Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Autore: Redazione StudioNews

Le professioni della salute: più specializzazione per gli ottici

Le professioni della salute: più specializzazione per gli otticiMilano, 30 nov. (askanews) – In Italia gli ottici abilitati attivi nella filiera sono 21.500: 19.500 nel retail specializzato e 2.000 nelle altre imprese. Nella sola Lombardia gli ottici sono 2148 (Registro Imprese), a Milano 1074. Le professioni dell’ottico e dell’ottico optometrista sono molto richieste in un mercato come quello italiano che, solo per quanto riguarda l’occhialeria, ha una produzione del valore di 5,53 miliardi di euro (2023, dati Anfao). La filiera italiana dell’ottica ha un valore complessivo di 9,23 miliardi di euro.


Questi sono i numeri di scenario studiati e analizzati da Istituto Zaccagnini, scuola per Ottici e Optometristi, con sede a Bologna e Milano. A partire da dati nazionali e di settore dell’istruzione professionale in ottica e optometria politici e esponenti della filiera, incontratisi presso la sede milanese dell’Istituto, hanno dibattuto sul ruolo che ottici e optometristi svolgono e potrebbero svolgere grazie ad una migliore collaborazione ed integrazione con la classe medica, oculisti in primis, per garantire un’adeguata visione e contribuire alla cura e salute degli occhi a tutti i cittadini italiani. In Italia sette sono i corsi di laurea triennale in Ottica e Optometria (dopo la laurea triennale è necessario prendere l’abilitazione) e sono a Torino, Milano, Padova, Firenze, Roma3, Napoli, Lecce. Per diventare ottico è anche possibile studiare presso un Istituto professionale post diploma, presso il quale si ottiene, dopo un biennio di studi, l’abilitazione.


Secondo il Consorzio Interuniversitario Alma Laurea, il numero dei laureati dal 2018 al 2022 è sceso del 46,7%. Nel 2018 i sette atenei hanno proclamato 250 laureati in Ottica e Optometria, mentre nel 2022, i medesimi sette atenei ne hanno proclamati 128. Anche se non vi sono dati ufficiali, nel comparto si stima che il sistema scolastico nazionale abiliti ogni anno circa 650-700 ottici, compresi i privatisti ed i candidati laureati in O.O. Il percorso universitario non completa del tutto il curriculum di chi vuole diventare ottico, perché dopo la laurea è necessario comunque sostenere l’esame di stato. Il numero, secondo gli addetti del settore, è insufficiente a coprire la domanda della filiera. La laurea in Ottica e Optometria – fonte Consorzio Interuniversitario Alma Laurea – vede un bassissimo tasso di disoccupazione, un sicuro ingresso nel mondo del lavoro, retribuzioni nazionali in aumento. Un giovane neodiplomato, assunto in un negozio di ottica, viene inquadrato al terzo livello del commercio con una RAL non inferiore ai 25.000 euro e ha diverse possibilità di carriera. Un dettaglio da rilevare: nel settore non ci sono differenze di remunerazione tra donne e uomini. A fronte di questo scenario, molte domande restano aperte.


Dal 2021, con il decreto legge 2018 n. 42 che ha riformato il profilo dell’ottico, sono effettive – a livello nazionale – le norme che stabiliscono il nuovo percorso formativo di questa figura professionale. Gli studenti che avranno completato il biennio e il quinquennio per l’abilitazione alla professione di ottico dovranno avere una formazione avanzata, orientata ad assistere, consigliare il cliente sui prodotti migliori per la correzione del difetto visivo, ma non solo. Il “nuovo” ottico, come da decreto, è chiamato anche a “Effettuare, con adeguate tecnologie e nei casi consentiti dalla normativa vigente, l’esame delle abilità visive e della capacità visiva binoculare in relazione alla progettazione e all’assemblaggio degli ausili ottici necessari, segnalando all’attenzione medica eventuali condizioni del cliente che indichino anomalie degli occhi e della salute” (Competenza numero 3, Allegato M, Decreto interministeriale 92, 24 maggio 2018). Nasce così il profilo di uno specialista che deve segnalare al medico eventuali situazioni di allerta, facendo così da prima barriera di controllo e difesa della visione e della salute dell’occhio. Il mercato richiede ottici e optometristi sempre più formati per rispondere al bisogno di servizi oftalmici di una popolazione ametrope che invecchia e pertanto ha una crescente necessità di assistenza e riferimenti facili da raggiungere. Due dati: entro il 2050 la proporzione di anziani tenderà a raddoppiare, passando dall’11% al 22% della popolazione totale; l’indice di vecchiaia (calcolato come rapporto tra over 65 e under 15), sintetizza al meglio l’invecchiamento della popolazione e, nel 2022, risultava pari a 188, ad indicare che vi sono circa 1,88 “anziani” per ogni “giovane”.


Osserva Giorgio Righetti, direttore di Istituto Zaccagnini: “Nel difficile quadro economico nazionale, è necessario valorizzare una professione con sbocchi professionali sicuri che svolge un ruolo determinante nel contesto attuale in cui il bisogno di salute cresce – e continua – Credo che nell’ottica si vedano le conseguenze di una mancata sensibilità sistemica nei confronti dell’istruzione professionale. Di fatto, l’offerta scolastica italiana non risponde ai bisogni degli studenti, che spesso abbandonano gli studi, e della filiera, che richiede competenze avanzate. Diventa necessario rinnovare la didattica e la tecnologia per investire sul presente e sul futuro dell’istruzione professionale dell’ottica”.

Giornata del dono: A scuola di generosità con la Fondazione Aifr

Giornata del dono: A scuola di generosità con la Fondazione AifrMilano, 30 nov. (askanews) – Martedì 3 dicembre si celebra il GivingTuesday, la giornata mondiale del dono, iniziativa nata a New York nel 2012 come risposta solidale all’ondata di consumismo del Black friday e del Cyber monday. In Italia, la Fondazione Aifr celebra l’ottava edizione con una serie di iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica e valorizzare il ruolo del terzo settore, con il patrocinio dell’Associazione nazionale comuni italiani, Assifero e CSVNet.


Oggi il GivingTuesday ha assunto una dimensione globale, coinvolgendo oltre 100 Paesi. Secondo i dati del GivingTuesday data commons, l’edizione 2023 ha registrato negli Stati Uniti 3,1 miliardi di dollari di donazioni. Anche in Italia, sono stati donati 760.000 euro donati da 17.813 sostenitori, con una donazione media di circa 98 euro. In vista del prossimo 3 dicembre la Fondazione Aifr promuove numerose attività in Italia, per una partecipazione attiva della cittadinanza e delle istituzioni all’ottava edizione del GivingTuesday. “A scuola di generosità” è un’iniziativa educativa pensata per sensibilizzare gli studenti sui temi della solidarietà e dell’impegno sociale. Se negli anni passati sono state coinvolte le scuole secondarie, quest’anno, per la prima volta, il programma introduce schede didattiche progettate per le scuole primarie. Le tematiche affrontate spaziano dalla solidarietà ai diritti umani, dall’immigrazione alla cittadinanza attiva. In collaborazione con esperti e organizzazioni non profit, sono disponibili 16 schede didattiche che propongono attività interattive, tra cui discussioni in aula, lavori di gruppo e laboratori creativi.


Per il 3 dicembre la Fondazione Aifr lancia anche lo StreamingTuesday, una maratona in diretta streaming su Twitch, con oltre 30 content creator, che si alterneranno dalle prime ore del mattino fino a notte fonda. Durante la maratona, diversi streamer intratterranno le loro community con sessioni di gaming e just chatting, invitando il pubblico a donare a favore di importanti cause sociali. Inoltre il GivingTuesday tornerà anche quest’anno a illuminare di rosso monumenti storici d’Italia, un colore che simboleggia l’amore e la solidarietà. Sono già più di 70 i comuni che hanno aderito all’iniziativa.

A Milano Cnr e Ied mettono in mostra il mondo nanoscopico dei virus

A Milano Cnr e Ied mettono in mostra il mondo nanoscopico dei virusMilano, 30 nov. (askanews) – Scienza e design insieme al servizio della divulgazione scientifica, per offrire un viaggio inedito nelle nano-dimensioni: quelle dei virus, entità biologiche che convivono con le specie viventi da miliardi di anni. Noti come causa di malattie – non a caso etimologicamente significano veleno – i virus sono per lo più innocui, alcuni di essi hanno avuto addirittura un ruolo nell’evoluzione, e oggi sono usati anche come strumenti di cura.


Al Museo di Storia naturale di Milano dal 3 dicembre al 7 febbraio questi microrganismi sono i protagonisti della mostra Grande come un virus, promossa dall’Istituto di biofisica di Milano del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibf-Cnr), dal Comune di Milano – Cultura e dall’Istituto europeo di design (Ied). La mostra, che inaugura nella Giornata mondiale contro l’Aids, accompagnerà il pubblico alla scoperta del mondo dei virus con lo scopo di conoscerli e capire che non sono nemici da sconfiggere, ma entità biologiche antiche e, in parte, ancora da esplorare. Un mondo che il Cnr studia da anni e che, con il contributo progettuale e creativo di Ied, si avvicina ora al grande pubblico. La collaborazione tra Istituto di biofisica e Ied è partita più di un anno fa quando, in occasione dei 100 anni del Cnr, fu presentato un modello interattivo di Hiv in scala uno a 10 milioni realizzato, seguendo le indicazioni delle scienziate e degli scienziati del Cnr, dalle e dai designer Ied. L’accesso al mondo nanoscopico dei virus avviene attraverso un corridoio che inizia a un viaggio nelle dimensioni: ad ogni passo ci si immagina 10 volte più piccole e più piccoli, fino a ritrovarsi grandi come virus. Una volta in questo mondo, si potrà osservare il grande modello interattivo dell’Hiv. Le componenti del modello, protagonista della mostra, rappresentano le macromolecole biologiche del virus e a ciascuna di esse è associato un suono, a creare una polifonia del virus, una EnzymiÓrchestra. L’aspetto sonoro offre una versione poetica e metaforica del concetto di contagio virale: se toccato da una persona, il virus emette un suono; se chi lo tocca prende per mano un’altra persona, il suono si amplifica, propagandosi dunque nel momento in cui si crea una catena di persone in contatto tra loro (la catena del contagio).


Lo spazio adiacente racconta la varietà del mondo virale, con una collezione di modelli di virus ingranditi un milione di volte in modo da poter apprezzare le differenti forme e dimensioni di alcune delle specie più note: Papilloma, Zika, Ebola, Virus del Mosaico del Tabacco, Virus dell’Influenza, Batteriofago T4, Polio-virus e Virus Adeno-Associato. Il ruolo dei virus nell’evoluzione dei viventi sarà illustrato attraverso curiosità ed esempi, basati su letteratura e dati scientifici: dai “salti di specie” (spillover) alle ricombinazioni genomiche che a lungo andare contribuiscono alla diversificazione delle specie. La parte successiva del percorso racconta la riproduzione dei virus attraverso il processo di replicazione all’interno di una cellula ospite. Attraverso modelli di proteine virali viene illustrato il lavoro di ricerca svolto nei laboratori Ibf del Cnr: studiare i dettagli di tali proteine per comprenderne il funzionamento al fine di identificare molecole capaci di bloccarne l’azione. Questi studi mirano a sviluppare farmaci innovativi per controllare le infezioni virali. Si potrà comprendere il tutto attraverso giochi interattivi adatti anche ai bambini, manipolando i modelli di proteine, per disporli secondo un’organizzazione simmetrica, e identificando le molecole che riescono ad interferire con la loro attività. La mostra si chiude con un video, in cui si illustrano i passaggi biotecnologici che permettono l’utilizzo dei virus come vaccini e come vettori per la terapia genica.


La mostra è adatta a un pubblico diversificato, incluse scolaresche e famiglie con bambini dagli 8 anni in su e sarà aperta da martedì a domenica con accesso consentito esclusivamente tramite visita guidata.

Conto alla rovescia a Manarola per “il Presepe luminoso più bello del mondo”

Conto alla rovescia a Manarola per “il Presepe luminoso più bello del mondo”La Spezia, 30 nov. (askanews) – Il presidente del Parco delle Cinque Terre Lorenzo Viviani ha fatto visita ai volontari dell’Associazione del Presepe di Mario Andreoli, e del CAI La Spezia, impegnati sulla Collina delle Tre Croci a Manarola in vista dell’accensione dell’8 dicembre. La Collina delle Tre Croci a Manarola si sta gradualmente ripopolando delle figure luminose che presto andranno a comporre la maestosa natività luminosa ideata dall’estro creativo di Mario Andreoli.


Ogni anno l’Associazione del Presepe di Mario porta avanti l’eredità di un’opera che unisce creatività, caparbietà e amore per il paesaggio, lavorando senza sosta in vista dell’accensione prevista per l’8 dicembre. Questo rito, atteso e partecipato, scandisce il countdown al Natale Natale: le oltre 200 figure vengono posizionate con cura sulle terrazze in pietra che abbracciano il borgo di Manarola, creando un quadro suggestivo visibile anche dal mare.I materiali utilizzati sono poveri e quasi sempre di recupero ma l’effetto finale è sorprendente, regalando un’atmosfera sospesa tra sogno e realtà. Mario Andreoli sapeva scorgere la bellezza nelle cose semplici e trasformarle in arte sostenibile. Attraverso la luce, riusciva a scolpire i suoi sogni, persino nel paesaggio più austero delle Cinque Terre. Questo spirito è stato trasmesso alla comunità manarolese che, ancora oggi, lavora per mantenere viva questa tradizione. Lo sfalcio dell’ampia area (quest’anno con il supporto dei manutentori dei sentieri del Parco), la posa dei pali di sostegno, la realizzazione delle figure luminose, il loro trasporto e la loro sistemazione sulle fasce, sono solo alcune delle complesse fasi preparatorie. Tutto questo è possibile grazie all’impegno dell’associazione che garantisce continuità all’opera di Mario, con il sostegno del Comune di Riomaggiore e del Parco e la collaborazione del CAI La Spezia.Il sogno di Mario Andreoli, iniziato nel 1961 con l’illuminazione di Tre Croci grazie alla batteria di un’automobile per esaudire il desiderio del padre, continua così a vivere. Durante la sua prima visita, il presidente del Parco, Lorenzo Viviani, ha espresso “profonda gratitudine e apprezzamento per l’impegno e la passione dei volontari”, sottolineando il valore di un’opera che intreccia memoria, creatività e sostenibilità: “è stato estremamente utile osservare da vicino il lavoro svolto dai volontari. Sono rimasto colpito dalla capacità di nobilitare materiali poveri e oggetti dismessi che in questo scenario unico trovano una seconda vita. Le Cinque Terre sono terre di fatica, ma anche di magia e creatività. Nel suo presepe Mario è riuscito a coniugare molteplici anime. Oggi questa straordinaria opera unisce passato, presente e futuro, mantenendo vivo il ricordo di un grande talento creativo che ha donato alle Cinque Terre il presepe più bello del mondo.”

Al Parco delle Cinque Terre consegna attestati “manutentori territorio”

Al Parco delle Cinque Terre consegna attestati “manutentori territorio”Roma, 30 nov. (askanews) – Si svolge oggi al Parco Nazionale delle Cinque Terre la cerimonia di consegna degli attestati di qualifica “Operatori alla difesa e manutenzione del territorio e delle risorse ambientali” figura professionale per la manutenzione delle infrastrutture verdi del Parco, realizzata in sinergia con Alfa Liguria e Isforcoop e.t.s. L’evento, che celebra il completamento di questo percorso formativo e il conseguimento della qualifica professionale da parte dei primi 18 manutentori dei sentieri del Parco, sarà un’occasione per valorizzare l’importanza di formare e qualificare la manodopera necessaria alla salvaguardia del nostro territorio.

Risultati e classifica di serie A, scatto Cagliari

Risultati e classifica di serie A, scatto CagliariRoma, 29 nov. (askanews) – Questi i risultati e la classifica del campionato di serie A dopo Cagliari-Verona 1-0


Quattordicesima giornata Cagliari-Verona 1-0, sabato 30 novembre ore 15 Como-Monza, ore 18 Milan-Empoli, ore 20.45 Bologna-Venezia, domenica 1° dicembre ore 12.30 Udinese-Genoa, ore 15 Parma-Lazio, Torino-Napoli, ore 18 Fiorentina-Inter, ore 20.45 Lecce-Juventus, lunedì 2 dicembre ore 20.45 Roma-Atalanta. Classifica: Napoli 29, Inter, Atalanta, Fiorentina, Lazio 28, Juventus 25, Milan 19, Bologna 18, Udinese 16, Empoli 16, Torino 15, Cagliari 14, Roma 13, Lecce, Verona, Parma 12, Genoa 11, Como 10, Monza 9, Venezia 8.


Quindicesima giornata venerdì 6 dicembre ore 18.30 Inter-Parma, ore 20.45 Atalanta-Milan, ore 15 Genoa-Torino, ore 18 Juventus-Bologna, ore 20.45 Roma-Lecce, domenica 8 dicembre ore 12.30 Fiorentina-Cagliari, ore 15 Verona-Empoli, ore 18.00 Venezia-Como, ore 20.45 Napoli-Lazio, lunedì 9 dicembre ore 20.45

Ue, Meloni sente Costa: urgente legislazione su rimpatri migranti

Ue, Meloni sente Costa: urgente legislazione su rimpatri migrantiRoma, 29 nov. (askanews) – La presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, ha avuto questo pomeriggio un colloquio telefonico con il presidente entrante del Consiglio europeo, Antonio Costa, a seguito del passaggio di consegne odierno con il Presidente uscente, Charles Michel.


“Nel rinnovare i propri auguri di buon lavoro”, si legge in una nota, Meloni “si è concentrata sulle priorità italiane in vista del Consiglio europeo di dicembre, a partire dal tema migratorio. A questo riguardo, ha sottolineato l’esigenza che l’Unione europea possa contare su un quadro giuridico sempre più efficace per la gestione ordinata delle domande di asilo e delle procedure di rimpatrio dei migranti irregolari, ricordando in particolare l’indicazione da parte del Consiglio europeo dello scorso ottobre della necessità di un’urgente iniziativa legislativa proprio in materia di rimpatri. Grande attenzione è stata quindi dedicata al consolidamento e all’ulteriore sviluppo di partenariati paritari tra l’Unione europea e gli Stati di origine e transito dei migranti, anche sul modello del Piano Mattei italiano, così come all’ulteriore rafforzamento della lotta ai traffici di esseri umani”. Meloni ha, inoltre, “espresso apprezzamento per il recente annuncio da parte del presidente Costa della convocazione di un Consiglio europeo straordinario il prossimo febbraio per discutere delle sfide di sicurezza con cui si confronta l’Unione europea. I due leader hanno concordato di mantenere uno stretto rapporto operativo su tutti i principali dossier di attualità europea”.

Ita-Lufthansa, da Ue ok a remedies: chiusura accordo a inizio 2025

Ita-Lufthansa, da Ue ok a remedies: chiusura accordo a inizio 2025Bruxelles, 29 nov. (askanews) – La Commissione europea ha approvato a Bruxelles la definizione di EasyJet, Iag e Air France-Klm come operatori che forniranno i rimedi idonei ai sensi degli impegni assunti da Lufthansa e dal Mef al fine di acquisire il controllo congiunto di ITA Airways. L’approvazione di rimediatori una condizione affinché Lufthansa e il Mef possano attuare la transazione. “Dopo l’approvazione odierna, Lufthansa e il Mef possono attuare la transazione”, ha sottolineato la Commissione.


“Dopo Mps anche per Ita vediamo il traguardo”, ha detto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. “Siamo soddisfatti per questa nuova tappa, ora dobbiamo fare l’ultimo miglio”, ha aggiunto Giorgetti commentando la pronuncia della commissione DGcomp sul dossier. La compagnia aerea tedesca ha fatto sapere che dopo il via libera “incondizionato” da parte della Ue all’acquisto del 41% di Ita Airways, “la chiusura dell’accordo è attualmente prevista per l’inizio del 2025”. Lufthansa evidenzia che “l’autorità di concorrenza dell’Ue ha approvato le misure correttive presentate da Lufthansa e dal Ministero dell’Economia e delle Finanze italiano l’11 novembre. Il Gruppo Lufthansa accoglie con favore questa autorizzazione da parte della Commissione UE, in quanto rappresenta un’importante pietra miliare nel processo di M&A verso il successo dell’acquisizione di ITA Airways”.

Nuova Commissione Ue, Von der Leyen vince ma non convince

Nuova Commissione Ue, Von der Leyen vince ma non convinceRoma, 29 nov. (askanews) – Altro che obiettivi ambiziosi, cambio di paradigma, coraggiose assunzioni di responsabilità, chiamata alle armi, come era stato cinque anni fa con il ‘Green Deal’: il discorso con cui Ursula von der Leyen doveva convincere la maggioranza del Parlamento europeo a votare la fiducia alla sua nuova Commissione, il 27 novembre a Strasburgo, è stato poco ispirato e poco convincente, per nulla straordinario, stanco, senza visione, senza un progetto faro che mostri la rotta.


Una nuova versione del Patto verde proposta da von der Leyen, il ‘Clean Industry Act’, di cui non si conoscono ancora i contenuti, sarà probabilmente solo un tentativo di semplificare e forse anche deregolamentare l’attuazione delle norme già approvate per la transizione verde, e con pochi fondi, visto che la presidente della Commissione non vuol neanche sentir parlare di nuove emissioni di debito comune. L’impegno di ‘mantenere la rotta’ sul Green Deal verrà presto smentito dalle iniziative per annacquare e ritardare l’attuazione del regolamento sulla riduzione delle emissioni di CO2 dei veicoli (con l’obiettivo del loro azzeramente nel 2035), e da un probabile stravolgimento della normativa Cbam (‘Carbon Border Adjustment Mechanism’), che prevede l’introduzione graduale, dal 2026 al 2034, di ‘dazi climatici’ all’importazione nell’Ue di energia e altri prodotti delle industrie energivore come cemento, acciaio, chimica e fertilizzanti, da paesi che non hanno sistemi equivalenti all’Ets, la ‘borsa’ europea dei permessi di emissione.


Un grande progetto per i prossimi cinque anni di mandato, in realtà, von der Leyen lo avrebbe già sul tavolo, se davvero intendesse dare seguito integralmente, con misure concrete, ambiziose e conseguenti ai rapporti Draghi e Letta sul futuro della competitività europea e sull’ulteriore sviluppo del mercato unico, senza utilizzarlo come un menu ‘à la carte’, da cui prendere solo alcune cose a scelta, ignorando o scartando le altre. Ma si può già prevedere che mancherà la volontà politica, da parte della Commissione e degli Stati membri, di concretizzare finalmente una vera e propria politica industriale dell’Ue, e mancheranno i finanziamenti, sia pubblici che privati, per finanziare gli ingenti investimenti necessari alla transizione verde restando competitivi, secondo le raccomandazioni di Mario Draghi. Alla fine, si può prevedere, sarà ripresa soprattutto la raccomandazione (giusta) di semplificare gli oneri burocratici per le imprese, interpretata però (in modo sbagliato) come un appello alla deregolamentazione.


Intanto, si prepara lo scontro tra le due componenti della ‘maggioranza Ursula allargata’ che ha votato eccezionalmente la fiducia, quella di centro sinistra (S&D e Renew e Verdi) e quella di centro destra (Ppe ed Ecr), un vero e proprio unicorno che difficilmente si riproporrà nei voti sulla legislazione europea. Rivedremo la ‘maggioranza Venezuela’, ovvero da un’alleanza Ppe-Ecr appoggiata dall’esterno con i voti dei gruppi di estrema destra dei Sovranisti (Esn) e dei ‘Patrioti’ (Pfe) innanzitutto ogni volta che si presenterà un’occasione di fare marcia indietro sul Green Deal, ma presto anche e soprattutto sui temi dell’immigrazione e asilo. La nuove proposte legislative della Commissione per una nuova direttiva sui rimpatri e per una nuova lista comune dei ‘paesi terzi sicuri’, essenziali per l’esternalizzazione della gestione della politica migratoria comunitaria, saranno presentate entro giugno. La Commissione, secondo quanto ha fatto capire von der Leyen, proporrà la possibilità di deportare nei paesi terzi sicuri non solo i migranti irregolari senza il diritto alla protezione internazionale e in attesa di rimpatrio (‘return hub’), ma anche quelli che invece avrebbero diritto all’asilo nell’Ue. Sarà una nuova versione del ‘modello Ruanda’, adattata per tener conto del precedente ‘modello Turchia’. E sarà una sconfitta storica per il centro sinistra e per la fantomatica ‘maggioranza europeista’ con il Ppe, in cui ancora vogliono credere i Liberali, i Socialisti e i Verdi che hanno appoggiato la fiducia a von der Leyen.


I numeri del voto di fiducia alla nuova Commissione Il voto di Strasburgo per la nuova Commissione europea alla fine è andato benone: la fiducia è passata con un’ampia maggioranza: 370 voti a favore, 282 contrari e 36 astensioni pari al 51,46% (su 719 seggi totali, ma il 53,77% rispetto ai 688 eurodeputati presenti in aula). Chiariamo subito che, al contrario di quanto alcuni hanno osservato nella stampa italiana, non si tratta di una maggioranza di ‘soli nove voti’, che si riferirebbe alla soglia della maggioranza assoluta di 361 voti. A parte che quella soglia oggi è in realtà di 360 voti, perché un seggio (spagnolo) dei 720 totali non è ancora stato assegnato, bisogna precisare che per la fiducia alla Commissione è prevista l’approvazione della plenaria con la maggioranza relativa dei votanti, e dunque senza alcuna soglia: basta che vi sia anche solo un voto favorevole in più rispetto ai voti contrari. Von der Leyen, dunque, ha vinto non con nove voti di scarto rispetto a una soglia inesistente, ma con 88 voti di vantaggio rispetto ai ‘no’. Resta il fatto politicamente significativo, sebbene tecnicamente senza conseguenze, che numericamente è stato il peggiore risultato per una nuova Commissione fin da quando esiste il voto di fiducia del Parlamento europeo, istituito dal Trattato di Maastricht e applicato la prima volta nel 1995, con la Commissione di Jacques Santer, che ebbe 417 voti favorevoli su 626 seggi totali, il 66,61%. Romano Prodi nel 1999 ebbe l’81,46% (510 voti su 626 seggi), José Manuel Barroso il 65,30% nel 2004 (478 su 732), ancora Barroso nel 2010 ebbe il 66,30% (488 su 736), Jean-Claude Juncker nel 2014 il 56,32% (423 su 751), e la stessa von der Leyen nel 2019 arrivò al 61,63% (461 su 748). Ed è stata anche la prima volta che il numero di ‘sì’ alla fiducia per il nuovo collegio dei commissari è stato inferiore a quello con cui era stata ‘eletta’ la sua presidenza: la Commissione von der Leyen II ha ricevuto 31 voti in meno rispetto ai 401 che la presidente von der Leyen aveva ricevuto dalla plenaria di Strasburgo a luglio, per il suo secondo mandato. Inoltre, ci sono state molte defezioni (il voto era nominale, non segreto) nel voto di fiducia dei tre gruppi centrali della vecchia ‘maggioranza Ursula’, soprattutto nel Ppe (25 contrari, quasi tutti spagnoli, e due astenuti) e nei Socialisti e Democratici (25 contrari, soprattutto francesi e 18 astenuti, soprattutto tedeschi), meno in Renew (sei astenuti); mentre i due gruppi ‘laterali’ opposti, Verdi e Conservatori dell’Ecr, come ci si attendeva, hanno appoggiato la fiducia con circa la metà dei loro eurodeputati: i Verdi con 27 favorevoli, 19 contrari e sei astenuti, e l’Ecr con 33 favorevoli (tra cui i 24 italiani di Fdi), 39 contrari (soprattutti i polacchi del Pis), e quattro astenuti. di Lorenzo Consoli e Alberto Ferrarese

Con crisi Francia-Germania Meloni punta a centralità in Ue, ma anche Sanchez

Con crisi Francia-Germania Meloni punta a centralità in Ue, ma anche SanchezRoma, 29 nov. (askanews) – Una serie di fortunati eventi, per parafrasare il titolo di un film per ragazzi, potrebbe dare a Giorgia Meloni l’opportunità di avere un ruolo di rilievo nella legislatura europea che si sta aprendo. Lo stato di pre-crisi del governo francese di Michel Barnier (peraltro atteso giovedì a Palazzo Chigi) unito alla debolezza di Emmanuel Macron da un lato, e la Germania che si avvia a nuove elezioni dall’altro, è il ragionamento della premier, le daranno l’occasione per incunearsi nei processi decisionali europei, contando anche sul ruolo assegnato a Raffaele Fitto, vicepresidente esecutivo della nuova Commissione europea.


Con Ursula von der Leyen il rapporto è buono. Dopo il primo “no” al bis della tedesca, Meloni le ha assicurato il voto favorevole degli europarlamentari di Fdi – a differenza del Pis polacco, l’altra grande componente di Ecr – alla fiducia per l’intera nuova Commissione, e continuerà a svolgere un ruolo cruciale di dialogo e di eventuale appoggio nell’ottica della nuova “maggioranza Venezuela”. In particolare sulla partita che più interessa a Meloni, quella dei migranti, ma anche su altri temi, come quello delle norme ambientali e climatiche, la leader italiana punterà a condizionare e supportare lo spostamento a destra dell’esecutivo di Bruxelles. Le due si sono viste l’ultima volta al G20 di Rio e c’è un canale di comunicazione diretto. Tanto che – secondo quanto si apprende da fonti sia italiane che europee – la presidente della Commissione sarebbe stata invitata alla festa di Atreju, la kermesse dei Fratelli d’Italia, in programma al Circo Massimo a Roma dall’8 al 15 dicembre. Il programma è top secret, ma Vdl potrebbe essere uno degli ospiti d’onore, come l’anno scorso fu Elon Musk. Proprio il rapporto con il fondatore di Tesla, uno dei principali consiglieri e futuri membri dell’amministrazione Trump, è considerato una carta da giocare, tanto che sarebbero già in corso i contatti per un primo incontro tra il tycoon e la presidente della Commissione, con la leader italiana nelle vesti di “facilitatrice”.


Dall’altro lato, anche il premier spagnolo Pedro Sanchez proverà a esercitare un’influenza sulla presidente della Commissione, ritenuta da molti un’ottima esecutrice delle strategie e decisioni prese dal suo potentissimo capo di gabinetto, Bjorn Seibert, più che una leader con una propria visione strategica. Sanchez ha mandato a Bruxelles l’altra vice presidente esecutiva della Commissione, Teresa Ribera, che è stata messa sulla graticola dal Ppe (su richiesta dei popolari spagnoli) prima del via libera. Ma ora che è stata confermata, Ribera è il vero numero due dell’Esecutivo comunitario, ed è il più importante vero contrappeso, con la sua appartenenza socialista e le sue convinzioni ambientaliste, allo sbandamento a destra di von der Leyen e del Ppe. Il premier spagnolo teme uno slittamento dell’esecutivo sempre più lontano dalle istanze progressiste e ormai da tempo ha inaugurato una netta presa di distanze da Meloni, e in particolare dal suo ‘modello Albania’ per la gestione dell’immigrazione irregolare. Meloni ha anche instaurato un rapporto stretto (coltivato con frequenti contatti) con Kaja Kallas, neo Alto responsabile per la politica estera Ue, con cui sarà in Lapponia il 20 e 21 dicembre prossimi, per il primo incontro Nord-Sud a quattro tra Finlandia, Svezia, Italia e Grecia. A unire Kallas e Meloni c’è sicuramente una linea di pieno sostegno all’Ucraina.


di Alberto Ferrarese e Lorenzo Consoli