Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Vino, nel Casertano torna “Casavecchia e Pallagrello Wine Festival”

Vino, nel Casertano torna “Casavecchia e Pallagrello Wine Festival”Milano, 21 giu. (askanews) – Il centro storico di Pontelatone (Caserta) si prepara ad accogliere la nuova edizione del “Casavecchia & Pallagrello Wine Festival”: tre giorni, dal 30 giugno al 2 luglio, di degustazioni, laboratori, musica, cucina di alta qualità e seminari di approfondimento per dare spazio e voce a questi vitigni autoctoni del Casertano e ai loro produttori.

“La riconoscibilità e personalità di questa manifestazione si ricollega ad una ben precisa caratteristica: associare in maniera incondizionata il vino al territorio di elezione rendendolo un tutt’uno, al fine di creare per l’enoturista un pacchetto completo” afferma il coordinatore dell’evento, Francesco Scaramuzzo, sottolineando che “oggi il Festival ha assunto sempre più il ruolo non solo di importante vetrina per il territorio ma soprattutto è un’occasione per promuovere la cultura enoica a livello nazionale come autentica espressione delle eccellenze e del dinamismo che stanno caratterizzando sempre di più il nostro Paese”. I banchi d’assaggio delle cantine e gli stand dedicati al food con menu incentrati sui prodotti del territorio si apriranno a partire dalle 20. Sabato 1 luglio alle 19 in piazzetta Municipio, si terrà la masterclass sul Pallagrello Bianco guidata dal giornalista Luciano Pignataro, e a seguire la scenografica filatura della mozzarella di bufala campana Dop. Domenica 2 luglio, sempre alle 19 in piazzetta Municipio, è prevista la masterclass sul Casavecchia guidata da Pietro Iadicicco, delegato provinciale Ais Caserta.

L’evento è promosso dalla Strada del Vino del Casavecchia di Pontelatone e dalla Pro loco di Pontelatone, in collaborazione con Comune di Pontelatone, Associazione italiana sommelier (Ais) e Unpli.

Vino, Cantina trentina Moser lancia il suo primo Sauvignon Blanc

Vino, Cantina trentina Moser lancia il suo primo Sauvignon BlancMilano, 21 giu. (askanews) – La Cantina trentina Moser aggiunge il Sauvignon Blanc alla sua linea di fermi “Warth”. Prodotto in purezza da un vitigno inedito per l’azienda, il nuovo vino è frutto dell’assemblaggio delle uve dei terreni calcarei allevati a guyot presso Maso Warth, sopra la città di Trento a 350 metri di altezza, e dei vigneti allevati a pergola trentina sui terrazzamenti sabbiosi e porfirici della Valle di Cembra, a 500 metri sul livello del mare. Selezionate e vendemmiate a mano, le uve vengono sottoposte a una pigiatura soffice, per procedere poi con la fermentazione in vasche d’acciaio, mentre l’affinamento avviene in bottiglia per almeno un anno. Il Sauvignon Blanc si affianca a Gewürztraminer, Riesling Renano, Moscato Giallo, Müller Thurgau, Lagrein, Teroldego e la sua riserva, Rubro, otto vini nati dal progetto di Carlo e Matteo Moser, oggi insieme alla guida dell’azienda vitivinicola.

“Il nostro primo Sauvignon Blanc nasce dalla volontà di esplorare le potenzialità di questo grande vitigno in un territorio vocato come il nostro, con uve allevate in un clima continentale, fresco, simile a quello della Valle della Loira, ma influenzato dalle Dolomiti” spiega Matteo Moser, enologo della cantina, aggiungendo che “siamo un’azienda dall’anima bianchista e con questa etichetta siamo riusciti ad affiancare al Riesling Renano, già presente nella linea Warth, un altro vitigno bianco nobile, di grande longevità, freschezza e beva, iniziando a produrlo proprio nel 2021, un’annata ottima per questa tipologia di vini”. Come gli altri vini della linea Warth, anche l’etichetta del Sauvignon Blanc è stata disegnata da Paolo Tait. “La simbologia dell’opera – sottolinea Carlo Moser – rappresenta il rapporto viscerale della nostra famiglia con la terra: le origini contadine, il valore del lavoro e del sacrificio, la ricerca dell’avanguardia unite al rispetto per il territorio, visto come risorsa da plasmare e conservare, per noi stessi e le nuove generazioni”.

Torna “Tutti giù in Cantina”, il Festival della Cultura del Vino

Torna “Tutti giù in Cantina”, il Festival della Cultura del VinoMilano, 21 giu. (askanews) – Tavole rotonde, performance teatrali e musicali, passeggiate scientifiche nel vigneto, installazioni artistiche, ma soprattutto banchi d’assaggio di oltre 200 etichette, fra le migliori produzioni enologiche d’eccellenza della Regione Lazio ma anche nazionali ed internazionali, oltre alle degustazioni guidate da esperti del settore, per un’ntensa tre giorni di eventi dedicati alla cultura del vino. Si tratta dell’ormai consueto appuntamento “Tutti giù in Cantina”, il Festival della Cultura del Vino di Velletri, organizzato dal Crea Viticoltura ed Enologia e dall’associazione Idee in Fermento, che si svolgerà da venerdì 23 a domenica 25 giugno nella storica sede del centro di ricerca in via Cantina Sperimentale a Velletri (Roma).

Sarà il Cile il Paese ospite d’onore di quest’anno, a cui è dedicata l’apertura di venerdì 23 giugno alla presenza dell’ambasciatore con una degustazione dei grandi vini cileni e a seguire un incontro-dibattito Italia-Cile sulle due sponde dell’oceano con la professoressa Francesca Romana Stabile dell’Università Roma Tre. Nei tre giorni del Festival sono previste anche una masterclass delle aziende cilene Viña Falernia e Vinos Co.Pa, una verticale guidata di Cabernet Franc Ars Magna dei vini dell’azienda Omina Romana, oltre al focus su “Il Grigio di San Felice”. Altro appuntamento da segnalare è tutto al femminile: il vino raccontato dalle donne, imprenditrici, giornaliste, blogger. Presente anche una area food attrezzata per intervallare i momenti culturali e di degustazione, con un adeguato supporto gastronomico.

Infine, il gradito ritorno del noto attore Gianmarco Tognazzi che il 25 giugno, in una veste inedita, racconterà i vini de La Tognazza insieme all’enologo Andrea Miceli. L’ingresso e la fruizione di tutta l’offerta culturale (mostre, convegni, tavole rotonde) sono gratuiti.

Life climate smart chefs award: un premio per un cibo sano e sostenibile

Life climate smart chefs award: un premio per un cibo sano e sostenibileMilano, 20 giu. (askanews) – È arrivato al giro di boa il percorso di Life climate smart chefs, progetto europeo triennale che punta a formare chef e cuochi provenienti da tutta Europa, insegnando loro a coniugare l’attenzione al gusto con temi come salute e rispetto dell’ambiente. Per l’occasione, il consorzio internazionale di partner guidato da Fondazione Barilla, il prossimo 5 luglio organizzerà una conferenza online dal titolo “Chef a capo tavola – L’importanza di essere un ‘Climate smart chef’ oggi in Europa” durante la quale saranno presentati i risultati ottenuti fin qui dal progetto e un documento strategico rivolto ai decisori politici europei, la Vision 2030. Verrà annunciato inoltre il Climate smart chefs award, il premio pensato per riconoscere l’impegno degli chef e delle associazioni no profit nel promuovere pratiche alimentari attente all’ambiente.

Finanziato dal programma Life dell’Unione europea, Climate smart chefs formerà in tre anni 160 chef e professionisti del settore ristorativo provenienti da tutta Europa, con conoscenze e strumenti volti a generare un cambiamento nella progettazione dei menu e nella comunicazione verso i loro clienti, aumentandone la consapevolezza sulle questioni climatiche. Il progetto, che vede Fondazione Barilla capofila in partnership con Alma, la scuola internazionale di Cucina Italiana, Enaip Net, l’Università finlandese Jamk e l’azienda irlandese Nutrics, vuole promuovere un dibattito ampio sul cibo come strumento chiave per la mitigazione dei cambiamenti climatici. Life Climate smart chefs prevede un corso di 36 ore di formazione divise tra online e in presenza presso il centro di formazione Alma. Il corso viene erogato in otto edizioni, ognuna delle quali è divisa in sei moduli durante i quali gli aspiranti climate smart chefs imparano a identificare le principali sfide da affrontare per realizzare un sistema alimentare più attento all’ambiente e come prevenire e ridurre gli sprechi durante il servizio, approfondiscono lo studio di differenti culture gastronomiche (dalla dieta mediterranea alla tradizione culinaria del nord Europa) e si mettono alla prova con il software “FoodPrint”, un tool digitale per la progettazione di menu sostenibili che analizza l’impatto ambientale di ciascun piatto. A oggi, sono state realizzate 4 delle 8 edizioni previste e formati 80 chef e cuochi, ognuno con il suo expertise.

“Il progetto Life Climate smart chefs rappresenta un nuovo modo di guardare al cibo: mangiare non è solo un un’esperienza legata al gusto, ma diventa un nuovo modo di essere cittadini attivi e consapevoli. Oggi gli chef sono chiamati a diventare essi stessi formatori che indicano la via da seguire per mangiare con gusto e in modo sano – ha dichiarato Riccardo Valentini dell’advisory board di Fondazione Barilla e di Life Climate smart chefs – Il progetto si muove proprio in questa direzione con l’obiettivo di aggiungere un nuovo tassello, affiancando alla gioia del cibo, anche l’attenzione all’ambiente”. “Life Climate smart chefs ci ha permesso di elaborare ‘Vision 2030’, un documento strategico volto a fornire raccomandazioni e a sostenere gli obiettivi EU di mitigazione del cambiamento climatico. Il documento nasce da un processo partecipativo che, negli ultimi 9 mesi, ha coinvolto diversi attori del sistema alimentare – ha dichiarato Marta Antonelli, coordinatrice del progetto Life Climate smart chefs e direttrice della ricerca di Fondazione Barilla – Speriamo che le raccomandazioni formate nella Vision 2030 possano ispirare un maggiore coinvolgimento degli chefs per trasformare i sistemi alimentari in Europa”.

Caffetteria e bartender: 70 giovani neet formati da AdAstra project

Caffetteria e bartender: 70 giovani neet formati da AdAstra projectMilano, 20 giu. (askanews) – Settanta giovani under 30 formati per il settore beverage, il 75% dei partecipanti assunto dopo un tirocinio retribuito di quattro mesi, oltre 50 esercizi commerciali coinvolti nell’area milanese. Sono alcuni dei numeri delle prime due edizioni di AdAstra project, il programma di formazione-lavoro per giovani cosiddetti neet ideato e sostenuto da Fondazione di Comunità Milano in collaborazione con Campari, Heneken Italia, Lavazza e A&I società cooperativa sociale Onlus.

Ora per alla terza edizione, presentata presso la sede centrale di Campari, sono 30 le persone ammesse, di cui quattro non hanno completato il percorso formativo. Il 72% sono uomini, con una percentuale di donne che per la prima volta dall’avvio del progetto si attesta intorno al 30% del totale, dimostrando un crescente interesse verso le professioni del beverage. La maggioranza dei partecipanti è di origine straniera (80%), oltre un terzo vive in comunità alloggio (36%). Il 40% ha conseguito la terza media in Italia, il 12% ha conseguito il diploma superiore in Italia e oltre il 48% ha un titolo riconosciuto solo dal paese di origine. Più della metà dei partecipanti ha avuto brevi esperienze di lavoro in ambiti diversi. AdAstra project è un percorso di formazione nel beverage (caffetteria e bartender-mixology) rivolto a ragazzi e ragazze tra i 18 e i 27 anni residenti nell’area metropolitana di Milano, disoccupati o inoccupati, con basso livello di istruzione e scarsa esperienza lavorativa. Il percorso è gratuito ed è aperto a chiunque sia in possesso dei requisiti e sia disponibile a intraprendere un percorso lungo un anno.

Fondazione di Comunità Milano ha ideato il progetto cui garantisce le risorse economiche. Campari, Heineken Italia e Lavazza mettono a disposizione le rispettive academy, centri di formazione nell’ambito caffetteria e bartender-mixology, nonché il know-how di docenti esperti. A&I – ente accreditato in Regione Lombardia per la formazione e i servizi al lavoro – seleziona, accompagna e guida i partecipanti in aula, durante il tirocinio e fino all’ingresso “autonomo” nel mondo del lavoro.

Vino, prorogata al 23 giugno iscrizione a Concorso “Scelta più green”

Vino, prorogata al 23 giugno iscrizione a Concorso “Scelta più green”Milano, 19 giu. (askanews) – Il Comitato organizzatore della “Primavera del Prosecco Superiore” ha accolto l’invito delle Cantine del territorio che chiedevano più tempo per presentare il proprio progetto di sostenibilità e, in accordo con il Consorzio Agrario di Treviso e Belluno, ha deciso di spostare la scadenza per l’iscrizione alla seconda edizione del premio “La scelta più green”. Il nuovo termine è fissato per il 23 giugno: fino ad allora, le realtà vitivinicole del Conegliano Valdobbiadene che hanno deciso di rendere più sostenibile almeno uno dei loro processi aziendali, potranno iscriversi gratuitamente al concorso compilando semplicemente il modulo on-line dedicato al progetto e allegando la descrizione della scelta green fatta dall’azienda.

Scopo dell’iniziativa è individuare, premiare e valorizzare le migliori pratiche di sostenibilità ambientale ed economica messe in campo dalle aziende agricole. Al concorso possono partecipare le Cantine dell’area del Prosecco Docg “che abbiano in essere (o che abbiano concluso nei due anni antecedenti alla data del bando) esperienze e progettualità legate allo sviluppo sostenibile, al rispetto ambientale e all’economia circolare sia dei processi produttivi in campagna che in cantina, oltre a quelli ideati per l’accoglienza dei clienti”. Un concorso che prosegue nel solco tracciato 28 anni fa dalla prima edizione della “Primavera del Prosecco Superiore”, cresciuta anche grazie alle tante collaborazioni nate in questi anni. Un progetto di marketing territoriale che, grazie alla collaborazione con il Consorzio Agrario di Treviso e Belluno, “oggi lavora per valorizzare e dare il giusto risalto agli eroici produttori delle colline Unesco che, sempre più, scelgono di produrre in modo sostenibile, dimostrando come l’eccellenza nasca dalla combinazione tra antica sapienza, innovazione continua e salvaguardia di un patrimonio ambientale e culturale unico al mondo”.

La premiazione ufficiale si terrà durante il Gran Galà della Primavera del Prosecco Superiore, che si svolgerà a Conegliano nella serata di venerdì 7 luglio 2023, in occasione dell’anniversario dell’iscrizione delle Colline di Conegliano e Valdobbiadene nel Patrimonio dell’Umanità Unesco.

Vino, premiati vincitori 18esimo Concorso nazionale del Riesling

Vino, premiati vincitori 18esimo Concorso nazionale del RieslingMilano, 19 giu. (askanews) – E’ il Riesling Renano Alto Adige Val Venosta Doc della Cantina Lehengut il vincitore del 18esimo Concorso nazionale del Riesling che ha celebrato i migliori vini italiani dell’annata 2021 ottenuti con questo celebre vitigno a bacca bianca. Al secondo posto il Riesling Alto Adige Valle Isarco della Tenuta Strasserhof, mentre al terzo posto a pari merito il Riesling Alto Adige Doc Pitzon della Cantina Nals Margreid, il Riesling Alto Adige Doc Vigna Castel Ringberg di Elena Walch, il Langhe Doc Riesling Campofranco di Tenuta Carretta ed infine il Riesling Alto Adige Val Venosta Doc della Tenuta Unterortl Castel Juval.

I vincitori sono stati proclamati a Naturno in Alto Adige nell’ambito delle Giornate del Riesling, una manifestazione nata per valorizzare al meglio l’importanza di questo vitigno. Qui è stato assegnato anche il Premio Riesling Oro al miglior Riesling 2021 prodotto su tutto il territorio nazionale. Ben 51 le etichette che sono state degustate da una giuria di esperti nazionali e internazionali e che ha decretato la classifica ufficiale nonché i migliori Riesling di ciascuna regione vinicola: per l’Alto Adige vince il Riesling Renano Alto Adige Val Venosta Doc della Cantina Lehengut, per il Trentino il Trentino Riesling Doc della Cantina Endrizzi, per le Langhe il Langhe Doc Riesling Campofranco di Tenuta Carretta e per la Lombardia il Riesling Bergamasca Igt dell’Azienda Agricola Tosca. “Sono classifiche che ci riempiono di soddisfazione perché mettono in risalto la capacità del Riesling di esprimere al meglio il carattere dei ‘terroir’ in cui cresce, senza mai tradire la sua forte individualità” ha affermato la presidente delle Giornate del Riesling, Magdalena Pratzner, ricordando che la scelta di organizzare questa manifestazione a Naturno, è stata fatta “perché la Val Venosta è uno dei territori dell’Alto Adige che offre condizioni particolarmente favorevoli alla coltivazione di questa varietà e rappresenta il palcoscenico ideale per questo evento”.

“Le Giornate del Riesling è un evento interamente dedicato alla ‘regina delle uve bianche’, vitigno tra i più prestigiosi al mondo che in questi giorni diventa protagonista assoluto” ha aggiunto Pratzner, evidenziando che “il programma della manifestazione include la possibilità di degustare le etichette in gara, una masterclass dedicata nonché la possibilità di visitare le cantine dei produttori di Riesling locali, con degustazioni degli eccellenti vini che, di anno in anno, escono dalle loro cantine. In questo modo – ha concluso – gli appassionati hanno avuto non solo l’occasione di provare Riesling provenienti da tutto il mondo, ma anche di conoscere da vicino i migliori produttori dell’Alto Adige visitando il territorio”.

Consorzio Vino Chianti in tour in Asia: tocca a Vietnam e Thailandia

Consorzio Vino Chianti in tour in Asia: tocca a Vietnam e ThailandiaMilano, 19 giu. (askanews) – Dopo le tappe in Giappone e Corea, il Consorzio Vino Chianti continua il suo “Chianti Lovers Asian Tour” volando prima in in Vietnam, il 20 giugno a Ho Chi Minh, e poi il 22 giugno, per la prima volta nella storia del Consorzio, a Bangkok in Thailandia. Il format è quello ormai collaudato: workshop giornalieri, programmi intensivi di sessioni “b2b”, sessioni più aperte di degustazione e “walk around tasting”.

Per quanto riguarda la tappa di Ho Chi Minh City ci saranno 12 aziende presenti e saranno presentate 30 etichette: il mercato del Vietnam è emergente tanto che si stima un consumo di vino di 13,7 milioni entro il 2027, sostenuto dalla crescita del Paese. A Bangkok, in un altro mercato considerato emergente e dove il consumo è trainato dai turisti, le Cantine presenti saranno 11 con 27 etichette. Entro il 2024 la stima è tornare ai livelli di consumo del pre-Covid. Tra i diversi eventi, sono previste anche due masterclass che porranno l’accento sullo stato tecnico e di salute della denominazione attraverso due diversi temi: ad Ho Chi Minh, dove il Consorzio ha già tenuto due eventi in passato, si parlerà di Chianti Superiore con una degustazione verticale di più annate. A Bangkok invece, dove il Consorzio farà appunto il suo debutto come associazione, si proporrà invece un seminario più introduttivo e completo sulla denominazione, con degustazione tecnica di vini Annata, Superiore e Riserva, dal 2022 al 2016, provenienti dalle sette diverse zone di produzione della Docg. Le degustazioni saranno condotte da rispettivi esperti locali quali Tu Le Huy, presidente dell’Associazione Sommelier di Saigon, e Sariya Kampanathsanyakorn, Wine Educator thailandese, coordinati dal wine ambassador Luca Alves.

“Si tratta di due mercati con grandi prospettive di crescita, sono aree con grande eterogeneità culturale e, dunque, anche gastronomica” ha spiegato il presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi, ricordando che “sia Vietnam che Thailandia hanno poi molto appeal in Italia, basta pensare ai tanti ristoranti vietnamiti e thailandesi aperti nel nostro Paese negli ultimi anni”. “È una doppia tappa stimolante – ha concluso – continuiamo col progetto di portare il nostro vino in tutto il mondo”.

Fond. Univerde: di nuovo in campo per sostenere cucina italiana

Fond. Univerde: di nuovo in campo per sostenere cucina italianaMilano, 17 giu. (askanews) – Nell’ambito del Napoli Pizza Village, si svolge l’incontro-seminario “Cibo è cultura e turismo. Da #PizzaUnesco alla nuova campagna mondiale #CucinaItalianaUnesco”, promosso da Fondazione UniVerde, Caputo – Napoli Pizza Village e dai Corsi di Laurea in Hospitality Management e Scienze Gastronomiche Mediterranee dell’Università degli Studi di Napoli Federico II in collaborazione con i Media Partners: Askanews, Italpress, La Cucina Italiana, Opera2030, TeleAmbiente, Canale21, GustoH24.

L’evento, inserito nel calendario ufficiale delle iniziative promosse per celebrare il 20° Anniversario (2003-2023) della Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale ha l’obiettivo di stimolare la nascita di una rete che sappia avviare un percorso sinergico di iniziative ed eventi culturali, ma anche di degustazioni e incontri di sensibilizzazione, al fine di sostenere una candidatura che racconta l’Italia e che intende tutelare e tramandare tradizioni, abitudini e quella gestualità che dalle ricette e dalla preparazione di un pasto culmina con la convivialità e la condivisione del cibo. In questo progetto credono la Fondazione UniVerde, organismo preposto alla salvaguardia dell’elemento “Arte del Pizzaiuolo Napoletano” e la Referente della Comunità dell’elemento “Cerca e cavatura del Tartufo” in Italia, Antonella Brancadoro. Alfonso Pecoraro Scanio, (presidente della Fondazione UniVerde, promotore della campagna mondiale #PizzaUnesco e docente in Turismo enogastronomico presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II): “La Fondazione UniVerde ha avuto il grande merito di far dialogare tante realtà, anche molto diverse e rivali tra loro, per costruire il più imponente movimento d’opinione nella storia delle candidature al Patrimonio Culturale Immateriale, con oltre 2 milioni di sottoscrizioni da oltre 100 Paesi del mondo, a sostegno dell’iscrizione dell’elemento “Arte del Pizzaiuolo Napoletano. Come avvenuto nel 2017 per #PizzaUnesco, oggi anche quale referente di uno degli organismi preposti alla salvaguardia dell’elemento “Arte del pizzaiuolo napoletano”, mi auguro che la società civile si entusiasmi e colga la grandissima occasione di sostenere la “cultura del cibo” che da sempre contraddistingue l’Italia e rende il nostro Paese crocevia di un Grand Tour enogastronomico unico. Abbiamo il dovere di tutelarla, tramandarla alle future generazioni, difenderne i valori e farli conoscere in tutto il mondo. La best practice della petizione e della campagna mondiali #PizzaUnesco, il sostegno di partners virtuosi, esperti, mondo accademico e Istituzioni sono l’esempio che uniti e con armonia si può realizzare un sogno superando controproducenti antagonismi per amore della nostra cultura”. Indubbiamente, un po’ come la pizza napoletana per Napoli e per la Campania, la cucina italiana non è solo cibo genuino ma un viaggio che racconta l’Italia, i suoi paesaggi, tradizioni, produzioni tipiche regionali e locali. La cucina italiana fa parte della nostra storia ed è un patrimonio culturale inestimabile soprattutto per gli 80 milioni di italiani e loro discendenti che vivono ai quattro angoli del Pianeta così come per i tantissimi ammiratori che in tutto il mondo amano le nostre usanze culinarie. Pier Luigi Petrillo (Direttore della Cattedra Unesco in “Patrimoni Culturali Immateriali e Diritto Comparato” presso l’Università degli Studi di Roma Unitelma Sapienza): “Dopo che il governo italiano ha trasmesso la candidatura della cucina italiana all’Unesco, le comunità promotrici, coordinate da Silvia Sassone, hanno lanciato una importante campagna mondiale di sostegno che, oggi, si arricchisce di un ulteriore supporto grazie a questa iniziativa. La cucina italiana è patrimonio di tutti, è un mosaico di culture diverse che nel corso dei secoli si sono confuse tra di loro, dando vita a quella biodiversità culturale che oggi è la cifra della nostra cucina. La candidatura non riguarda certo i nostri piatti tradizionali né ha a che fare con ricette o prodotti ma illustra cosa significa cucinare per gli italiani, spiega quanto il cucinare unisca, da nord a sud, le famiglie e gli amici e non è un caso se gli italiani parlano sempre di cibo. Occorre continuare in questa campagna mondiale per sostenere il dossier che ho avuto l’onore di scrivere seguendo le indicazioni delle 4 comunità emblematiche italiane: la rivista La Cucina Italiana, Casa Artusi, il Collegio Culinario, l’Accademia italiana della cucina”. Era il 23 marzo 2023 quando il Ministero della Cultura e il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste hanno annunciato la candidatura de “La cucina italiana tra sostenibilità e diversità bioculturale” come Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità – UNESCO. A farsi fin da subito promotrice della candidatura è stata la rivista La Cucina Italiana, dal 1929 il mensile di cucina più autorevole e di lunga tradizione in Italia e nel mondo. Maddalena Fossati Dondero (Direttore della rivista “La Cucina Italiana” e promotrice della candidatura Unesco “La cucina italiana tra sostenibilità e diversità bioculturale”): “Con questa candidatura si vuole celebrare la cucina come cultura e come massima espressione dell’identità italiana e di un modo di vivere che ci appartiene da sempre e per cui siamo famosi nel mondo e che appartiene al mondo. Una candidatura importante per una cucina tra le più amate del pianeta e che seguirebbe quelle già ottenute di Francia, Messico, Corea del Sud e Giappone. L’avventura che nasce nella redazione de La Cucina Italiana durante la pandemia trova in un’iniziativa come questa un ulteriore e prezioso supporto dopo quello determinante e indispensabile del ministero della cultura e dell’agricoltura”.

”Campania che ama la Campania”: le migliori carte dei vini regionali

”Campania che ama la Campania”: le migliori carte dei vini regionaliMilano, 16 giu. (askanews) – “La Campania che ama la Campania” è il nome del riconoscimento alle migliori carte dei vini regionali che è stato attribuito a ristoranti, trattorie, pizzerie, paninoteche e bracerie campane in chiusura dell’edizione 2023 di “Campania.Wine” che si è tenuta a Napoli.

I locali sono stati premiati nel corso di una cerimonia guidata dal giornalista Luciano Pignataro e dalla conduttrice Veronica Maya nella splendida cornice del Museo artistico politecnico (Musap) in piazza Trieste e Trento nel capoluogo campano. Per la categoria “Ristoranti” il riconoscimento è stato assegnato a Veritas (Napoli), Aria (Napoli), Piazzetta Milù (Castellammare di Stabia), Terrazza Ramè del Gold Tower Hotel (Napoli), Winehouse (Napoli), Megaron (Paternopoli), President (Pompei), La Bussola dello Yacht Club (Marina di Stabia), La Locanda della Luna (San Giorgio del Sannio), Bluu Il mare dentro (Nocera), San Pietro Bistrot (Torre del Greco), Maeba (Ariano Irpino), Sensi (Amalfi), Casamare (Salerno), Pescheria (Salerno), Contaminazioni (Somma Vesuviana), Rear (Nola), Locanda Nonna Rosa (Somma Vesuviana), Caracol (Bacoli), Gerani (Sant’Antonio Abate) e Suscettibile (Salerno). Per la categoria “Trattorie” il premio è andato a Cap’Alice (Napoli), Viva Lo Re (Ercolano), Bacalajuò (Acerra), La Spelunca (S. Maria Capua Vetere), La Torre (Massa Lubrense), Al Convento (Cetara), Gli Scacchi (Caserta), La Locanda del Cerriglio (Napoli), ‘E Curti (Sant’Anastasia), Mediterraneo (Salerno). Per la categoria “Pizzerie” il riconoscimento è stato dato a Daniele Gourmet (Avellino), Giallo Datterino dei Fratelli Spinelli (Villaricca/Aversa), Fratelli Grassia (San Giuseppe Vesuviano), Sasà Martucci Pizzeria i Masanielli (Caserta), La bolla (Caserta), Pizzeria Salvo (Napoli), Pizzeria I Vesuviani (Pomigliano d’Arco), I Borboni (Pontecagnano), Il Monfortino (Caserta), Giagiù (Salerno), La Notizia (Napoli), Diego Vitagliano pizzeria (Napoli) e Le Parùle (Ercolano).

Per le “Paninoteche” il premio è stato assegnato a 12 Morsi (Napoli), Bifulco Exclusive (Ottaviano), Agripanificio Santa Lucia (Marigliano), Craft 27 (Torre Annunziata). Per la categoria “Bracerie” riconoscimento assegnato a La Baita (Maddaloni), Chiancheria Gourmet (Napoli), Macelleria Barone (Nocera), Cillo (Somma Vesuviana), Granfuoco Braceria (Napoli), Le Fontanelle (Pontelatone), Mannaia (Marcianise), Tenuta Antica (Cava de’ Tirreni), Tenuta Montelaura (Forino) e Terrantica (Baronissi). Infine, menzione speciale extra regione al locale di Milano, “Confine – Pizza e Cantina”.