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Autore: Redazione StudioNews

Regolamento sugli imballaggi, c’è l’accordo tra le istituzioni Ue

Regolamento sugli imballaggi, c’è l’accordo tra le istituzioni UeBruxelles, 4 mar. (askanews) – E’ stato chiuso con un accordo, a Bruxelles, il negoziato che era iniziato stamattina tra i rappresentanti del Parlamento europeo, della presidenza di turno belga del Consiglio Ue e della Commissione sul nuovo regolamento sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggi, un soggetto particolarmente sensibile per il governo e diversi gruppi d’interesse italiani. “Abbiamo l’intesa. Accordo storico e insperato a fine giornata a Bruxelles per mettere in sicurezza il settore degli imballaggi europei sui binari dell’economia circolare”, ha scritto la relatrice del Parlamento europeo, la liberale belga Frédérique Ries sul suo account X (ex Twitter).


Non si conoscono ancora nei dettagli i termini dell’accordo. Il governo italiano sperava di riuscire a ottenere alcune modifiche rispetto alla posizione negoziale (“approccio generale”) del Consiglio Ue, con uno spostamento dell’equilibrio a favore delle posizioni del Parlamento europeo, in particolare riguardo alla soppressione di diversi divieti di imballaggi in plastica monouso e di alcuni obiettivi più stringenti sul riuso degli imballaggi.

Parlamento al voto su Italia in Mar Rosso e a Gaza, opposizione divisa

Parlamento al voto su Italia in Mar Rosso e a Gaza, opposizione divisaRoma, 4 mar. (askanews) – Arriverà domani il voto del Parlamento sulle nuove missioni internazionali che vedranno impegnata l’Italia dal 2024: sia l’aula della Camera che quella del Senato si esprimeranno sulla partecipazione alle operazioni dell’Ue Aspides in Mar Rosso e all’operazione Levante che riguarda il conflitto Israele-Hamas. Tuttavia, alla vigilia dell’appuntamento che vedrà anche l’intervento del ministro degli Esteri Tajani prima a Montecitorio, poi a Palazzo Madama, il Parlamento non è riuscito a trovare una compattezza intorno al tema: un assaggio di quello che accadrà domani si è avuto infatti oggi nelle commissioni riunite Esteri e Difesa della Camera dove l’opposizione si è divisa sulla deliberazione del Consiglio dei ministri dello scorso 26 febbraio che sancisce appunto le nuove missioni internazionali delle Forze Armate. Pd, Iv e Azione hanno votato a favore con il centrodestra, M5s si è astenuto.


Per la verità il Partito democratico non è pienamente soddisfatto di come il governo Meloni sta portando avanti l’impegno italiano sul fronte mediorientale. Oggi si è visto bocciare un emendamento per il ripristino dei fondi per le Ong italiane che operano in Palestina e in Israele e dei contributi all’Unrwa, l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel vicino oriente. “Senza questi fondi e senza il ruolo dell’Unrwa – commenta Lia Quartapelle – è veramente difficile consentire agli operatori di pace di aiutare la popolazione sui territori e garantire l’accesso illimitato alle cure”. Il capogruppo dem in commissione Esteri Enzo Amendola spiega che, come fatto oggi in Commissione, anche domani il Pd voterà a favore delle nuove missioni “ma – sottolinea – per aiutare in quella regione e a Gaza il ritorno della politica e delle soluzioni negoziali. Senza il cessate il fuoco a Gaza, senza una soluzione politica negoziale per liberare gli ostacoli, ma soprattutto per salvare la popolazione innocente nella Striscia, sarà complicato mantenere missioni militari in sicurezza, come ne abbiamo tante da italiani nell’intera regione”. Dunque per lasciare traccia delle proprie critiche negli atti parlamentari i dem hanno deciso di presentare una propria risoluzione sia alla Camera che al Senato che autorizza sì le missioni ma puntualizzando nelle premesse alcuni aspetti critici che il capogruppo dem in commissione Difesa, Stefano Graziano, sintetizza così: “L’Italia può e deve essere promotrice di una forte azione diplomatica per favorire la consegna del materiale umanitario nella Striscia di Gaza. Non basta sostenere l’impegno europeo, serve un intervento concreto che passa necessariamente attraverso il potenziamento dei fondi. Sulla stampa Tajani parla di 10 milioni che però non trovano conferma negli atti ufficiali. Così come è fondamentale il ripristino dei fondi per le Ong e il coinvolgimento dell’agenzia delle nazioni unite per consentire agli operatori di pace di aiutare concretamente la popolazione e garantire accesso illimitato alle cure”.


Dunque le risoluzioni sul tavolo, al momento, sono due: quella di maggioranza e quella del Pd che per la verità ha sperato di poter coinvolgere anche M5s. Oggi però i pentastellati hanno deciso di astenersi in commissione alla Camera. Secondo quanto viene riferito, ciò che li ha fatti desistere è stata un espressione contenuta nella delibera del governo in cui si specifica che l’Operazione dell’Unione Europea Aspides ha “compiti eminentemente difensivi”. Una puntualizzazione pleonastica, secondo il parere anche del Pd, visto che le missioni italiane, in linea con la Costituzione, non possono essere che difensive. La maggioranza ha assicurato che l’espressione sotto accusa verrà espunta dalla risoluzione che sarà presentata domani e a sera i 5 stelle non danno più per scontata l’astensione. “E’ in corso una valutazione, stiamo decidendo”, spiega Marco Pellegrini, capogruppo M5s in commissione Difesa alla Camera. Avs invece è più netta: “La missione nel Mar Rosso rischia di aumentare il livello del conflitto soprattutto se si autorizzerà l’attacco alle basi nello Yemen. Per questo non voteremo una missione che autorizza attacchi militari”, spiega Marco Grimaldi. Oggi l’unico componente di Avs in commissione Esteri Nicola Fratoianni era assente (in Difesa Avs non ha membri) perché impegnato nella missione verso Rafah. E non è stato sostituito.


A pochi giorni dal voto in Abruzzo, Fdi non manca di sottolineare le opposizioni in ordine sparso: “Ancora una volta i fatti dimostrano che non esiste all’opposizione nessun campo largo. L’opposizione si è frantumata in commissione sulle missioni. Altro che luna di miele. Quello tra Pd e M5S dimostra di essere solo un matrimonio d’interesse, combinato a soli fini elettorali. Un matrimonio destinato a fallire”, commenta il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati Tommaso Foti. Domani si comincerà alla Camera alle 9: i relatori delle commissioni Esteri e Difesa (Loperfido di Fdi e Bicchielli di Noi Moderati) prenderanno la parola per 15 minuti ciascuno. Poi si svolgerà un dibattito generale senza votazioni di circa un’ora e quaranta. Quindi verranno annunciate le risoluzioni presentate (per ora due). A seguire ci sarà la replica di Tajani, dunque il governo esprimerà il parere sulle risoluzioni. A seguire le dichiarazioni di voto e il voto. Al Senato l’appuntamento è alle 12 con le comunicazioni di Tajani e successivo dibattito e voto sulle risoluzioni.

Torino-Lione, si parte con i cantieri e le opere di accompagnamento

Torino-Lione, si parte con i cantieri e le opere di accompagnamentoRoma, 4 mar. (askanews) – E’ stato firmato oggi al Grattacielo Piemonte il protocollo di intesa tra il ministero dei Trasporti, l’Osservatorio Tav e la Regione Piemonte per le risorse destinate alle opere di accompagnamento nei comuni coinvolti dalla Torino-Lione.


La firma è avvenuta alla presenza del vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, al termine della riunione dell’Osservatorio per l’Asse ferroviario Torino-Lione, sotto la guida del presidente Calogero Mauceri. Presenti anche il vice ministro Edoardo Rixi, il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, l’assessore regionale ai Trasporti, Marco Gabusi, il prefetto di Torino, Donato Cafagna, il sindaco della Città Metropolitana, Stefano Lo Russo, i Sindaci del territorio, i vertici delle Università torinesi – Politecnico e Università di Torino-, i Presidenti delle Unioni montane Val Susa, il direttore generale di Telt Maurizio Bufalini, i rappresentanti di Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS), le categorie produttive e i Sindacati. L’accordo siglato alla presenza del Ministro Salvini ripartisce 50 milioni di euro, finanziati tra le opere di accompagnamento di Priorità 3, destinati a 32 interventi suddivisi tra i comuni di Chiomonte, Salbertrand, Susa, Bussoleno, Giaglione, Gravere, Torrazza Piemonte, Buttigliera Alta, Chianocco, Mattie e Meana di Susa. A tali fondi vanno aggiunti, 2,7 milioni di euro da destinare all’ospitalità delle maestranze, vale a dire per la riqualificazione e valorizzazione di immobili di proprietà comunale che potranno ospitare gli operai impegnati al cantiere.


“Tenendo fede allo spirito collaborativo e trasparente, che contraddistingue l’Osservatorio, lo spirito di squadra tra tutte le istituzioni ha consentito di arrivare all’accordo odierno sulla ripartizione dei fondi destinati alle opere di accompagnamento” spiega il presidente dell’Osservatorio, Calogero Mauceri. sottolineando che l’intesa consente di realizzare l’asse ferroviario Torino-Lione quasi in contemporanea alle cosiddette opere di accompagnamento per i Comuni interessati. “Due mesi fa, all’avvio dei lavori sul lato italiano del tunnel, il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini aveva garantito l’impegno del governo per assicurare fondi aggiuntivi, rispetto ai 39 milioni della delibera Cipe. Oggi questo impegno è realtà con 50 milioni di euro per realizzare opere concordate e condivise con i Comuni e le comunità locali coinvolti dalla nuova ferrovia Torino-Lione grazie al lavoro di costante confronto svolto all’interno dell’Osservatorio”, dichiarano il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e l’assessore Marco Gabusi.


L’appuntamento odierno ha permesso di fornire un aggiornamento dello stato di attività dei lavori sia sulla tratta internazionale che nazionale. Per la tratta nazionale, proseguono come da cronoprogramma le attività progettuali ad opera di Rete Ferroviaria Italiana. Sulla linea storica, ha informato RFI, sono all’esame la progettazione esecutiva del rinnovo delle stazioni di Sant’Ambrogio, Borgone e Bruzolo, lavori affidati tramite appalto integrato. Sulla tratta Avigliana-Orbassano è in fase conclusiva la progettazione definitiva, all’esame del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Nei prossimi mesi è previsto anche un confronto con il territorio anche in merito alla viabilità interferite dall’opera e interferenze con il reticolo idrico. TELT, promotore pubblico incaricato della tratta internazionale, ha comunicato che attualmente sono attivi 10 cantieri tra Francia e Italia; sono stati scavati 36 km dei 162 km di gallerie rotali previste, di cui 13 km del tunnel di base. Sui cantieri sono impegnati 2500 addetti e 200 operatori economici (con oltre 1500 in lista bianca); sono state collaudate 5 frese (su un totale di 7) che scaveranno le due canne. Il 100% dei lavori civili del tunnel è stato affidato, così come il 100% degli appalti per la trasformazione dei materiali di scavo. Dopo aver realizzato lavori preparatori per 1,4 miliardi, ad oggi sono in corso oltre 3 miliardi di lavori civili e assegnato oltre 6,8 miliardi di appalti per i lavori definiti. DETTAGLIO DEL RIPARTO DELLE RISORSE Il totale delle risorse – pari a 50 milioni di euro – che fa parte dei 98,5 milioni previsti dal progetto per la nuova linea internazionale deriva dalla somma tra i 39 milioni assegnati alla Regione dal Cipe, i 7 milioni messi a disposizione di Rfi e 2,7 milioni previsti per l’ospitalità delle maestranze che saranno impegnate al cantiere. In particolare, per il Comune di Chiomonte sono previsti 5,9 milioni di euro di cui 3 per la valorizzazione del sito archeologico della Maddalena e 1,9 da destinare all’adeguamento degli immobili pubblici da adibire ad alloggi per il personale impegnato al cantiere della Tav. Al Comune di Salbertrand vanno 9,1 milioni di euro per il riassetto del territorio (5,1 milioni) e per l’efficientamento energetico del patrimonio edilizio (4 milioni). Al Comune di Susa vanno in tutto 10,8 milioni per il ponte pedonale sul torrente Cenischia (650 mila euro), l’efficientamento energetica del patrimonio edilizio (4 milioni), il Parco archeologico Re Cozio (500 mila euro), la palestra di roccia (200 mila euro), il polo formativo integrato (1 milione), Porta Savoia (250 mila), piazza Savoia e percorso archeologico (1,6 milioni), parco ferroviario polifunzionale (1,9 milioni), Casa delle associazioni (1,8 milioni), il finanziamento di uno studio geotermico per l’uso delle acque della galleria (100 mila euro) e l’adeguamento degli immobili pubblici da adibire ad alloggi per il personale impegnato al cantiere della Tav (838 mila). Oltre 5,6 milioni sono destinati a Bussoleno, per la rigenerazione dell’ex cinema Narciso all’interno del Palamontagna (3,4 milioni) e per il recupero dell’edificio “a corte” in via Fontan (2,2 milioni). Altri 7,8 milioni sono assegnati al Comune di Giaglione, di cui 1,6 per la realizzazione di un sistema irriguo a pressione, 600 mila euro per il nuovo impianto a biomasse per il riscaldamento di edifici pubblici e scuole, 1,2 milioni per l’alpeggio comunale e il recupero delle baite, 3,5 milioni per la messa in sicurezza del salone polivalente, 800 mila euro per la via ferrata della Gran Rotsa e 90 mila euro per un nuovo parcheggio. A Gravere sono invece finanziati il completamento dell’ampliamento del bacino idrico (1,1 milioni) e l’impianto idroelettrico sul Rio Gelassa (345 mila euro). A Torrazza Piemonte sono destinati 3,5 milioni per la rigenerazione urbana e 535 mila euro per la manutenzione straordinaria e energetica degli edifici comunali. A Buttigliera Alta 1,5 milioni servono per la riorganizzazione della raccolta rifiuti e la riqualificazione delle isole ecologiche; a Chianocco, 1,7 milione per la progettazione della rotatoria tra la SS25 del Moncenisio e la Sp 203 di Bruzolo. A Mattie va 1 milione di euro per la realizzazione di impianti idroelettrici in località Pontetto e Cianonia e infine 1 milione per Meana per un percorso d’arte e di eventi creativi.

Roma, Gualtieri: cantiere Giubileo Piazza Pia procede nei tempi

Roma, Gualtieri: cantiere Giubileo Piazza Pia procede nei tempiRoma, 4 mar. (askanews) – Procede in linea con i tempi il cantiere di Piazza Pia. L’opera è finanziata con 79,5 milioni del Giubileo ed è realizzata da Anas (società del Polo Infrastrutture del Gruppo FS Italiane), il completamento è previsto per l’8 dicembre 2024. Il sindaco Gualtieri, dopo l’ultimo sopralluogo dello scorso 26 ottobre, questa mattina ha visitato il cantiere per verificare lo stato di avanzamento delle lavorazioni. Presenti anche l’assessore ai Lavori pubblici Ornella Segnalini, il pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione S.E. Mons. Rino Fisichella, l’Amministratore Delegato di Anas Spa, Aldo Isi.


Con questo intervento verrà creata una grande area pedonale che da Ponte Sant’Angelo, percorrendo la nuova piazza Pia, passerà attraverso via della Conciliazione e, da Largo del Colonnato dove sono in corso i lavori sulle pavimentazioni i sanpietrini di via dei Corridori del Dipartimento Csimu, giungerà da via di Porta Angelica fino a piazza del Risorgimento, dove a breve sarà avviato il nuovo cantiere di Società Giubileo. Avviati il 22 agosto 2023, prevedono anche la riqualificazione di via della Conciliazione. In questa fase, il cantiere è al 30% dello stato di esecuzione. La principale e fondamentale attività del cantiere riguarda le lavorazioni sui due collettori fognari che verranno fatti confluire in un unico grande collettore scatolare, affinché il tracciato del nuovo sottovia sia libero. A partire da dicembre sono entrate a regime le 11 pompe di sollevamento (dal peso di 230 t) che sostituiscono la funzionalità dei collettori e sono fondamentali per non interrompere mai lo smaltimento delle acque, anche in caso di forti piogge e si attivano autonomamente in funzione delle portate idriche rilevate in tempo reale. Il sistema di pompaggio ha consentito la demolizione del collettore basso di destra e l’avvio della realizzazione del nuovo collettore scatolare. Contestualmente sono state concluse le attività di realizzazione dei pali del sottopasso (circa 400 pali collettore + sottopasso diametro 8 metri, h media 16 metri), tranne quelli interferenti con il collettore basso Farnesina attualmente ancora in funzione.


“Stiamo realizzando un’opera enorme in tempi record – ha spiegato il sindaco Gualtieri nel corso del sopralluogo -. I lavori stanno procedendo secondo il cronoprogramma nonostante la complessità idraulica e ingegneristica dell’intervento. Non si tratta infatti solo di un sottopasso ma di un’opera idraulica molto importante. Questo intervento ci consentirà di regalare due bellissime piazze alla città in un punto di congiunzione meraviglioso tra San Pietro, via della Conciliazione e Castel Sant’Angelo, liberandolo dalle auto e rendendolo pedonale e fruibile”. “Da ponte Sant’Angelo fino a piazza del Risorgimento sarà una passeggiata bellissima che potremmo fare a partire dall’8 dicembre – commenta l’assessore Ornella Segnalini -. I lavori giubilari ci stanno dando la grandissima opportunità di rendere Roma più accogliente per i pellegrini e soprattutto per gli abitanti, che sono i destinatari finali delle opere. È un lavoro fatto in sinergia che mette a sistema le competenze di più soggetti. Anas sta procedendo nei tempi a Piazza Pia, il Dipartimento dei Lavori pubblici Csimu sta lavorando sui sanpietrini di Borgo e Società Giubileo che bandirà la gara per piazza Risorgimento. A fianco a questi lavori stiamo proseguendo anche con altri interventi nelle periferie. Con Acea abbiamo iniziato lavori importanti sulla Tiberina, e il Csimu e Anas sono a lavoro anche sulle strade di penetrazione alla città. Con il Sindaco Gualtieri – conclude Segnalini – stiamo portando avanti un programma di manutenzione globale che guarda alla città nel suo insieme”.

Francia, il parlamento approva l’inserimento dell’aborto nella Costituzione: una “libertà garantita”

Francia, il parlamento approva l’inserimento dell’aborto nella Costituzione: una “libertà garantita”Roma, 4 mar. (askanews) – Per la Francia, e non solo, è una data storica oggi, 4 marzo: è diventando il primo paese a includere l’interruzione volontaria della gravidanza (aborto) nella sua Costituzione. A Versailles, questo pomeriggio, un’ampia maggioranza di parlamentari francesi ha approvato l’inserimento nella Costituzione del diritto all’aborto, voluto dal governo.


La “libertà garantita” delle donne con diritto all’interruzione volontaria della gravidanza entrerà ufficialmente nella Costituzione. Dopo il voto dell’Assemblea dello scorso gennaio, poi del Senato la settimana scorsa, i parlamentari riuniti lunedì al Congresso di Versailles hanno votato a larga maggioranza a favore del progetto di legge del governo: 780 voti favorevoli e 72 contrari. L’esito della votazione, riferiscono i media francesi, è stato accolto dagli applausi.

Vino, Lino Scaravonati nuovo direttore generale di Conte Vistarino

Vino, Lino Scaravonati nuovo direttore generale di Conte VistarinoMilano, 4 mar. (askanews) – Lino Scaravonati è il nuovo direttore generale di Conte Vistarino, la Cantina guidata da Ottavia Giorgi di Vistarino, trisnipote di Augusto Giorgi di Vistarino che nel 1850 importò dalla Francia e piantò per primo il Pinot Nero nell’Oltrepò Pavese. Scaravonati, che entrerà ufficialmente in carica a metà marzo, era direttore di produzione di Bisol 1542, azienda del Gruppo Lunelli nel quale il manager classe 1971 ha svolto una carriera ventennale.


“La prima attività a cui mi dedicherò sarà l’elaborazione di un piano strategico pluriennale, che si attuerà in vigneto, in Cantina e sui mercati, senza trascurare posizionamento, comunicazione e accoglienza, in accordo con la visione della proprietà” ha affermato Scaravonati, evidenziando che “alcune novità, già ‘on stage’ a Prowein dove attendiamo le visite degli importatori, degli stakeholder e della stampa di settore, saranno poi attuate a partire da Vinitaly”. “Vogliamo crescere soprattutto in eccellenza, oltre che in fatturato, nel prossimo quinquennio, come la nuova nomina dimostra: confido da sempre nelle persone che lavorano con me e sono certa dell’ottima scelta reciproca operata, poiché la mia azienda necessita di una nuova visione, di una persona scevra da ogni condizionamento, che mi affianchi nell’impostazione strategica” ha dichiarato la contessa Vistarino, spiegando che “la decisione del nuovo Dg di far parte della nostra squadra la rende ancora più forte e conferma, al pari della recente managerializzazione di altre importanti realtà locali e delle note acquisizioni degli ultimi mesi, l’appealing crescente dell’Oltrepò, che deve continuare ad arricchirsi di competenze e talenti, per avere il successo diffuso che merita. Personalmente, quindi anche in questo modo, desidero dare un ulteriore contributo alla valorizzazione e all’evoluzione della mia azienda nonché del territorio”.


“Dopo la ricostruzione aziendale degli anni Duemila e il seguente consolidamento qualitativo, oggi siamo nella fase della crescita strutturata” ha proseguito Ottavia Giorgi di Vistarino, aggiungendo che “come i miei predecessori, continuo a puntare sul Pinot Nero, certa che sui nostri terreni calcarei e argillosi, possa vincere prove sempre più prestigiose e competere con le più note etichette internazionali, sia nella versione in rosso che in quella a Metodo Classico. Progetto, quest’ultimo – ha concluso – che, dopo la creazione dei cru rossi sul modello della Borgogna, la costruzione della nuova Cantina e di una nuova sala di degustazione professionale per accogliere enoturisti e sommelier, per noi è diventato prioritario, guardando alla nostra storia, alla Champagne e ai nuovi consumatori”. Fondata nel 1674 a Rocca de’ Giorgi (Pavia), la Tenuta conta oggi 826 ettari, di cui 102 vitati, con al centro Villa Fornace. Da circa un ventennio, Ottavia Giorgi di Vistarino ha rivoluzionato l’azienda puntando sempre più sulla qualità e arrivando a selezionare tre Cru di Pinot Nero: “Pernice”, “Bertone” e “Tavernetto”. L’articolata gamma dei vini è oggi arricchita anche da etichette di Metodo Classico, fulcro dell’attività in fieri della nuova cantina inaugurata nel 2018.

Morta l’ex brigatista rossa Barbara Balzerani (partecipò al sequestro Moro)

Morta l’ex brigatista rossa Barbara Balzerani (partecipò al sequestro Moro)Roma, 4 mar. (askanews) – L’ex terrorista ed appartenente alle Brigate rosse, Barbara Balzerani, è morta oggi a Roma, al termine di una lunga malattia. Dal 2011 era tornata definitivamente in libertà.


La scrittrice, Silvia De Bernardinis, su facebook, è stata tra le prime oggi ad informare del decesso di Barbara Balzerani: “Ciao Barbara, comunista rivoluzionaria – dice – più semplicemente e soprattutto ‘sorella a me’, come mi dicevi, come ci dicevamo”.Dal giorno del suo arresto, nel mezzo del 1985, fino alla concessione della libertà vigilata nel 2006 mentre infuriava l’inchiesta Calciopoli, non si è mai pentita per il coinvolgimento con le Brigate rosse, la partecipazione ad azioni eversive. Questo dato viene ripetuto dai familiari delle vittime degli anni di piombo e dagli inquirenti dell’epoca che non dimenticano “l’importante ruolo svolto dalle donne nell’organizzazione che stava facendo crollare l’Italia”, come dice un ex pubblico ministero che per tanti anni si è confrontato con indagini e processi e che oggi vuole rimanere anonimo. “Perché quella guerra è finita”, aggiunge.


Barbara Balzerani aveva 75 anni. Il ruolo svolto nel sequestro e nell’uccisione del segretario della Democrazia cristiana, Aldo Moro, ne contrassegnò senza dubbio il percorso. Il suo nome di battaglia, allora, era ‘Sara’ e con quello prese parte, nel 1981, anche al sequestro del generale americano James Lee Dozier. Dopo l’arresto, in carcere, assunse il ruolo di sostanziale portavoce dell’organizzazione. Così rivendicò l’omicidio dell’ex sindaco di Firenze Lando Conti.Gli archivi ricordano che nel ’93 la Balzerani, in un’intervista, ammise di provare “un profondo rammarico per quanti sono stati colpiti nei loro affetti a causa di quegli avvenimenti e che continuano a sentirsi offesi ad ogni apparizione pubblica di chi, come me, se ne è reso e dichiarato responsabile”. Conclusa o quasi la detenzione era diventata scrittrice. Nell’ultimo testo scritto, nel 2020, ‘Lettera a mio padre’, si legge: “Mi chiedevi dove avessi fallito con me. Come fosse stato possibile che non mi avessi fermata in tempo. Ti dicevo che non avevi colpe. Che non avresti potuto fare nulla”.


 

Metà italiani insoddisfatti della vita in casa, preoccupa quadro economico

Metà italiani insoddisfatti della vita in casa, preoccupa quadro economicoMilano, 4 mar. (askanews) – Metà degli italiani non sono soddisfatti della propria vita in casa. E le due preoccupazioni principali sono il riflesso degli ultimi quattro anni di vita: la salute dei propri cari (46%) e la situazione economica familiare (45%). A raccontarlo è Ikea Italia nella decima edizione del Life at home report, uno dei maggiori progetti di ricerca internazionali sull’abitare che oltre a raccogliere i risultati del 2023 quest’anno analizza i grandi cambiamenti che hanno segnato la vita in casa dal 2014 al 2022, basandosi sulle esperienze abitative di oltre 250.000 persone in 40 paesi, tra cui l’Italia.


La fotografia del presente mostra un rapporto con la casa che non segue una lineare evoluzione. Se solo il 50% degli italiani ne è soddisfatto (contro il 60% della media globale), appena il 32% ha fiducia nei prossimi due anni rispetto alla media totale del 47%. A preoccupare, come detto, sono principalmente la salute delle persone care per il 46%, la situazione economica famigliare per il 45%, ma anche lo stato dell’economia del Paese per il 31% e poi c’è un 24% (contro il 19% globale) che teme eventi metereologici avversi che potrebbero interessare la propria casa. “E’ come se negli ultimi anni gli italiani avessero soddisfatto i loro bisogni primari lasciando un po’ indietro quelli emozionali, la realizzazione personale, il divertimento – ha spiegato Beatrice Costa, home furnishing direction leader Ikea Italia – Tutto quello che riguarda sogni e aspirazioni è stato lasciato da parte”. A ostacolare il compimento di una migliore vita domestica nel corso dello scorso anno sono intervenute tre pulsioni contrastanti. Innanzitutto il fare di più versus il fare meno: il 43% degli italiani ritiene che la possibilità di rilassarsi sia una priorità assoluta nella casa ideale; il 41% invece concorda sul fatto che avere una casa ordinata e organizzata aiuti a sentirsi soddisfatti. Il punto di equilibrio tra questi estremi coincide con la nostra personale idea di comfort. C’è poi la tensione alla condivisione che confligge col bisogno di privacy. La casa è il luogo dove accogliamo gli amici, ma anche il nostro porto sicuro: il 37% degli italiani afferma che gli abbracci di una persona cara sono una delle cose che porta più gioia in casa, così come ridere con gli amici sia il principale fattore di divertimento, per il 32% sono le persone con cui viviamo a farci sentire più sicuri a casa. Il 26% degli italiani ritiene al contempo che avere la giusta privacy sia importante per sentirsi soddisfatti e a proprio agio. Infine c’è il vivere bene che si scontra con il vivere secondo le proprie possibilità. Negli ultimi dieci anni la definizione di “vivere bene” si è ampliata fino a includere salute, benessere e sostenibilità. Ma vivere secondo le proprie possibilità significa optare per le soluzioni più economiche perché molte persone si trovano ad affrontare una crescente pressione per quanto riguarda la propria condizione finanziaria e l’aumento del costo della vita spesso viene avvertito come nemico delle scelte orientate a salute e sostenibilità. Il 25% delle persone ha dichiarato che la propria casa ideale deve aiutarli a essere fisicamente o mentalmente più forti (rispetto al 30% della media globale); il 45% degli italiani è preoccupato per le finanze domestiche e per il reddito disponibile e il 27% sente di non avere il controllo quando non ha abbastanza risorse per prendersi cura della propria casa.


Se consideriamo l’oggi una tappa nell’evoluzione del concetto di casa, questa tappa è il frutto di una serie di direttrici che nell’ultimo decennio abbiamo percorso e che oggi fanno parte della nostra vita domestica. La prima è sicuramente la tecnologia passata da “terzo incomodo” ad alleata “spesso discreta e silenziosa” per rendere la casa più efficiente. Fino al 2019 la tecnologia è sempre stata giudicata come intrusiva nelle relazioni, ma durante la pandemia si è trasformata in una preziosa alleata. Oggi solo il 17% degli italiani pensa di passare troppo tempo davanti a uno schermo mentre il 22% ritiene che avere accesso a internet fa sentire più sicuri in casa, dato maggiore rispetto all’avere un sistema di allarme, che si attesta al 15%. C’è poi la ricerca del benessere: 10 anni fa contavamo sulle attività fuori casa per migliorare il nostro benessere ma negli ultimi due anni è stata proprio la casa a rispondere a questa domanda, riprendendo la sua centralità. Anche la sostenibilità ha varcato la porta di casa o per dirla con le parole del professore di progettazione architettonica dell’Università della Campani, Luca Molinari, “L’agenda 2030 dell’Onu passa dalla casa”: se in passato, infatti, le questioni ambientali erano considerate appannaggio di imprese e istituzioni ora sono considerate un responsabilità personale. Tuttavia, nonostante questa aspirazione verso uno stile di vita più in armonia con natura, il percorso è ancora lungo: solo il 24% degli italiani afferma che la casa è in grado di rispondere a questo desiderio. Infine c’è la multifunzionalità della casa con spazi ibridi che facilitano molte attività, come ci ha insegnato a fare la pandemia. E per il futuro? Qui l’aiuto a disegnare gli scenari possibili al 2030 arriva dall’intelligenza artificiale. Una serie di immagini generate dall’AI dà vita a tre possibili futuri. Nel primo dominano le tecnologie finalizzate al progresso individuale, alla privacy e alla ricerca di nuove esperienze; nel secondo la tecnologia è guardata con diffidenza e le persone si affidano al supporto del gruppo e all’appartenenza comunitaria per trovare un senso di stabilità. In questo mondo, la natura è partecipe della vita quotidiana, ma non ha un ruolo cardine; nel terzo, orientato al controllo individuale, le persone sono libere di esplorare nuove esperienze, vivendo in maggiore sintonia con la natura grazie alla tecnologia.

Dl Pnrr, Anci: recepite richieste Comuni, nessuno stop ai cantieri

Dl Pnrr, Anci: recepite richieste Comuni, nessuno stop ai cantieriRoma, 4 mar. (askanews) – “Siamo soddisfatti dell’esito di questa lunga vicenda, che per alcuni mesi aveva suscitato incertezze intorno ai progetti del Pnrr affidati ai Comuni dopo che 10 miliardi del Piano europeo erano stati spostati su altri settori. Oggi infatti possiamo dire che tutti i finanziamenti sono stati recuperati facendo ricorso ad altri Fondi statali, come l’Anci aveva chiesto, e che quindi nessun cantiere in nessuno degli ottomila Comuni italiani interessati dovrà fermarsi”. Lo dichiara il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, commentando la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto Pnrr.


“Ma il risultato va oltre l’integrale copertura di quanto era stato stanziato – aggiunge Decaro -, infatti il governo ha recepito altre richieste avanzate dai Comuni italiani. Le procedure semplificate che avevamo conquistato per i progetti Pnrr rimarranno le stesse anche per i progetti ora tornati sotto il finanziamento ordinario. I ministeri competenti rimarranno gli stessi, evitando così di dover rifare e duplicare iter burocratici già completati, così come il sistema di rendicontazione. Abbiamo anche ottenuto una norma che chiedevamo da tempo, cioè la possibilità che i sindaci vengano nominati commissari speciali per la realizzazione di opere eventualmente in ritardo, come già è previsto nel campo dell’edilizia scolastica”. “Ora – conclude il presidente dell’Anci – dovremo impegnarci affinché il ricorso ai Fondi nazionali non abbia come paradossale conseguenza la riduzione di altri finanziamenti destinati ai Comuni per investimenti legati a piccole opere, alla tutela del territorio e alla ricostruzione. Sarebbe autolesionista, per l’Italia, frenare la corsa agli investimenti ora che i Comuni hanno confermato di essere gli enti pubblici più efficaci ed efficienti nella realizzazione di opere pubbliche utili ai cittadini e ai territori”.

Abruzzo, Conte: centrodestra in difficoltà, inizia a preoccuparsi

Abruzzo, Conte: centrodestra in difficoltà, inizia a preoccuparsiRoma, 4 mar. (askanews) – “Salvini ha scommesso solo un caffè sulla vittoria? Allora ci crede… avrebbe dovuto scommettere almeno una cassa di Trebbiano se ci avesse creduto. Il centrodestra è in netta difficoltà, inizia a preoccuparsi, vedo anche dichiarazioni un po’ scomposte”. Lo ha detto il leader M5s Giuseppe Conte, a Sulmona per la campagna elettorale in vista delle elezioni regionali di domenica in Abruzzo. “Pensavano di aver risolto facilmente questo dossier ma dopo cinque anni di malgoverno devono farsi un esame di coscienza. Non se lo sono fatti in tempo evidentemente e ora non basta farsi le vasche nei paesini dell’Abruzzo per promettere di tutto, abbiamo ministri che stanno promettendo di tutto. Aspettiamo domani le promesse di Meloni in persona”, ha aggiunto.


Conte ha sottolineato come “dopo cinque anni in Abruzzo ci sia una sanità disastrata. Mi dispiace che Marsilio dica che invento le cose. Io parlo con le persone: se anche lui avesse ascoltato di più i cittadini piuttosto che cercare di governare questa regione da Roma avrebbe constatato quello che quotidianamente constato io. Ognuno mi parla di problemi della sanità ma lui in cinque anni dove era?”.