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Autore: Redazione StudioNews

Fotografia e cinema, in Triennale l’altra faccia dell’Arte povera

Fotografia e cinema, in Triennale l’altra faccia dell’Arte poveraMilano, 22 mag. (askanews) – Gli artisti dell’Arte povera e delle avanguardie tra gli anni Sessanta e Settanta e la loro relazione con la fotografia, il cinema e il video: di questo si ragiona in un progetto espositivo affascinante che arriva in Triennale a Milano dopo essere stato a Parigi al Jeu de Paume e a LE BAL, istituzioni che, insieme alla Triennale, lo hanno immaginato e realizzato. Tra i curatori anche Lorenza Bravetta. “La mostra Reversing the Eye – ha detto ad askanews la responsabile di fotografia, cinema e new media di Triennale – che abbiamo deciso di allestire sui muri perimetrali del Palazzo dell’Arte, proprio per situarla in questo luogo che con l’Arte povera ha avuto scambi ed esperienze importanti, fa il punto su questa stagione straordinaria nella quale i media hanno contribuito alla ridefinizione della funzione dell’arte”.

La mostra in un certo senso completa il racconto complessivo sul movimento dell’Arte povera, il più rilevante contributo italiano all’arte del secondo novecento, e porta in scena opere fondamentali, su tutte probabilmente quelle di Giulio Paolini, che ancora oggi, nonostante decenni di storicizzazione, mantiene un elemento di inafferrabilità e di mistero che lo rende unico, anche nei lavori con la fotografia. Ma il discorso sull’originalità dell’utilizzo della immagini vale anche per tanti altri, dal cielo stellato di Luciano Fabro agli autoritratti senza tempo di Luigi Ontani, fino ovviamente ai quadri specchianti di Pistoletto. “Questa fluidità delle loro vite, delle loro esperienze, della loro ricerca – ha aggiunto Bravetta – era la stessa con cui usavano la fotografia, senza mai definirsi fotografi, senza neanche mai chiedersi se avessero dovuto definirsi rispetto al mezzo che utilizzavano”.

In qualche modo – e in mostra ci sono anche grandi fotografi, su tutti Ugo Mulas – l’esposizione indaga l’anima più pop, se così possiamo dire, dell’Arte povera, la sua più diretta vicinanza alla “vita reale” e, in fondo probabilmente la sua più forte persistenza nell’immaginario di oggi.

Maltempo, Ricci: Meloni ha garantito Stato emeregenza per Pesaro

Maltempo, Ricci: Meloni ha garantito Stato emeregenza per PesaroRoma, 22 mag. (askanews) – “In tutta la provincia si calcola un ammontare di danni enorme, centinaia di milioni di euro tra pubblici e privati: da soli i Comuni non possono farcela”. Lo ha detto il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, intervenuto durante la seduta pomeridiana del Consiglio comunale a proposito del maltempo che ha colpito il territorio la scorsa settimana. “Siamo fiduciosi che le nostre istanze vengano accettate. Il presidente della Regione Acquaroli ha presentato ufficialmente la richiesta dello ‘Stato d’Emergenza’, accogliendo l’appello dei sindaci. Poco fa sono riuscito a mettermi in contatto con la premier Giorgia Meloni, che ha garantito il suo impegno nell’inserire la nostra provincia nel provvedimento che domani verrà fatto in Consiglio dei Ministri”.

Il sindaco ha poi dato i numeri della conta dei danni ad oggi: “più di 140 segnalazioni di privati, per un importo di circa 10milioni di danni. Abbiamo fatto interventi di somma urgenza del valore di 200mila euro e solo nel territorio comunale si contano circa 100 frane”. Poi gli allagamenti ai sottopassi, ai parcheggi sotterranei, “il campo del Vismara, completamente da rifare. Ancora due centri sociali sotto acqua (Celletta e Vismara). E i danni paesaggistici che stiamo ancora calcolando”. Dodici invece gli sfollati “che le assistenti sociali hanno gestito nel miglior modo possibile”. Complessivamente dice Ricci: “L’emergenza è stata gestita bene, innanzitutto prendendo precauzioni che ci hanno consentito di limitare i danni. Il ringraziamento va al Prefetto, per l’impeccabile lavoro di coordinamento tra i sindaci, al Centro operativo Comunale, alla Protezione Civile, ai Vigile del Fuoco, alle Forze dell’Ordine e ai tanti volontari che si sono spesi per aiutare i cittadini in difficoltà. Sono stati giorni complicatissimi – ha ribadito Ricci ripercorrendo le paure per la forte pioggia e l’esondazione del Genica e altri torrenti – possiamo tirare un sospiro di sollievo, ma ora dobbiamo fare i conti con la marea di danni, sia pubblici che privati”.

“Quello che è successo rappresenta l’ennesima dimostrazione che il cambiamento climatico è più veloce di quello che ci immaginiamo, chi continua a negarlo è irresponsabile. Dobbiamo investire sempre di più sul dissesto idrogeologico e, in un clima tropicale, aprire una discussione a livello locale e nazionale e ridefinire criteri idraulici di sicurezza”. Ha concluso Ricci, prima del minuto di silenzio per le vittime dell’alluvione.

Ciclismo, Mark Cavendish annuncia il ritiro

Ciclismo, Mark Cavendish annuncia il ritiroRoma, 22 mag. (askanews) – Mark Cavendish ha annunciato a 38 anni, dalle strade del Giro oggi in riposo, il ritiro dal ciclismo a fine stagione. 161 successi in carriera, Trentaquattro vittorie di tappa al Tour, come Merckx, ‘Cannonball’ ha vinto il mondiale in linea nel 2011, è stato tre volte oro iridato in pista nell’americana e argento olimpico nell’omnium a Rio e ha vinto anche una Milano-Sanremo. L’amore per la bicicletta scoppiato a 11 anni, da piccolo un esordio da terzino e il tifo per il Leeds, anche qualche esperienza con la danza prima di dedicarsi anima e corpo alle due ruote.

“Sento che è il momento perfetto per dire che questo sarà il mio ultimo Giro d’Italia e che il 2023 sarà la mia ultima stagione da ciclista professionista – ha detto – Il ciclismo è la mia vita da oltre 25 anni. Ho vissuto un sogno assoluto. La bici mi ha dato l’opportunità di vedere il mondo e incontrare persone incredibili, molte delle quali sono orgoglioso di chiamare amici. Amo questo sport più di quanto possiate immaginare e non riesco a vedermi andare troppo lontano da esso, questo è certo. Quando capisci che non è per sempre, è più facile godere di ogni sensazione che questo sport ha da offrire”

Chery, spediti in Italia primi due esemplari del suv Omoda 5

Chery, spediti in Italia primi due esemplari del suv Omoda 5Milano, 22 mag. (askanews) – Il gruppo cinese Chery ha spedito dal porto Wuhu di Shanghai a Napoli i primi due esemplari del suv Omoda 5 in vista del debutto in Italia a fine 2023. Arriveranno in Italia tra circa un mese.

Le vetture saranno utilizzate sia per una messa a punto del telaio sia per una ritaratura degli Adas per il debutto in Italia. La Omoda 5, infatti, è dotata di guida autonoma di Livello 2 e sarà sottoposta a una serie di test per funzionare con la segnaletica stradale del nostro Paese. Le due Omoda 5 in arrivo in Italia sono entrambe in versione 1.6 TGDI, con motore quattro cilindri turbo benzina da 197 CV e 290 Nm di coppia, abbinato a un cambio doppia frizione a 7 marce. L’auto, lunga 440 cm, larga 183 cm e alta 158 cm, sarà affiancata dalla variante completamente elettrica, che è attesa in concessionaria per l’inizio del 2024. Nella prima metà dell’anno arriverà anche una versione full hybrid.

Il gruppo Omoda&Jaecoo debutterà in Italia con un secondo modello, il suv Jaecoo 7, anch’esso in due varianti e atteso sul mercato da fine 2023. La vettura esordirà con una versione benzina spinta da un 1,6 TGDI da 137 kW di potenza e 275 Nm di coppia, abbinato a un cambio a doppia frizione a 7 rapporti. Raggiunge la velocità massima di 210 km/h con consumi di 7,1 l/100 km. A inizio 2024 Jaecoo 7 amplierà la gamma con l’arrivo di una versione plug-in hybrid con un motore quattro cilindri turbo-benzina ma con cilindrata ridotta a 1,5 litri.

Count down per nuovo presidente Antimafia, Fdi insiste su Colosimo

Count down per nuovo presidente Antimafia, Fdi insiste su ColosimoRoma, 22 mag. (askanews) – L’appuntamento è palazzo san Macuto alle 13 nel giorno dell’ anniversario della strage di Capaci. La commissione Antimafia si riunirà per la prima volta in questa legislatura per eleggere l’ufficio di presidenza. Il nome in pista per la presidenza resta quello di Chiara Colosimo di Fratelli d’Italia: il partito di Giorgia Meloni ha deciso infatti di insistere sulla sua deputata, finita nel mirino dei parenti delle vittime di mafia e dell’opposizioni per i legami – riferiti da alcune inchieste giornalistiche tra cui una di Report – con l’ex Nar, Luigi Ciavardini.

La legge istitutiva della commissione prevede che “l’ufficio di presidenza, composto dal presidente, da due vicepresidenti e da due segretari, è eletto dai componenti della commissione a scrutinio segreto” e che “per l’elezione del presidente è necessaria la maggioranza assoluta dei componenti” ma “se nessuno riporta tale maggioranza, si procede al ballottaggio tra i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti” ed “è eletto il candidato che ottiene il maggior numero di voti”. Sulla carta la maggioranza dispone di 30 voti sui 50 componenti della commissione quindi, al netto di sorprese dovute al voto segreto, Colosimo dovrebbe essere eletta al primo tentativo.

Dentro Fratelli d’Italia, tuttavia, si lavora perché il consenso vada oltre i confini della coalizione di centrodestra. In particolare ci sarebbero state interlocuzioni con il M5s al quale dovrebbe andare una delle vice presidenze (i nomi sono quelli di Scarpinato e Cafiero De Raho) mentre l’altra spetterebbe a Mauro D’Attis di Forza Italia. Il Pd deciderà in una riunione di prima mattina quale atteggiamento avere durante la votazione, è probabile che punterà su un candidato di bandiera.

Renzi: Calenda dica sì o no a Renew Europe alternativa a Meloni e Schlein

Renzi: Calenda dica sì o no a Renew Europe alternativa a Meloni e SchleinRoma, 22 mag. (askanews) – Con Calenda “dobbiamo capire se vogliamo andare insieme alle elezioni europee. E’ una questione politica”. Lo ha detto il leader di Italia viva, Matteo Renzi, intervenendo a Metropolis a proposito della riunione di questa sera del gruppo Azione – Italia viva – Renew Europe, al Senato.

“Perché dico questo perché a destra c’è la Meloni che sta giocando una partita bella complicata: vuole mettere insieme conservatori e popolari, vuole mettere insieme i polacchi e gli spagnoli che si odiano”, ha spiegato Renzi sottolineando che “Meloni vuole essere la grande donna che cuce la grande alleanza della destra”. Mentre dall’altra parte “la Schlein punterà a fare del Pse l’aggregatore della sinistra” con “una visione più massimalista”, ha proseguito.

“Nel mezzo c’è la grande scommessa di Macron con Renew Europe. E la questione con Calenda e decidere se andare insieme o meno”, ha detto ancora. “Se vuole che ognuno vada per i fatti suoi allora la partita è chiusa”.

Vino, il “Piera Dolza 10 anni” rilancia il Torchiato di Fregona

Vino, il “Piera Dolza 10 anni” rilancia il Torchiato di FregonaMilano, 22 mag. (askanews) – “‘Piera Dolza 10 anni’ è un piccolo miracolo reso possibile solo dall’impegno coeso dei nostri vignaioli. Sono 2.500 bottiglie da 375 ml frutto della vendemmia 2013 che non è detto riusciremo a produrre ogni anno”. Alessandro Salatin è il presidente della cooperativa che riunisce sette piccoli vignaioli che dieci anni fa, associandosi, hanno salvato questo vino bianco passito del Trevigiano dal rischio di estinzione, unendo le proprie forze per presentarsi sotto un’unica etichetta: “Piera Dolza Torchiato di Fregona”.

Così facendo, questi produttori stanno tentando di superare le criticità dell’essere troppo piccoli per affrontare le esigenze del mercato, e ora si promuovono anche attraverso questa rara e preziosa chicca “da meditazione”. Il Torchiato di Fregona segue rigidissime regole di produzione: le rese massime consentite in vigna arrivano a 100 quintali per ettaro ma solo le uve migliori superano la severissima selezione per l’appassimento. Talvolta ne resta tra il 20 e il 30%, e di questo, dopo due o tre cicli di torchiatura, ne rimane appena il 20% pronto per il lungo affinamento. Ed è l’unico vino il cui Disciplinare impone che venga realizzato con l’impiego di tre vitigni autoctoni: il principale è la Glera, poi la Boschera e il Verdiso in percentuali ben definite. “In aggiunta, come cooperativa ci siamo autoimposti regole ancora più stringenti relative alla sostenibilità ambientale (divieto di ogni tipo di diserbante, favorire lo sfalcio a interfilari, e prevedere che il lavoro avvenga principalmente in forma manuale)” aggiunge Salatin, sottolineando che l’auspicio è quello che questo passito “diventi economicamente sostenibile e garantisca una giusta redditività a chi lo produce, in modo da attirare nuove generazioni che noi siamo pronti ad accogliere e accompagnare trasmettendo loro i nostri saperi”.

Alla presentazione del “Piera Dolza 10 anni”, è intervenuto, tra gli altri, l’assessore all’Agricoltura e Turismo della Regione Veneto, Federico Caner, che ha affermato “celebriamo un anniversario importante, che premia il lavoro di squadra, un territorio e un prodotto di eccellenza che nasce nelle colline Unesco tra Anzano, Fregona, Osigo, Montaner, Cappella Maggiore e Sarmede”. “Per il Veneto, il Torchiato di Fregona, con il suo sapore ricercato e di pregio, si contraddistingue per essere, assieme al Prosecco, uno dei vini identitari che ci rappresenta anche nel mondo” ha proseguito, aggiungendo “un vino che è sintesi perfetta tra la terra, la sua storia e la capacità di questi imprenditori di lavorare assieme: un esempio di dedizione e passione che va protetto come patrimonio culturale da preservare”. Date le modestissime quantità prodotte, il Torchiato di Fregona è rimasto per diverso tempo rimasto appannaggio del consumo familiare, almeno fino a quando i piccoli produttori si sono riuniti in Consorzio riuscendo a proporsi sul mercato. Le iniziali tredici aziende che hanno dato origine alla Doc, successivamente si sono trasformati in cooperativa, fino a configurarsi nell’attuale Associazione che riunisce i produttori della Docg nata per decreto nel 2011. Il grande balzo avvenne nel 2012 con l’inaugurazione del Centro di appassimento a Fregona, che ha permesso di arrivare ad una produzione media di “Piera Dolza” che oggi si attesta intorno alle 15mila bottiglie l’anno (20mila nelle annate migliori).

Biodiversità, a rischio 1 mln di specie. Enpa: serve strategia organica

Biodiversità, a rischio 1 mln di specie. Enpa: serve strategia organicaRoma, 22 mag. (askanews) – Un milione di specie animali e vegetali sono attualmente a rischio estinzione. Il dato, fornito dall’Onu, fotografa in tutta la sua gravità il rapido e drammatico declino della biodiversità in tutto il Pianeta. Incremento delle temperature, eventi climatici estremi, distruzione degli habitat, cementificazione, ma anche inquinamento e una crescente pressione antropica sono – come noto – le cause principali di questo declino. Per contrastare il quale le autorità nazionali e la comunità internazionale fanno ancora troppo poco: secondo un recente rapporto dell’Ocse per cercare quanto meno di invertire la tendenza sarebbero necessari circa 100 miliardi di dollari l’anno. «La crisi è globale e richiede dunque strategie di intervento globali con una efficace strategia di protezione della biodiversità, che invece continua ad essere sacrificata in nome del profitto. Questo – spiega Enpa – è evidente soprattutto a livello nazionale, poiché gli Stati promuovono spesso indirizzi politici antitetici rispetto a quello che dovrebbe essere il prioritario obiettivo di tutela degli animali e dell’ambiente». A pagarne le conseguenze sono soprattutto gli animali selvatici minacciati non solo dall’impatto antropico sugli ecosistemi e sul clima, ma anche dall’attività venatoria e da campagne persecutorie, veri pogrom, promossi in diversi Paesi». «Ma la crisi della biodiversità – osserva Enpa – va gestita e affrontata anche con mezzi culturali. Gli animali, soprattutto le specie selvatiche, non devono più essere considerati come una minaccia, un pericolo ma come una ricchezza; un elemento che contribuisce alla salute degli ecosistemi e da cui dipende la nostra stessa sopravvivenza. Se davvero vogliamo invertire la rotta rispetto alla situazione attuale, dobbiamo necessariamente cambiare prospettiva, considerando gli animali come tali, ovvero diversi da noi, e non attribuire loro categorie etiche e morali valide solo per la specie umana».

Documento Calenda-Azione: gruppo unico, stop ostilità, lista Ue Renew Europe

Documento Calenda-Azione: gruppo unico, stop ostilità, lista Ue Renew EuropeRoma, 22 mag. (askanews) – “Stop alle ostilità” e ripresa del confronto e collaborazione per realizzare “un clima di rinnovata fiducia” che consenta a Azione Italia Viva di andare avanti insieme “con gruppo unico” e allargare il confronto ad altri soggetti Liberaldemocratici per presentare alle Europee 2024 fra un anno “una lista comune Renew Europe”. Lo propone il testo del documento che azione chiede di condividere questa sera alla riunione di del gruppo del Senato e domani alla Camera.

“Premesso che Azione e Italia Viva hanno dato vita ad una lista unica (Azione-ItaliaViva-Calenda) alle elezioni politiche, con Carlo Calenda come capo politico della coalizione. La lista ha preso più di due milioni di voti, equivalenti al 7,78% del totale dei voti espressi”. E sempre premesso nel documento dei parlamentari Azione, “che i due partiti hanno dato vita a gruppi unici alla Camera e al Senato accordandosi per la designazione alternativa dei capigruppo nelle persone di Matteo Richetti alla Camera e Raffaella Paita al Senato.Che i due partiti si sono impegnati a mantenere i gruppi unici per tutta la durata della legislatura, come ribadito pubblicamente dai leader di Azione e Italia Viva. Che Azione e Italia Viva siedono nello stesso gruppo, Renew Europe, al Parlamento Europeo. Che il processo di costruzione del partito unico si è interrotto e il rapporto tra i due partiti si è profondamente deteriorato nelle ultime settimane ”

Tutto quanto sopra premesso, “riteniamo che -sottoscrivono Calenda e i parlamentari di Azione- i gruppi parlamentari debbano rimanere uniti, essendo questo un mandato preciso degli elettori del Terzo Polo e, conseguentemente, il meccanismo di designazione dei capigruppo debba rimanere quello previsto dall’accordo post-elettorale”. Inoltre “debbano immediatamente cessare tutte le iniziative ostili e gli attacchi mediatici diretti e indiretti, affinché possa riprendere il lavoro di leale collaborazione tra i due partiti a livello parlamentare e territoriale”. E inoltre “occorra valutare con tutte le formazioni politiche e le associazioni appartenenti all’area di Renew Europe, a partire da PiùEuropa ed i liberaldemocratici europei, la possibilità di costruire una lista comune per le elezioni europee del 2024. La decisione verrà presa in piena autonomia dagli organi di tutti i partiti coinvolti nei tempi utili alla partecipazione alle elezioni europee, tenendo in considerazione il contesto politico e la qualità dei rapporti intercorsi tra i vari soggetti”. “Solo in un clima di ritrovata fiducia sarà infatti possibile fare una proposta politica comune convincente per gli elettori”, conclude il documento discusso e approvato da tutti i parlamentari di Azione. Le firme sono quelle di Carlo Calenda Mariastella Gelmini Giusy Versace Marco Lombardo Matteo Richetti Mara Carfagna Antonio D’Alessio Daniela Ruffino Enrico Costa Fabrizio Benzoni Giulia Pastorella Giulio Cesare Sottanelli Giuseppe Castiglione Isabella De Monte Valentina Grippo

La Russa ricorda Almirante a 35 anni dalla morte

La Russa ricorda Almirante a 35 anni dalla morteRoma, 22 mag. (askanews) – “Giorgio Almirante di cui oggi ricorre l’anniversario della morte, fu un politico stimato dagli amici ma anche dai suoi avversari. La sua importanza nello scenario politico è stato anche riconosciuto sia dall’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che dall’attuale Capo dello Stato Sergio Mattarella. Nei momenti più difficili della storia repubblicana, Almirante seppe comprendere l’importanza del dialogo politico e del confronto parlamentare, favorendo una progressiva inclusione dell’elettorato di destra nella vita democratica della Nazione. E seppur da posizioni ideologiche profondamente diverse, lui e gli altri leader seppero confrontarsi mantenendo sempre un reciproco rispetto a dimostrazione di un superiore senso dello Stato”. Lo ha affermato il Presidente del Senato Ignazio La Russa, ricordando il fondatore dell’Msi Giorgio Almirante in occasione del 35esimo anniversario dalla sua scomparsa.