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Schillaci: un bicchiere di vino con dieta italiana ha effetto salutare

Schillaci: un bicchiere di vino con dieta italiana ha effetto salutare



Schillaci: un bicchiere di vino con dieta italiana ha effetto salutare – askanews.it


Schillaci: un bicchiere di vino con dieta italiana ha effetto salutare – askanews.it



















Verona, 3 apr. (askanews) – “L’Irlanda è una nazione che ha un problema importante con l’abuso di superalcolici che rappresenta un problema sociale e anche politico, soprattutto tra le giovani generazioni con le cosiddette ‘abbuffate alcoliche’. In Italia per fortuna la situazione è completamente diversa: nella relazione che presenteremo tra poco al Parlamento emerge che negli ultimi anni non c’è stato un incremento del consumo di vino e birra mentre abbiamo assistito ad un consumo dei superalcolici. La nostra posizione è quindi molto chiara a difesa delle peculiarità italiane, del vino che ha degli effetti, quando consumato in maniera responsabile, su tante possibili patologie, penso ad esempio alle caratteristiche antiossidanti del vino e soprattutto inquadrerei la questione vino all’interno della dieta meditterranea, che a me piace chiamare italiana, dove un bicchiere insieme ad altri prodotti tipici della nostra nazione, permette di avere sicuramente un effetto salutare e un effetto di prevenzione. E proprio perché la prevenzione è uno degli aspetti sul quale il nostro ministero punta molto, considerando quelle che sono le caratteristiche della nostra popolazione, per fortuna molto longeva, credo che la riscoperta, e anche il messaggio forte da portare all’estero della nostra dieta mediterranea italiana con all’interno un po’ di quantità di vino, sia un messaggio positivo per la salute degli italiani”. Lo ha detto il ministro della Sanità, Orazio Schillaci, intervenuto ad un “talk” sul vino al Padiglione del Masaf di Vinitaly insieme con i colleghi Adolfo Urso, Daniela Santanchè e Francesco Lollobrigida, al termine del quale è intervenuta anche la premier Giorgia Meloni.

A Vinitaly per i 50 anni del Premio Angelo Betti medaglia alla nipote

A Vinitaly per i 50 anni del Premio Angelo Betti medaglia alla nipote



A Vinitaly per i 50 anni del Premio Angelo Betti medaglia alla nipote – askanews.it


A Vinitaly per i 50 anni del Premio Angelo Betti medaglia alla nipote – askanews.it




















Milano, 3 apr. (askanews) – Nato da un’idea di Angelo Betti nel 1973, il Premio Cangrande “Benemeriti della Vitivinicoltura” è diventato, nel corso di 50 anni, il riconoscimento più sentito e apprezzato tra quelli attribuiti ogni anno da Vinitaly. Viene assegnato seguendo le indicazioni degli assessorati regionali all’Agricoltura, che segnalano quanti con la propria attività professionale o imprenditoriale abbiano contribuito e sostenuto il progresso qualitativo della produzione viticola ed enologica della propria regione e del proprio Paese.

Alla 50esima edizione di Vinitaly, il prestigioso riconoscimento è stato denominato per sempre “Premio Angelo Betti – Benemeriti della Vitivinicoltura”, di cui ricorre quest’anno anche il venticinquesimo della scomparsa. “Intestare in quella occasione il riconoscimento ad Angelo Betti è stato un gesto semplice ma pieno di significato” ha spiegato il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, che ieri ha consegnato i Premi dell’edizione 2023 insieme all’ad, Maurizio Danese, ricordando che “Angelo Betti è stato il padre fondatore del Vinitaly e l’inventore di molte iniziative di successo della Fiera di Verona. Dedicare per sempre alla sua memoria un premio, tra l’altro creato da lui, che oggi è il più ambito fra quelli assegnati ogni anno da Vinitaly – ha concluso – significa perpetuarne la memoria e attribuire alla sua figura il riconoscimento che merita nella lunga storia di Veronafiere”. E proprio in occasione dei 50 anni del riconoscimento e dei 25 anni della scomparsa di Angelo Betti, la Fiera di Verona ha voluto ricordare entrambe le ricorrenze con una medaglia che è stata consegnata alla nipote Maria Neve Betti dal sindaco di Verona, Damiano Tommasi e dal presidente della Provincia, Flavio Pasini.

Quest’anno per la 55esima edizione di Vinitaly in corso a Veronafiere fino al 5 aprile, il premio è stato attribuito a : Camillo Zulli (Abruzzo); Giuseppe Avigliano (Basilicata); Paolo Ippolito (Calabria); Andrea Ferraioli (Campania); Roberto Monti (Emilia-Romagna); Alvaro Pecorari (Friuli Venezia Giulia); Azienda Colle di Maggio Wine Farm (Lazio); Famiglia Bosoni (Liguria); Davide Lazzari (Lombardia); Azienda Agricola Pantaleone di Federica Pantaleone (Marche); Michele Lauriola (Molise); Chiara Soldati (Piemonte); Christine Mayr (Provincia Autonoma di Bolzano); Maddalena Nardin (Provincia Autonoma di Trento); Antonio Michele Coppi (Puglia); Antonello Pilloni (Sardegna); Andrea Franchetti (Sicilia); Agricola Calafata società cooperativa agricola solidale (Toscana); Cantina Scacciadiavoli della famiglia Pambuffetti (Umbria); Giorgio Lale Murix (Valle d’Aosta); Valerio Cescon (Veneto). I nomi di questi professionisti ed imprenditori premiati vanno ad arricchire un Albo d’Oro composto da personalità che hanno fortemente contribuito alla crescita del sistema viticolo ed enologico italiano, tanto da farne un modello di riferimento internazionale.

Oss. Uiv-Vinitaly: spumanti chiudono 2022 a 1 mld di bottiglie (+4%)

Oss. Uiv-Vinitaly: spumanti chiudono 2022 a 1 mld di bottiglie (+4%)



Oss. Uiv-Vinitaly: spumanti chiudono 2022 a 1 mld di bottiglie (+4%) – askanews.it


Oss. Uiv-Vinitaly: spumanti chiudono 2022 a 1 mld di bottiglie (+4%) – askanews.it




















Milano, 3 apr. (askanews) – Chiude di nuovo in crescita e sfiora quota un miliardo di bottiglie (978 milioni) la produzione di spumanti italiani nel 2022. Lo rileva l’Osservatorio Uiv-Vinitaly, che ha elaborato i dati di imbottigliamento raccolti presso gli Organismi di certificazione. Il dato segna un leggero aumento (+4%) rispetto a uno strabordante 2021 (+25%), con i comuni e varietali (+10%) che fanno meglio degli sparkling Doc-Igp (+3%, 807 milioni di bottiglie). A livello territoriale, l’85% dello spumante italiano Dop-Igp ha origini venete (683 milioni di bottiglie), poi Piemonte (9% e 72 milioni), Lombardia (3% e 24 milioni), Trentino (2% e 16 milioni) ed Emilia-Romagna (1% e 7,4 milioni).

Il consuntivo 2022 sulle vendite in Italia chiude a +1% (284 milioni di bottiglie consumate), di cui -3% sul circuito retail e +5% su quello ristorazione-bar. Una performance comunque da non sottovalutare, anche se i veri vincitori in Gdo risultano gli Charmat non Prosecco, in forte crescita in generale (+13%), ma soprattutto al discount (+22% annuo). I consumi interni di spumante hanno raggiunto un completo livello di maturità: nel 2022, la quota sul totale vino si è attestata al 13,5% (era al 9% nel 2015), con il Prosecco al solito grande protagonista delle vendite con il 44% di quota volume. “In Italia si va sempre più affermando un nuovo modo di consumare spumante: storicamente i consumi nel nostro Paese sono concentrati nel periodo natalizio, con il solo mese di dicembre che fino al 2015 faceva il 40% del totale” ha spiegato il segretario generale di Unione italiana vini (Uiv), Paolo Castelletti, evidenziando che “negli ultimi anni, vi è stato invece un allargamento graduale dei consumi anche agli altri periodi dell’anno: in quello estivo, dove è arrivato a sfiorare il 30%, ma anche nel periodo dal post-Natale alla primavera, in cui la quota dei consumi supera il 30%”.

Fa meglio l’export, che conferma il ruolo trainante degli spumanti italiani in favore di tutto il comparto. Nel 2022 l’Italia ha esportato 5,2 milioni di ettolitri di spumante, in aumento del 6% rispetto al 2021, di cui 3,7 milioni di Prosecco (+6%) e 461.000 di Asti (+9%). Forte incremento dei valori esportati, superiore al 19% per il totale categoria per un controvalore di 2,2 miliardi di euro. Il Prosecco rimane locomotiva dell’export (+22% a valore, 1,6 miliardi di euro) ma cresce bene anche l’Asti Spumante, che vola a +16% e 168 milioni di euro di vendite. “Rispetto al 2010, il valore delle esportazioni sparkling tricolori è cresciuto di quasi il 400%, con l’ascesa del Prosecco che rappresenta un caso di scuola anche per altri settori del made in Italy” ha dichiarato l’ad di Veronafiere, Maurizio Danese, sottolineando che “nel 2022 gli spumanti italiani hanno raggiunto 168 destinazioni: una dimensione sempre più globale che si riflette sulla scala della rappresentatività internazionale al Vinitaly, con il record di top buyer ospitati quest’anno e una manifestazione fortemente orientata al business”.

L’Osservatorio Uiv-Vinitaly rileva che oggi lo spumante pesa per il 24% volume sul totale export, quota che solo nel 2015 era del 14%, e addirittura del 7% nel 2010. Oggi le bollicine sono il primo prodotto esportato in piazze chiave come UK (44% di quota contro il 9% del 2010), Francia (49% contro 12%), Russia (44%), Belgio (39% contro 17% di 12 anni prima), Austria (33%). Negli Usa, primo mercato a valore, gli spumanti con una quota di mercato del 33% sono dietro solo ai bianchi (36%) ma davanti ai rossi (24%). Solo sette anni prima, le bollicine stavano al 17% contro 45% dei bianchi e 30% dei rossi.

Vino, Trentodoc chiude 2022 con fatturato 180 mln: +7% sul 2021

Vino, Trentodoc chiude 2022 con fatturato 180 mln: +7% sul 2021



Vino, Trentodoc chiude 2022 con fatturato 180 mln: +7% sul 2021 – askanews.it


Vino, Trentodoc chiude 2022 con fatturato 180 mln: +7% sul 2021 – askanews.it




















Milano, 3 apr. (askanews) – Dopo l’impennata registrata nel biennio 2020-2021 dovuta alla pandemia, il volume di affari della Denominazione Trentodoc ha continuato a consolidarsi sia a valore che a volume anche nel 2022, raggiungendo le 13 milioni di bottiglie vendute e un fatturato complessivo di circa 180 milioni di euro.

Lo rivela l’Osservatorio dell’Istituto Trento Doc che, con il presidente Enrico Zanoni, spiega che la domanda di Trentodoc è cresciuta complessivamente del 7%, confermando la rilevanza della denominazione “che è apprezzata sempre di più sia del pubblico italiano che da quello americano e asiatico”. Tra le tipologie preferite dai consumatori, in ascesa i Millesimati, che raggiungono il 12%.

Vinitaly, premio Betti a Pantaleoni Vini di Colonnata Alta (AP)

Vinitaly, premio Betti a Pantaleoni Vini di Colonnata Alta (AP)



Vinitaly, premio Betti a Pantaleoni Vini di Colonnata Alta (AP) – askanews.it


Vinitaly, premio Betti a Pantaleoni Vini di Colonnata Alta (AP) – askanews.it




















Milano, 2 apr. (askanews) – Il premio Angelo Betti per i benemeriti alla viticoltura delle Marche assegnato al Vinitaly di Verona, è andato all’azienda Pantaleoni Vini di Colonnata Alta (Ascoli Piceno). A segnalare questa Cantina è stato l’assessorato all’Agricoltura della Regione Marche “per la sua testimonianza di legame ed attenzione per il territorio, perseguita attraverso l’utilizzo di pratiche produttive attente all’ambiente, per lasciarlo incontaminato con il rispetto del rapporto tra flora e fauna che determinano, così, un equilibrio naturale”.

Azienda con 19 ettari vitati a 450 metri di altitudine, è biologica dai primi anni Duemila. Oggi la conduzione è affidata a Francesca (con il marito enologo Giuseppe Infriccioli) e Federica, che affiancano il papà Nazzareno. La produzione complessiva è di circa 70mila bottiglie l’anno, con una quota export di circa il 30-35%. Francia, Stati Uniti, Belgio, Regno Unito e Giappone sono le principali rotte commerciali. Fra gli investimenti in programma dell’azienda, l’ampliamento della cantina per l’invecchiamento dei vini e l’aumento della superficie vitata potendo contare su una proprietà totale di 50 ettari. Il premio è stato assegnato al termine dell’inaugurazione, così come la cerimonia del Premio Vinitaly International. Nella categoria “Estero” è stato premiato Joseph Schuller, Master of Wine e managing director della Austrian Wine Academy, “per i meriti come fondatore del più importante centro WSET in Europa che, da 35 anni, forma 15mila studenti all’anno e il cui Campus ha avviato al percorso Master of Wine oltre 100 studenti”. Per l’Italia, invece, il premio è andato a Riccardo Cotarella, enologo e professore di Enologia all’Università della Tuscia di Viterbo, “per il costante impegno nel supportare le aziende del settore con la propria esperienza enologica, nella valorizzazione del vino italiano, e per il contributo nel far conoscere e promuovere i territori meno noti del Paese”.

Infine, per la nuova categoria “Innovation”, il riconoscimento è stato assegnato Marco Simonit, maestro potatore, “per la sua ricerca nel campo della viticoltura, che lo porta a offrire consulenze nei più importanti vigneti di tutto il mondo e per aver introdotto e diffuso una tecnica di potatura ramificata, meno invasiva e più rispettosa della natura delle piante”.

Vinitaly, Bricolo: presenza del Governo è segnale di grande attenzione

Vinitaly, Bricolo: presenza del Governo è segnale di grande attenzione



Vinitaly, Bricolo: presenza del Governo è segnale di grande attenzione – askanews.it


Vinitaly, Bricolo: presenza del Governo è segnale di grande attenzione – askanews.it




















Verona, 2 apr. (askanews) – “Abbiamo registrato un forte e positivo segnale di unità di intenti tra Veronafiere-Vinitaly e tutto il sistema istituzionale impegnato nell’internazionalizzazione del made in Italy. La presenza così numerosa e qualificata del Governo è un segnale di grande attenzione di cui siamo grati, anche a nome di tutte le nostre aziende espositrici”. Lo ha detto il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, nel corso dell’inaugurazione di Vinitaly, sottolineando che “l’obiettivo ora è costruire insieme una piattaforma promozionale permanente e coordinata, in grado di attrarre da un lato gli investimenti sul prodotto italiano e dall’altro l’incoming sull’Italia, i suoi territori vocati e sulla rassegna che meglio la rappresenta: Vinitaly”.

Il Salone scaligero del vino “si conferma uno strumento strategico al servizio del made in Italy, facendo di Verona la capitale del sistema-vino nazionale”. Un ruolo, per altro, ribadito oggi dalle istituzioni presenti oggi in fiera: da Lorenzo Fontana, presidente della Camera dei Deputati, a Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura, Antonio Tajani, ministro degli Affari esteri, Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, e Orazio Schillaci, ministro della Salute. Un’investitura in piena regola da parte delle istituzioni “che riconosce Vinitaly come aggregatore di tutti i soggetti coinvolti nella valorizzazione del vino italiano sui mercati esteri, emergenti e maturi”. Piattaforma di promozione internazionale per un settore che rappresenta la prima voce attiva della bilancia commerciale del Paese, con una filiera da 530mila imprese, 870mila addetti e 31,3 miliardi di euro di fatturato. Vinitaly, da oggi al 5 aprile a Veronafiere, vede protagoniste oltre quattromila aziende espositrici da più di 30 nazioni, 25mila operatori provenienti da 130 Paesi, e 17 padiglioni occupati per 100mila metri quadrati netti.

“I numeri della filiera mostrano come il vino nell’arco di un decennio sia diventato saldamente un capitale strategico del prodotto Italia” ha commentato l’ad di Veronafiere, Maurizio Danese, spieegando che “per questo ora dobbiamo puntare a intensificare e accelerare una progettualità per rendere Vinitaly un brand ancora più efficace sullo scacchiere della domanda internazionale del nostro vino, con l’obiettivo di incrementare le presenze di operatori professionali dall’estero e il presidio permanente sui mercati globali: la prossima frontiera di radicamento del Gruppo Veronafiere, dopo Brasile e Cina, sono gli Stati Uniti, in Occidente, il Giappone e la Corea del Sud nel Far East”. Oggi all’inaugurazione sono intervenuti anche il presidente delle Regione del Veneto, Luca Zaia, il sindaco di Verona, Damiano Tommasi, il presidente della Provincia di Verona, Flavio Massimo Pasini, il presidente di Simest, Pasquale Salzano, e presidente di ICE Agenzia, Matteo Zoppas.

Presidente Camera e due ministri aprono 55esima edizione di Vinitaly

Presidente Camera e due ministri aprono 55esima edizione di Vinitaly



Presidente Camera e due ministri aprono 55esima edizione di Vinitaly – askanews.it


Presidente Camera e due ministri aprono 55esima edizione di Vinitaly – askanews.it




















Verona, 2 apr. (askanews) – Si è ufficialmente aperta a Veronafiere la 55esima edizione di Vinitaly. Alla cerimonia di inaugurazione del Salone internazionale dei vini e distillati che si chiuderà il 5 aprile, hanno partecipato il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, i ministri dell’Agricoltura e della Cultura, Francesco Lollobrigida e Gennaro Sangiuliano, oltre ai presidenti delle Regioni Veneto, Umbria, Basilicata, Toscana ed Emilia-Romagna, e naturalmente al sindaco di Verona e al presidente della Provincia scaligera. Con loro hanno partecipato al “talk” nell’Auditorium della Fiera i padroni di casa, l’ad e il presidente della Fiera di Verona.

Lollobrigida e Sangiuliano si sono poi spostati insieme con gli amministratori locali veneti e il presidente della Fiera Federico Bricolo, nel nuovo Padiglione del Masaf dove Bruno Vespa ha moderato la presentazione di “Bacco Divino”, l’esposizione del Bacco di Caravaggio e di quello attribuito a Guido Reni, entrambi parte della straordinaria collezione degli Uffizi di Firenze. La mostra è stata aperta al pubblico dopo il tradizionale taglio del nastro.

Lollobrigida cita Soldati: vino è per l’anima ciò che acqua è per il corpo

Lollobrigida cita Soldati: vino è per l’anima ciò che acqua è per il corpo



Lollobrigida cita Soldati: vino è per l’anima ciò che acqua è per il corpo – askanews.it


Lollobrigida cita Soldati: vino è per l’anima ciò che acqua è per il corpo – askanews.it



















Verona, 2 apr. (askanews) – “Mario Soldati scrivendo che ‘Il vino è per l’anima ciò che l’acqua è per il corpo’, aveva già riassunto in maniera puntuale l’importanza di questo prodotto, racontando quelle che sono le sue potenzialità. Credo che rispetto ai benefici per l’anima bisogna riuscire ad avere consapevolezza di quello che vuol dire e di quello che dobbiamo difendere”. Il ministro dell’Agricoltura e Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, nel corso del suo intervento all’inaugurazione della 55esima edizione del Vinitialy a Veronafiere”, cita la massima del celebre scrittore torinese.

“Noi difendiamo lavoro, cultura, storia, tradizione, benessere, qualità e proviamo a farlo anche in questa edizione di Vinitaly” ha aggiunto Lollobrigida , che ha ringraziato Veronafiere “per la possibilità di migliorare la presenza del nostro governo in questo sistema fieristico, perché Verona è un’eccellenza, un punto di riferimento in una regione che viaggia a una velocità oggettivamente maggiore delle altre”. “Dobbiamo però cercare di allineare tutto il sistema Italia – ha precisato – e non c’è niente di più forte del marchio Italia”. “Abbiamo visto deserti su cui sorgevano città per rendersi visibili, luoghi in quali cercano statuette a dimensione ridotte per far vedere qualcosa, noi abbiamo talmente tanta qualità e cose che dobbiamo solo capire come promuoverla nel mondo e nel più corretto, quello di fare sistema” ha ricordato il ministro, annunciando che da oggi al 5 aprile, giorno in cui si chiuderà la manifestazione, “il nostro governo sarà sostanzialmente presente tutto”, con ogni singolo ministro che interverrà per quanto di competenza per spiegare il valore del nostro vino. “Un governo che fa sistema, come fatto con Sangiuliano, cercando di mostrare la nostra arte e di mostrare la tradizione del vino anche con un ancoraggio saldo alla storia, alla consapevolezza” ha detto Lollobrigida, evidenziando che “dobbiamo pensare al futuro e per farlo investire sui giovani”, ricordando che tra tutte le cose fatte, “ciò che mi inorgoglisce di più è aver coinvolto gli istituti agrari: qui ci saranno 300 studenti a imparare dai produttori e a raccontare quello che i produttori hanno fatto, dimostrandosi in grado di rappresentare nel mondo del lavoro quella che è la qualità italiana”.

La ricetta per il vino italiano è, secondo Lollobrigida, ancora una volta quella di fare squadra per portarlo nel mondo. “Stiamo collaborando in modo attivo e possiamo fare di più, abbiamo un’Italia che ha capito, specie gli imprenditori che sono più svegli di noi politici, che bisogna fare sistema, che bisogna capire che il concorrente non è quello che sta a un km da te o nell’altra regione, ma in un sistema globale è il sistema generale dell’economia che va aggredito in senso positivo portando i nostri prodotti all’estero”.

Sangiuliano a Vinitaly: vino è parte del nostro valore identitario

Sangiuliano a Vinitaly: vino è parte del nostro valore identitario



Sangiuliano a Vinitaly: vino è parte del nostro valore identitario – askanews.it


Sangiuliano a Vinitaly: vino è parte del nostro valore identitario – askanews.it




















Verona, 2 apr. (askanews) -“Gianbattista Vico enuncia un concetto molto importante il ‘sentire comune’, quell’insieme di percezioni e di sostanze che fanno l’identità di un popolo. L’identità italiana è ben anteriore a quella della nascita dello Stato unitario, nell’identità italiana ci sono elementi della tradizione come il vino e ci sono l’arte e la cultura. Del resto l’etimologia della parola cultura viene dal latino e significa coltivare”. Lo ha detto il ministro delle Cultura, Gennaro Sangiuliano, a Veronafiere nel corso del suo intervento alla cerimonia di inaugurazione della 55esima edizione di Vinitaly.

“Io non sono uno storico dell’arte ma è importante mettere insieme un’opera di Caravaggio e di Guido Reni, due grandi maestri che hanno segnato la storia dell’arte mondiale” ha proseguito, aggiungendo “il fatto che si siano esercitati sulla rappresentazione del vino, ci sta ad indicare quanto il vino sia parte del nostro valore identitario”. “L’identità è fatta di monumenti, di siti archeologici, di beni immateriali, di letteratura, di filosofia, di storia ma anche di elementi come il vino” ha continuato il ministro, spiegando che “io e Lollobrigida stiamo provando a lavorare molto insieme perché crediamo nel sistema della nazione, cioé della necessità di recuperare l’orgoglio di essere italiani, noi vogliamo essere orgogliosi del nostro valore e della nostra identità”. “Nella ‘Canzone all’Italia’ Leopardi richiama le pietre, gli archi che sono l’essenza del nostro essere italiani – ha concluso il ministro della Cultura – e questo lo dobbiamo poi declinare in termini moderni cercando di costruire un nuovo immaginario italiano nel mondo, in cui il vino ha un grande spazio”.

Vinitaly, oggi al via il padiglione Lazio di Arsial

Vinitaly, oggi al via il padiglione Lazio di Arsial



Vinitaly, oggi al via il padiglione Lazio di Arsial – askanews.it


Vinitaly, oggi al via il padiglione Lazio di Arsial – askanews.it




















Roma, 2 apr. (askanews) – Oggi al via la 55esima edizione Vinitaly 2023, in programma fino al 5 aprile. La manifestazione per eccellenza dedicata al vino accoglierà le eccellenze vitivinicole laziali in un padiglione di 1800 mq. Oltre 60 aziende provenienti da tutte le province laziali, l’8% in più rispetto al 2021, e due consorzi di tutela per rappresentare il patrimonio vitivinicolo del Lazio. Questi numeri e gli oltre mille top buyer presenti consentiranno di raggiungere uno degli obiettivi principali: conquistare quote di mercato.

Al “taglio del nastro”, saranno presenti la vicepresidente della Regione Lazio, Roberta Angelilli e l’Assessore all’Agricoltura, Giancarlo Righini, accolti dal Commissario Straordinario di Arsial, Andrea Napoletano. All’evento è stato invitato anche il Ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida. Nel pomeriggio è atteso anche un passaggio del ministro degli Affari Esteri e Vice Presidente del Consiglio, Antonio Tajani. Il Padiglione Lazio apre in grande stile e con un ricco programma: alle 11.30 il noto chef Alessandro Circiello terrà il cooking show “Natura in campo”. Lazio e Arsial si presentano all’edizione di quest’anno con un nuovo storytelling territoriale, declinato su 6 macrotemi che caratterizzano la vitivinicoltura laziale, scelti per il loro essere rappresentativi di un settore in evoluzione: sostenibilità, vitigni autoctoni, imprenditoria giovanile, cambiamento climatico, vini vulcanici, enoturismo.