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Riforma IG, Origin Italia: ora serve quadro normativo semplificato

Riforma IG, Origin Italia: ora serve quadro normativo semplificatoMilano, 21 apr. (askanews) – “Una proposta che rilancia la visione politica delle IG come uno dei pilastri di sviluppo agroalimentare dell’Unione Europea e che promuove l’affermazione di un modello condiviso e forte tra i vari Paesi membri”. Così Origin Italia, l’Associazione che riunisce i Consorzi di Tutela dei prodotti agroalimentari Dop e Igp, ha accolto il via libera della Commissione Agricoltura al Parlamento Europeo alla relazione di Paolo De Castro sul regolamento IG.

Un vota che segna per Origin Italia “un importante rafforzamento del ruolo dei Consorzi di tutela, un aumento della protezione delle IG, ma anche semplificazione delle procedure e un passo concreto verso la sostenibilità (non solo ambientale) delle filiere IG”. Il testo approvato inoltre “conferma e rafforza il ruolo centrale della Commissione Europea per lo sviluppo dell’economia agroalimentare, limitando l’Euipo a un ruolo puramente consultivo e su questioni tecniche”. “Ora che il primo passo è stato compiuto occorre tutto il supporto da parte degli Stati Membri, in particolare chiediamo sostegno alla premier Giorgia Meloni e al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che già hanno sostenuto fortemente la riforma nelle fasi iniziali dei Triloghi, affinché i risultati ottenuti dal Parlamento Europeo non vengano erosi o minacciati nella fase finale e per arrivare a un quadro legislativo più chiaro per consolidare il sistema ma anche per evitare interpretazioni spesso contraddittorie da parte delle istituzioni nazionali e regionali” ha dichiarato il presidente di Origin Italia, Cesare Baldrighi, sottolineando che “l’obiettivo è giungere entro l’autunno all’approvazione finale e l’Italia dovrà giocare un ruolo determinante per difendere lo strumento oggi più importante per tutelare e promuovere la qualità agroalimentare italiana, e su questo il Governo potrà contare sul supporto attivo e convinto della nostra associazione e di tutti i suoi Consorzi soci”.

“Da un lato dobbiamo dare grande merito al lavoro della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, ed in particolare a Paolo De Castro, per il lavoro condotto, che ha permesso di correggere e rilanciare la portata della Riforma come proposta nel 2022 dalla Commissione Europea” ha affermato il presidente di Origin Mondo e vicepresidente di Origin Italia, Riccardo Deserti, parlando di “una proposta che davvero rilancia la visione politica delle IG come uno dei pilastri di sviluppo agroalimentare dell’Unione Europea e che promuove l’affermazione di un modello condiviso e forte tra i vari Paesi membri”.

Vino, il 7-8 maggio prima edizione di Ciliegiolo di Maremma e d’Italia

Vino, il 7-8 maggio prima edizione di Ciliegiolo di Maremma e d’ItaliaMilano, 21 apr. (askanews) – Domenica 7 e lunedì 8 maggio alla fortezza Orsini di Sorano (Grosseto) si terrà la prima edizione di “Ciliegiolo di Maremma e d’Italia”, una kermesse con degustazioni e masterclass dedicata a questo vitigno a bacca nera autoctono della Toscana ma coltivato in diverse regioni del Centro Italia.

L’obiettivo dell’evento, organizzata dal Consorzio Tutela Vini Maremma Toscana con il patrocinio del Comune di Sorano, è proprio quello di riunire tutti i produttori di Ciliegiolo, varietà che sta tornando ad essere valorizzata in purezza con diversi vini Doc e Igt del Centro Italia, a differenza di quanto avveniva in passato, quando le uve venivano vinificate in assemblaggio con altre varietà, in primis il Sangiovese. Oggi questo vitigno viene coltivato in Toscana, Umbria, Lazio, Emilia-Romagna, Marche, Liguria, Basilicata, Abruzzo e, in modo minoritario, in altre cinque regioni del nostro Paese. La maggiore diffusione di questo vitigno è comunque in Toscana, dove si contano circa 525 ettari, quasi il 60% dei quali sono concentrati in provincia di Grosseto dove danno vita a numerose etichette della DOC Maremma Toscana Ciliegiolo.

Riforma IG, Federdoc: importante aver rafforzato concetto stesso di IG

Riforma IG, Federdoc: importante aver rafforzato concetto stesso di IGMilano, 21 apr. (askanews) – “Un voto importante perché ha rafforzato il concetto stesso di IG, che ne rafforza la tutela e sancisce lo stop al passaggio di gestione dei disciplinari all’Euipo, una esternalizzazione di competenze che avrebbe rappresentato un grave vulnus per l’intero sistema”. Così Federdoc ha commentato in una nota il via libera della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo alla proposta di regolamento delle Indicazioni geografiche (IG).

“E’ stata confermata la peculiarità del settore vino, caratterizzato da una politica di qualità con strumenti normativi specifici” ha continuato la Confederazione nazionale dei Consorzi volontari per la tutela delle denominazioni dei vini italiani, ricordando che “questo voto garantisce un livello di protezione più elevato alle IG, con specifico riferimento alla protezione online e all’impiego delle stesse come ingredienti di prodotti composti elaborati e trasformati”. L’auspicio ora – ha concluso il presidente di Federdoc, Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi – è che l’orientamento scaturito dalla votazione odierna rappresenti una traccia precisa per le decisioni future, con una particolare attenzione al ‘pacchetto vino’ che richiede delle specificità che a molti sembrano sfuggire”.

Oiv: nel 2022 record per export mondiale di vino: 37,6 mld euro

Oiv: nel 2022 record per export mondiale di vino: 37,6 mld euroMilano, 21 apr. (askanews) – Nonostante la diminuzione del volume (107 milioni di ettolitri, -5% rispetto ai massimi storici del 2021), nel 2022 il valore delle esportazioni di vino a livello mondiale ha raggiunto la cifra record di 37,6 miliardi di euro, il 9% in più sul 2021. E’ quanto emerge dalle stime dell’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (Oiv) che ha fatto il punto sullo stato del settore vitivinicolo mondiale.

L’anno scorso il calo dei volumi è stato determinato secondo l’Oiv dalla guerra in Ucraina, dall’alto tasso di inflazione generato dalla crisi energetica e dalle difficoltà della catena di approvvigionamento globale. Elementi questi che insieme hanno determinato anche un aumento del prezzo medio del vino del 15% rispetto al 2021, conseguenza del forte aumento dei costi sostenuti dall’intera filiera in tutti i principali Paesi esportatori. Malgrado un calo dei volumi di 0,7 milioni di ettolitri, nel 2022 la Francia si è confermato il primo esportatore mondiale di vino con 12,3 miliardi di euro, pari a quasi un terzo del valore delle esportazioni globali, con ben +1,2 miliardi di euro sul 2021. I Paesi che hanno contribuito maggiormente a questo significativo aumento del valore a livello mondiale sono stati anche l’Italia, che l’anno scorso ha raggiunto la cifra record di 7,8 miliardi di euro (+717 mln di euro sul 2021), il Cile (+154 mln) e gli Stati Uniti (+148 mln).

Il nostro Paese è risultato essere il maggiore esportatore per volumi con 21,9 mln hl (pari al 20% dell’export globale). Tra i principali Paesi esportatori, solo l’Australia e il Canada non hanno registrato un calo rispetto ai volumi del 2021, dato che la Spagna ha fatto registrare un -2,4 milioni di ettolitri. La categoria “sparkling” è stata l’unica ad essere aumentata sia in termini di volume (+5%) che di valore (+18%), e pur costituendo l’11% del volume globale esportato, pesa per il 23% a valore. Il prezzo medio di esportazione di questa tipologia è, sempre secondo Oiv, di 7,7 euro al litro.

Sempre l’anno scorso, secondo le stime Oiv, il vino in bottiglia ha rappresentato il 53% dei volumi commerciali a livello globale nel 2022, una quota in linea con quella registrata negli ultimi dieci anni. In termini di valore, questa categoria costituisce il 68% del valore totale dei vini esportati. Rispetto al 2021, l’ export di imbottigliato è diminuito del 4% in volume ma è aumentato del 7% in valore, con un prezzo medio di esportazione di 4,5 euro al litro.

Vino, Domenico Clerico: limited edition “Perdomenico” subito esaurita

Vino, Domenico Clerico: limited edition “Perdomenico” subito esauritaMilano, 21 apr. (askanews) – Sono andate esaurite in pochi giorni le 326 bottiglie da 0,75 litri, 100 magnum e cinque doppie magnum di “Perdomenico – Langhe Nebbiolo Doc 2016”, edizione limitata creata dalla storica azienda di Monforte D’Alba (Cuneo) il cui ricavato è stato integralmente devoluto in beneficenza. Gli amici di Domenico Clerico hanno infatti subito sposato l’iniziativa di solidarietà lanciata in memoria del pluripremiato fondatore dell’omonima azienda, acquistando tutte le bottiglie dell’ultimo vino ideato e realizzato da Clerico prima della sua scomparsa, avvenuta nel luglio 2017 a 67 anni.

“Abbiamo scelto di trasformare questo desiderio di Domenico in un’edizione di pochissime bottiglie a lui dedicate fin dal nome, perché crediamo che investire nella memoria sia la risposta migliore al futuro” ha spiegato la moglie, Giuliana Viberti Clerico, sottolineando che “siamo felici del successo riscosso da questa iniziativa di solidarietà, che testimonia come Domenico abbia lasciato un segno indelebile nel cuore di tanti amici e clienti”. Il ricavato delle vendite è stato devoluto al Presidio dell’Ospedale Valduce “Villa Beretta” di Costa Masnaga (Lecco), per l’acquisto di un robot per la riabilitazione motoria a seguito di ictus e trauma cranici. “Ora pensiamo ad una successiva donazione a favore del Comune di Monforte d’Alba, dove è nata la nostra azienda, perché sia impiegato nella manutenzione del parco giochi per bambini”.

L’eredità del vigneron tra i più grandi barolisti di Langa, è stata raccolta dalla moglie Giuliana e portata avanti da un team di collaboratori guidato oggi da Oscar Arrivabene, enologo e direttore generale, nell’assoluto rispetto dell’impronta del suo fondatore. L’azienda oggi conta 21 ettari vitati, e produce 110mila bottiglie di vino da uve Dolcetto, Barbera e Nebbiolo.

Accademia della Fiorentina: la “carne coltivata” non è carne

Accademia della Fiorentina: la “carne coltivata” non è carneMilano, 21 apr. (askanews) – La “carne coltivata” non è carne: si tratta di proteine prodotte in vitro a partire da cellule prelevate da animali”. L’Accademia della Fiorentina si schiera contro il cibo sintetico, sottoscrivendo la petizione di Coldiretti Toscana a sostegno del processo legislativo aperto dal disegno di legge approvato in Consiglio dei ministri che prevede il divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici.

Nel febbraio scorso, l’associazione culturale che da oltre 30 anni celebra la famosa bistecca, ha avviato il percorso per inserire questo piatto locale nell’elenco europeo delle Specialità tradizionale garantite (Stg). “La carne coltivata che non proviene da allevamenti ma da colture cellulari in laboratorio non può essere accettata nel disciplinare che distingue un piatto che rappresenta la tradizione e cultura di un territorio” ha dichiarato il presidente dell’Accademia, Giovanni Brajon, spiegando che la “bistecca alla fiorentina è infatti il risultato di un prodotto di filiera che parte dal lavoro e dal sacrificio quotidiano di generazioni di allevatori che, con cura e attenzione, operano in territori che altrimenti sarebbero abbandonati per proseguire con la tradizionale lavorazione nelle macellerie e la sapiente cottura dei cuochi”. “Se vogliamo parlare di tradizione e cultura di questo simbolo gastronomico – ha concluso – non possiamo accettare l’opzione della carne coltivata”.

Riforma Ig, Qualivita: importante per ruolo Consorzi in enoturismo

Riforma Ig, Qualivita: importante per ruolo Consorzi in enoturismoMilano, 21 apr. (askanews) – “Qualivita ha sostenuto con forza l’introduzione nel nuovo regolamento degli aspetti legati alla promozione dell’enoturismo e delle funzioni di coordinamento dei Consorzi di tutela, dopo aver sostenuto negli anni le numerose esperienze delle filiere Dop e Igp italiane, sempre più al centro dell’offerta turistica nazionale”. Lo ha dichiarato il dg di Fondazione Qualivita, Mauro Rosati, commentando l’approvazione, ieri, della bozza di Regolamento delle Ig da parte della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo.

Secondo Rosati, una delle novità più importanti del Regolamento riguarda infatti la definizione delle competenze turistiche dei Consorzi di tutela attraverso l’attribuzione di un ruolo istituzionale nella promozione del ‘Turismo Dop’, ossia il turismo enogastronomico legato a progettualità autentiche sui prodotti a Indicazione geografica”. “Il nuovo ruolo dei Consorzi di tutela permetterà loro di collaborare concretamente con il Masaf, di concerto con le istituzioni di settore come ministero del turismo ed Enit, per prendere parte a iniziative di promozione internazionale che possono essere ulteriore leva di crescita molto importante” ha proseguito Rosati, parlando di “un’iniziativa che può dare già nel breve periodo dei riscontri tangibili alle Dop e Igp italiane, in particolare alle filiere di piccole dimensioni”.

Per quanto riguarda il settore specifico DOP IGP, l’Osservatorio Qualivita, solo nel 2022, ha contato “oltre 230 eventi organizzati dai Consorzi di tutela fra degustazioni, visite outodoor, festival e iniziative che hanno risposto alla richiesta dei cittadini di esperienze vere nei territori del cibo e del vino”. A questo aspetto, sempre secondo la Fondazione, “si aggiungono numerosi elementi positivi legati al coordinamento dei Consorzi di tutela: dalla formazione di un consumatore consapevole attraverso attività esperienziali, capaci di trasferire tutti i valori della filiera come il ‘saper fare’, i fattori ambientali, il patrimonio artistico e culturale o quello storico e sociale fino all’introduzione di una gestione sostenibile coordinata sul territorio in grado di salvaguardare le risorse naturali degli areali”.

Consorzio Barbera Asti e Vini Monferrato: in arrivo buyer dall’Asia

Consorzio Barbera Asti e Vini Monferrato: in arrivo buyer dall’AsiaMilano, 21 apr. (askanews) – Il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato si prepara ad accogliere, il 24 aprile, una dozzina tra operatori del settore e giornalisti provenienti da Giappone, Taiwan, Corea del Sud, Singapore e Vietnam nell’ambito del progetto “Sustainable Wines from Europe”.

“Costruire una relazione solida e continuativa con l’Asia è fondamentale per avere una crescita progressiva che coinvolge i produttori” ha affermato il presidente del Consorzio, Filippo Mobrici, parlando di “un rapporto che va costruito non solo portando le nostre eccellenze direttamente in quei mercati, ma ospitando buyer e operatori asiatici nei nostri territori, mostrando loro cosa si cela dietro un calice di vino: storia, cultura, tradizioni, radici indissolubili con il terroir di provenienza”. “Per questo, come Consorzio, stiamo lavorando per una promozione unitaria, che coinvolga pienamente non solo la cultura del vino insita nel Monferrato ma anche cultura gastronomica, artistica, storica” ha proseguito Mobrici, concludendo “siamo un territorio che può offrire molteplici opportunità e siamo pronti a farle scoprire anche ad un mercato in crescita come quello asiatico” Sviluppato nell’ambito dei progetti europei volti alla promozione dei prodotti di qualità europea, “Sustainable Wines from Europe” è promosso insieme con la DO spagnola La Mancha e il Consorzio Vini d’Abruzzo.

Sempre con il sostegno di questo progetto europeo, prossimamente il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato coinvolgerà anche gli operatori cinesi del settore Horeca, attraverso iniziative digitali come “V2B Wine Meetings”, dove una rosa di aziende consorziate offriranno dei “wine tasting” online a potenziali nuovi clienti.

Vino, sistema ville-fattoria Chianti Classico candidato a sito Unesco

Vino, sistema ville-fattoria Chianti Classico candidato a sito UnescoMilano, 21 apr. (askanews) – “Il sistema delle ville-fattoria nel Chianti Classico” è stato ufficialmente inserito nell’elenco della Lista propositiva italiana dei siti candidati a Patrimonio dell’Umanità. Lo ha reso noto la Fondazione per la Tutela del Territorio del Chianti Classico, sottolineando che si tratta del primo passo nel percorso per raggiungere il riconoscimento universale Unesco.

La proposta, avanzata dalla Regione Toscana, è stata ideata e curata proprio dalla Fondazione guidata dalla presidente Tessa Capponi Borawska, con unanime condivisione di tutte le Amministrazioni comunali del territorio. Lo studio, ripreso nel 2019 sotto la guida della responsabile scientifica Paola Eugenia Falini, “si basa non solo sulla conoscenza approfondita dell’ampia letteratura di settore, ma anche su numerose e specifiche osservazioni sul campo, che hanno messo in luce sempre più chiaramente i caratteri di unicità che identificano il territorio del Chianti Classico in maniera inequivocabilmente distintiva”. “La Fondazione ha organizzato scrupolosamente e con rigore scientifico tutta l’analisi preliminare alla presentazione della richiesta formale di inserimento nella lista propositiva italiana” ha raccontato Capponi Borawska, aggiungendo che “è con grande entusiasmo che adesso proseguiremo i lavori per la presentazione del dossier finalizzato all’ottenimento dell’ambito riconoscimento a Patrimonio dell’Umanità”.

“Un passaggio molto atteso di cui sono felice, risultato di un impegno attento e scrupoloso” ha dichiarato il presidente della Regione, Eugenio Giani, evidenziano che “questa tappa adesso ci dà rinnovato entusiasmo per proseguire a lavorare di concerto come abbiamo fatto finora”. “Il Chianti Classico, una delle immagini iconiche della Toscana nel mondo, rappresenta di per sé un valore culturale della nostra regione e del nostro Paese, e con l’iscrizione al patrimonio Unesco potrà esaltare a pieno titolo il suo ruolo” ha proseguito il governatore, concludendo “per farlo possiamo contare sulla capacità di questo territorio di fare rete e sulla sua storica vocazione a produrre crescita e sviluppo attraverso la collaborazione, l’unione di risorse e una visione aperta e condivisa del futuro, presupporti che ci danno la forza e l’energia per continuare il percorso”.

Non solo Trentodoc, Maso Martis presenta il suo Muller Thurgau

Non solo Trentodoc, Maso Martis presenta il suo Muller ThurgauMilano, 21 apr. (askanews) – Non solo Trentodoc, ma un vino fermo prodotto in purezza da uve Muller Thurgau coltivate a 800 metri di altitudine. E’ “Al+Ma 800”, la novità che Maso Martis, Cantina nota da trent’anni per le diverse declinazioni del suo ottimo metodo classico, presenta in questi giorni.

Figlio della prima vendemmia tenuta a settembre 2022, questo interessante bianco di montagna segna anche il debutto di Alessandra e Maddalena (figlie dei fondatori Antonio Stelzer e Roberta Giuriali), le cui loro prime due lettere formano il nome della nuova referenza (Al+Ma). Sorelle che, incastonate tra le loro montagne, appaiono anche sulla colorata illustrazione in etichetta che sembra ispirata dalle opere del grande artista trentino Fortunato Depero. “All’inizio dell’anno scorso, a seguito del passaggio generazionale, abbiamo acquistato due ettari di vigneto in località Pragrande a Montevaccino, poco distante dalla nostra Cantina, che dal 2010 erano coltivati a Muller Thurgau su un terreno di materiali glaciali misti, con abbondante componente porfirica” ha raccontato Alessandra, aggiungendo che si tratta di “un terroir particolare che ci ha spinto a pensare a questo nuovo progetto, di cui oggi possiamo dire di essere orgogliose”.

“Le uve vengono vendemmiate a mano e immediatamente sottoposte a pigiatura soffice, a cui segue una macerazione in pressa di circa 7 ore a temperatura controllata (10-12 gradi) per estrarre i precursori aromatici della varietà” ha spiegato, precisando che “la fermentazione avviene con lieviti selezionati in serbatoi di acciaio, per poi essere imbottigliato la primavera successiva alla vendemmia”. Muller Thurgau “anomalo” per la sua spiccata ma elegante mineralità, questo Igt Vigneti delle Dolomiti debutta sul mercato con una “tiratura” di circa 12mila bottiglie. La Cantina (spumantistica) Maso Martis è nata nel 1990 e sorge a 450mt di altitudine ai piedi del Monte Calisio. Oggi conta su una dozzina di ettari di vigneto di proprietà condotti a regime biologico, con una produzione di circa 100mila bottiglie all’anno vendute per il 95% in Italia e per il resto tra Europa, Giappone e Stati Uniti.