Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Autore: Redazione StudioNews

Pechino andrà alla guerra per Taiwan? Xi di fronte a un bivio

Pechino andrà alla guerra per Taiwan? Xi di fronte a un bivioRoma, 17 feb. (askanews) – A quasi un anno dall’inizio della guerra in Ucraina, gli occhi del mondo cominciano a guardare con attenzione a un altro focolaio di conflitto che potrebbe accendersi coinvolgendo una superpotenza: Taiwan. E, mai come oggi, il rischio geopolitico collegato alla Repubblica di Cina, nata dalla fuga di Chiang Kai-shek nel 1949 di fronte all’avanzata delle forze comuniste di Mao Zedong, è percepito come elevato. Tutti se ne sono resi conto a luglio scorso, quando l’allora speaker della Camera dei Rappresentanti Usa Nancy Pelosi fece un’inedita visita a Taipei: Pechino rispose lanciando missili nello stretto in un’esercitazione a fuoco vivo che segnalò quanto questo passaggio dell’esponente dem americana fosse urticante per Xi Jinping.
Oggi un altro alto esponente americano – secondo quanto ha rivelato il Finn+ancial Times – ha messo piede a Taiwan. Si tratta dei vice assistente segretario alla Difesa Michael Chase, il delegato di Lloyd Austin a seguire le questioni cinesi. Chase è il primo funzionario del Pentagono ad arrivare a Taiwan dal 2019. La precedente visita di Heino Klinck, allora assistente segretario alla Difesa, interrompeva un’assenza di funzionari del Pentagono nell’isola durata un quarantennio.
Segno di una particolare preoccupazione americana rispetto alla situazione nello Stretto, che ha spinto Washington a rafforzare la presenza militare, ad aumentare seccamente le forniture di sistemi d’arma sostificati a Taipei e ha chiedere ai suoi alleati regionali più importanti – Giappone e Corea del Sud – a rafforzare la loro capacità militare.
La reazione cinese è stata come consueto secca. “Siamo fermamente contrari alle interazioni ufficiali e ai contatti militari tra gli Stati Uniti e la regione di Taiwan. Questa posizione è coerente e inequivocabile”, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin. “Esortiamo gli Stati Uniti – ha proseguire – a rispettare il principio dell’Unica Cina e i tre comunicati congiunti Cina-Usa, a mantenere l’impegno dei leader statunitensi di non sostenere la cosiddetta indipendenza di Taiwan, a interrompere ogni forma di contatto ufficiale e militare con Taiwan, a smettere di intromettersi la questione di Taiwan e smettere di creare nuovi fattori che potrebbero portare a tensioni nello Stretto di Taiwan”.
Non è affatto detto che a Taiwan scoppi un conflitto, anzi diversi esperti tendono a escluderlo. Tuttavia è evidente che Xi Jinping insiste sul tema della “riunificazione” molto più di tutti i suoi predecessori. Il più forte tra i leader cinesi dai tempi di Mao sembra voler lasciare come eredità del suo lungo periodo al potere iniziato nel 2012, proprio l’unificazione della madrepatria.
Pechino è però consapevole che più passa il tempo, più la prospettiva di una riunificazione pacifica si allontana. L’opinione pubblica a Taipei diventa sempre meno cinese e sempre più “taiwanese”. In questo senso gli anni al potere di Tsai Ing-wen, una presidente che ha avuto toni spiccatamente indipendentisti pur senza superare la linea rossa di una dichiarazione formale, hanno contribuito a consolidare un’identità “nazionale” taiwanese.
Questo slittamento verso l’indipendenza di fatto non può essere certamente accettato impunemente dalla Cina, e tanto meno dalla Cina di Xi. Così Pechino ha fortemente aumentato la pressione militare sul’isola. Nel 2023, in poco più di un mese e mezzo, si sono già tenute tre esercitazioni militari consistenti che hanno avuto lo scopo di fare da “secco avvertimento contro l’escalation di provocazioni da parte di Taiwan e degli Stati uniti, che hanno danneggiato lapace e la stabilità nello Stretto di Taiwan”, come ha detto senza mezzi termini il portavoce dell’Ufficio per gli affari di Taiwan Ma Xiaoguang.
La via militare, tuttavia, resta una delle opzioni, non l’unica e neanche la preferibile, anche nell’elaborazione di Xi.
In questo senso potrebbe essere cruciale la scadenza elettorale del 2024, quando i taiwanesi saranno chiamati a eleggere un nuovo presidente, visto che Tsai non si ricandiderà. Pechino osserverà con grande attenzione quella scadenza e il percorso che porterà al voto. Nelle elezioni locali dello scorso anno il Partito democratico-progressivo di Tsai, che ha un approccio molto vicino all’indipendentismo, ha registrato una cocente sconfitta e c’è stato un ritorno di fiamma del Kuomintang, il partito nazionalista che fu guidato da Chiang Kai-shek e quindi fautore della creazione della Repubblica di Cina (Roc), ma che negli ultimi anni è diventato il più propenso a instaurare un rapporto migliore con la Cina popolare.
A questa scadenza potrebbe essere anche mirato il cambiamento previsto al vertice dell’organismo che si occupa di Taiwan. Al XX Congresso del Pcc, che ha sancito un inedito terzo mandato per Xi come leader, ha promosso il teorico Wang Huning al Comitato permanente del Politburo, sostanzialmente l’organismo di vertice del partito formato da fedelissimi del presidente, e a capo della Conferenza politico-consultiva del popolo cinese che, accanto al Congresso nazionale del popolo, svolge le cosiddette “Due Sessioni”, principale appuntamento legislativo cinese. Si terrà il mese prossimo.
La Conferenza consultiva ha specifiche competenze sulle minoranze – quindi pure su quella di Taiwan – e Wang ha cominciato a lavorare sulla questione taiwanese anche attraverso apparizioni pubbliche. La scelta in quel ruolo di un teorico, considerato sì di grande spessore, ma che non ha un background di politica e amministrazione, ha fatto pensare agli osservatori che il presidente voglia essere pronto a modificare alla bisogna la cornice teorica di una possibile riunificazione.
Secondo quanto scrive The Diplomat, una testata online solitamente attenta a queste sfumature, Xi potrebbe aver compreso che la proposta di replicare a Taiwan il sistema adottato per il rientro di Hong Kong, cioè “un paese-due sistemi”, non ha alcun appeal per i taiwanesi, i quali sono nella quasi totalità contrari a questo tipo di opzione (tanto più dopo l’imposizione nell’ex colonia britannica della legge sulla sicurezza nazionale che ne ha ulteriormente ristretto gli spazi di libertà), potrebbe volere la flessibilità teorica di proporre a Taiwan una nuova piattaforma per accettare la riunificazione. O un cuneo propagandistico per ottenere un minimo di consenso internazionale, se dovrà usare la forza.

Covid, questa settimana casi ancora in calo ma salgono i decessi (+7,2%)

Covid, questa settimana casi ancora in calo ma salgono i decessi (+7,2%)Roma, 17 feb. (askanews) – Nella settimana 10-16 febbraio 2023 sono stati registrati 28.354 nuovi casi positivi al Covid-19 con una variazione di -8,3% rispetto alla settimana precedente (erano stati 30.911). Sono i dati settimanali relativi alla situazione epidemiologica nel Paese resi noti da Iss-Ministero della Salute. 299 i deceduti con una variazione di +7,2% rispetto alla settimana precedente (279). Ancora in calo il numero di tamponi processati: 536.080 tamponi con una variazione di -2,0% rispetto alla settimana precedente (547.026). Il tasso di positività è al 5,3% con una variazione di -0,4% rispetto alla settimana precedente (5,7%).

Tim, Labriola: bene per tutti se c’è competizione sulla rete

Tim, Labriola: bene per tutti se c’è competizione sulla reteMilano, 17 feb. (askanews) – “Se c’è una competizione sulla rete che possa massimizzare il valore, ridurre il debito e metterci tutti quanti nelle condizioni di competere al meglio, penso vada bene per tutti quanti”. Lo ha detto l’AD di Tim, Pietro Labriola, in un’intervista interna rivolgendosi ai colleghi. “Comunque vada a finire abbiamo dimostrato che abbiamo una chiara visione del mercato – ha spiegato -. Poi ci sono delle cose che sono nella sfera delle nostre possibilità e delle cose al di fuori”.

Al Brasimone laboratorio hi-tech per droni e accademia di volo

Al Brasimone laboratorio hi-tech per droni e accademia di voloRoma, 17 feb. (askanews) – Droni high-tech, dotati di sistemi per internet of things (IoT), big data e sensori innovativi per la sicurezza e il monitoraggio ambientale; un laboratorio di automazione e controllo per progettare e testare velivoli a pilotaggio remoto, un’accademia di volo aperta al pubblico tra le più grandi in Italia per l’addestramento dei piloti in scenari critici, ma anche una nuova gamma di sensori tecnologicamente avanzati. Sono i risultati del progetto EXADRONE condotto da ENEA in collaborazione con METAPROJECTS nel Centro Ricerche ENEA di Brasimone (Comune di Camugnano, Bologna) e co-finanziato dalla Regione Emilia-Romagna.
In particolare, nel nuovo laboratorio di automazione e controllo sono stati sviluppati e testati su droni sensori di nuova generazione di tipo LIDAR (Light Detection And Ranging) basati su tecnologie laser sviluppate da ENEA, utili per il monitoraggio ambientale ed analisi delle acque in tempo reale ma anche sensori per il monitoraggio di siti, installazioni nucleari e infrastrutture di rilevanza strategica quali ponti, viadotti e dighe.
Tramite nuovi algoritmi di controllo e gestione dati, – si legge nella notizia pubblicata sull’ultimo numero in italiano del settimanale ENEAinform@ – questa nuova gamma di sensori applicati alla tecnologia dei droni, consente di monitorare in tempo reale l’eventuale presenza di inquinanti nelle acque di superficie, ispezionare ponti, viadotti, dighe rilevando criticità o cambiamenti nel tempo, monitorare siti con possibile inquinamento radiologico, ricercare sorgenti radioattive disperse ed ispezionare siti nucleari.
Grazie alla presenza di professionalità, esperti e specializzati, nell’innovativo laboratorio di automazione e controllo vengono condotte attività di progettazione meccatronica ed elettronica, ricerca e consulenza nello sviluppo dei prodotti, applicazioni firmware e software, supporto alla certificazione per la loro commercializzazione ed eseguiti test su sensori e tecnologie di automation, motion control ed elettronica di potenza, oltre a sistemi di localizzazione GPS miniaturizzati, radiofrequenza e IoT, rivolta in particolare ad applicazioni di supporto alla Pubblica Amministrazione.
L’Accademia di Volo, riconosciuta da ENAC come Entità Riconosciuta (Recognised Entities-RE, ai sensi del Regolamento (UE) 2019/947) in categoria “SPECIFIC”, è dotata di campo scuola da 1.500 metri quadrati con aree didattiche, per l’addestramento teorico, pratico e l’abilitazione al pilotaggio di droni per operazioni critiche.
“Il Centro ENEA di Brasimone con i suoi 400 ettari di superficie è un luogo ideale per operare in totale sicurezza fuori dai centri abitati e ospitare più piste autorizzate ENAC per l’esercizio dei voli”, sottolinea Mariano Tarantino, responsabile Divisione Sicurezza e Sostenibilità per il Nucleare di ENEA. “Il campo volo, con un ampio spettro di scenari critici di addestramento in Italia, si completa con la possibilità di realizzare corsi abilitanti per i piloti di drone ma anche di specializzazione per professionisti su fotogrammetria, termografia e agricoltura di precisione e per missioni speciali autorizzate da ENAC”.
Il progetto EXADRONE si inserisce nel contesto delle iniziative per il rilancio del Centro ENEA di Brasimone, un polo di eccellenza a livello nazionale e internazionale per lo sviluppo di tecnologie avanzate per l’energia, la salute, l’ambiente e il territorio, specializzato in particolare nei settori sicurezza nucleare, fusione a confinamento magnetico, tecnologia dei metalli liquidi per sistemi nucleari di nuova generazione, prototipazione di sistemi e componenti per applicazioni energetiche, tecnologie e materiali innovativi. Sono stati avviati, inoltre, progetti nel settore medicale e si provvede all’addestramento e al supporto logistico al Programma Nazionale di Ricerca in Antartide.
Il Centro di Ricerca si trova sull’Appennino tosco-emiliano, in un’area di interesse delle regioni Emilia-Romagna e Toscana e collabora con le istituzioni di ricerca di Paesi leader in campo tecnologico (quali Cina, Regno Unito, Giappone, Canada, Stati Uniti), dispone di un parco di infrastrutture sperimentali avanzate ed è aperto a ricercatori, borsisti, studenti e dottorandi provenienti da enti di ricerca e università internazionali.

Malattie rare, la campagna di UNIAMO arriva nella città di Genova

Malattie rare, la campagna di UNIAMO arriva nella città di GenovaRoma, 17 feb. (askanews) – La campagna #uniamoleforze, realizzata da UNIAMO – Federazione italiana malattie rare, ha toccato oggi Genova, con il coinvolgimento di Matteo Rosso (Deputato, Membro della Commissione Affari sociali), Brunello Brunetto (Consigliere Regionale Presidente della Commissione Consiliare Salute e Sicurezza Sociale), Angelo Gratarola (Assessore Regionale alla Sanità), Carmelo Cassibba (Presidente Consiglio Comunale Genova), Filippo Ansaldi (Direttore Generale ALISA) e i rappresentanti del Coordinamento Malattie Rare. La conferenza stampa, nel Salone di Rappresentanza Comune di Genova, ha visto, dopo il lancio del video ufficiale con la voice-over di Luca Ward, i rappresentanti dei pazienti, presentare idee progettuali e bisogni da condividere con le Istituzioni.
“Siamo a metà del mese di febbraio e abbiamo già realizzato molte tappe della nostra campagna #uniamoleforze, incontrando politici, istituzioni e altri stakeholders. È importante tenere alta l’attenzione sulle malattie rare, Regioni come la Liguria possono essere un ottimo campo di prova per processi organizzativi e modelli di presa in carico innovativi, il loro successo si può realizzare solo con il costante confronto e contributo della comunità dei malati rari”, ha dichiarato la Vice Presidente di UNIAMO, Eva Pesaro. “Oggi vi è stato un confronto tra i rappresentanti delle associazioni e i vari stakeholders sui principali temi che sarà importante affrontare insieme”.
L’esempio italiano. L’Italia è un’eccellenza nel campo delle malattie rare: primo Paese in Europa per numero di patologie inserite nello screening neonatale esteso (49), con una legge che ha permesso la costruzione della rete (279/2001), primo anche per numero di Health Care Provider appartenenti alle reti ERN (European Reference Networks). Per la disponibilità di trattamenti approvati da EMA, il nostro Paese è al terzo posto. Inoltre, con la legge approvata a fine 2021 (L. 175), si è cercato di introdurre anche alcuni elementi rispetto alla presa in carico sociale delle persone con malattia rara. La stessa legge ha istituito il Comitato Nazionale Malattie Rare, che dovrà coordinare e promuovere le azioni su questa tematica nei prossimi anni, partendo dall’aggiornamento del Piano Nazionale Malattie Rare.
Dieci focus per i pazienti.
Il coinvolgimento e l’ascolto continuo dei rappresentanti dei pazienti sin dalle prime fasi dei processi decisionali: dalle sperimentazioni, alle gare, ai comitati etici, alla programmazione sanitaria (così come previsto anche dalla Riforma del III Settore e ribadito anche dalle linee guida recentemente emanate dal Ministero della Salute). Lo stanziamento di fondi dedicati al Piano Nazionale Malattie Rare. La necessità dell’approvazione del nomenclatore tariffario e lo sblocco di tutte le successive integrazioni LEA, fra le quali quella per l’introduzione della SMA nel panel dello Screening neonatale esteso. L’omogenea disponibilità di trattamenti e terapie su tutto il territorio nazionale, con speciale riguardo per quelli c.d. extra-LEA. l’emanazione dei decreti attuativi per la sperimentazione clinica, in modo da aumentare il numero di sperimentazioni e garantire quindi un accesso precoce a più pazienti; lo stesso per i decreti della L. 175/2021. Una maggior integrazione ospedale territorio, con il coinvolgimento dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta e la focalizzazione su come integrare i cambiamenti organizzativi dettati dal DM 77 con il modello di presa in carico delle persone con malattia rara; l’integrazione dei servizi sociali con quelli sanitari per creare una vera rete intorno al paziente; la realizzazione della transizione età pediatrica/adulta. La formazione e la stabilizzazione dei professionisti che si dedicano alle malattie rare. Il finanziamento a funzione, e non a prestazione, per la presa in carico multidisciplinare delle persone con malattia rara (già regolato dalla Legge e mai finanziato). Un più omogeneo riconoscimento del peso della malattia rara a livello di prestazioni assistenziali; una particolare attenzione, inoltre, a tutele lavorative specifiche. La messa in campo di tutto quanto necessario affinché nel nostro Paese il tempo medio per arrivare ad una diagnosi scenda da 4 a 2 anni.
È possibile manifestare il proprio sostegno sui social indossando la maglietta ufficiale della Giornata (#RareDiseaseDay, #Uniamoleforze, #RariMaiSoli) disponibile sul sito www.uniamo.org.
La Giornata ha ricevuto il patrocinio del Senato della Repubblica Italiana, la Camera dei Deputati, il Ministero della Cultura, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, AIFA, Centro Nazionale delle Ricerche, Agenas, FNOPI (Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche), FNOPO (Federazione Nazionale degli Ordini della Professione di Ostretrica), FNOMCeO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri), AOPI (Associazione Ospedali Pediatrici Italiani), Forum Terzo Settore, Comitato Italiano Paralimpico, Orphanet, Terzjus, Fondazione Telethon, Special Olympics Italia, del Comune di Genova, di Alisa, della Regione Liguria.
Si ringraziano Rai Pubblica Utilità (per la campagna di sensibilizzazione), Sky Italia (per la diffusione dello spot TV), Radio AIdel22, Radio ISAV, New Radio Star, Radio Frejus, Radio Club 103, Radio Bruno Fiorentina, RadioBlaBlanetwork NEWS, Radio Sound Bari, Radio Ufita, Radio Web Italia, Radio Onda Blu, Radio Star Grosseto, Blueslinesradio, Radio Planet it, Diversamente Radio, Radio Studio Play, Radio Luna Porto Torres, Radio Quaranta Web, Radio Antenne RC, Radio Piana Stereo, Radio Free Station, Radio Sette Note, Radio W Uai Fi, Radio Network, Radio Selfie, Dimensione Radio, Radio Medua, Radio Piave, Radio PlaNet Italia, Radio Roma Live, Radio Stella Marina, Radio Centro Fiuggi, Radio RCC, Radio Gioventù in Blu, Radio DeejaY (per il passaggio dello spot radiofonico), IGP Decaux per il supporto alla campagna out-of-home.
La Giornata delle Malattie Rare è realizzata anche con il contributo non condizionato di: Alexion Astrazeneca Rare Diseases, BeiGene, Biogen Italia, Blueprint Medicines, Boehringer Ingelheim, Brystol Myers Squibb Company, Chiesi Global Rare Diseases, CSL Behring, Horizon, Jazz Healthcare Italy, Medac Pharma, PTC Therapeutics, Roche Italia, Sanofi Italia, Sobi Rare Strength, Takeda Italia. Grazie a Pfizer e ad ATM Milano.

Giornata nazionale del gatto: 10-15 mln nelle case degli italiani

Giornata nazionale del gatto: 10-15 mln nelle case degli italianiRoma, 17 feb. (askanews) – L’Italia si conferma tra i paesi che più amano i gatti: se ne stimano nel 2021 tra i 10 e 15 milioni nelle case dei cittadini, tra 700.000 e 1.000.000 quelli liberi presenti nelle colonie feline registrate nelle città italiane e tra 66.000 e 72.000 le persone ufficialmente impegnate nel loro accudimento volontario. Purtroppo però il nostro Paese risulta ancora in forte ritardo nel garantirne benessere e tutela. I principali talloni d’Achille riguardano i ritardi su sterilizzazioni, adozioni e relative campagne.
Nel 2021, stando al focus di Legambiente “A-mici in Città”, – diffuso insieme a un video in occasione della Giornata nazionale del Gatto che si celebra oggi – solo il 34,7% delle amministrazioni comunali dichiara di avere colonie feline presenti sul proprio territorio, solo il 26,4% di sapere quanti gatti ci siano in queste stesse colonie. Tra i comuni che sanno di avere colonie feline, soltanto il 16,4%, dichiara di aver sterilizzato più del 90% dei gatti presenti nelle sue colonie. Sul fronte delle campagne di sterilizzazione, appena il 13,9% dei comuni dichiara di averle fatte e solo il 9,8% ha realizzato campagne per l’adozione di gatti in cerca di casa. Il 5,6% dichiara di avere Gattili sanitari (strutture pubbliche indispensabili per curare gli animali liberi malati o feriti) presenti sul proprio territorio o convenzionati e solo il 3,2% dichiara di avere oasi feline presenti sul proprio territorio.
Dati e ritardi preoccupanti, a cui va aggiunta la mancanza dell’obbligo normativo di anagrafe dei gatti, che ad oggi è solo su basa volontaria, mentre è obbligatoria per i cani. Per questo Legambiente lancia oggi, in occasione della giornata nazionale del gatto, un pacchetto di quattro proposte, chiedendo, in prima battuta, al Ministro della Salute di approvare rapidamente il decreto ministeriale che detta le modalità operative per l’implementazione del Sistema informativo Nazionale degli Animali da Compagnia (SINAC), previsto dal decreto legislativo n. 134/2022, che consentirà l’anagrafe di tutti i gatti domestici. Ai Presidenti di Regione e ai Sindaci, l’associazione ambientalista chiede di realizzare, d’intesa con il Governo, un piano nazionale che preveda: 1) la mappatura completa, entro il 2024, delle colonie feline presenti nei contesti urbani e periurbani; 2) una campagna ad hoc, entro il 2027, di anagrafe e sterilizzazione di tutti gli animali presenti nelle colonie feline; 3) la piena operatività, entro il 2030, di 400 gattili sanitari (uno ogni 150 mila abitanti) per consentire la gestione pubblica sanitaria delle popolazioni di gatti nelle aree urbane e periurbane.
“Dal nostro focus A-Mici in Città, legato all’XI rapporto nazionale Animali in Città a cui ha contribuito un campione di 986 comuni e 42 aziende sanitarie, – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – emerge un quadro di luci e ombre dove, se da una parte si conferma il grande amore che i cittadini hanno per questa specie domestica, dall’altra parte è evidente come questo felino sia poco considerato dalle Istituzioni”. “La maggiore indipendenza del gatto rispetto al cane – aggiunge Antonino Morabito, responsabile benessere animale di Legambiente – non genera, però, meno difficoltà nella sua vita in libertà in città, come testimoniano la presenza di malattie in cuccioli e adulti nei gatti delle colonie, i conflitti con i cani vaganti, i rischi letali lungo strade urbane e periurbane e tante altre emergenze. Tali difficoltà trovano oggi solo parziale risposta grazie alle migliaia di volontarie e volontari che in tutta Italia, mettendoci proprio tempo e risorse economiche, provano ad allievare le tante sofferenze”.
Non mancano gli esempi istituzionali virtuosi. Sul fronte anagrafe, ad esempio la Regione Lombardia, attraverso legge regionale, dal 1° gennaio 2020 ha reso obbligatoria la registrazione di ogni gatto che entra a far parte di una famiglia. Sempre in relazione all’anagrafe felina, nel 2021, il comune di Sant’Angelo in Lomellina (PV) dichiara di avere più di un gatto ogni due cittadini residenti, seguito dal comune di Zeddiani (OR) con poco meno di un gatto ogni due cittadini residenti e dal comune di San Pietro in Cerro (PC) con analoga situazione. Per quanto riguarda le adozioni, nel 2021 il comune di Trieste ha dichiarato il maggior numero di gatti dati in adozione, ben 540, seguito da Pistoia (434) e Prato (230). Parlando di colonie feline, il comune di Napoli ne conta ben 2107, seguita da Ravenna (990) e Carpi, in provincia di Modena, con 853 colonie. Il comune di San Giovanni in Persiceto (BO), invece, dichiara di avere ben tre gattili sanitari, strutture fondamentali per prendersi adeguatamente cura dei gatti liberi malati o feriti.
Nel 2021 Napoli è la città capoluogo con più gatti registrati in anagrafe, ben 80.740 di cui 21.050 in colonie feline. A seguire Taranto con 12.566 gatti e Brescia con 8.902. Nel giorno della giornata nazionale del gatto, Legambiente ha scelto di assegnare la targa “A-Mici in Città” 2023, rivolgendo un sincero e grandissimo grazie, alle volontarie e ai volontari dell’associazione “Mondo Gatto” di Milano che con amore, impegno, costanza e attenzione, da quasi quarant’anni, si prendono cura dei gatti meno fortunati della città meneghina.

Inrl rilancia formalizzazione Patto congiunto professioni contabili

Inrl rilancia formalizzazione Patto congiunto professioni contabiliRoma, 17 feb. (askanews) – Piena adesione dell’Istituto Nazionale Revisori Legali all’appello lanciato nei giorni scorsi dal Ministro del Lavoro, Marina Calderone, alla unitarietà delle professioni contabili, in occasione di un convegno sul Terzo Settore. È il Presidente dell’istituto, Ciriaco Monetta, a ribadire il sostegno al ministro: “Auspichiamo che nel più breve tempo si possa formalizzare l’unitarietà delle tre professioni contabili, dottori commercialisti, revisori legali e consulenti del lavoro, e condividiamo – avendolo anche noi proposto da tempo – il progetto di creare un “unico interlocutore” per interloquire con il Legislatore, le Istituzioni, la classe Politica, il mondo accademico e le altre professioni. Tanto più che è stata già manifestata la piena disponibilità sia da parte del CNDCEC che dal CDL”.
Il Presidente Monetta concorda con il passaggio pronunciato dal Ministro ed ex Presidente CDL, Calderone, che “uniti si vince”, “perché così sarà possibile dare un segnale importante di ripresa e rinascita delle professioni contabili per il bene di professionisti, imprese ed economia del Paese. Sarà l’occasione per dimostrare che i tempi sono cambiati e che è indispensabile adeguarsi all’evoluzione, alle nuove metodologie di lavoro ma principalmente al cambiamento epocale causato dagli ultimi tragici avvenimenti”.
Monetta ha poi aggiunto: “Personalmente credo fermamente che il valore dei rapporti umani è sempre stato e lo sarà ancora di più dopo le recenti tristi esperienze del Covid, della guerra in Ucraina, del terremoto in Turchia e vicende destabilizzanti come il caro energia, l’unica ed immediata soluzione ai tanti problemi che affliggono il nostro Paese mai come in questo momento, i professionisti contabili appaiono indispensabili per la ripartenza dell’economia: dalla delicata scadenza dei bilanci 2022, con gli sforzi per assicurare a molte PMI la continuità aziendale, alla corretta gestione dei 66 miliardi di euro che il Pnrr ha destinato agli Enti Locali”.
E nel ricordare che l’intento comune delle tre professioni contabili è anche quello di avere maggiore forza e rappresentatività, Monetta ha poi concluso: “Sono convinto che questo progetto di unitarietà sia l’unica grande occasione per scrivere il futuro, delle tre categorie, superando l’impasse di contrapposizioni che li ha caratterizzati negli ultimi 20 anni. Oggi più di ieri solo il gioco di squadra può portare al raggiungimento di obiettivi comuni”.

Università Catania, Schifani: giovani priorità, sinergia con atenei

Università Catania, Schifani: giovani priorità, sinergia con atenei

Roma, 17 feb. (askanews) – “I giovani siciliani sono una delle priorità dell’azione del mio governo. Saperi e ricerca sono le chiavi per lo sviluppo della nostra Isola, creare le condizioni per offrire ai nostri studenti formazione di elevata qualità e occasioni di lavoro in Sicilia sono presupposti essenziali per guardare al futuro con ottimismo”. Lo ha sottolineato il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Catania, a cui ha preso parte il ministro Anna Maria Bernini. Presenti anche gli assessori regionali all’Economia, Marco Falcone, e all’Agricoltura, Luca Sammartino.

“Con i rettori degli atenei siciliani abbiamo avviato un percorso per consolidare la sinergia istituzionale. Il mio governo punta a rafforzare le misure per il diritto allo studio, a cominciare dalla creazione di residenze studentesche e dall’aumento delle borse di specializzazione, soprattutto nell’area medica, come abbiamo fatto con la legge di stabilità appena approvata. In più, è necessario mettere al servizio dell’Isola le competenze tecniche delle Università per sfruttare al massimo le risorse del Pnrr e gli altri fondi europei. Con il governo nazionale, oggi rappresentato dal ministro Bernini, sappiamo di potere avviare un cammino condiviso affinché la Sicilia e le sue prestigiose istituzioni accademiche siano sempre più attrattive nei confronti degli studenti siciliani, italiani e stranieri, diventando punto di riferimento nel bacino del Mediterraneo”, ha aggiunto.

“L’Università di Catania opera in una delle aree economicamente più avanzate della Sicilia e deve, sempre più, essere la piattaforma di formazione delle competenze necessarie ad accompagnare i processi di innovazione tecnologica e le nuove sfide produttive. La Regione è al suo fianco anche attraverso le iniziative per la realizzazione di nuove strutture per la residenzialità studentesca e per la didattica, già avviate assieme all’Ateneo e all’Ente regionale per il diritto allo studio”, ha concluso.

Vino, il 26 febbraio Open day a Brescia con denominazioni Brescia-Bergamo

Vino, il 26 febbraio Open day a Brescia con denominazioni Brescia-BergamoMilano, 17 feb. (askanews) – Domenica 26 febbraio l’annuale “Open day” organizzato a Brescia dalla locale delegazione Ais, sarà interamente dedicato ai vini delle Denominazioni di origine protetta delle province di Brescia e Bergamo. La giornata sarà replicata in autunno a Bergamo, a cura della delegazione Ais bergamasca, per sancire il gemellaggio fra le due province nominate “Capitale della Cultura 2023”. Ed è proprio nell’ambito delle attività connesse a questo importante evento, che l’Associazione consorzi tutela vini lombardi a Docg, Doc e Igt (Ascovilo) e l’Associazione italiana sommelier (Ais) si sono alleate per promuovere le tante eccellenze vitivinicole locali.
“Brescia e Bergamo sono province a forte vocazione vitivinicola e non possiamo celebrare la capitale italiana della cultura senza ricordare l’importanza della tradizione agricola di questi territori che è concreta espressione e testimonianza della passione per la ricerca di risultati qualitativi sempre più ambiziosi” ha dichiarato la presidente di Ascovilo, Giovanna Prandini, ricordando che “abbiamo radici comuni ed il nostro compito come associazione dei consorzi di tutela è fare emergere le espressioni originali e inaspettate, le piccole produzioni dei vignaioli e di quelle imprese agricole che hanno scelto la strada della certificazione di qualità che ricordiamo è sinonimo di sicurezza alimentare e conoscenza: l’arte di saper trasformare le uve in vini di pregio”. “Cultura è testimoniare la tradizione di lavoro, di solidarietà, di innovazione enogastronomica in un territorio dalla bellezza inaspettata, tutto da scoprire” ha aggiuno Prandini, concludendo “per questo appuntamento ci rivolgiamo ai Sommelier di Brescia che hanno una storia di formazione permanente e originale che guarda al mondo ma non vuol dimenticare la nostra terra”.
L’Open day Ais di Brescia sarà aperto dalle 10 alle 18.30 negli spazi di via Triumplina 11 con un banco di assaggio con nove denominazioni e oltre cinquanta etichette in degustazione (Valcalepio DOC, Moscato di Scanzo DOCG, Lugana DOC, Valtènesi Riviera del Garda Classico DOC, San Martino della Battaglia DOC, Garda DOC, Capriano del Colle DOC, Botticino DOC, Valcamonica IGT). Alle 11.15 si terrà la prima masterclass, dedicata all’abbinamento tra il tipico “manzo con la spuma all’olio” e tre vini bresciani: Lugana DOC, Valtènesi Riviera del Garda Classico DOC, Garda DOC. La seconda masterclass, alle 14.30, sarà invece dedicata alla degustazione di sei vini bresciani: Lugana DOC, Valtènesi Riviera del Garda Classico DOC, Garda DOC, Capriano del Colle DOC, Botticino DOC, Valcamonica IGT. Alle 15.45 degustazione di sei vini bergamaschi: tre Valcalepio DOC, tre Moscato di Scanzo DOCG, mentre alle 17 toccherà all’abbinamento tra il “cannellone di polenta, cicoria e taleggio” e tre vini Valcalepio DOC.
Quello del 26 febbraio è il primo appuntamento di un percorso che si articolerà in più tappe: la seconda sarà l’8 giugno al Museo Diocesano, con lo spettacolo teatrale di Francesco Quarna e Maurizio Rossato, (protagonisti della programmazione di Radio Deejay) con la collaborazione della giornalista e wine educator Laura Donadoni, in cartellone a Brescia.

Editoria, Serracchiani (Pd): governo si attivi per testate Gedi

Editoria, Serracchiani (Pd): governo si attivi per testate GediTrieste, 17 feb. (askanews) – “Chiediamo al governo di attivarsi con la proprietà per chiarire la situazione delle testate del gruppo Gedi nel nordest e avere rassicurazioni sul mantenimento e l’implementazione della qualità di una rilevante fetta dell’informazione in un territorio strategico. Il ruolo assolto dalle testate radicate in Veneto e Friuli Venezia Giulia è storico e questi quotidiani rimangono un punto di riferimento che non può venire meno per i cittadini e le categorie: eventuali passaggi di proprietà non possono essere sottomessi solo a logiche finanziarie e devono tenere conto dell’interesse pubblico dei mezzi d’informazione e anche dei benefici goduti attraverso l’erogazione di risorse pubbliche”. Lo dichiara la capogruppo del Partito Democratico alla Camera, Debora Serracchiani, in merito alle voci che danno per imminente la vendita delle testate del Nord Est del gruppo Gedi, ovvero Il Piccolo, Messaggero Veneto, Mattino di Padova, Nuova Venezia, Tribuna di Treviso, Corriere delle Alpi, a cui dovrebbe aggiungersi la Gazzetta di Mantova. Testate che oggi vedono i giornalisti in sciopero.