Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

”Maso delle Rose Alto Adige Doc” di Weger miglior Sauvignon blanc 2021

”Maso delle Rose Alto Adige Doc” di Weger miglior Sauvignon blanc 2021Milano, 24 apr. (askanews) – Il “Maso delle Rose Alto Adige Doc” di Josef Weger si è classificato primo al quinto Concorso nazionale del Sauvignon 2021 che si è tenuto nell’ambito della manifestazione Sauvignon Experience 2023 che si è svolta a Cortaccia in Alto Adige.

Al secondo posto della classifica dei miglior Sauvignon Blanc italiani del 2021, è arrivato “Ombrasenzombra Colli Piacentini Doc” di La Tosa e al terzo posto a pari merito il “Praesulis Alto Adige Doc” di Gump Hof e il “Andrius Alto Adige Doc” di Cantina Andriano. Durante la premiazione, che ha avuto luogo nella barricaia della Cantina Kurtatsch, il presidente dell’Associazione Sauvignon Alto Adige, Andreas Kofler, ha sottolineato che “questa manifestazione nasce dalla volontà di offrire un palcoscenico di grande qualità a uno dei vini bianchi più apprezzati al mondo, il Sauvignon Blanc. L’esito del quinto Concorso nazionale – ha concluso – dimostra non solo quanto questo vitigno rivesta un ruolo centrale nel panorama vinicolo del nostro Paese, ma mette anche in luce la sua capacità di offrire un’ampia varietà di sfaccettature in base alle diverse stilistiche produttive e alle variegate espressioni del terroir di provenienza”. La giuria era formata da 25 degustatori scelti fra enologi, sommelier e rappresentanti della stampa di settore coordinata dal Moritz Trautmann. Oltre 80 i campioni di Sauvignon Blanc dell’annata 2021 che hanno preso parte al Concorso, provenienti da cantine di nove diverse zone vitivinicole: Sicilia, Marche, Emilia-Romagna, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Trentino, Alto Adige, Lombardia e Piemonte.

Uiv: in nuova campagna di promozione turismo manca il vino, peccato

Uiv: in nuova campagna di promozione turismo manca il vino, peccatoMilano, 23 apr. (askanews) – “Mare, storia, paesaggio, monumenti, Vespa, pizza e…acqua. E’ un peccato che manchi proprio il vino nella nuova campagna globale di promozione turistica del nostro Paese costruita attorno ad una moderna Venere del Botticelli ritratta in diversi luoghi e occasioni tipicamente italiane. Una campagna, lanciata dal ministero del Turismo con ben nove milioni di euro, in cui manca proprio il prodotto tricolore in testa nella bilancia commerciale con l’estero tra i comparti del Made in Italy tradizionale. Si parla tanto di promozione integrata, di fare rete, ma poi si perdono queste occasioni. Peccato”. Così Unione italiana vini (Uiv) ha commentato sul proprio sito e sulla sua pagina linkedin la nuova campagna internazionale di promozione turistica del ministero del Turismo ed Enit, realizzata con il contributo del Dipartimento per l’Informazione e l’editoria della presidenza del Consiglio.

Il Consorzio Aceto Balsamico di Modena Igp compie trent’anni

Il Consorzio Aceto Balsamico di Modena Igp compie trent’anniMilano, 23 apr. (askanews) – Il Consorzio Aceto Balsamico di Modena Igp compie trent’anni: costituitosi nel 1993 con appena 12 produttori, il Consorzio dell’Aceto Balsamico di Modena oggi conta 49 soci. “Celebriamo un successo che nessuno trent’anni fa avrebbe mai immaginato e che si è tradotto in un valore importante per il nostro territorio e per la notorietà internazionale di Modena come simbolo dell’eccellenza agroalimentare” ha detto la presidente del Consorzio, Mariangela Grosoli nel corso dei festeggiamenti che si sono svolti nel Palazzo Ducale della città emiliana dove sono intervenuti, tra gli altri, il vicepresidente del Senato, Gian Marco Centinaio, il presidente della Commissione Agricoltura, Luca De Carlo, l’europarlamentare Paolo De Castro, oltre che il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, e il sindaco, Gian Carlo Muzzarelli.

Nel corso di un incontro dedicato alle prospettive di tutela ed evoluzione del sistema dei prodotti Dop e Igp, la presidente del Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena, Mariangela Grosoli, e il presidente del Consorzio Tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, Enrico Corsini, hanno annunciato la costituzione di un Consorzio di secondo livello tra le due realtà della Igp e della Dop, attraverso il quale i due enti opereranno insieme per il bene dei prodotti e del territorio. “L’esperienza del Consorzio è doppiamente felice – ha ricordato Bonaccini – in questi trent’anni ha saputo esaltare un prodotto unico al mondo e ha dimostrato come mettersi insieme e lavorare fianco a fianco sia la strada vincente per competere sui mercati internazionali”. “L’Aceto Balsamico di Modena è un elemento identitario del nostro territorio, parte della storia non solo gastronomica della città” ha spiegato Muzzarelli, sottolineando che “uno dei punti fondamentali della rinascita turistica della nostra città e di tutto il territorio provinciale è del resto legato all’enogastronomia”.

Lungo questi tre decenni molto è stato fatto a livello nazionale, comunitario e internazionale, sia dal punto di vista della promozione che da quello della tutela dei marchi e della denominazione. Il successo del prodotto a livello globale ha fatto sì che divenisse un prodotto particolarmente imitato spingendo il Consorzio ad attivarsi anche sotto il profilo legale. “Le eccellenze agroalimentari sono una risorsa non solo per i singoli produttori ma per tutto il sistema-Italia” ha dichiarato Centinaio, continuando “per questo abbiamo il dovere di tutelarle: i prodotti Dop e Igp sono unici per la qualità, la tradizione e per il loro legame con il territorio”. Al termine dell’evento, è stato consegnato un riconoscimento ai dodici soci fondatori: Acetificio Pontiroli Artos, Aceto Balsamico del Duca di Adriano Grosoli, Azienda Agricola Manicardi, Bellei Luigi e Figli, Bertoni Sante, Carandini Emilio e C., Cesare Fiorucci, Elsa di Federzoni Sabrina ed Elena, Fattorie Giacobazzi, Gran Deposito Aceto Balsamico Giuseppe Giusti, Modenaceti e Monari Federzoni.

Dopo aver toccato il suo record storico nel 2021, con una produzione certificata che ha superato i 100 milioni di litri e oltre un miliardo di euro al consumo, nel 2022 l’intero comparto dell’Aceto Balsamico di Modena ha registrato una flessione del 5%. Oggi oltre il 90% della sua produzione viene esportata in 130 Paesi. Complessivamente, al mondo dell’Aceto Balsamico di Modena appartengono 95 cantine, 47 concentratori, 79 acetaie e 174 confezionatori, con oltre mille addetti. Cifre che lo collocano come il primo ambasciatore del Made in Italy per l’export e nella top five delle specialità alimentari Dop e Igp italiane, al fianco delle Dop Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma e Mozzarella di Bufala Campana.

Il Consorzio pomodoro Pachino Igp al Macfrut di Rimini

Il Consorzio pomodoro Pachino Igp al Macfrut di RiminiMilano, 22 apr. (askanews) – Il Consorzio di tutela del pomodoro Pachino Igp festeggerà i 20 anni dal riconoscimento della indicazione geografica al Macfrut di Rimini dal 3 maggio. “Un’edizione storica – dichiara il presidente Sebastiano Fortunato – che segna il ventennale dal riconoscimento IGP per il nostro Consorzio e che abbiamo voluto celebrare con un grande stand, che ogni giorno sarà teatro della migliore tradizione enogastronomica italiana, con le ricette a base di Pachino Igp ideate dallo chef Alessandro Circiello”.

Lo stand, al Padiglione D4, si collocherà accanto al Pianeta Rosso, il nuovo format sviluppato da Macfrut e Agroter per i protagonisti della filiera del pomodoro: lo spazio del Consorzio sarà punto d’incontro per ospiti istituzionali e addetti al settore, che nei tre giorni di fiera potranno confrontarsi con le diverse realtà del comparto, per meglio comprendere le dinamiche di produzione e vendita di questo prodotto del nostro made in Italy, universalmente riconosciuto come l’oro rosso di Sicilia.

Riforma IG, Origin Italia: ora serve quadro normativo semplificato

Riforma IG, Origin Italia: ora serve quadro normativo semplificatoMilano, 21 apr. (askanews) – “Una proposta che rilancia la visione politica delle IG come uno dei pilastri di sviluppo agroalimentare dell’Unione Europea e che promuove l’affermazione di un modello condiviso e forte tra i vari Paesi membri”. Così Origin Italia, l’Associazione che riunisce i Consorzi di Tutela dei prodotti agroalimentari Dop e Igp, ha accolto il via libera della Commissione Agricoltura al Parlamento Europeo alla relazione di Paolo De Castro sul regolamento IG.

Un vota che segna per Origin Italia “un importante rafforzamento del ruolo dei Consorzi di tutela, un aumento della protezione delle IG, ma anche semplificazione delle procedure e un passo concreto verso la sostenibilità (non solo ambientale) delle filiere IG”. Il testo approvato inoltre “conferma e rafforza il ruolo centrale della Commissione Europea per lo sviluppo dell’economia agroalimentare, limitando l’Euipo a un ruolo puramente consultivo e su questioni tecniche”. “Ora che il primo passo è stato compiuto occorre tutto il supporto da parte degli Stati Membri, in particolare chiediamo sostegno alla premier Giorgia Meloni e al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che già hanno sostenuto fortemente la riforma nelle fasi iniziali dei Triloghi, affinché i risultati ottenuti dal Parlamento Europeo non vengano erosi o minacciati nella fase finale e per arrivare a un quadro legislativo più chiaro per consolidare il sistema ma anche per evitare interpretazioni spesso contraddittorie da parte delle istituzioni nazionali e regionali” ha dichiarato il presidente di Origin Italia, Cesare Baldrighi, sottolineando che “l’obiettivo è giungere entro l’autunno all’approvazione finale e l’Italia dovrà giocare un ruolo determinante per difendere lo strumento oggi più importante per tutelare e promuovere la qualità agroalimentare italiana, e su questo il Governo potrà contare sul supporto attivo e convinto della nostra associazione e di tutti i suoi Consorzi soci”.

“Da un lato dobbiamo dare grande merito al lavoro della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, ed in particolare a Paolo De Castro, per il lavoro condotto, che ha permesso di correggere e rilanciare la portata della Riforma come proposta nel 2022 dalla Commissione Europea” ha affermato il presidente di Origin Mondo e vicepresidente di Origin Italia, Riccardo Deserti, parlando di “una proposta che davvero rilancia la visione politica delle IG come uno dei pilastri di sviluppo agroalimentare dell’Unione Europea e che promuove l’affermazione di un modello condiviso e forte tra i vari Paesi membri”.

Vino, il 7-8 maggio prima edizione di Ciliegiolo di Maremma e d’Italia

Vino, il 7-8 maggio prima edizione di Ciliegiolo di Maremma e d’ItaliaMilano, 21 apr. (askanews) – Domenica 7 e lunedì 8 maggio alla fortezza Orsini di Sorano (Grosseto) si terrà la prima edizione di “Ciliegiolo di Maremma e d’Italia”, una kermesse con degustazioni e masterclass dedicata a questo vitigno a bacca nera autoctono della Toscana ma coltivato in diverse regioni del Centro Italia.

L’obiettivo dell’evento, organizzata dal Consorzio Tutela Vini Maremma Toscana con il patrocinio del Comune di Sorano, è proprio quello di riunire tutti i produttori di Ciliegiolo, varietà che sta tornando ad essere valorizzata in purezza con diversi vini Doc e Igt del Centro Italia, a differenza di quanto avveniva in passato, quando le uve venivano vinificate in assemblaggio con altre varietà, in primis il Sangiovese. Oggi questo vitigno viene coltivato in Toscana, Umbria, Lazio, Emilia-Romagna, Marche, Liguria, Basilicata, Abruzzo e, in modo minoritario, in altre cinque regioni del nostro Paese. La maggiore diffusione di questo vitigno è comunque in Toscana, dove si contano circa 525 ettari, quasi il 60% dei quali sono concentrati in provincia di Grosseto dove danno vita a numerose etichette della DOC Maremma Toscana Ciliegiolo.

Riforma IG, Federdoc: importante aver rafforzato concetto stesso di IG

Riforma IG, Federdoc: importante aver rafforzato concetto stesso di IGMilano, 21 apr. (askanews) – “Un voto importante perché ha rafforzato il concetto stesso di IG, che ne rafforza la tutela e sancisce lo stop al passaggio di gestione dei disciplinari all’Euipo, una esternalizzazione di competenze che avrebbe rappresentato un grave vulnus per l’intero sistema”. Così Federdoc ha commentato in una nota il via libera della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo alla proposta di regolamento delle Indicazioni geografiche (IG).

“E’ stata confermata la peculiarità del settore vino, caratterizzato da una politica di qualità con strumenti normativi specifici” ha continuato la Confederazione nazionale dei Consorzi volontari per la tutela delle denominazioni dei vini italiani, ricordando che “questo voto garantisce un livello di protezione più elevato alle IG, con specifico riferimento alla protezione online e all’impiego delle stesse come ingredienti di prodotti composti elaborati e trasformati”. L’auspicio ora – ha concluso il presidente di Federdoc, Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi – è che l’orientamento scaturito dalla votazione odierna rappresenti una traccia precisa per le decisioni future, con una particolare attenzione al ‘pacchetto vino’ che richiede delle specificità che a molti sembrano sfuggire”.

Oiv: nel 2022 record per export mondiale di vino: 37,6 mld euro

Oiv: nel 2022 record per export mondiale di vino: 37,6 mld euroMilano, 21 apr. (askanews) – Nonostante la diminuzione del volume (107 milioni di ettolitri, -5% rispetto ai massimi storici del 2021), nel 2022 il valore delle esportazioni di vino a livello mondiale ha raggiunto la cifra record di 37,6 miliardi di euro, il 9% in più sul 2021. E’ quanto emerge dalle stime dell’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (Oiv) che ha fatto il punto sullo stato del settore vitivinicolo mondiale.

L’anno scorso il calo dei volumi è stato determinato secondo l’Oiv dalla guerra in Ucraina, dall’alto tasso di inflazione generato dalla crisi energetica e dalle difficoltà della catena di approvvigionamento globale. Elementi questi che insieme hanno determinato anche un aumento del prezzo medio del vino del 15% rispetto al 2021, conseguenza del forte aumento dei costi sostenuti dall’intera filiera in tutti i principali Paesi esportatori. Malgrado un calo dei volumi di 0,7 milioni di ettolitri, nel 2022 la Francia si è confermato il primo esportatore mondiale di vino con 12,3 miliardi di euro, pari a quasi un terzo del valore delle esportazioni globali, con ben +1,2 miliardi di euro sul 2021. I Paesi che hanno contribuito maggiormente a questo significativo aumento del valore a livello mondiale sono stati anche l’Italia, che l’anno scorso ha raggiunto la cifra record di 7,8 miliardi di euro (+717 mln di euro sul 2021), il Cile (+154 mln) e gli Stati Uniti (+148 mln).

Il nostro Paese è risultato essere il maggiore esportatore per volumi con 21,9 mln hl (pari al 20% dell’export globale). Tra i principali Paesi esportatori, solo l’Australia e il Canada non hanno registrato un calo rispetto ai volumi del 2021, dato che la Spagna ha fatto registrare un -2,4 milioni di ettolitri. La categoria “sparkling” è stata l’unica ad essere aumentata sia in termini di volume (+5%) che di valore (+18%), e pur costituendo l’11% del volume globale esportato, pesa per il 23% a valore. Il prezzo medio di esportazione di questa tipologia è, sempre secondo Oiv, di 7,7 euro al litro.

Sempre l’anno scorso, secondo le stime Oiv, il vino in bottiglia ha rappresentato il 53% dei volumi commerciali a livello globale nel 2022, una quota in linea con quella registrata negli ultimi dieci anni. In termini di valore, questa categoria costituisce il 68% del valore totale dei vini esportati. Rispetto al 2021, l’ export di imbottigliato è diminuito del 4% in volume ma è aumentato del 7% in valore, con un prezzo medio di esportazione di 4,5 euro al litro.

Vino, Domenico Clerico: limited edition “Perdomenico” subito esaurita

Vino, Domenico Clerico: limited edition “Perdomenico” subito esauritaMilano, 21 apr. (askanews) – Sono andate esaurite in pochi giorni le 326 bottiglie da 0,75 litri, 100 magnum e cinque doppie magnum di “Perdomenico – Langhe Nebbiolo Doc 2016”, edizione limitata creata dalla storica azienda di Monforte D’Alba (Cuneo) il cui ricavato è stato integralmente devoluto in beneficenza. Gli amici di Domenico Clerico hanno infatti subito sposato l’iniziativa di solidarietà lanciata in memoria del pluripremiato fondatore dell’omonima azienda, acquistando tutte le bottiglie dell’ultimo vino ideato e realizzato da Clerico prima della sua scomparsa, avvenuta nel luglio 2017 a 67 anni.

“Abbiamo scelto di trasformare questo desiderio di Domenico in un’edizione di pochissime bottiglie a lui dedicate fin dal nome, perché crediamo che investire nella memoria sia la risposta migliore al futuro” ha spiegato la moglie, Giuliana Viberti Clerico, sottolineando che “siamo felici del successo riscosso da questa iniziativa di solidarietà, che testimonia come Domenico abbia lasciato un segno indelebile nel cuore di tanti amici e clienti”. Il ricavato delle vendite è stato devoluto al Presidio dell’Ospedale Valduce “Villa Beretta” di Costa Masnaga (Lecco), per l’acquisto di un robot per la riabilitazione motoria a seguito di ictus e trauma cranici. “Ora pensiamo ad una successiva donazione a favore del Comune di Monforte d’Alba, dove è nata la nostra azienda, perché sia impiegato nella manutenzione del parco giochi per bambini”.

L’eredità del vigneron tra i più grandi barolisti di Langa, è stata raccolta dalla moglie Giuliana e portata avanti da un team di collaboratori guidato oggi da Oscar Arrivabene, enologo e direttore generale, nell’assoluto rispetto dell’impronta del suo fondatore. L’azienda oggi conta 21 ettari vitati, e produce 110mila bottiglie di vino da uve Dolcetto, Barbera e Nebbiolo.

Accademia della Fiorentina: la “carne coltivata” non è carne

Accademia della Fiorentina: la “carne coltivata” non è carneMilano, 21 apr. (askanews) – La “carne coltivata” non è carne: si tratta di proteine prodotte in vitro a partire da cellule prelevate da animali”. L’Accademia della Fiorentina si schiera contro il cibo sintetico, sottoscrivendo la petizione di Coldiretti Toscana a sostegno del processo legislativo aperto dal disegno di legge approvato in Consiglio dei ministri che prevede il divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici.

Nel febbraio scorso, l’associazione culturale che da oltre 30 anni celebra la famosa bistecca, ha avviato il percorso per inserire questo piatto locale nell’elenco europeo delle Specialità tradizionale garantite (Stg). “La carne coltivata che non proviene da allevamenti ma da colture cellulari in laboratorio non può essere accettata nel disciplinare che distingue un piatto che rappresenta la tradizione e cultura di un territorio” ha dichiarato il presidente dell’Accademia, Giovanni Brajon, spiegando che la “bistecca alla fiorentina è infatti il risultato di un prodotto di filiera che parte dal lavoro e dal sacrificio quotidiano di generazioni di allevatori che, con cura e attenzione, operano in territori che altrimenti sarebbero abbandonati per proseguire con la tradizionale lavorazione nelle macellerie e la sapiente cottura dei cuochi”. “Se vogliamo parlare di tradizione e cultura di questo simbolo gastronomico – ha concluso – non possiamo accettare l’opzione della carne coltivata”.