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Autore: Redazione StudioNews

In arrivo 7 mln per le aree montane della Regione Toscana

In arrivo 7 mln per le aree montane della Regione ToscanaRoma, 7 mar. (askanews) – Sostenere, salvaguardare e promuovere le aree montane della Toscana. E’ questa la finalità cui saranno destinati i 7 milioni di euro provenienti dal Fondo nazionale per lo sviluppo delle montagne italiane (FOSMIT). La giunta regionale, su proposta dell’assessora all’agricoltura Stefania Saccardi, ha stabilito di destinare queste risorse a due misure: un bando rivolto a interventi di prevenzione del rischio idrogeologico, e uno per interventi di salvaguardia e valorizzazione della montagna.


Beneficiari di entrambi gli avvisi saranno le Unioni di comunità montane e i comuni classificati come montani o parzialmente montani e non facenti parte di unioni. Il primo bando finanzierà azioni di prevenzione del rischio di dissesto idrogeologico, stabilendo una priorità per gli enti rientranti in almeno una delle ordinanze commissariali a seguito degli eventi alluvionali dello scorso novembre. Complessivamente il budget disponibile sarà di 3,9 milioni.


Il secondo, utilizzerà 3,1 milioni di risorse per finanziare progetti molto eterogenei, volti a tutelare i territori montani e a promuoverli, a contrastare lo spopolamento, a salvaguardare l’ambiente e la biodiversità, a valorizzare l’energia da fonti rinnovabili, a consentire interventi su viabilità e sentieristica. “Si tratta di risorse preziose – dice il presidente Eugenio Giani – per sostenere le aree montane affinché diventino sempre più un elemento di crescita economica e sviluppo sociale. Per noi le zone montane hanno un’importanza strategica anche in ottica di interesse regionale per favorire i giovani e il ripopolamento di questi territori”.

Rai1, “Folle d’amore”: il 14 marzo il film sulla vita di Alda Merini

Rai1, “Folle d’amore”: il 14 marzo il film sulla vita di Alda MeriniRoma, 7 mar. (askanews) – Esce il 14 marzo in prima serata su Rai 1, il film “Folle d’amore. Alda Merini”, sulla vita di Alda Merini, diretto da Roberto Faenza. Il film è una coproduzione Rai Fiction – Jean Vigo Italia. Distribuzione internazionale Beta Film GmbH. E’ stato presentato al Torino Film Festival ed è liberamente ispirato al romanzo Perché ti ho perduto della scrittrice Vincenza Alfano.


Nel cast Laura Morante, Federico Cesari, Rosa Diletta Rossi, Giorgio Marchesi, e Mariano Rigillo. E’ la giovane attrice, Sofia D’Elia, classe 2006 a interpretare Alda Merini da adolescente. Un ruolo in cui ha amato cimentarsi: “Quando sono stata scelta per “Folle d’amore – ha dichiarato la D’Elia – ho provato una gioia immensa e allo stesso tempo un grande senso di responsabilità. Aver conosciuto e letto le opere della poetessa Alda Merini sui banchi di scuola e interpretarla poi in un’opera cinematografica è stata un’esperienza davvero importante e formativa. Di lei, leggendo il copione e documentandomi, mi ha affascinato la sua passione per la poesia e la musica e soprattutto la sua libertà mentale. Alda Merini mi ha insegnato a rispettare le donne che in passato hanno lottato per farsi ascoltare, dando a noi la possibilità di vantare oggi una maggiore libertà di espressione”. Già protagonista in un film di Roberto Faenza, Hill of vision, il regista mette l’accento sul talento di Sofia D’Elia: “A mio avviso è straordinaria – dichiara Faenza – per la sua sensibilità e l’attenzione che ha quando entra in scena. È un volto interessante, fragile e sapiente. Ideale per il cinema. Per me è stata perfetta nel ruolo di Alda Merini da adolescente. Perché Alda Merini, a differenza di quello che si dice, in quella fase della sua vita è stata una ragazzina sensibile e piena di vita.”

Lagarde: la crescita dell’eurozona resta debole, graduale ripresa nel 2024

Lagarde: la crescita dell’eurozona resta debole, graduale ripresa nel 2024Roma, 7 mar. (askanews) – L’economia dell’area euro “resta debole. I consumatori continuano a frenare le loro spese, l’inflazione si è moderata e le imprese esportano o meno, a riflesso di un rallentamento della domanda esterna e di una perdita di competitività”. Lo ha affermato la presidente della Bce, Christine Lagarde nella conferenza stampa al termine del Consiglio direttivo.


“Tuttavia – ha aggiunto – le indagini indicano una graduale ripresa nel corso di quest’anno, mentre l’inflazione cala e i salari continuano a salire i redditi reali dovrebbero rimbalzare, e sostenere la crescita, mentre l’effetto deprimente dei passati rialzi dei tassi dovrebbe gradualmente attenuarsi”.

Rai, il 14 marzo su Rai1 un film tv per celebrare Alda Merini

Rai, il 14 marzo su Rai1 un film tv per celebrare Alda MeriniRoma, 7 mar. (askanews) – Con il film tv “Folle d’amore Alda Merini”, in onda giovedì 14 marzo in prima serata su Rai1 (una coproduzione Rai Fiction e Jean Vigo), “celebriamo una delle più grandi artiste del nostro Novecento, una delle più grandi poetesse”, scomparsa nel 2009. Così la direttrice di Rai Fiction, Maria Pia Ammirati, nella conferenza stampa di presentazione del film, questa mattina a Viale Mazzini.


“Alda Merini – ha ricordato Ammirati – è stata una grande poetessa che ha cominciato giovanissima a scrivere. Ha incontrato i grandi, nel ’50 fu pubblicata da Spagnoletti, ha incontrato Quasimodo, Montale, ha chiacchierato con la Spaziani, una delle grandissime poetesse. Quindi era quasi un dovere per noi illuminare una grande artista, ma soprattutto una grande donna che ha avuto una vita difficilissima, complicata, di cui spesso si parla, parlando della parte più buia di quella sua vita”. “Per raccontare una biografia così complicata – ha proseguito Ammirati – ci siamo fatti aiutare anche dalla famiglia. Quindi la prima cosa che dobbiamo dire è grazie alla famiglia, alle quattro figlie, ai tanti e alle tante nipoti che ci hanno accompagnato in questa avventura. Io ho avuto da ragazza il privilegio di conoscerla e di intervistarla. Una delle rare interviste televisive la mia: l’ho intervistata ai Navigli, l’ho intervista nella sua difficile casa, di cui abbiamo riproposto una parte. Ho un ricordo magnifico di lei”.


Tre i motivi per cui bisognava fare questo film, ha spiegato Ammirati: “1) perché è necessario 2) perché sono convinta che le donne del Novecento hanno bisogno di essere illuminate, perché esse a loro volta illuminano il nostro presente e ci fanno capire cose molto importanti sullo status e la condizione femminile negli anni passati, in un secolo così difficile e così veloce come è stato il Novecento 3) perché il servizio pubblico deve illuminare queste donne e queste biografie, le deve riportare in vita, per capire davvero cosa è stato il nostro passato, e poter vivere meglio questo nostro presente così difficile”. Il film è stato diretto dal regista Roberto Faenza, il quale si è detto convinto che “avrà un’ottima accoglienza da parte del pubblico, perché Alda è un personaggio che vive ancora nel cuore della gente, soprattutto dei giovani”. “Io – ha detto Faenza – oltre a fare il regista insegno all’Università, e vedo che un sacco di ragazzi sono interessati alla Merini, quasi come se fosse una luce, un faro, come se li guidasse verso qualche cosa, e quindi sono convinto che questo film avrà un bel successo”.


A interpretare la poetessa sono le attrici Laura Morante e Rosa Diletta Rossi. Nel cast, anche Federico Cesari, Sofia D’Elia, Mariano Rigillo, Luca Cesa, Alessandro Fella, Giorgio Marchesi, Francesco Beggio e Ludovico Succio.

Tajani: è stupido cancellare la croce dal poster delle Olimpiadi di Parigi

Tajani: è stupido cancellare la croce dal poster delle Olimpiadi di ParigiBucarest, 7 mar. (askanews) – E’ “stupidità” una certa idea di laicità, che vuole negare la storia e l’identità invece di garantire la convivenza e la tolleranza delle diverse culture e religioni, e dei loro simboli. Come è accaduto in Francia, dove nei poster per le Olimpiadi di Parigi dell’estate prossima è stata cancellata la croce che svetta sulla guglia della chiesa dell’Hotel des Invalides. L’episodio è stato riportato, e condannato, dal ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, nel suo intervento al congresso del Ppe oggi a Bucarest.


“Sono molto scontento – ha osservato durante il suo discorso, in inglese – quando guardo certe foto riguardanti i giochi olimpici a Parigi”. A questo punto, Tajani è passato alla lingua di Molière. “Lo dirò in francese: non è una buona idea, cancellare la croce della cupola della chiesa ‘des Invalides’”. “Non è una buona idea – ha osservato – cancellare la nostra storia e la nostra identità per inviare un messaggio agli altri. Nessun musulmano, nessun ebreo avrebbe cancellato la sua storia. Perché se noi non ci rispettiamo noi stessi, gli altri non rispetteranno mai gli europei”, ha continuato il leader di Forza Italia, ra gli applausi. E ha sottolineato: “Non è laicità, è stupidità”.


“La laicità – ha rilevato il ministro Tajani – è un’altra cosa. Io ci credo nella laicità. Non è cancellare la storia e l’identità. Nessuno è obbligato a dire che è cristiano. Ma noi siamo cristiani, il nostro partito è un partito cristiano democratico, non possiamo rinunciare alla nostra identità”. “Per questo – ha aggiunto – sono veramente deluso per quest’immagine. Spero che cambieranno le cose in Francia. Perché non possiamo cambiare la storia. La croce è là, non la si può cancellare in una foto: non è una foto – ha concluso – che cambia la storia della Francia, la storia dell’Europa”.

Avvenire lancia nuova campagna di sensiblizzazione sulle donne

Avvenire lancia nuova campagna di sensiblizzazione sulle donneMilano, 7 mar. (askanews) – Avvenire, per il secondo anno consecutivo, in occasione della Festa della donna, lancia un’iniziativa per far luce su questioni internazionali. Con la campagna di comunicazione, sensibilizzazione e solidarietà #AvvenireDonnePerlaPace, dedicata a Vivien Silver, pacifista uccisa da Hamas lo scorso 7 ottobre, il quotidiano darà voce e sostegno concreto alle donne impegnate in processi di pacificazione in tutto il mondo, porterà avanti un’iniziativa legislativa europea per le donne nei negoziati di pace e promuoverà una raccolta fondi per finanziare un progetto educativo in Israele.


L’iniziativa partirà come sempre dalle pagine del quotidiano, del sito e dei social dall’8 marzo, dando voce a decine di donne, Premi Nobel per la pace come l’iraniana Shirin Ebadi, la yazida Nadia Murad, la filippina-americana Maria Ressa, mediatrici di fama internazionale come la ruandese Godeliève Mukasarasi, la nordirlandese Monica McWilliams o la serba Natasa Kandic, con la pubblicazione di interviste che racconteranno la loro storia personale e il percorso (pubblico e privato) che le ha condotte verso l’impegno per la pace. Le voci raccolte diventeranno poi una miniserie podcast e un libro nei prossimi mesi. La raccolta fondi sarà un altro tassello importante del progetto, con l’obiettivo di finanziare un’iniziativa presso la scuola primaria di Neve Shalom Wahat al-Salam, l’unica in Israele dove gli allievi sono metà israeliani e metà palestinesi e si insegna nelle due lingue. Le donazioni serviranno a creare spazi di dialogo per consentire alle mamme di religioni diverse di continuare a educare sé stesse e i loro figli alla pace nonostante la guerra in corso. Infine la collaborazione scientifica con l’Università Cattolica ha dato vita a una petizione inviata al Parlamento Europeo, che chiede alle istituzioni comunitarie di adoperarsi per l’implementazione dell’Agenda Donne Pace e Sicurezza. Nonostante le donne siano colpite in maniera sproporzionata da conflitti e da crisi umanitarie, infatti, restano ai margini dei tavoli decisionali. Questo priva colpevolmente le trattative di pace della rappresentanza di metà della popolazione, dei suoi bisogni ed esigenze. Eppure le donne, come emergerà dalle interviste alle protagoniste e dalle analisi di esperti ed ambasciatori, costruiscono spesso la pace nel loro quotidiano, facilitano il dialogo e la resilienza nelle proprie comunità.


Nel progetto #AvvenireDonnePerlaPace, che proseguirà per tutto l’anno, Avvenire, grazie a una partnership con lo IED (Istituto Europeo di Design) si avvarrà della collaborazione di giovani donne per la realizzazione delle illustrazioni che lanceranno l’iniziativa sui social e sul giornale, con l’obiettivo di sensibilizzare i giovani su un tema complesso, invitandoli a ragionare su come si comunica la pace. Gli artwork delle protagoniste coinvolte sono stati realizzati dalle studentesse del corso di Illustrazione Ied Roma e dalle due Alumnae Gaia Magnini e Marta Stabile. Il lavoro è stato supervisionato da Max Giovagnoli, coordinatore della Scuola di Arti Visive Ied Roma. Il logo dell’intera iniziativa è invece stato ideato da una giovane profuga afghana ora rifugiata in Pakistan, in ideale continuità con la campagna del 2023 #Avvenireperdonneafghane. #AvvenireDonnePerlaPace, un’iniziativa sostenuta dalla redazione tutta e in primis dal direttore Marco Girardo, “dimostra ancora una volta”, afferma il Direttore, “l’impegno e l’attenzione del quotidiano verso temi di grande importanza, spesso lontani dall’attenzione dell’opinione pubblica, al fine di promuovere e aprire la strada ad un cambiamento importante attraverso la buona informazione, seguendo la linea di un piano editoriale che intende sempre più rimpiazzare il sensazionale con il fondamentale e, soprattutto nella rinnovata edizione cartacea, il recente con il rilevante”.

Tennis, Sinner torna in campo: “Sono preparato”

Tennis, Sinner torna in campo: “Sono preparato”Roma, 7 mar. (askanews) – Sinner torna in campo ad Indian Wells dopo la vittoria a Rotterdam. E’ il primo Masters 1000, il debutto contro Thanasi Kokkinakis domani e ci arriva da imbattuto nel 2024, dopo il primo trionfo Slam per un italiano in singolare maschile dal 1976, e con la concreta possibilità di lasciare la California da numero 2 del mondo, una posizione mai raggiunta per un italiano nella storia del tennis maschile.


“Questo tipo di motivazione mi spinge ancora di più – ha detto in conferenza stampa – ma il mio obiettivo resta diventare un giocatore migeliore settimana dopo settimana. Indipendentemente dai risultati, lavoriamo er questo e spero di dare il 100% in ogni aspetto”. “Uso pochissimo i social, in Italia non ci sono mai, ma sento comunque l’affetto dei tifosi. Ma la cosa più importante rimane il lavoro: io sono ossessionato dal lavoro, se non lavoro sto male” ha detto. Il trionfo a Melbourne è stato indubbiamente un momento speciale, ma dopo, ha aggiunto, “devi ricominciare tutto da capo. ti svegli e ricominci a lavorare. Forse ho un punto di vista un po’ diverso su come festeggiare certe cose. Naturalmente ci siamo divertiti per un giorno, poi siamo tornati a casa”. Nella sua, che ha descritto come “molto piccola” ora è impossibile non notare il trofeo dell’Australian Open. Un successo che ha dato una spinta a tutto il tennis italiano, ha detto Jasmine Paolini dopo la sua prima vittoria in un WTA 1000 e l’ingresso tra le prime 15 del mondo.


Il numero 1 d’Italia è comunque molto consapevole che i presupposti di questo momento del tennis italiano, “il migliore della nostra storia” ha detto il presidente della FITP Angelo Binaghi, siano da ricercare più indietro nel tempo. “E’ iniziato anni fa, con Francesca Schiavone e Flavia Pennetta. Poi con Fabio Fognini che ha vinto un Masters 1000 a Monte-Carlo e Matteo Berrettini arrivato in finale in uno Slam

Oscar 2024, tutto pronto a Hollywood. L’Italia punta su Garrone

Oscar 2024, tutto pronto a Hollywood. L’Italia punta su GarroneRoma, 7 mar. (askanews) – Manca pochissimo alla 96esima edizione degli Oscar. Lo srotolamento del red carpet a Hollywood fa partire da sempre il countdown: nella notte tra il 10 e l’11 marzo verranno assegnati i premi più prestigiosi e attesi del cinema. E i pronostici, per quanto le sorprese sono sempre dietro l’angolo, vedono favorito “Oppenheimer”: il film di Christoper Nolan sul padre della bomba atomica si presenta con 13 nomination pesanti, tra cui quella come miglior film, regia, sceneggiatura, miglior attore, Cillian Murphy, anche lui tra i favoriti per la statuetta insieme a Bradley Cooper per “Maestro”.


Si punta molto anche su “Povere creature!” di Yorgos Lanthimos, con 11 candidature, e sull’incredibile prova della protagonista Emma Stone, in lizza come migliore attrice. C’è poi Martin Scorsese che ha 10 nomination per il suo “Killers of the Flower Moon”, seguito da “Barbie” di Greta Gerwig che corre in 8 categorie, anche come miglior film. In quest’ultima, la più prestigiosa, ci sono tra gli altri da tenere dì’occhio anche “Anatomia di una caduta” di Justine Triet, che ha in tutto 5 nomination ed è favorito per la sceneggiatura, il britannico “La zona d’interesse” di Jonathan Glazer, il debutto di Celine Song, “Past Lives” e The Holdovers – Lezioni di vita” di Alexander Payne con Paul Giamatti.


L’Italia punta su Matteo Garrone: “Io capitano” è nella cinquina del miglior film internazionale. Dopo il Leone d’argento alla regia a Venezia, il film che racconta l’epopea dei migranti per raggiungere l’Europa ha conquistato diversi premi internazionali. Il favorito è “La zona d’interesse” ma l’Italia ci spera. L’ultimo Oscar per “La Grande Bellezza” è di 10 anni fa.

Tajani: stupido cancellare la croce da poster Olimpiadi di Parigi

Tajani: stupido cancellare la croce da poster Olimpiadi di ParigiBucarest, 7 mar. (askanews) – E’ “stupidità” una certa idea di laicità, che vuole negare la storia e l’identità invece di garantire la convivenza e la tolleranza delle diverse culture e religioni, e dei loro simboli. Come è accaduto in Francia, dove nei poster per le Olimpiadi di Parigi dell’estate prossima è stata cancellata la croce che svetta sulla guglia della chiesa dell’Hotel des Invalides. L’episodio è stato riportato, e condannato, dal ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, nel suo intervento al congresso del Ppe oggi a Bucarest.


“Sono molto scontento – ha osservato durante il suo discorso, in inglese – quando guardo certe foto riguardanti i giochi olimpici a Parigi”. A questo punto, Tajani è passato alla lingua di Molière. “Lo dirò in francese: non è una buona idea, cancellare la croce della cupola della chiesa ‘des Invalides’”. “Non è una buona idea – ha osservato – cancellare la nostra storia e la nostra identità per inviare un messaggio agli altri. Nessun musulmano, nessun ebreo avrebbe cancellato la sua storia. Perché se noi non ci rispettiamo noi stessi, gli altri non rispetteranno mai gli europei”, ha continuato il leader di Forza Italia, ra gli applausi. E ha sottolineato: “Non è laicità, è stupidità”.


“La laicità – ha rilevato Tajani – è un’altra cosa. Io ci credo nella laicità. Non è cancellare la storia e l’identità. Nessuno è obbligato a dire che è cristiano. Ma noi siamo cristiani, il nostro partito è un partito cristiano democratico, non possiamo rinunciare alla nostra identità”. “Per questo – ha aggiunto – sono veramente deluso per quest’immagine. Spero che cambieranno le cose in Francia. Perché non possiamo cambiare la storia. La croce è là, non la si può cancellare in una foto: non è una foto – ha concluso – che cambia la storia della Francia, la storia dell’Europa”.

Acqua bene comune ma a caro prezzo per le Isole minori

Acqua bene comune ma a caro prezzo per le Isole minoriRoma, 7 mar. (askanews) – La realizzazione e la messa in funzione di impianti di dissalazione a terra nelle isole minori italiane, e in particolare in quelle siciliane, sta continuando a mostrare criticità evidenti nella produzione e nella fornitura di acqua potabile per le lunghissime tempistiche realizzative necessarie all’entrata in funzione degli stessi impianti; per gli elevatissimi costi di gestione e manutenzione; per la scarsa qualità dell’acqua immessa nella rete – causa di profondi disagi per gli abitanti e motivo che concorre allo spopolamento – e per l’inquinamento ambientale prodotto dallo scarico in mare, vicino alla costa, di massicce quantità di salamoia fortemente impattante e spesso contaminata da reagenti chimici.


Sono queste le maggiori evidenze scaturite dallo studio “Costi ambientali ed economici della dissalazione”, curato da Roberto Di Vincenzo (già dirigente dell’allora Ministero della Marina mercantile) e Giuseppe Taverna (già dirigente per il servizio idrico integrato e l’approvvigionamento idrico delle Isole minori della Regione Siciliana), i cui dati sono stati presentati alla conferenza stampa “Crisi idrica: soluzioni normative e tecnologiche verso la Giornata Mondiale dell’Acqua” promossa da Fondazione UniVerde e Marevivo, in partnership con Marnavi e Idroambiente e in media partnership con Askanews, Italpress, TeleAmbiente, Opera2030, SOS Terra Onlus, che si è svolta questa mattina presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati. Pur partendo da metodologie di indagine disgiunte, per avere due valutazioni indipendenti che fossero anche una di verifica all’altra sotto l’aspetto dell’attendibilità delle conclusioni cui si è pervenuti, le relazioni tecniche dei due esperti sul case study delle Isole minori siciliane, dopo aver individuato e stimato tutte le voci che concorrono al costo medio di produzione di acqua dissalata da impianti fissi, giungono a conclusioni sostanzialmente analoghe, ovvero un costo elevato che si attesta intorno ai 12 euro/mc. Importi scaturiti, è opportuno ribadire, da analisi dettagliate di tutte le voci di spesa che concorrono alla realizzazione, gestione e conduzione degli impianti a terra esistenti e ricavati utilizzando criteri di estimo navale e marittimo che consentono anche di stimare preventivamente i costi di produzione con gli impianti che si intende realizzare.


Uno dei principali fattori che viene messo in evidenza, sono gli elevatissimi consumi energetici: citando i casi più eclatanti, per gli impianti di Lipari e Lampedusa la bolletta è stimata in ben 2,8 milioni di euro all’anno; 1,9 milioni di euro servono per mantenere in funzionamento quello di Pantelleria. Secondo i dati presentati dall’ing. Roberto Di Vincenzo – al lordo di voci di spesa quali: ammortamento, consumi energetici, reagenti chimici, sostituzione di membrane, costi del personale, analisi, manutenzione e ausiliari – i dissalatori di Lipari e Lampedusa presentano conti assai “salati” con una gestione annua per oltre 12 milioni di euro; Pantelleria: 8,3 milioni di euro/anno; Vulcano, circa 3,4 milioni di euro/anno; Ustica, 2,8 milioni di euro/anno. Seguirebbero: Filicudi, Stromboli e Favignana con costi di gestione annui previsionali che si attesterebbero su oltre 2,2 milioni di euro. Fondazione UniVerde e Marevivo da anni ormai sollecitano le Istituzioni a porre maggiore attenzione alle sfide e ai costi dell’approvvigionamento idrico alle isole minori italiane, secondo modelli che siano davvero sostenibili da un punto di vista ambientale ma anche economico. Altro fattore rilevante sono i potenziali impatti sanitari dell’acqua dissalata da impianti fissi, un caso di studio che sta evolvendo rapidamente nel contesto scientifico italiano e strettamente legato alla qualità della risorsa prodotta.


La relazione dell’arch. Giuseppe Taverna – redatta a otto anni dall’entrata in funzione, e a due anni dal termine dei contratti di gestione, dei dissalatori a terra installati sulle isole di Lampedusa, Linosa, Pantelleria, Ustica e Lipari, e a due anni dall’avvio del contratto dell’impianto fisso di Vulcano – mette in luce lacune e inadeguatezze dell’attuale sistema di approvvigionamento idrico delle isole siciliane dove risiedono stabilmente circa 33.000 abitanti (che nei periodi estivi decuplicano): “Le criticità riscontrate nel sistema idrico delle isole siciliane – si legge nel documento – hanno in parte influito ad abbassare la qualità della vita con un conseguente spopolamento dei territori”, dove l’approvvigionamento di acqua potabile è affidato proprio ad impianti fissi di dissalazione che, in alcuni casi, sono talmente obsoleti, usurati e soggetti a malfunzionamenti da pregiudicare la qualità dell’acqua prodotta. Frequenti le denunce delle Autorità locali preposte alla salute pubblica per la presenza di elevate quantità di boro nell’acqua dissalata, causa di fenomeni di corrosione delle tubature. Nel caso di Lipari, l’ultimo appalto indetto dalla struttura commissariale con O.P.C.M. n. 3738 del 5 febbraio 2009 (trasferito alla Regione Siciliana con Ordinanza di Protezione Civile n.159 del 21 marzo 2014), per ammodernare il vecchio impianto di dissalazione a distillazione con un nuovo ad osmosi inversa, non è stato completato per l’intervenuta rescissione del contratto con l’impresa e oggi non produce più di 1,5 mln di mc, insufficienti per il fabbisogno idrico dell’isola. L’impianto allo stato attuale risulta incompleto, privo di collaudo statico, delle norme di sicurezza, del previsto impianto fotovoltaico e con entrambe le condotte, di appresamento e scarico, compromesse. Come viene messo in evidenza nella relazione, concorrono poi alla determinazione della tariffa la complessiva somma di circa 2,5 milioni di euro per l’integrazione con navi per l’emergenza causata dai ripetuti guasti e per fornire la frazione di acqua calda. Tenuto conto dell’origine vulcanica delle varie isole siciliane, alcune ancora interessate da fenomeni eruttivi; considerate la morfologia dei loro territori che complica gli sviluppi progettuali su terra e la mancanza di interconnessione della rete – peraltro interessata da perdite di carico che superano il 50% (e in alcuni casi, come quello di Lipari, addirittura oltre il 60%) – considerato poi il pregio naturalistico di molte isole che ha portato, per citarne alcune, a costituire il Parco nazionale di Pantelleria, le Aree marine protette delle Egadi, di Ustica e delle Pelagie o, ancora, ad iscrivere le Eolie nel Patrimonio dell’Umanità – il coro degli interventi aperti dalla presentazione dei dati dello studio è stato pressoché unanime sulla necessità di garantire il diritto all’acqua potabile e di qualità ai cittadini delle isole minori italiane senza pregiudicare la tutela degli aspetti sanitari e il patrimonio naturale e senza sprecare denaro pubblico.


Alfonso Pecoraro Scanio (Presidente della Fondazione UniVerde): “È importante una efficace valutazione scientifica dei costi economici, sociali e ambientali di qualunque opera. L’iniziativa di oggi prevede un focus sugli impatti della dissalazione con impianti fissi, che in base ai dati presentati possono essere molto rilevanti. Dobbiamo tenere conto di soluzioni meno impattanti e, in molti casi, meno costose per la fornitura di acqua potabile e per il risparmio idrico. È anche una questione di buon senso, poiché disseminare le isole minori o interi arcipelaghi di dissalatori fissi, energivori e particolarmente dannosi per la salute dei cittadini e per gli ecosistemi costieri non è una buona politica. L’ipotesi di adottare dissalatori mobili marini, realizzati con tecnologia italiana, rappresenta una valida risposta sia al consumo di suolo che alla necessità di tutelare flora e fauna marine e oggi rappresenta la soluzione più sicura per la fornitura di acqua potabile di qualità alle isole minori. Questo è il senso dell’iniziativa di oggi e dell’appello che rivolgiamo a Governo e Parlamento per una efficace funzione di indirizzo”. Carmen Di Penta (Direttore Generale di Marevivo): “Per cercare le soluzioni migliori al nostro sostentamento è utile definire opere di mitigazione per la salvaguardia del bene ‘mare’. Ho usato il termine ‘bene’ e non ‘risorsa’, perché se non salvaguardiamo il bene, perderemo anche la risorsa. Senza dimenticare che la siccità ci costringe a trovare anche questa volta soluzioni alternative e più sostenibili”. Sui temi dei processi sostenibili di dissalazione, del diritto all’acqua potabile di qualità per i cittadini delle isole minori e della tutela del mare, Fondazione UniVerde e Marevivo hanno da sempre promosso appuntamenti di pubblico confronto, informazione e coinvolto le Istituzioni italiane per ottenere norme adeguate. Un ambizioso messaggio rafforzatosi con la tappa internazionale ad Atene, svoltasi lo scorso ottobre, che ha visto le due organizzazioni impegnate in un confronto con l’UNEP/MAP – United Nations Environment Programme / Mediterranean Action Plan (il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente che coordina il Piano d’Azione per il Mediterraneo), allo scopo di aprire la strada ai progressi verso un’economia blu davvero rispettosa degli ecosistemi marini. Patty L’Abbate (Vicepresidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici, Camera dei Deputati): “La siccità è un problema che si sta intensificando pertanto occorrono azioni concrete per contrastare cambiamento climatico. A livello locale, quando parliamo di isole minori, dobbiamo renderci conto che il dissalatore fisso ha il suo costo e può creare anche una problematica di natura ambientale perché la salamoia che viene fuori come scarto dall’impianto danneggia l’ecosistema. Una soluzione alternativa può essere quella del dissalatore mobile, ovviamente con una valutazione del rendimento e dei costi economici e ambientali. Un ulteriore punto da evidenziare riguarda la necessità di evitare gli sprechi d’acqua attraverso i fondi previsti dal PNRR per il risanamento delle condotte presenti in Italia, che causano le perdite di acqua potabile. Infine, bisogna sempre valorizzare il concetto di economia circolare dell’acqua e quindi da un lato evitare gli sprechi di acqua, ma anche poter riutilizzare l’acqua piovana nel miglior modo possibile, oltre che utilizzare l’acqua reflua in agricoltura, soprattutto per quelle coltivazioni che non sono di prodotti ad uso umano”. Se la legge “Salvamare” si proponeva di colmare il vuoto normativo esistente, dettando criteri generali di disciplina in tema di dissalazione, con decreto legge n. 39 del 14 aprile 2023, coordinato con la legge di conversione n. 68 del 13 giugno 2023, sono stati tuttavia cassati l’obbligo di VIA (Valutazione di impatto ambientale – tranne che per i dissalatori con produzione di oltre 17.000 mc d’acqua/die, non realizzabili peraltro sulle isole minori), e la preventiva riduzione delle perdite dalle condotte idriche. Restano a tutt’oggi non emanate le cosiddette “linee guida” sull’analisi dei rischi ambientali e sanitari correlati agli impianti di desalinizzazione tanto che in una nota del MASE si ribadisce “è un processo che presenta degli impatti ambientali da considerare attentamente nella valutazione del rapporto costi/benefici ed è necessario garantirne una adeguata gestione di tutte le fasi al fine di limitarne gli impatti negativi su salute umana e ambiente”. Mario Antonio Scino (Capo di Gabinetto al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica): “Cogliamo l’opportunità di discutere di questo studio ‘Costi ambientali ed economici della dissalazione’ presentato dalla Fondazione UniVerde e dalla Fondazione Marevivo per approfondire a livello normativo e amministrativo le migliori soluzioni per accompagnare le tecnologie volte a risolvere le problematiche rappresentate nello studio stesso, anche in attesa dell’approvazione del regolamento europeo sulle acque”. Giuseppe Cavuoti (Dirigente della Struttura di Missione al Ministero per la Protezione Civile e le Politiche del Mare presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri): “Per quanto riguarda il settore idrico, si rileva che nelle piccole isole l’acqua potabile è un bene limitato e le soluzioni per accedervi sono, in genere, ad alto impatto ambientale, considerato l’uso delle energie per trasportarlo o le possibili esternalità negative degli impianti fissi di dissalazione. La scarsità d’acqua rappresenta, dunque, per molte di queste isole un problema endemico, ancora lontano dall’essere risolto. Il Piano del Mare, tra gli interventi da promuovere indica, tra gli altri, anche di innovare le reti idriche esistenti e la realizzazione/implementazione di impianti di depurazione delle acque reflue”. In questo allarmante scenario, i dissalatori mobili marini rappresentano una risposta innovativa, efficace e sostenibile, dal punto di vista ambientale, sociale ed economico, alla domanda idrica delle isole minori italiane, anche nei periodi di alta stagione o in caso di prolungate emergenze. In sintesi, rispetto agli impianti a terra, la tecnologia italiana del dissalatore mobile marino consente, tra i tanti vantaggi, di abbattere costi e tempi di costruzione – non risentendo della natura vulcanica di molte isole -, oneri di manutenzione, evitare consumo di suolo da parte di strutture altamente energivore e ridurre le emissioni e gli impatti ambientali lungo le coste di isole spesso incontaminate e talvolta ricadenti in Aree marine protette, scrigni di floridi ecosistemi e biodiversità. Infine, essendo modulabile a seconda delle richieste stagionali, elimina il problema derivante dai picchi estivi garantendo affidabilità del servizio e flessibilità della produzione. A differenza degli impianti fissi – che captano acqua di incerta qualità lungo la costa, spesso in prossimità di porti e, comunque, in prossimità dell’area di sversamento della salamoia – il dissalatore mobile marino preleva acqua a largo e in profondità, dove le condizioni la rendono di migliore qualità e pertanto sottoposta a trattamenti meno impattanti. Nondimeno, disperde gradualmente la salamoia durante la navigazione, anche sfruttando la forza motrice dell’elica per evitarne la concentrazione in singoli punti che provoca la totale distruzione dell’ecosistema marino nell’intera area interessata dallo sversamento. L’acqua prodotta è sicura e di qualità, remineralizzata secondo le normative vigenti. Inoltre, è stato recentemente definito un accordo di ricerca con l’Istituto Superiore di Sanità per la definizione del Piano di sicurezza dell’acqua potabile per questa tipologia di impianto.