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Autore: Redazione StudioNews

Superbonus, Cgia: spesi 71,7 mld per riqualificare solo 3,1% edifici

Superbonus, Cgia: spesi 71,7 mld per riqualificare solo 3,1% edificiRoma, 18 feb. (askanews) – Cala il sipario sulle cessioni dei crediti, sugli sconti in fattura e il bilancio sul Superbonus è in chiaro-scuro. A fronte di 372.303 asseverazioni depositate entro il 31 gennaio scorso, lo Stato, con il cosiddetto 110 per cento, dovrà farsi carico di una spesa di 71,7 miliardi di euro. Ricordando che in Italia sono presenti quasi 12,2 milioni di edifici residenziali, l’Ufficio studi della Cgia ha ipotizzato che, fino ad ora, questa misura abbia interessato solo il 3,1 per cento del totale degli immobili ad uso abitativo. In altre parole, avendo dato la possibilità ai proprietari di riqualificare queste unità abitative con la detrazione fiscale del 110 per cento, lo Stato si è addossato un costo pari a 72,7 miliardi di euro per migliorare l’efficienza energetica di una quota ridottissima di edifici presenti nel Paese. Comunque il provvedimento, secondo la Cgia, non va bocciato e va trovata una soluzione per i crediti incagliati. Il Superbonus ha sicuramente contribuito a incentivare la ripresa economica di un settore, come quello dell’edilizia, che nel nostro Paese ha un peso specifico importante. Tuttavia, questa misura ha provocato un costo in capo alla fiscalità generale spaventoso e non proporzionale al numero di edifici che sono stati “efficientati”. Ora, dopo la cancellazione degli sconti in fattura e delle cessioni del credito, il proprietario di un immobile residenziale potrà beneficiare della detrazione del 90 per cento (e non più del 110), compensando lo sconto solo in sede di dichiarazione dei redditi. E’ evidente che l’appetibilità dello strumento è destinata a scemare. Tuttavia, la cosa più preoccupante è che con il decreto del governo approvato l’altro ieri non è stata trovata una soluzione per le tante aziende e famiglie che sono in possesso di una massa di crediti fiscali importanti e non più esigibili. Una situazione che nel giro di qualche mese rischia di far fallire molte aziende del settore delle costruzioni. La convinzione di aver speso troppo e di aver “drogato” anche il mercato edilizio è comunque molto elevata. Ricordiamo che questo meccanismo, che consentiva di detrarre fiscalmente molto più di quanto un proprietario era chiamato a spendere per ristrutturare un edificio, ha innescato una bolla inflattiva preoccupante, alimentata anche dal forte aumento dei prezzi registrato nel 2022 da tutte le materie prime. A fronte di un boom della domanda che, tra l’altro, per legge doveva essere soddisfatta entro un determinato periodo di tempo, il Superbonus 110 per cento ha contribuito a far schizzare all’insù i prezzi di moltissimi materiali (ferro, acciaio, legno, sabbia, laterizi, bitume, cemento, etc.) e altri per molto tempo sono pressocché scomparsi dal mercato (lana di roccia, polistirene, ponteggi, etc.). A livello regionale è il Veneto ad aver registrato il ricorso più numeroso al Superbonus 110 per cento in relazione agli edifici residenziali esistenti. Con 46.447 asseverazioni, l’incidenza percentuale di queste ultime sul numero degli edifici residenziali esistenti è pari al 4,4 per cento, in Toscana scende al 4 per cento e in Lombardia al 3,9. Le regioni meno coinvolte, invece, sono la Calabria, Valle d’Aosta e Liguria (tutte con un’incidenza del 2 per cento), insieme alla Sicilia che chiude la graduatoria con l’1,7 per cento. A livello nazionale, infine, l’importo medio delle detrazioni a fine lavori previsto è pari a 192.756 euro per edificio residenziale. I picchi massimi li scorgiamo in Campania (247.337 euro), Basilicata (254.090 euro) e Valle d’Aosta (267.698 euro). Chiudono la graduatoria, invece, Friuli Venezia Giulia (152.056 euro), Toscana (151.206) e Veneto (150.906 euro).

Ft: la prossima settimana colloqui “segreti” Usa-Taiwan

Ft: la prossima settimana colloqui “segreti” Usa-TaiwanRoma, 18 feb. (askanews) – La Casa bianca la prossima settimana terrà colloqui segreti con il ministro degli Esteri taiwanese Joseph Wu e con il consigliere di sicurezza nazionale di Taipei Welington Koo. Lo ha rivelato oggi il Financial Times citando cinque fonti informate.
La delegazione taiwanese arriverà in questo weekend e la prossima setitmana incontrerà Jon Finer, vice consigliere di sicurezza nazionale Usa. Secondo una delle fonti del FT, ai colloqui sarà presente anche la vicesegretaria di Stato Wendy Sherman.
Questi colloqui hanno un formato chiamato “canale speciale”. Washington non ha mai confermato l’esistenza di questo canale la cui esistenza è stata rivelata due anni fa proprio dal FT.
L’appuntamento quest’anno arriva in un momento di forte tensione nei rapporti tra Usa e Cina a causa della vicenda del presunto pallone spia cinese abbattuto nei cieli americani dopo averli solcati per otto giorni.
La polemica ha provocato la cancellazione di una visita del segretario di Stato Usa Antony Blinken in Cina. Il capo della diplomazia Usa si trova ora a Monaco per l’annuale Conferenza sulla sicurezza, a cui partecipa anche l’alto diplomatico cinese Wang Yi. Non è annunciato un incontro faccia-a-faccia, ma non è ancora neanche escluso.

Roma, torna il Festival “Jazz Idea” del Conservatorio “Santa Cecilia”

Roma, torna il Festival “Jazz Idea” del Conservatorio “Santa Cecilia”Roma, 18 feb. (askanews) – Prende il via domenica 26 febbraio la 2a edizione del Festival “Jazz Idea” del Conservatorio Santa Cecilia di Roma, con la direzione artistica di Carla Marcotulli, cantante e docente di Canto Jazz presso il Conservatorio. Dopo il successo della prima edizione nel 2022, si replica la manifestazione che quest’anno contempla ben 12 concerti a ingresso libero, con grandi esponenti del jazz italiano e internazionale accanto ai nuovi talenti provenienti dal Dipartimento Jazz del Conservatorio.
Anche quest’anno, protagoniste del Festival sono le nuove idee musicali, attraverso un dialogo interattivo tra tradizione e nuovi linguaggi. Tra i nomi in cartellone: il pianista Enrico Pieranunzi con la cantante Valentina Ranalli, il duo formato da Rita Marcotulli e Carla Marcotulli, il pianista Aaron Goldberg ospite del quartetto guidato dal chitarrista Fabio Zeppetella che comprende anche il bassista Dario Deidda, il trombettista Flavio Boltro, il batterista Ettore Fioravanti, la pianista Patrizia Scascitelli.
I 12 concerti, strutturati in 6 appuntamenti, si terranno anche per questa edizione nella bellissima Sala Accademica del Conservatorio, caratterizzata da una delle migliori acustiche al mondo e dal Grande Organo Walcker-Tamburini.
Il concerto inaugurale, domenica 26 febbraio alle 18.00, vede sul palco il grande pianista Enrico Pieranunzi insieme alla talentuosa cantante partenopea Valentina Ranalli con i brani dell’album Cantare Pieranunzi che propone nuove, emozionanti versioni vocali di composizioni originali del “gigante” del jazz internazionale. Un disco che ha fatto registrate un alto numero di ascolti su piattaforme come Spotify. Profondamente ispirata dai brani di Pieranunzi, Valentina Ranalli ha scritto intriganti testi in italiano, inglese, francese e napoletano e, insieme allo stesso pianista, ha dato loro una nuova veste vocale che ne esalta la suggestione narrativa. Nato proprio nell’ambito dei corsi del Conservatorio di Santa Cecilia, Cantare Pieranunzi è, oltre che un incontro tra generazioni, l’appassionante rappresentazione in suoni e parole di una simbiosi artistica che grazie alla sua intensità, freschezza, creatività porterà gli spettatori in un mondo di storie sonore cui sarà impossibile resistere.
A seguire, il progetto Opus Magnum, una naturale evoluzione del duo formato dal batterista Ettore Fioravanti e dal sassofonista Marco Colonna, con il coinvolgimento del contrabbassista Igor Legari e del vibrafonista Andrea Biondi. La musica che ne scaturisce esprime il loro mondo poetico e libera le forze creative del gruppo, manipolando, modificando, eventualmente distruggendo e ricostruendo tutte le componenti originali. Non c’è limite agli argomenti musicali trattati, dalla tradizione jazzistica (Monk e Dolphy in particolare) a quella popolare, dalle canzoni agli spunti dal repertorio classico, dal rock alle suggestioni africane. Si tratta sempre di creare stimoli all’improvvisatore, perché la musica si sviluppi in tempo reale e con la partecipazione di tutti, creando un lavoro grande che sia specchio della loro anima.

A Roma arriva in mostra il mondo sorprendente di Corrado Cagli

A Roma arriva in mostra il mondo sorprendente di Corrado CagliRoma, 18 feb. (askanews) – La mostra “Cagli 1947 – 1959”, a cura di Alberto Di Castro, Denise Di Castro, Gian Enzo Sperone, Yuri Tagliacozzo, che inaugura a Roma giovedì 30 marzo presso la galleria Antichità Alberto Di Castro, propone un viaggio nel mondo sorprendente di Corrado Cagli (Ancona 1910- Roma 1976), grande pittore e Maestro del ‘900.
L’attività di Cagli è sempre stata orientata verso un orizzonte multidisciplinare, dalla pittura alla scultura e alla ceramica, dal teatro alla danza. I suoi esperimenti sono stati di grande ispirazione per artisti come Afro, Guttuso, Burri e Schifano.
Le opere esposte – una trentina tra le più iconiche della sua produzione – sono state realizzate nel dopoguerra. A seguito delle leggi razziali, Cagli è costretto a lasciare Roma soggiornando prima a Parigi e poi a New York, dove conosce e frequenta le più importanti avanguardie culturali, collaborando con Stravinsky e Balanchine. Torna in Europa con l’esercito americano, affermandosi al centro della scena artistica italiana.
I dipinti in mostra sono databili alla fase più prolifica e di maggior qualità all’interno della sua opera. Durante il soggiorno-rifugio a Marsiglia, J. Herold e Max Ernst, tra gli altri, realizzano un mazzo di tarocchi d’artista. André Breton prosegue questi studi durante il suo esilio americano, coinvolgendo Cagli ed artisti che frequentavano la Julien Levy Gallery di New York. La mostra presenta alcune tra le sue più riconoscibili immagini esoteriche legate al mondo dei tarocchi, come ‘Ruota della Fortuna’ e il ‘Bagatto come Arlecchino’. E’ presente anche una selezione di opere del 1949 che sperimentano la quarta dimensione, come ‘L’Angoscia’ e ‘Diogene’, caratterizzate da una gestualità fortemente espressiva.
L’artista, rivoluzionario innovatore, arriva ad abbandonare il pennello, sperimentando nuove tecniche che daranno vita alle ‘impronte dirette’ e le ‘impronte indirette’ – di cui uno dei capolavori più storicizzati, ‘Ça Irà’ – è esposto in mostra. ‘Ça Irà resta in qualche modo nel lirismo di Cagli quello che è Guernica nel realismo di Picasso’ (E. Crispolti, G. Marchiori, 1964). Saranno anche esposte opere che esaltano la sua ricerca del primordiale (‘Simboli’, 1956, e ‘Flotta Arunta’, 1957), che ha stimolato giovani artisti romani del calibro di Capogrossi. Infine, sarà proposta un’impressionante serie di ‘carte mute’ realizzate tra il 1958 e 1959, dove l’artista converge arte, scienza, artigianato e teoria per creare straordinari effetti ottici.
La mostra costituisce la seconda collaborazione tra Alberto Di Castro e Gian Enzo Sperone, amici di lunga data oltre che professionalmente colleghi: Sperone, gallerista d’avanguardia e collezionista di fama mondiale; Di Castro, storico riferimento dell’antiquariato internazionale. Ad affiancarli per la prima volta Denise Di Castro, rappresentante della quinta generazione della famiglia, che, dopo aver conseguito il Master al Courtauld Institute of Art, cura importanti progetti culturali e le nuove mostre della galleria e Yuri Tagliacozzo, giovane collezionista che ha radunato i quadri della mostra.
Antichità Alberto Di Castro – ancora situata nella sede storica a Piazza di Spagna 5 – presenta per la prima volta un’ampia retrospettiva dedicata ad un maestro del Novecento. Visitare la mostra sarà un’occasione unica per ammirare opere d’arte moderna in dialogo con oggetti d’arte antica selezionati per l’occasione.
Il catalogo, edito da Silvana Editoriale, contiene le introduzioni di Denise e Alberto Di Castro, Gian Enzo Sperone, Yuri Tagliacozzo, il saggio critico di Ester Coen e la contestualizzazione storica di Veronica Prestini. La mostra è realizzata in collaborazione con l’Archivio Corrado Cagli.

Superbonus, Conte: governo crea premesse per disastro economico

Superbonus, Conte: governo crea premesse per disastro economicoRoma, 17 feb. (askanews) – “Con questo decreto il governo tradisce famiglie e imprese che contavano sulle ristrutturazioni” con “crediti di imposta e sconto in fattura. E soprattutto ammazza la nostra economia. Sta creando le premesse per un disastro economico e sociale, tradendo tutti gli impegni presi in campagna elettorale”. Lo ha affermato il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte in una dichiarazione.
“Ricordiamoci – ha proseguito Conte – che con il Superbonus abbiamo fatto il 6,7% di Pil nel 2021, abbiamo creato 900mila posti di lavoro, tagli tagliato 1 milione di tonnellate di CO2. E soprattutto è una misura che si è ampiamente ripagata con i contributi diretti al 70% nelle casse dello Stato. Quando il governo parla di politica scellerata cosa significa? Che il governo Draghi non ha tenuto i conti in ordine? E quindi ha fatto cinque decreti distribuendo 90 miliardi a famiglie per extragettito e non doveva distribuirli per aiutare famiglie e imprese? Sono cose gravissime di cui questo governo deve rispondere agli italiani”, ha concluso Conte.

Ucraina, Berlusconi: criticato per volere pace, tema sia a odg Ppe

Ucraina, Berlusconi: criticato per volere pace, tema sia a odg PpeRoma, 17 feb. (askanews) – “Con il mondo sull’orlo di una guerra nucleare tra Russia e i Paesi della Nato, io vengo criticato perché sto chiedendo che insieme ai sostegni per l’Ucraina, da sempre condivisi e votati da Forza Italia, si apra immediatamente un tavolo per arrivare alla pace. Questo è un dovere per un partito come il Ppe”. Lo scrive in un post su Fb Silvio Berlusconi dopo che il Ppe ha deciso di annullare un appuntamento a Napoli a causa delle sue dichiarazioni sull’UCraina.
“Ritengo che il tema non sia più rinviabile e chiedo che venga messo subito all’ordine del giorno nelle riunioni del Ppe”, aggiunge il leader di Fi.

Aviaria, Unaitalia: no focolai in allevamenti ma allerta alta

Aviaria, Unaitalia: no focolai in allevamenti ma allerta altaMilano, 17 feb. (askanews) – “Non registriamo focolai di aviaria negli allevamenti italiani dallo scorso anno ma c’è comunque una allerta alta”. Così Lara Sanfrancesco, direttore di Unaitalia, associazione di riferimento del settore avicolo in Italia, in merito alle ultime informazioni sulla diffusione dell’aviaria. Secondo i dati epidemiologici del Centro di referenza nazionale ed europeo per l’influenza aviaria presso l’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie (IZSVe), infatti, in Italia la circolazione del virus H5N1 fra gli uccelli selvatici è in aumento, con il rischio che questi possano trasmettere il virus agli allevamenti avicoli.
“Alla luce dell’alta circolazione riscontrata nelle specie selvatiche, Unaitalia sta ponendo la massima attenzione al tema e il mondo produttivo collabora in maniera attiva e continua con le autorità per ridurre i rischi di focolai – prosegue Sanfrancesco – Siamo costantemente in contatto con le autorità competenti, dalle Asl alle autorità regionali, al ministero della Salute, e continuiamo a tenere alte le misure di biosicurezza e il sistema di monitoraggio, seguendo tutte le indicazioni ministeriali in merito, per evitare che il virus proveniente da animali selvatici entri negli allevamenti. Non a caso a oggi sono ancora attivi i campionamenti in allevamento e altre misure nelle zone a più alto rischio”.
Vista la diffusione ampia, davanti a uno scenario così complesso, Sanfrancesco sottolinea la “necessità di trovare ulteriori misure oltre a quelle in atto, già rilevanti e settate, come la vaccinazione che deve diventare un ulteriore strumento di prevenzione da affiancare a quelli attuali. In Italia è in corso un trial sui tacchini, altri sono in atto in altri Paesi per altre specie. Confidiamo in un approccio globale e strumenti armonizzati”.

Oskar Kokoschka al Museo Guggenheim Bilbao: grande retrospettiva

Oskar Kokoschka al Museo Guggenheim Bilbao: grande retrospettivaMilano, 17 feb. (askanews) – Il Museo Guggenheim Bilbao e il Musée d’Art Moderne de Paris, Paris Musées presentano la mostra “Oskar Kokoschka: Un ribelle di Vienna”, una retrospettiva dedicata all’artista austriaco considerato uno dei padri del modernismo viennese, con il patrocinio esclusivo di Fundación BBVA.
Oskar Kokoschka (1886-1980) ebbe un successo precoce nella scena artistica viennese, dove fu sostenuto da Gustav Klimt, influenzò un giovane Egon Schiele e raggiunse la fama internazionale alla fine della sua carriera dopo le due guerre mondiali. All’indomani della Seconda guerra mondiale, Kokoschka auspicava già un’Europa unita e con le sue opere tarde lasciò la sua impronta nella Neue Wilde, la nuova pittura in Austria e Germania. Sebbene si sia dedicato a svariate attività, dal teatro alla scrittura fino all’attivismo politico, il filo conduttore della sua vita è stata l’arte. In questo ambito, non ha mai smesso di reinventarsi e ha prodotto un corpus artistico rivoluzionario come attivista politico, condottiero dell’arte figurativa e pittore di anime.
La mostra, prevista dal 17 marzo al 3 settembre 2023, ha come commissari Dieter Buchhart, Anna Karina Hofbauer, Fabrice Hergott e Fanny Schulmann.
L’ampio percorso si articola su diversi momenti: dalla giovinezza a Vienna, agli anni di Dresda, dai viaggi alla resistenza a Praga, fino all’esilio in Inghilterra e all’ultimo periodo svizzero.

Vino, Mazzei: successo “Altra Toscana” premia potenzialità territori

Vino, Mazzei: successo “Altra Toscana” premia potenzialità territoriMilano, 17 feb. (askanews) – “Siamo molto soddisfatti di questa seconda edizione de ‘L’Altra Toscana’, che quest’anno ha portato in degustazione oltre 330 etichette. Giornalisti e operatori del settore hanno potuto entrare in contatto con dodici diversi Consorzi di Tutela, due in più rispetto allo scorso anno, e si sono dimostrati particolarmente ricettivi ed entusiasti di fronte all’alta qualità dei vini e alle chicche proposte dai nostri produttori. Questa manifestazione è diventata in soli due anni uno degli appuntamenti più apprezzati delle Anteprime, un meritato riconoscimento verso i nostri territori meno conosciuti ma dalle enormi potenzialità”. E’ quanto ha dichiarato Francesco Mazzei, alla guida dell’Associazione L’Altra Toscana e presidente del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana, alla chiusura dell’evento che si è tenuto oggi a Palazzo degli Affari a Firenze e che ha chiuso la settimana delle Anteprime di Toscana 2023.
I Consorzi di Tutela presenti all’evento sono stati Carmignano e Barco Reale, Chianti Rufina, Colline Lucchesi, Cortona, Maremma Toscana, Montecucco e Montecucco Sangiovese, Orcia, Suvereto e Val di Cornia, Terre di Casole, Terre di Pisa, Toscana, Valdarno di Sopra. Dodici realtà molto diverse tra loro ma pronte a far riconoscere la loro qualità, territori più nascosti in cui primeggia la viticoltura biologica e in cui molteplici aziende coltivano la vite da secoli, secondo una lunga tradizione.
“Durante questa giornata ho avuto il piacere di condurre due degustazioni particolarmente interessanti” ha raccontato Gabriele Gorelli, Master of Wine che ha guidato le masterclass, spiegando che “una era dedicata ai bianchi toscani con un titolo provocatorio: ‘Dreaming of a White Tuscany’, che è stata utile non solo per approfondire vini identitari come il Vermentino, Ansonica e Trebbiano ma anche per scoprire i territori che questi vini li producono”. “La seconda degustazione è stata invece dedicata ai Supertuscan – ha concluso – con nove vini iconici a base di Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Merlot: tre varietà tra le più impiantate in Italia e al mondo, ma direi anche inconfondibilmente toscane”.

Vino, Paolo Pasini è il nuovo presidente del Consorzio Valtènesi

Vino, Paolo Pasini è il nuovo presidente del Consorzio ValtènesiMilano, 17 feb. (askanews) – Il 52enne Paolo Pasini è stato eletto presidente del Consorzio Valtènesi. A convergere sul suo nome il nuovo Cda eletto nei giorni scorsi dall’assemblea dei soci, e composto da Giuseppe Avanzi, Francesco Averoldi, Vincenzo Bertola, Davide Folli, Giovanni Franzosi, Antonio Goffi, Cristina Inganni, Antonio Leali, Andrea Lorenzi, Alessandro Luzzago, Mattia Vezzola, Ilona Thun, Marco Turina e Loris Vazzoler. La carica di vicepresidenti è andata a Cristina Inganni e Marco Turina.
Pasini, alla guida con i cugini dell’omonima azienda agricola di San Giovanni a Raffa di Puegnago del Garda (Brescia), aveva già ricoperto la carica di vicepresidente e succede ad Alessandro Luzzago. “Il verbo è solo uno: Valtènesi!” ha dichiarato il neoeletto presidente, sottolineando che “questo siamo e questo dovremo raccontare, facendo tutto quello che dobbiamo per consolidare e salvaguardare l’identità del Valtènesi e promuovere nel miglior modo possibile il vino di territorio che si deve raccogliere sotto la denominazione che abbiamo scelto di adottare”. “Centrale – ha concluso – rimarrà anche il lavoro di ricerca in termini agronomici sul Groppello, il nostro vitigno principale, oltre allo sviluppo delle potenzialità della Casa del Vino, sede del Consorzio a Puegnago”.
Il Consorzio Valtènesi (lato bresciano del Lago di Garda) nasce nel 2012 dalla ridenominazione del Consorzio Garda Classico fondato nel 1998.
Il 6 marzo prossimo, dalle 11 alle 18, oltre 40 cantine presenteranno a giornalisti e addetti ai lavori l’annata 2022 del proprio Valtènesi al Museo Millemiglia di Brescia.