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Autore: Redazione StudioNews

Meloni: da inizio mandato salvati 36.500 migranti, basta calunnie

Meloni: da inizio mandato salvati 36.500 migranti, basta calunnie


Meloni: da inizio mandato salvati 36.500 migranti, basta calunnie – askanews.it



Meloni: da inizio mandato salvati 36.500 migranti, basta calunnie – askanews.it



















Roma, 22 mar. (askanews) – “Dall’inizio del mio mandato l’Italia ha salvato 36mila e 500 persone in mare, siamo stati lasciati da soli a fare questo lavoro e raccontare al cospetto del mondo, di fronte all’enorme sforzo che stiamo facendo che lasceremmo bambini morire è una calunnia non al governo ma nei confronti dello Stato italiano”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni alla Camera, tornando sul tema migranti nella replica al dibattito in vista del Consiglio Ue che si riunisce giovedì e venerdì a Bruxelles.

Una calunnia, ha rilanciato con impeto accusando l’opposizione di dire “falsità”, “alle forze dell’ordine, all’intero sistema, o volete dire che ci sono uomini e donne delle forze dell’ordine che non salverebbero bambini se il governo dicesse loro di non farlo?”. “Nel Mediterraneo dal 2013 al 2023 – ha riferito – secondo dati Unhcr sono morte complessivamente 25.692 persone. Il rischio che qualcosa vada storta è insito nelle partenze ed è infatti accaduto a tutti i governi. Sono andata a guardare i dati di coloro che non si è riusciti a salvare in rapporto alle persone che sbarcavano: siamo quelli che in base a quelli che arrivavano, con numeri peraltro senza precedenti, siamo riusciti a salvare più persone”. “I dati smontano una certa propaganda e ci viene riconosciuto anche dalla Commissione Ue che ricorda che ‘la Guardia Costiera ha salvato 1.300 persone nel weekend di Cutro, stanno facendo un ottimo lavoro’. Ringraziamo la Commissaria europea per il rispetto che almeno lei ha nei confronti della Guardia costiera e della situazione che l’Italia sta affrontando”.

Meloni ha citato ancora una volta il naufragio a Cutro: “Si continua a insinuare questo dubbio pur senza avere elementi. Se non hai le prove! In uno stato di diritto i colpevoli li fanno le prove e non si stabilisce a monte un colpevole, al di là dei riferimenti avvilenti se mi comporti o meno da madre cito il tema per dire che ai colleghi sfugge la conseguenza di questo dibattito” che è “la calunnia all’Italia”.

I 5 consigli per assicurare ai figli una vita finanziariamente serena

I 5 consigli per assicurare ai figli una vita finanziariamente serena


I 5 consigli per assicurare ai figli una vita finanziariamente serena – askanews.it



I 5 consigli per assicurare ai figli una vita finanziariamente serena – askanews.it



















Roma, 22 mar. (askanews) – Il livello di alfabetizzazione finanziaria in Italia è sempre risultato più basso rispetto agli altri Paesi Europei, basti pensare che, come riportato nella ricerca “L’educazione finanziaria Giugno 2022 BVA Doxa”, solo il 37% dei genitori italiani possiede una cultura finanziaria contro il 67% nel Regno Unito, 66% in Germania, 52% in Francia e 49% in Spagna. Questo gap di competenze economiche rischia di mettere il nostro Paese ai margini della vita della società moderna, minando la serenità finanziaria dei cittadini. In un panorama economico, culturale e tecnologico che continua ad evolvere ad un ritmo sempre più sostenuto, il rapporto con il denaro assume un ruolo fondamentale e il nucleo familiare rimane per i giovani il centro focale per apprendere il valore dei soldi e imparare a gestirli.

In questo scenario, Pixpay – azienda leader nel settore del teen banking – desidera offrire a genitori e figli un valido supporto che sia pratico e sicuro, per acquisire dimestichezza con l’utilizzo di soluzioni di pagamento digitali e che permetta di educare anche i più piccoli alla gestione responsabile delle proprie finanze. Attraverso una carta prepagata per minori, cogestita in tempo reale con 2 app (una per i figli e una per i genitori), Pixpay consente ai ragazzi dai 10 anni di pagare ovunque, risparmiare, farsi retribuire i lavoretti sull’IBAN associato alla carta e imparare in modo facile e divertente a gestire in autonomia un budget definito. Al contempo, i genitori sono tranquilli, perché grazie all’app hanno il controllo su tutte le operazioni direttamente dal proprio cellulare e possono personalizzare i limiti dell’uso della carta in base all’età e al grado di autonomia raggiunto dal proprio figlio. “Crediamo che accompagnare i ragazzi sin da piccoli verso l’indipendenza finanziaria, coinvolgendo i genitori e proponendo una customer experience mobile, digitale e in tempo reale in linea con il loro stile di vita, sia cruciale per contrastare un basso livello di alfabetizzazione in campo economico e colmare un gap culturale finanziario, ancora spesso ancorato a stereotipi di genere – afferma Matilde Bille, Country Manager Italia di Pixpay -. Rimandare l’educazione all’uso del denaro dei propri figli, come sottolinea Emanuela Rinaldi nel suo libro ‘La paghetta perfetta’, vuol dire spesso lasciare che formino le loro idee, opinioni e comportamenti in modo non guidato e potenzialmente errato. Nella nostra società, il denaro non ha solo una natura economico-finanziaria dettata dallo scambio, ma anche sociale in quanto oggetto simbolico di potere e indipendenza. Formare e fornire strumenti affidabili combinati alla migliore tecnologia è di essenziale importanza per il raggiungimento del benessere finanziario di grandi e piccoli, principio in linea con la core mission di Pixpay”.

1. Non dubitare dell’interesse dei ragazzi su argomenti di tipo economico Secondo il questionario “L’educazione finanziaria: il punto di vista dei genitori”, realizzato dall’Unità di Ricerca sulla Teoria della Mente (Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano) in collaborazione con NEXI, FEDUF e BVA Doxa Kids – proposto a 500 genitori, metà con figli tra i 6 e i 10 anni e metà con figli tra gli 11 e 14 anni (di cui il 13% con bambini di entrambe le età), equamente suddivisi per genere – non tutti i genitori (26%) si sentono all’altezza di formare su questioni economiche-finanziarie i propri piccoli, sia perché non ritengono di essere supportati adeguatamente da enti formativi esterni, sia perché percepiscono un alto disinteresse da parte loro, 44% nella fascia d’età 6-10 e 48% in quella 11-14. I bambini e i ragazzi crescono in un mondo in cui i rapporti sociali spesso si basano sullo scambio di beni e di denaro quindi è difficile pensare che vi sia disinteresse per questi argomenti.

2. Non considerare le tematiche finanziarie rilevanti solo per gli adulti Gli adulti tendono a non condividere informazioni di tipo economico con i figli finchè non raggiungono una certa età, infatti i genitori (47%) con bambini tra i 6 e i 10 anni sostengono che sono ancora troppo piccoli per assumersi responsabilità e preoccupazioni legate alla gestione del denaro. Un tabù che caratterizza la nostra società da molto tempo, derivante dai timori dei genitori nei confronti dei figli, legato al fatto che questi ultimi possano parlare con altri delle risorse della propria famiglia oppure non capire le scelte finanziarie di mamma e papà, finendo per giudicarli inadeguati nel loro compito di guida. Al contrario, parlare quanto prima di soldi con i bambini, è fondamentale per accompagnarli a compiere i primi passi verso un’adeguata ed efficiente educazione finanziaria.

3. Parlare di gestione del denaro, trattando bambini e bambine allo stesso modo Parlare di educazione finanziaria ai più piccoli permette di ridurre la disuguaglianza tra donne e uomini, dal momento che nella maggioranza dei casi viene delegato a questi ultimi la gestione delle risorse economiche. Dall’indagine sopracitata risulta infatti che il 20% dei papà si ritiene più competente e abile nel reperire nuove conoscenze contro il 15% delle mamme, le quali invece si sentono meno auto-efficaci. Questa connotazione si nota già tra bambini e bambine nella scelta di approcciarsi o meno a materie di studio scientifiche, pertanto solo trattandoli allo stesso modo è possibile invertire questa tendenza. 4. Dare la paghetta e insegnare come gestirla per educare al risparmio La paghetta è il primo contatto che i ragazzi hanno con i soldi e possiede un’importante funzione educativa, in quanto permette ai più piccoli di prendere consapevolezza di sé stessi e del valore delle cose, acquisendo gradualmente sempre maggiore autonomia. Imparare a gestire il proprio budget, risparmiare e fissarsi degli obiettivi sono elementi chiave per la crescita e permettono ai ragazzi di diventare indipendenti più velocemente, responsabilizzandosi e sviluppando delle buone abitudini finanziarie. Dare la paghetta, settimanale o mensile, a partire dai 10 anni, consente di familiarizzare gradualmente con il denaro e di creare un dialogo in famiglia, definendo i limiti e riflettendo sul rapporto che si ha con esso. 5. Adottare degli strumenti efficaci e innovativi in linea con lo stile di vita dei ragazzi Secondo quanto emerge dalla ricerca “L’educazione finanziaria” di BVA Doxa co-condotta con NEXI e FEDUF – Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio – la paghetta viene utilizzata dal 20% dei genitori italiani come strumento educativo, ma l’80% di questi la consegna ancora in contanti. La carta di credito, diversamente dai contanti, è più adatta ai bisogni degli adolescenti “nativi digitali”, in quanto permette di pagare ovunque, anche online, in maniera pratica e sicura e può essere ricaricata a distanza o bloccata in caso di perdita o furto, oltre che a consentire un migliore controllo delle spese, sia da parte dei genitori che dei ragazzi.

Coldiretti: emergenza idrica minaccia un terzo del cibo italiano

Coldiretti: emergenza idrica minaccia un terzo del cibo italiano


Coldiretti: emergenza idrica minaccia un terzo del cibo italiano – askanews.it



Coldiretti: emergenza idrica minaccia un terzo del cibo italiano – askanews.it



















Milano, 22 mar. (askanews) – Sono circa 300mila le imprese agricole che si trovano nelle aree più colpite dall’emergenza siccità del Centro Nord con la situazione più drammatica che si registra nel bacino della Pianura Padana dove nasce quasi un terzo dell’agroalimentare made in Italy e la metà dell’allevamento. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti in occasione della giornata mondiale dell’acqua.

Di fronte alla tropicalizzazione del clima occorre organizzarsi per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi per renderla disponibile nei momenti di difficoltà” ha continuato Prandini nel sottolineare che “per questo abbiamo elaborato con Anbi il progetto laghetti per realizzare una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando è necessario ai cittadini, all’industria e all’agricoltura”. L’inverno ha lasciato l’Italia del nord a secco con precipitazioni al di sotto della media dopo un 2022 in cui è caduta il 30% di pioggia in meno con danni stimati in sei miliardi all’agricoltura nazionale. Gli effetti sono evidenti con i grandi laghi che hanno ora percentuali di riempimento che vanno dal 22% del lago di Como al 37% del lago di Garda fino al 44% di quello Maggiore mentre il livello idrometrico del fiume Po al Ponte della Becca è sceso a -3,2 metri, come in piena estate, e si registra anche lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve nell’arco alpino ed appenninico.

La mancanza di precipitazioni, avverte Coldiretti, sta condizionando le scelte delle aziende agricole che si stanno spostando da mais e riso verso colture come soia e frumento. Per le semine del riso si stima un taglio di 8mila ettari e risultano al minimo da 30 anni. Dalla disponibilità idrica dipende la produzione degli alimenti base della dieta mediterranea, dal grano duro per la pasta alla salsa di pomodoro, dalla frutta alla verdura fino al mais per alimentare gli animali per la produzione dei grandi formaggi come Parmigiano Reggiano e il Grana Padano e i salumi più prestigiosi come il prosciutto di Parma o il Culatello di Zibello. A preoccupare è anche l’innalzamento dei livelli del mare in Italia con l’acqua salata che sta già penetrando nell’entroterra bruciando le coltivazioni nei campi e spingendo all’abbandono l’attività agricola. La risalita del cuneo salino, ossia l’infiltrazione di acqua salata lungo i corsi dei fiumi, rende inutilizzabili le risorse idriche e gli stessi terreni con uno scenario che è più che preoccupante per l’economia agricola proprio nella valle del Po.

Spreco alimentare e risorse idriche: tre azioni fondamentali a tutela della sostenibilità

Spreco alimentare e risorse idriche: tre azioni fondamentali a tutela della sostenibilità


Spreco alimentare e risorse idriche: tre azioni fondamentali a tutela della sostenibilità – askanews.it



Spreco alimentare e risorse idriche: tre azioni fondamentali a tutela della sostenibilità – askanews.it


















Roma, 22 mar. (askanews) – In occasione della ricorrenza della Giornata Mondiale dell’Acqua del 22 marzo, Babaco Market – il servizio di e-grocery 100% made in Italy che combatte lo spreco alimentare che si origina dal campo alla tavola – invita a riflettere sulla correlazione tra impronta idrica e cibo.

In collaborazione con Alex Bellini, divulgatore ambientale, esploratore e mental coach, Babaco Market ha individuato tre azioni fondamentali a tutela della sostenibilità, che combinano buone abitudini da applicare sia contro lo spreco d’acqua che quello alimentare: 1. VALUTARE IL “WATER FOOTPRINT ” DEI PRODOTTI CHE SI ACQUISTANO Ogni prodotto che mangiamo comporta un certo consumo di acqua per la sua produzione. Un esempio: per produrre 1kg di carne di bovino, vengono consumati in media circa 15000 L di acqua, mentre per produrre 1kg di pomodori, vengono consumati approssimativamente 180 L di acqua. Mangiare cibo grezzo anziché raffinato, è un altro modo per ridurre il proprio consumo d’acqua. Per trasformare il cibo in prodotti processati è infatti necessario l’utilizzo di acqua. Inoltre, anche cambiare le abitudini nel modo in cui si acquistano oggetti e vestiti è altrettanto importante, in quanto la loro produzione e trasporto consuma acqua. Evitare di comprare oggetti usa e getta, o vestiti di scarsa qualità, aiuta a ridurre ulteriormente il consumo di acqua.

2. ADOTTARE UNA DIETA RICCA DI VERDURE, FRUTTA, LEGUMI E CEREALI INTEGRALI La dieta mediterranea e il recente aggiornamento della piramide alimentare che vede alla sua base il consumo più frequente di frutta, cereali e verdure, a fronte di un consumo di carne e derivati raccomandato per sole due volte a settimana, costituiscono un buon supporto per seguire non solo una dieta salutare, ma per adottare abitudini alimentari che supportano anche la sostenibilità. Un recente studio ha infatti dimostrato come una dieta sana che predilige fonti proteiche a base vegetale abbia un impatto sulla diminuzione dell’uso di risorse idriche tra l’11 e il 35%. 3. RIDURRE GLI SPRECHI ALIMENTARI, CON UN APPROCCIO WABI SABI Ogni volta che viene sprecato del cibo, si “butta via” anche tutta l’acqua che è servita per produrlo: riducendo gli sprechi alimentari, è possibile contribuire ad alleviare la pressione sulle risorse naturali, come l’acqua, che sono state utilizzate per la produzione, il confezionamento ed il trasporto. La FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura) stima che nel mondo circa un terzo del cibo destinato alle tavole vada perso o sprecato. Se guardiamo all’Italia nel 2022 l’ammontare è stato di oltre 4 milioni di tonnellate, circa 30 kg pro capite di cibo. E per lo più si tratta di frutta, verdura e pane.

In un mondo in cui si è costantemente bombardati da ideali irraggiungibili di perfezione e di bellezza, al di fuori dei cicli stagionali naturali, non sorprende che si sia portati a percepire come piu? succose e desiderabili proprio le mele perfette e a scartare quelle con qualche imperfezione. Tuttavia, data l’attuale congiuntura economica e il numero crescente di persone che affrontano l’insicurezza alimentare e la poverta?, lo spreco di tonnellate di ortaggi e frutta imperfetta ma buona non puo? essere ignorato. Una via per risolvere questa problematica, come suggerisce proprio Bellini, è imparare dalla filosofia giapponese del Wabi Sabi, che attribuisce grande valore all’incompletezza, all’imperfezione e aiuta ad accettare il ciclo naturale della vita. “Evitare lo spreco di quegli alimenti “brutti” ma ugualmente genuini e gustosi diventa ancora più significativo se pensiamo all’emergenza climatica in corso e all’allarme idrico che impattano in maniera importante su tutta la filiera alimentare. Non acquistare quei prodotti, buoni, buonissimi ma esteticamente imperfetti, che i consumatori rifiutano per il fatto di non “apparire” impeccabili, crea un danno ambientale, sociale ed economico non indifferente. Se riflettiamo, infatti, sui costi dell’avere sulle nostre tavole un prodotto bello, capiamo che ad esso spesso corrisponde doppia energia, doppio approvvigionamento di acqua con derivante scarto di produzione, e non possiamo permettercelo ….Possiamo, invece, contribuire alla battaglia contro lo spreco alimentare a tutela delle risorse ambientali, ogni giorno nel nostro piccolo, cambiando punto di vista e intraprendendo piccole azioni personali di attenzione a questa tematica”, commenta Alex Bellini.

Babaco Market nasce nel maggio 2020 proprio con l’obiettivo ultimo di combattere lo spreco alimentare a tutela della sostenibilità, creando un servizio di delivery su abbonamento di frutta e verdura fresca e di stagione che si inserisce in maniera virtuosa nella filiera produttiva di frutta e verdura riconoscendo un prezzo equo ai produttori agricoli e aiutandoli a dare il giusto valore a quei prodotti che oggi faticano a trovare sbocco commerciale.

Unicef-Oms: 2 mld di persone al mondo senza acqua sicura da bere

Unicef-Oms: 2 mld di persone al mondo senza acqua sicura da bere


Unicef-Oms: 2 mld di persone al mondo senza acqua sicura da bere – askanews.it



Unicef-Oms: 2 mld di persone al mondo senza acqua sicura da bere – askanews.it



















Roma, 22 mar. (askanews) – “In occasione della storica Conferenza delle Nazioni Unite sull’Acqua – la prima in quasi 50 anni – l’OMS e l’UNICEF chiedono a tutte le nazioni di accelerare radicalmente le azioni per rendere i servizi idrici e igienici una realtà per tutti”. E’ quanto si legge in una nota, in cui si presentano numeri “sconcertanti”. “Nel mondo, 2 miliardi di persone non hanno acqua sicura da bere e 3,6 miliardi di persone – quasi la metà della popolazione mondiale – utilizza servizi igienici che lasciano i rifiuti umani non trattati. Milioni di bambini e famiglie non hanno servizi idrici e igienici adeguati, fra cui il sapone per lavare le mani. Le conseguenze spesso possono essere letali”, si legge.

“Ogni anno almeno 1,4 milioni di persone – molte delle quali bambini – muoiono per cause prevenibili legate ad acqua non sicura e scarsi servizi igienici. Adesso, per esempio, il colera si sta diffondendo in paesi che non avevano avuto epidemie da decenni”, precisano Unicef e Oms. “Metà di tutte le strutture di assistenza sanitaria – dove le pratiche igieniche corrette sono particolarmente importanti – non dispongono di acqua e sapone o di soluzioni igienizzanti per le mani a base di alcol”. Le conseguenze sociali ed economiche dell’inadeguatezza dei servizi idrici e igienici sono “altrettanto devastanti”, si afferte. “Senza questi servizi fondamentali, le persone si ammalano, i bambini non imparano – soprattutto le bambine – e intere comunità possono essere sfollate a causa della scarsità d’acqua”, commentano Unicef e Oms.

Allo stesso tempo, i benefici dell’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici, sia per i singoli individui che per le società, sono incommensurabili, si legge ancora. “Questi servizi sono fondamentali per uno sviluppo sano dei bambini e per sostenere il benessere degli adulti. Offrono inoltre un percorso per un più ampio progresso sociale ed economico, sostenendo la salute e la produttività delle comunità”. “Tutti noi abbiamo il diritto all’acqua sicura, a servizi igienici adeguati, eppure molti ne sono privi. Collettivamente, il mondo deve almeno quadruplicare gli attuali tassi di progresso per raggiungere l’accesso universale a servizi idrici e igienici gestiti in modo sicuro entro il 2030. I progressi devono essere ancora più rapidi nei contesti fragili e nei Paesi più poveri, per proteggere la salute e il futuro delle persone. Fortunatamente, abbiamo soluzioni possibili e l’opportunità storica di tradurle in azioni”, insistono Unicef e Oms, che esortano i governi a intraprendere le seguenti azioni:

– Sviluppare un piano per aumentare l’impegno politico nei confronti dell’acqua potabile e dei servizi igienici gestiti in modo sicuro, anche attraverso la sensibilizzazione dei leader a tutti i livelli di governo e il coinvolgimento dei gruppi della società civile; – Sviluppare una strategia per rafforzare la governance e le istituzioni necessarie per fornire questi servizi, ad esempio istituendo agenzie di regolamentazione autonome che applichino standard basati sulla salute e pubblichino regolarmente i risultati

– Sviluppare obiettivi politici chiari per orientare le decisioni di finanziamento e di spesa per i servizi idrici e igienici; – Sviluppare strategie di finanziamento e di spesa che tengano conto delle esigenze delle diverse regioni e dei diversi gruppi di popolazione; – Aumentare la spesa pubblica per i servizi idrici e igienici per riconoscerne il valore come bene pubblico; – Incoraggiare i fornitori a migliorare le prestazioni per soddisfare gli utenti e recuperare i costi, ad esempio riducendo le interruzioni del servizio e le perdite d’acqua e migliorando le strutture tariffarie e l’efficienza della raccolta. – Sviluppare un piano per la creazione di una forza lavoro più forte, più diversificata e più equilibrata dal punto di vista del genere, con maggiori competenze nel settore dei servizi idrici e igienici; – Costruire istituzioni solide e competenti e una forza lavoro capace e motivata. – Sostenere la crescita della fornitura di servizi professionalizzati, in particolare nei sistemi piccoli e rurali, fornendo lo sviluppo delle capacità del personale sottopagato e non adeguatamente formato. – Sostenere l’istituzionalizzazione della raccolta e del monitoraggio dei dati all’interno dei sistemi nazionali; – Utilizzare metodologie coerenti per la raccolta e il monitoraggio dei dati. – Condividere e utilizzare in modo trasparente le informazioni raccolte per orientare i processi decisionali. – Sviluppare politiche e regolamenti governativi di supporto che incoraggino l’innovazione e la sperimentazione nel settore dei servizi idrici e igienici. – Promuovere la collaborazione tra governo, gruppi della società civile e attori del settore privato per sviluppare e implementare nuove soluzioni. “Investimenti e azioni decisive su servizi idrici e igienici possono esser trasformativi. La chiave per sbloccare l’accesso universale ai servizi idrici e igienici è qui – dobbiamo solo coglierla”, concludono Unicef e Oms.

Videoanimate e Würth mostrano nuove tecnologie nel settore industriale

Videoanimate e Würth mostrano nuove tecnologie nel settore industriale


Videoanimate e Würth mostrano nuove tecnologie nel settore industriale – askanews.it



Videoanimate e Würth mostrano nuove tecnologie nel settore industriale – askanews.it



















Roma, 22 mar. (askanews) – Aiutare le aziende nel settore industriale e manifatturiero a districarsi tra gli strumenti più moderni – come il metaverso o la realtà mixata – per esaltare tutte le potenzialità dei propri prodotti. È l’obiettivo che si sono poste Videoanimate e Würth con l’evento dal titolo “3D, metaversi e realtà mixata nelle imprese B2B” che si svolgerà giovedì 13 aprile a Milano, presso il Village Pavilion viale 19 in area Mind.

All’evento interverranno i responsabili dell’innovazione di aziende multimiliardarie e i maggiori esperti di comunicazione 2D e 3D. Si confronteranno con imprenditori, CEO e responsabili marketing del settore industriale e manifatturiero, per analizzare le nuove tecnologie che scandiranno la crescita del mondo dell’automazione industriale, dei macchinari, della componentistica e dei processi produttivi. Gli esperti delle due società e i relatori spiegheranno con prove dal vivo come sfruttare dispositivi come HoloLens, o strumenti come l’animazione 3D, il metaverso, la realtà mixata per trasformare le proprie strategie di marketing e rendere immersiva l’esperienza di acquisto dei clienti. Questi strumenti non solo consentiranno di vendere da remoto i propri prodotti in ogni angolo del mondo, ma saranno determinanti per comprendere l’evoluzione che il settore industriale seguirà nei prossimi anni.

“L’universo digitale – spiega Gabriele Gugnelli, Ceo di Videoanimate e 3DAnimate – è in piena espansione: l’innovazione procede a un passo sempre più veloce e crea ogni giorno nuove tecnologie che possono essere sfruttate nelle strategie di marketing. Imprenditori e responsabili di aziende si trovano a combattere con un marketing sempre più frammentato e la difficoltà a capire quali tecnologie siano più adatte alle proprie strategie di promozione digitale”. Nel corso dell’incontro si analizzeranno con dati, ricerche e casi studio cosa un Ceo o un responsabile marketing di un’azienda industriale dovrebbe tenere in considerazione per mantenere competitiva anche la propria comunicazione, il modello di vendita e innovare i processi di acquisizione clienti.

“Abbiamo creato questo evento – aggiunge Gugnelli – per evitare alle aziende di commettere errori nel proprio percorso di sviluppo affrontando il tema dell’innovazione nella comunicazione, troppo spesso sottovalutato dalle imprese. ‘3D, metaversi e realtà mixata nelle imprese B2B’ permetterà di trasformare la propria comunicazione in uno strumento efficace e innovativo in grado di far aumentare le vendite e ottimizzare il modello di business”. “Faremo provare l’esperienza della realtà mixata applicata alle aziende con tutte le sue potenzialità”, aggiunge Riccardo Gazzillo, responsabile della divisione innovazione Würth.

Russia, Loshak lascia museo Pushkin: lo scandalo della sobrietà

Russia, Loshak lascia museo Pushkin: lo scandalo della sobrietà


Russia, Loshak lascia museo Pushkin: lo scandalo della sobrietà – askanews.it



Russia, Loshak lascia museo Pushkin: lo scandalo della sobrietà – askanews.it



















Milano, 22 mar. (askanews) – A Mosca, mentre tutti gli occhi erano puntati sulla visita del leader cinese Xi Jinping, si consumava quasi in silenzio un’uscita di scena a suo modo colossale: Marina Loshak, funzionaria rispettatissima si dimetteva da direttore del Museo Pushkin di Mosca, considerato dai russi tempio della cultura mondiale. Loshak ha dato le dimissioni secondo il suo stile sobrio, delicato nei modi, classico per una donna e intellettuale proveniente da una famiglia di intellettuali, grande ammiratrice dell’Italia poichè paese di cultura.

Loshak, nata e cresciuta a Odessa, con il suo piglio inusuale e brillante, ha fatto più volte centro nella sua carriera, praticando un corso di apertura e ospitando esposizioni prestigiose e importanti nel suo museo, come ad esempio nel 2019 “Shchukin. Biography of a Collection” con una guest star di primissimo livello, ovvero l’uomo più ricco di Francia e uno dei più importanti collezionisti Bernard Arnault (nella foto Loshak è all’inaugurazione con l’allora ministro della Cultura russo Medinsky e in secondo piano Irina Antonova). Le tv russe per giorni non parlarono d’altro. All’attivo di Loshak anche tante mostre-evento organizzate con il nostro Paese, a partire da quella storica dedicata a Tiziano, Tintoretto e Veronese con 23 capolavori sino a “Raffaello e la Poesia del Volto”, esposizione letteralmente assediata dai visitatori russi nel settembre 2016. Loshak ha detto al canale televisivo Dozhd (dichiarato “agente straniero” in Russia) di aver scritto una lettera di dimissioni di sua spontanea volontà. Lo ha fatto lunedì sera e martedì mattina il ministero della Cultura ha dato la conferma ufficiale. Viene sostituita da Elizaveta Likhacheva, con un passato nella goventù putiniana e un travagliato insediamento come direttrice del Museo di architettura Shchusev di Mosca (dove è stata negli ultimi sei anni): all’epoca, era il 2017, i dipendenti del museo organizzarono una petizione su Change.org, scrivendo tra l’altro: “la nomina di una persona così incompetente come E.S. Likhacheva minerà ulteriormente la reputazione del Museo e porterà al suo completo ISOLAMENTO nell’ambiente socio-culturale”.

“Il continuo sconvolgimento del mondo museale russo è collegato alla repressione ideologica seguita all’invasione russa dell’Ucraina” scrive The Art Newspaper. “Per inciso, la figlia e il nipote di Loshak sono entrambi giornalisti dell’opposizione che hanno lasciato la Russia dopo l’invasione. Entrambi sono stati etichettati come ‘agenti stranieri’ dal ministero della giustizia”, aggiunge, per poi sottolineare: “La nomina di Likhacheva arriva poche settimane dopo la cacciata di Zelfira Tregulova dalla Galleria Statale Tretyakov. Tregulova è stata sostituita da Elena Pronicheva, figlia di un ex capo del Servizio di sicurezza federale associato al presidente russo Vladimir Putin”, conclude The Art Newspaper. Lunedì 20 marzo, la notizia della lettera di dimissioni di Loshak si era già diffusa, benchè la grande attenzione del mondo era già tutta su Xi e Putin. Tuttavia le dimissioni in Russia non sono passate sotto silenzio: Evgenia Milova, editorialista del quotidiano Kommersant, ha precisato che la lettera di dimissioni è stata firmata, “sebbene non avessero intenzione di separarsi da lei”. “Poche persone hanno la forza di fare un passo del genere”, ha scritto Milova, citata anche dalla Bbc.

Al Pushkin Loshak era arrivata per i suoi grandi meriti: ne assunse la direzione nel luglio 2013, sostituendo l’iconica Irina Antonova, responsabile del museo per oltre 50 anni, come direttrice. Loshak, che a quel tempo era il direttore artistico del Manege, fu scelta dalla stessa Antonova, che passò alla carica onoraria di presidente del museo. In base alla biografia ufficiale, pubblicata sul sito del Pushkin, dopo la laurea in filologia classica presso l’Odessa State University, Loshak iniziò a lavorare al Museo letterario statale di Odessa. Dopo essersi trasferita a Mosca nel 1986, ha lavorato presso il Museo statale intitolato a V.V. Majakovskij. Sotto la sua direzione, nel 2017 il Pushkin ha anche partecipato per la prima volta alla Biennale di Venezia, presentando la mostra “Man as a Bird. Immagini di viaggio”.

Vista con gli occhi di oggi, alla luce della guerra in Ucraina, e soprattutto per chi non ha vissuto l’atmosfera di Mosca all’epoca dell’insediamento della Loshak, è difficile capire i meccanismi che la portarono in cima al Pushkin. Loshak stessa è un prodotto di un periodo interessante nella storia della Russia. Esiste un’espressione ben nota: “il disgelo di Medvedev”, ovvero l’epoca in cui Dmitri Medvedev era presidente della Federazione russa e rappresentava non quello che è oggi, con i suoi post su Telegram, ma piuttosto una nuova Russia che guardava a Occidente. Ma il “disgelo” continuò ancora un po’ anche dopo di lui e le proteste di massa del dicembre 2011, quando apparentemente venne concesso qualcosa, soprattutto a Mosca: libertà di creatività, giocare con l’urbanistica, sovvenzioni per i progetti più controversi e persino una serie di incarichi importanti nella cultura. I giri di vite iniziarono poco dopo, con le leggi sugli agenti stranieri e sulle ong. E oggi, evidentemente, non è proprio tempo di disgelo. (di Cristina Giuliano)

Pnrr, Occhiuto: rischio di non farcela, bene governo chieda rinvio

Pnrr, Occhiuto: rischio di non farcela, bene governo chieda rinvio


Pnrr, Occhiuto: rischio di non farcela, bene governo chieda rinvio – askanews.it



Pnrr, Occhiuto: rischio di non farcela, bene governo chieda rinvio – askanews.it


















Roma, 22 mar. (askanews) – “C’è rischio di non farcela. Credo che il governo si stia muovendo bene in Europa, intanto per chiedere all’Europa una dilazione del tempo di almeno un anno e poi, anche questa ipotesi di riprogrammare le risorse dei diversi strumenti di programmazione, è una ipotesi che si è fatta di concerto con le regioni e può aiutarci a spendere bene le risorse. Oggi nel nostro paese non c’è problema di quantità di risorse, c’è un problema di qualità e di velocità della spesa”. Lo ha detto Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, a 24 Mattino su Radio 24.

Occhiuto: Toti dimentica che senza il Sud meno risorse dal Pnrr

Occhiuto: Toti dimentica che senza il Sud meno risorse dal Pnrr


Occhiuto: Toti dimentica che senza il Sud meno risorse dal Pnrr – askanews.it



Occhiuto: Toti dimentica che senza il Sud meno risorse dal Pnrr – askanews.it



















Roma, 22 mar. (askanews) – “Il presidente Toti forse dimentica che l’importo delle risorse del Pnrr che è toccato all’Italia è così importante proprio perché ha considerato i divari territoriali. Se non ci fosse stato il Mezzogiorno noi avremmo avuto meno risorse dal Pnrr. Io credo che ci sia un ritardo nel Paese. L’ho detto altre volte: è come se l’Europa ci avesse fatto riempire dei vagoni di un treno di risorse però intanto non avevamo fatto i binari per fare per far correre questi vagoni. La maggior parte dei ritardi deriva, soprattutto nella spesa dei ministeri laddove ci sono ritardi da parte dei Comuni, deriva dai processi di autorizzazione cioè nella fase di affidamento dei lavori dove si devono acquisire tutte le autorizzazioni. Forse dovevamo mettere mano prima, come Paese, ad un importante intervento di semplificazione per poter velocizzare la spesa delle risorse del Pnrr. Ma non è stato fatto”. Lo ha detto Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, a 24 Mattino su Radio 24.

Truffa sui bonus edilizi, sequestrati crediti per 1,7 miliardi

Truffa sui bonus edilizi, sequestrati crediti per 1,7 miliardi


Truffa sui bonus edilizi, sequestrati crediti per 1,7 miliardi – askanews.it



Truffa sui bonus edilizi, sequestrati crediti per 1,7 miliardi – askanews.it



















Roma, 22 mar. (askanews) – Militari dei comandi provinciali della guardia di finanza di Napoli ed Avellino hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dal gip del Tribunale di Avellino e un sequestro preventivo d’urgenza della locale Procura su crediti d’imposta inesistenti nel settore dei bonus edilizi: accertato un ammontare di crediti fittizi per circa 1,7 miliardi di euro, parte dei quali usati in compensazione. Ventuno gli indagati.

L’indagine, partita da una analisi di rischio del Settore contrasto illeciti dell’Agenzia delle Entrate e delegata dalla Procura irpina al nucleo di polizia economico-finanziaria di Napoli e al gruppo di Avellino, ha permesso di identificare una complessa ed articolata rete di soggetti che, nel corso degli ultimi mesi e quotidianamente, anche dopo gli interventi normativi adottati a partire dal novembre 2021 per contrastare le frodi nel settore, ha inviato all’Agenzia delle entrate un elevatissimo numero di comunicazioni di cessione, che presentavano molti fattori di rischio. Ad esempio, importi ingenti dei crediti ceduti (prevalentemente “Ecobonus” e “Bonus Facciate”), ma divisi in numerose comunicazioni; persone che figuravano una volta come cedente altre come cessionario, persone risultate senza fissa dimora, decedute e con precedenti penali; fatture di acquisto assenti o di importo incoerente, et similia. Gli interventi edilizi dai quali sarebbero sorti i crediti (per un importo complessivo di lavori dichiarati di circa 2,8 miliardi di euro) erano riferibili a immobili inesistenti, e, in oltre 2.000 casi, nelle comunicazioni di cessione erano persino indicati comuni inesistenti. Insieme al sequestro sono state svolte perquisizioni nelle province di Napoli, Avellino, Salerno, Milano, Lodi, Torino, Pisa, Modena e Ferrara nei confronti di 21 indagati per il reato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dello Stato.