Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Autore: Redazione StudioNews

Caro-voli, esposto della Regione Siciliana alla Procura di Roma

Caro-voli, esposto della Regione Siciliana alla Procura di Roma




Caro-voli, esposto della Regione Siciliana alla Procura di Roma




















Roma, 6 apr. (askanews) – Nuovo esposto della Regione per il caro-voli. A firmarlo il governatore della Sicilia, Renato Schifani. Destinataria, questa volta, la Procura della Repubblica di Roma. L’ipotesi è quella della “violazione delle norme sulla concorrenza e conseguente abuso di diritto da parte delle compagnie aeree” e per Ita, in quanto di proprietà del ministero dell’Economia ed esercente un pubblico servizio, anche di “abuso d’ufficio”.

L’esposto è stato inviato per conoscenza anche all’Autorità garante per la concorrenza e il mercato (alla quale la Regione ha già presentato altri due esposti più un’integrazione), al ministro delle Infrastrutture e all’Ente nazionale per l’aviazione civile. “È di palmare evidenza – si legge nel documento – che se le compagnie aeree, in una determinata tratta ove la domanda di voli in un certo periodo dell’anno è superiore all’offerta, operano tutte quante contemporaneamente, tacitamente e consapevolmente, la rarefazione dei voli a tariffe più vantaggiose (attraverso il contingentamento del numero degli stessi) ed una offerta a seguire (e parallela fra le Compagnie) degli stessi voli a costi progressivamente innalzati, apparentemente rispettano le norme sulla concorrenza, ma concretamente abusano del proprio diritto all’esercizio dell’attività imprenditoriale a svantaggio del diritto all’equo costo della mobilità per i viaggiatori che dovrebbero avvalersi degli effetti benèfici della liberalizzazione dei costi dovuti al mercato ove opera la libera concorrenza”.

Per la Regione, la situazione è ancora “più grave se esercitata da una Compagnia privata di proprietà del ministero dell’Economia, esercente un pubblico servizio, che attraverso tali ipotizzate violazioni possono arrecare ingiusti vantaggi patrimoniali al proprio bilancio ed ingiusti svantaggi patrimoniali ai viaggiatori”. Per il presidente della Regione la “situazione è aggravata dalla condizione di insularità della Sicilia che limita già a monte le possibilità di scelta dei mezzi di trasporto da parte dei viaggiatori”. Una condizione di svantaggio territoriale che – si legge nell’esposto – “è ancora più marcata per i nativi o residenti dell’Isola che in determinati periodi dell’anno (in verità sempre più spesso fortunatamente per il turismo) si trovano a dovere pagare il costo della mobilità allo stesso prezzo di tutti gli altri viaggiatori e, addirittura, in concorrenza con loro”.

“Il principio della concorrenza concretamente attuato dalle Compagnie – prosegue il documento – alla fine sembra più un esercizio di velocità per i consumatori che possono prenotare con largo anticipo piuttosto che un principio di mercato libero che dovrebbe garantire in primo luogo il diritto alla mobilità da parte dei soggetti appartenenti alla comunità svantaggiata di nativi o residenti di un’Isola”. La Regione si riserva fin da ora, nel caso in cui la Procura dovesse accertare fatti penalmente rilevanti, di costituirsi parte civile nel procedimento.

Inchiesta:”migranti in gabbia e impasticcati,Cpr violano diritti”

Inchiesta:”migranti in gabbia e impasticcati,Cpr violano diritti”




Inchiesta:”migranti in gabbia e impasticcati,Cpr violano diritti”




















Roma, 6 apr. (askanews) – Rinchiusi in attesa di essere rimpatriati e nel frattempo ‘impasticcati’ con psicofarmaci, in strutture di “detenzione” che diventano “non luoghi” sospesi nel tempo, “peggiori delle carceri”, “gabbie” dove i diritti umani sono “calpestati” con la sedazione che funge da “strumento” di controllo. E’ con queste parole che gli autori di un’inchiesta con dati inediti di Altreconomia sull’uso degli psicofarmaci nei Cpr descrivono, in una conferenza stampa alla Camera dei deputati, le strutture di cui oggi si vorrebbe dotare ogni Regione italiana. Una conferenza stampa voluta dalla senatrice di Avs Ilaria Cucchi e dal segretario di +Europa Riccardo Magi, entrambi sostenitori della necessità che i Cpr vengano invece “chiusi”.

“Nel 2022 sono transitate circa 6mila persone per un tempo di permanenza che va dai 15 giorni ad oltre due mesi – ha ricordato Luca Rondi – sono giorni tutti uguali, non sono previste attività e un operatore che abbiamo intervistato ci ha raccontato che gli psicofarmaci sono lo strumento per stordire le persone: mangiano meno, fanno meno casino e pretendono meno i loro diritti, e ha aggiunto che all’ente gestore costa di meno lo psicofarmaco che il cibo”. L’inchiesta ha proprio cercato di quantificare le spese in farmaci e capire cosa venisse somministrato ai “detenuti” nei Cpr. Persone che, ha sottolineato Ilaria Cucchi, “vengono tenute come animali senza aver commesso alcun reato” con l’unica ‘colpa’ di essere fuggiti “da guerre e fame” per trovare “disinteresse, violazione di diritti e la morte”, come Wissem Ben Abdel Latif, 26 anni, arrivato dal Cpr di Ponte Galeria e deceduto all’ospedale San Camillo di Roma su cui “c’è un’inchiesta aperta. Indagati sono medici e infermieri ma non si guarda da dove lui sia partito per arrivare lì”.

Dai dati delle Asl e delle prefetture (ottenuti solo “in parte” a causa della “scarsa trasparenza”) e dal confronto con quelli ottenuti “da un servizio dell’Asl di Vercelli che si occupa di una popolazione sovrapponibile”, emerge che la “percentuale di spese in psicofarmaci al Corelli di Milano è 160 volte più alta, a Roma la spesa è 127,5 volte più alta, al ‘Brunelleschi’ di Torino 110, a Caltanissetta 30 volte e a Macomer 25 volte più alta”. Dunque una “spesa elevatissima” a fronte della assenza nei Cpr di personale specializzato sanitario ‘sostituito’ da “personale assunto dagli enti gestori il cui ruolo di monitoraggio è spesso carente se non assente”. Ma quali e quanti psicofarmaci vengono somministrati? L’inchiesta ha rilevato un’elevata quantità di farmaci per gravi disturbi di ansia e insonnia: a Roma in 3 anni sono state acquistate 3.400 compresse di Tavor su un totale di 2.800 persone passate dal centro e poi c’è il Tranquirit e il Valium. Stessa situazione negli altri Cpr. A Torino la spesa in Rivotril, dal 2017 al 2019, è di 3.348 euro, quasi il 15% del totale (22.128 euro); a Caltanissetta tra il 2021 e il 2022 sono state acquistate 21.300 compresse di Rivotril a fronte di 574 persone, “mediamente 37 pastiglie a testa”.

A questi si aggiungono gli antipsicotici e antiepilettici e altri farmaci, antidolorifici e gastroprotettori che danno la misura del “malessere” in questi centri. A Roma, a Ponte Galeria, sono state acquistate 154.500 pastiglie di buscopan, una media di 36 pastiglie a testa, un ciclo normale il massimo è 15″. Incrociando i dati delle prefetture e delle Asl, ha aggiunto Lorenzo Figoni, è venuto fuori che a Milano, a fronte di acquisti ingenti di psicofarmaci, in più di un anno, da ottobre 2021 a dicembre 2022, le visite psichiatriche effettuate nel Cpr erano state solo 8.

L’inchiesta evidenzia in modo efficace che se da una parte il trattenimento deve avvenire solo a seguito di un certificato di idoneità alla vita in comunità, l’uso sproporzionato di psicofarmaci e le patologie psichiatriche che sottendono contrastano con un profilo idoneo ad essere trattenuto nei centri. “La nostra è solo l’ultima inchiesta che denuncia le criticità di questi centri in cui l’abuso degli psicofarmaci è solo uno degli aspetti. Oltre 30 persone hanno trovato la morte negli ultimi 25 anni nei Cpr e ad altrettante hanno rovinato la vita”. Figoni ha messo in guardia dai Sindaci che pensano di aprire dei Cpr sostenendo che sarebbero “diversi” come ha fatto il “Sindaco Sala a Milano: quello che è emerso è che non è così, non sono diversi e fa paura pensare che ci siano ragionamenti simili da parte di altri sindaci, come a Firenze” perché i Cpr sono “strutture incompatibili con il rispetto dei diritti umani”. Dal 2016 ad oggi per i Centri per il rimpatrio sono transitate oltre 35.600 persone. Un sistema, ha sottolineato Rondi, su cui il governo vuole continuare ad investire con 42,5 milioni di euro per ampliare entro il 2025 la rete dei nove Cpr già attivi con l’obiettivo di realizzarne almeno uno per Regione mentre il dl Cutro attualmente all’esame del Senato sono previste procedure semplificate per la costruzione di queste strutture.

Calice Prosecco su prima moneta serie Cultura gastronomica della Zecca

Calice Prosecco su prima moneta serie Cultura gastronomica della Zecca





Calice Prosecco su prima moneta serie Cultura gastronomica della Zecca




















Milano, 6 apr. (askanews) – Un calice di Prosecco abbinato alla Granseola appare sulla prima moneta del Veneto della serie “Cultura enogastronomica italiana” realizzata dal Poligrafico e dalla Zecca dello Stato. La moneta, che appartiene alla collezione numismatica 2023, è stata presentata alla 55esima edizione di Vinitaly che si è chiusa ieri a Veronafiere.

“Sono orgoglioso che sia stata scelto la nostra Denominazione per il nuovo conio dedicato al Veneto” ha commentato il presidente della Doc Prosecco, Stefano Zanette, spiegando che “si tratta di un riconoscimento al nostro sistema produttivo che, con l’impegno di oltre 10.300 viticoltori, 1.170 vinificatori e 364 case spumantistiche, ha costruito anno dopo anno un’eccellenza del Made in Italy apprezzata in tutto il mondo”. “Ora spetta a noi fare sì che questo risultato si preservi nel tempo – ha concluso – questo è il vero significato della ‘sostenibilità’”. La moneta è stata realizzata in cupronichel dall’artista incisore Marta Bonifacio e prodotta nelle officine della Zecca, e possiede un valore nominale di 5 euro. Ne sono disponibili 15mila pezzi in versione Fior di Conio.

È una moneta con elementi colorati che sul dritto presenta in primo piano un calice di Prosecco e un piatto con la Granseola, mentre sullo sfondo riporta una gondola, il Ponte di Rialto e una composizione di onde stilizzate. Sul rovescio, in alto, su uno sfondo decorato con stelle a otto punte, è stato evidenziato il Leone alato di Bassano del Grappa tratto dalla Cappella degli Scrovegni di Padova, secolare simbolo della regione Veneto, mentre in basso, a destra, un prospetto di Villa Almerico Capra detta la Rotonda di Palladio, ritratta come si presentava nel progetto originario.

Xi: Europa sia autonoma da Usa; Macron risponde: aiutaci su Ucraina

Xi: Europa sia autonoma da Usa; Macron risponde: aiutaci su Ucraina




Xi: Europa sia autonoma da Usa; Macron risponde: aiutaci su Ucraina




















Roma, 6 apr. (askanews) – Mentre sul fianco orientale la Cina sconta un’accresciuta pressione statunitense attorno alla questione di Taiwan, tenta di evitare l’accerchiamento geopolitico mantenendo aperto il dialogo con l’estremo opposto del continente euroasiatico: l’Europa. E chiede che questa esprima “un’autonomia strategica” (dagli Stati uniti), ricevendo dal presidente francese Emmanuel Macron e dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, in visita congiunta a Pechino, la richiesta di contribuire a un processo di pace in Ucraina esercitando la propria influenza sulla Russia.

E’ stata, questa, una giornata importante per Pechino, che ha visto due summit bileterali tra il presidente Xi Jinping e Macron, da un lato, e tra Xi e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, oltre a un incontro trilaterale. Ma è stata anche la giornata in cui si sono ufficializzati – sempre a Pechino – i risultati della mediazione che ha portato da oggi al ripristino delle relazioni tra Arabia saudita e Iran, acerrimi nemici per decenni nel mondo islamico, in un miracolo diplomatico che rafforza il prestigio cinese. Tutto ciò mentre lo Stretto di Taiwan e le sue immediate vicinanze sono piuttosto affollati di navi da guerra, sia cinesi che americane, all’indomani dell’incontro a Los Angeles tra la presidente taiwanese Tsai Ing-wen e il presidente della Camera dei rappresentanti Usa Kevin McCarthy, che ha fatto infuriare Pechino, pur non portando a una reazione dura come quella alla visita dell’allora speaker della Camera Usa Nancy Pelosi otto mesi fa.

Dal punto di vista di Pechino, è evidentemente in corso una sfida strategica a distanza con gli Stati uniti, in cui le diverse regioni del mondo rischiano di dover fare una scelta di campo. L’Europa oggi si è presentata alla Grande Sala del Popolo con le facce di Macron – considerato una colomba nell’attuale contesto geopolitico – e di von der Leyen, dopo che negli ultimi mesi si erano già recati in Cina il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il premier spagnolo Pedro Sanchez.

Macron ha detto a Xi di contare su di lui per “riportare la Russia alla ragione”, rispetto all’invasione dell’Ucraina. E von der Leyen ha chiesto al presidente cinese – che dopo la presentazione di un “position paper” sul conflitto è andato a incontrare il leader russo Vladimir Putin – di sentire anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Xi ha risposto che, quando ci saranno le condizioni, intende parlare con il leader di Kiev. Sul tema della pace in Ucraina, Xi ha di fatto ripetuto la formula cinese – enunciata nel “position paper” – che prevede sia il rispetto della sovranità e integrità territoriale di tutti paesi, ma anche la considerazione per le “legittime preoccupazioni di sicurezza” di tutti (e, nello specifico della crisi ucraina, quelle di Mosca rispetto all’espansione della Nato). Mentre von der Leyen ha ribadito il suo sostegno per il piano di pace di Zelensky, che prevede tra l’altro il ritiro russo, anche dalla Crimea, e la creazione di un tribunale speciale per i crimini di guerra. Inoltre, la leader europea ha chiarito che un eventuale sostegno militare, “sia diretto sia indiretto”, all’invasore russo sarebbe una “chiara violazione della legge internazionale” e danneggerebbe i rapporti Ue-Cina. Apprezzamento, invece, è stato espresso da von der Leyen per la contrarietà di Pechino rispetto non solo all’uso di armi nucleari, ma anche alla minaccia di utilizzarle.

Dal punto di vista cinese, invece, è stata evidenziata la necessità che l’Europa agisca come un attore autonomo, non vincolato a paesi terzi nei rapporti con Pechino. “La Cina sostiene l’Europa del raggiungimento dell’autonomia strategica e afferma che la relazione Cina-Europa non può essere sottoposta o controllata da terze parti”, ha detto Xi. Gli ha sostanzialmente risposto Macron, segnalando la centralità della questione ucraina per l’Europa: “Un’architettura di sicurezza dell’Europa è impossibile finché l’Ucraina rimarrà occupata”. Il rapporto con l’Europa, grande e ricco mercato, è cruciale per la Cina. La situazione deteriorata con gli Stati uniti, che stanno sostenendo un riarmo dei propri alleati regionali (Giappone e Corea del Sud) e rafforzando la propria presenza aumentando le basi militari nelle Filippine, in vista di un possibile showdown a Taiwan (a sua volta sempre più armata da Washington) o di ulteriori tensioni nel conteso Mar cinese meridionale, mettono la Cina a rischio accerchiamento anche rispetto alle supply-chain. Un asse più compatto con Mosca non sarebbe sufficiente a controbilanciare la situazione. Quindi, dal punto di vista cinese, il canale euroasiatico, che Xi punta ad aprire dal suo primo mandato con l’iniziativa Belt and Road, deve restare aperto. In questa partita, però, entra anche la variabile economica. La relazione Ue-Cina, ha chiarito von der Leyen, è “estesa e complessa” con un “impatto significativo sulla prosperità e sicurezza di entrambi”. L’Europa è il primo mercato d’esportazione per la Cina, mentre la Cina è la terza destinazione per l’export Ue. Il giro d’affari è stato di 2,3 miliardi di euro al giorno nel 2022. Ma nello stesso tempo è “un bilancio commerciale squilibrato” e nell’ultimo decennio il deficit commerciale a favore di Pechino è più che triplicato. Tale situazione – ha spiegato ancora von der Leyen – va affrontata, anche alla luce del fatto che in Cina vengono messe in atto pratiche “inique” che impediscono l’accesso al mercato. Ma, mentre c’è chi pensa che questo debba portare a un “decoupling”, un “disaccoppiamento”, con la Cina, von der Leyen ha detto di “dubitare che possa essere una soluzione possibile o desiderabile”. Invece va adottata una strategia di contenimento del rischio nei diversi settori, intraprendendo la strada del dialogo e della diplomazia. In questo senso, le due parti hanno deciso una ripresa del dialogo economico ad alto livello.

Vino, Allegrini chiude 2022 a 30 mln (+20%) e costruisce nuova Cantina

Vino, Allegrini chiude 2022 a 30 mln (+20%) e costruisce nuova Cantina




Vino, Allegrini chiude 2022 a 30 mln (+20%) e costruisce nuova Cantina




















Milano, 6 apr. (askanews) – “L’anno scorso il nostro fatturato è stato abbondantemente sopra i 30 milioni di euro, con un +20% rispetto al 2021, nonostante, ad esempio, la scelta per motivi etici di non esportare più nulla sul mercato russo”. Alla 55esima edizione di Vinitaly appena conclusa a Veronafiere, la Cavaliere del lavoro Marilisa Allegrini, a capo dell’azienda vitivinicola di famiglia ha fatto il punto sullo stato di una delle più importanti e quotate Cantine italiane. “L’anno scorso abbiamo fatturato di più a fronte di volumi che si sono abbassati solo leggermente, non solo per effetto dell’inflazione ma perché i consumatori si stanno orientando sempre di più verso vini di qualità” ha precisato, sottolineando che “in questi anni abbiamo assistito ad una crescente e importante domanda dei nostri vini più prestigiosi che hanno una produzione più limitata e quindi un costo maggiore”. Tra questi ci sono la punta di diamante, “Fieramonte Amarone della Valpolicella Classico Riserva” (il cui millesimo 2015 ha ottenuto l’anno scorso 100 punti da Decanter), che dall’anno scorso è su “La Place de Bordeaux” insieme con l’altro vino iconico dell’azienda, il celebratissimo Igt “La Poja”. “Le vendite del nostro Amarone vanno molto bene – ha detto con una punta di orgoglio l’imprenditrice – l’intera produzione viene assegnata all’inizio di ogni anno e non abbiamo invenduto”.

Un’altra novità riguarda un’importante crescita sul mercato interno. “Fino a sei-sette anni fa il mercato italiano rappresentava poco più del 5% delle nostre vendite, mentre adesso raggiunge circa il 30%, e questo senza registrare cali nell’export” ha spiegato la presidente, evidenziando “che il mix di prodotti, Valpolicella, Bolgheri (Poggio al Tesoro), Montalcino (Poggio San Polo) e le tre aziende di nicchia della Borgogna che importiamo da qualche anno, ci ha aiutato molto a capillarizzare la nostra distribuzione nell’alto di gamma in Italia”. A conferma di un buona redditività, in questi ultimi anni Allegrini ha fatto diversi investimenti, gli ultimi dei quali hanno riguardato l’acquisto di una campagna nella zona di Verona Est, mentre nel 2018 era toccato ad una proprietà di 40 ettari nella zona del Lugana, oggi completamenti vitati. Ma non basta, perché gli investimenti coinvolgono anche l’attività di accoglienza, già sperimentata con successo a “Villa Della Torre”, gioiello del Rinascimento a Fumane (Verona). Nel 2023 prenderà infatti il via la costruzione della nuova cantina: “Sorgerà vicina all’edificio storico – ha spiegato – sull’ex campo sportivo che circonda la proprietà, ci vorranno due-tre anni ma da lì la filosofia aziendale sarà ancor più focalizzata sull’ospitalità”. A Vinitaly, insieme con Marilisa rimasta l’ultima rappresentante della sesta generazione Allegrini dopo la scomparsa l’anno scorso a 65 anni del fratello enologo Franco (fautore del Centro di appassimento “Terre di Fumane”), era presente al completo anche la settimana generazione: Silvia, figlia di Walter; Francesco, Giovanni e Matteo, figli di Franco; e Carlotta e Caterina figlie di Marilisa. “Sono inseriti in azienda e pian piano, come avevamo fatto a suo tempo io e i miei fratelli, entreranno nei vari ambiti aziendali, ognuno secondo le proprie attitudini e passioni” ha spiegato la presidente, ricordando che “chi entra deve condividere la filosofia e gli obiettivi”. “E’ la storia – ha chiosato – bisogna guardare al passato per anticipare il futuro, e questo è uno degli aspetti più sfidanti per tantissime aziende italiane”. Al passaggio generazionale, ancor più delicato in un’azienda famigliare di queste dimensioni e articolazioni, si aggiunge l’ingresso in azienda di una serie di professionalità, sia tecniche che manageriali.

Infine, in merito all’eventuale interesse di altre realtà ad entrare nella governance di Allegrini, la signora dell’Amarone ha spiegato che “tutte le aziende della Valpolicella che fanno qualità e hanno un prezzo medio-alto delle bottiglie sono molto appetite, ma per noi i valori della famiglia sono più importanti: quindi l’interesse c’è ma non da parte nostra”.

Vino, Vindome torna a Bordeaux per “La semaine des Primeurs 2022″

Vino, Vindome torna a Bordeaux per “La semaine des Primeurs 2022″




Vino, Vindome torna a Bordeaux per “La semaine des Primeurs 2022”




















Milano, 6 apr. (askanews) – Vindome, l’app dedicata all’investimento in vini pregiati, torna a Bordeaux per “La semaine des Primeurs 2022″, uno degli appuntamenti imprescindibili del calendario enologico mondiale e il momento migliore per investire in vino. In programma dal 24 al 27 aprile nella città simbolo della celebre regione vinicola francese, la settimana accoglie 130 Chateaux dell’”Union des Grands Crus de Bordeaux”, che presenteranno le loro etichette ad esperti del settore e sommelier chiamati a giudicare i vini della Vendemmia 2022 e attribuirgli il rating con i quali verranno commercializzati da inizio maggio.

“Sono entusiasta del lancio della terza stagione di En Primeur sulla nostra piattaforma” ha dichiarato la fondatrice e ceo di Vindome, Ingrid Brodin, spiegando che “nonostante una vendemmia molto difficile nel 2021, abbiamo raddoppiato le nostre vendite durante la stagione En Primeur nel 2022 e quest’anno prevediamo di raddoppiare le cifre del 2022 forti anche dell’ottimo riscontro dei nostri utenti, alcuni dei quali hanno già confermato i propri budget che variano tra 10mila e 350mila euro per cliente”. Nel suo comunicato, Vindome ha inoltre spiegato di essere partner da oltre due anni di Saturnalia, “il servizio creato dalla start-up italiana Ticinum Aerospace e supportato dall’Agenzia Spaziale Europea, che grazie a un complesso sistema di analisi che incrocia dati satellitari, intelligenza artificiale e rilevazioni meteorologiche, elabora mappe 2D e 3D dei territori del vino e raccoglie dati oggettivi e attendibili sulla qualità e il valore dei vini più rinomati”.

Carl Brave, nuova data del Migrazioni Tour a Roma il 28 luglio

Carl Brave, nuova data del Migrazioni Tour a Roma il 28 luglio




Carl Brave, nuova data del Migrazioni Tour a Roma il 28 luglio




















Roma, 6 apr. (askanews) – Quest’estate Carl Brave sarà sui palchi di tutta Italia con 11 date del suo Migrazioni Tour che lo porteranno nei migliori Festival della penisola tra giugno, luglio e agosto. A quelle già annunciate se ne aggiunge una nella sua amata città: il 28 luglio Carl Brave si esibirà all’Auditorium Parco della musica Ennio Moricone a Roma.

I biglietti per la nuova data sono in vendita a partire da giovedì 6 aprile, al link https://www.otrlive.it/tour-dates/carl-brave-tour-2023/. Di seguito tutti gli appuntamenti aggiornati – prodotti da OTR Live – in cui l’artista presenterà dal vivo i brani del suo prossimo progetto discografico: 23 giugno Bologna (Oltre Festival), 24 giugno Bergamo (Nxt Station), 3 luglio Collegno (Torino) al Flowers Festival, 10 luglio Firenze (Ultravox), l’11 luglio Padova (Sherwood Festival), 16 luglio Lugano (Longlake Festival), 22 luglio Orvieto (Orvieto Sound Festival), 27 luglio Napoli (Noisy Naples Fest Arena Flegrea), 28 luglio Roma (Auditorium parco della musica).ROMA – Auditorium Parco della Musica “Ennio Morricone”, 1 agosto Gallipoli (Parco Gondar), 2 agosto Patti (Indiegeno Fest), 16 agosto Diamante (Teatro dei Ruderi) e 26 agosto San vito al Tagliamento (Piazza del Popolo).

Xi Jinping sentirà Zelensky, lo ha assicurato nei colloqui con von der Leyen e Macron

Xi Jinping sentirà Zelensky, lo ha assicurato nei colloqui con von der Leyen e Macron




Xi Jinping sentirà Zelensky, lo ha assicurato nei colloqui con von der Leyen e Macron




















Roma, 6 apr. (askanews) – Il presidente cinese Xi Jinping ha assicurato, nei colloqui con il presidente francese Emmanuel Macron e con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, in visita a Pechino, che intende sentire il leader ucraino Volodymyr Zelensky per promuovere la ripresa di colloqui di pace con la Russia. Lo ha riferito la numero uno dell’esecutivo europeo in una conferenza stampa dopo l’incontro trilaterale. “Ho incoraggiato il presidente Xi a contattare il presidente Zelensky, so dalle mie telefonate che il presidente Zelensky l’ha chiesto, anche pubblicamente, ed è stato interessante sentire che il presidente Xi ha ribadito la sua volontà a parlargli quando le condizioni e il momento lo consentiranno”, ha detto von der Leyen rispondendo a una domanda.

“La posizione della Cina è cruciale per l’Unione europea. Come membro del Consiglio di sicurezza Onu la Cina ha una grande responsabilità e noi ci attendiamo che la Cina svolga questo compito promuovendo una giusta pace che rispetti la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina”, ha detto ancora la leader dell’esecutivo europeo. Von der Leyen ha anche segnalato di aver “sottolineato nell’incontro che sono fermamente favorevole al piano di pace del presidente Zelensky”, ma ha riferito di aver “accolto favorevolemente alcuni dei principi posti dalla Cina. In particolare in relazione alla sicurezza nucleare e alla diminuzione del rischio nucleare e le affermazioni della Cina sull’inaccettabilità dell’uso delle armi nucleari o delle minacce d’uso delle armi nucleari”. Von der Leyen ha anche detto che nell’Ue si conta “anche sul fatto che la Cina non fornisca alcun aiuto militare alla Russia né direttamente né indirettamente, perché armare l’aggressore sarebbe contro la legge internazionale e danneggerebbe significativamente le nostre relazioni”. 

Silvio Berlusconi ricoverato al San Raffaele, il primo bollettino medico

Silvio Berlusconi ricoverato al San Raffaele, il primo bollettino medico




Silvio Berlusconi ricoverato al San Raffaele, il primo bollettino medico




















Milano, 6 apr. (askanews) – Berlusconi è ricoverato da mercoledì nel reparto di terapia intensiva all’ospedale San Raffaele di Milano dove è arrivato per affaticamento respiratorio. Ha iniziato da ieri un ciclo di chemioterapia per curare la leucemia eosinofila che gli è stata diagnosticata. Il primo bollettino medico firmato dal professor Alberto Zangrillo e dal professor Fabio Ciceri conferma la diagnosi di “leucemia mielocitica cronica” e di “infezione polmonare”, e spiega che “la strategia terapeutica prevede la cura dell’infezione polmonare, un trattamento specialistico citoriduttivo” e “il ripristino delle condizioni cliniche preesitenti”. L’infezione polmonare “si inquadra nel contesto di una condizione ematologica cronica di cui è portatore da tempo: leucemia mielomonocitica cronica, di cui è stata accertata la persistente fase cronica e l’assenza di caratteristiche evolutive in leucemia acuta” sottolineano i medici nel bollettino diramato dal San Raffaele. “La strategia terapeutica in atto – concludono i medici nel bollettino – prevede la cura dell’infezione polmonare, un trattamento specialistico citoriduttivo mirato a limitare gli effetti negativi dell’iperleucocitosi patologica e il ripristino delle condizioni cliniche preesistenti”.

La figlia di Silvio Berlusconi, Marina, e il fratello Paolo hanno trascorso tutta la mattina all’ospedale San Raffaele, poi, dopo un breve intervallo, sono tornati poco dopo le 15, entrando con le rispettive auto di servizio dall’ingresso di via Olgettina. “C’è preoccupazione ma siamo più ottimisti”, oggi “molto meglio di ieri”: le poche parole che ha detto Fedele Confalonieri, uscendo dall’ospedale San Raffaele di Milano ,dopo aver fatto visita a Silvio Berlusconi, insieme a Marcello Dell’Utri. Ai giornalisti che gli chiedevano se avesse parlato con Berlusconi, Confalonieri ha risposto: “Stava dormendo”.

Imprese, Engineering entra nella compagine societaria di POLIMI

Imprese, Engineering entra nella compagine societaria di POLIMI




Imprese, Engineering entra nella compagine societaria di POLIMI




















Roma, 6 apr. (askanews) – Engineering, leader italiano della digitalizzazione dei processi per imprese e PA, fa il suo ingresso tra i soci del POLIMI Graduate School of Management del Politecnico di Milano, portando a 24 il numero di partner di uno dei più importanti player della formazione manageriale a livello internazionale.

Da più di 40 anni Engineering, con oltre 15.000 dipendenti e circa 70 sedi distribuite in Europa, Stati Uniti e Sud America, supporta le aziende e le organizzazioni di tutti i settori di mercato nell’evolvere costantemente il modo in cui lavorano e operano sfruttando le opportunità offerte dalle più avanzate tecnologie digitali: Cloud, Cybersecurity, Metaverso, AI & Advanced Analytics, Digital Twin, Blockchain. Azienda fortemente human capital, che per il 2023 prevede l’ingresso di 1.900 nuove persone, con la sua IT & Management Academy Engineering offre a dipendenti e stakeholder percorsi continui di up-skilling e re-skilling, erogando più di 32.000 giornate di formazione all’anno. Inoltre, attraverso la divisione R&I che include oltre 450 ricercatori e data scientist, Engineering cura più di 100 progetti di ricerca in network con università e organizzazioni nazionali e internazionali.

Il suo ingresso tra i soci di POLIMI GSoM è un’ulteriore tappa di un percorso di collaborazione iniziato qualche anno fa. Engineering ha infatti partecipato alle attività di ricerca della Corporate Education Community 2022, ricerca che ha lo scopo di identificare i trend e le prospettive future della Corporate Education, per rispondere alle esigenze di crescita del capitale umano delle aziende. Engineering è inoltre partner di alcuni Master di POLIMI GSoM, tra cui i Master in Business Analytics and Big Data, in Cybersecurity Management e in Digital Innovation & New Business Design. Nel 2022 Engineering ha anche erogato dei moduli formativi su temi di innovation nell’ambito del Master in Energy Management. “La vicinanza alle aziende è uno degli elementi distintivi di POLIMI Graduate School of Management” – ha dichiarato Federico Frattini, Dean della business school del Politecnico di Milano. “Con l’ingresso di Engineering tra i nostri soci accogliamo un attore chiave nella creazione di ecosistemi digitali capaci di favorire una continua trasformazione del business. Siamo entusiasti di rafforzare ulteriormente questa partnership, consapevoli che questo passo rappresenta un beneficio per tutta la nostra community. POLIMI Graduate School of Management ed Engineering sono accomunati dalla reciproca convinzione che la formazione, la preparazione e l’aggiornamento costante siano le chiavi per affrontare con successo le sfide di un mercato alle prese con importanti trasformazioni”.

Maximo Ibarra, CEO di Engineering, ha commentato. “Crediamo che la collaborazione tra aziende e mondo accademico sia la migliore leva strategica per offrire alle nuove generazioni percorsi di crescita professionali in grado di tenerli sempre al passo con le veloci evoluzioni della società e delle tecnologie digitali. Per questo motivo siamo entusiasti di entrare a far parte della compagine societaria del POLIMI Graduate School of Management con l’obiettivo di promuovere insieme l’innovazione e la formazione, certi che lavorare a stretto contatto con una delle più prestigiose business school al mondo ci consentirà di identificare i talenti più promettenti, trasmettendo loro vision e strumenti per disegnare e realizzare un futuro innovativo, equo e sostenibile”. L’ingresso di Engineering tra i soci di POLIMI Graduate School of Management rappresenta un tassello importante nel percorso di evoluzione della business school del Politecnico di Milano. La partecipazione di un’importante azienda nella compagine societaria favorisce molteplici occasioni di scambio di know-how ed esperienze, finalizzate a offrire al mercato percorsi di formazione innovativi e allineati con le esigenze del mondo del lavoro. Essere soci di POLIMI Graduate School of Management significa condividerne la visione, oltre che partecipare alla definizione delle attività di formazione della scuola ed avere accesso ad un insieme di servizi dedicati.