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Il 1 dicembre un convegno multidisciplinare sul vino che verrà

Il 1 dicembre un convegno multidisciplinare sul vino che verràMilano, 26 nov. (askanews) – Uva Sapiens, società di consulenza tecnica nel settore vinicolo con sede a Farra di Soligo (Treviso), organizza il 1 dicembre un convegno dal titolo “Il vino che verrà. Contaminazioni multidisciplinari per un’evoluzione necessaria”, che si terrà al Castello di San Salvatore a Susegana (Treviso).

“La domanda che sempre più ci muove e ci stimola è quella di capire quali siano oggi e saranno nel prossimo domani le condizioni produttive ma anche percettive e culturali che saranno funzionali al perpetuare del mondo del vino” racconta il presidente di Uva Sapiens, Umberto Marchiori, spiegando che “per farlo siamo fermamente convinti che non possiamo limitarci a trovare delle risposte all’interno della cultura del vino intesa come tecnica specifica ma dobbiamo invece aprirci a mondi e settori diversi da cui trarre contaminazioni positive, stimoli e anche provocazioni”. “Ecco perché – precisa Marchiori – al nostro appuntamento del 1 dicembre saranno sedute allo stesso tavolo personalità che appartengono a modalità cognitive e intellettuali così differenti tra loro: dal professor Attilio Scienza, all’antropologo Paolo Scarpi, dall’ingegnere ed ex team principal di scuderia Ferrari, Mattia Binotto, allo storico Danilo Gasparini, dal neoeletto Master of Wine Andrea Lonardi, al neurobiologo Stefano Mancuso”.

“Siamo felici di riunire in questa occasione amici di oggi e di ieri, aziende con cui collaboriamo, ma anche giornalisti e professionisti per condividere insieme l’idea che il vino rappresenta oggi più che mai una forza capace di evolvere grazie al contributo di tante competenze diverse oltre che ad un approccio sì tecnico ma anche e forse soprattutto umanistico” dichiara Mattia Filippi, socio di Uva Sapiens insieme con Umberto Marchiori e Roberto Merlo, spiegando che “desideriamo, attraverso i contributi dei nostri relatori, ‘buttare la palla in avanti’ per esplorare nuove soluzioni e costruire nuove consapevolezze in quello che rappresenta oggi un tempo che ci impone di mettere in discussione i vecchi paradigmi ed aprirci a nuovi scenari”. A moderare il tavolo dei relatori, il direttore di Wine Meridian, Fabio Piccoli.

Oliva aitana dei Colli Tifatini (Caserta) nuovo Presidio Slow Food

Oliva aitana dei Colli Tifatini (Caserta) nuovo Presidio Slow FoodMilano, 26 nov. (askanews) – L’oliva aitana dei Colli Tifatini, nel Casertano, è entrata a far parte dei Presìdi Slow Food. Si trata di una oliva da tavola, con una polpa così morbida da riuscire a separarla dal nòcciolo con due dita, dal colore che, al momento della raccolta a piena maturazione, oscilla tra il rosa e il nero brillante.

L’aggettivo aitana significa di Gaeta, ma quella dei monti Tifatini, i colli subappenninici che abbracciano a Nord Caserta spingendosi fino a Capua, non è un clone dell’oliva itrana. “La ragione del nome è semplice: un tempo, molte olive da mensa particolarmente buone venivano chiamate così” spiega Alessandro Manna, referente Slow Food del neonato Presidio, aggiungendo che non vi è però dubbio sull’unicità genetica della cultivar dei monti Tifatini, accertata negli ultimi anni anche dalle analisi di laboratorio. “Quando le olive erano un alimento e non uno sfizio, tutta la fascia collinare era impiantata a oliveti e lo dimostra il fatto che vi sono piante di questa cultivar, peraltro facilmente riconoscibili per via della forma ‘a merletto’ che assumono quando invecchiano, a una decina di chilometri dal comune di San Prisco, che è il centro della produzione di queste olive” continua Manna, precisando che poi, con il tempo, l’aitana si è in parte persa, “un po’ per la fuga dalle campagne, un po’ per la speculazione edilizia, un po’ per gli incendi, un po’ perché si è privilegiato l’innesto di olivi adatti alla molitura, ha resistito ma su una scala più piccola”.

L’aitana dei Colli Tifatini, coltivata senza l’uso di chimica, si raccoglie tra novembre e gennaio, quando la superficie del frutto si ricopre di una velatura pruinosa. Poi viene deamarizzata in una soluzione di acqua, sale e aceto rosso, un metodo tradizionale adottato ancora oggi. I produttori che aderiscono al Disciplinare sono una decina e Giuseppe Santoro è il loro referente: “Complessivamente parliamo di una piccola produzione, quest’anno, anche a causa della crisi climatica, purtroppo non è una buona stagione: complessivamente, tra tutti noi produttori, il raccolto sarà tra gli 80 e i 100 quintali”. Foto di Marco del Comune

Vino, Mtv Toscana: per tutto dicembre c’è “Cantine aperte a Natale”

Vino, Mtv Toscana: per tutto dicembre c’è “Cantine aperte a Natale”Milano, 26 nov. (askanews) – Per tutto il mese di dicembre in Toscana si tiene “Cantine aperte a Natale”, l’evento che porta anche nel periodo natalizio i tanti wine lovers nei territori del vino. Lo ha annunciato il Movimento turismo del vino Toscana, spiegando che il tema scelto per l’edizione 2023 è quello legato ai vini dolci insieme alle ricette della tradizione.

Dalla caccia al tesoro tra le botti, alle decorazioni fatte dai più piccoli su cartoni ed etichette fino alle cene a tema ideali per scambiarsi gli auguri con gli amici ma anche con i colleghi di lavoro. Il Vin Santo, principe dei vini dolci toscani, racconta la sua storia aprendo le porte dei luoghi dove viene prodotto fino alla degustazione e l’abbinamento. Panforte, cantucci, cavallucci, questi sono solo alcuni dei dolci della tradizione toscana che sono abbinati, non solo al Vin Santo, ma anche il Moscadello di Montalcino, oltre a passiti e muffe nobili prodotti in tutto il territorio vitivinicolo regionale. “Le nostre Cantine sono pronte ad aprire di nuovo le porte raccontando le proprie storie e offrendo ai visitatori la possibilità di vivere un’esperienza unica che parla di dolci tradizioni toscane” ha dichiarato la presidente del Movimento turismo del vino Toscana, Violante Gardini Cinelli Colombini, aggiugendo che “è una ricetta raccontata senza invidia quella ideata dalle Cantine MTV Toscana, che parte dai dolci della tradizione per arrivare a raccontare la storia del Vin Santo le cui uve hanno riposato sui graticci dalla vendemmia”.

Per tutto dicembre le Cantine toscane propongono corsi di cucina proprio sui dolci tradizionali, laboratori creativi per bambini, cene tematiche sia per famiglie, per gruppi di amici e anche per aziende. Ma anche mercatini di artigianato locale, spettacoli itineranti, musica dal vivo, cibo di strada.

Vino, Mondial des Vins Extremes: premiazione il 1 dicembre a Roma

Vino, Mondial des Vins Extremes: premiazione il 1 dicembre a RomaMilano, 20 nov. (askanews) – Si terrà il 1 dicembre a Palazzo Rospigliosi a Roma la premiazione dei vincitori del Mondial des Vins Extremes, l’unico concorso enologico al mondo specificatamente dedicato ai vini frutto di viticoltura eroica, che dal 1992 si propone di promuovere e salvaguardare le produzioni di piccole aree vitivinicole isolane o montane, in forte pendenza o terrazzate.

A introdurre la cerimonia, a partire dalle 10, sarà la tavola rotonda dal titolo “I vini da viticoltura eroica: quando il territorio lascia il segno”. Si confronteranno sul tema giornalisti, produttori, politici e addetti ai lavori, moderati da Manuela Zennaro, wine&food writer, direttrice di Excellence Magazine e delegata per la Regione Lazio dell’Associazione nazionale Donne del Vino. Nella stessa occasione la giornalista e conduttrice televisiva Valentina Bisti verrà nominata ambasciatrice della viticoltura eroica Cervim, il Centro di ricerche, studi, salvaguardia, coordinamento e valorizzazione per la viticoltura montana. Alle 11.30 avverrà la consegna delle 45 Grandi Medaglie d’Oro e 238 Medaglie d’Oro ai vini che si sono distinti nel “Mondial des Vins Extremes”, selezionati con cura tra le 863 etichette in gara provenienti da 319 aziende di 26 Paesi.

“La giornata dedicata ai vincitori del 31esimo Mondial des Vins Extrêmes rappresenta un meritato riconoscimento per i produttori eroici di tutto il mondo e un’esperienza imperdibile per i winelover che prenderanno parte ai banchi d’assaggio” ha dichiarato il presidente del Cervim, Stefano Celi, aggiungendo che “promette di essere un appuntamento indimenticabile che celebra la passione e la dedizione dei vignaioli contenute in ogni sorso”. L’evento si concluderà all’Hotel Savoy con i banchi d’assaggio delle eccellenze premiate. La degustazione sarà organizzata in tre turni di due ore a partire dalle 16: il primo sarà riservato ai giornalisti e agli operatori accreditati, i successivi, a partire dalle 18, saranno aperti anche al pubblico.

Vini delle Terre di Aleramo incontrano Fassone e Olio Evo Monferrato

Vini delle Terre di Aleramo incontrano Fassone e Olio Evo MonferratoMilano, 26 nov. (askanews) – Venerdì 8 dicembre alle 10.30, nella sala del Torrione dell’Antico Castello di piazza Carlo Alberto a Moncalvo (Asti) si terrà il seminario dal titolo “I sapori della carne di Fassone di razza piemontese e dell’olio extravergine di oliva del Monferrato incontrano i vini Docg e Doc delle Terre di Aleramo”. L’incontro vuole essere “un momento di formazione oltre che di informazione destinato a operatori e consumatori volto a valorizzare i grandi vini e le straordinarie carni del territorio, protagonisti, insieme ai pregiatissimi oli monferrini, di questa seminario enogastronomico davvero speciale”.

L’evento è promosso dal Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato e realizzato in collaborazione con la Strada del Vino e del cibo Astesana e la Bottega del Vino di Moncalvo nell’ambito della 385esima Fiera nazionale di Sua Maestà il Bue Grasso e della 18esima Rassegna dell’olio di oliva extravergine del Monferrato. “Come Consorzio crediamo fermamente nel valore delle sinergie e delle connessioni che possono nascere tra le eccellenze del nostro territorio” ha affermato il presidente del Consorzio, Vitaliano Maccario, aggiungendo che “questo evento ben rappresenta questo spirito, mosso dall’intento di celebrare tre protagonisti indiscussi della nostra filiera agroalimentare”. “I nostri vini, così come le carni e l’olio del Monferrato, sono infatti prodotti di altissimo pregio, che raccontano, ognuno per la propria storia, la vocazione alla qualità enogastronomica del nostro territorio” ha proseguito Maccario, sottolineando che “per noi è un privilegio poter accompagnare le ricette dello chef Paolo Ghi con i vini del nostro Consorzio, che tutela 13 grandi Doc e Docg e con i suoi 12mila ettari rappresenta da solo un terzo della produzione vitata Doc e Docg piemontese”.

I piatti in degustazione saranno abbinati ai vini Doc e Docg delle Terre di Aleramo, Grignolino d’Asti Doc, Freisa d’Asti Doc, e Barbera d’Asti Docg in particolare. Il tutto arricchito dagli olii extravergine di oliva dei produttori del Monferrato che hanno di recente intrapreso un lavoro di selezione di cultivar pregiate adatte al Monferrato. Eccellenze queste che nei prossimi mesi troveranno una sintesi complessiva in un percorso del vino, dell’olio extravergine di oliva e del cibo delle Terre di Aleramo quale offerta enoturistica di territorio.

”Asti Docg Award” per miglior carta vini a pizzerie Usa “Doppio Zero”

”Asti Docg Award” per miglior carta vini a pizzerie Usa “Doppio Zero”Milano, 26 nov. (askanews) – La catena di pizzerie statunitense “Doppio Zero” si è aggiudicata l’”Asti Docg Award”, il premio per la miglior carta dei vini firmato dal Consorzio piemontese che è stato assegnato a Napoli nel corso della tappa speciale di “50 Top World Artisan Pizza Chains 2023”, che ha visto l’incoronazione delle cinquanta migliori catene di pizzerie artigianali al mondo. Il franchising statunitense, posizionatosi 18esimo nella classifica mondiale, ha ricevuto anche il riconoscimento dell’ente consortile grazie ad una wine list “che risalta il pairing tra pizza gourmet e bollicine”.

Giunge così al termine il lungo viaggio di “50 Top Pizza 2023″, la prima guida online dedicata alle migliori pizzerie mondiali curata da Barbara Guerra, Luciano Pignataro e Albert Sapere, iniziato lo scorso maggio a Barcellona con l’assegnazione dell’”Asti Docg Award” a “Via Toledo Enopizzeria” di Vienna per una wine list che conta oltre 150 referenze provenienti esclusivamente dall’Italia, il quale ha bissato il successo anche nella tappa mondiale di settembre. A seguire, a maggio, l’appuntamento Asia – Pacific che ha visto assegnare il premio a “L’Oliva” di Bangkok per una carta beverage del respiro internazionale. Dalla Thailandia all’America con l’”Ops” di Brookyln, riconosciuto a giugno come il locale americano dalla miglior carta vini grazie ad una selezione aggiornata settimanalmente. A luglio poi è stata la volta dell’Italia con il “Meunier Champagne & Pizza” di Corciano (PG) premiato per una wine list in grado di valorizzare il binomio bollicine e pizza.

”Guida Oro I Vini di Veronelli”: i premi ‘Migliori assaggi’ e ‘Sole’

”Guida Oro I Vini di Veronelli”: i premi ‘Migliori assaggi’ e ‘Sole’Milano, 25 nov. (askanews) – Il Seminario Permanente Luigi Veronelli ha presentato ufficialmente a Parma l’edizione 2024 della “Guida Oro I Vini di Veronelli”, svelando i cinque “Migliori Assaggi 2024”, premi assegnati ai vini che hanno conseguito il punteggio più alto in centesimi nella rispettiva tipologia e i 10 “Sole”, i riconoscimenti attribuiti all’unanimità dai curatori a vini e realtà d’eccellenza in grado di coniugare diversi fattori, tra cui “originalità, capacità, cura, storia e lungimiranza”.

Ad aggiudicarsi, i prestigiosi cinque “Migliori Assaggi” quest’anno sono stati: “Trento Extra Brut Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2012” di Ferrari F.lli Lunelli (“Miglior Vino Spumante”), “Ornellaia Bianco Toscana 2020” di Ornellaia (Castagneto Carducci, Livorno, “Miglior Vino Bianco”), “Etna Rosato 2022” di Russo Girolamo (Castiglione di Sicilia, Catania, “Miglior Vino Rosato”), “Barbaresco Sorì Tildin 2020” di Gaja (Barbaresco, Cuneo, “Miglior Vino Rosso”), e “Vin San Giusto, Toscana Bianco Passito 2015” di San Giusto a Rentennano (Gaiole in Chianti, Siena, “Miglior Vino Dolce o Da Meditazione”) I “Sole” sono stati invece assegnati a: “Clairet Vino Rosso 2019” di Grosjean Vins (Quart, Aosta), “Grignolino d’Asti Parcella 505 202″1 de I Parcellari (Govone, Cuneo), “Trecento Vino Rosso 2015” di Martinetti Franco M. (Torino), “Recioto di Soave Classico Renobilis 2016” di Gini (Monteforte d’Alpone, Verona), “Romagna Sangiovese Superiore Riserva Predappio di Predappio Vigna del Generale 2020” di Nicolucci (Predappio, Forlì), “Sancaba Pinot Nero Toscana 2021 di Sancaba (Sarteano, Siena), “Lacrima di Morro d’Alba Superiore 2021” di Mancinelli Stefano (Morro d’Alba, Ancona), “Vesuvio Bianco Contradae 61.37 2020” di Casa Setaro (Trecase, Napoli), “Rampone Minutolo Valle d’Itria 2022” de I Pastini (Martina Franca, Taranto), e “Sicilia Grillo Mozia Tenuta Whitaker 2022” di Tasca d’Almerita (Palermo).

La “Guida Oro I Vini di Veronelli 2024”, che ha recensito complessivamente 1.944 produttori e selezionato quasi 16mila vini, è disponibile nelle librerie e sul sito del Seminario Permanente Luigi Veronelli, associazione senza scopo di lucro che dal 1986 opera per valorizzare la cultura del vino e degli alimenti. Insieme con il volume si riceve in omaggio l’accesso completo all’app “I Vini di Veronelli 2024”, altrimenti acquistabile separatamente.

Assessore Beduschi: nel primo semestre export vini lombardi +13,2%

Assessore Beduschi: nel primo semestre export vini lombardi +13,2%Milano, 24 nov. (askanews) – L’assessore all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste di Regione Lombardia, Alessandro Beduschi, ha partecipato oggi a Brescia ai lavori del 76esimo congresso nazionale di Assoenologi, insieme con i colleghi all’Ambiente e Clima, Giorgio Maione, e alla Casa e Housing sociale, Paolo Franco.

“Con la loro preparazione tecnica ma anche con genio e ‘arte’, lavorando in Cantina gli enologi sono i registi e i garanti dei grandi vini che ammiriamo e soprattutto gustiamo” ha detto Beduschi, evidenziando che “la ‘firma’ di un enologo, magari sconosciuta ai più ma sempre presente anche dietro le quinte, non solo è inconfondibile ma è fondamentale”. Parlando poi di vocazione internazionale, l’assessore ha ricordato che l’export delle bottiglie ‘Made in Lombardia’ è in netta crescita anche nel primo semestre 2023, con un incremento pari al +13,2% rispetto al primo semestre dell’anno precedente, che si contrappone al calo del dato italiano (0,4%). “I mercati esteri ci premiano ma sappiamo che anche un evento come Milano-Cortina 2026, deve rappresentare un volano per i consumi interni, considerando il successo crescente dell’enoturismo” ha spiegato Beduschi, aggiungendo che “da questo punto di vista la Lombardia ha molto da offrire e non ha nulla da invidiare alle più rinomate regioni vitivinicole mondiali”.

“La sfida del futuro sarà sempre più creare uno storytelling che tenga conto del legame tra produzione vitivinicola e ambiente” – ha invece commentato l’assessore Giorgio Maione, ricordando che “la Regione Lombardia è da sempre a disposizione del settore per fare in modo che la sostenibilità ambientale e la sostenibilità economica delle imprese vadano di pari passo. Il dialogo con le aziende e con i rappresentanti delle associazioni di categoria e degli ordini professionali – ha concluso – è ottimo, i risultati raggiunti sono già importanti e intendiamo proseguire insieme su questa strada”.

Vino, si riaccende scontro tra Abruzzo e Marche sul Montepulciano

Vino, si riaccende scontro tra Abruzzo e Marche sul MontepulcianoMilano, 24 nov. (askanews) – “E’ necessario un incontro sulla questione della Denominazione ‘Montepulciano’ che faccia sintesi anche sul percorso che porti, in tempi rapidi, all’adozione del decreto etichettatura dei vini, in modo condiviso e per la tutela di tutti i produttori vitivinicoli italiani. L’obiettivo è fare sistema, non disperdere energie in lotte di vicinato. Alla luce della revisione delle regole sull’etichettatura, l’utilizzo del sinonimo ‘Cordisco’, peraltro introdotto senza alcun preliminare confronto con le Regioni, rischia di legittimare una Regione a impedire ad altre l’uso del nome di un vitigno che, invece, è regolarmente e storicamente coltivato e conosciuto”. Lo ha affermato l’assessore all’Agricoltura della Regione Marche, Andrea Maria Antonini, preoccupato dal decreto del Masaf le cui norme consentono l’uso della Denominazione “Montepulciano” ai soli produttori abruzzesi, obbligando tutti gli altri a ricorrere al reintrodotto sinonimo di “Cordisco”.

Nei giorni scorsi, il decreto del ministero dell’Agricoltura, caldeggiato dal Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, era stato accolto con grande soddisfazione dal vicepresidente della Giunta regionale abruzzese con delega all’Agricoltura, Emanuele Imprudente, che aveva dichiarato: “Si tratta di un decreto che pone le basi affinché l’utilizzo del nome Montepulciano sia riservato, senza generare confusione, ai vini prodotti in Abruzzo, sgombrando il campo da eventuali fraintendimenti”. Ricordando che con il sistema delle Denominazioni si è cercato di tutelare e promuovere il territorio attraverso un’azione di co-marketing tra Istituzioni e produttori che ha fatto del vino il testimonial delle caratteristiche culturali e tradizionali della sua zona di produzione, Antonini fa l’”esempio virtuoso” delle Denominazioni Rosso Piceno e Montepulciano d’Abruzzo. “E’ chiaro che nella Denominazione Rosso Piceno l’oggetto della tutela è il territorio ‘Piceno’, mentre nel caso di Montepulciano d’Abruzzo, l’oggetto della protezione è l’area regionale ‘Abruzzo’ e non certamente ‘Montepulciano’, che è anche il nome di un borgo che è iconico per la Toscana” spiega Antonini, sottolineando che “inoltre, spiegare un vino attraverso l’uso di un sinonimo desueto, al punto da essere sconosciuto come ‘Cordisco’, rischia di confliggere anche con il principio di trasparenza e corretta informazione che la nuova etichettatura persegue con l’inserimento anche di QR code per agevolare la tracciabilità”.

“L’informazione del consumatore dovrebbe essere fatta usando i termini conosciuti che consentano l’immediata associazione tra il nome e l’oggetto che quel nome vuole indicare” continua l’assessore all’Agricoltura della Regione Marche, ricordando che “se un vitigno è comunemente e tradizionalmente conosciuto come Montepulciano e così lo classificano i numerosi Disciplinari vigenti, è quello il nome che lo rende riconoscibile: difficile riconoscere ugual ruolo ed efficacia a un nome scomparso, nella trascrizione, dal registro cartaceo a quello informatizzato alla fine degli anni ’80 e reintrodotto a puro scopo strumentale” prosegue, concludendo “ho chiesto un incontro a livello nazionale finalizzato ad affrontare specificamente la questione, confido nella volontà di tutti che il decreto del Masaf non ne pregiudichi il percorso ancor di più, perché è assodato che l’etichettatura dei vini è funzionale alla promozione dei territori e delle loro eccellenze, come evidenzia il principio su cui è basato il sistema delle denominazioni che tutela i nomi dei luoghi e non dei vitigni”.

Vino, Ceev e Uiv contro linee guida su etichettatura: vanno cambiate

Vino, Ceev e Uiv contro linee guida su etichettatura: vanno cambiateMilano, 24 nov. (askanews) – La Commissione Europea ha pubblicato oggi le linee guida sulle nuove norme relative all’etichettatura obbligatoria con l’elenco degli ingredienti e la dichiarazione nutrizionale dei vini e dei prodotti vitivinicoli aromatizzati, che entreranno in vigore l’8 dicembre. Secondo il Comité européen des entreprises vins (Ceev)e Unione italiana vini (Uiv) queste indicazioni attuative prevedono però “una nuova interpretazione della norme che incide sull’aspetto delle etichette, che implicherà, da un lato, la distruzione di centinaia di milioni di etichette già stampate e, dall’altro, l’incapacità di stampare nuove etichette in tempo per rispettare la nuova scadenza regolamentare”.

Le associazione di rappresentanza delle imprese del vino chiedono quindi una modifica urgente delle linee guida, ricordando che il Regolamento europeo pubblicato nel dicembre 2021 e accolto con favore dalle aziende, “dà ai produttori la possibilità di rendere disponibile la dichiarazione nutrizionale completa e l’elenco degli ingredienti per via elettronica (e-label)”. “La grande maggioranza degli operatori del settore vitivinicolo ha deciso di identificare i QR-code con il simbolo image.png registrato ISO 2760, universalmente noto per identificare un luogo in cui si trovano informazioni” ricostruisce il Ceev, sottolineando che però oggi la Commissione ha pubblicato le sue linee guida “che contengono una nuova interpretazione del regolamento OCM vino in cui si afferma che la presentazione di un codice QR dovrebbe essere chiara per i consumatori per quanto riguarda il suo contenuto, che il codice QR deve essere identificato sull’etichetta con il termine ‘ingredienti’ e aggiungendo incertezza riguardo al regime linguistico da applicare”. “In tal modo, la nuova interpretazione della Commissione mina drammaticamente il principio della certezza del diritto e delle legittime aspettative degli operatori economici e ignora la volontà politica espressa dai colegislatori all’adozione del regolamento Ue” spiega il Comité, evidenziando che “la pubblicazione delle linee guida a sole due settimane dall’entrata in vigore rende impossibile l’adeguamento degli operatori economici e ignora inoltre il principio di proporzionalità tra libera circolazione delle merci, competitività e informazione dei consumatori”.

Al di là della tempistica irrealistica, il Ceev si dice “fortemente in disaccordo anche con l’interpretazione stessa della Commissione: nella stessa linea, la Commissione per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo e diversi Stati membri (tra cui Spagna, Italia, Francia e Portogallo) hanno comunicato ufficialmente le loro preoccupazioni alla Commissione Europea e il loro sostegno all’interpretazione del Ceev”. “L’interpretazione della Commissione porta più incertezza che altro e lascia le aziende vinicole all’oscuro su cosa fare ora” afferma il segretario generale del Ceev, Ignacio Sánchez Recarte, aggiungendo che “l’interpretazione è pura burocrazia e ciò va contro lo spirito del Regolamento, mette a repentaglio il mercato unico dei vini e interpreta in modo sproporzionato i regolamenti sull’Ocm e sulle informazioni sugli alimenti ai consumatori. L’interpretazione – conclude – cancella il principale vantaggio apportato dal sistema di etichettatura elettronica”.

“Le aziende vinicole, assieme a Uiv, sono da sempre sostenitrici della trasparenza nei confronti dei consumatori, come dimostra il fatto che, per primo, l’intero comparto abbia già adottato quanto previsto dal Regolamento Ue” dichiara il segretario generale di Uiv, Paolo Castelletti, chiosando “oggi un dietrofront, con la sorpresa di una nuova interpretazione al regolamento che rappresenta un buco nero sul futuro delle nostre imprese”.