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Autore: Redazione StudioNews

Varese, accordo per più sicurezza su treni, in fermate e stazioni

Varese, accordo per più sicurezza su treni, in fermate e stazioniMilano, 22 giu. (askanews) – È stato siglato oggi nella sala consiliare di Gallarate l’accordo ‘Stazioni Sicure’ 2023 tra Regione Lombardia, Prefettura di Varese, Trenord, Rfi, Ferrovie Nord, Agenzia Tpl e i Comuni del territorio per la promozione della sicurezza integrata nelle stazioni ferroviarie, alle fermate e aree di sosta per il trasporto pubblico locale e per il contrasto all’esercizio abusivo dei taxi all’aeroporto di Malpensa.

Attualmente sono 13 i Comuni che hanno già aderito all’intesa: i Comuni capofila di Varese, Busto Arsizio e Gallarate a cui si aggiungono Somma Lombardo, Ferno, Caronno Pertusella, Cislago, Gemonio, Gerenzano, Induno Olona, Luino, Saronno e Vedano Olona. Regione Lombardia finanzierà con 50.000 euro, fino a dicembre, le polizie locali dei Comuni aderenti che svolgeranno servizi di controllo in forma coordinata e in sinergia con le altre forze dell’ordine. Nel precedente protocollo che si è svolto tra la fine di ottobre e la metà di dicembre 2022, sono stati effettuati 80 servizi mirati che hanno portato all’identificazione di oltre 1.000 persone. Diversi gli episodi che hanno richiesto l’intervento degli agenti: minacce ai conducenti di autobus, atti di vandalismo, danneggiamenti di arredi pubblici, imbrattamenti e presenza di persone senza fissa dimora in stato di ebrezza.

“Rafforzare la sicurezza delle stazioni e delle zone antistanti- commenta l’assessore regionale alla Sicurezza Romano La Russa – oltre alle aree di sosta del trasporto pubblico locale, troppo spesso trasformate in ‘non luoghi’ in balia di delinquenti e balordi, in gran parte extracomunitari, è una priorità di Regione Lombardia, assessore regionale alla Sicurezza. Chi viaggia sui treni e sui mezzi pubblici deve potersi spostare serenamente e in sicurezza, senza rischiare di essere aggredito o derubato”. “Prioritario per Regione Lombardia – aggiunge La Russa – è, allo stesso modo, anche il contrasto al fenomeno dei taxi abusivi che gravitano soprattutto intorno all’aeroporto di Malpensa, aumentati con la riapertura del Terminal 2 dell’hub varesino lo scorso 31 maggio e con la ripresa del traffico aereo nel periodo post pandemico. L’accordo ‘Stazioni Sicure’ 2023 si prefigge questo duplice obiettivo e punta sulla sinergia tra i vari Comandi di Polizia Locale del territorio e le altre forze dell’ordine, Polfer, Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza”. “La collaborazione tra i Comandi di Polizia locale, anche quelli con gli organici meno consistenti – continua l’assessore alla Sicurezza – garantisce un impiego numericamente adeguato di agenti per i servizi di controllo e prevenzione, soprattutto nelle ore serali e nei festivi e permette uno scambio fattivo di professionalità”. “Ringrazio il Prefetto di Varese, Salvatore Pasquariello – aggiunge La Russa – per la sensibilità dimostrata tanto da essere stato uno dei primi a promuovere sul proprio territorio questo accordo già lo scorso settembre. Il mio ringraziamento va, inoltre, a tutti i Comuni aderenti, a cominciare dai Comuni capofila Varese, Busto Arsizio e Gallarate, che per la prima volta si è unito all’intesa, alle Forze dell’ordine e alle Polizie locali. L’auspicio è che gli ottimi risultati ottenuti già nei mesi scorsi, spingano sempre più Comuni lombardi a sottoscrivere il nostro protocollo”.

“Servizio efficiente e sicurezza sui treni e nelle stazioni. Sono questi – afferma l’assessore regionale ai Trasporti e Mobilità sostenibile Franco Lucente – gli obiettivi che perseguiamo in ambito trasportistico. Dopo la firma della convenzione con le Forze armate e le Forze dell’ordine che permette loro di viaggiare gratuitamente e le risorse stanziate per la sicurezza dei laghi lombardi, questa iniziativa rafforza ulteriormente il pacchetto di misure messe in campo per garantire ai cittadini di poter vivere i luoghi pubblici in totale serenità”. “Grazie alla collaborazione di tutti gli attori coinvolti, le stazioni e le aree limitrofe finalmente non saranno più terra di nessuno. Un accordo che ha il merito di combattere anche il fenomeno dell’abusivismo, che mina pesantemente il lavoro dei taxisti. Il nostro obiettivo è chiaro: tolleranza zero contro chi non è in regola” conclude l’assessore Lucente.

”Stranieri ovunque”, la Biennale Arte 2024 di Adriano Pedrosa

”Stranieri ovunque”, la Biennale Arte 2024 di Adriano PedrosaVenezia, 22 giu. (askanews) – La 60esima Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, diretta dal curatore brasiliano Adriano Pedrosa si intitolerà “Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere”. Il titolo è tratto da una serie di lavori realizzati a partire dal 2004 dal collettivo Claire Fontaine, nato a Parigi e con sede a Palermo. Le opere consistono in sculture al neon di vari colori che riportano in diverse lingue le parole “Stranieri Ovunque”. L’espressione è stata a sua volta presa dal nome di un omonimo collettivo torinese che nei primi anni Duemila combatteva il razzismo e la xenofobia in Italia.

“Il contesto in cui si colloca l’opera – ha spiegato Pedrosa – è un mondo pieno di crisi multiformi che riguardano il movimento e l’esistenza delle persone all’interno di Paesi, nazioni, territori e confini e che riflettono i rischi e le insidie che si celano all’interno della lingua, delle sue possibili traduzioni e della nazionalità, esprimendo differenze e disparità condizionate dall’identità, dalla cittadinanza, dalla razza, dal genere, dalla sessualità, dalla libertà e dalla ricchezza. In questo panorama, l’espressione Stranieri Ovunque ha (almeno) un duplice significato. Innanzitutto vuole intendere che ovunque si vada e ovunque ci si trovi si incontreranno sempre degli stranieri: sono/siamo dappertutto. In secondo luogo, che a prescindere dalla propria ubicazione, nel profondo si è sempre veramente stranieri”. “In occasione della Biennale Arte 2024 si parlerà di artisti che sono essi stessi stranieri, immigrati, espatriati, diasporici, émigrés, esiliati e rifugiati, in particolare di coloro che si sono spostati tra il Sud e il Nord del mondo. La figura dello straniero sarà associata a quella dell’estraneo, dello stranger, dell’estranho, dell’étranger, e pertanto la Mostra si svilupperà e si concentrerà sulle opere di ulteriori soggetti connessi: l’artista queer, che si muove all’interno di diverse sessualità e generi ed è spesso perseguitato o messo al bando; l’artista outsider, che si trova ai margini del mondo dell’arte, proprio come l’autodidatta o il cosiddetto artista folk; e l’artista indigeno, spesso trattato come uno straniero nella propria terra. La produzione di tali artisti sarà il fulcro della Biennale Arte e costituirà il Nucleo Contemporaneo dell’Esposizione. (…) La Mostra presenterà anche un Nucleo Storico composto da opere del XX secolo provenienti dall’America Latina, dall’Africa, dall’Asia e dal mondo arabo. (…) Inoltre, una sezione speciale del Nucleo Storico sarà dedicata alla diaspora degli artisti italiani nel mondo nel corso del XX secolo. A quegli italiani che hanno viaggiato e si sono trasferiti all’estero costruendo le loro vite e carriere professionali in Africa, Asia, America Latina, così come nel resto d’Europa, integrandosi e radicandosi con le culture locali che spesso hanno svolto un ruolo significativo nello sviluppo delle narrazioni del Modernismo al di fuori dell’Italia”.

“Cambiare il punto di vista attraverso cui raccontare l’arte contemporanea – ha aggiunto Roberto Cicutto, presidente della Biennale di Venezia – credo sia ciò che una istituzione di rilevanza internazionale come La Biennale di Venezia debba fare. E qui non si tratta solo di un punto di vista estetico ma anche geografico, come quando al cinema si riprende la stessa scena in controcampo. Questa è la 60esima edizione dell’Esposizione Internazionale d’Arte Contemporanea nell’arco di 128 anni dalla prima, e non c’era mai stata una curatrice o un curatore proveniente da un paese dell’America Latina. La partecipazione di artiste e artisti sudamericani alla Biennale è sempre stata nutrita. Ma diverso è quando a invitare è un curatore che ha radici nella stessa cultura e ha sviluppato nel corso degli anni uno sguardo globale. La sua ricerca è anche focalizzata su artiste e artisti che, pur provenienti da culture e mondi diversi, hanno saputo mantenere sentimenti, caratteri ed esperienze della loro cultura d’origine ovunque si trovino. Mi piace che in questa Mostra ci sia la presenza di opere realizzate nel secolo scorso che oggi vengono considerate punti di riferimento per le nuove generazioni. E all’interno di questo movimento ritroveremo molti nomi italiani. Adriano Pedrosa si cimenterà poi con la seconda edizione del College Arte, apertosi nel 2022 con Cecilia Alemani, un’attività cui la Biennale tiene moltissimo. Sono certo che la 60esima Esposizione Internazionale d’Arte e il suo curatore sapranno emozionare e colmare (come ha detto la curatrice della 18esima edizione della Biennale Architettura Lesley Lokko) quelle falle nella storia dell’arte con molte presenze finora trascurate”. La Biennale d’Arte presenterà, come di consueto, le partecipazioni Nazionali con proprie mostre nei Padiglioni ai Giardini e all’Arsenale, oltre che nel centro storico di Venezia. Da oggi, 22 giugno, è online il formulario per la presentazione delle proposte di progetti quali Eventi Collaterali, promossi da enti e istituzioni internazionali senza scopo di lucro, operanti nel campo dell’arte che allestiranno le loro mostre e le loro iniziative a Venezia, qualora selezionati.

A Firenze la mostra “Taken by the tide” della fotografa Maria Lax

A Firenze la mostra “Taken by the tide” della fotografa Maria LaxRoma, 22 giu. (askanews) – La fotografa Maria Lax a Firenze al ‘Rifugio Digitale’ con la mostra ‘Taken by the Tide’, visitabile ogni giorno dal martedì al sabato 11-20.

L’esposizione rappresenta la penultima tappa del ciclo fotografico SuperNatural, a cura di Irene Alison e Paolo Cagnacci. Tornata nella sua città natale dopo molti anni all’estero, Lax si è resa conto che i luoghi della sua infanzia erano scomparsi, e che la mappa dei suoi ricordi non corrispondeva più alla geografia del presente. ‘Taken by the Tide’ è un viaggio tra spazio e memoria, in cerca di una casa che probabilmente non esiste più. Da sempre attratta dalle credenze popolari, dal folklore e dal senso di identità collettiva tramandato di generazione in generazione attraverso lo storytelling, Maria Lax ci conduce in un universo familiare, quanto irrimediabilmente alieno, in cui – tra la potenza ancestrale della natura e le apparizioni dei fantasmi del passato – le onde della marea crescente sembrano spingere l’artista sempre più lontano, verso il mare aperto.

Maria Lax è un’artista finlandese di base a Londra. Il suo lavoro affronta il concetto di identità, fede e folklore attraverso la fotografia e il video. Esposta a livello internazionale, Lax ha vinto il premio Female in Focus del British Journal of Photography 2019, è stata finalista del BJP Portrait of Humanity 2020, del Photography Grant del PhMuseum nel 2020 e selezionata tra i Best New Talent of Photo London 2020 dal Guardian. Nel 2021 Lax ha ricevuto il premio Finnish Art Promotion Centre’s One Year.

Lombardia,Piloni(Pd): regia sovracomunale per insediamenti logitica

Lombardia,Piloni(Pd): regia sovracomunale per insediamenti logiticaMilano, 22 giu. (askanews) – “Questa mattina è stato incardinato nuovamente in commissione consiliare” della Regione Lombardia “il progetto di legge che avevamo presentato nel luglio 2021 per regolamentare la diffusione dei grandi insediamenti di logistica che negli ultimi tempi si sono disordinatamente moltiplicati in tutta la pianura padana”. Ad annunciarlo è il primo firmatario, il consigliere regionale del Pd Matteo Piloni, che questa mattina ha illustrato in commissione Territorio, infrastrutture e mobilità, il primo progetto di legge della nuova legislatura, dedicato agli insediamenti logistici e firmato da tutti i consiglieri del gruppo del Pd, traghettato dalla scorsa legislatura.

“Un provvedimento che punta a riempire un vuoto normativo e che affronta una realtà estremamente urgente che riguarda molti territori della nostra Regione – aggiunge -. Purtroppo, i buoi sono già scappati dalla stalla, ma una regolamentazione va assolutamente data e mi auguro si possa giungere al più presto a un testo ampiamente condiviso”. “In soli quattro articoli, che vanno a modificare la normativa urbanistica regionale, chiediamo alla Regione di introdurre tre principi – continua Piloni – la regia sovracomunale degli insediamenti che non possono essere lasciati all’iniziativa e alla responsabilità del singolo comune; la priorità al recupero delle aree dismesse e alle zone già dotate di collegamenti a infrastrutture esistenti; il rispetto della qualità del lavoro, per non vedere più gli intollerabili fatti di cronaca degli ultimi tempi”.

“Oggi in Lombardia non esistono norme che regolino questo tipo di insediamenti, sempre più numerosi e assai impattanti su viabilità, ambiente e paesaggio. Le logistiche servono, ma occorrono regole che mettano fine a questo Far West, nel pieno rispetto dei lavoratori e della tutela del territorio” conclude il consigliere dem.

Cooperative toscane: alcuni mestieri agricoli a rischio abbandono

Cooperative toscane: alcuni mestieri agricoli a rischio abbandonoRoma, 22 giu. (askanews) – Allarme per interi mestieri a rischio abbandono, preoccupazione per la centralizzazione dello sviluppo rurale presente nella nuova programmazione, necessità di sostegno alle aggregazioni, contrasto a tutto quello che “si toglie all’agricoltura” in una regione che produce “solo il 18% di quel che mangia, e genera soltanto l’1% della produzione ortofrutticola italiana”.

Sono alcune delle richieste che i cooperatori toscani rivolgono al Governo e alla Regione Toscana e che Massimo Carlotti, in rappresentanza delle tre centrali cooperative toscane (Legacoop Toscana Dipartimento Agroalimentare e Pesca, Fedagripesca Confcooperative Toscana e Agci Agrital) ha avanzato oggi a Firenze nel suo intervento alla Conferenza regionale dell’agricoltura e dello sviluppo. Secondo le tre centrali cooperative in Toscana interi mestieri come la pastorizia, la zootecnia, sono a fortissimo rischio di abbandono: si fa fatica a trovare latte ovino toscano e i capi di bestiame sono quasi scomparsi, ma i fenomeni di scarsa imprenditorialità toccano anche coltivazioni a maggior valore aggiunto, come il florovivaismo. Anche la tenuta socio-economica del comparto pesca è a rischio.

Le tre centrali cooperative chiedono che si apra una vera stagione di sostegno alle aggregazioni, a partire dalle OP (le organizzazioni di produttori) con linee di finanziamento indirizzate al rafforzamento delle filiere, alla crescita dimensionale e commerciale e ritengono che i numeri necessari per costituire una OP siano ancora troppo bassi e non utili a rafforzare la competitività.

Mes, Conte: in commissione ci asteniamo, ma non siamo a favore

Mes, Conte: in commissione ci asteniamo, ma non siamo a favoreRoma, 22 giu. (askanews) – “Sul Mes è stato uno dei temi su cui si è acceso un dibattito politico durante i miei governi anche esagerato, ricordo a tutti che sono stato quotidianamente sollecitato, con qualche tentativo di sopraffazione, a prendere il Mes, soprattutto nel Conte 2, con Iv e buona parte del Pd schierati. Ma ora lo abbiamo compreso che se avessi attivato il Mes, quei 30 miliardi, non avremmo mai avuto Next Generation Eu, i 209 miliardi del Pnrr? A me era stato detto dagli alleati europei, Giuseppe, avete il Mes, prendete il Mes”. Lo ha detto, in collegamento con L’aria che tira su La7, il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte.

Quanto alla posizione attuale del movimento su questo tema, “noi – ha annunciato – ci assumeremo sempre la responsabilità delle nostre posizioni, in commissione ci asteniamo e aspettiamo il dibattito in aula per chiarire la nostra posizione, che non è in favore del Mes. E’ un accordo intergovernativo e non uno strumento comunitario, ha un sistema di vigilanza vessatorio che non è stato superato e non è lo strumento giusto per soccorrere un paese in difficoltà”.

Conte dice a Schlein che “l’unità si costruisce con chiarezza di visione”

Conte dice a Schlein che “l’unità si costruisce con chiarezza di visione”Roma, 22 giu. (askanews) – Alla segretaria del Pd Elly Schlein che dice che divisi non si costruisce una alternativa al Governo, il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte replica, ai microfoni di La7 nel corso della trasmissione L’aria che tira, che “il modo migliore per costruire una alternativa a questa destra è innanzitutto far sentire il peso e la sostanza delle nostre posizioni, la chiarezza di una visione alternativa del Paese, questo governo ci sfida ogni giorno. La nostra posizione non è quella di chi dice state sbagliando ma di chi spiega come e perché loro si stanno dimostrando inadeguati e incapaci; dalla giustizia, al carovita, che stiamo subendo tutti noi italiani: la vera tassa sono i 61 miliardi spariti dai conti degli italiani, non solo non c’è una misura di investimenti ma nessuna misura per il carovita, anzi c’è una tassa patrimoniale da 61 miliardi”.

Quanto alla distanza che divide le due forze politiche sul tema della guerra in Ucraina, “è inutile nasconderlo – ha riconosciuto l’ex premier – il Pd ha maturato una posizione diversa sin dall’inizio che noi abbiamo criticato. Questa escalation militare non ha via d’uscita, la differenza è grande, rilevante e centrale perché non stiamo parlando solo delconflitto fra Russia e Ucraina ma degli scenari geopolitici dei decenni a venire. E molte delle difficoltà che gli italiani stanno affrontando sono dovute a questa emergenza che all’interno della Nato si vuole portare ad oltranza fino a vincere la guerra ma non ci viene detto come e quando si vincerebbe la guerra”.“Detto questo -ha concluso Conte – sul salario minimo finalmente si sta raggiungendo una convergenza col Partito democratico, non era stato possibile nemmeno durante i miei governi”.

 

Il satellite Prisma per monitorare stato di salute delle foreste

Il satellite Prisma per monitorare stato di salute delle foresteRoma, 22 giu. (askanews) – Misurare la concentrazione di azoto nelle foglie osservando dallo spazio le foreste italiane. È la sfida del progetto di ricerca FOREST-NC, coordinato dall’Università di Bologna e realizzato nell’ambito della missione Prisma dell’Agenzia Spaziale Italiana. La nuova tecnologia permetterà di valutare da un lato la fertilità del suolo, dall’altro gli effetti dell’inquinamento atmosferico, monitorando lo stato di salute delle piante e il livello di benessere dell’ecosistema.

“I modelli matematici utilizzati oggi per questo tipo di indagini assumono che le foreste siano tutte più o meno uguali”, dice Federico Magnani, professore al Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna e responsabile scientifico di FOREST-NC. “Grazie ai risultati di questo progetto, invece, contiamo di riuscire a rappresentare finalmente la varietà di condizioni e di potenzialità delle foreste, migliorando la rappresentazione del loro contributo alla lotta al cambiamento climatico”. Le foreste – che in Italia coprono un terzo della superficie del paese – si comportano come importanti serbatoi e fissatori di carbonio atmosferico. Si stima che a livello europeo (senza considerare quelle della Siberia o del Brasile) contribuiscano a controbilanciare una quota compresa tra il 16 e il 17 per cento delle emissioni antropogeniche di carbonio.

Questa preziosissima caratteristica delle foreste è però minacciata da una serie di fattori di disturbo. Uno dei principali è l’aumentata presenza di azoto, che viene immesso in atmosfera sia dall’inquinamento generato dai motori a combustione interna che dall’utilizzo dei fertilizzanti agricoli. Queste emissioni inquinanti hanno prodotto negli ultimi decenni un brusco aumento delle deposizioni atmosferiche di azoto sugli ecosistemi naturali, portando in alcuni casi a una saturazione del sistema, inquinando le falde e arrivando a danneggiare le piante. “Questo aumento della concentrazione di azoto ha un duplice effetto”, spiega Magnani. “Da un lato, essendo le nostre foreste tipicamente povere di azoto, la sua deposizione funge da fertilizzante, ma dall’altro lato quando l’azoto diventa troppo, allora gli effetti sono negativi e occorre quantificarli”. Per farlo, il progetto FOREST-NC sta mettendo a punto una tecnologia innovativa basata sulle osservazioni del satellite Prisma dell’Agenzia spaziale italiana, in grado di calcolare la quantità di azoto presente nelle foglie degli alberi. L’azoto è infatti la componente fondamentale delle proteine coinvolte nella fotosintesi. A seconda del contenuto di queste proteine – e quindi di azoto – le foglie assorbono in diversa misura la luce ad una determinata lunghezza d’onda, che Prisma è in grado di rilevare.

“Sapere quante di queste proteine sono presenti nelle foglie significa ottenere un indice del loro stato di salute, ma anche una stima della capacità di fotosintesi delle nostre foreste”, spiega Magnani. “In questo modo, con uno strumento unico riusciamo ad avere non solo un’indicazione degli effetti dell’inquinamento atmosferico, ma anche un tassello fondamentale per riuscire a predire, con i nostri modelli matematici, quanto carbonio stanno catturando le foreste e come questo influisce di conseguenza su altri fattori, come il clima”. Il satellite Prisma, eccellenza dell’Agenzia Spaziale Italiana, è oggi in fase sperimentale, ma anche grazie ai risultati del progetto FOREST-NC – evidenzia Unibo – la metodologia potrebbe essere utilizzata in futuro dall’Agenzia Spaziale Europea a livello globale, all’interno di una collaborazione in cui l’Italia svolgerà un ruolo di primo piano. Raccogliendo informazioni che possono rivelarsi fondamentali non solo per il monitoraggio scientifico delle foreste e degli ecosistemi, ma anche per guidare le decisioni politiche sulla lotta all’inquinamento e al cambiamento climatico a livello regionale, nazionale e sovranazionale.

Urso: ho il dovere di agire sostenendo l’impresa italiana

Urso: ho il dovere di agire sostenendo l’impresa italianaRoma, 22 giu. (askanews) – “In questo momento l’inflazione è il problema del paese, che ricade sui consumi e soprattutto su quelli dei ceti meno abbienti. Questo riguarda la pasta come gli ortaggi”. Anche se “sull’export italiano l’inflazione incide meno perché i prodotti che noi esportiamo sono di alta gamma”. Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervendo oggi a Roma all’assemblea generale dell’Unione Italiana Food. “Io ho competenze anche su concorrenza e consumatori e per questo ho il dovere di agire sostenendo l’impresa italiana”.

Urso ha ricordato che, per quanto riguarda la pasta, “finalmente si è osservato in maggio una inversione di tendenza, si è ridotto il prezzo della pasta mediamente dello 0,3%, meno in alcune regioni rispetto ad altre e per questo ho rafforzato i poteri del Garante per la sorveglianza dei prezzi per fare le dovute verifiche”. “Stiamo lavorando in maniera intensa – ha detto rivolgendosi all’assemblea dei soci di Unione Italiana Food – per valorizzare il vostro settore, ne siete sicuramente consapevoli”.

Il ministro ha poi ricordato il ddl sul made in Italy, che ha al centro “il rafforzamento delle filiere strategiche. Abbiamo previsto un marchio di qualità per i prodotti che visualizzano pienamente la tracciabilità della filiera affinché il consumatore globale identifichi davvero il prodotto realizzato nel nostro Paese”.

Conte a Schlein: unità si costruisce con chiarezza di visione

Conte a Schlein: unità si costruisce con chiarezza di visioneRoma, 22 giu. (askanews) – Alla segretaria del Pd Elly Schlein che dice che divisi non si costruisce una alternativa al Governo, il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte replica, ai microfoni di La7 nel corso della trasmissione L’aria che tira, che “il modo migliore per costruire una alternativa a questa destra è innanzitutto far sentire il peso e la sostanza delle nostre posizioni, la chiarezza di una visione alternativa del Paese, questo governo ci sfida ogni giorno. La nostra posizione non è quella di chi dice state sbagliando ma di chi spiega come e perché loro si stanno dimostrando inadeguati e incapaci; dalla giustizia, al carovita, che stiamo subendo tutti noi italiani: la vera tassa sono i 61 miliardi spariti dai conti degli italiani, non solo non c’è una misura di investimenti ma nessuna misura per il carovita, anzi c’è una tassa patrimoniale da 61 miliardi”.

Quanto alla distanza che divide le due forze politiche sul tema della guerra in Ucraina, “è inutile nasconderlo – ha riconosciuto l’ex premier – il Pd ha maturato una posizione diversa sin dall’inizio che noi abbiamo criticato. Questa escalation militare non ha via d’uscita, la differenza è grande, rilevante e centrale perché non stiamo parlando solo delconflitto fra Russia e Ucraina ma degli scenari geopolitici dei decenni a venire. E molte delle difficoltà che gli italiani stanno affrontando sono dovute a questa emergenza che all’interno della Nato si vuole portare ad oltranza fino a vincere la guerra ma non ci viene detto come e quando si vincerebbe la guerra”. “Detto questo -ha concluso Conte – sul salario minimo finalmente si sta raggiungendo una convergenza col Partito democratico, non era stato possibile nemmeno durante i miei governi”.