Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Autore: Redazione StudioNews

Navalnaya a Strasburgo commuove e indigna il Parlamento europeo

Navalnaya a Strasburgo commuove e indigna il Parlamento europeoBruxelles, 28 feb. (askanews) – E’ stata una giornata memorabile per il Parlamento europeo, un giorno di commozione, indignazione, empatia, e soprattutto un momento rarissimo di vera unanimità per tutti gli eurodeputati, dall’estrema sinistra all’estrema destra: tutti ad ascoltare le parole terribili, accusatrici, dolorose, e nonostante tutto portatrici di speranza di Yulia Navalnaya, la vedova dell’oppositore russo Aleksei Navalny, ucciso in carcere dal regime di Vladimir Putin.


“Putin – ha affermato Navalnaya senza usare mezzi termini – ha ucciso mio marito”. Dopo averlo avvelenato, e dopo che Aleksei aveva voluto tornare in Russia, Putin “ha ordinato che fosse torturato per tre anni, che fosse ridotto alla fame in una cella di mattoni sottili, tagliato fuori dal mondo esterno, che gli fossero negate le visite, le telefonate, e persino le lettere. E alla fine lo hanno ucciso, e poi hanno oltraggiato il suo corpo e sua madre”. “Sono qui a Strasburgo per rivolgermi a voi – ha detto agli eurodeputati – e attraverso di voi all’intera Europa. A 12 giorni dalla sua morte, pensavo che avrei avuto il tempo di preparare il mio discorso; ma prima abbiamo passato una settimana ad aspettare il corpo di Aleksei e a organizzare il funerale, a scegliere il cimitero e la bara. Il funerale sarà domani, e io non so ancora se sarà pacifico o se la polizia arresterà le persone venute a dire addio ad Aleksei”.


“Sono passati due anni da quando Putin ha lanciato la sua brutale, subdola guerra contro l’Ucraina”, e nonostante gli aiuti a Kiev da tutto il mondo, oggi “c’è molta stanchezza, molto sangue, molta delusione”. E purtroppo, ha lamentato Navalnaya, “è stato fatto di tutto: armi, denaro, sanzioni… Ma non funziona niente; ed è successo il peggio: tutti hanno fatto l’abitudine alla guerra, e qui e là ogni tanto si sente chi dice che ‘in ogni caso dobbiamo arrivare a un accordo con lui’”, con Putin. Da un lato, “l’assassinio pubblico” di Aleksei “ha dimostrato ancora una volta a tutti che Putin è capace di tutto e che non si può negoziare con lui. Ma d’altra parte, posso vedere anche quanto siano tutti scioccati. Molte persone hanno la sensazione che Putin non possa proprio essere sconfitto. E, in questa disperazione, mi chiedono che cosa possono fare”.


Yulia Navalnaya ha risposto a questa domanda cercando di capire come avrebbe risposto suo marito, che in politica era “un innovatore”, immaginava e sperimentava soluzioni per riuscire a raggiungere i milioni di persone che ha ispirato in Russia, diventando il politico più famoso del Paese, nonostante il regime non gli permettesse di fare campagna, dare interviste, apparire in Tv, avere finanziamenti, fare pubblicità, votare. “Persino dal gulag in cui era rinchiuso, è riuscito a far passare idee e progetti che hanno mandato in panico il Cremlino”, ha ricordato. “Non si può danneggiare Putin con un’altra risoluzione, o con un’altra serie di sanzioni, che non saranno diverse dalle precedenti. Non potete sconfiggerlo pensando che sia un uomo di princìpi, con una morale e delle regole. Non è così, e Aleksei lo aveva capito molto tempo fa. Non avete a che fare con un politico – ha sottolineato -, ma con un mafioso sanguinario. Putin è il leader di una banda della criminalità organizzata, che include avvelenatori e assassini; ma sono tutti solo burattini”.


La risposta dunque, secondo Navalnaya, è questa: colpire “le persone vicine a Putin, i suoi amici, collaboratori e custodi del denaro della mafia”. Si deve “combattere questa banda criminale. E l’innovazione politica, in questo caso, sta nell’applicare i metodi di lotta alla criminalità organizzata” al regime di Putin. “Non la competizione politica, non note diplomatiche, ma indagini sulle macchinazioni finanziarie. Non dichiarazioni preoccupate, ma una ricerca degli associati a questa mafia nei vostri paesi, degli avvocati e finanzieri che in segreto aiutano Putin e i suoi amici a nascondere i soldi”. “Ci sono decine di milioni di russi che sono contro Putin, contro la sua guerra, contro il male di cui è portatore. Non dovete perseguitarli, al contrario, dovete lavorare con loro, con noi”, ha detto ancora agli eurodeputati la vedova di Aleksei Navalny. “Putin deve rispondere di ciò che ha fatto al mio paese. Putin deve rispondere di ciò che ha fatto a un paese vicino e pacifico. E Putin deve rispondere di tutto ciò che ha fatto ad Aleksei. Mio marito non vedrà come sarà la Bella Russia del Futuro, ma noi dobbiamo vederla. E farò del mio meglio per realizzare il suo sogno, finché cadrà il male e arriverà questo bellissimo futuro”, ha concluso Yulia Navalnaya. Tutti i capigruppo politici, per una volta assolutamente uniti, dopo il suo intervento le hanno espresso dopo la loro solidarietà per la sua sofferenza e l’ammirazione per l’enorme compito che si è assunto questa donna di continuare coraggiosamente la battaglia di suo marito per denunciare i crimini di Putin e riportare la democrazia in Russia. E quando il dibattito in aula si è concluso, prima che se ne andasse, tutto il Parlamento europeo si è levato in piedi di fronte al suo sguardo triste, per applaudire commosso la vedova dell’uomo che da solo ha sfidato l’enorme potere criminale che soffoca la Russia, Aleksei Navalny, che quella stessa Assemblea nel 2021 aveva insignito del Premio Sakharov per la libertà di pensiero, e per la difesa dei diritti umani e della democrazia.

Biennale: impossibile esculdere delle partecipazioni nazionali

Biennale: impossibile esculdere delle partecipazioni nazionaliMilano, 28 feb. (askanews) – La Biennale di Venezia non può decidere di escludere la partecipazione di nessuno tra i Paesi che l’Italia riconosce. Dopo le polemiche su Israele e Iran alla prossima Biennale Arte, in seguito a petizioni e appeli legati alle vicende in Medio Oriente, Ca’ Giustinian hga diffuso una nota ufficiale. “In merito alla partecipazione all’Esposizione Internazionale d’Arte di Paesi presenti nei padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e in città – si legge – La Biennale di Venezia precisa che tutti i Paesi riconosciuti dalla Repubblica Italiana possono in totale autonomia richiedere di partecipare ufficialmente. La Biennale, di conseguenza, non può prendere in considerazione alcuna petizione o richiesta di escludere la presenza di Israele o Iran dalla prossima 60esima Esposizione Internazionale d’Arte”.


“La Biennale ricorda, inoltre, – prosegue la nota – che la chiusura del Padiglione della Russia alla 59esima Esposizione Internazionale d’Arte 2022 è stata decisa dal Commissario e dal Curatore nominati dal Ministro della Cultura della Federazione Russa, che ha comunicato che non parteciperà alla prossima 60. Esposizione Internazionale d’Arte. Con riferimento a citate esclusioni di domande di ammissione a Evento Collaterale della 60. Esposizione, si precisa che su 72 progetti eleggibili, due vedevano la partecipazione di artisti palestinesi, uno dei quali è stato inserito fra i 30 Eventi Collaterali approvati dal Curatore Adriano Pedrosa, in totale autonomia e a suo insindacabile giudizio artistico”. “Ci sono anche artisti palestinesi nella 60esima Esposizione Internazionale d’Arte a cura di Adriano Pedrosa, come risulta dalla lista dei partecipanti diffusa dalla Biennale il 31 gennaio 2024”, conclude la nota.

Cartoons On The Bay 2024, aperte iscrizioni a concorso Pitch Me!

Cartoons On The Bay 2024, aperte iscrizioni a concorso Pitch Me!Roma, 28 feb. (askanews) – Aperte da oggi e fino al 15 aprile le iscrizioni al Concorso Pitch Me! Pierluigi de Mas, riservato ai progetti presentati da giovani diplomati presso gli istituti professionali del settore audiovisivo. Dedicato alla memoria del grande maestro dell’animazione italiana, il concorso è organizzato nell’ambito del festival Cartoons On The Bay 2024, che si svolgerà a Pescara dal 29 maggio al 2 giugno. Il regolamento e la scheda di iscrizione sono disponibili sul sito https://cartoonsbay.rai.it/concorso-pitch-me-2024.

Sanità, per Newsweek 6 ospedali lombardi fra 250 migliori al mondo

Sanità, per Newsweek 6 ospedali lombardi fra 250 migliori al mondoMilano, 28 feb. (askanews) – Sono sei gli ospedali lombardi che entrano nella classifica dei 250 migliori al mondo che, come ogni anno dal 2019, redige la rivista ‘Newsweek’. Sul primo gradino del ‘podio lombardo’ sale il Grande Ospedale Metropolitano Niguarda (52esimo nella classifica generale e 2° in Italia dopo il Policlinico universitario Gemelli di Roma), seguito dall’Irccs Ospedale San Raffaele – Gruppo San Donato (57°), dall’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (MI, 65°), dall’Ospedale Policlinico San Matteo di Pavia (117°), dall’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo (135°) e dagli Spedali Civili di Brescia (202). La classifica include dati (organizzati per nazione) di 2.400 ospedali di 30 Paesi.


“Siamo sicuramente orgogliosi e lusingati di rientrare in questo importante ranking internazionale con così tante strutture di eccellenza – ha commentato l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Guido Bertolaso – ma quello che ci interessa davvero sono solamente i giudizi e i voti dei nostri concittadini. Ogni struttura, che sia un ospedale, una casa di comunità, una Rsa, un ambulatorio, un dispensario o qualsiasi altra tipologia, per noi è importante e vogliamo che possa rientrare nella migliore classifica di accoglienza, funzionalità ed efficienza”.

Tajani replica al suo omologo ungherese: su Ilaria Salis nessuna interferenza ma tutela dei diritti umani

Tajani replica al suo omologo ungherese: su Ilaria Salis nessuna interferenza ma tutela dei diritti umaniRoma, 28 feb. (askanews) – Il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il governo italiano “da tempo hanno preso l’iniziativa di affrontare il tema delle condizioni di detenzione della signora Salis, come viene fatto in molti casi per cittadini italiani detenuti all’estero. Senza nessuna volontà di interferenza, ma con la chiara intenzione di far pressione per verificare che le condizioni di detenzione rispettino le normative europee che richiamano alla tutela dei diritti umani. Ed è quanto il Governo italiano continuerà a fare in questo come in altri casi simili”. Così in una nota la Farnesina illustra i contenuti dell’incontro tra il vicepremier e ministro degli Esteri e il suo omologo ungherese Péter Szijjßrtó, ricevuto oggi al ministero a Roma.


Il capo della diplomazia magiara ha parlato di “sorprendente interferenza” da parte dell’Italia nel caso di Ilaria Salis.

Malattie rare, SIN e UNIAMO: screening neonatale esteso per tutti

Malattie rare, SIN e UNIAMO: screening neonatale esteso per tuttiRoma, 28 feb. (askanews) – Trecento milioni di persone nel mondo vivono con una malattia rara (ovvero che colpisce non più di 5 ogni 10.000 abitanti). Il 72% delle malattie rare ha origini genetiche, le restanti hanno origini ambientali, infettive o allergiche ed il 70% insorge in età pediatrica, anche quando la patologia non ha origini genetiche. In Italia si stimano 2 milioni di persone con malattia rara, di cui 1 su 5 con meno di 18 anni. Nonostante i numeri per niente “rari” e i notevoli passi avanti fatti negli ultimi anni, persistono ancora grandi differenze nella prevenzione e nelle cure di queste patologie tra le varie Regioni del nostro Paese.


In occasione della Giornata delle Malattie Rare, che ricade quest’anno nel giorno più raro, il 29 febbraio, la Società Italiana di Neonatologia (SIN) ed UNIAMO Federazione Italiana Malattie Rare sostengono l’importanza alla diffusione generalizzata delle opportunità di prevenzione e di trattamento che la ricerca e l’innovazione mettono oggi a disposizione dei medici, dei piccoli pazienti e delle loro famiglie. “Gran parte di queste malattie rare esordiscono in epoca neonatale o nei primi mesi di vita e per un numero sempre maggiore è disponibile lo screening neonatale (oggi sempre più esteso!), in grado di finalizzare la diagnosi prima della comparsa dei segni clinici”, afferma Luigi Orfeo, Presidente della SIN. “I neonatologi e i pediatri da sempre sostengono la necessità di potenziare, su tutto il territorio nazionale, lo screening neonatale insieme agli interventi diagnostici e terapeutici, nonché di abilitazione funzionale e di supporto alle famiglie. La collaborazione con le Associazioni dei genitori da parte delle Società Scientifiche è un valore aggiunto in questa ottica di empowerment e di supporto, che deve raggiungere anche le Istituzioni per garantire, tra l’altro, la necessaria omogeneità degli interventi tra regione e regione.


“La lotta alle disuguaglianze passa anche attraverso la possibilità di garantire a tutti i neonati che nascono e crescono nel nostro Paese le stesse opportunità, a prescindere dalla regione in cui nascono e dalla relativa organizzazione del sistema sanitario”. “Quando vengono sviluppate terapie trasformative per patologie ad insorgenza pediatrica, che possono essere diagnosticate attraverso lo screening neonatale esteso, è necessario che le procedure burocratiche per l’inserimento nel panel, che consente a tutti i bambini di essere valutati, siano rese più veloci possibile. Ancora oggi aspettiamo l’inserimento di patologie valutate oltre due anni fa dal gruppo di lavoro istituito presso il Ministero, di cui fa parte UNIAMO. Tempi troppo lunghi. I bambini non possono aspettare”, ha dichiarato Annalisa Scopinaro, Presidente di UNIAMO.


Il Registro Nazionale Malattie Rare (RNMR), presso l’Istituto Superiore di Sanità, nel 2022 ha ricevuto 35.580 segnalazioni di nuove diagnosi (dato ancora in consolidamento) ed altrettanto alti sono i numeri del Telefono Verde Malattie Rare che, nel biennio 2022-2023, ha ricevuto 5.411 chiamate (effettuate da 5245 utenti), per un totale di 9245 diversi quesiti. Ad oggi si contano 7.000/8.000 malattie rare, ma l’iter per arrivare ad una diagnosi è lungo, occorrono in media 4,5 anni, e circa il 6% delle persone rimane ancora oggi senza una diagnosi precisa. Solo per il 5% esiste una cura. L’Italia è il Paese europeo con la politica più avanzata di screening neonatale, gratuito e obbligatorio sin dal 1992. Lo Screening Neonatale Esteso – SNE rappresenta uno degli strumenti più efficaci per la diagnosi precoce di un ampio spettro di malattie congenite rare, per le quali sono, ad oggi, disponibili trattamenti specifici che, se iniziati tempestivamente, possono migliorare la prognosi e gli esiti della malattia. Lo SNE attualmente comprende 49 patologie di cui 47 metaboliche, la fibrosi cistica, l’ipotiroidismo congenito e la fenilchetonuria. Evidenze scientifiche ed esperienze da tempo avviate in diverse regioni in Italia stanno modificando lo spettro delle malattie rare per cui effettuare lo screening neonatale esteso. Alcune malattie lisosomiali, alcune immunodeficienze congenite e la SMA (atrofia muscolare spinale) sono ormai inserite nel panel delle patologie sottoponibili a screening neonatale. Sono solo otto, però, le regioni italiane in cui è attualmente attivo lo screening neonatale per l’atrofia muscolare spinale e in altre è in corso di attivazione.


“Le possibilità di trattamento con nuove terapie enzimatiche o geniche hanno cambiato la storia naturale di queste malattie, offrendo ai pazienti affetti nuove opportunità di vita e di salute. È sempre più difficile garantire una omogeneità di offerta degli screening neonatali a livello nazionale, in quanto l’organizzazione regionale del nostro sistema sanitario consente una diversa e variabile finalizzazione delle risorse in ambito di prevenzione tra le regioni. Ciò implica, che, nelle regioni dove lo screening esteso comprende queste malattie, vi è la possibilità di una diagnosi preclinica e di una presa in carico efficace, precoce, globale e in tempo utile per avviare il percorso terapeutico nei centri di riferimento per patologia. Negli altri casi, invece, la diagnosi viene posticipata e la presa in carico più tardiva non sempre consente di ottenere i risultati possibili grazie alla ricerca genetica e all’innovazione terapeutica applicate alle malattie rare. Promuovere le malattie rare oggi vuol dire battersi per livelli omogenei di procedure, prestazioni ed interventi in tutte le regioni”, conclude Luigi Orfeo.

Meloni vola in Usa e Canada, focus su G7 e relazioni bilaterali

Meloni vola in Usa e Canada, focus su G7 e relazioni bilateraliRoma, 28 feb. (askanews) – Doppia missione, a Washington e Toronto, per la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nell’ambito della presidenza italiana del G7.


Dopo il viaggio in Giappone di inizio febbraio e la prima riunione in video conferenza da Kiev lo scorso 24 febbraio, la premier sarà il primo marzo a Washington, ospite di Joe Biden alla Casa Bianca, e il 2 marzo a Toronto, dove incontrerà il primo ministro canadese Justin Trudeau. L’obiettivo – sottolineano fonti italiane – è innanzitutto condividere con Biden e Trudeau (il Canada prenderà il testimone nel 2025) le priorità della Presidenza italiana del G7: difesa del sistema internazionale basato sulla forza del diritto e continuo sostegno all’Ucraina; conflitto in Medio Oriente, con le relative conseguenze sull’agenda globale; prioritaria attenzione nei confronti dell’Africa, con l’obiettivo di costruire un modello di partenariato vantaggioso per tutti; continua attenzione alla regione dell’Indo-Pacifico; importanza delle questioni migratorie; Intelligenza Artificiale.


In entrambi i casi, al centro dell’agenda ci saranno anche le relazioni bilaterali e le prospettive di un loro ulteriore rafforzamento. Per quanto riguarda gli Usa, Meloni intende continuare a costruire le relazioni bilaterali sulla base della Dichiarazione congiunta adottata dai due leader nell’ambito della sua prima visita a Washington lo scorso 27 luglio. Negli Usa c’è una presenza di una comunità italo-americana numerosa e ben integrata (più di 20 milioni), cui si aggiungono più di 325.000 cittadini italiani residenti negli USA. Nel 2023 gli USA rappresentavano il terzo mercato di destinazione dell’export italiano, con un interscambio di circa 102 miliardi di dollari (con surplus di 44 a favore dell’Italia), e presenze di imprese italiane in ogni settore economico-industriale, incluso il settore della difesa e in quello aerospaziale. Anche nell’incontro con Trudeau sarà affrontato il tema degli scambi bilaterali, per dare “ulteriore stimolo” ai rapporti già consolidati: il Canada e l’Italia hanno infatti già forti relazioni commerciali e di investimento, con economie complementari che fanno leva sulla forza delle piccole e medie imprese. Il Canada è un importante partner per l’Italia (circa 12 miliardi di euro di interscambio fra gennaio e novembre 2023, +1,1% sull’anno precedente). La bilancia commerciale è favorevole all’Italia (+4,2 miliardi nei primi 11 mesi del 2023) e vi è un elevato livello di complementarietà (specializzazione manifatturiera e innovazione in Italia e abbondanza di materie prime in Canada). Importante è il ruolo della comunità di origine italiana (1,6 milioni circa, per metà residenti nell’Ontario, regione di cui Toronto fa parte).


Entrambi i colloqui costituiranno, inoltre, l’occasione per un confronto sulle principali questioni internazionali: in primo luogo l’aggressione russa all’Ucraina e il continuo sostegno a Kiev; la situazione in Medio Oriente e la prevenzione di una escalation regionale, il sostegno umanitario a Gaza e la sicurezza e la stabilità nel Mar Rosso; la cooperazione con il Continente africano e il Piano Mattei, nella prospettiva di verificare opportunità di collaborazione in aree di comune interesse; la sicurezza delle catene di approvvigionamento; il coordinamento transatlantico rispetto alle sfide e alle opportunità poste dalla Cina. Tra i temi da affrontare anche la preparazione del prossimo Vertice Nato, che si terrà proprio a Washington il 9-11 luglio in occasione del 75mo anniversario dell’Alleanza atlantica.

D’Eramo: legge imprenditoria agricola segno attenzione settore

D’Eramo: legge imprenditoria agricola segno attenzione settoreRoma, 28 feb. (askanews) – “Finalmente l’Italia ha una legge per i giovani agricoltori. Un segnale positivo e tangibile di sostegno agli under 40 e una risposta concreta per incentivare il ricambio generazionale e garantire il futuro del nostro agroalimentare di qualità”. Così in una nota il sottosegretario all’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste, Luigi D’Eramo, commenta il via libera definitivo in Senato alla legge per la promozione e lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile nel settore agricolo, a prima firma del presidente della Commissione Agricoltura di Montecitorio Mirko Carloni e fortemente sostenuta dalla Lega.


“Un traguardo significativo – continua il sottosegretario Masaf – che punta a favorire l’accesso alla terra, al credito, alla formazione. L’agricoltura è una parte fondamentale della nostra storia e del nostro presente e deve continuare a esserlo anche nel futuro e per questo i giovani agricoltori devono essere sempre più protagonisti. Questo provvedimento mette a disposizione strumenti importanti e restituisce loro fiducia. Un ulteriore riconoscimento del ruolo che hanno gli agricoltori nel paese a cui va dato il giusto valore”, conclude D’Eramo.

Milano, a gennaio continua calo settimanale ingressi in Area C e B

Milano, a gennaio continua calo settimanale ingressi in Area C e BMilano, 28 feb. (askanews) – Nel mese di gennaio 2024 a Milano ci sono stati più accessi ai parcheggi di interscambio e al trasporto pubblico, meno ingressi settimanali in Area C e Area B e il bike sharing ha dominato sugli altri mezzi in condivisione. Questi i dati che emergono dal report di Amat, agenzia del Comune per la mobilità, l’ambiente e il territorio. Nel confronto con i dati dello stesso mese dell’anno scorso, gli ingressi in Area C segnano una diminuzione del 3,78% dal lunedì al venerdì, un -3,16% il sabato e un aumento del 6,02% la domenica.


Rispetto a gennaio 2023, diminuiscono anche gli ingressi in Area B nei giorni infrasettimanali (-0,7%) e di sabato (-1,63%), mentre aumentano la domenica (del 10% e questo, unito a un particolare picco di ingressi in occasione dello sciopero del trasporto pubblico, condiziona la media mensile). Si ricorda che i dati fotografano l’intero parco macchine in ingresso, senza distinguere il tipo di motorizzazione. Registrano un incremento medio del 5,4% il trasporto pubblico (+2,98% nell’infrasettimanale, +1,23 il sabato, +12,73% la domenica) e del 6,55% i parcheggi di interscambio (alle strutture si accede prevalentemente dal lunedì al venerdì, +4,12%, meno di domenica, -3,39%). Il bike sharing aumenta del 27,05%, a scapito del car sharing (-7,29), dello scooter sharing (-26,02%) e dei monopattini in condivisione (-30,98%). A tal proposito si ricorda, come per il mese scorso, che l’esito del nuovo bando per bici e monopattini, con la diminuzione degli operatori di monopattini, potrebbe aver spinto gli utenti dei servizi non più operativi ad utilizzare l’abbonamento, ancora in vigore, per le biciclette. Il calo degli scooter in sharing, invece, è verosimilmente legato al fatto che, dopo la chiusura di Cityscoot, è rimasto attivo un solo operatore e gli effetti già visti a dicembre si sono protratti anche a gennaio. L’operatore rimasto, eCooltra, si sta attrezzando per incrementare la flotta in modo da recuperare utenti.


“Siamo soddisfatti dell’andamento dei dati – ha commentato l’assessore comunale alla Mobilità, Arianna Censi – perché il trend si sta consolidando. Siamo convinti che si arriverà a raggiungere gli obiettivi prefissati, ma certamente non avverrà in qualche mese. Vorrei sottolineare in ogni caso che il cambiamento del parco auto che sta avvenendo nell’area metropolitana avrà degli effetti duraturi e importanti, e non è detto che si traduca automaticamente in una diminuzione di ingressi, ma di sicuro in una diminuzione di emissioni nocive, di cui beneficeranno tutti i cittadini e le cittadine”.

Il tonno spagnolo Consorcio punta su Italia: raddoppio fatturato in 5 anni

Il tonno spagnolo Consorcio punta su Italia: raddoppio fatturato in 5 anniMilano, 28 feb. (askanews) – Il grupo Consorcio punta a un raddoppio in cinque anni del fatturato in Italia e a una crescita a doppia cifra per il 2024. Obiettivi che perseguirà operando direttamente, attraverso la nuova filiale, attiva da gennaio a Milano, e una sua rete di vendita. Per l’azienda spagnola fondata nel 1950 a Santona, cittadina sul mare della Cantabria, è come riannodare un po’ i fili col proprio passato, ma significa anche investimenti su un mercato, quello italiano, che è secondo solo alla Spagna. “Per noi è un giorno importante ed emozionante – ha detto Valeria Piaggio, vicepresidente di Grupo Consorcio e rappresentante della terza generazione in azienda – perché sancisce il legame fortissimo con l’Italia. L’azienda è stata fondata da mio nonno Giacomo Croce e poi è passata a mia madre Cristina, la nostra attuale presidente. Ma è importante anche dal punto di vista business perchè per il gruppo l’Italia è il primo Paese d’esportazione e da più di 50 anni apprezza moltissimo la qualità dei nostri prodotti”.


Il marchio Consorcio, 78 milioni di fatturato nel 2022 di cui il 59% legati alle esportazioni, è presente nel nostro Paese fin dagli anni 70, attraverso alcuni distributori, l’ultimo dei quali Nostromo, del gruppo iberico Calvo, il cui accordo decennale si è concluso a dicembre 2023. In vista di quella scadenza è maturata la decisione di operare direttamente in Italia dove il mercato del tonno in olio d’oliva vale circa 1,1 miliardi, con una crescita a valore nel 2023 del 7,3% e un calo a volume che ha sfiorato il 5%. In questo quadro “noi occupiamo il segmento premium e fatturiamo circa 20 milioni di euro, dati 2022, in un segmento, quello premium, che vale circa il 10% del totale tonno”, ci ha spiegato Dario De Stefano, general sales manager Italia di grupo Consorcio. “Il nostro obiettivo da qui a 5 anni è di raddoppiare il fatturato – ha proseguito – con la nuova struttura, tre persone nel commerciale, due nel back office e 11 agenti sul territorio, stiamo lavorando per raggiungere i nostri obiettivi, di rafforzare il valore della marca, già oggi è molto forte al nord Italia, e crescere nelle aree di sviluppo che sono ovviamente più forti nel centro e nel sud d’Italia, anche per ragioni di prezzo”. Accanto alla crescita nel centro-sud, il grupo Consorcio amplierà la propria offerta puntando oltre che sul core business, quello del tonno, anche sul segmento delle acciughe del Cantabrico, forte della posizione naturalmente favorevole dello stabilimento di Santona, praticamente a “centimetro zero”. Oggi il mercato delle acciughe vale 108 milioni di euro in Italia, quelle del Cantabrico sono l’11% ma da qualche anno registrano un tasso di crescita superiore a quello del mercato. Ed è lì che punta l’azienda spagnola che, tuttavia, dovrà fare anche cultura di prodotto nel nostro mercato, dove tradizionalmente sono usate più come ingrediente che alimento da portata. “In Spagna siamo leader nel segmento della acciughe del Cantabrico e il nostro obiettivo è quello di avere anche in Italia un’analoga posizione – ha sottolineato De Stefano – Ma questa crescita importante pensiamo di poterla realizzare offrendo nuove opportunità di consumo anche in segmenti dove oggi non siamo ancora presenti”. Da marzo infatti l’azienda entra nel mercato del fresco take-away, con piatti pronti a base di tonno e acciughe del Cantabrico, preparati con la tecnologia Hpp, un metodo di conservazione che sfrutta pressioni elevatissime al posto del calore per allungare fino a 70 giorni la durata a scaffale del prodotto. E poi c’è anche la leva dell’e-commerce attraverso cui spingerà le vendite italiane e dove già ora sono commercializzati prodotti non sono disponibili nella grande distribuzione.


Questi investimenti, tuttavia, si inseriscono in un contesto particolarmente sfidante per il comparto, che in questi mesi fa i conti coi rincari dell’olio d’oliva: “Obiettivamente molte voci dei nostri costi si stanno abbassando – ha spiegato la vicepresidente – ma sfortunatamente c’è un fattore che per noi è molto importante, l’olio d’oliva, che ha subito aumenti dell’80%, calcolate che è il secondo ingrediente dopo la materia prima quindi quest’anno sarà ancora un anno di tensioni per noi”. Oltretutto se in Spagna il mercato del tonno sott’olio si divide a metà tra olio di semi e olio d’oliva, in Italia questo rapporto è 10% a 90%. Per questo Consorcio ha deciso lavorare sulla riduzione delle quantità ma solo dell’olio: “Non possiamo e non vogliamo rinunciare alla qualità dei nostri prodotti – ha assicurato De Stefano – quindi l’azione che facciamo è quella di una sgrammatura che lascia inalterato il contenuto del prodotto mentre viene ridotta la quantità di liquido di governo, l’olio, che peraltro due consumatori su tre ci dicono che buttano quando aprono le confezioni. Diciamo che una spinta inflattiva così forte ci ha permesso anche di creare un modello di business più sostenibile ed evitare gli sprechi”. Consorcio in Italia è la terza marca del segmento premium che comprende i tranci di tonno in latta, dove sono leader col 40% di quota a valore, i filetti i vetro – “La nostra performance è superiore al mercato” ha evidenziato De Stefano – e le acciughe del Cantabrico per le quali “siamo unici player”. Per ora il 90% della distribuzione avviene attraverso la grande distribuzione ma in questo percorso di crescita da qui ai prossimi cinque anni non escludono di sondare le potenzialità del fuori casa.