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Autore: Redazione StudioNews

Vino, successo per “La Prima dell’Alta Langa 2023” a Venaria Reale

Vino, successo per “La Prima dell’Alta Langa 2023” a Venaria RealeMilano, 10 mag. (askanews) – Sessanta produttori presenti con più di 140 diverse cuvée in degustazione, dal millesimo 2019 a quello 2006; 90 i partecipanti alle masterclass guidate dal sommelier Davide Buongiorno; un pubblico composto in larga parte da operatori horeca (90%) e giornalisti (10%), per un totale di duemila persone accreditate all’evento, sold out già alcuni giorni prima. Sono i numeri de “La Prima dell’Alta Langa 2023”, andata in scena l’8 maggio nella Galleria Grande della Reggia di Venaria, nel Torinese. Soddisfatta la presidente del Consorzio Alta Langa, Mariacristina Castelletta, che ha parlato in un “entusiasmo palpabile sia da parte dei produttori, che con i loro vini e la loro passione hanno saputo far innamorare gli ospiti della nostra denominazione, sia da parte del pubblico che ha potuto sperimentare l’altissimo profilo dell’Alta Langa Docg all’interno di un luogo dove l’eccellenza del Piemonte è stata messa in rilievo alla perfezione”.

Questa era la quinta edizione della grande degustazione di tutte le cuvée dei soci del Consorzio Alta Langa, organizzata dopo quella del 2022 nel Museo di Italdesign, quella dell’autunno 2019 a Palazzo Serbelloni a Milano e le due primissime edizioni (primavere 2019 e 2018) al Castello di Grinzane Cavour. Un crescendo costante per questa Denominazione, che ha ottenuto la Doc nel 2002 e la Docg nel 2011 (retroattiva al millesimo 2008). Oggi gli ettari vitati sono 378, su un areale che comprende 149 comuni nelle province di Asti, Alessandria e Cuneo. Nei prossimi anni si aggiungeranno altri 220 ettari al vigneto Alta Langa e la produzione, che in questa vendemmia ha raggiunto i tre milioni di bottiglie, aumenterà in proporzione.

Manovre navali cinesi al largo della base Usa di Guam

Manovre navali cinesi al largo della base Usa di GuamRoma, 10 mag. (askanews) – Le forze missilistiche cinesi assieme alla forza navale incentrata sulla portaerei Shandong hanno concluso grandi esercitazioni navali non lontano dalla base militare Usa nel Pacifico di Guam. L’ha riferito la televisione di stato cinese CCTV.

Le esercitazioni sono durate circa un mese e hanno coinvolto la portaerei, un cacciatorpediniere Tipo 055, due cacciatorpediniere Tipo 052D, due fregate Tipo 054A e una nave di rifornimento Tipo 90, secondo quanto hanno riferito le Forze di autodifesa giapponesi. La manovra ha avuto luogo a circa 741 km da Guam, una delle principali basi Usa nel Pacifico.

Medio Oriente, escalation nella Striscia di Gaza: riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza Onu

Medio Oriente, escalation nella Striscia di Gaza: riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza OnuRoma, 10 mag. (askanews) – Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si riunirà oggi per una sessione di emergenza per discutere dell’ultima escalation nella Striscia di Gaza. Sarà la quarta sessione di emergenza tenutasi per discutere del conflitto israelo-palestinese dall’insediamento del governo del primo ministro Benjamin Netanyahu meno di cinque mesi fa. Nello stesso periodo, il Consiglio di sicurezza ha anche tenuto quattro delle sue riunioni mensili obbligatorie sul conflitto. L’incontro si svolgerà a porte chiuse alle 15 locali. È stato richiesto da Emirati Arabi Uniti, Cina e Francia, secondo i due diplomatici.

I membri del Consiglio saranno informati sull’escalation dall’inviato dell’Onu per il Medio Oriente Tor Wennesland, ma non è prevista alcuna risoluzione al termine della riunione, sempre secondo le stesse fonti.

Trump condannato nel processo Carroll: aggressione sessuale e diffamazione. L’avvocato: battaglia in appello

Trump condannato nel processo Carroll: aggressione sessuale e diffamazione. L’avvocato: battaglia in appelloRoma, 9 mag. (askanews) – L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump è stato giudicato responsabile di “aggressione sessuale” da un tribunale civile di New York che doveva stabilire se avesse commesso uno stupro nel 1996 della giornalista E. Jean Carroll nel 1996, che lo accusava anche di diffamazione. “Questo verdetto è una vergogna”, ha reagito Donald Trump. “Non ho assolutamente idea di chi sia questa donna”, ha detto sul suo network Truth Social. I nove giurati hanno stabilito che Donald Trump non è stato responsabile di uno “stupro” come accusato dall’ex editorialista E. Jean Carroll, bensì di aggressione sessuale. Il tribunale civile federale di Manhattan ha anche stabilito che Donald Trump dovrà pagare circa 5 milioni di dollari di danni.

Donald Trump “è convinto di non poter avere un giusto processo a New York, ma è forte ed è pronto a dare battaglia in appello”, ha spiegato Joe Tacopina, l’avvocato dell’ex presidente degli Stati Uniti, commentando con i giornalisti la sentenza del tribunale di New York.

Usa, Biden: default non è un’opzione, dobbiamo trovare un accordo

Usa, Biden: default non è un’opzione, dobbiamo trovare un accordoMilano, 10 mag. (askanews) – Per gli Stati Uniti “il default non è un’opzione. Sono pronto a rivedere il budget di spesa, dobbiamo trovare un accordo ma senza la minaccia di un default”. Lo ha detto il presidente Joe Biden al termine dell’incontro sul nodo del debito e sul rischio default alla Casa Bianca con il presidente della Camera, il repubblicano Kevin McCarthy. Presenti anche i leader democratici alla Camera, Hakeem Jeffries, e al Senato, Chuck Schumer, e il leader repubblicano del Senato Mitch McConnell. A dimostrazione della propria volontà di ridurre la spesa, Biden ha ricordato di aver tagliato il deficit di 1,7 trilioni di dollari negli ultimi due anni. Secondo Biden se gli Stati Uniti dovesse fare default “sarebbe una catastrofe, 8 milioni di americani rischierebbero di perdere il lavoro”.

“Durante la riunione tutti hanno ribadito le proprie posizioni. Non sono stati fatti passi avanti”, ha detto invece McCarthy secondo quanto riportato dall’Ap. Secondo la segretaria al Tesoro, Janet Yellen se non sarà alzato o sospeso il tetto del debito pari a oltre 31 mila miliardi di dollari che è stato raggiunto a gennaio, il rischio è di un default già il primo giugno.

McCarthy ha ribadito la posizione dei repubblicani di tagliare la spesa come condizione per aumentare il tetto del debito, mentre i democratici vorrebbero solo un innalzamento del tetto del debito. Nei prossimi giorni si terranno altre riunioni informali, mentre venerdì è in programma un nuovo incontro fra Biden, McCarthy e gli altri leader del Congresso.

Unione Industriali Torino, B.Graffino nuova presidente Gruppo Giovani

Unione Industriali Torino, B.Graffino nuova presidente Gruppo GiovaniMilano, 9 mag. (askanews) – Cambio al vertice del Gruppo Giovani Imprenditori dell’Unione Industriali di Torino, che in occasione dell’odierna Assemblea Annuale ha provveduto al rinnovo del proprio consiglio direttivo. Alla guida del Gruppo è stata eletta la torinese

Barbara Graffino, trentottenne co-founder e Ceo di Talent Garden Fondazione Agnelli e vicepresidente di Blooming Group, è la nuova presidente del Gruppo Giovani Imprenditori dell’Unione Industriali di Torino. Sostituisce Alberto Lazzaro che era in carica dal 2019. L’ufficializzazione della nomina è avvenuta in occasione dell’Assemblea dal titolo “Trasformazioni” nel corso della quale è stato affrontato il tema dei cambiamenti socio-economici e del loro impatto sulla vita delle persone e sulle attività economiche. Eventi generatori di nuove opportunità, ma anche stimolo a nuove sfide: dalla creazione di nuovi modelli di business, all’automatizzazione di molti processi produttivi, dall’emergere di nuove professioni all’evoluzione delle relazioni sociali.

“Obiettivo del Gruppo Giovani Imprenditori dev’essere lo stimolo all’attrattività delle aziende, al fine di incentivare la permanenza in Città degli studenti formati dalle nostre università. Al contempo, ritengo che l’Unione Industriali debba sempre più rappresentare la casa della nuova imprenditoria, favorendo progetti e iniziative capaci di dare risposte concrete agli startupper e mettendo a sistema le realtà esistenti, per evitare di disperdere energie e risorse”, ha detto Graffino. La Presidente ha poi annunciato la squadra del consiglio direttivo: nel ruolo di vicepresidenti vi sono Lucia Morizio (Labinf Sistemi), Manuel Odasso (Rigeneration S.B.) e Renato Rolle (Facem), mentre gli altri consiglieri eletti sono Matteo Colombino (Cavit – Cave Germaire), Giulio De Stefanis (IRM), Umberto Diamante (Samsic Italia), Riccardo Ercoli (Aditus), Chiara Graziano (Sistel), Giulio Mantellero (Impresa Recanzone), Francesco Masera (Il Dolce Canavese), Luca Proietti di (P&R Broker), Roberto Rosati (TMP Group), Simona Segre (Hotel Royal), Barbara Vizio (Reber).

Dialogo Meloni-Schlein non decolla,Pd dice no a presidenzialismo

Dialogo Meloni-Schlein non decolla,Pd dice no a presidenzialismoRoma, 9 mag. (askanews) – Il dialogo sulle riforme non decolla, solo Italia viva apre in maniera convinta all’elezione diretta del premier – una delle due opzioni proposte dal governo – mentre Pd, M5s, Più Europa e Verdi-Sinistra bocciano la scelta presidenziale di Giorgia Meloni e rimandano la palla nell’altro campo. Elly Schlein, in particolare, chiarisce che la possibilità di un confronto dipende innanzitutto dall’atteggiamento del governo, aggiungendo che le mosse fatte fin qui non aiutano: “Al confronto non ci si sottrae mai, l’importante è che sia un confronto vero e non già deciso”, ha spiegato. E iniziare dicendo che si deve eleggere direttamente il presidente o il premier, appunto, significa presentare un lavoro già fatto, da prendere o lasciare. “Se hanno già deciso come va a finire non è un vero confronto, ed è difficile discutere”.

Il confronto tra le due è stato “cordiale”, racconta chi era presente. Non sono mancate le battute, come quando la Schlein si è rivolta alla Meloni proponendo una ‘soluzione’ che sarebbe in effetti originale: “Perché non una democrazia illuminata?”. La premier, spiegano, ha iniziato senza proporre uno schema secco, insistendo sulla stabilità, sulla necessità di garantire un legame tra voto degli elettori e possibilità di portare avanti il programma di governo. Ma, raccontano dal Pd, man mano che si è andati avanti è apparso chiaro che la Meloni non intende rinunciare ad un principio: ci vuole l’elezione diretta del presidente della Repubblica o del premier e deve essere previsto che se cade il capo del governo, cade il Parlamento e si torna al voto. Proprio quello che il Pd non intende accettare: “Abbiamo già chiarito la nostra contrarietà all’elezione diretta del presidente del Consiglio e del presidente della Repubblica. Non si tocca il ruolo del presidente della Repubblica”, ha ribadito la Schlein. Al contrario, i democratici sono disponibili a ragionare si misure che razionalizzino il sistema parlamentare, limitando le crisi al buio con la sfiducia costruttiva alla tedesca o seguendo lo schema spagnolo. Contro l’elezione diretta netto anche il no di Verdi-Sinistra e di Più Europa: “L’ipotesi del sindaco d’Italia è una follia se non una sciocchezza”, dice Riccardo Magi.

Più sfumata la posizione di Giuseppe Conte. Il leader M5s non dice esplicitamente no all’elezione diretta del premier ma chiede che “Il rafforzamento dei poteri del premier” garantisca comunque “un quadro che si conservi complessivamente equilibrato” e che non si “non mortifichi il modello parlamentare che è molto utile per garantire inclusività e favorire la composizione dei conflitti”. Allo stesso modo è importante non intaccare “e questo ci sta, molto a cuore, la funzione del presidente Repubblica che nel nostro ordinamento ha una posizione di garanzia”. Conte, peraltro, apre al “dialogo in una commissione parlamentare costituita ad hoc”, un passaggio che in casa Pd non è stato particolarmente apprezzato. “Che senso ha – chiede un esponente della segreteria – se stiamo dicendo che non si può partire dando per scontata l’elezione diretta? Se non si sgombra prima il campo da questo, di che dialogo parliamo?”. Non a caso la Schlein, nelle dichiarazioni dopo l’incontro, dice che di eventuali bicamerali “non si è parlato” e chiude la questione limitandosi a dire che “lo strumento del confronto saranno loro a stabilirlo. A noi interessa la qualità e il perimetro del confronto”. E, appunto, “se hanno già deciso come va a finire non è un vero confronto, ed è difficile discutere”.

Il Pd, peraltro, ha provato a complicare la vita alla maggioranza chiedendo anche una “moratoria sull’autonomia differenziata”, sapendo che è un tema che può creare problemi tra la Meloni e Salvini. La Schlein vuole che la questione faccia parte della discussione complessiva. Ma la segretaria Pd vuole anche provare ad evitare che le opposizioni procedano in ordine sparso. Raccontano che abbia sentito sia Conte che Carlo Calenda, in queste ore, per avviare un minimo di raccordo. Di sicuro il leader di Azione ha parlato pubblicamente della necessità di un confronto tra le opposizioni: “Riteniamo importante che su questo le opposizioni abbiano un loro dialogo. Per questo ci sentiremo con le altre opposizioni”.

Iniziativa subito stoppata da Maria Elena Boschi: “La proposta di Calenda impegna Azione. Noi di Italia Viva riteniamo che non ci sia la necessità di un coordinamento con le opposizioni, tantomeno con i 5 stelle”. E anche nel merito, in realtà, le posizioni tra i centristi non sono identiche. Per la Boschi è “fondamentale l’elezione diretta del premier”, mentre Calenda parla più genericamente di “indicazione” del presidente del consiglio, elencando un “range” di ipotesi che dall’elezione vera e propria “il sindaco d’Italia”, fino “all’indicazione del presidente del Consiglio come avviene in altri paesi”. Adm

Aci Vallelunga: primo incontro alla Sapienza sul tema Guida Sicura

Aci Vallelunga: primo incontro alla Sapienza sul tema Guida SicuraMilano, 9 mag. (askanews) – Aci Vallelunga ha avviato, presso la Facoltà di Economia della Sapienza di Roma, il primo incontro in aula per discutere del tema della Guida Sicura e delle opportunità per la creazione di un Educational Hub della Sicurezza.

Alla presenza del Preside Fabrizio D’Ascenzo, della Prof.ssa Paola Ferrari dell’Università Sapienza di Roma e del Dg Aci Vallelunga Alfredo Scala, gli studenti hanno avuto l’opportunità di conoscere le esperienze e i programmi per educare i guidatori sulla consapevolezza di guida e promuovere comportamenti responsabili sulla strada. Inoltre, sono state esplorate le possibilità di creare un Desk per la Guida Sicura, che potrebbe rappresentare un punto di riferimento per la diffusione di best practice.

L’incontro ha rappresentato un importante passo avanti nella promozione della cultura della Guida Sicura e nella creazione di un ambiente di mobilità più sicuro e sostenibile per tutti, evidenziando l’importanza del coinvolgimento di tutte le parti interessate, compresi gli studenti universitari, nella realizzazione di progetti di mobilità sostenibile e sicura.

Riforme, Meloni dopo aver sentito le opposizioni: faremo una proposta (e lancia il “modello italiano”)

Riforme, Meloni dopo aver sentito le opposizioni: faremo una proposta (e lancia il “modello italiano”)Roma, 9 mag. (askanews) – Il confronto con le opposizioni è stato “proficuo e molto interessante”, “le posizioni erano molto molto variegate tra loro, passando di delegazione in delegazione”, “cercheremo di elaborare una proposta che tenga conto del dibattito”, così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al termine della giornata di consultazioni con le opposizioni sulle riforme. “Per me è molto importante e auspico una condivisione più ampia possibile, più ampia della maggioranza ma non a costo di venire meno agli impegni presi con i cittadini” ha detto la presidente, sottolineando: “Tutti quanti si rendono conto, che l’instabilità della politica italiana ha prodotto danni molto importanti alla nostra nazione che non ha eguali nelle grandi democrazie europee”.

Nello specifico, quella dell’elezione diretta del presidente del Consiglio “è sicuramente, all’esito del dibattito, l’ipotesi che incontra minore opposizione”, ha spiegato Meloni, “Poi – ha aggiunto – ho trovato le posizioni delle opposizioni molto variegate, speravo di avere una posizione più coesa invece sono molto diverse ma sicuramente tra l’elezione diretta del presidente della Repubblica quella del capo del governo la seconda riscuote maggiore, timida, apertura e questo va tenuto in considerazione da parte nostra. Mi pare che a monte ci sia una chiusura abbastanza trasversale su modelli presidenziale o semipresidenziale, mentre mi pare la valutazione sia più variegata sulla elezione diretta del presidente del Consiglio, del capo del governo”. Comunque “il dialogo è stato molto aperto, franco, ma anche collaborativo”, ha sottolineato la presidente del Consiglio, prima di lasciare palazzo Montecitorio al termine degli incontri con le opposizioni sul tema delle riforme, ricordando “l’impegno che ci siamo presi con i cittadini è mettere il più possibile la sovranità nelle loro mani” e “garantire una democrazia più matura che non abbia i problemi di instabilità che abbiamo vissuto nella nostra storia repubblicana e che non ha eguali nelle altre grandi democrazie occidentali”. Infine, Meloni – dopo aver sottolineato che per il governo “l’autonomia differenziata e la riforma delle istituzioni centrali si tengono insieme”, “un unico pacchetto” – come a tirare una sintesi delle posizioni ha lanciato una sorta di nuovo modello: “Noi non siamo innamorati di un sistema nello specifico, ci sono molti modelli che possono essere presi ad esempio e possiamo immaginare anche un modello italiano”.

Meloni punta su premierato per dividere opposizioni. Distinguo Lega

Meloni punta su premierato per dividere opposizioni. Distinguo LegaRoma, 9 mag. (askanews) – Non è un caso, e nemmeno soltanto una constatazione, se per ben tre volte sceglie di definire con l’aggettivo “variegato” le posizioni con cui i gruppi parlamentari che ha incontrato nella biblioteca del presidente alla Camera si sono presentati al confronto con il governo sulle riforme. Perchè se da una parte Giorgia Meloni si è trovata davanti una “chiusura abbastanza trasversale” sul modelli come quello presidenziale e semi presidenziale, sul premierato il discorso è più aperto grazie alla sponda offerta da Azione e Italia viva. E se all’atto pratico, questo primo giro di consultazioni non le consente di raccattare niente più di questo, nella strategia sulla lunga distanza la presidente del Consiglio prova a creare una crepa tra il Pd di Elly Schlein e il M5s di Giuseppe Conte, sfruttando quella competizione che finora ha sempre prevalso rispetto alla volontà di fare fronte comune.

A tutti, e poi pubblicamente alla fine, Meloni dice di voler tenere il più possibile aperta la porta del dialogo, senza presentarsi con una “proposta preconfezionata” proprio per poter poi elaborare un testo che tenga conto della discussione. Di fatto, però, l’unica vera frecciata è proprio quella che lancia in direzione della neo segretaria dem quando boccia con nettezza la proposta di sfiducia costruttiva che, a suo dire, “non è risolutiva” ai fini di quelli che definisce i due “paletti irrinunciabili”, ovvero “stabilità dei governi e delle legislature e rispetto del voto dei cittadini”. E non è nemmeno un caso se fonti di Fratelli d’Italia lasciano filtrare che il clima che si è respirato nell’incontro con il M5s è stato “piuttosto buono”, né se che sia arrivata una apertura sulla proposta di Conte di creare una commissione ad hoc. “Su quale possa essere lo strumento migliore il dibattito è aperto, il punto è se l’obiettivo di queste richieste ha o no un intento dilatorio. Se il presupposto è fare io sono pronta a parlare di tutto”, dice poi in modo più generico rispondendo ai giornalisti. Se da una parte c’è l’apertura al dialogo, dall’altra però resta il punto fermo di voler portare a casa questo progetto di riforma delle istituzioni. Evitare il referendum sarebbe auspicabile anche perché, prima che il percorso finisca, saranno passati anni e chissà in che condizioni di salute (e di gradimento) sarà a quel punto la maggioranza. Ma per arrivare ai due terzi i voti del cosiddetto Terzo polo non bastano e le lusinghe al M5s difficilmente potranno portare a una inversione a U di Giuseppe Conte sul modello da appoggiare. – “Per me è molto importante ottenere la condivisione più ampia possibile, e più ampia della maggioranza, ma non a costo di venire meno agli impegni presi con i cittadini”, osserva.

Ma se la presidente del Consiglio punta sul premierato, dalla Lega affiora qualche distinguo. E’ il capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari, in mattinata a ricordare che il programma del centrodestra prevedeva l’elezione diretta del presidente della Repubblica. “Se si vuole virare sulla elezione diretta del premier chiediamo che vengano mantenute le garanzie sul ruolo del Parlamento”, aggiunge. Sullo sfondo c’è sempre la competizione tra i due partiti della coalizione, entrambi pronti a sventolare la bandiera che gli è più cara: l’elezione diretta per Fdi, l’autonomia per la Lega.Anche se la premier nega che sulla realizzazione dei due progetti sia in atto una gara: “Sono disponibile a spiegare come l’autonomia differenziata e la riforma delle istituzioni centrali si tengono insieme”, sono “un unico pacchetto”.