Ambrosoli: una mostra sull’opera del santo medico missionario

Giuseppe Ambrosoli: una mostra sull’opera del santo medico missionarioMilano, 21 mar. (askanews) – “Il Senso della Vita” è il titolo della mostra fotografica video documentaristica dedicata alla figura di padre Giuseppe Ambrosoli, chirurgo e missionario comboniano beatificato nel 2022 da Papa Francesco. Ospitata nella “IsolaSET” di Palazzo Lombardia dal 21 al 27 marzo, la mostra – che include immagini dell’archivio storico fotografico della Fondazione, insieme a un reportage realizzato dall’agenzia PhotoAid – dà conto dell’opera svolta da Giuseppe Ambrosoli Uganda, a Kalongo, dove ha fondato un ospedale, il “Dr. Ambrosoli Memorial Hospital” e la scuola specialistica di ostetricia “St. Mary”


Il reportage fotografico offre uno sguardo profondo e coinvolgente sulla vita quotidiana di mamme, bambini, medici e operatori sanitari che, insieme, trovano significato nella reciproca solidarietà e nell’impegno a servire i più vulnerabili. La comunità di Kalongo, nel nord dell’Uganda, ha sempre difeso e curato l’ospedale e la sua scuola, da sempre un punto di riferimento per centinaia di migliaia di persone. Nei volti e nei sorrisi di queste persone risiede “il senso della vita” ricercato da padre Giuseppe Ambrosoli, che dà il titolo alla mostra. Il video documentario “Giuseppe” ripercorre la figura e i valori di Padre Ambrosoli che continuano a essere trasmessi grazie alla Fondazione e al lavoro dei numerosi medici e volontari che sostengono l’ospedale e la scuola. Il “Dr. Ambrosoli Memorial Hospital” di Kalongo è l’unico ospedale del Distretto di Agago, con un bacino di utenza di circa 500.000 persone, provenienti anche dai 6 distretti confinanti, in cui non sono presenti strutture ospedaliere. Ogni anno sono in media 50.000 le persone assistite: in oltre 60 anni di attività oltre 3 milioni di pazienti hanno ricevuto assistenza sanitaria, di cui il 70% donne e bambini sotto i 5 anni. Dalla sua nascita nel 1959 la St Mary Midwifery School ha trasformato più di 1.650 giovani donne in ostetriche altamente qualificate e fortemente motivate ed è oggi riconosciuta come una delle migliori del Paese.


“L’importanza del diritto alla salute, soprattutto in Africa, è un tema cruciale che richiede attenzione e azione a livello globale – ha detto Giovanna Ambrosoli, presidente della Fondazione Ambrosoli – In Africa, come in molte altre parti del mondo, l’accesso a cure mediche di qualità è spesso limitato dalla mancanza di risorse e infrastrutture sanitarie adeguate, dall’estrema povertà delle fasce più vulnerabili di popolazione e da enormi disuguaglianze socio-economiche. Il diritto alla salute è un pilastro fondamentale per il benessere e lo sviluppo di ogni individuo e della sua comunità, e deve essere garantito in modo equo e universale, soprattutto in contesti come l’Africa, dove le sfide sanitarie sono enormi e urgenti”. Alla inaugurazione della mostra hanno preso parte, tra gli altri, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, l’arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini, l’assessore al Welfare di Regione Lombardia Guido Bertolaso, e Giuliano Rizzardini, direttore del Dipartimento d Malattie Infettive Ospedale Sacco di Milano.


“La gente di Kalongo lo aveva chiamato ‘Doctor Ladit’, ‘grande medico’. Termine affettuoso che non ha tanto a che fare con la sua competenza medica, seppur grande anche quella, ma con la sua grandezza di umanità – è stato il ricordo dell’arcivescovo Delpini – Il suo modo di trattare i pazienti con competenza e umiltà, la sua disponibilità verso tutti i malati e soprattutto i più bisognosi, la sua profonda spiritualità e la vita di preghiera lo rendevano grande agli occhi della gente per cui ha speso la propria vita in testimonianza alla Carità di Cristo”. “Un uomo coraggioso e un visionario: Giuseppe Ambrosoli avrebbe potuto lavorare nell’azienda di famiglia, a Ronago, in provincia di Como, notissima in Italia e nel mondo per la produzione del miele e delle caramelle che tutti abbiamo assaggiato – ha detto il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana – ma scelse di diventare medico e missionario. Per noi è certamente motivo di orgoglio ricordarlo a Palazzo Lombardia anche perché alla nostra terra lo legano, oltre ai natali e agli affetti familiari, anche l’esperienza acquisita all’Ospedale di Tradate, dove ha completato il suo praticantato di Chirurgia durante gli anni in cui studiava teologia a Venegono Superiore per la sua formazione missionaria, tra il 1951 e il 1955. Un luogo che è stato importante nella sua vita in quanto fu ricoverato e curato proprio in questo ospedale quando è tornato in Italia a causa di alcuni problemi di salute”. (nella foto: Giovanna Ambrosoli, presidente della Fondazione Ambrosoli, e l’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, durante l’inaugurazione della mostra “Il Senso della Vita”)

La Cisl: i dati sull’occupazione sono positivi, ma è emergenza competenze

La Cisl: i dati sull’occupazione sono positivi, ma è emergenza competenzeRoma, 21 mar. (askanews) – “Occorrono interventi significativi e mirati per non esaurire la spinta positiva di questa fase: accelerare sul potenziamento dei servizi per l’impiego e sulle riforme del sistema scolastico e dell’orientamento; introdurre incentivi mirati per quelle platee ancora relegate all’inattività, in particolare premiando le aziende che introducano con accordo sindacale misure di conciliazione equamente utilizzate da lavoratori e lavoratrici; investire sui servizi per consentire alle donne di lavorare, non solo asili nido ma anche tempo pieno a scuola, centri estivi, accelerazione della legge sulla non autosufficienza. Infine occorrono misure di sostegno alla produttività e alla crescita”. E’ quanto sottolinea il primo numero del report Cisl sull’occupazione, a cura del dipartimento mercato del lavoro della confederazione.


Una ricerca che ha l’obiettivo di fornire periodicamente un quadro dei principali dati sul lavoro ed elementi utili per una chiave di lettura dei dati stessi. Un approfondimento per poter comprendere i motivi per cui i dati sull’occupazione, derivanti da diverse fonti di rilevazione, possono apparire discordanti, dando luogo spesso a commenti contrastanti. Secondo i dati analizzati dalla Cisl per il terzo anno consecutivo cresce l’occupazione: nel quarto trimestre 2023 gli occupati sono aumentati del 2,3% rispetto ad un anno fa, mentre calano i disoccupati e prosegue da metà 2021 la riduzione degli inattivi. A crescere è l’occupazione buona, quella a tempo indeterminato, con quasi 500.000 posti fissi in più in un anno e il calo di quelli a termine. Questi dati sono conseguenza di un rimbalzo post Covid superiore alle attese e di una serie di concause. Dipendono in buona parte anche dalla carenza di competenze, che sta diventando la vera emergenza e che, se in questa fase spinge le aziende ad assumere con contratti stabili, potrebbe diventare a breve un freno alla crescita, già bassa, e, se non affrontata per tempo, rischia di alimentare un bacino di lavoratori disoccupati o sottopagati a causa delle competenze inadeguate.


Pertanto, secondo la Cisl è necessario “iniziare a sciogliere la contraddizione della compresenza di aziende che non trovano le competenze ricercate con larghe fasce di inattività di donne e giovani che, nonostante questi recenti miglioramenti, tengono l’Italia inchiodata ai tassi di occupazione più bassi nell’Ue-27, primato a cui concorrono soprattutto i dati del Mezzogiorno. Così come va sciolto il dualismo tra aziende più produttive che soffrono la carenza di personale ed altre che non offrono adeguate condizioni di lavoro e retributive, spingendo donne e giovani a cercare condizioni migliori, alle quali, però, non sempre possono aspirare concretamente, perché non in possesso delle competenze richieste”.

Eurozona, indice PMI: economia quasi stabile, calo marginale

Eurozona, indice PMI: economia quasi stabile, calo marginaleRoma, 21 mar. (askanews) – L’attività economica dell’eurozona ha indicato valori quasi stabili, in base ai dati provvisori dell’indagine PMI di marzo, diffusi oggi da S&P Global, che hanno registrato solo un calo marginale della produzione di beni e servizi. La modesta ripresa del settore terziario ha preso vigore, ed è stata accompagnata da un declino più debole della produzione manifatturiera. Tuttavia, le attuali contrazioni riportate in Francia e Germania hanno controbilanciato la maggiore ripresa del resto dell’eurozona, segnalando un quadro economico non uniforme.


C’è stato calo più lento degli ordini e il miglioramento della fiducia nei prossimi 12 mesi, quest’ultima salita al valore più alto in 13 mesi. Dopo i ritardi registrati sulla tratta del Mar Rosso all’inizio dell’anno, anche i tempi di consegna dei fornitori hanno continuato a migliorare, facilitando maggiormente la riduzione dei costi manifatturieri. L’inflazione dei prezzi di acquisto e di vendita sostenuti dal terziario e’ nel frattempo rimasta elevata rispetto alla media storica a causa della crescita delle spese salariali. Detto ciò, gli aumenti sono diminuiti e in parte hanno alleggerito la pressione sull’inflazione dei prezzi di vendita. L’Indice destagionalizzato HCOB PMI Flash della Produzione Composita dell’eurozona, calcolato in base a circa l’85% delle risposte finali dell’indagine e redatto da S&P Global, è salito a marzo a 49.9 da 49.2 di febbraio. Il declino di marzo, nonostante segnali il decimo mese consecutivo di calo della produzione, è solo marginale e quello di minore portata da giugno scorso, indicando una quasi stabilizzazione della produzione. Il flusso dei nuovi ordini ha segnalato la più lenta contrazione in dieci mesi ed il lavoro inevaso ha registrato il minor tasso di riduzione in nove mesi.


Le condizioni economiche hanno tuttavia riportato dati dissimili nei paesi dell’eurozona, sia a livello nazionale che di settore. A marzo, la produzione manifatturiera dell’eurozona è diminuita per il dodicesimo mese consecutivo, e ad un tasso solo leggermente piu’ debole ma che ha prolungato di un altro mese il forte andamento di contrazione. Allo stesso modo, il calo dei nuovi ordini di beni è stato elevato rispetto alla media storica, considerando però che, dopo la moderazione registrata nei cinque mesi precedenti, ha indicato il valore minore in un anno.


Al contrario e dopo sei mesi di calo, l’attività economica terziaria di marzo è aumentata per il secondo mese consecutivo, segnando un tasso di espansione piu’ forte rispetto al valore marginale di febbraio, e toccando il rialzo piu’ forte da giugno dello scorso anno. Il tasso complessivo di crescita dei servizi e’ tuttavia rimasto notevolmente al di sotto di quello di marzo 2023, poiché nel corso di questo mese il rialzo dei nuovi ordini è stato solo leggero. L’incremento del flusso di nuovi ordini è stato comunque il primo dallo scorso giugno. Dopo due mesi di marginale calo a fine 2023, segnala ancora il comunicato di S&P Global,m i livelli occupazionali di marzo hanno indicato un aumento e per il terzo mese consecutivo, anche se rallentato ad un valore molto modesto. Si è registrata una maggiore perdita di posti di lavoro nel manifatturiero e un contemporaneo rallentamento della creazione occupazionale nel terziario. La diminuzione degli organici del settore industriale è stata notevole ed ha indicato per la seconda volta il valore maggiore da agosto 2020. A livello nazionale, sia in Germania che in Francia sono state riportate nuove e leggere riduzioni di personale, mentre nel resto dell’eurozona si sono registrate nuove assunzioni soprattutto nel terziario, anche se a tasso ridotto viste in parte le carenze di manodopera.


L’attuale sofferenza del settore manifatturiero è di nuovo risultata evidente dalla continua forte riduzione dell’acquisto di fattori produttivi da parte delle aziende, che a loro volta hanno indicato il calo più elevato di scorte da dicembre (ed il secondo maggiore da novembre 2012). Il risvolto positivo del minore livello di acquisto di fattori produttivi è stata la minore pressione sulla catena di approvvigionamento. Dopo il primo allungamento in un anno registrato a gennaio a causa delle interruzioni del traffico marittimo sul mar Rosso, i tempi di consegna di marzo si sono ridotti per il secondo mese consecutivo, indicando cosi’ un alleviamento dei disagi della catena logistica. La pressione sui prezzi registrata durante l’indagine condotta a marzo è diminuita, restando però elevata rispetto alla media pre-pandemica. A marzo, dopo l’accelerazione registrata nei due mesi precedenti, l’aumento medio dei prezzi di acquisto rilevato dai settori manifatturiero e terziario è diminuito segnando il più basso ritmo di inflazione complessiva dei costi in tre mesi. Se la continua contrazione dei costi manifatturieri ha avvicinato l’inflazione dei prezzi di acquisto ai livelli medi pre-pandemici, l’aumento dei prezzi del settore terziario, anche se a marzoè rallentato, è stato nettamente superiore alla tendenza pre-Covid. I maggiori costi affrontati dal terziario sono stati spesso collegati all’aumento dei salari. Registrando a marzo la prima riduzione in cinque mesi e dopo aver toccato a febbraio un picco di rialzo in nove mesi, anche l’inflazione dei prezzi di vendita è diminuita. Nell’indagine di marzo, continua ancora S&P Global, le previsioni sui prossimi 12 mesi sono migliorate per il sesto mese consecutivo, segnalando il livello più elevato di ottimismo da febbraio dell’anno scorso. La fiducia ha toccato un picco di rialzo in 23 mesi nel settore terziario, evidenziando l’ulteriore ripresa rispetto ai minimi di settembre, mentre il manifatturiero è scivolato ancora più in basso, mantenendosi però maggiore rispetto ai livelli di fine 2023. I recenti mesi hanno osservato un miglioramento dell’ottimismo delle aziende grazie soprattutto alle previsioni di tassi di interessi piu’ bassi e di una moderazione del costo della vita. Restano tuttavia le preoccupazioni sulle tante incertezze economiche causate dalle attuali tensioni geopolitiche e da un persistente caro prezzi.

Giappone, export cresciuto per il terzo mese consecutivo

Giappone, export cresciuto per il terzo mese consecutivoRoma, 21 mar. (askanews) – Le esportazioni del Giappone sono cresciute in termini di valore per il terzo mese consecutivo a febbraio. Lo segnalano i dati preliminari ufficiali diffusi oggi dal ministero delle Finanze nipponico.


Le esportazioni totali giapponesi hanno raggiunto gli 8.240 miliardi di yen (50 miliardi di euro), in crescita del 7,8% rispetto all’anno precedente. Le importazioni totali sono state pari a 8.620 miliardi di yen (52,3 miliardi di euro), in crescita dello 0,5%. L’export di automobili è aumentato del 19,8%, mentre quello di ricambi auto è cresciuto del 22,6%.


Per destinazione, le spedizioni dirette alla Cina sono aumentate del 2,5%, mentre le esportazioni verso gli Stati Uniti e l’Unione europea sono aumentate rispettivamente del 18,4% e del 14,6%. Le esportazioni verso la Cina sono cresciute per il terzo mese consecutivo, spinte dalle spedizioni di attrezzature per la produzione di chip, che hanno registrato un +80,7%.


Le importazioni sono cresciute per la prima volta da quasi un anno. Quelle di abbigliamento e accessori sono aumentate del 27,5%, e quelle di prodotti petroliferi del 25,7%. Le importazioni di carbone e gas naturale liquefatto sono diminuite rispettivamente del 39,6% e del 21,1%, in un contesto di calma dei prezzi delle risorse. Il giorno in più per l’anno bisestile potrebbe aver influenzato le cifre di febbraio.

Crescono in Italia le foreste gestite in modo sostenibile: +5,9%

Crescono in Italia le foreste gestite in modo sostenibile: +5,9%Milano, 21 mar. (askanews) – Gli ettari di foreste gestite in maniera sostenibile in Italia salgono a quota 980.611,54 nel 2023, con un incremento del +5,9% rispetto all’anno precedente, con ben 14 nuove certificazioni e 14 regioni con almeno una foresta certificata. È quanto emerge dal Rapporto Annuale del PEFC Italia , ente promotore della certificazione della buona gestione del patrimonio forestale, presentato in occasione della Giornata Internazionale delle Foreste (21 marzo). Crescono anche le certificazioni per servizi ecosistemici (+47%) e le aziende di trasformazione che hanno ottenuto la certificazione di Catena di Custodia PEFC (+8,6% rispetto al 2022).


“Abbiamo raggiunto quasi un milione di ettari certificati dal PEFC in Italia: la diffusione della certificazione forestale è uno strumento decisivo per il contrasto al cambiamento climatico. Un milione di ettari di foreste certificati fanno bene al Paese”, spiega Marco Bussone, Presidente PEFC Italia. “Le aziende stanno imparando ad essere sempre più sostenibili, creando delle filiere virtuose intorno alle loro attività e l’incremento dei servizi ecosistemici sta promuovendo un cambio prospettico che ci riguarda tutti, dal produttore al consumatore. Perché il benessere del cittadino si misura anche sul benessere del patrimonio forestale. La crisi climatica inoltre sta modificando in maniera sostanziale l’atteggiamento di consumatori e aziende, indirizzando le scelte verso alternative sostenibili e certificate. I risultati della certificazione PEFC in Italia – conclude Bussone – confermano questo trend, motivato anche dalla spinta indotta dalle istituzioni e dai criteri ESG sempre più al centro delle politiche pubbliche e private”. Le regioni più certificate: Trentino Alto Adige in testa A livello territoriale, il Trentino Alto-Adige si conferma capofila per superficie forestale certificata più estesa con 578.963,8 ettari, considerando quelle curate dal Bauernbund – Unione Agricoltori di Bolzano, le aree gestite dal Consorzio dei Comuni Trentini e dalla Magnifica Comunità di Fiemme nella provincia di Trento.


Al secondo posto il Friuli Venezia Giulia, con 96.035,94 ettari, di cui la maggior parte gestiti da UNCEM FVG. Al terzo posto il Piemonte, con 82.157,10 ettari certificati, grazie a tre nuove certificazioni che l’hanno fatto salire sul podio: in particolare, nel corso del 2023 si è aggiunta una nuova certificazione di gruppo, ottenuta dal Gruppo PEFC ENEGIVOS, per 864 ettari complessivi, nei comuni di Valprato Soana (TO) e Ribordone (TO), mentre l’Unione Montana dei Comuni del Monviso ha conseguito la Certificazione di Gestione Forestale Sostenibile e Responsabile per una superficie complessiva di 887 ettari, interamente di proprietà pubblica, interessata da una pianificazione forestale a governo ceduo e misto, volta anche al rimboschimento. A dicembre inoltre 10.497,80 ettari sono stati certificati per la gestione forestale sostenibile dall’Associazione Monte Rosa Foreste che ha coinvolto 21 comuni nelle province di Vercelli e Novara. Con 80.066,27 ettari certificati si posiziona al quarto posto il Veneto, dove nel 2023 si sono aggiunte – tra le altre – le certificazioni del Consorzio Val Sermana, del Gruppo PEFC Foresta Amica e del Gruppo PEFC Veneto Foreste Confagricoltura Veneto. Al quinto posto c’è invece la Lombardia, con 71.005,17 ettari certificati secondo lo standard PEFC. Tra le regioni in crescita spiccano inoltre la Toscana (35.809,88 ha) e l’Emilia Romagna (6.888,60 ha) con il Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, che ha ottenuto la certificazione per la gestione forestale sostenibile e responsabile oltre che la verifica dei Servizi Ecosistemici biodiversità, servizi turistico-ricreazionali e carbonio forestale. Sempre in Toscana, l’Unione dei Comuni Montani del Casentino ha certificato 5.764,57 ettari. Nelle Marche, i 9.208,25 ettari certificati sono relativi al Gruppo “Bosco di Marca”, costituitosi grazie al progetto “CO2 S.Fo.Ma. MARCHE”, finanziato dal PSR Marche: in questo caso si è anche osservato, grazie a studi condotti sul territorio, un incremento medio di 2,96 t di CO2/ha/anno rispetto alla non gestione, con l’obiettivo di valorizzare la capacità del bosco di stoccare il carbonio. Sale anche il patrimonio forestale targato PEFC in Basilicata, con la nuova certificazione rilasciata alla società agricola Biolegna S.r.l. di Altamura (BA) con unità operative anche ad Abriola (PZ), con cui il territorio lucano ha raggiunto i 4.082,18 ettari. Servizi ecosistemici: crescono le certificazioni da nord a sud Incrementate anche le certificazioni per i servizi ecosistemici, del 47% in più rispetto al 2022, con 8 nuove certificazioni, di cui 5 legate ad attività di aumento dello stoccaggio o diminuzione delle emissioni di CO2 equivalente – che hanno portato ad un aumento della CO2 stoccata o non emessa di 128.923 tonnellate – e altre 3 per le funzioni turistico-ricreative.


In particolare, Toscana e Trentino Alto Adige hanno promosso progetti dedicati alla fruizione del bosco come servizio ecosistemico per il benessere derivante dalla frequentazione dei boschi, come il Forest Bathing del Consorzio forestale dell’Amiata e il Parco del Respiro del comune di Fai della Paganella, in provincia di Trento. Significativa anche l’esperienza del Consorzio dei Boschi Carnici, non solo prima realtà in Italia ad aver certificato il servizio ecosistemico dello stoccaggio o non emissione del carbonio ma anche tra le prime a dare il via ad una filiera certificata dei servizi ecosistemici grazie alla convenzione siglata con Burgo group, azienda multisito con 15 sedi in Italia ed una in Belgio, certificata per la Catena di Custodia PEFC fin dal 2007. La certificazione di Catena di Custodia PEFC nel 2023: +8,6% rispetto al 2022 Sono 115 le aziende che, nel 2023, hanno ottenuto la certificazione di Catena di Custodia (CoC) PEFC, portando il totale a 1.403, ovvero un +8,6% rispetto al 2022. Questi numeri confermano la crescente necessità dei consumatori di avere delle garanzie in merito alle tematiche di sostenibilità ambientale e, di riflesso, quella delle aziende di impegnarsi per la costruzione di un futuro diverso. Un altro esempio tangibile di quanto l’impegno collettivo e condiviso possa impattare significativamente sulla salute della Terra è la certificazione di gruppo dei produttori, strumento a cui possono accedere le aziende con un fatturato al di sotto dei 10 milioni di euro e con meno di 50 dipendenti, che consente anche alle piccole imprese di ottenere, a costi accessibili, la certificazione PEFC. Il 33,9% delle nuove aziende è di fatto parte di una certificazione di gruppo, che non significa solo ottenere la certificazione PEFC a costi minori rispetto a quelli individuali ma anche poter contare sulla consulenza di un ufficio centrale. Per quanto riguarda le categorie produttive, in termini assoluti le più certificate sono le imprese produttrici di pannelli (297 aziende, con un aumento del +16,93% rispetto all’anno precedente), che quest’anno sorpassano le segherie (254), finora la categoria più numerosa. In termini di crescita, la più interessante anno su anno la registra il settore degli imballaggi in legno con un aumento del +20,56% di aziende certificate, sottolineando la svolta eco-compatibile di un settore come quello del packaging responsabile di produrre molti scarti una volta giunto nelle case dei consumatori. Crescono anche le aziende di infissi con un +19,15%, mentre si attestano su +16,20% le imprese che si occupano di legno lamellare e su +15,15% quelle che realizzano componenti per mobili; inoltre, si segnala il +13,51% per il cartone e il +12,22% per la carpenteria.

E’ allarme deforestazione: ogni minuto abbattuti circa 2400 alberi

E’ allarme deforestazione: ogni minuto abbattuti circa 2400 alberiMilano, 20 mar. (askanews) – Secondo una recente indagine elaborata dalla World Animal Foundation, ogni minuto vengono abbattuti circa 2400 alberi a livello globale, 144mila all’ora, oltre 3 milioni al giorno e più di 1 miliardo ogni anno. Questi numeri lanciano una vera e propria allerta, confermando quanto annunciato di recente da The Guardian. La principale fonte d’informazione del Regno Unito infatti dichiara: “Per salvare il Pianeta, bisogna salvare le foreste”. Lo scenario, più che mai in evoluzione, coinvolge i cittadini e, allo stesso tempo, le imprese di tutto il mondo che, chiamate a scendere in campo con iniziative mirate ed efficaci, non restano ferme a guardare: stando, infatti, a quanto indicato dal World Economic Forum, più di 100 aziende in tutto il mondo hanno donato oltre 12 miliardi di alberi in più di 100 paesi nell’ultimo anno.


All’interno di questo scenario emergono realtà di grande spessore come KONE, multinazionale di origine finlandese leader nel settore degli ascensori, delle scale e dei tappeti mobili, che vede nella sostenibilità uno dei suoi core value. A confermarlo è Giovanni Lorino, AD di KONE Italy & Iberica: “Il mondo intorno a noi sta cambiando, dal punto di vista sia tecnologico che ambientale. È ben noto il problema relativo alla deforestazione, ma è anche vero che le principali potenze mondiali si stanno impegnando al fine di ridurre, nel più breve tempo possibile, la quantità di alberi abbattuti. La statistica elaborata dalla World Animal Foundation deve far riflettere in vista dell’ormai prossima Giornata Internazionale delle Foreste, in programma il 21 marzo, e spronare i professionisti di ogni settore ad invertire il trend. A livello strettamente operativo, noi di KONE, come già accennato in occasione dell’ultima edizione della Global Elevator Exhibition, grazie anche all’utilizzo delle migliori innovazioni, selezioniamo per i nostri ascensori solo materiali certificati con dichiarazioni ambientali di prodotto, e riduciamo gli imballaggi non necessari”.

Bce: inflazione dovrebbe proseguire moderazione nei prossimi mesi

Bce: inflazione dovrebbe proseguire moderazione nei prossimi mesiRoma, 21 mar. (askanews) – Il Consiglio direttivo della Bce resta “determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2 per cento nel medio termine. Sulla base della valutazione corrente, il Consiglio direttivo ritiene che i tassi di interesse di riferimento della Bce si collochino su livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale al conseguimento di tale obiettivo”. Lo afferma la stessa istituzione nel sul ultimo bollettino economico, che fa iferimento alla riunione del 7 marzo.


In quella occasione la presidente Christine Lagarde aveva lanciato segnali, poi ripetuti a più riprese, anche ieri, letti come una apertura a un possibile (ma non certo) primo taglio dei tassi di interesse nel mese di giugno, quando “avremo molti più dati”, aveva detto. Il Bollettino ribadisce che “le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario. Il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati nel determinare livello e durata adeguati dell’orientamento restrittivo”.


Ma rileva anche che l’inflazione “dovrebbe mantenere la tendenza al ribasso nei prossimi mesi e ci si attende che, su un orizzonte temporale più lungo, raggiunga l’obiettivo del Consiglio direttivo, a fronte della moderazione del costo del lavoro e dell’attenuarsi dell’impatto degli shock energetici passati, delle strozzature dal lato dell’offerta e della riapertura dell’economia dopo la pandemia”. In particolare, le decisioni sui tassi di interesse “si baseranno sui risultati della valutazione circa le prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari più recenti, la dinamica dell’inflazione di fondo e l’intensità della trasmissione della politica monetaria”, spiega la Bce.

Lamborghini, Winkelmann: fiducioso su 2024, ad aprile Urus plug-in

Lamborghini, Winkelmann: fiducioso su 2024, ad aprile Urus plug-inMilano, 20 mar. (askanews) – Lamborghini chiude un 2023 record con le consegne che superano per la prima volta il tetto delle 10mila unità (10.112) e un fatturato in aumento del 12,1% a 2,66 miliardi di euro. Il risultato operativo supera la prima volta i 700 milioni a quota 723 milioni (+17,8%), con un margine record del 27,2%.


“Lamborghini continua a infrangere record su record. Questo ci permette di guardare con fiducia al 2024, un anno ricco di eventi. Abbiamo un portafoglio ordini che copre tutto il 2024 e parte del 2025 e per la Revuelto fino al 2026”, ha detto il Ceo e presidente Stephan Winkelmann, durante un incontro stampa sui conti. Nel 2024 Lamborghini presenterà la nuova Urus plug-in (Phev) ad aprile in Cina al Salone di Pechino (25 aprile-4 maggio) e nel secondo semestre la nuova Huracan, anch’essa in versione plug-in e con un nuovo nome. “Con Revuelto, Urus e Huracan plug-in completiamo il primo tassello del Piano Direzione Cor Tauri che prevede il lancio della prima elettrica (Lanzador) nel 2028 e la riduzione delle emissioni del 40% al 2030”, ha detto Winkelmann.


Winkelmann ha poi parlato delle prossime elezioni europee e della possibile revisione dei target di riduzione delle emissioni. “L’Ue prenderà tempo fino alla fine del 2026 per esprimersi. Siamo in una fase in cui è pericoloso fare marcia indietro sull’elettrico, considerando gli investimenti fatti dai costruttori. E’ vero che le vendite di bev sono entrate in una fase di stallo, ma oggi è difficile ipotizzare alternative concrete. Se le regole lo consentiranno, noi puntiamo a restare “ibridi” più a lungo possibile con le supersportive (Revuelto e nuova Huracan). Valuteremo l’impiego di e-fuels se saranno disponibili. Il full electric sarà riservato al 4° modello Lanzador nel 2028 e all’Urus nel 2029 che saranno sviluppate sulla stessa piattaforma Ssp”. Il 2024 è anche l’anno del debutto della Lamborghini SC63 mel campionato Lmdh: “è importante gareggiare e fare test. Dobbiamo migliorare gara dopo gara per colmare il gap con i competitor che hanno un anno di esperienza in più”, ha detto Winkelmann.


A livello di aree geografiche, il numero uno di Lamborghini si aspetta una crescita in tutte e tre le regioni (Europa, Americhe e Asia Pacifico) e si dice poco preoccupato del rallentamento del mercato cinese. “La Cina è importante, dobbiamo tenerne conto. Ma non siamo dipendenti dal mercato cinese come altri. Vogliamo avere un approccio conservatore: la Cina è un grande mercato per l’auto, lo è meno per il segmento di lusso”. Infine alla luce del recente rally delle criptovalute, Winkelmann ha confermato che “alcuni nostri concessionari già accettano pagamenti in cripto”.

Meloni: il ricordo delle vittime di mafia sia il faro che ci guida

Meloni: il ricordo delle vittime di mafia sia il faro che ci guidaRoma, 21 mar. (askanews) – “La Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie è un’occasione importante per rendere omaggio a chi ha perso la vita per mano malavitosa, per stringerci attorno ai loro familiari e trasmettere le loro storie ai più giovani, per rinnovare l’impegno quotidiano di ciascuno di noi e delle nostre Istituzioni contro ogni forma di criminalità organizzata”. Lo scrive su X la premier Giorgia Meloni.


“Il ricordo di chi ha pagato un prezzo così alto e l’esempio di chi ha sacrificato la propria vita a difesa della legalità, devono essere il faro che guida le azioni e l’operato di tutti noi. Sempre”, aggiunge.