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Autore: Redazione StudioNews

Basilicata, Chiorazzo: governo Bardi il peggiore della storia

Basilicata, Chiorazzo: governo Bardi il peggiore della storiaRoma, 12 mar. (askanews) – “Stiamo lavorando per creare un’alternativa a questo sciagurato governo, il peggiore della storia della Basilicata”. Così, Angelo Chiorazzo, indicato da ‘Basilicata casa comune’ come il candidato presidente del centrosinistra per le elezioni regionali in Basilicata, parlando con Askanews.


“Gli ultimi sondaggi danno il presidente Bardi dietro rispetto a una mia candidatura unitaria con Pd e M5s. La Basilicata sta soffrendo terribilmente veniamo da cinque anni di malgoverno”, ha detto ancora.

Report Travel Smart: Italia maglia nera emissioni voli aziendali

Report Travel Smart: Italia maglia nera emissioni voli aziendaliMilano, 12 mar. (askanews) – I viaggi aerei sono la forma di mobilità a maggiore intensità climatica. I voli effettuati dalle aziende ogni anno rappresentano, su scala globale, circa il 15-20% delle emissioni complessive dell’aviazione; una percentuale che in Europa rappresenta addirittura il 25-30%. Nonostante questo, le più grandi aziende italiane non hanno un piano per ridurre l’impatto ambientale dei loro voli aziendali. Ecco cosa emerge dal report Travel Smart Ranking 2024, realizzato per il terzo anno consecutivo dall’associazione ambientalista indipendente europea Transport & Environment. Secondo la classifica, che prende in considerazione le 328 aziende di tutto il mondo che compiono il maggior numero di viaggi aerei aziendali, ben 15 sono italiane (5% delle 328 totali) e nessuna di loro ha impostato chiari obiettivi volti a ridurre le emissioni della mobilità aerea. Ciò segnala che le aziende italiane non stanno intervenendo abbastanza rapidamente nè stanno dimostrando un impegno proattivo rispetto alla riduzione delle proprie emissioni.


In generale, tutte le aziende italiane analizzate nel rapporto – cioè le più grandi multinazionali del Paese – mancano di target per ridurre le emissioni dei viaggi aziendali: 13 di queste hanno ottenuto un punteggio pari a C, mentre le altre due – Iveco ed Enel – hanno ottenuto una D, il punteggio più basso, dettato principalmente dal fatto che non hanno reso note (o solo parzialmente) le proprie emissioni di viaggio, rendendo di fatto impossibile misurare il loro score climatico in materia di mobilità. Risulta dunque evidente il ritardo delle aziende italiane in confronto alle multinazionali di altri Paesi come Spagna, Paesi Bassi, Francia, Regno Unito e Germania, dove almeno un’azienda ha ottenuto punteggi come A o B. Aziende lungimiranti vs procrastinatrici. Dall’analisi emerge una discrepanza tra aziende dello stesso settore: aziende “lungimiranti”, che fissano chiari obiettivi climatici, e aziende “procrastinatrici” che, anno dopo anno, mancano di farlo. Dall’analisi di T&E tutte le aziende italiane appartengono alla seconda categoria, avendo ottenuto score C o D e non avendo fissato target di riduzione delle emissioni per la loro mobilità interna (o non riportando in maniera completa e trasparente le emissioni dei viaggi aziendali).

A Milano primo festival del made in Italy: l’artigianato incontra i giovani

A Milano primo festival del made in Italy: l’artigianato incontra i giovaniMilano, 12 mar. (askanews) – Un progetto per sostenere il futuro dell’artigianato e della manifattura italiana e valorizzare settori riconosciuti a livello globale, mettendo al centro le nuove generazioni. E’ il Festival del made in Italy, che debutterà a Milano il 23 marzo al Talent Garden Calabiana.


L’evento è un’iniziativa di Eccellenza italiana, la startup promuove l’Italia e le aziende made in Italy, costruendo una community di oltre 600mila giovani. Con il sostegno di partner istituzionali come la Commissione Europea, il ministero delle Imprese, Regione Lombardia, UnionCamere Lombardia e il Comune di Milano, e con il supporto di Altagamma, Fondazione Cologni e Motor Valley la prima edizione del Festival vedrà coinvolte realtà di spicco del panorama imprenditoriale italiano e ospiti del panorama imprenditoriale italiano. Il Festival si rivolge in particolare a studenti delle scuole superiori e laureandi, ai quali verrà offerta l’opportunità di ascoltare e toccare con mano le realtà produttive italiane. In particolare si ripropone di avvicinare le nuove generazioni a questo patrimonio, raccontando una realtà poco conosciuta e scarsamente valorizzata agli occhi delle nuove generazioni e offrendo stimoli per l’apprendimento.


“Attraverso il Festival del made in Italy, vogliamo dare un contributo concreto per colmare il divario tra i giovani e il mondo dell’artigianato e della manifattura, un settore troppo spesso percepito come distante e inaccessibile. Questa percezione di distacco contribuisce all’errata convinzione che questo comparto sia obsoleto e poco redditizio. Il nostro obiettivo è dimostrare come, al contrario, il ‘saper fare’ di alta qualità offra percorsi professionali ricchi di soddisfazioni, essenziali per il tessuto economico e culturale del nostro Paese” ha spiegato Giovanni Brocca, co-fondatore di Eccellenza italiana, insieme a Lorenzo D’Onofrio, che aggiunge: “Per noi, valorizzare l’italianità significa divulgare e proteggere quel prezioso patrimonio produttivo, creativo e culturale che rende il know how italiano unico al mondo. Con il nostro impegno e il nostro ecosistema digitale puntiamo a fornire alle nuove generazioni idee e strumenti per innovare e perpetuare questa importante eredità”.

Basilicata, Chiorazzo: dialogo continuo e aperto con Pd e M5s

Basilicata, Chiorazzo: dialogo continuo e aperto con Pd e M5sRoma, 12 mar. (askanews) – “C’è un dialogo continuo e aperto con la segretaria Schlein, con il presidente Conte e con la vicepresidente del Senato Taverna e con altri esponenti del Pd, nelle prossime ore arriveremo a capire se ci sarà la possibilità di stare tutti insieme”. Così, Angelo Chiorazzo, indicato da ‘Basilicata casa comune’ come il candidato presidente del centrosinistra per le elezioni regionali in Basilicata, parlando con Askanews.


“A me la parola campo largo non piace proprio. Noi dobbiamo partire dai valori che ci accomunano, dalle idee del programma per rispondere ai bisogni dei lucani. Si può vincere anche da soli così come si può perdere tutti insieme, come è successo in Abruzzo. Se gli elettori non riconoscono che ci sono dei valori che tengono insieme una coalizione con dei programmi credibili”, ha aggiunto.

Report Traver Smart: Italia maglia nera emissioni voli aziendali

Report Traver Smart: Italia maglia nera emissioni voli aziendali

Milano, 12 mar. (askanews) – I viaggi aerei sono la forma di mobilità a maggiore intensità climatica. I voli effettuati dalle aziende ogni anno rappresentano, su scala globale, circa il 15-20% delle emissioni complessive dell’aviazione; una percentuale che in Europa rappresenta addirittura il 25-30%. Nonostante questo, le più grandi aziende italiane non hanno un piano per ridurre l’impatto ambientale dei loro voli aziendali. Ecco cosa emerge dal report Travel Smart Ranking 2024, realizzato per il terzo anno consecutivo dall’associazione ambientalista indipendente europea Transport & Environment. Secondo la classifica, che prende in considerazione le 328 aziende di tutto il mondo che compiono il maggior numero di viaggi aerei aziendali, ben 15 sono italiane (5% delle 328 totali) e nessuna di loro ha impostato chiari obiettivi volti a ridurre le emissioni della mobilità aerea. Ciò segnala che le aziende italiane non stanno intervenendo abbastanza rapidamente nè stanno dimostrando un impegno proattivo rispetto alla riduzione delle proprie emissioni.

In generale, tutte le aziende italiane analizzate nel rapporto – cioè le più grandi multinazionali del Paese – mancano di target per ridurre le emissioni dei viaggi aziendali: 13 di queste hanno ottenuto un punteggio pari a C, mentre le altre due – Iveco ed Enel – hanno ottenuto una D, il punteggio più basso, dettato principalmente dal fatto che non hanno reso note (o solo parzialmente) le proprie emissioni di viaggio, rendendo di fatto impossibile misurare il loro score climatico in materia di mobilità. Risulta dunque evidente il ritardo delle aziende italiane in confronto alle multinazionali di altri Paesi come Spagna, Paesi Bassi, Francia, Regno Unito e Germania, dove almeno un’azienda ha ottenuto punteggi come A o B.

Aziende lungimiranti vs procrastinatrici. Dall’analisi emerge una discrepanza tra aziende dello stesso settore: aziende “lungimiranti”, che fissano chiari obiettivi climatici, e aziende “procrastinatrici” che, anno dopo anno, mancano di farlo. Dall’analisi di T&E tutte le aziende italiane appartengono alla seconda categoria, avendo ottenuto score C o D e non avendo fissato target di riduzione delle emissioni per la loro mobilità interna (o non riportando in maniera completa e trasparente le emissioni dei viaggi aziendali).

Quattro navi dell’esercito Usa partite verso Gaza per costruire il porto e far arrivare gli aiuti umanitari

Quattro navi dell’esercito Usa partite verso Gaza per costruire il porto e far arrivare gli aiuti umanitariRoma, 12 mar. (askanews) – Quattro navi dell’esercito americano sono partite oggi da una base in Virginia trasportando circa 100 soldati e le attrezzature di cui avranno bisogno per costruire un porto temporaneo sulla costa di Gaza per le consegne di aiuti urgentemente necessari.


Si prevede che la nuova struttura – che consisterà in una piattaforma offshore per il trasbordo di aiuti da navi più grandi a navi più piccole e un molo per portarli a terra – sarà operativa “trascorsi 60 giorni”, ha affermato il generale di brigata dell’esercito americano Brad Hinson: “Una volta che saremo pienamente a regime, saremo in grado di portare a terra fino a due milioni di pasti o due milioni di bottiglie d’acqua ogni giorno”.

Vino, Prowein: “47mila visitatori da 135 Paesi e offerta senza pari”

Vino, Prowein: “47mila visitatori da 135 Paesi e offerta senza pari”Milano, 12 mar. (askanews) – “Nonostante lo sciopero dei treni, che ha impedito a molti visitatori di partecipare alla fiera l’ultimo giorno, la trentesima edizione di Prowein ha accolto 47mila visitatori registrati provenienti da 135 Paesi”. Gli organizzatori dell’annuale fiera dedicata al mondo dei vini e dei distillati che si è conclusa oggi a Dusseldorf, fanno il punto della tre giorni parlando di un’edizione di grande successo. “Nessun’altra fiera offre una gamma così ampia come la nostra” ha dichiarato il direttore Peter Schmitz, sottolineando “l’altissima qualità dell’offerta degli espositori” e “il numero crescente di top manager intervenuti”.


Soddisfatta anche la Dg dell’Istituto tedesco del vino (Dwi), Monika Reule, che ha spiegato che “gli espositori tedeschi hanno espresso un giudizio positivo alla luce della presenza di numerosi visitatori internazionali interessati ai vini delle nostre regioni e alla qualità della nuova annata, sottolineando la grande professionalità degli esperti giunti da tutto il mondo. Prowein – ha concluso – ha confermato ancora una volta la sua posizione di fiera del vino più importante del mondo”. Con 1.198 espositori sui 5.320 totali registrati, l’Italia ha confermato di essere il Paese con la rappresentanza più nutrita alla fiera tedesca, dove l’Europa e il Nord America hanno risposto piuttosto compatti all’appello, mentre l’Asia si è presentata alla spicciolata.


L’unica certezza di questa edizione è un mercato in generale contrazione e soprattutto in trasformazione ma sulla direzione che prenderà non c’è unità di visione. Intanto la fiera di Dusseldorf ha dedicato un intero padiglione agli Spirit, “un segmento di mercato dal grande potenziale”, con 420 espositori provenienti da 40 Paesi, e sotto la sigla “Prowein Zero” ha riservato un’area ai prodotti “no e low alcol”, completata da una zona di degustazione organizzata da Meininger Verlag. La prossima edizione di Prowein si terrà dal 16 al 18 marzo 2025.

Confindustria, Marenghi lascia. E’ corsa a tre per la presidenza

Confindustria, Marenghi lascia. E’ corsa a tre per la presidenzaRoma, 12 mar. (askanews) – Alberto Marenghi, come era nelle previsioni, ha lasciato la corsa per la presidenza di Confindustria. Con una lettera inviata ai saggi, Marenghi, il candidato meno favorito nella successione a Bonomi, ha spiegato il passo indietro affermando di voler dare “un segnale di unità e di compattezza” perchè la priorità di questa fase è la “ricomposizione e la convergenza”. A circa tre settimane dal voto del 4 aprile in campo restano Edoardo Garrone, Emanuele Orsini e Antonio Gozzi.


Terminate le consultazioni con la base associativa, i saggi hanno inviato una lettera ai presidenti e componenti del consiglio generale annunciando “ulteriori comunicazioni” sull’eventuale “raggiungimento della soglia percentuale di voti assembleari regolarmente esercitabili”, pari al 20%, necessaria per “l’automatica partecipazione al voto di designazione del 4 aprile”. Garrone ha già certificato di poter contare su oltre il 20% di tali voti, avendo così accesso di diritto alla finale. Anche Orsini avrebbe superato tale soglia e consegnato la documentazione ai saggi. Fonti vicine a Gozzi fanno sapere che, entro giovedì, anche lui dovrebbe attestare un sostegno superiore al 20%.


“In vista dell’appuntamento del consiglio generale del prossimo 21 marzo, la commissione – si legge ancora nella missiva inviata dai saggi, Mariella Enoc, Ilaria Vescovi e Andrea Moltrasio – procederà entro la fine della corrente settimana all’analisi della documentazione acquisita, con particolare attenzione al riscontro di legittimità formale e sostanziale delle delibere delle associazioni che sono state trasmesse e depositate in queste settimane di consultazione”. I tre si preparano a redigere una relazione finale delle valutazioni raccolte sui candidati. Quindi individueranno i nominativi scelti. Lo statuto di Confindustria prevede un numero massimo di tre candidati per il voto, a scrutinio segreto, del consiglio generale, “fermo restando un obiettivo di sintesi e di promozione della massima unitarietà possibile”.


Da procedura, per acquisire lo status di presidente designato è necessario conseguire almeno la metà più uno dei voti dei presenti in consiglio generale, senza tener conto degli astenuti e delle schede bianche. Se non si dovesse raggiungere il quorum richiesto alla prima votazione, in caso di tre candidati, si andrà al ballottaggio tra i due più votati nel primo scrutinio. Caso mai avvenuto nella storia di Confindustria.

Basilicata, Bardi: sinistra divisa, come possono governare?

Basilicata, Bardi: sinistra divisa, come possono governare?Roma, 12 mar. (askanews) – “La sinistra lucana come al solito si divide sui nomi, sugli interessi e sulle poltrone. Non c’è una proposta per la Basilicata, una regione che la sinistra da sempre ritiene di serie B. In questa fila di nomi, su ognuno dei quali c’è un veto di qualcun altro, sui poteri e gli interessi che sono dietro i vari profili emersi in questi mesi, i lucani si sono fatti un’opinione molto chiara: chi sono e cosa c’è dietro è chiaro a tutti. Il centrodestra è invece una coalizione unita, che ha governato 5 anni, aperta alle migliori esperienze civiche, del territorio, che si rivolge ai liberali, ai moderati, agli europeisti. La Basilicata merita una coalizione politica, capace di governare e di fare sintesi”. Lo afferma in una nota il Presidente della Regione Basilicata e candidato del centrodestra alle prossime elezioni del 21 e 22 aprile, Vito Bardi.

Mar Rosso, Alemanno (Bolton food): ritardi e rincari in approvvigionamenti

Mar Rosso, Alemanno (Bolton food): ritardi e rincari in approvvigionamentiMilano, 12 mar. (askanews) – La crisi del Mar rosso, con l’allungamento delle rotte e l’aumento dei costi dei noli, preoccupa molte aziende dell’agrolimentare. Tra loro c’è Bolton food, gruppo noto per marchi come Rio Mare, che è alle prese con le difficoltà di approvvigionamento di una materia prima come il tonno. “La nostra industria si basa sul trasporto di pesce da una parte all’altra del mondo – ha detto ad askanews l’amministratore delegato di Bolton food e Tri Marine – Oggi le rotte si sono allungate molto e questo vuol dire incidere sui costi di trasporto di parecchie centinaia di dollari a tonnellata. In questo momento noi abbiamo non soltanto un ritardo di approvvigionamenti ma anche un aggravio dei costi”.


La situazione che si è creata nel mar Rosso sta mettendo in difficoltà l’economia globale: secondo PortWatch gli attacchi alle navi commerciali hanno spinto le compagnie di navigazione a deviare il traffico lontano da quella rotta, dove transita circa il 15% dei volumi del commercio marittimo globale. “Noi trasportiamo il pesce della zona West Pacific anche nella parte Est Pacific, questa situazione ora ci costringe a circumnavigare con tutta una serie di problemi – prosegue Alemanno – Per esempio approvvigionare la fabbrica del Marocco oggi è diventato molto più complicato rispetto al passato. Ma la stessa cosa capita, per altre ragioni, nel Canale di Panama dove siccità e comunque anche l’incremento del traffico porta dei ritardi e dei costi aggiuntivi” C’è quindi un rischio concreto per l’approvvigionamento della materia prima? “C’è un un lead time (tempi di consegna, ndr) che si allunga – conferma Alemanno – e questo porta a rivedere tutta la catena della supply chain, con l’incremento degli inventari e con delle logiche di pianificazione molto più complicate”. Oltre ai rincari dei noli, l’industria delle conserve ittiche fa i conti con la corsa del prezzo dell’olio d’oliva. Secondo i dati Eurostat, nell’Unione europea i prezzi dell’olio d’oliva sono cresciuti del 50% a inizio 2024, con l’Italia che registra un +45%. A fronte di questi aumenti Alemmano esclude “la sostituzione dell’olio d’oliva con altri oli”. “Non avverrà – assicura – Noi siamo fedeli alla nostra promessa di un prodotto che si basa su caratteristiche dell’olio d’oliva molto elevate. Quello che abbiamo fatto, accanto alla nostra tradizionale offerta, è stato aggiungere, ormai da quattro anni, una proposta che si chiama ‘filo d’olio, che riduce sensibilmente la quantità di olio, anche in virtù del fatto che il consumatore per la maggior parte lo butta via. È una formula particolare, con delle soluzioni tecnologiche che servono a sostituire olio con gas inerti e che rendono il prodotto molto più semplice da utilizzare”.


Lo scorso anno i rincari delle materie prime si sono tradotti in un aumento dei prezzi finali al consumatore che hanno, a loro volta, penalizzato le aziende sul fronte dei volumi. “Per noi il 2023 è stato un anno complicato, così come sono stati gli anni successivi alla pandemia. La nostra industria utilizza metalli, carta, olio d’oliva, di pesce e tutti sono stati impattati” dalla congiuntura economica, ha osservato Alemanno. “Noi l’inflazione l’abbiamo subita tutta e su tutti i fronti. È chiaro che non siamo riusciti a trasferire la stessa inflazione al consumo. I prezzi sono aumentati per ovvie ragioni, su tutto il panorama del fast moving e questo ha comportato evidentemente anche una riduzione di volumi, perché c’è un processo di down trading dei consumi e di trade off da parte del consumatore che è visibile sui numeri del fast moving”. A fronte di un mercato delle conserve ittiche in Italia che ha registrato “cali di volume tra il 5 e il 7%, noi siamo allineati”. Ma assicura l’ad non c’è stata speculazione: “E’una domanda difficile alla quale rispondere – afferma ma rispondo con tutta onestà: non è il nostro caso”.