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Autore: Redazione StudioNews

Concluso il terzo Festival Internazionale della Geopolitica Europea

Concluso il terzo Festival Internazionale della Geopolitica EuropeaRoma, 13 mag. (askanews) – Si è conclusa con successo la Terza Edizione del Festival Internazionale della Geopolitica Europea, svoltosi a Venezia Mestre presso il Museo del Novecento – M9. La terza giornata dei lavori si è aperta con un video messaggio di Emma Bonino, già Ministro degli Esteri e Commissaria europea, incentrato sulle dinamiche contemporanee dell’Europa, l’importanza di tutelare i diritti umani con gli strumenti giuridici della Corte Penale Internazionale e con un approfondimento specifico sugli errori commessi nel complesso scacchiere politico della Libia.

Successivamente è intervenuto Antonio Parenti, Direttore della Rappresentanza della Commissione Europea in Italia, che ha approfondito l’attualità europea e i nuovi e probabili scenari dell’Italia nell’era dell’aggressione russa all’Ucraina, ricordando la visita per la prima volta in Italia del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, dall’inizio dell’invasione russa. Successivamente, estremamente seguito e apprezzato è stato l’intervento di Renato Brunetta, già ministro della Pubblica Amministrazione del Governo Draghi e Presidente della Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità che ha partecipato al Festival Internazionale della Geopolitica Europea, in un importante momento di confronto e condivisione per far conoscere, alle tante personalità italiane e internazionali, la Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità e i tanti progetti innovativi e sostenibili avviati per rilanciare la Città. All’autorevole panel di lavoro, insieme a Renato Brunetta, hanno partecipato Marco Alverà, AD Tes; Marco Sesana, General Manager Generali; Vincenzo Marinese, Vice Presidente di Confindustria Veneto Est e Claudio Cerasa, Direttore del quotidiano “Il Foglio”. “La geopolitica, generalmente, traccia dei confini tra la cooperazione e la conflittualità. Le logiche conflittuali o competitive contrastano con la sostenibilità e solo pensando al futuro si possono superare tali dinamiche, ma il futuro non vota oggi. Venezia in tale ottica è un esempio eccezionale, una città unica all’interno di una laguna, creata spendendo una quantità enorme di risorse. Risorse generate dagli stessi veneziani, che si sono affermati geopoliticamente come un esempio di strategia commerciale, culturale ed economica. Attraverso la Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità vorrei riproporre le stesse logiche con le tecnologie di oggi, la cantieristica innovativa, le innovazioni, la scelta della cultura e mettendo insieme modernità e sostenibilità”, ha ribadito Renato Brunetta. In conclusione, vi è stata la lettura del messaggio di Antonio Tajani, ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, che ha salutato i lavori del Festival ricordando anzitutto la brutale aggressione russa contro l’Ucraina e le sue conseguenze sulla sicurezza dell’Europa e sugli approvvigionamenti energetici, alimentari e di altre materie prime critiche in tutto il mondo. “Queste conseguenze aggravano anche crisi e fattori di instabilità già presenti in altre aree geografiche vicine all’Italia, nei Balcani, nel Mediterraneo, in Africa, e alimentano povertà, terrorismo, migrazioni. Nel continuare a sostenere l’Ucraina con alleati e partner, in Europa, nell’Alleanza Atlantica e nel G7, il Governo italiano è impegnato a difendere i valori che definiscono la nostra stessa identità: democrazia, libertà, giustizia, diritti e centralità della persona. Questi valori sono la nostra stella polare, guidano la nostra azione per assicurare stabilità e prosperità”, ha dichiarato il ministro degli Esteri”, ha ribadito il ministro degli Esteri. Il Festival è giunto alla conclusione della sua terza edizione con un originalissimo contributo artistico, pianoforte e voce, di Carlotta Melchiori, artista soprano che ha tenuto un’esecuzione, in anteprima assoluta, dell’ “Inno dei Diritti dell’Umanità”, in italiano e in inglese.

Roma, al Campus Bio-Medico “Run for Liver” sulla sindrome metabolica

Roma, al Campus Bio-Medico “Run for Liver” sulla sindrome metabolicaRoma, 13 mag. (askanews) – Gli effetti benefici del movimento nella sindrome metabolica, con lo sport e la prevenzione che rappresentano due fattori indispensabili per arginare le malattie del fegato e assistere nel miglior modo possibile i pazienti epatopatici. Docenti universitari e specialisti del Campus Bio-Medico di Roma ne hanno discusso nel corso della quinta edizione del progetto “Run for Liver”, organizzato dall’Unità Operativa Complessa di Medicina clinica ed Epatologia della Fondazione Policlinico Campus Bio-Medico, con l’obiettivo di comunicare l’importanza di un corretto stile di vita basato su una sana alimentazione e un’attività fisica costante nella prevenzione primaria e secondaria dei danni legati al sovrappeso. Durante i lavori si è evidenziato come la corsa comporti per il fisico molteplici benefici, tonifichi il corpo e la mente e aiuti l’organismo a rimanere in equilibrio. Il fegato, insieme a cuore, reni e cervello, costituisce uno degli organi vitali e nobili del nostro corpo e per garantirne un corretto funzionamento è opportuno soprattutto limitare il più possibile gli eccessi. Sul tema si sono tenute delle specifiche relazioni mediche, alle quali ha fatto seguito una parte pratica con la spiegazione di tecniche di corsa e camminata e dei consulti medici gratuiti. È stato, inoltre, possibile passeggiare, esplorare e correre nella Riserva Naturale di Decima Malafede, nei pressi del Campus Bio-Medico di Roma, guidati da coach esperti e volontari. La manifestazione ha ottenuto il patrocinio del Municipio IX Roma Eur, dell’EpaC, Onlus di riferimento per i malati di epatite e delle malattie del fegato e della FIRE, Fondazione Italiana per la Ricerca in Epatologia Onlus.

Ucraina, Papa con Zelensky per giocare partita pace

Ucraina, Papa con Zelensky per giocare partita paceCittà del Vaticano, 13 mag. (askanews) – Mentre poco dopo le 16 il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il suo seguito varcava l’Arco delle Campane per far ingresso in Vaticano, Papa Francesco, solo nella mattinata, aveva parlato di pace – nella sua intensissima giornata fatta di incontri, udienze e nomine – almeno sei volte. Parole per ribadire – se mai ce ne fosse stato bisogno – la sua e la posizione della Santa Sede riguardo a quella che anche oggi è tornato a definire “la terza guerra mondiale a pezzi” dove proprio l’Ucraina rappresenta uno scacchiere-chiave. Dall’altra parte è sembrato stridere il tweet mattutino del presidente ucraino che aveva parlato di colloqui importanti per arrivare “alla vittoria” finale.

Insomma, la difficile partita della pace in Europa ha visto oggi in Vaticano un altro capitolo ma con le difese schierate. Lo si è capito anche dall’abbigliamento del presidente ucraino che, giunto in Vaticano accompagnato da uomini in mimetica, non ha voluto rinunciare al suo proverbiale abbigliamento che ricorda da vicino le divise militari. Nei quaranta minuti di colloquio privato col Papa è emersa, comunque, la necessità di non dimenticare mai, come ha riferito il direttore della Sala stampa vaticana, Matteo Bruni, la “situazione umanitaria e politica dell’Ucraina provocata dalla guerra in corso”. “Il Papa – ha aggiunto Bruni – ha assicurato la sua preghiera costante, testimoniata dai suoi tanti appelli pubblici e dall’invocazione continua al Signore per la pace, fin dal febbraio dello scorso anno”. “Entrambi – ha concluso Bruni – hanno convenuto sulla necessità di continuare gli sforzi umanitari a sostegno della popolazione” con il Papa che “ha sottolineato in particolare la necessità urgente di ‘gesti di umanità’ nei confronti delle persone più fragili, vittime innocenti del conflitto”. La parola pace, insomma, non è stata pronunciata se non, in modo scarno, in una nota diffusa al termine della visita, da parte vaticana, in cui si è parlato della “necessità di continuare gli sforzi per raggiungere la pace”. E questo la dice lunga sullo stato dell’arte o, meglio, della diplomazia in un momento che potrebbe delinearsi strategicamente decisivo, quanto drammatico, per la guerra in corso.

Fuori dall’ufficialità, da parte della Santa Sede, si è fatto riferimento alle parole pronunciate dal Pontefice sul volo di ritorno dal suo ultimo viaggio pastorale in Ungheria, quando Francesco ha accennato ad un piano di pace che la Santa Sede vuole perseguire, alla necessità e alla disponibilità vaticana a farsi mediatore, nel frattempo, per lo scambio di prigionieri e alla necessità di altri “gesti di umanità” e non di crudeltà, riguardanti, appunto, i bambini, con la vicenda tragica di quelli rapiti e deportati, e poi alle fasce più deboli della popolazione civile. Insomma, l’attesa visita di Zelensky in Vaticano, il colloquio con Papa Francesco prima e con il segretario per i rapporti con gli Stati, mons. Paul Gallagher poi, ha confermato le difficoltà a intavolare un serio dialogo di pace e ancor prima, la volontà di farlo da parte dei belligeranti. Un ultimo indizio? Se il Papa ha donato al suo ospite una scultura dal significativo titolo: “La pace è un fiore fragile” ed una serie di volumi ispirati allo stesso tema, Zelensky gli ha regalato un’opera raffigurante l’immagine di una Madonna impressa su un giubbotto anti-proiettile squarciato. Ma se difficoltà e approcci diversi alla risoluzione del conflitto sembrano essersi riaffacciati con evidenza anche oggi, certamente la strada sotterranea e costante della diplomazia vaticana sta proseguendo incessante e chissà che questo incontro abbia comunque aperto nuovi spiragli per la pace. (di Giuseppe Cionti).

Zelensky da Mattarella e Meloni, l’Italia ribadisce il pieno sostegno

Zelensky da Mattarella e Meloni, l’Italia ribadisce il pieno sostegnoRoma, 13 mag. (askanews) – Il “pieno sostegno” dell’Italia sul piano militare, politico, finanziario, umanitario e della ricostruzione “per tutto il tempo necessario e oltre”. E’ questo il messaggio che, all’unisono, Sergio Mattarella e Giorgia Meloni hanno ribadito a Volodymyr Zelensky. Il presidente ucraino è arrivato questa mattina a Roma, per una tappa che ha visto nel pomeriggio anche l’incontro con papa Francesco in Vaticano.

Felpa nera con stampato il tryzub, il tridente ucraino simbolo di libertà, Zelensky è arrivato al Quirinale intorno a mezzogiorno, accolto nel cortile dal capo dello Stato, con cui non si incontravano dal 2020. I due hanno avuto un colloquio di circa mezz’ora nella sala degli Arazzi. Mattarella, secondo quanto si apprende, ha ribadito l’appoggio dell’Italia a Kiev, sottolineando che nella guerra “sono in gioco non solo l’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Ucraina, ma anche la libertà dei popoli e l’ordine internazionale”. Il presidente della Repubblica ha anche ribadito l’impegno e l’auspicio per la pace, “per la quale tutti lavoriamo”, che deve ripristinare la giustizia e il diritto internazionale e che dunque deve essere “una pace vera e non una resa”. A questo proposito, Zelensky ha assicurato che “noi siamo per la pace, la nostra vittoria è la pace” dicendosi “aperto” a “tutti i contributi internazionali” ma sottolineando che “la pace deve prevedere la giustizia su tutto il nostro territorio”. Tra i temi affrontati anche i bombardamenti delle strutture civili, il rapimento dei bambini ucraini (definita da Mattarella “una pratica straziante e ignobile”) e il processo di adesione all’Ue, su cui l’Italia garantisce massimo supporto.Terminato l’incontro al Quirinale, Zelensky è arrivato a Palazzo Chigi accolto da Meloni, con cui si era visto l’ultima volta a Kiev lo scorso 22 febbraio. Si sono scambiati un caloroso abbraccio e due baci, a testimonianza di una “amicizia personale”, prima di un colloquio di oltre un’ora da soli, quello che i cerimoniali definiscono un ‘tete-a-tete’, quindi senza lo staff ma anche senza interpreti: i due hanno parlato in inglese. Poi il pranzo di lavoro aperto alle delegazioni (per l’Italia c’erano i ministri degli Esteri Antonio Tajani e della difesa Guido Crosetto e il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari) prima delle dichiarazioni alla stampa.

Meloni ha ribadito, come già aveva fatto Mattarella, “pieno sostegno a 360 gradi” contro la “brutale e ingiusta aggressione russa” “per tutto il tempo necessario e oltre”. Il leader ucraino ha ringraziato: “non dimenticheremo mai”, ha assicurato, l’aiuto dell’Italia che è “dalla parte giusta”. Per quanto riguarda l’appoggio militare, Zelensky, anche in vista dell’annunciata controffensiva, ha presentato le sue richieste e ottenuto, ha spiegato, “importanti decisioni sulla difesa del nostro cielo”. Ma l’impegno dell’Italia non si limita all’assistenza militare: c’è l’impegno finanziario, quello umanitario, con l’accoglienza dei profughi, e anche per la ricostruzione, perché l’Italia “scommette sulla vittoria dell’Ucraina, su un futuro di pace, libertà e un futuro europeo”. A questo proposito, per l’Italia – e Meloni ne ha parlato nei giorni scorsi con Ursula von der Leyen – è “doveroso” riconoscere l’impegno nel processo di adesione all’Europa di Kiev che sta portando avanti riforme con “enormi passi avanti”. “Quello che gli ucraini stanno facendo lo fanno per l’Europa, i loro sacrifici sono fatti anche per difendere nostra libertà”, ha tenuto a dire la premier, lanciando un messaggio anche interno: “Questo è molto importante capirlo in Europa e in una nazione”, l’Italia, talvolta “vittima di una propaganda russa che cerca di inserirsi nel dibattito”. Mentre aiuta gli ucraini a difendersi, Roma però lavora anche per la pace, una “pace giusta” che potrà esserci “solo se la Russia cesserà le ostilità”, senza che ci sia alcuna “opzione di resa” perché sarebbe “terribilmente ingiusto” ma anche “molto pericoloso per la pace in Europa”. L’Ucraina, ha detto da parte sua Zelensky, “ha proposto una formula di pace ma la Russia ha risposto con i propri missili e l’artiglieria, non sono interessati alla pace, non la vogliono”.Su questo, grande attenzione (e anche speranza) viene riposta nell’incontro con il Papa: è probabile – ma su questo niente trapela – che Meloni e Zelensky nel loro faccia a faccia abbiano parlato anche del successivo incontro con Francesco. La presidente del Consiglio, rivolgendosi ai giornalisti, ha dichiarato il suo “apprezzamento” per l’impegno del pontefice e sottolineato che quella di oggi è “una giornata importante per tutti”. La speranza della premier, sottolinea chi le sta vicino, è che dalla visita di oggi, in particolare dall’appuntamento Oltretevere, possa arrivare qualche significativo passo avanti.

 

Zelensky da Mattarella e Meloni, Italia ribadisce pieno sostegno

Zelensky da Mattarella e Meloni, Italia ribadisce pieno sostegnoRoma, 13 mag. (askanews) – Il “pieno sostegno” dell’Italia sul piano militare, politico, finanziario, umanitario e della ricostruzione “per tutto il tempo necessario e oltre”. E’ questo il messaggio che, all’unisono, Sergio Mattarella e Giorgia Meloni hanno ribadito a Volodymyr Zelensky. Il presidente ucraino è arrivato questa mattina a Roma, per una tappa che ha visto nel pomeriggio anche l’incontro con papa Francesco in Vaticano.

Felpa nera con stampato il tryzub, il tridente ucraino simbolo di libertà, Zelensky è arrivato al Quirinale intorno a mezzogiorno, accolto nel cortile dal capo dello Stato, con cui non si incontravano dal 2020. I due hanno avuto un colloquio di circa mezz’ora nella sala degli Arazzi. Mattarella, secondo quanto si apprende, ha ribadito l’appoggio dell’Italia a Kiev, sottolineando che nella guerra “sono in gioco non solo l’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Ucraina, ma anche la libertà dei popoli e l’ordine internazionale”. Il presidente della Repubblica ha anche ribadito l’impegno e l’auspicio per la pace, “per la quale tutti lavoriamo”, che deve ripristinare la giustizia e il diritto internazionale e che dunque deve essere “una pace vera e non una resa”. A questo proposito, Zelensky ha assicurato che “noi siamo per la pace, la nostra vittoria è la pace” dicendosi “aperto” a “tutti i contributi internazionali” ma sottolineando che “la pace deve prevedere la giustizia su tutto il nostro territorio”. Tra i temi affrontati anche i bombardamenti delle strutture civili, il rapimento dei bambini ucraini (definita da Mattarella “una pratica straziante e ignobile”) e il processo di adesione all’Ue, su cui l’Italia garantisce massimo supporto. Terminato l’incontro al Quirinale, Zelensky è arrivato a Palazzo Chigi accolto da Meloni, con cui si era visto l’ultima volta a Kiev lo scorso 22 febbraio. Si sono scambiati un caloroso abbraccio e due baci, a testimonianza di una “amicizia personale”, prima di un colloquio di oltre un’ora da soli, quello che i cerimoniali definiscono un ‘tete-a-tete’, quindi senza lo staff ma anche senza interpreti: i due hanno parlato in inglese. Poi il pranzo di lavoro aperto alle delegazioni (per l’Italia c’erano i ministri degli Esteri Antonio Tajani e della difesa Guido Crosetto e il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari) prima delle dichiarazioni alla stampa.

Meloni ha ribadito, come già aveva fatto Mattarella, “pieno sostegno a 360 gradi” contro la “brutale e ingiusta aggressione russa” “per tutto il tempo necessario e oltre”. Il leader ucraino ha ringraziato: “non dimenticheremo mai”, ha assicurato, l’aiuto dell’Italia che è “dalla parte giusta”. Per quanto riguarda l’appoggio militare, Zelensky, anche in vista dell’annunciata controffensiva, ha presentato le sue richieste e ottenuto, ha spiegato, “importanti decisioni sulla difesa del nostro cielo”. Ma l’impegno dell’Italia non si limita all’assistenza militare: c’è l’impegno finanziario, quello umanitario, con l’accoglienza dei profughi, e anche per la ricostruzione, perché l’Italia “scommette sulla vittoria dell’Ucraina, su un futuro di pace, libertà e un futuro europeo”. A questo proposito, per l’Italia – e Meloni ne ha parlato nei giorni scorsi con Ursula von der Leyen – è “doveroso” riconoscere l’impegno nel processo di adesione all’Europa di Kiev che sta portando avanti riforme con “enormi passi avanti”. “Quello che gli ucraini stanno facendo lo fanno per l’Europa, i loro sacrifici sono fatti anche per difendere nostra libertà”, ha tenuto a dire la premier, lanciando un messaggio anche interno: “Questo è molto importante capirlo in Europa e in una nazione”, l’Italia, talvolta “vittima di una propaganda russa che cerca di inserirsi nel dibattito”. Mentre aiuta gli ucraini a difendersi, Roma però lavora anche per la pace, una “pace giusta” che potrà esserci “solo se la Russia cesserà le ostilità”, senza che ci sia alcuna “opzione di resa” perché sarebbe “terribilmente ingiusto” ma anche “molto pericoloso per la pace in Europa”. L’Ucraina, ha detto da parte sua Zelensky, “ha proposto una formula di pace ma la Russia ha risposto con i propri missili e l’artiglieria, non sono interessati alla pace, non la vogliono”. Su questo, grande attenzione (e anche speranza) viene riposta nell’incontro con il Papa: è probabile – ma su questo niente trapela – che Meloni e Zelensky nel loro faccia a faccia abbiano parlato anche del successivo incontro con Francesco. La presidente del Consiglio, rivolgendosi ai giornalisti, ha dichiarato il suo “apprezzamento” per l’impegno del pontefice e sottolineato che quella di oggi è “una giornata importante per tutti”. La speranza della premier, sottolinea chi le sta vicino, è che dalla visita di oggi, in particolare dall’appuntamento Oltretevere, possa arrivare qualche significativo passo avanti.

Nuova torre Tirana su progetto italiano, inaugurata da premier

Nuova torre Tirana su progetto italiano, inaugurata da premierRoma, 13 mag. (askanews) – E’ ‘Made in Italy’ un altro pezzo della rinascita architettonica di Tirana, capitale dell’Albania.

L’architetto fiorentino Marco Casamonti, dopo lo Stadio di Albania, ha firmato con il suo studio Archea Associati una torre di oltre 100 metri di altezza dal design originale ed evocativo, inaugurata oggi. “La torre che inauguriamo oggi a Tirana è simbolo del grande legame fra Italia ed Albania e fra Firenze e Tirana – spiega Casamonti -. Fra gli anni 30 e 40 l’architetto fiorentino Camillo Boito ha disegnato lo sviluppo di Tirana, noi oggi inauguriamo quest’opera che è idealmente ispirata alla Torre di Arnolfo, quella di Palazzo Vecchio”.

L’edificio a differenza dei normali grattacieli è stato ideato come un tubo cavo in calcestruzzo traforato da misurate aperture per cui ogni piano risulta privo di pilastri. La facciata rimanda ancora alla metafora dell’albero con una parte basamentale – il tronco – realizzata in solidi pannelli di calcestruzzo pigmentato di colore verde con incastonate piccole gemme circolari di vetro di murano di cinque diversi colori. All’inaugurazione partecipano il primo ministro dell’Albania Edi Rama, il sindaco della città di Tirana Erjon Veliaj, l’ambasciatore d’Italia in Albania Fabrizio Bucci, oltre al progettista Marco Casamonti e al proprietario Alban Xhaferi, che ha voluto realizzare quella che oggi è una delle torri più belle ed esclusive dell’intera area dei Balcani.

Giro d’Italia: Ben Healy vince a Fossombrone, Leknessund in rosa

Giro d’Italia: Ben Healy vince a Fossombrone, Leknessund in rosaRoma, 13 mag. (askanews) – Ben Healy, 22enne irlandese nato in Inghilterra (EF Education-Easy Post), ha vinto in solitaria l’ottava tappa del Giro d’Italia, da Terni a Fossombrone di 207 km. Al secondo e terzo posto si sono classificati rispettivamente Derek Gee (Israel – Premier Tech) giunto a 1’49” battendo allo sprint Filippo Zana (Team Jayco AlUla). Per la vittoria di Healy, quinta in carriera, decisivo l’attacco a 50 km dall’arrivo. Battaglia tra i big con Roglic che attacca sulla salita dei Cappuccini e guadagna 14 secondi su Evenepoel. Leknessund salva la maglia rosa per soli 8 secondi su Evenepoel e 38″ su Roglic. Ganna, positivo al Covid, ritirato prima della tappa. Pochi secondi dopo aver attraversato il traguardo, il vincitore di tappa Ben Healy ha detto: “Sono partito da lontano, ho pensato che fosse la mossa giusta. Non volevo perdere la possibilità di vincere. È una giornata positiva nonchè una vittoria importante per la squadra e per me stesso. Ho sempre fatto bene in Italia, anche prima di diventare professionista. Le corse qui mi si addicono e spero che arrivino altri successi.” La Maglia Rosa Andreas Leknessund subito dopo l’arrivo ha dichiarato: “È un sollievo tenere la Maglia Rosa dopo un finale così tosto. Mi aspettavo diversi attacchi lungo l’ultima salita. Probabilmente non avrei corso così se non avessi indossato la Maglia Rosa. Averla difesa è anche merito della mia squadra”. Domani nona tappa, Savignano sul Rubicone-Cesena di 35 km. La prima parte del Giro 2023 si conclude con una cronometro totalmente pianeggiante che anticipa il primo giorno di riposo. Strade ampie, pochissime curve e un irrisorio tratto in pavè una volta entrati a Cesena. Una frazione per specialisti delle prove contro il tempo. Gli ultimi 1900 metri sono completamente dritti, un lungo rettilineo fino al traguardo posto al Technogym Village.

Milano, oggi e domani al Parco Sempione si fa prevenzione tumori bocca

Milano, oggi e domani al Parco Sempione si fa prevenzione tumori boccaRoma, 13 mag. (askanews) – In oncologia a fare la differenza è sempre la prevenzione. Anche per i tumori della bocca, invece spesso trascurata. Eppure i tumori del cavo orale sono aggressivi. In Italia, ogni anno si registrano 6 mila nuove diagnosi e 3 mila decessi, confermando un elevato tasso di mortalità, pari al 55% a 5 anni dalla diagnosi, in caso di presa in carico e trattamento tardivi. Per la Lombardia, con una semplice proporzione con i dati Istat, siamo a circa mille diagnosi e 500 decessi. E’ dunque fondamentale identificare le lesioni in fase iniziale e fare attenzione ai campanelli di allarme, come una macchia bianca o rossa sulla mucosa che persiste da una quindicina di giorni senza causa apparente, evitare i fattori di rischio soprattutto alcool e fumo, pretendere in sede di visita odontoiatrica un’ispezione anche delle mucose orali oltre che di denti e gengive. Per questo gli Ordini provinciali dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Milano (OMCeOMi), Monza Brianza e Cremona, le rispettive sezioni provinciali di ANDI (Associazione Nazionale Dentisti Italiani), con il supporto del Corpo Militare dell’Ordine di Malta, hanno organizzato la “Campagna di Prevenzione del Carcinoma Orale”, che prevede visite gratuite di prevenzione con l’Unità Mobile Odontoiatrica dell’Istituto Stomatologico Italiano (ISI).

“Fare prevenzione è fondamentale – dichiara il presidente OMCeOMI, Roberto Carlo Rossi – per contrastare il tumore della bocca, altamente aggressivo se viene diagnosticato in fase avanzata, tanto da richiedere interventi demolitivi con gravi deturpazioni del volto e sequele importanti anche a livello psico fisico, ma meglio trattabile in presenza di lesioni allo stadio iniziale, anche con una chirurgia conservativa, poco invasiva”. “Prevenzione vuol dire innanzitutto conoscenza – aggiunge Andrea Senna – sapere cioè con che tipo di tumore si ha a che fare, le sue manifestazioni e gli indicatori spia, prima fra tutti la presenza di una macchia bianca o rossa che non ha origine nota, ad esempio un trauma come una morsicatura, che persiste da più di 15 giorni, e i fattori di rischio che ne stimolano l’insorgenza: fumo e alcool soprattutto che aumentano di 20 volte le probabilità di ammalarsi di questo tumore. O che la mancanza di ferro assottiglia le muscose, che l’eccesso di esposizione al sole favorisce lo sviluppo del tumore delle labbra o ancora che aver contratto l’HPV, il Papilloma Virus Umano, predispone a questa tipologia di tumore. Per tutte queste ragioni non solo è importante informarsi e sottoporsi a una visita odontoiatrica, periodica, ma soprattutto richiedere che vengano esaminate accuratamente oltre a denti e gengive anche le mucose. Ciò consente di arrivare precocemente alla diagnosi: oggi, invece, solo il 4% dei tumori della bocca è scoperto in fase inziale, con le drammatiche implicazioni che ne conseguono”.

Aiuti all’Ucraina, Zelensky: grazie, l’Italia è dalla parte giusta

Aiuti all’Ucraina, Zelensky: grazie, l’Italia è dalla parte giustaRoma, 13 mag. (askanews) – “Grazie”. Volodymyr Zelensky lo ripete più volte durante le dichiarazioni alla stampa previste dopo il suo incontro di oggi con Giorgia Meloni a Palazzo Chigi. Il ringraziamento all’Italia e agli italiani – “vorrei abbracciarli uno a uno” – non è solo di circostanza. Il presidente ucraino, in visita a Roma, apprezza davvero il “sostegno continuamente offerto a tutti i livelli” al suo Paese, sin dall’inizio del conflitto, nel febbraio 2022. “Non è mutato con i governi”, sostiene. “Non lo dimenticheremo mai”. Ma in quel “grazie” ribadito a perdifiato c’è molto di più che un senso di gratitudine per quanto già fatto: c’è l’invito ad andare oltre, nel sostegno militare e in quello civile. Soprattutto nella prima fase della ricostruzione, quella a breve termine, considerata più urgente. “L’Italia ci ha aiutato a superare questo inverno, ma dobbiamo preararci al prossimo”, dice. “Il nostro vicino spara sulle scuole e sugli asili nido”, bisogna riportare indietro le famuiglie e i bambini deportati in Russia, a cui “insegnano a odiare l’Ucraina”. “Mi concentrerei su salute, istruzione, energia, e sulle case per gli sfollati”, insiste Zelensky. Bisogna fare “molto”, “vediamo l’Italia come partner nell’assistenza, non solo da un punto di vista finanziario, ma anche dell’assistenza tecnica”, sottolinea, delineando nettamente i campi di intervento più immediati.

Zelensky arriva in Italia da presidente di un Paese in guerra. E non fa nulla per nasconderlo. Anche l’abbigliamento è il consueto: al suo arrivo a Ciampino indossa la solita mimetica verde militare. Un cambio al volo all’Hotel Parco dei Principi, la maglia diventa nera, e via al Quirinale, dove ad attenderlo c’è il presidente Sergio Mattarella. Al Colle gli onori sono quelli che spettano a un capo dello Stato: picchetto e inni nazionali. Zelensky poggia la mano destra sul cuore sulle note di quello ucraino, poi la stretta di mano in favore dei fotografi e il colloquio. Circa trenta minuti durante i quali il presidente incassa la conferma del sostegno italiano a Kiev. “Noi siamo per la pace, la nostra vittoria è la pace. Siamo aperti a tutti i contributi internazionali ma la guerra la stiamo subendo sul nostro territorio e la pace deve prevedere la giustizia su tutto il nostro territorio”, spiega Zelensky durante l’incontro con Mattarella. “Tutto il territorio”, tiene a rimarcare Zelensky. E non è un’indicazione di poco conto. La posizione dell’Ucraina è da sempre la stessa: nessun eventuale negoziato di pace può prevedere concessioni territoriali a Mosca. Di eventuali negoziati di pace il presidente ucraino parlerà anche in Città del Vaticano, con Papa Francesco. La Santa Sede ha annunciato un tentativo di mediazione che starebbe procedendo nel massimo riserbo. Kiev considera “appropriata” la mediazione del Pontefice soprattutto sulle questioni umanitarie, compreso il sostegno al processo di scambio dei prigionieri, il ritorno dei bambini ucraini deportati e la registrazione di tutti i cittadini ucraini trasferiti illegalmente nella Federazione Russa. D’altra parte, a Mosca la visita di Zelensky al Santo Padre è stata accolta con una certa irritazione. Il Cremlino per ora non commenta, mentre analisti e osservatori, ospitati da testate di fede nazionalista, la valutano anticipatamente poco significativa e costruttiva. “Zelensky va per la photo opportunity. La decisione è stata presa dagli Stati Uniti. L’Occidente, volendo, potrà al massimo proporre un cessate il fuoco, ma senza la fine del conflitto”, secondo Vladimir Bruter, dell’Istituto Internazionale di ricerche politiche.

Viceversa, nella considerazione di Kiev, l’Italia e la sua premier Giorgia Meloni hanno “una comprensione chiara e sistematica” della guerra, “hanno capito che si tratta in primo luogo di preservare un ordine mondiale stabile e di resuscitare il diritto internazionale”. Una consapevolezza in continuità con il suo predecessore a Palazzo Chigi, Mario Draghi. Lo stesso Zelensky lo conferma con le sue parole, in un messaggio su Telegram postato anche in italiano: “l’Italia era ed è dalla parte giusta, dalla parte della verità in questa guerra. Ci stiamo muovendo nella direzione della vittoria. Vittoria che significa la pace per il nostro Stato”, precisa, dopo essersi detto “grato per la posizione coerente” sul sostegno all’Ucraina. “L’obiettivo comune” – così lo definisce il consigliere politico del presidente Mykhailo Podolyak – è porre fine alla guerra il prima possibile. Ma secondo Kiev ciò sarà realizzabile solo a una condizione: “che le armi necessarie siano consegnate in tempo”. Ecco allora l’altro tema caldo della visita di Zelensky in Italia e di quella, attesa, in Germania. “Apprezziamo l’assistenza importante militare che dà al nostro Paese la capacità di resistere all’aggressione russa. La chiave del nostro successo sul campo di battaglia è la ricezione tempestiva dell’assistenza necessaria”, sono le parole del presidente ucraino. Ciò di cui l’Ucraina ha più bisogno oggi sono missili a lungo raggio, aerei d’attacco e da combattimento, grandi quantità di proiettili e sistemi di difesa antiaerea.

La Germania ha già risposto all’appello. Proprio mentre Zelensky poggiava i suoi scarponi sul suolo italiano, da Berlino è arrivato l’annuncio di un nuovo pacchetto di aiuti militari da 2,7 miliardi di euro. Il ministero della Difesa tedesco ha spiegato che gli aiuti dovrebbero includere una varietà di hardware militare, 20 veicoli corazzati Marder, 30 carri armati Leopard, 4 unità di fuoco IRIS-T-SLM, oltre a 200 droni da ricognizione e un grande quantitativo di munizioni. “Noi tutti”, ha avvertito il ministro Boris Pistorius, “auspichiamo una rapida fine di questa terribile guerra, ma sfortunatamente questo non è ancora in vista. La Germania fornirà quindi tutto l’aiuto possibile, finché sarà necessario”. Una decisione che arriva mentre i ministri delle Finanze dei paesi del G7 hanno deciso di aumentare il loro sostegno economico e di bilancio per l’Ucraina per il 2023 e l’inizio del 2024 a 44 miliardi di dollari, e dopo che martedì gli Stati Uniti hanno svelato la fornitura di nuovi aiuti da 1,2 miliardi di dollari, intesi a “rafforzare le sue difese aeree” e a “sostenere il suo fabbisogno di munizioni di artiglieria” in vista della controffensiva dell’Ucraina contro le forze russe. L’operazione ucraina non sarebbe ancora iniziata, sebbene le forze di Kiev abbiano già annunciato di avere guadagnato circa due chilometri di territorio nell’area di Bakhmut, e lo stesso Zelensky nei giorni scorsi ha detto che “serve più tempo”, in modo da ricevere tutte le forniture promesse. In caso contrario, ha avvertito, potrebbero verificarsi pesanti perdite tra gli ucraini, e questo sarebbe “inaccettabile”. (Di Corrado Accaputo).

Papa Francesco a Zelensky: grazie per questa visita

Papa Francesco a Zelensky: grazie per questa visitaRoma, 13 mag. (askanews) – “La ringrazio per questa visita”. Così Papa Francesco ha accolto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, all’arrivo in Vaticano. Il presidente ucraino ha risposto: “E’ un grande onore”, con la mano sul cuore e un segno di saluto chinando la testa, all’ingresso dello studio nell’Aula Paolo VI. Francesco lo stava aspettando, gli ha stretto la mano e, quindi, insieme sono entrati nello studio per il colloquio privato. La visita è durata oltre un’ora e Zelensky, dopo il faccia a faccia con il Papa, ha incontrato il segretario per i rapporti con gli Stati, Paul Gallagher. Tra i doni che il Papa ed il presidente ucraino si sono scambiati c’è anche un’icona della Madonna costruita con alcuni resti di giubbotti anti-proiettile. Da parte sua, invece, il Pontefice ha donato al suo ospite una scultura in rame raffigurante rami di ulivo, simbolo di pace.