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Da 10 a 17 febbraio cuochi di Alleanza Slow Food celebrano i legumi

Da 10 a 17 febbraio cuochi di Alleanza Slow Food celebrano i legumiMilano, 9 feb. (askanews) – Dopo il successo delle precedenti edizioni, torna e si rinnova “Aggiungi un legume a tavola”, la campagna di Slow Food Italia e della sua rete giovani in occasione della Giornata mondiale dei legumi. Quest’anno, per una settimana intera, a partire dal 10 e fino al 17 febbraio, i legumi saranno protagonisti delle proposte culinarie di ristoranti e pizzerie della rete.


“Preziosi alleati per il suolo e fonti ricchissime di micronutrienti e proteine, i legumi sono piccoli ma grandi alimenti dalle innumerevoli proprietà. La stessa Fao li ritiene chiave per affrontare la sostenibilità alimentare e ha indetto una giornata per celebrarli, il 10 febbraio” ricorda Slow Food Italia, spiegando che “il tema scelto quest’anno per la Giornata mondiale dei legumi sintetizza chiaro e tondo perché dovremmo mangiarne di più: Pulses: nourishing soils and people, i legumi sono una fonte di nutrimento fondamentale per il suolo e per le persone”. “Perché se la produzione di cibo dipende dal suolo, un terreno sano è fondamentale per garantire la sicurezza alimentare e per evitare le malattie legate alla carenza di micronutrienti” prosegue l’associazione, aggiugendo che “non va poi dimenticato che c’è un legume per ogni terreno, anche quelli più difficili, come quello montano: i legumi sono un ottimo ingrediente anche per ripopolare le aree interne della nostra penisola”. “L’attenzione verso i legumi è una parte fondamentale della nostra dichiarazione d’amore nei confronti della natura: fave, lupini, fagioli, piselli, cicerchie… i semi di leguminosa custodiscono in sé e raccontano storie di territori e di comunità e sono simbolo di equilibrio e giustizia sociale e ambientale” afferma la vicepresidente di Slow Food Italia, Roberta Billitteri, evidenziando che “ogni ricetta che li ha per protagonisti è un modo buono, pulito e giusto per dare senso a scelte consapevoli: prenderci cura di noi, del suolo e della natura, riscoprire e dare valore a quella meravigliosa biodiversità che dobbiamo proteggere. Solo se consci di appartenere a un mondo interconnesso – conclude – e che la nostra salute dipende da quella del Pianeta, possiamo cambiare davvero le cose a partire dalla tavola: un legume alla volta o tanti insieme, preziosi alleati per tutte e tutti noi”.

Umbria Top Wines fa ritorno a Vinexpo Paris con sette Cantine

Umbria Top Wines fa ritorno a Vinexpo Paris con sette CantineMilano, 9 feb. (askanews) – “Rafforzare l’immagine della regione nel mercato estero del vino: è questa la finalità della nostra partecipazione a Wine Paris”. A dirlo è Massimo Sepiacci, presidente di Umbria Top, società cooperativa del vino umbro che raggruppa la maggioranza delle aziende vitivinicole regionali e dei Consorzi di tutela. “L’intento è quello di promuovere la conoscenza delle produzioni autoctone, di qualità e di rilievo regionale – continua Sepiacci – in un contesto come quello francese, in cui il vino è riconosciuto come leva fondamentale dell’economia ma al contempo in cui è di interesse la richiesta di novità e qualità”.


Protagoniste saranno le Cantine provenienti dai Colli perugini, dal territorio di Montefalco, dal Tuderte e da Amelia/San Gemini, ovvero Bussoletti Leonardo, Cantine Briziarelli, Cesarini Sartori, Chiorri, Goretti, Moretti Omero e Tudernum. Per l’occasione, Umbria Top inaugurerà non solo il suo calendario di appuntamenti promozionali ma anche la sua attività di comunicazione con il nuovo claim “Umbria where the heart beats – Umbria dove batte il cuore”, che caratterizzerà il 2024 per il vino regionale in tutti gli appuntamenti in programma, “puntando sulla valorizzazione della emozionalità e della empatia che il cuore verde d’Italia sa donare grazie anche alle sue eccellenze enologiche”. Dopo Parigi, i produttori della cooperative parteciperanno alle principali fiere internazionali del calendario europeo a partire dalla Slow Wine Fair di Bologna, Prowein a Dusseldorf e Vinitaly a Verona.


Cooperativa agricola fondata nel 2009, Umbria Top conta attualmente 94 tra produttori, associazioni consortili e Cantine che producono vini Docg, Doc e Igt. I produttori soci rappresentano nel loro insieme oltre il 90% della produzione vitivinicola umbra. La sua mission è quella di promuovere una immagine unitaria e qualificata del vino umbro di qualità e certificato, ove possibile abbinandolo ad altre eccellenze dell’agroalimentare del territorio, attraverso partnership e accordi strategici con altri soggetti.

Vino, “Chianti Classico Collection” il 15 e 16 febbraio a Firenze

Vino, “Chianti Classico Collection” il 15 e 16 febbraio a FirenzeMilano, 9 feb. (askanews) – Record di espositori, 211, per la trentunesima “Chianti Classico Collection” che apre le porte della sua sede storica, la Stazione Leopolda a Firenze, giovedì 15 e venerdì 16 febbraio. Alla manifestazione, nata come Anteprima del Chianti Classico nel 1993, le aziende del Gallo Nero presenteranno alla stampa e ai professionisti del settore un totale di 773 etichette, di cui 172 Chianti Classico Riserva e 151 Gran Selezione, oltre a 36 campioni in anteprima della vendemmia 2023.


Nell’anno in cui il Consorzio Vino Chianti Classico celebra il centenario della sua fondazione, la manifestazione riapre al pubblico per l’intera giornata del 16 febbraio (dalle 10 alle 19, ultimo ingresso alle 18), un’occasione preziosa per condividere un anno da record insieme agli appassionati di questa terra, di questo vino ma anche dell’Olio Dop Chianti Classico. Alla Collection non poteva infatti mancare la presenza dell’altro prodotto principe del Gallo Nero, con un banco di assaggio dove sarà possibile degustare 33 oli, con sei aziende produttrici presenti in sala. Come di consueto, la Collection prevede anche alcuni momenti di approfondimento per gli operatori del settore e la stampa. Alle 16.30 della prima giornata da segnalare il seminario “Dieci anni di Gran Selezione”, a cura di Antonio Boco e Paolo De Cristofaro: nel 2014 erano uscite sul mercato 33 etichette di Gran Selezione, oggi i vini certificati in questa tipologia sono ben 213. Il 16 febbraio alle 11, è invece previsto un approfondimento sull’Olio Dop Chianti Classico, con un seminario dedicato, curato dal tecnico del Consorzio, l’agronomo Roberto Rappuoli.


Un’altra importante novità di quest’anno è la possibilità per tutti gli ospiti della manifestazione di portare a casa alcuni dei Chianti Classico degustati. Nella giornata di venerdì è infatti prevista la vendita al pubblico di una selezione delle etichette presentate nell’ambito della Leopolda (un’etichetta per azienda partecipante). Gli appassaionati potranno anche partecipare ad alcuni wine tour, con la guida sapiente di esperti del settore (Fabio Ceccarelli, Bernardo Conticelli, Riccardo Margheri, Leonardo Romanelli) Infine, alla Collection sarà presentata in anteprima la mostra “Chianti Classico Century”, che ripercorre i primi cento anni del Consorzio attraverso il pensiero dei suoi presidenti. Il Centenario del Consorzio sarà infatti un’occasione di racconto corale, cui si uniscono anche le voci dei suoi soci, che si presenteranno in brevi reel sui social media durante tutto il 2024, per unire un volto e una storia personale a ciascuna etichetta. Alcuni di questi video saranno proiettati anche all’interno del foyer della Leopolda, un omaggio alla vera anima del Consorzio: i suoi produttori.

Vino, Masi Wine Bar di Monaco di Baviera premiato dal Gambero Rosso

Vino, Masi Wine Bar di Monaco di Baviera premiato dal Gambero RossoMilano, 9 feb. (askanews) – Il Masi Wine Bar di Monaco Baviera è stato premiato dalla Guida “Top Italian Restaurants” del Gambero Rosso, dedicata alle “più autentiche esperienze enogastronomiche italiane all’estero”. Il riconoscimento è stato consegnato dal curatore della Guida Vini d’Italia, Marco Sabellico, a Vitangelo Galluzzi, responsabile Servizi ospitalità della Masi Wine Experience, nell’ambito della premiazione dei migliori ristoranti italiani a Monaco di Baviera durante l’evento “Tre Bicchieri”.


La Guida ha definito il Masi Wine Bar Munich “un piccolo tempio del vino italiano, il luogo perfetto per fermarsi e rilassarsi sorseggiando un bicchiere di vino in un’atmosfera elegante e un design contemporaneo”. “Il nostro locale offre una carta vini che spazia tra oltre cinquanta etichette, tra cui una collezione di Amarone d’annata, da accompagnare a finger food e a piatti della tradizione veneta rivisitati con creatività, in grado di soddisfare i gusti di una clientela cosmopolita” ha commentato Galluzzi, aggiungendo che “l’apprezzato riconoscimento del Gambero Rosso conferma il suo ruolo di ambasciatore dell’autentica esperienza enogastronomica italiana”. Il Masi Wine Bar Munich, inaugurato nell’estate del 2021, costituisce l’ultimo tassello della Masi Wine Experience, progetto di enoturismo di Masi, storica Cantina della Valpolicella Classica. Masi conta oggi ben sette location aperte al pubblico.

Vino, il Consorzio Chianti torna a Vinexpo Paris con due stand

Vino, il Consorzio Chianti torna a Vinexpo Paris con due standMilano, 9 feb. (askanews) – Per la quarta volta il Consorzio Vino Chianti partecipa alla fiera professionale Vinexpo Paris, che si terrà nella capitale francese dal 12 al 14 febbraio. Lo ha annunciato lo stesso ente consortile, spiegando che saranno due gli stand che rappresenteranno il vino toscano: uno vedrà, per la prima volta, la presenza di una delegazione di produttori associati che presenteranno le loro etichette, mentre in un altro stand sarà protagonista l’associazione “Chianti lovers & Rosso Morellino”, con due banconi istituzionali dedicati ai vini Chianti Docg e Morellino di Scansano Docg rappresentati dagli omonimi Consorzi di tutela.


Il Consorzio terrà anche una masterclass con focus sulla categoria Chianti Riserva, con una degustazione orizzontale dell’annata 2020 tenuta dal sommelier Charlie Arturaola e da Luca Alves, wine ambassador del Consorzio. “L’appuntamento parigino rappresenta un importante antipasto dell’evento Chianti Lovers & Rosso Morellino-Anteprima 2024 in programma il 18 febbraio alla Fortezza da Basso di Firenze” ha sottolineato il presidente del Consorzio, Giovanni Busi, spiegando che “torniamo a Vinexpo Paris con prodotti di alto livello e questo ci dà la possibilità di poter affrontare i mercati mondiali con serenità. Come sempre puntiamo su storia e qualità, nostri segni distintivi”.

IWSR: per e-commerce alcolici crescita annua del 4,5% fino al 2027

IWSR: per e-commerce alcolici crescita annua del 4,5% fino al 2027Milano, 8 feb. (askanews) – Il canale dell’e-commerce di bevande alcoliche rallenterà sensibilmente la sua corsa a livello mondiale ma la sua crescita annua sarà comunque superiore a quella che registrerà il mercato delle bevande alcoliche nel suo complesso in 16 mercati, tra cui i dieci principali. E’ quanto emerge dall’ultimo studio realizzato dall’IWSR, che spiega che rispetto ad un tasso annuo di crescita (Cagr) del 31% registrato tra il 2019 e il 2021, l’ecommerce aumenterà di +4,5% annuo fino al 2027, quando si prevede possa raggiungere poco meno di 40 miliardi di dollari, facendo segnare dal 2022 un +7,5 mld di dollari. Di contro il Cagr delle vendite complessive di alcolici dovrebbe invece crescere meno del 2%.


“Nel breve termine ma rimarrà depressa dalla debolezza delle prospettive macroeconomiche, prima di tornare a una crescita più stabile a partire dal 2024” ha spiegato Guy Wolfe, Head of Ecommerce Insights di IWSR, aggiungendo che “nel contesto post-Covid, la percentuale complessiva di consumatori che acquistano online è in calo ma quelli che continuano a farlo aumentano la frequenza di acquisti. Questo indica che il canale si sta liberando degli utenti ‘passeggeri’ che lo hanno adottato solo per necessità durante la pandemia – ha proseguito – e che sta mantenendo, o addirittura guadagnando, appeal tra i fedelissimi dell’e-commerce”. “La ricerca conferma che lo spazio digitale è una fonte cruciale di informazioni, influenza e coinvolgimento per gli acquirenti attraverso tutti i canali” ha sottolineato Wolfe, concludendo che “l’e-commerce rimane quindi un elemento chiave nel quadro del valore complessivo”. IWSR prevede in particolare che l’ecommerce di alcolici in Cina e negli Stati Uniti avrà un tasso annuo di crescita in valore del +6% nel quinquennio fino al 2027, superati in termini di crescita (ma da una base molto più piccola) da Brasile (+8%), Messico (+16%) e Colombia (+10%). La quota a valore della Cina passerà dal 39% nel 2022 al 40% nel 2027, davanti agli Usa che passeranno dal 20% al 22%. Nel frattempo, il Brasile supererà il Giappone per diventare il quarto mercato a valore, mentre la quota del Regno Unito diminuirà dal 12% al 9%.

Kinder torna con un Carnevale itinerante in formato famiglia

Kinder torna con un Carnevale itinerante in formato famigliaMilano, 8 feb. (askanews) – Giochi e dolci da sempre sono ingredienti essenziali del Carnevale. Quest’anno, pescando nel repertorio della tradizione, Kinder, marchio del gruppo Ferrero torna con un Carnevale itinerante per l’Italia dove i più piccoli possono cimentarsi con la pentolaccia, una scatola piena di coriandoli, stelle filanti e dolciumi.


Il Carnevale itinerante Kinder farà tappa in alcuni dei carnevali più noti d’Italia, a misura di famiglie: il Carnevale di Fano (Marche), il Carnevale di Acireale (Sicilia), il Carnevale di Putignano (Puglia), il Carnevale di Cento (Emilia Romagna e il Carnevale di Viareggio (Toscana). Dalle sfilate dei carri all’intrattenimento, tutto è pensato per garantire divertimento ai partecipanti di ogni età. All’interno del corner Kinder le famiglie potranno poi cimentarsi con la Pentolaccia Kinder. Le famiglie, infatti, attraverso un gioco digitale, potranno selezionare il loro prodotto preferito tra i tre proposti, così da trovarlo nella pentolaccia.


Il primo appuntamento con le iniziative Kinder è stato il 28 gennaio col Carnevale di Fano, nato nel lontanissimo 1374, a seguire il 3 e 4 ottobre il Carnevale di Acireale, ritenuto il più bel Carnevale della Sicilia grazie ai carri allegorici-grotteschi che sfilano tra vie e piazze del centro storico. L’11 febbraio è la volta del Carnevale di Putignano, che con la sua storia di oltre 600 anni è nota ai più per i carri allegorici e i “cavallucci”, personaggi mascherati che rappresentano le diverse età della vita. Il 18 febbraio sarà la volta del Carnevale di Cento, il primo carnevale al mondo a essere gemellato, a partire dal 1993, con il Carnevale di Rio de Janeiro. Infine il Carnevale di Viareggio, uno dei più importanti in Italia e nel mondo, che vanta ormai oltre 150 anni di tradizione e più di 500.000 spettatori per ogni edizione. Per il sesto anno consecutivo, Kinder anima tutte le giornate dei festeggiamenti che saranno teatro dei sei Grandi corsi mascherati. Quest’anno ci sarà l’opportunità di festeggiare il Carnevale anche sulle piste di sci delle Dolomiti a Cortina nelle giornate del 12 e 23 febbraio.

Il vino delle Marche per la prima volta a Wine Paris e Vinexpo Paris

Il vino delle Marche per la prima volta a Wine Paris e Vinexpo ParisMilano, 8 feb. (askanews) – Il vino delle Marche sarà per la prima volta a Wine Paris & Vinexpo Paris, la rassegna francese dedicata all’industria enologica internazionale in programma dal 12 al 14 febbraio. Tra le 16 aziende coordinate dalla Regione Marche presenti in collettiva, 12 sono cantine socie dell’Istituto marchigiano di tutela vini (Imt), che da solo rappresenta circa il 70% dell’export e poco meno della metà dell’intero vigneto regionale.


A capitanare la squadra delle Denominazioni di Imt, il Verdicchio dei Castelli di Jesi, affiancato dal Verdicchio di Matelica, dalla Lacrima di Morro d’Alba, oltre ai Colli Pesaresi e al Rosso Conero. In calendario a Parigi degustazioni e incontri “b2b”, per un evento che attende 40mila operatori e oltre quattromila espositori provenienti da tutto il mondo. Quella nella capitale francese è la prima tappa fieristica della staffetta di promozione targata Imt, che farà poi scalo al ProWein di Dusseldorf (10-12 marzo) per poi approdare a Verona in occasione di Vinitaly (14-17 aprile).


Con oltre 500 aziende associate per 16 Denominazioni di origine, di cui 4 Docg, l’area di riferimento dell’Istituto marchigiano di tutela vini (Imt) si estende su un vigneto di oltre 7.500 ettari tra le province di Ancona, Macerata e Pesaro-Urbino. Le aziende di Imt nella collettiva parigina sono Tenuta di Tavignano, Umani Ronchi, Cantina Sparapani, Santa Barbara, Cantina Conti di Buscareto, Vignamato, Terre Cortesi Moncaro, Togni, Cantina Sociale di Matelica e Cerreto d’Esi, Filodivino, Marotti Campi e Fattoria Mancini.

Low alcol, Uiv: produzione made in Italy per un affare made in Usa

Low alcol, Uiv: produzione made in Italy per un affare made in UsaMilano, 8 feb. (askanews) – Il 28% degli acquisti totali di prodotti vitivinicoli italiani negli Stati Uniti, è rappresentato dai low alcol. Nel 2023, nella grande distribuzione e nei retail Usa, il fatturato per “rossi, bianchi, spumanti, prodotti aromatizzati” tricolori classificati da NielsenIQ come vini poco alcolici (in gran parte a fermentazione parziale oppure dealcolati) è stato di 651 milioni di dollari. Bottiglie e lattine, da 7 gradi in giù, quasi totalmente sconosciute nel Belpaese ma sempre più presenti tra gli scaffali Usa. Vini italiani o prodotti a base vinicola venduti ad un prezzo medio allo scaffale di quasi 16 dollari al litro, più del doppio rispetto alle omologhe bottiglie statunitensi (7 dollari) e addirittura il 5% in più al confronto con la media dei vini tricolori tradizionali. L’origine italiana, regina del mercato, è rintracciabile, tra i fermi, soprattutto nei rossi (39%, a 254 milioni di dollari), seguiti dal Moscato (103 milioni) e dai rosati (23 milioni). Lo spiega Unione italiana vini (Uiv), che attraverso le elaborazioni del suo Ossevatorio, sottolinea che se è vero che il vigneto è italiano, il business è nella stragrande maggioranza dei casi appannaggio di aziende a stelle e strisce (80% del valore delle vendite), che importano dal Belpaese il prodotto finito ed etichettato e lo rivendono sul mercato statunitense.


Insomma una produzione made in Italy per un affare made in Usa, con le Cantine e le imprese italiane perlopiù relegate alla produzione e all’imbottigliamento. “Un paradosso per la superpotenza enologica e per l’Italian style, che tira anche su una categoria, quella ‘low’, relativamente giovane e, fatto salvo l’ultimo anno, protagonista di una cavalcata che, grazie al cambio di gusti tra le varie generazioni ed etnie del Paese, li ha portati a essere una scelta non più secondaria rispetto al vino classico” prosegue Uiv, evidenziando che il paradosso “è ancora più evidente se si guarda ai ‘no alcol’: si tratta di vini che, se è vero che partono da numeri bassi, nel giro di due anni hanno raddoppiato le vendite negli Usa, attestate oggi a 62 mln di dollari”. L’Osservatorio Uiv precisa che i prodotti italiani a zero alcol sugli scaffali statunitensi sono pochi: le vendite ammontano ad appena 4,5 mln di dollari (+39% sul 2022), con un prezzo medio di 14 dollari al litro. Una quota residuale della presenza italiana (il 7% del totale), che diventa minuscola se si considera che il 90% delle vendite è imputabile ad una sola azienda, per giunta americana, che acquista in Italia i prodotti finiti e li commercializza con marchio proprio. In pratica il segmento no alcol direttamente gestito da imprese tricolori vale negli Usa meno di 500mila dollari. Un contoterzismo del made in Italy enologico sulla falsariga dello scenario evidenziato per i low alcol, reso ancora più evidente dall’impossibilità per l’impresa Italia del vino di accedere a un business, quello dei dealcolati, bloccato dalle leggi vigenti nel Belpaese, ma non in Europa. Negli Usa, oltre ai marchi locali, vengono infatti già venduti vini a zero gradi totalmente dealcolati prodotti da aziende spagnole, tedesche e francesi, che traggono beneficio da una regolamentazione in linea con quella europea.


“Il segmento low-alcol può rappresentare un’opportunità anche e soprattutto là dove il prodotto tradizionale fa fatica, come dimostra il record ventennale di vino rimasto in Cantina al termine della scorsa campagna vendemmiale” afferma il segretario generale di Uiv, Paolo Castelletti, ricordando che “oggi per fare vini low alcol i produttori italiani hanno tre strade: utilizzare il vino come base per bevande aromatizzate, produrre vini da mosti parzialmente fermentati, oppure, in caso vogliano procedere con la dealcolazione, delegare il processo produttivo nei Paesi europei diretti competitor”. Unione italiana vini mette in luce che proprio il segmento dei vini dealcolati “sembra quello più interessante in ottica di medio termine, in grado di per intercettare le tendenze salutistiche in atto nel Paese, sempre più orientato a ridurre l’assunzione non solo di alcol ma anche di zuccheri”. Una categoria, quella dei Nolo (low e no alcol), da molte imprese considerata a maggior potenziale di crescita qualitativa. “In Italia purtroppo non si riesce a partire: da tempo Uiv sollecita un intervento normativo per disciplinare una produzione che l’Ue ha autorizzato da più di due anni” prosegue Castelletti, aggiungendo che “al netto delle bozze di decreto, su cui abbiamo evidenziato le perplessità del settore vino, siamo gli unici a non aver ancora recepito il regolamento Ue, con evidenti svantaggi competitivi rispetto ai produttori comunitari. Riteniamo quindi che il governo – conclude – debba trattare con la massima urgenza questo tema non più derogabile, definendo con chiarezza e assieme al comparto un perimetro chiaro di azione”. ha continuato Con il paradosso di trovare al supermercato sotto casa vini no e low alcol di competitor stranieri, oggi in vantaggio su una ricerca e sperimentazione del segmento che sta facendo progressi di giorno in giorno.

Vino, Zorzettig: lotta biologica efficace contro insetti dannosi

Vino, Zorzettig: lotta biologica efficace contro insetti dannosiMilano, 7 feb. (askanews) – Sono “entusiasmanti” i risultati ottenuti dalle best practices agronomiche volte all’aumento della biodiversità vegetale in vigna. A dirlo è Annalisa Zorzettig alla guida della storica Cantina di Spessa di Cividale (Udine), commentando gli esiti del progetto “Biodiversity Care”, condotto nei vigneti aziendali nel Friuli Orientale dal consulente agronomico Antonio Noacco e dal suo team, in collaborazione con l’Università di Udine. Obiettivo quello di provare l’efficacia della lotta biologica attraverso l’aumento di insetti predatori e altri organismi utili in vigneti gestiti a sfalcio alternato e sovescio.


“Quando Noacco ci ha proposto di eseguire parte della sperimentazione nei nostri vigneti, non abbiamo esitato a dargli pieno appoggio” ha spiegato Annalisa Zorzettig, sottolineando che “i risultati hanno confermato come il nostro impegno nella sostenibilità ambientale venga ampiamente ripagato. Anche la nuova Cantina, in fase di ultimazione, vedrà la piantumazione di specie native tutto intorno – ha concluso – per favorire la biodiversità funzionale”. La sperimentazione ha visto uno studio di tre anni su diverse tesi, atte a studiare gli effetti sulla artropodofauna utile in vigneto e la loro efficacia nel contrastare gli insetti dannosi, concentrandosi, anche in ottica futura, su ciò che sta preoccupando particolarmente i viticoltori friulani a esempio il ragnetto rosso e la cocciniglia. Lo studio si è svolto in tre fasi: la prima appunto per valutare gli effetti delle pratiche volte all’incremento della biodiversità vegetale nei filari, la seconda specifica sul contrasto alla cocciniglia e infine l’analisi botanica. Le tesi principali mettevano a confronto pratiche di gestione agronomiche tradizionali come lo sfalcio continuo e costante, a pratiche agronomiche mirate ad aumentare la numerosità delle specie vegetali e la costanza di fioriture sia spontanee che seminate. La tempistica dei tre anni (2019-2020-2021) è stata fondamentale per vedere il comportamento delle popolazioni nelle generazioni, in quanto i cicli vitali e riproduttivi di alcuni insetti e organismi possono essere anche di un anno. Mentre nel 2019 i tre vigneti avevano un comportamento pressoché simile, i risultati si sono visti in maniera evidente a partire dal secondo anno. A esempio nel vigneto completamente sfalciato la presenza della cicalina verde ( Empoasca vitis) superava del doppio quella del vigneto con sfalcio alternato (300 esemplari su 400 foglie contro 150) e del triplo su quello con cover crop.


Stesso risultato si è osservato anche attraverso l’incidenza delle infestazioni della cocciniglia. Questo effetto è dovuto dalla maggior presenza di Imenotteri calcioidei, parassitoidi naturali e principali agenti di controllo biologico che, trovando nei vigneti fioriti maggiore possibilità di nutrimento (pollini e nettare) sono riusciti a riprodursi con maggiore efficacia e la loro azione è stata più incisiva. Inoltre si è provato che dove vi era lo sfalcio completo, le specie vegetali aliene avevano occupato una superficie più ampia, limitando la crescita di specie native e la loro numerosità. Trend opposto si è osservato invece nei filari non sfalciati, indice di un ecosistema stabile e sano. Questo dato è importante sia in ottica di aumento della ricchezza specifica ma anche al minor utilizzo di acqua e di nutrimenti che necessitano le specie native. Per questo motivo la prossima fase dello studio sarà dedicata al suolo, al microbioma e di conseguenza alla fertilità per vedere quanto sia l’incidenza di pratiche agronomiche virtuose sulla solidità dell’ecosistema biologico/vigneto.