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Autore: Redazione StudioNews

Montagna, Calderoli: 4 mln per investimenti in imprese femminili

Montagna, Calderoli: 4 mln per investimenti in imprese femminiliRoma, 9 mag. (askanews) – “Via libera al bando dedicato al finanziamento delle imprese femminili innovative montane. Sono previsti circa 4 milioni di euro per supportare investimenti ad alto contenuto tecnologico e innovativo, che siano sostenuti da imprese femminili ubicate in Comuni montani. Un ulteriore segnale di attenzione nei confronti di questi territori e delle donne che muovono la montagna, a cui è stata dedicata la recente Giornata internazionale della Montagna. Questa iniziativa si inserisce infatti nel complesso di misure predisposte nell’interesse dei cittadini che abitano in montagna, come ad esempio il raddoppio dei fondi Fosmit ed i lavori per la nuova legge della montagna. Come già fatto in passato, anche questa volta ci tengo ad assicurare il mio impegno per i territori montani. Un patrimonio del nostro Paese che può e deve essere non solo valorizzato ma anche sostenuto a dovere. Il mio lavoro va esattamente in questa direzione”. Lo afferma il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli.

Siccità, geologo Violo (CNG): garantire gestione integrata risorse idriche

Siccità, geologo Violo (CNG): garantire gestione integrata risorse idricheRoma, 9 mag. (askanews) – “Nel condividere la necessità di accelerare il processo di adattamento agli effetti indotti dai cambiamenti climatici e di rilancio economico e sociale del territorio nazionale, rilevo la contestuale necessità di massimizzare i benefici di una gestione sostenibile delle acque, sia superficiali sia sotterranee, considerato che il sistema di governance è chiamato – tra mille difficoltà operative ed istituzionali – ad attuare riforme in linea con normative europee in continua evoluzione. La Cabina di regia, nell’individuazione e nella “ricognizione delle opere e degli interventi di urgente realizzazione per far fronte nel breve termine alla crisi idrica, individuando quelli che possono essere realizzati da parte del Commissario”, ed il Commissario straordinario, nello svolgimento dei funzioni conferitegli, sono chiamati, in particolare, a garantire la gestione integrata delle risorse idriche, riconoscendo la funzione strategica non solo delle acque superficiali (sulle quali sono incentrate le considerazioni e le misure suggerite dal decreto in esame), ma anche e soprattutto di quelle sotterranee sia in fase ordinaria sia nell’attuale stato emergenziale”. È quanto ha dichiarato Arcangelo Francesco Violo, presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, in audizione in commissione al Senato sul decreto siccità.

“Solo, così, l’ambizioso programma di contrasto della scarsità idrica e di potenziamento e adeguamento delle infrastrutture idriche potrà assumere un ruolo decisivo nell’elaborazione di strategie e progetti innovativi”, ha aggiunto.

Testa (OsserMare): a Blue Forum Gaeta l’XI Rapporto su economia mare

Testa (OsserMare): a Blue Forum Gaeta l’XI Rapporto su economia mareRoma, 9 mag. (askanews) – L’importanza dei dati è stata al centro dell’intervento del coordinatore dell’Osservatorio Nazionale sull’Economia del Mare OsserMare Antonello Testa durante la presentazione del 2° Summit Nazionale Blue Forum di Gaeta.

“L’Osservazione, lo studio e il monitoraggio delle consistenze e del valore dell’Economia del Mare – ha sottolineato Testa – è il cuore di qualsiasi azione programmatica che si vuole mettere in campo ed è per questo che da più di 10 anni come sistema camerale realizziamo il Rapporto Nazionale, ormai punto di riferimento in Italia e in Europa per tutte le politiche di sviluppo del settore”. “Il 27 Maggio – ha concluso Testa – come Osservatorio Nazionale sull’Economia del Mare OsserMare insieme al Centro Studi Tagliacarne – Unioncamere, presenteremo al Summit di Gaeta il tanto atteso XI Rapporto Nazionale sull’Economia del Mare. L’unica anticipazione che posso darvi è che, anche grazie alla spinta del Governo, questo mercato sta già dando buoni segnali di ripresa e di ottimismo”.

Riforme, Meloni a opposizioni: 3 opzioni. Apre su commissione ad hoc

Riforme, Meloni a opposizioni: 3 opzioni. Apre su commissione ad hocRoma, 9 mag. (askanews) – Nessun testo, tre possibili scenari su cui sondare le opposizioni che da questa mattina sta incontrando alla Camera: presidenzialismo, semipresidenzialismo e premierato. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni – viene riferito – nelle ‘consultazioni’ che sta tenendo con i gruppi parlamentari, ha ribadito che è sua intenzione affrontare il capitolo delle riforme istituzionali partendo dal presupposto che la priorità è quella di avere un ‘collegamento’ tra il voto dei cittadini e il governo e che c’è tutta l’intenzione di fare riforme condivise ma che non accetterà dei no pregiudiziali. In questo senso, la premier ha anche fatto sapere che valuterà la proposta avanzata dal Movimento5stelle di una commissione ad hoc. ‘Credo si possa dialogare su tutto purché non ci siano intenti dilatori’, ha spiegato.

‘Il governo, come voi sapete, ha da sempre nel proprio programma l’idea che per mandato dovrà lavorare a una riforma istituzionale, sulla quale però credo sia importante a monte cercare un dialogo più ampio possibile con le forze parlamentari. Partiamo dalla premessa. Credo che ci si renda tutti conto – ha spiegato Meloni – del fatto che il nostro sistema è caratterizzato da una fortissima instabilità, che paradossalmente nell’ultima fase, cioè con la fine della prima Repubblica è peggiorata. Abbiamo sempre avuto governi che duravano uno o due anni, la differenza tra la prima Repubblica e quello che è accaduto successivamente è che nella prima Repubblica la maggioranza restava sempre la stessa, nella seconda Repubblica al repentino cambio di Governo coincideva spesso un repentino cambio di maggioranza’. La presidente del Consiglio ha rimarcato come ‘l’instabilità è alla base di molti problemi che ha la nostra Nazione, perché indebolisce inevitabilmente i Governi, li ostacola, e ci indebolisce a livello internazionale. Il Presidente Conte si rende conto, come me, del fatto che quando ci sono incontri internazionali gli interlocutori si pongono il problema di capire per quanto tempo tu sarai il loro interlocutore, cioè per quanto tempo sia utile ed efficace stringere rapporti e immaginare percorsi comuni. Anche perché ciò che accade da noi non accade in molte altri democrazie occidentali ed europee. Nel periodo di venti anni in cui noi abbiamo avuto svariati governi, la Francia col sistema semipresidenziale ha avuto quattro Capi di Governo, cioè quattro Presidenti della Repubblica, e la Germania tre cancellieri’.

‘Questo – ha proseguito la premier – fa sì che ci sia anche una maggiore difficoltà a immaginare strategie di lungo periodo. Più un governo ha un orizzonte breve, più tenderà a spendere in spesa corrente e a non fare investimenti di lungo periodo. Tutti sappiamo che gli investimenti hanno un moltiplicatore e la spesa corrente un altro. Prima dell’avvento della pandemia che ha fatto saltare molti parametri, in vent’anni l’Italia è cresciuta molto meno di Francia e Germania. Quindi o crediamo che tutti i politici italiani sono meno bravi di quelli francesi o tedeschi, e io non lo credo, o c’è qualcosa che non funziona alla base del sistema. Credo che il tema sia esattamente questo: l’instabilità non consente di avere una visione di lungo periodo, che è fondamentale per una strategia, soprattutto nel mondo globalizzato, ed è fondamentale per concentrare risorse sugli investimenti utili a quella strategia, cosa che una politica che ha poco tempo non può fare. Questa è la ragione per la quale dobbiamo mettere le mani alle riforme istituzionali, lo dico anche rispetto a quanti dicono che questa non è una priorità: credo che invece questa sia la più potente riforma economica che possiamo realizzare’. A giudizio di Meloni ‘l’altro elemento che tutti paghiamo è la disaffezione dei cittadini alla politica, al rapporto con le istituzioni, e penso non si possa negare che tale disaffezione sia anche figlia di una sensazione che a volte i cittadini hanno avuto, di un voto che veniva espresso e che però non veniva sempre adeguatamente considerato. Quando tu eleggi un partito, presumibilmente una coalizione, e un programma collegato, e ti ritrovi, ovviamente a norma della Costituzione, maggioranze sempre diverse da quelle che sono state votate, con programmi che a quel punto saltano, il vincolo tra rappresentante e rappresentato rischia di non essere più percepito, di venire meno, e credo che questo sia uno degli elementi che hanno allontanato i cittadini dalla partecipazione al voto. Tra i problemi che la politica ha la responsabilità di affrontare credo che questo possa essere uno strumento anche per entrare in questo dibattito’.

‘Voi sapete – ha detto ai suoi interlocutori la presidente del Consiglio – che l’attuale maggioranza di governo si è presentata agli elettori indicando nel proprio programma elettorale una riforma delle nostre istituzioni e una riforma della nostra Costituzione che va nella direzione del presidenzialismo. Chiaramente, quando la coalizione ha vinto le elezioni ha ricevuto un mandato dai cittadini per una riforma di questo tipo. Io credo che la sfida che dobbiamo portare avanti sia quella di centrare soprattutto gli obiettivi, che per me e per noi, sono fondamentali. Gli obiettivi fondamentalmente sono due e sono quelli che vi ho raccontato: stabilità della Legislatura, come si fa a garantire nell’attuale sistema quando si va al voto e si elegge una maggioranza di far durare il governo che i cittadini hanno indicato di volere e per cinque anni, come accade nella stragrande maggioranza dei casi. Ancora più importante come si fa a garantire che il governo che si forma dopo le elezioni sia rispettoso di quella indicazione che dai cittadini è arrivata. Importante che ci sia un collegamento il più possibile diretto fra le indicazioni di voto e il governo un collegamento soprattutto con i programmi che i cittadini hanno votato’. Per mostrare la sua intenzione a un dialogo vero, la presidente del Consiglio ha sottolineato: ‘Io non arrivo qui con la soluzione, voi sapete le proposte che abbiamo presentato quando eravamo all’opposizione. Ma a monte voglio provare a capire se siamo d’accordo con gli obiettivi, se siete d’accordo che insieme si debba provare a lavorare per costruire un sistema che garantisca rispetto della volontà popolare e stabilità di governo. Perché se siamo d’accordo su questi obiettivi le strade che noi possiamo intraprendere sono molte e io sono disposta anche rispetto a quelle che sono le mie convenzioni a immaginare schemi diversi che garantiscano questi obiettivi. Ci sono diversi modelli che si possono prendere a esempio e vi dico di più, non è detto che l’Italia non possa immaginare un suo modello, ne avremmo diritto e ne possiamo inventare anche uno migliore’.

Dunque, l’elenco delle opzioni sul campo. ‘Ovviamente – ha spiegato Meloni – gli scenari possibili principali di cornice sono tre: il sistema presidenziale, che voi conoscete, presidenzialismo in senso stretto con elezione diretta del Presidente della Repubblica, che è anche Capo del Governo, il semipresidenzialismo sul modello francese, quindi elezione diretta del Presidente della Repubblica che nomina un Capo del Governo, oppure c’è l’opzione dell’elezione diretta del Presidente del Consiglio che in questo caso mantiene in capo al Parlamento l’elezione del Presidente della Repubblica, che mantiene il suo ruolo di personalità super-partes e di contrappeso. Queste sono le strade principali. Noi volutamente non possiamo arrivare qui con una norma scritta e con una scelta codificata perché prima voglio capire se c’è un margine per trovare una sintesi anche con le forze dell’opposizione, penso sia importante riuscire a fare una riforma del genere nel modo più condiviso possibile, ciò non vuol dire che se non è condivisa non si fa, penso che anche questo sia rispettare il mandato dei cittadini. Credo che qualsiasi regola si definisca, una regola uguale per tutti che deve avere una capacità di dialogo il più ampia possibile’. ‘È l’inizio di un percorso, come vedete siamo estremamente aperti a dialogare insieme purché non ci siano atteggiamenti pregiudiziali, perché se uno dice ‘no, voglio lasciare così’ il dibattito si conclude facilmente. Se invece c’è una disponibilità in questo senso si comincia a parlare di quali possano essere fra queste le riforme le migliori per il nostro ordinamento, il nostro sistema. Quale ritenete possa essere la forma migliore e piano piano si scende nei contenuti. Questo è un approccio del governo: vorrei cercare un dialogo, provare a vedere se ci sono punti di contatto’, ha osservato.

Kfc Italia: 114 mln di fatturato 2022, +70% sull’anno precedente

Kfc Italia: 114 mln di fatturato 2022, +70% sull’anno precedenteMilano, 9 mag. (askanews) – Kfc Italia – società del gruppo Yum! Brands Inc e attiva nella ristorazione veloce e attiva dal 2014 – ha chiuso il 2022 con un giro d’affari di 114 milioni di euro, in crescita del 70% rispetto a quello del 2021. Per il 2023 – si legge in una nota della società – è prevista una ulteriore crescita fino a 143 milioni di euro di giro d’affari (+25% rispetto al 2022) e i 20,7 milioni di clienti serviti, pari a un +25% rispetto allo scorso anno e a +107% sul 2021.

La curva di crescita è sostenuta dall’apertura di 38 nuovi ristoranti prevista entro i prossimi 20 mesi, di cui il 30% con servizio Drive Thru, il 30% inseriti in food court di centri commerciali e il 40% nei centri cittadini. Oggi KFC è presente in 15 regioni italiane con 67 ristoranti, di cui il 40% al Nord, il 20% al Centro e il 40% al Sud, tutti gestiti in franchising. L’obiettivo è raggiungere il traguardo dei 200 ristoranti sul territorio nazionale nei prossimi 5 anni, triplicando i numeri attuali e rafforzando la presenza del marchio in tutte le regioni, con un’attenzione particolare a Lombardia, Lazio, Triveneto, Emilia Romagna, Campania, Puglia, Sardegna. Pilastro della strategia di crescita sarà l’ingresso nel sistema Kfc Italia di GGC3 S.r.l , joint venture interamente italiana tra Iverna Holdings SA e Essebi SpA, con il ruolo di Corporate Franchisee. “I numeri del successo ottenuto in 10 anni di presenza sul mercato italiano rappresentano per noi una grandissima soddisfazione – dice Corrado Cagnola, responsabile di Kfc in Italia – I traguardi raggiunti sono la leva che ci ha spinti a puntare ancora più in alto nelle previsioni di sviluppo dei prossimi cinque anni, a partire da un’importante novità: l’introduzione di un nuovo modello di franchising con l’ingresso nel sistema, a partire da aprile 2023, di un Corporate Franchisee con un ruolo di leadership a beneficio degli altri franchisee, che si occuperà anche della gestione diretta di numerosi ristoranti del brand”.

Nella definizione degli accordi, il nuovo Corporate Franchisee è stato assistito dai team TMT, Corporate e Tax di Simmons & Simmons in Italia ed in UK. KFC è stata assistita da Linklaters per la parte legale, da Deloitte per la parte fiscale e da Banca Akros tramite la controllata Oaklins Italy S.r.l. – Gruppo BancoBPM – che ha ricoperto il ruolo di advisor finanziario esclusivo con un team guidato dall’Head of Consumer & Retail Elio Battaglia, dal Vice President Luca Morello e dall’Associate Narmin Vakilova. Gli obiettivi di sviluppo avranno importanti ricadute positive anche sull’occupazione: nel 2023 il Sistema KFC Italia creerà circa 500 nuovi posti di lavoro sul territorio nazionale italiano, per arrivare a raggiungere la soglia dei 5000 occupati entro 5 anni.

Nei piani di sviluppo tutti i nuovi ristoranti Kfc in Italia avranno un nuovo design, con colori più chiari e uno stile capace al tempo stesso di offrire un’atmosfera familiare, rilassante e accogliente. Anche 10 dei ristoranti più storici di Kfc in Italia saranno oggetto di remodeling finalizzato al nuovo design, che avrà sempre come segno di riconoscimento il bianco e rosso delle strisce del logo e l’iconico volto del Colonnello Sanders. (nella foto: Corrado Cagnola, responsabile KFC Italia)

Simest (Gruppo Cdp), assemblea approva bilancio d’esercizio 2022

Simest (Gruppo Cdp), assemblea approva bilancio d’esercizio 2022Roma, 9 mag. (askanews) – L’Assemblea degli azionisti di Simest(Gruppo Cdp), riunitasi oggi sotto la presidenza di Pasquale Salzano, ha approvato il bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2022.

La società guidata da Regina Corradini D’Arienzo – si legge in una nota – nel corso del 2022 ha confermato il proprio ruolo a sostegno dell’internazionalizzazione delle imprese italiane, anche nel contesto della complessa congiuntura economica. Attraverso le risorse proprie e l’utilizzo degli strumenti agevolativi gestiti in convenzione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Simest ha mobilitato risorse per 1,7 miliardi di euro, mettendo a disposizione delle aziende la liquidità necessaria ad attivare investimenti per 2,1 miliardi di euro in 89 Paesi nel mondo, con un aumento del 400% rispetto al periodo pre-Covid. Le imprese servite sono state circa 4mila, di cui il 96 per cento PMI, con una componente significativa – il 40 per cento – proveniente dal Sud Italia. Nel corso dell’anno: – a valere sul Fondo 394/81 – gestito in convenzione del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – sono stati attivati complessivamente finanziamenti agevolati per l’internazionalizzazione per 512 milioni di euro. Tra gli strumenti a disposizione delle imprese italiane, sono state introdotte le nuove operatività “Ucraina export” e “Ucraina import” al fine di supportare le Pmi e Mid Cap colpite dagli effetti della crisi in Ucraina.

– è proseguita l’attività a valere sulle risorse Pnrr-NextGenerationEU, strettamente connessa alla transizione digitale ed ecologica, con l’esaurimento delle risorse stanziate pari a 1,2 miliardi di euro. – relativamente ai prestiti partecipativi, sono state realizzate operazioni di ingresso nel capitale delle imprese per 133 milioni di euro, di cui: 70 milioni di euro a valere su risorse proprie, 33 milioni di euro a valere su risorse del Fondo di Venture Capital – gestito in convenzione del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – e 31 milioni di euro relativi a contributi in conto interessi. Tali operazioni hanno permesso alle imprese servite di attivare investimenti per 490 milioni di euro in 13 Paesi nel mondo, con un effetto leva di circa 4 volte le risorse impegnate.

– l’operatività del Fondo di Venture Capital è stata ampliata a sostegno dei processi di internazionalizzazione delle start up e delle PMI innovative, con destinazione di 200 milioni di euro di cui il 25% per operazioni di co-investimento diretto con CDP Venture Capital Sgr e il 75% per la sottoscrizione del Fondo di Fondi Internazionale gestito da CDP Venture Capital Sgr. – attraverso gli strumenti di Credito Acquirente e di Credito Fornitore a valere sul Fondo 295/73 – gestito in convenzione del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – sono state realizzate operazioni di sostegno all’export per oltre 500 milioni di euro.

La Società – conclude la nota – ha chiuso l’anno con un utile lordo di circa 4,5 milioni di euro, confermando la propria solidità finanziaria con un patrimonio netto di 310 milioni di euro.

Riforme, Calenda dopo l’incontro con Meloni: disposti a collaborare ma la figura del capo dello Stato non si tocca

Riforme, Calenda dopo l’incontro con Meloni: disposti a collaborare ma la figura del capo dello Stato non si toccaRoma, 9 mag. (askanews) – “Dico subito che siamo disponibili a collaborare”. Lo ha detto il leader di Azione, Carlo Calenda, al termine dei colloqui a Montecitorio con la premier Giorgia Meloni, sulle riforme. “Condividiamo l’esigenza di avere maggiore stabilità dei governi, condividiamo l’esigenza di avere una maggiore efficienza dell’apparato complessivo dello Stato che non è solo il governo centrale ma è anche le autorità locali. Per questa ragione abbiamo cercato di definire il perimetro entro il quale una collaborazione è possibile”, ha spiegato Calenda, sottolineando che “c’è una linea rossa assoluta che è la figura di unità nazionale, di garanzia sulla Costituzione del Presidente della Repubblica” e “non si tocca”. “Noi non faremo nessun Aventino, abbiamo provato a riformare le istituzioni. Sarebbe illogico, incoerente. Riteniamo importante che su questo le opposizioni abbiano un loro dialogo. Per questo ci sentiremo con le altre opposizioni”, ha aggiunto il leader di Azione, concludendo: Con Pd e M5s “abbiamo la necessità di parlarci. Come ci siamo confrontati con la maggioranza, quando si parla di riforme istituzionali ci si confronta anche con le altre opposizioni”.

Festa dell’Europa, Angi: unità per lo sviluppo e la democrazia

Festa dell’Europa, Angi: unità per lo sviluppo e la democraziaRoma, 9 mag. (askanews) – Il 9 maggio è la Festa dell’Europa. La giornata è stata scelta per ricordare la nascita dell’Europa comunitaria con la firma della dichiarazione Schuman avvenuta proprio il 9 maggio del 1950. Rilanciare l’Unione partendo dai territori e dallo sviluppo del mondo innovazione: questo l’appello dell’Angi – Associazione nazionale giovani innovatori, punto di riferimento dell’innovazione e del digitale in Italia.

“Mettere al centro dell’agenda politica europea il tema giovani e innovazione devono essere alla base della ripresa e del rilancio dell’Unione – sottolinea il presidente dell’Angi, Gabriele Ferrieri – Lo sviluppo delle nuove tecnologie e l’apprendimento delle nuove competenze formative orientate al digitale per le nuove generazioni sono fondamentali per un processo di crescita in cui la sostenibilità e la democrazia siano punti cardini dell’ecosistema economico e sociale europeo”. Tanti gli appuntamenti in questa giornata e le sfide che attendono l’Italia anche in ottica dell’attuazione del Pnrr che l’Angi, proprio all’interno del suo Manifesto per l’Innovazione, presentato lo scorso settembre presso gli Uffici del Parlamento Europeo in Italia, ha evidenziato come punto fondamentale per lo sviluppo dell’ecosistema paese all’insegna del digitale.

Riforme, Calenda: disponibili a collaborare, linea rossa su Colle

Riforme, Calenda: disponibili a collaborare, linea rossa su ColleRoma, 9 mag. (askanews) – I centristi sono “disponibili a collaborare” con il governo sulle riforme, lo ha detto Carlo Calenda al termine dell’incontro con la premier Giorgia Meloni: “Siamo disponibili a collaborare, per l’ovvia ragione che come è noto anche noi abbiamo provato a fare un percorso di riforme. Condividiamo l’esigenza di avere maggiore stabilità dei governi, maggiore efficienza dell’apparato complessivo dello Stato”. “Per questo – ha aggiunto – abbiamo cercato di definire il perimetro entro il quale una collaborazione è possibile”.

“Per noi – ha precisato – c’è una linea rossa assoluta: la figura di garanzia dell’unità nazionale, di garanzia della Costituzione, che è il presidente della Repubblica. In un paese diviso su tutto è l’unica istituzione che veramente garantisce unità, andarla a toccare sarebbe un errore molto grave”. Azione e Iv, ha aggiunto sono “favorevoli all’indicazione del presidente del Consiglio, con un ‘range’ che va dall’elezione – il sindaco d’Italia – all’indicazione del presidente del Consiglio come avviene in altri paesi. Accanto a questo c’è un tema grande come una casa che è il tema dell’efficienza del Parlamento. Noi siamo a favore di una scelta monocamerale e comunque a una distinzione fondamentale tra le due camere”.

Imballaggi, Uila: proposta Ue insensata e ideologica, lavoro a rischio

Imballaggi, Uila: proposta Ue insensata e ideologica, lavoro a rischioRoma, 9 mag. (askanews) – “Il nuovo regolamento Ue sugli imballaggi non eliminerà solo dagli scaffali dei supermercati l’insalata in busta o i cestini delle fragole ma cancellerà anche decine di migliaia di buoni posti di lavoro”. A lanciare l’allarme è il segretario generale della Uila-Uil, Stefano Mantegazza con un comunicato sulla proposta di Regolamento avanzata dalla Commissione Ue che prevede l’addio alle confezioni in plastica monouso di peso inferiore a 1,5 kg per frutta e verdure.

“La cernita del prodotto avviene, infatti, nella maggior parte dei casi, manualmente e richiede una consistente quantità di lavoro. L’addio alle confezioni monouso – avverte – oltre a porre un problema ai consumatori che non potranno più acquistare insalate e frutta in buste confezionate per uso giornaliero, avrebbe, quindi, conseguenze drammatiche anche sul fronte occupazionale”. “Si rimane esterrefatti nel prendere atto di una produzione, quasi quotidiana, da parte degli uffici della Commissione europea prosegue Mantegazza – di proposte legislative dannose per le aziende italiane ed europee, che non si basano su delle valutazioni di impatto e che, in ragione delle conseguenze economiche e sociali che potrebbero avere, sembrano non rispondere al criterio di proporzionalità sancito dal diritto dell’Unione europea. Chiederemo anche al sindacato europeo del settore agroalimentare (Effat) di opporsi a questa proposta e a tutte quelle scelte della Commissione europea, sempre più basate su presupposti ideologici e che non coniugano insieme la sostenibilità ambientale con quella economica e sociale”.