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Autore: Redazione StudioNews

Trump dà fiato a “Mega” di Orban, Ue rischia divisioni a Budapest

Trump dà fiato a “Mega” di Orban, Ue rischia divisioni a BudapestBudapest, 6 nov. (askanews) – Le inquietudini si erano manifestate sin da quando, mesi fa, il primo ministro ungherese Viktor Orban, detenendo il suo paese la presidenza di turno dell’Ue, aveva deciso di fissare la riunione della Comunità politica europea subito dopo le elezioni Usa, come a rendere esplicito che le sorti del Continente dipendono dalle oscillazioni della politica americana. Ma ora, con la netta vittoria di Donald Trump, il rischio che il format pensato “per affrontare questioni di interesse comune e rafforzare la sicurezza, la stabilità e la prosperità del continente europeo” possa trasformarsi nel palcoscenico di profonde divisioni geostrategiche, appare praticamente una certezza. Una scommessa vinta, quella di Orban, da sempre fervido sostenitore di Trump e da sempre voce critica, se non vera e propria spina nel fianco, delle istituzioni europee. Tanto da attirarsi la definizione di “cavallo di Troia” di Vladimir Putin in Europa.


La quinta riunione della Comunità politica europea, piattaforma voluta dal presidente francese Emmanuel Macron all’indomani dell’invasione russa dell’Ucraina, si svolgerà giovedì alla Puskas Arena di Budapest, a cui seguirà, il giorno successivo, un Consiglio europeo informale dal quale si attende un “Nuovo patto europeo per la competitività” sulla base dei rapporti redatti dagli ex premier italiani Enrico Letta e Mario Draghi. Al summit sono invitati 47 capi di Stato e di governo dei Ventisette e dei loro vicini, dalla Turchia, all’Ucraina, al Regno Unito (escluse Russia e Bielorussia). Unico assente ‘giustificato’, il premier spagnolo Pedro Sanchez, alle prese con il post alluvione nella Generalitat di Valencia. Le istituzioni Ue saranno rappresentate dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e dall’Alto rappresentante per gli affari esteri, Josep Borrell.


Se la precedente amministrazione Trump aveva destabilizzato non poco le relazioni politiche ed economiche transatlantiche, con i dazi imposti ad alcuni prodotti europei, lo spostamento dell’attenzione Usa verso il contenimento strategico della Cina, il disappunto mostrato verso i Paesi Ue che spendono poco per la difesa e non contribuiscono come potrebbero alla Nato, è sulla guerra in Ucraina che le divisioni tra Europa e Usa, e all’interno della stessa Ue, potrebbero assumere dimensioni rilevanti, avendo Trump promesso in campagna elettorale di porre fine alla guerra “entro 24 ore” dall’elezione, cosa che lascerebbe presagire un repentino disimpegno statunitense nei confronti di Kiev. Non è un caso se stamane Orban (il quale aveva declinato, come slogan per il semestre di presidenza ungherese dell’Ue, il “Make America Great Again” di Trump in “Make Europe Great Again”) si è affrettato a dichiarare che la vittoria di Trump solleva la questione se l’Europa può continuare ad aiutare l’Ucraina da sola. “Per noi leader europei – ha sottolineato Orban al vertice dell’Organizzazione degli Stati turchi a Bishkek – la questione è se l’Europa da sola sia in grado di mantenere il sostegno finanziario e militare all’Ucraina che c’è stato finora. Ne dubito fortemente, quindi sarà necessaria una nuova strategia europea”.


Per scongiurare una fase di tensione con gli Usa e all’interno della stessa Ue, la presidente della Commissione Von der Leyen, congratulandosi con Trump, ha sottolineato che “Unione europea e Stati Uniti sono più che semplici alleati. Siamo legati da un vero partenariato tra i nostri popoli, che unisce 800 milioni di cittadini. Questo legame è profondo, radicato nella nostra storia comune, nell’impegno per la libertà e la democrazia e negli obiettivi comuni di sicurezza e opportunità per tutti. Lavoriamo insieme – è stato l’invito di Von der Leyen a Trump – a un partnerariato transatlantico che continui a dare risultati per i nostri cittadini”. Stessa preoccupazione deve aver colto il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz, i quali, a risultati non ancora definitivi, hanno avuto un colloquio nel quale hanno concordato di “lavorare per un’Europa più unita, più forte e più sovrana. Lavoreremo – ha assicurato Macron su X – per un’Europa più unita, più forte e più sovrana in questo nuovo contesto. Cooperando con gli Stati Uniti e difendendo i nostri interessi e i nostri valori”.


Tornando alla riunione della Comunità politica europea, giovedì alle 10 è previsto l’arrivo delle delegazioni. Attesa anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, la quale con Trump, oltre a diverse affinità di carattere politico, ha in comune il fatto di avere un rapporto privilegiato con Elon Musk, primo sponsor del candidato repubblicano, che l’anno scorso fu ricevuto con tutti gli onori a Palazzo Chigi e poi fu addirittura ospite d’eccezione ad Atreju, la festa nazionale di Fdi. La riunione della Comunità politica europea entrerà dunque nel vivo con una sessione plenaria sulle sfide alla sicurezza, seguita da quattro sessioni di discussione su migrazione sicurezza economica. I presidenti di ciascuna tavola rotonda riferiranno sulle discussioni nella seconda sessione plenaria, prevista nel primo pomeriggio. Intorno alle 17,30 la conferenza stampa del primo ministro ungherese Viktor Orban e del primo ministro dell’Albania Edi Rama, il cui Paese ospiterà la prossima riunione della Cpe. Poi, giovedì sera, i leader europei si incontreranno di nuovo per una cena informale al Parlamento ungherese, dove si discuterà proprio dei risultati delle presidenziali Usa. E già qualcuno teme che Orban possa sfruttare l’occasione per una nuova provocazione contro l’Ue, magari un video collegamento con Trump.

Trump rinforza la “Mega” di Orban, l’Ue rischia divisioni a Budapest

Trump rinforza la “Mega” di Orban, l’Ue rischia divisioni a BudapestBudapest, 6 nov. (askanews) – Le inquietudini si erano manifestate sin da quando, mesi fa, il primo ministro ungherese Viktor Orban, detenendo il suo paese la presidenza di turno dell’Ue, aveva deciso di fissare la riunione della Comunità politica europea subito dopo le elezioni Usa, come a rendere esplicito che le sorti del Continente dipendono dalle oscillazioni della politica americana. Ma ora, con la netta vittoria di Donald Trump, il rischio che il format pensato “per affrontare questioni di interesse comune e rafforzare la sicurezza, la stabilità e la prosperità del continente europeo” possa trasformarsi nel palcoscenico di profonde divisioni geostrategiche, appare praticamente una certezza. Una scommessa vinta, quella di Orban, da sempre fervido sostenitore di Trump e da sempre voce critica, se non vera e propria spina nel fianco, delle istituzioni europee. Tanto da attirarsi la definizione di “cavallo di Troia” di Vladimir Putin in Europa.


La quinta riunione della Comunità politica europea, piattaforma voluta dal presidente francese Emmanuel Macron all’indomani dell’invasione russa dell’Ucraina, si svolgerà domani alla Puskas Arena di Budapest, a cui seguirà, il giorno successivo, un Consiglio europeo informale dal quale si attende un “Nuovo patto europeo per la competitività” sulla base dei rapporti redatti dagli ex premier italiani Enrico Letta e Mario Draghi. Al summit sono invitati 47 capi di Stato e di governo dei Ventisette e dei loro vicini, dalla Turchia, all’Ucraina, al Regno Unito (escluse Russia e Bielorussia). Unico assente ‘giustificato’, il premier spagnolo Pedro Sanchez, alle prese con il post alluvione nella Generalitat di Valencia. Le istituzioni Ue saranno rappresentate dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e dall’Alto rappresentante per gli affari esteri, Josep Borrell.


Se la precedente amministrazione Trump aveva destabilizzato non poco le relazioni politiche ed economiche transatlantiche, con i dazi imposti ad alcuni prodotti europei, lo spostamento dell’attenzione Usa verso il contenimento strategico della Cina, il disappunto mostrato verso i Paesi Ue che spendono poco per la difesa e non contribuiscono come potrebbero alla Nato, è sulla guerra in Ucraina che le divisioni tra Europa e Usa, e all’interno della stessa Ue, potrebbero assumere dimensioni rilevanti, avendo Trump promesso in campagna elettorale di porre fine alla guerra “entro 24 ore” dall’elezione, cosa che lascerebbe presagire un repentino disimpegno statunitense nei confronti di Kiev. Non è un caso se stamane Orban (il quale aveva declinato, come slogan per il semestre di presidenza ungherese dell’Ue, il “Make America Great Again” di Trump in “Make Europe Great Again”) si è affrettato a dichiarare che la vittoria di Trump solleva la questione se l’Europa può continuare ad aiutare l’Ucraina da sola. “Per noi leader europei – ha sottolineato Orban al vertice dell’Organizzazione degli Stati turchi a Bishkek – la questione è se l’Europa da sola sia in grado di mantenere il sostegno finanziario e militare all’Ucraina che c’è stato finora. Ne dubito fortemente, quindi sarà necessaria una nuova strategia europea”.


Per scongiurare una fase di tensione con gli Usa e all’interno della stessa Ue, la presidente della Commissione Von der Leyen, congratulandosi con Trump, ha sottolineato che “Unione europea e Stati Uniti sono più che semplici alleati. Siamo legati da un vero partenariato tra i nostri popoli, che unisce 800 milioni di cittadini. Questo legame è profondo, radicato nella nostra storia comune, nell’impegno per la libertà e la democrazia e negli obiettivi comuni di sicurezza e opportunità per tutti. Lavoriamo insieme – è stato l’invito di Von der Leyen a Trump – a un partnerariato transatlantico che continui a dare risultati per i nostri cittadini”. Stessa preoccupazione deve aver colto il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz, i quali, a risultati non ancora definitivi, hanno avuto un colloquio nel quale hanno concordato di “lavorare per un’Europa più unita, più forte e più sovrana. Lavoreremo – ha assicurato Macron su X – per un’Europa più unita, più forte e più sovrana in questo nuovo contesto. Cooperando con gli Stati Uniti e difendendo i nostri interessi e i nostri valori”.


Tornando alla riunione della Comunità politica europea, domani alle 10 è previsto l’arrivo delle delegazioni. Attesa anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, la quale con Trump, oltre a diverse affinità di carattere politico, ha in comune il fatto di avere un rapporto privilegiato con Elon Musk, primo sponsor del candidato repubblicano, che l’anno scorso fu ricevuto con tutti gli onori a Palazzo Chigi e poi fu addirittura ospite d’eccezione ad Atreju, la festa nazionale di Fdi. La riunione della Comunità politica europea entrerà dunque nel vivo con una sessione plenaria sulle sfide alla sicurezza, seguita da quattro sessioni di discussione su migrazione sicurezza economica. I presidenti di ciascuna tavola rotonda riferiranno sulle discussioni nella seconda sessione plenaria, prevista nel primo pomeriggio. Intorno alle 17,30 la conferenza stampa del primo ministro ungherese Viktor Orban e del primo ministro dell’Albania Edi Rama, il cui Paese ospiterà la prossima riunione della Cpe. Poi, domani sera, i leader europei si incontreranno di nuovo per una cena informale al Parlamento ungherese, dove si discuterà proprio dei risultati delle presidenziali Usa. E già qualcuno teme che Orban possa sfruttare l’occasione per una nuova provocazione contro l’Ue, magari un video collegamento con Trump.

Liguria, Orlando: strana presenza Cirio a riunione su giunta

Liguria, Orlando: strana presenza Cirio a riunione su giuntaGenova, 6 nov. (askanews) – “In Liguria si riunisce la maggioranza per formare la giunta, come è normale, come è fisiologico che sia, e a questa riunione di maggioranza partecipa il presidente di un’altra regione. Una stranezza che, però, confligge con l’idea della piena autonomia di una regione come la nostra. Non sarà oggetto di polemica questo, ma una qualche curiosità la suscita”. Lo dice in un video pubblicato sui social il deputato del Pd ed ex candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Liguria, Andrea Orlando, riferendosi alla presenza del governatore del Piemonte Alberto Cirio, in qualità di rappresentante di Forza Italia, alla riunione di lunedì scorso tra il neo presidente della Regione Liguria Marco Bucci e i partiti della maggioranza di centrodestra per discutere della composizione della futura giunta.

Manovra, Pd: taglio risorse a Metro C è scelta contro la Capitale

Manovra, Pd: taglio risorse a Metro C è scelta contro la CapitaleRoma, 6 nov. (askanews) – “Il taglio del 20% delle risorse per il completamento della Metro C è una grave scelta contro la Capitale, più che contro la sua amministrazione. La Linea C è una spina dorsale della città, la linea metropolitana più lunga d’Europa, con 29 stazioni e 26 km, che collega l’estrema periferia con il centro storico e con la città oltre il Tevere”. Così i deputati del Partito Democratico, Andrea Casu e Roberto Morassut, in una nota.


“Questa opera pubblica è la più importante in fase di realizzazione a Roma, non un’opera ordinaria. In Commissione Trasporti abbiamo chiesto al Governo di assumere un impegno per il reintegro di questi fondi già dal prossimo anno, ma neanche questa mediazione è stata accettata. C’è una scelta contro Roma che arriva da un Governo presieduto da una premier romana solo a parole, ma non nei fatti”, spiegano i parlamentari Pd.

Schlein: vittoria Trump brutta notizia, chi festeggia si pentirà

Schlein: vittoria Trump brutta notizia, chi festeggia si pentiràMilano, 6 nov. (askanews) – La vittoria di Donald Trump negli Stati Uniti “è una brutta notizia per l’Europa e una brutta notizia per l’Italia. Non solo perché anche in questi ultimi giorni ha dichiarato di nuovo la sua ostilità verso l’Unione europea, ma anche per quello che ne conseguirà in termini di politiche economiche”. Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein, rispondendo ai giornalisti nel corso di una sua visita a Terni.


“Chi oggi lo festeggia per ragioni di bandiera – ha aggiunto Schlein – smetterà presto quando gli effetti di una nuova politica protezionistica colpiranno le imprese e in lavoratori in Europa e anche qui nel nostro Paese”. “Chiaramente – ha osservato – prima che questo accada serve uno slancio forte dell’Unione europea, in modo coeso, in modo unito, che rimetta al centro una politica di investimenti comuni come è stata quello del Next generation Eu, in grado di generare una vera politica industriale europea che possa migliorare le condizioni di vita, di lavoro e i salari delle persone, che possa guidare l’innovazione e anche la conversione ecologica perché chi ha vinto negli Stati Uniti nega apertamente l’emergenza climatica che sta colpendo molto duramente l’Europa. Lo abbiamo visto anche in queste settimane”.


“Noi speravamo che andasse in un altro modo – ha continuato la segretaria del Pd – perché non ci riconosciamo né mai ci riconosceremo in una idea di società dove i miliardari che ieri festeggiavano chiusi in una stanza con Trump si ergono a paladini del ceto medio che si è impoverito quando sono loro stessi quelli che si sono arricchiti sfruttando il lavoro in un modello economico sbagliato e da cambiare ed hanno usato il loro potere mediatico ed economico per fare promesse che poi come già è accaduto non saranno in grado di mantenere. Noi continuiamo ostinatamente a costruire un’alternativa a questa idea di società qui in Italia. Devo dire – ha aggiunto – che quello che vediamo non è molto diverso da quello che già stiamo vedendo con l’estrema destra al governo in questo Paese che prometteva di abbattere le accise, invece le alzerà, che prometteva di fare i blocchi navali invece butta 800 milioni degli italiani per deportare otto persone alla volta per poi doverle anche riportare indietro e intanto taglia la sanità pubblica mentre la gente anche qui in Umbria non riesce più a curarsi e intanto blocca il salario minimo in un Paese che ha i salari più bassi d’Europa”.

Coppa Davis e Billie Jean King Cup, dal 2025 live su SuperTennis

Coppa Davis e Billie Jean King Cup, dal 2025 live su SuperTennisRoma, 6 nov. (askanews) – Giornata speciale per gli appassionati di tennis, per la Federazione Italiana Tennis e Padel e per il suo canale televisivo SuperTennis Tv. Grazie ad un accordo quadriennale con l’ITF (International Tennis Federation) e la Billie Jean King Cup Limited, il canale della Federazione si è assicurato i diritti in esclusiva delle due massime competizioni internazionali per nazioni.


Dal 2025 al 2028, dunque, tutta la Coppa Davis e tutta la Billie Jean King Cup by Gainbridge saranno trasmesse in chiaro e in esclusiva su SuperTennis Tv e in streaming su SuperTenniX. Ma se l’acquisizione dei diritti della massima competizione a squadre femminile rappresenta una riconferma, l’esclusiva di tutte le sfide della massima competizione a squadre maschile rappresenta un grande e piacevolissimo ritorno. Un regalo speciale per tutti gli appassionati di tennis che finalmente potranno tornare a godere esclusivamente sul canale federale – in chiaro e gratuitamente – delle imprese della nazionale italiana. Il tennis italiano sta vivendo il miglior momento della sua storia, e la possibilità di offrire in esclusiva e gratuitamente la manifestazione a squadre più antica e prestigiosa dello sport mondiale, rafforza il ruolo ‘sociale’ che SuperTennis svolge dal 2008. Da 16 anni, infatti, la televisione tematica della Federazione racconta il tennis, le sue storie e i suoi campioni; dagli anni d’oro delle ‘magnifiche quattro’ della Fed Cup fino al trionfo di Jannik Sinner agli Us Open, SuperTennis è sempre stata al fianco dei campioni azzurri, accompagnandoli nella loro crescita.


Grazie a format realizzati ad hoc dai suoi giornalisti e agli approfondimenti tecnici dai suoi talent, ha contribuito ad alimentare la passione per questo sport e la connessione tra gli azzurri e tutti gli appassionati – non solamente coloro i quali si possono permettere la tv a pagamento – realizzando così un prezioso servizio pubblico che negli anni ha supportato attivamente il boom del tennis in Italia. L’accordo tra SuperTennis e ITF prevede anche l’acquisizione dei diritti delle massime manifestazioni giovanili – la Junior Davis Cup e la Junior Billie Jean King Cup by Gainbridge – e dei più prestigiosi appuntamenti di Beach Tennis e Wheelchair. Per approfondire la conoscenza di due discipline in forte ascesa, ed entusiasmarsi con i loro campioni, nel palinsesto di SuperTennis entreranno, infatti, anche l’ITF Wheelchair World Team Cup, il NEC Wheelchair Singles Masters & ITF Wheelchair Doubles Masters e l’ITF Beach Tennis World Cup and World Championships. Un’offerta che va ad affiancarsi anche a quella dei più prestigiosi appuntamenti di Padel; ricordiamo, infatti, che dal 2017 la tv della FITP accompagna gli appassionati italiani nella scoperta della disciplina della ‘pala’.


Attraverso la trasmissione degli eventi più prestigiosi e di format dedicati alla tecnica e alla scoperta dei campioni e delle loro storie, il canale ha contribuito a dare un grande impulso al boom di popolarità che ha investito anche il nostro Paese.

Netflix annuncia titoli della quinta e ultima serie “Stranger Things”

Netflix annuncia titoli della quinta e ultima serie “Stranger Things”Roma, 6 nov. (askanews) – Nel giorno dell’anniversario della scomparsa di Will Byers, celebrato dai fan di tutto il mondo come lo Stranger Things Day, Netflix annuncia che la quinta e ultima stagione dell’amatissima serie sarà in arrivo nel 2025. Per l’occasione è stato rilasciato un video teaser contenente tutti i titoli degli episodi della stagione finale di “Stranger Things”. Eccoli: “La missione”, “La scomparsa di”, “La trappola”, “Il mago”, “La scossa”, “La fuga da Camazotz”, “Il ponte” e “Il mondo reale”.


Lettera d’amore ai classici film di genere degli anni ’80 che hanno affascinato una generazione intera, “Stranger Things” è un drama emozionante ambientato nell’apparentemente normale cittadina del Midwest di Hawkins, Indiana. Dopo che un ragazzo scompare nel nulla, il suo affiatato gruppo di amici e familiari cerca delle risposte e viene trascinato in una serie di eventi rischiosi e mortali. Sotto la superficie della loro ordinaria cittadina si nasconde uno straordinario mistero soprannaturale, insieme a esperimenti governativi top-secret e a un pericoloso portale che collega il nostro mondo a un regno potente e sinistro. Le amicizie saranno messe alla prova e le vite saranno sconvolte, perché ciò che scopriranno cambierà Hawkins e forse il mondo, per sempre. Creata dai Duffer Brothers, Stranger Things ha debuttato a luglio del 2016 ed è rapidamente diventata una delle più popolari serie TV Netflix di sempre, con la sola quarta stagione che ha totalizzato oltre 140,7 milioni di visualizzazioni a livello globale. Radicata nella nostalgia degli anni ’80, a ogni nuova stagione ha dato vita a una rinascita di oggetti della cultura pop di quel decennio, come le cialde Eggo e la New Coke. Più di recente ha riportato alla ribalta il brano di Kate Bush “Running Up That Hill”, facendo registrare un aumento degli streaming su Spotify e catapultandolo nella Top 10 della classifica Billboard Hot 100 per la prima volta nei suoi 38 anni di storia. La serie ha inoltre ottenuto oltre 70 riconoscimenti in tutto il mondo tra cui Emmy e lo Screen Actors Guild Award per il Miglior cast in una serie drammatica ed è stata nominata per oltre 230 premi. I fan di Stranger Things di tutto il mondo festeggiano il 6 novembre – giorno della scomparsa di Will Byers – come lo “Stranger Things Day”, un giorno speciale in cui condividono il loro amore per il mondo di Stranger Things.


La quinta stagione è stata annunciata come la stagione finale di Stranger Things, ma sono in cantiere altri progetti legati all’universo, tra cui: “Stranger Things: The First Shadow” in scena nel West End di Londra e una serie spinoff animata senza titolo.

Usa 2024, stasera su Sat 2000 nuova stagione “Di Bella sul 28” su Sat 2000

Usa 2024, stasera su Sat 2000 nuova stagione “Di Bella sul 28” su Sat 2000Roma, 6 nov. (askanews) – Stasera alle ore 21.10 su Tv2000 parte la nuova stagione di ‘Di Bella sul 28’. Una puntata speciale sulle elezioni Usa e la vittoria di Donald Trump che Antonio Di Bella conduce in diretta da Washington. Aggiornamenti in tempo reale, sondaggi, reportage e collegamenti dalla Casa Bianca. Tra gli ospiti in studio a Roma: Gaetano Quagliariello, ex ministro, presidente della fondazione Magna Charta; Lorenzo Guerini, deputato del Pd, presidente del Comitato parlamentare di controllo sui Servizi segreti; Greta Cristini, analista geopolitica. In ogni puntata ospite fisso la conduttrice di Tv2000, Monica Mondo.Di Bella ha una lunga carriera in Rai dove è stato anche direttore del Tg3, di Rai3, di Rai News e del genere Approfondimento nonché corrispondente da Parigi e da New York.

Rally dollaro schiaccia l’euro fin sotto 1,07 a minimi 4 mesi

Rally dollaro schiaccia l’euro fin sotto 1,07 a minimi 4 mesiRoma, 6 nov. (askanews) – Il rally del dollaro, innescato dal trionfo di Donald Trump alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, schiaccia l’euro ai minimi da oltre quattro mesi a questa parte. Nel pomeriggio la valuta condivisa resta in forte calo, rintracciando in parte a 1,0719 dollari (-1,93%), dopo aver toccato un minimo di seduta a 1,0683, sui valori di inizio luglio.


In prospettiva a pesare sull’euro-dollaro potrebbe anche essere una potenziale divergenza sulla manovra di riduzione del freno monetario tra Bce e Federal Reserve. La Banca centrale europea dovrebbe tagliare nuovamente i tassi di interesse a dicembre. Anche la Fed finora era vista orientata in tal senso, ma non è da escludersi una linea più prudente se dovessero crearsi elementi con potenziali pressioni inflazionistiche. Domani i fari saranno tutti puntati sulle decisioni del Fomc, il direttorio della Fed e sulla conferenza stampa del suo presidente, Jerome Powell, che non sembra essere particolarmente gradito a Trump.

Ucraina, Salvini: con Trump non ci sarà bisogno di inviare altre armi

Ucraina, Salvini: con Trump non ci sarà bisogno di inviare altre armiRoma, 6 nov. (askanews) – “L’Ucraina l’abbiamo sempre aiutata e sempre l’aiuteremo finché si tratterà di aiuti per difendersi, mai per attaccare. Conto che l’elezione, la vittoria e l’insediamento di Trump riportino la pace e che non ci sia bisogno di undicesimi, dodicesimi o tredicesimi pacchetti di invio di armi”. Lo ha detto il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, interpellato alla Camera dopo il question time.


“Aiuteremo l’Ucraina a difendersi finché sarà necessario. Conto che l’arrivo dei repubblicani alla Casa Bianca porti alla fine dei due conflitti”, ha aggiunto. E a chi gli chiedeva dell’aumento delle spese militari chiesto dalla Nato, Salvini ha risposto: “Una cosa per volta, se non ci sono più guerre serve anche meno spesa”.