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Autore: Redazione StudioNews

Italia, con questo ritmo emissioni azzerate solo tra 200 anni

Italia, con questo ritmo emissioni azzerate solo tra 200 anniMilano, 24 apr. (askanews) – Secondo i dati ricordati da Italy for Climate dal 2014 in Italia abbiamo tagliato in media ogni anno 2 milioni di tonnellate di gas serra: continuando così riusciremo ad azzerarle non prima del 2220, mentre l’obiettivo è quello di raggiungere la neutralità climatica al massimo al 2050. Lo scrivono gli attivisti di Ultima Generazione in occasione del lancio della nuova campagna di disobbedienza civile “Non Paghiamo il Fossile”.

Gli effetti dell’inazione politica e dell’accelerazione della crisi climatica – spiegano – sono evidenti già adesso: Comuni del Piemonte riforniti a gennaio con le autobotti, fiumi a secco e laghi in ritirata nel Nord Italia in pieno inverno, il Veneto che a marzo ha emanato l’ordinanza per carenza di disponibilità idrica, la difficoltà a seminare il riso in Pianura Padana, che sta scatenando una “contesa” per l’acqua tra i contadini. Questa situazione metterà il settore agricolo ancora più in crisi, con pesanti ricadute sulla tenuta di un settore strategico per il Paese e sulla quotidianità degli italiani. Il rincaro dei prezzi dei prodotti e della spesa finirà direttamente sulla tavola delle famiglie e porterà un aumento della povertà sociale. Secondo gli ambientalisti per contrastare gli effetti già drammatici della catastrofe climatica non basta un Commissario alla siccità e la solita cabina di regia interministeriale. Serve un intervento strutturale sulle cause: bisogna dirottare subito i 41,8 miliardi di euro (dato 2021) di soldi pubblici degli investimenti fossili, per mettere il sistema-Paese nelle condizioni di contrastare la siccità e il dissesto idrogeologico. Per questo Ultima Generazione chiede che i sovvenzionamenti pubblici ai combustibili fossili vengano immediatamente cessati.

Jelinic (Enit): campagna con Venere piace molto all’estero

Jelinic (Enit): campagna con Venere piace molto all’esteroMilano, 24 apr. (askanews) – “Dall’estero i primi feedback sulla campagna ‘Open to Meraviglia’ del ministero del Turismo ed Enit con la Venere di Botticelli sono molto positivi perché comunque l’immagine iconica di Venere piace molto. Questo modo sbarazzino e divertente anche nell’abbigliamento viene percepito come stile italiano. E anche quello che è stato criticato, come la pizza”. Lo ha detto Ivana Jelinic, amministratore delegato di Enit ad Agorà su Raitre.

“Dobbiamo essere orgogliosi di essere riconosciuti anche per la pizza perché è tipicamente italiana – ha aggiunto Jelinic -. E quindi che cosa avremmo dovuto fare, metterci del sushi, un hamburger? Riappropriamoci anche un pochino di elementi dell’orgoglio nazionale”.

Clessidra acquisisce piemontese Everton, leader in tisane e infusi

Clessidra acquisisce piemontese Everton, leader in tisane e infusiMilano, 24 apr. (askanews) – Clessidra Private Equity Sgr ha acquisito Everton, azienda leader nel settore del tè, tisane ed infusi, da un club deal di investitori organizzato da Cronos Capital Partners. Federico Dodero, amministratore delegato di Everton, manterrà una quota di minoranza della società e continuerà nel suo ruolo operativo.

Con sede a Tagliolo Monferrato (Alessandria), Everton ha stabilimenti diretti in Italia, India e Croazia, e una succursale commerciale negli Stati Uniti. La crescita di Everton, che nel 2022 ha raggiunto un fatturato di circa 40 milioni di euro, è stata trainata negli ultimi anni dalle tisane e dagli infusi, che attualmente rappresentano la parte preponderante dell’offerta e dei ricavi. L’investimento in Everton rappresenta la quarta operazione del fondo Clessidra Capital Partners 4 e consentirà alla società di consolidare gli ambiziosi piani di crescita del management. L’operazione vedrà infatti Dodero, già azionista della società, reinvestire nell’azienda insieme agli altri dirigenti, il cui ruolo sarà fondamentale per garantire la continuità dell’azienda in questo nuovo capitolo.

Ponte Stretto, Floridia (M5S): dal Governo semplice propaganda

Ponte Stretto, Floridia (M5S): dal Governo semplice propagandaRoma, 24 apr. (askanews) – “So bene che quella del Ponte sullo Stretto di Messina, per il Governo, è semplice propaganda. E la propaganda va sempre bene a chi la fa. La propaganda politica è buona in ogni stagione. Ma, visto che le persone, alla fine, rischiano di credere alla propaganda, è giusto che sappiano la verità. Le persone meritano rispetto e verità”. Lo ha scritto in un post su Facebook la senatrice M5s Barbara Floridia, presidente della commissione di Vigilanza sulla Rai.

“Preciso – ha aggiunto – che, se non avessi sentito parlare di questo Ponte da quaranta anni, se non fossi messinese prima ancora che siciliana, se non conoscessi lo stato delle strade che dal mio paese, Venetico, conducono fino a Messina, sarei anche rimasta in silenzio, come per scelta, spesso, faccio davanti alle assurdità. Ma la mia provenienza, il mio ruolo e lo studio del Decreto Ponte mi obbligano ad intervenire, sicuramente in forma emendativa e formale prima ma oggi, con questo post, finalmente anche in forma pubblica e d’opinione”. “Apparentemente – ha spiegato la parlamentare stellata – il Governo in carica sta costringendo il Parlamento, per l’ennesima volta, ad occuparsi della realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria, il Ponte sullo Stretto di Messina. Ma perché scrivo apparentemente? Perché nel Decreto Ponte NON si parla di fare o non fare il Ponte sullo Stretto di Messina, bensì di resuscitare la società Stretto di Messina s.p.a. (che fino ad oggi ci è già costata oltre 300 milioni di euro), di creare nuove poltrone per consiglieri d’amministrazione e membri di comitati scientifici, di definire contenziosi già vinti in primo grado e di mantenere l’affidamento all’impresa che ha fatto causa allo Stato. Non di fare il ponte”.

“Inoltre nel Decreto, e questo per me è molto grave, si decide di affidare a un progettista il compito di restaurare (vale a dire rendere attuale!) un progetto del ponte approvato nel lontano 2011 e che già all’epoca aveva incassato ben 223 richieste di integrazioni della commissione speciale di Valutazione di impatto ambientale. Per la serie … aggiustiamo un progetto vecchio, neanche finito, per realizzare un’opera faraonica e delicata. E questo per me è incredibile”, ha concluso Floridia.

L’Ue: la Cina chiarisca la sua posizione sugli Stati ex Urss. Pechino: rispettiamo lo status di Stati sovrani

L’Ue: la Cina chiarisca la sua posizione sugli Stati ex Urss. Pechino: rispettiamo lo status di Stati sovraniBruxelles, 24 apr. (askanews) – Oggi “valuteremo come comportarci con la Cina, come ricalibrare la nostra strategia. Abbiamo parlato molto con la Cina negli ultimi giorni, ma dovremo continuare a discuterne perché è una delle più importanti questioni della nostra politica estera”. Lo ha detto oggi a Lussemburgo l’Alto Rappresentante per la Politica estera e di sicurezza comune dell’Ue, Josep Borrell, parlando con la stampa a la suo arrivo alla riunione del Consiglio Esteri.

“Non posso dirvi in anticipo – ha continuato l’Alto Rappresentante ai giornalisti – quale sarà il risultato della discussione, ma ci sarà sicuramente una posizione forte” sulla richiesta di “chiarire qual è il pensiero ufficiale del governo cinese circa la sovranità e l’indipendenza di certi Stati”. Il riferimento di Borrell è alle affermazioni dell’ambasciatore cinese a Parigi, Lu Shaye, che nel fine settimana in un’intervista a una Tv francese ha sostenuto che la Crimea appartiene alla Russia e i paesi dell’ex Unione sovietica non hanno uno “status effettivo” di Stati sovrani nel diritto internazionale.

“Le affermazioni dell’ambasciatore cinese sulla sovranità e l’esistenza dei paesi che erano parte dell’Unione Sovietica – ha riferito l’Alto Rappresentante – sono qualcosa che discuteremo nel quadro della questione cinese. Il Consiglio comincerà a discutere per preparare la discussione dell’Unione europea, forse a giugno, quando rivedremo la nostra strategia Verso la Cina”, ha concluso Borrell. Oggi un portavoce del ministero degli Esteri di Pechino ha dichiarato che “la Cina rispetta lo status di Stati sovrani di tutte le repubbliche dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica”. “L’Unione Sovietica era uno Stato federale e aveva lo status di soggetto di diritto internazionale nel suo insieme negli Affari esteri. Questo non nega il fatto che dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, ogni membro della repubblica ha lo status di Stato sovrano”, ha aggiunto il portavoce, citato dal Global Times.

Bce-Eiopa: solo un quarto di danni da clima coperto da assicurazione

Bce-Eiopa: solo un quarto di danni da clima coperto da assicurazioneRoma, 24 apr. (askanews) – Bce e Eiopa, l’autorità di Vigilanza su assicurazioni e fondi pensionistici, raccomandano di aumentare la copertura assicurativa di famiglie e imprese sui danni dovuti a “catastrofi climatiche”. Con un rapporto congiunto, le due autorità rilevano che attualmente la copertura è limitata a un quarto delle perdite causate da questi eventi e che lo scoperto è destinato a crescere con l’aumentare del cambiamento climatico.

Secondo Bce e Eiopa questa carenza di copertura assicurativa implica rischi anche per la stabilità finanziaria e l’economia. In alcuni paesi la copertura delle perdite legate alle catastrofi climatiche è inferiore al 5%. Questo, prosegue lo studio, è in parte dovuto al fatto che molte persone sottovalutano i costi dei danni legati a eventi meteorologici avversi. In altri casi perché imprese e famiglie preferiscono affidarsi alle misure di aiuto pubbliche.

Secondo Bce e Eiopa alcuni assicuratori potrebbero anche decidere di ridurre la copertura e smettere di fornire rimborsi su alcuni tipi di catastrofi, fattore che allargherebbe il gap. Lo studio viene pubblicato mentre diverse autorità europee e non solo, da anni, stanno spingendo in vari i campi per aumentare gli interventi legati al concetto di “cambiamento climatico”, che pure resta un tema controverso e dibattuto tra gli scienziati.

Bce e Eiopa spiegano perché secondo loro la mancanza di assicurazioni dai rischi climatici può intaccare economia e stabilità finanziaria. “Se le perdite non sono coperte la velocità con cui imprese e famiglie possono riavviare le loro attività viene diminuita, rallentando la ripresa economica. Il persistere di problemi nelle catene di approvvigionamento – prosegue lo studio congiunto – può anche portare a ricadute tra una impresa e l’altra, ripercuotersi sulla capacità delle imprese di ripagare i prestiti, in questo modo aumentando l’esposizione delle banche al rischio di credito”. “Inoltre la posizione di bilancio degli Stati può essere indebolita se devono fornire aiuti per coprire perdite non assicurate”, aggiungono.

Argomentazione, quest’ultima, in cui, indirettamente, si potrebbero leggere dubbi sull’opportunità di stanziare aiuti a imprese e famiglie colpite da catastrofi climatiche. Le due autorità affermano che le compagnie assicurative dovrebbero disegnare polizze per incoraggiare imprese famiglie a ridurre rischi, ad esempio offrendo sconti per migliorare la copertura o misure di adattamento. E che per supportare la copertura assicurativa potrebbe aumentare l’uso di “bond legati a catastrofi” per trasferire il rischio agli investitori.

Secondo le due istituzioni i governi dovrebbero approntare partnership pubblico-privato e meccanismi di riassicurazione per coprire parte dei costi in cui gli assicuratori potrebbero incappare in eventuali disastri maggiori.

Anche il tema delle partnership pubblico-privato è un argomento di possibili e crescenti controversie, dato che alcuni osservatori vi vedono un modo indiretto di privatizzare crescenti settori di attività pubblica, affidandone di fatto il controllo a privati.

Secondo Bce e Eiopa, per assicurare l’uso efficiente di fondi pubblici gli Stati dovrebbero anche prevedere forti incentivi per assicurazioni che coprano questi rischi. E agli schemi assicurativi a livello nazionale potrebbero essere affiancati da uno schema su scala europea che metta un quantitativo di fondi disponibili sufficiente.

Il documento congiunto presentato oggi si inserisce nella “agenda della Bce sul clima”, riporta un comunicato, e nelle sue attività su questo versante. Le due istituzioni raccoglieranno anche i pareri di altre parti in un workshop con policy maker e regolatori, assicuratori e accademici il 22 maggio.

A Lampedusa nuova raffica di sbarchi: nel giro di 24 ore sono arrivati 891 migranti

A Lampedusa nuova raffica di sbarchi: nel giro di 24 ore sono arrivati 891 migrantiLampedusa, 24 apr. (askanews) – E’ nuovamente emergenza sbarchi sull’isola di Lampedusa. Nella tarda mattinata di ieri, dopo quattro giorni di tregua, si sono registrati in poche ore ben 21 sbarchi con l’arrivo di 891 migranti. Le condizioni sanitarie dei migranti arrivati – riferiscono dal poliambulatorio dell’isola – non sono gravi.

Tutte le persone sbarcate in queste ultime ore sono state portate all’hotspot dove al momento ci sono 1094 ospiti. Ma nelle prossime ore, considerate le buone condizioni metereologiche, si attendono altri sbarchi e ancora una volta il centro d’accoglienza potrebbe andare sotto pressione come già successo in altre occasioni. Domani mattina riprenderanno i trasferimenti dei migranti verso Porto Empedocle.

Fermato il paziente “sciamano” che avrebbe ucciso la psichiatra a Pisa

Fermato il paziente “sciamano” che avrebbe ucciso la psichiatra a PisaFirenze, 24 apr. (askanews) – Si chiama Gianluca Paul Seung, 35 anni, l’uomo fermato dalla polizia con l’accusa di aver ucciso, a Pisa, Barbara Capovani, 55 anni, tre figli, psichiatra, responsabile dell’Unità funzionale Salute Mentale Adulti dell’Usl. La morte cerebrale è stata ufficializzata domenica 23 aprile alle 23.40. I suoi organi, secondo la sua volontà, saranno donati. Il sospettato era dal 2019 un paziente della dottoressa Capovani, alla quale ha inferto gravissime ferite alla testa, aggredendola venerdì pomeriggio mentre stava uscendo dal reparto dell’ospedale Santa Chiara.

Seung è residente a Torre del Lago (Lucca) e ha varie accuse alle sue spalle per aggressioni e reati sessuali. Sul social ha creato la pagina ‘Associazione difesa utente psichiatrico’ dove ha postato le foto degli atti giudiziari che lo riguardavano, tra cui un verabale di arresto nel 2021 per essere evaso dagli arresti domiciliari. Seung era evidentemente ossessionato da a quella che poi sarebbe diventata la sua vittima: “Molti psichiatri in Italia sono coinvolti in riti satanici dove uccidono i minori, fra cui Barbara Capovani”, ha scritto su Facebook a luglio. Seung, che si definisce “uno sciamano”, nel 2012 aveva già colpito al volto un altro professionista della salute mentale a Viareggio, fratturandogli il naso.

Sudan, Masini (Emergency): “Io resto, non abbandono i pazienti”

Sudan, Masini (Emergency): “Io resto, non abbandono i pazienti”Roma, 24 apr. (askanews) – Franco Masini, il coordinatore medico per Emergency del Centro Salam di Khartoum, il più grande ospedale di cardiochirurgia di tutta l’Africa, ha deciso di restare in Sudan, nonostante i combattimenti in corso, e con lui sono rimasti “altri 38 italiani, medici e infermieri”.

“Non c’erano alternative – ha spiegato Masini al Corriere della Sera – che fine farebbero gli 81 pazienti che abbiamo in questo momento? Li lasciamo in mezzo alla battaglia? Dobbiamo restare”. Il coordinatore di Emergency ha spiegato che “sono partiti per l’Italia solo in sette, tre erano a fine missione, gli altri quattro sono amministrativi, perciò il loro contributo non era più essenziale, qui le banche ormai sono tutte chiuse”. Masini era grande amico di Gino Strada: “Oggi vi dico che qui a Khartoum Gino ci sarebbe servito moltissimo, lui aveva una capacità unica di rapportarsi con le diverse fazioni. Anche pensando a lui, ho deciso di restare”. Dall’inizio delle ostilità, il 15 aprile scorso, il personale vive accampato in ospedale: “Nessuno torna a casa, ogni tanto sentiamo gli spari qui vicino che arrivano dal ponte sul Nilo”.

“Viveri ne abbiamo perché i nostri fornitori sudanesi malgrado i rischi sono venuti giorni fa con un carico. Ma se continuano i combattimenti, tra un mese i farmaci cominceranno a scarseggiare”, ha denunciato.

In Sudan evacuati i diplomatici, ma restano migliaia di stranieri

In Sudan evacuati i diplomatici, ma restano migliaia di stranieriRoma, 24 apr. (askanews) – Numerosi Stati stranieri hanno evacuato ieri il personale diplomatico dal Sudan nonostante i continui combattimenti tra l’esercito sudanese e le forze paramilitari nella capitale Khartoum, che continuano a tenere in trappola milioni di civili. Ma decine di migliaia di stranieri restano al momento nel Paese. Nella notte anche l’Italia ha concluso la prima fase dell’evacuazione di propri cittadini dal Sudan, con la messa in sicurezza di oltre 100 connazionali, tra cui i membri del personale diplomatico.

Una persona è rimasta ferita quando un convoglio diplomatico francese è finito sotto il fuoco nella capitale, hanno detto i militari del Sudan, e anche un diplomatico egiziano è stato colpito e ferito, secondo il ministero degli Esteri egiziano. Intanto, centinaia di membri dello staff delle Nazioni Unite hanno iniziato un esodo di 19 ore su strada. I governi britannico, canadese e olandese hanno evacuato le loro ambasciate, hanno detto funzionari su Twitter, mentre il ministero della Difesa tedesco ha confermato di aver avviato una missione per far uscire i cittadini tedeschi. “Il nostro obiettivo, in questa pericolosa situazione in Sudan, è far uscire il maggior numero possibile di cittadini tedeschi da Khartoum”, ha affermato il ministero su Twitter. Più tardi, il comando tedesco delle operazioni congiunte ha dichiarato che il primo aereo di 101 sfollati era arrivato in Giordania. Funzionari diplomatici e militari francesi hanno detto che la loro evacuazione è “molto complicata” e potrebbe ancora incontrare “difficoltà”, aggiungendo che un aereo ha già lasciato il Sudan. L’esercito americano ha evacuato con successo i diplomatici americani e le loro famiglie durante la notte, ha detto sabato il presidente Biden. Elementi del SEAL Team 6 e del 3° gruppo delle forze speciali dell’esercito hanno preso parte all’evacuazione, ha precisato un funzionario della sicurezza. Gli americani sono stati trasportati in aereo su tre elicotteri MH-47 Chinook che sono volati prima da Gibuti e poi hanno fatto rifornimento in Etiopia, secondo un alto funzionario del Pentagono che ha informato i giornalisti sabato sera. Altri 16.000 cittadini americani che non lavorano per il governo, molti dei quali con doppia nazionalità, rimangono invece in Sudan. Sebbene i funzionari statunitensi abbiano affermato di non poterli evacuare perché il pericolo è troppo grande, stanno fornendo indicazioni sulle vie di fuga e altre informazioni logistiche. “Sono preoccupato per la sicurezza e la protezione dei cittadini statunitensi che hanno prestato servizio in missioni umanitarie o in altri modi in tutto il paese”, ha dichiarato ieri il senatore Christopher A. Coons, citato dal Washington Post. “Ci sono parecchi cittadini con doppia cittadinanza USA-sudanese nel paese, e le Nazioni Unite, gli Stati Uniti e un certo numero di altri paesi faranno del loro meglio per aiutare a tornare al governo civile e porre fine ai combattimenti, e per sostenere una stabilizzazione in Sudan”.

Secondo Christopher Maier, l’assistente segretario alla Difesa per le operazioni speciali e la guerra a bassa intensità, i dipartimenti di Stato e Difesa stanno lavorando per aiutare i cittadini americani che potrebbero voler lasciare il Sudan. “Uno di questi modi è rendere potenzialmente più praticabili le rotte via terra fuori dal Sudan”, ha affermato . “Quindi, il Dipartimento della Difesa sta attualmente valutando azioni che potrebbero includere l’uso di capacità di intelligence, sorveglianza e ricognizione per essere in grado di osservare le rotte e rilevare le minacce”. Grazie a un’operazione coordinata dall’Unità di Crisi del Ministero degli Esteri, con assetti della Difesa e il supporto dell’intelligence, anche l’Italia ha messo in sicurezza oltre 100 connazionali, fra cui il personale diplomatico. Con il volo di un C130 dell’Aeronautica militare e un secondo volo di un AM400 spagnolo sono stati trasferiti a Gibuti 105 cittadini italiani e 31 stranieri, fra cui cittadini portoghesi, australiani, greci, britannici, svedesi. La lotta per l’evacuazione dei cittadini stranieri e del personale diplomatico ha fatto seguito al collasso del Sudan nel conflitto civile, dopo che le tensioni politiche tra generali rivali sono sfociate in violenze il 15 aprile. Protagoniste dello scontro, le RSF, un gruppo paramilitare le cui origini risalgono alle milizie Janjaweed che terrorizzavano il Darfur, e il generale Abdel Fattah al-Burhan, il comandante delle forze armate del Sudan e di fatto il capo di stato del paese.

Finora i combattimenti hanno provocato la morte di almeno 450 persone, secondo le Nazioni Unite, e il ministero della Sanità sudanese ha affermato che almeno altre 3.500 sono rimaste ferite. Il numero delle vittime è certamente sottostimato, poiché le ambulanze sono state spesso attaccate e gli operatori sanitari non sono stati in grado di raccogliere i corpi dalle strade.