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Autore: Redazione StudioNews

Presentata a Roma la ricerca “ESG, 20 anni di cambiamenti”

Presentata a Roma la ricerca “ESG, 20 anni di cambiamenti”Roma, 27 nov. (askanews) – Si è tenuta ieri, presso l’Hotel Nazionale (Piazza di Montecitorio 131, Roma), la presentazione della nuova ricerca “ESG, 20 anni di cambiamenti”, realizzata da Start Magazine e Istituto per la cultura dell’innovazione (ICINN), che analizza la traiettoria degli ESG in Italia, Europa e Stati Uniti.


“Quello che ci preme mettere in evidenza in questa ricerca è come cambierà l’approccio rispetto ai criteri ESG dei grandi fondi di investimento da parte degli Stati. Quello che ci chiediamo è se si può continuare ad attuare criteri così stringenti e però poco misurabili in alcuni settori, oppure se bisogna ripensare del tutto la vita di questi criteri a beneficio non soltanto di coloro che investono ma anche dei rendimenti per gli utenti finali”, ha affermato Michele Guerriero, direttore editoriale di Start Magazine. La Finanza gioca un ruolo cruciale nel futuro dei principi Environmental, Social and Governance.


“Gli investimenti ESG oggi sono in crisi perché hanno un approccio non sincero rispetto all’obiettivo generale di trasformare il nostro modello di sviluppo verso la sostenibilità. La spinta verso la sostenibilità del mercato è arrivata dalla finanza, che deve assumersi il ruolo di modificare il paradigma del mercato introducendo le dimensioni ESG come primarie che competono allo stesso livello del profitto”, ha sottolineato l’on. Mauro Del Barba, membro della VI Commissione Finanze della Camera dei Deputati. La sostenibilità ambientale è oggi il principio più sotto i riflettori, ma non bisogna trascurare gli altri aspetti. “La transizione ecologica non può essere rimandata”, ha sottolineato l’on. Chiara Gribaudo, aggiungendo che “l’attenzione nelle grandi aziende ai temi della sostenibilità e al welfare è cresciuta in questi anni ma serve un accompagnamento, anche perché siamo un Paese di PMI e dobbiamo favorire l’attenzione a queste tematiche, investendo in politiche adeguate”.


Nel corso della presentazione è stato dedicato ampio spazio all’approccio europeo in materia di sostenibilità “L’Europa tende a sovra regolamentare – ha detto l’on. Giulio Centemero, membro della VI Commissione Finanze della Camera dei Deputati -. Intanto l’America innova e la Cina copia. Investire in ESG significa puntare sulle filiere specifiche italiane, differenziarci rispetto ai competitor e creare crescita e sviluppo per il Paese”. Nel nostro continente mancherebbero “le basi operative per far funzionare gli ESG. Come sempre quando si parla di economia, business e scelte di policy la risposta è: dobbiamo scegliere”. A dirlo il prof. Luca Brusati, docente della SDA Bocconi. “Sotto l’etichetta ESG se guardiamo agli standard di regolamentazione c’è una varietà infinita. Nel Green Deal c’è una quantità di regole impossibili da rispettare per il sistema economico europeo”, conclude.


Le conclusioni dei lavori sono state affidate al dott. G.B. Zorzoli, esperto di energia. “Per troppo tempo non si è stati sinceri sui costi della transizione energetica. Ma non agire costerà ancor di più”. Hanno partecipato alla presentazione della ricerca anche l’on. Alessandro Giglio Vigna, Presidente della XIV Commissione (Politiche dell’Unione europea), Camera dei Deputati e l’on. Alberto Gusmeroli, Presidente della X Commissione (Attività produttive, commercio e turismo), Camera dei Deputati. Protagonisti della presentazione sono state le imprese e le associazioni. Hanno arricchito il dibattito con esperienze aziendali concrete: Simone Togni, presidente di ANEV, Luca Guglielmi, Public Relation Manager Axpo Italia, Stefania Colombo, Director Global Sustainability IGT, Marco Valentini, Group Public Affairs Director, Engineering, Michelangelo Suigo, Direttore Relazioni Esterne, Comunicazione e Sostenibilità Inwit e Michele Samoggia, Director External Affairs, Philip Morris Italia.

Vino dealcolato, AssoDistil: decreto non può derogare a leggi Stato

Vino dealcolato, AssoDistil: decreto non può derogare a leggi StatoMilano, 27 nov. (askanews) – “AssoDistil plaude all’iniziativa del ministro mirata a concludere velocemente l’iter normativo che consentirà agli operatori nazionali di poter finalmente produrre anche in Italia un vino senza alcole, evitando l’attuale prassi di esportare vino verso altri Paesi europei in cui la dealcolizzazione è permessa, per poi reimportare lo stesso vino senza alcole per la successiva vendita sui mercati in cui tale prodotto è sempre più richiesto. Ringraziamo pertanto il ministro Lollobrigida per la sensibilità dimostrata verso queste esigenze, tuttavia, vi sono alcuni aspetti sui quali non è possibile derogare, primo tra tutti quello del corretto inquadramento fiscale cui sottoporre le miscele idroalcoliche ottenute dal processo di dealcolizzazione, nel rispetto del Testo Unico Accise, al quale chiunque produca alcole etilico deve conseguentemente attenersi”. Lo ha ribadito Antonio Emaldi, presidente della maggior associazione di distillatori italiana, durante l’incontro avvenuto il 26 novembre al Masaf, tra il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, e le associazioni vitivinicole per discutere della bozza di Decreto sulla base del quale si disciplinerà anche in Italia la pratica di dealcolazione del vino.


Assodistil ha nuovamente sottolineato che un Decreto “non può derogare ad alcuna legge dello Stato, in particolare se prevede che ogni produzione di soluzioni alcoliche con grado superiore a 1,2% sia effettuata esclusivamente in regime di deposito fiscale di alcole, preventivamente autorizzato dall’Autorità competente: l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli”. Solo così, secondo l’associazione, “si potrà legittimamente produrre e commercializzare l’alcole ottenuto, prevendendone magari l’impiego esclusivo per usi energetici o industriali così da evitare turbative nei mercati alimentari, seguendo la stessa ratio che il legislatore comunitario ha voluto imporre per la distillazione di crisi del vino”. Per AssoDistil, anche il proposto inquadramento del liquido idroalcolico tra i cosiddetti ‘prodotti intermedi’ “risulta impreciso, poiché la vigente normativa individua tra questi solo il vino, il vermouth ed i sidri di frutta, che nulla hanno a che fare con l’alcole etilico ottenuto dal processo. Né varrebbe – precisa l’associazione dei distillatori – ad evitare l’imposizione di accisa, la previsione di trattare il liquido idroalcolico come rifiuto, invece che come alcol (come incredibilmente proposto da alcune associazioni presenti al tavolo, una sorta di nuovo ‘miracolo di Canaan’) con il risultato che causerebbe solo oneri in capo al produttore di vino dealcolizzato, che si troverebbe a dovere pagare per lo smaltimento anziché ottenere un ricavo dalla vendita dell’alcol legittimamente prodotto, così come avviene negli altri Paesi della UE dove tale pratica è già operativa”.


Non solo, AssoDistil, rimarca anche che processo di dealcolizzazione “oggi più utilizzato in Europa è quello a membrane, che prevede l’ottenimento di 10 litri di acqua con un basso titolo alcolico per ogni litro di vino trattato”. “Secondo le ultime previsioni, il vino dealcolizzato potrebbe conquistare subito una quota di mercato dello 0,5% con una crescita stimata dalla Commissione Ue del 15% all’anno: è per il momento una nicchia di mercato ma se rapportata alla produzione media di vino in Italia, si tratterrebbe comunque di 22,5 mln di litri all’anno di vino dealcolizzato e quindi di avviare allo smaltimento 225 milioni di litri di acqua”. Infine AssoDistil ha sollevato il tema del divieto della detenzione di alcole negli stabilimenti enologici e quindi della necessità di “adeguare la normativa perché qualsiasi soggetto possa accedere a tale attività nel pieno rispetto delle Leggi”.

Berlinguer, “La lezione della storia”: due incontri in Sardegna

Berlinguer, “La lezione della storia”: due incontri in SardegnaRoma, 27 nov. (askanews) – Nel 2024 ricorrono i 40 anni dalla scomparsa di Enrico Berlinguer, figura simbolo della politica italiana e dell’impegno civile. Per commemorare il suo straordinario contributo, la Regione Sardegna in partnership con Gruppo Sae – La Nuova Sardegna e Sardinia Post – organizza due incontri dal titolo “La lezione della storia: 1984 – 2024 / 40 anni senza Berlinguer”, che si terranno il 28 novembre a Cagliari, presso l’Auditorium di Sa Manifattura, e il 12 dicembre a Sassari, presso l’Auditorium Provinciale, in via Monte Grappa, entrambi a partire dalle ore 16.45.


Enrico Berlinguer è stato un uomo di grande rigore morale, che ha dedicato la sua vita ai valori della democrazia, della giustizia sociale e della solidarietà. La sua visione, incarnata nel “compromesso storico”, ha segnato la politica italiana e rappresenta ancora oggi un punto di riferimento per comprendere la complessità del mondo contemporaneo. La celebrazione del quarantesimo anniversario della sua morte sarà un momento di approfondimento per rileggere la storia italiana, riflettere sul presente e trarre insegnamenti utili per affrontare le sfide del nostro tempo, in un mondo sempre più interconnesso e caratterizzato da incertezze globali. “Enrico Berlinguer ha rappresentato un esempio di coerenza e impegno civile che oggi, a quarant’anni dalla sua scomparsa, continua a parlare alle coscienze di tutti noi. Questo evento non è solo una celebrazione, ma un invito alle nuove generazioni a riflettere su valori fondamentali come la giustizia sociale, la solidarietà e la fiducia nel dialogo. La Sardegna, terra che ha dato i natali a Berlinguer, non può che essere il luogo ideale per rinnovare il ricordo di un uomo che ha segnato la storia politica del nostro Paese”, ha dichiarato la presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde: “Questo anniversario – ha aggiunto la presidente – non è solo un tributo al passato, ma un’opportunità per aprire un dialogo sul futuro. La Sardegna si fa promotrice di una riflessione che, partendo dall’esempio di Berlinguer, affronta le grandi sfide del nostro tempo, dal valore della partecipazione politica al ruolo della verità in una società sempre più complessa. Invitiamo tutti i cittadini, e in particolare i giovani, a partecipare e a contribuire con le loro idee a questa importante occasione di confronto”.


Gli incontri hanno l’obiettivo di coinvolgere la comunità sarda e le nuove generazioni, recuperando una memoria storica che rischia di essere dimenticata. Partendo dall’eredità politica e umana di Berlinguer, si cercherà di rispondere a domande cruciali: cosa può insegnare ancora la sua storia? Quali chiavi di lettura offre per interpretare un’epoca in cui verità e punti di vista si moltiplicano, spesso generando confusione? Si partirà da Cagliari, il 28 novembre, a Sa Manifattura. Saranno presenti Gavino Angius, Lucia Annunziata, Marco Travaglio, Carlo Verdelli, Francesco Verderami intervistati e in dialogo con Luciano Tancredi, Direttore editoriale del Gruppo SAE e di Sardinia Post, Giacomo Bedeschi, Direttore della Nuova Sardegna, e giornalisti delle due testate. Interverrà Alessandra Todde, Presidente della Regione Autonoma della Sardegna. Si proseguirà il 12 dicembre a Sassari, presso l’Auditorium Provinciale, in via Monte Grappa con i giornalisti Giovanna Botteri e Maurizio Mannoni, l’ex premier Massimo D’Alema, la presidente della Vigilanza Rai Barbara Floridia e l’ex ministro degli Interni Beppe Pisanu.


Gli eventi si inseriscono nelle iniziative promosse dalla Regione Sardegna con la media partnership della Nuova Sardegna e Sardinia Post per valorizzare la memoria storica e il dibattito culturale, coinvolgendo cittadini e istituzioni in un percorso di crescita collettiva.

Cinema, prime immagini di “Primavera” esordio di Damiano Michieletto

Cinema, prime immagini di “Primavera” esordio di Damiano MichielettoRoma, 27 nov. (askanews) – Rilasciate le prime immagini di “Primavera”, esordio alla regia cinematografica di finzione di Damiano Michieletto, scritto da Ludovica Rampoldi, liberamente tratto dal libro Premio Strega 2009 di Tiziano Scarpa Stabat Mater edito da Einaudi. Nel cast del film, Tecla Insolia, Michele Riondino, Andrea Pennacchi, Fabrizia Sacchi e con Valentina Bellé e con Stefano Accorsi. Le riprese, appena terminate, si sono svolte a Roma e a Venezia; il film è attualmente in fase di montaggio.


Primi del Settecento. L’Ospedale della Pietà è il più grande orfanotrofio di Venezia, ma è anche un’istituzione che avvia le orfane più brillanti allo studio della musica. La sua orchestra è una delle più apprezzate al mondo. Cecilia ha vent’anni, vive da sempre alla Pietà ed è una straordinaria violinista. L’arte ha dischiuso la sua mente ma non le porte dell’orfanotrofio; può esibirsi solo lì dentro, dietro una grata, per ricchi mecenati. Questo fino a che un vento di primavera scuote improvvisamente la sua vita. Tutto cambia con l’arrivo del nuovo insegnante di violino. Il suo nome è Antonio Vivaldi. “Primavera” è una produzione Warner Bros. Entertainment Italia e Indigo Film in coproduzione con Moana Films con il contributo del PR FESR del Veneto 2021-2027 della Regione del Veneto con il sostegno di Fondazione Veneto Film Commission e con il sostegno della Regione Lazio – Programma FESR Lazio 2021-2027. Il film sarà distribuito in Italia da Warner Bros Entertainment e in Francia da Diaphana Distribution. Le vendite internazionali sono curate da Memento International.


Damiano Michieletto (Venezia, 1975), sempre al centro dell’interesse della stampa, oggi e’ certamente riconosciuto come uno tra i piu’ visionari e rivoluzionari registi di opera lirica, in Italia e nel mondo. Tante le opere liriche che ha diretto, collaborando con i maggiori palchi italiani e internazionali: dal Teatro alla Scala di Milano alla Royal Opera House di Londra, dal Teatro La Fenice di Venezia alla Staatsoper di Berlino, all’Opera di Parigi. Le sue produzioni hanno ricevuto molti premi come il Laurence Olivier Award, l’Irish Time Award, il premio russo Casta Diva, il Premio Abbiati della Critica Musicale Italiana, l’O¨sterreichischer Musiktheaterpreis, il Reumert Prize, il Melbourne Green Room Award. Primavera è il suo esordio alla regia cinematografica.

Progetti su servizio idrico in Pnrr, manca una scadenza su 3

Progetti su servizio idrico in Pnrr, manca una scadenza su 3Roma, 27 nov. (askanews) – Sono 402 i progetti beneficiari delle risorse stanziate dal Piano nazionale di ripresa e resilienza che contribuiranno, in maniera più o meno diretta, a rinnovare e rendere più efficienti le reti idriche italiane. Il finanziamento di questi progetti, localizzati in egual misura al Nord e nel Mezzogiorno (40%) e per il 20% nelle regioni del Centro Italia, grava sul PNRR per poco meno di 4,5 miliardi di euro e si alimenta poi di una quota parte di cofinanziamenti stanziati sia dai soggetti attuatori che da altre fonti di finanziamento pubblico. Ma a che punto è l’attuazione di questi interventi?


Stando a quanto emerso nell’ambito della ricerca commissionata da BFWE a Centro Studi Enti Locali dal titolo “Sostenibilità idrica locale: capacità di innovazione e capacità di spesa”, presentata oggi a Bari nell’ambito del primo giorno della manifestazione Accadueo, finora – nell’ambito di tutto il parco progetti relativo al mondo del servizio idrico integrato – sono state complessivamente mancate circa una scadenza su tre. A influenzare in maniera negativa i risultati sono soprattutto le fasi conclusive. Mentre il 77% dei soggetti attuatori ha approvato il progetto di fattibilità tecnico-economica puntualmente o addirittura in anticipo rispetto alla tabella di marcia (12% del totale), la percentuale si ribalta nel momento in cui l’analisi prende come riferimento l’esecuzione dei lavori e il collaudo. È stato registrato un ritardo nel caso del 79% dei progetti che avrebbero già dovuto essere stati portati a termine. Per molti altri la data conclusiva è fissata più avanti nel tempo, quindi allo stato attuale è possibile solo valutare il raggiungimento o meno degli obiettivi intermedi.

Alleanza Fotovoltaico: Crescita settore può attivare 150000 posti

Alleanza Fotovoltaico: Crescita settore può attivare 150000 postiRoma, 27 nov. (askanews) – Rendere più chiaro il quadro normativo delle rinnovabili e restituire certezze agli imprenditori per tutelare gli investimenti e garantire la messa a terra dei progetti, in uno scenario reso ancor più complesso dalle numerose misure fiscali e normative approvate nell’ultimo anno. Sostenere il processo virtuoso della transizione energetica per consentire all’Italia di raggiungere gli obiettivi nazionali ed europei sulla decarbonizzazione e l’indipendenza energetica.


Sono le necessità più impellenti del settore emerse durante l’evento “Scatta l’ora solare. L’Italia e il futuro del fotovoltaico”, organizzato a Roma dall’Alleanza per il Fotovoltaico in Italia, che sottolinea – informa una nota degli organizzatori – come la crescita occupazionale del settore possa raddoppiare, passando dagli attuali 80.000 lavoratori a 150.000 nuovi posti di lavoro nei prossimi 3-4 anni. L’Alleanza raggruppa alcuni tra i principali operatori nel settore dell’energia rinnovabile impegnati nello sviluppo, nella realizzazione e gestione di grandi impianti per l’energia da fonte solare (utility-scale), in sinergia con gli obiettivi previsti dalla strategia energetica nazionale (PNIEC), che detengono circa 20 GW di energia solare, attualmente in fase di autorizzazione, per un totale di 20 miliardi di euro di investimenti e opere per la valorizzazione del territorio da 3 miliardi di euro.


Come evidenziato durante il convegno, con l’attuale quadro normativo – si legge ancora nella nota – la localizzazione degli impianti rimane incerta e le regioni si muovono in ordine sparso definendo soltanto le “aree non idonee”. Per rendere attuabile la transizione energetica è quindi necessario agire velocemente con la definizione di aree idonee ma anche responsabilizzare le regioni sulla necessità di ciascuna di fornire il proprio contributo alla transizione. L’Italia continua inoltre a scontare un deficit energetico che, stando a quanto emerge dalla Relazione annuale sulla situazione energetica nazionale 2024, realizzata dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, con dati riferiti al 2023, l’ha costretta a spendere circa 56 miliardi di euro per l’acquisto di energia dall’estero. Una cifra dimezzata rispetto ai 114,3 miliardi di euro spesi nel 2022, proprio grazie al contributo derivato dallo sviluppo degli impianti rinnovabili nazionali.


Tuttavia – sottolinea l’Alleanza per il Fotovoltaico – lo scenario è ancora incompatibile con gli obiettivi di sicurezza ed indipendenza energetica che l’Italia si è posta di raggiungere, considerando che il Paese importa ancora il 15% del fabbisogno nazionale da fonti estere e resta quindi esposto alle fluttuazioni di prezzo dettate da fattori esogeni e non controllabili. Determinante è il ruolo dell’agrivoltaico, soluzione innovativa che coniuga la produzione di energia solare con l’attività agricola, senza consumare nuovo suolo. Secondo l’ultimo rapporto ISPRA, infatti, pur se si volesse installare a terra tutto il nuovo fotovoltaico previsto in Italia dal PNIEC al 2030 (57 GW) si utilizzerebbe comunque una porzione al di sotto l’1% del suolo nazionale. È fondamentale, però – ribadisce l’Alleanza – che la normativa in materia di agrivoltaico eviti di imbrigliare la tecnologia in parametri tecnici e regole stringenti che non tengono conto della sua continua evoluzione.


Determinanti anche gli impatti positivi degli impianti sui costi energetici per famiglie e imprese, sulla riduzione dell’inquinamento e il miglioramento della qualità dell’aria. Il settore continua inoltre ad attrarre investimenti nazionali ed esteri, a generare know how tecnico e nuove professionalità in tutto il Paese, accrescendo la reputazione dell’Italia nel panorama internazionale. “Le imprese del nostro Paese hanno dimostrato di saper sviluppare tecnologie, competenza ed eccellenza nel campo delle rinnovabili, dell’innovazione e dello sviluppo delle tecnologie green. La crescita del settore, che ha subìto una netta accelerazione negli ultimi due anni, rappresenta un fattore importante di sviluppo economico del Paese che si aggiunge al contributo dato come contrasto al cambiamento climatico. Il compito del governo è quello di creare le condizioni migliori per agevolare gli investimenti e i piani imprenditoriali di chi scommette sull’economia green e lo sviluppo sostenibile del Paese. Il ricorso alle rinnovabili costituisce non solo una risposta agli impegni per l’ambiente ma anche alle questioni legate alla sicurezza, all’indipendenza energetica e al contenimento dei prezzi” ha osservato il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin. “L’impegno del Ministero è quello di intervenire per sbloccare le procedure e dare tempi certi per le autorizzazioni. Quello che abbiamo davanti è un percorso difficile che dobbiamo riuscire a fare insieme per governare questo cambiamento, con un importante ruolo delle istituzioni e dei soggetti coinvolti nella transizione energetica. Abbiamo grandi questioni aperte legate al rinnovo delle reti, dobbiamo inoltre creare un punto di equilibrio con il sistema regionale nella definizione delle modalità rispetto alle competenze costituzionali. I fronti sono tanti e dobbiamo essere determinati e più uniti possibili” ha aggiunto Pichetto Fratin, sempre secondo quanto riportato nella nota degli organizzatori.

La Pietra (Masaf): crediamo in sinergia tra agricoltura e turismo

La Pietra (Masaf): crediamo in sinergia tra agricoltura e turismoRoma, 27 nov. (askanews) – “Dobbiamo credere fortemente nella sinergia tra turismo e agricoltura, un settore in costante crescita con un valore attuale di produzione pari a 1,5 miliardi di euro. Una valenza non solo dal punto di vista economico, ma che grazie all’impegno di tanti agriturismi, consente di poter proteggere dai rischi idrogeologici, legati all’abbandono dei territori più interni e remoti della penisola, ampie aree del nostro Paese”. Lo ha detto il sottosegretario al Masaf, senatore Patrizio La Pietra, nel suo intervento al convegno organizzato da Agriturist, l’Associazione nazionale per l’Agriturismo, l’ambiente e il territorio, che si è tenuto alla Fattoria di Maiano di Fiesole e che ha avuto come oggetto il “Passato, presente e futuro dell’agriturismo italiano”.


“Un valore multiplo – ha spiegato D’Eramo – che il governo intende supportare grazie allo stanziamento di risorse per 118 milioni di euro, di cui il 64% destinate agli agriturismi, il 21% per investimenti finalizzati ad aumentare l’attrattività delle aree rurali e il 18% per sostenere le attività di cooperazione per il turismo rurale”.

Ecole Ducasse apre nuova scuola di cucina e pasticceria in Egitto

Ecole Ducasse apre nuova scuola di cucina e pasticceria in EgittoRoma, 27 nov. (askanews) – École Ducasse sbarca in Egitto, la Cairo. Il network di scuole fondato dallo chef più stellato del mondo Alain Ducasse, in collaborazione con Reliance Egypt, ha annunciato la creazione di un nuovo campus con il nome di École Ducasse Cairo Studio entro la fine del 2025. Questa nuova struttura offrirà agli aspiranti chef, agli esperti di cucina e pasticceria e agli appassionati in Egitto e in tutta la regione l’opportunità di apprendere i fondamenti del savoir-faire e della filosofia culinaria di Alain Ducasse.


La partnership rappresenta una pietra miliare per la scena gastronomica egiziana, che negli ultimi anni ha visto un aumento delle esperienze culinarie e dell’interesse globale. Con un programma educativo che fonde innovazione e tradizione, il Cairo Studio offrirà programmi progettati da chef ed esperti formati dall’École Ducasse, assicurando agli studenti un’esperienza pratica in una struttura all’avanguardia. Lo studio offrirà una selezione di corsi, da brevi lezioni di cucina e pasticceria a programmi intensivi e masterclass rivolti a studenti locali e regionali appassionati di arte culinaria. Il programma di studi enfatizzerà non solo gli aspetti tecnici delle arti culinarie e della pasticceria, ma anche la creatività, l’imprenditorialità e lo sviluppo di uno stile individuale. Per migliorare ulteriormente l’esperienza di apprendimento, l’École Ducasse Cairo Studio collaborerà con i migliori chef locali e internazionali, professionisti dell’industria alimentare e aziende. Queste collaborazioni offriranno agli studenti opportunità di stage, tutoraggio e carriera sia in Egitto che nel resto del mondo. Inoltre, l’École Ducasse Cairo Studio contribuirà alla comunità locale promuovendo la cucina e la cultura egiziana attraverso i suoi programmi.

Nonna Giulia Cecchettin: omicidio premeditato, Turetta deve pagare

Nonna Giulia Cecchettin: omicidio premeditato, Turetta deve pagareRoma, 27 nov. (askanews) – “Mi manca, mi manca tutta Giulia. Era la gioia fatta persona, era allegra, vivace, briosa. Era un sole. Un sole che non vedrai più. Io penso sia un’assurdità dire che non ci sia stata premeditazione nel suo omicidio, ha detto delle parole assurde visto che le prove che ci sono e i fatti come sono andati, fa solo male sentire queste parole. Non ho visto Giulia in quelle parole, come se Giulia fosse stata uno straccio. E Giulia è mia nipote. E mi fa male solo pensare questa cosa. Lei è la vittima, non Turetta”. Così ha dichiarato Carla Gatto, la nonna di Giulia Cecchettin, uccisa a coltellate dall’ex ragazzo l’11 novembre scorso e il cui processo è in corso. La donna è stata raggiunta dai microfoni di Ore 14, la trasmissione di Milo Infante in onda su Rai 2.


“Certamente – ha continuato – si tratta di un omicidio premeditato. L’avvocato di Turetta ha riferito che nell’omicidio di Giulia non c’è stata crudeltà. Cos’è la crudeltà? Se tutto quello che è successo a Giulia non è crudeltà, adesso vorrei sapere che cosa sia la crudeltà. È morta soffocata dal suo sangue, così hanno detto. Non è crudeltà questa? 75 coltellate non è crudeltà?” “Giulia si sentiva perseguitata, due, trecento telefonate al giorno non era un atto persecutorio? Uno non vive, sarebbe da spegnere il cellulare e non riaccenderlo più. Ergastolo? Turetta deve pagare per quello che ha fatto, sarebbe giusto”, ha concluso.

Sia: Ecoschema 2 è un problema per il controllo della Xylella

Sia: Ecoschema 2 è un problema per il controllo della XylellaRoma, 27 nov. (askanews) – “L’ecoschema 2 della Pac rappresenta un problema perché prevede l’inerbimento del suolo ed è assolutamente sconsigliato” nei territori colpiti dalla Xylella. Lo ha detto Michele Perniola, presidente della Società italiana di agronomia (Sia), che oggi è stato audito dalla Commissione Agricoltura della Camera, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull’emergenza legata alla presenza del patogeno Xylella fastidiosa nella regione Puglia, insieme a rappresentanti della Società di ortofrutticoltura italiana (Soi) e del Distretto agroalimentare di qualità jonico salentino (Dajs).


“Per il coltivatore vorrebbe dire essere fuori dalla Pac, ma bisogna indurre gli agricoltori a non entrare nell’Ecoschema 2 in modo assoluto. Serve una deroga in modo che gli agricoltori possano usufruire del premio ma non applicare l’Ecoschema alla lettera: va bene inerbire il terreno nel periodo invernale, ma a Sud a fine marzo l’oliveto va tenuto completamente pulito per contenere la presenza dell’insetto vettore. E quando dico pulito non intendo solo con la falciatura, ma con la completa distruzione delle erbe”. Perniola ha sottolineato che “è vero che le patologie vanno comabttute colpendo l’agente principale ma è vero che la gestione agronomica è fondamentale: le tecniche di gestione del suolo sono fondamentali”, così come lo è utilizzare per il monitoraggio tutto ciò che l’agricoltura di precisione e il telerilevamento possono offrire. Ovvero “la precoce individuazione delle piante in sofferenza soprattutto negli uliveti pugliesi che sono in fase di ricostituzione, con la diagnosi precoce e la precoce soppressione delle piante malate. Tutti elementi basilari per un contenimento della malattia”.


Da ultimo, Perniola ha sottolineato l’importanza della selezione di varietà resistenti grazie alle nuove tecniche di genetica”.