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Vendemmia, Conegliano Valdobbiadene: -15% delle uve ma buona qualità

Vendemmia, Conegliano Valdobbiadene: -15% delle uve ma buona qualitàMilano, 11 ott. (askanews) – Si è chiusa da pochi giorni con un calo di circa il 15% la vendemmia nella Denominazione Conegliano Valdobbiadene. Anche in questo territorio a nord della provincia di Treviso l’annata è stata ben più complicata rispetto alle precedenti ma la qualità delle uve conferite è sopra le aspettative e questo alimenta la fiducia dei produttori.

Il Consorzio ha spiegato che grazie ai monitoraggi sempre più precisi nei giorni precedenti la raccolta, l’uva arrivata in Cantina “ha il corretto equilibrio tra acidità e indice Babo” (quello che indica la quantità di zucchero naturale, ndr). Infatti, “la gradazione alcolica delle uve varia a seconda della zona di raccolta, in media si attesta intorno ai 13.9 gradi babo”, mentre per quanto riguarda l’acidità, “in tutta la Denominazione si assesta intorno al 7 g/l garantendo così l’equilibrio necessario a versare nei calici spumanti freschi e di carattere”. Inoltre, dai primi assaggi dei mosti “si riporta una buona acidità malica e un quadro aromatico di altrettanta intensità dai vigneti del valdobbiadenese, e spostandosi verso il centro della Denominazione si registra un’ottima finezza, una buona intensità olfattiva e in generale armonia gustativa”. Da un punto di vista metereologico il 2023 è stata un’annata che ha alternato periodi siccitosi, concentrati principalmente nei primi mesi dell’anno, a periodi molto piovosi da maggio per tutta l’estate. Non sono poi mancati “eventi grandinigeni importanti che hanno interessato in particolare la parte più occidentale della Denominazione: nella seconda metà di luglio quando il vigneto si stava avviando all’inizio della maturazione, le grandinate del 24 e 25 del mese hanno interrotto il processo e ci sono volute due settimane, sia alla vite sia al viticoltore, per riorganizzarsi”. Fortunatamente, a seguito della grandine, “il clima è tornato adeguato alle necessità di sviluppo delle piante che hanno generato nuova vegetazione utile per riprendere i processi di maturazione”. In questo contesto, il Consorzio sottolinea “che la buona fertilità della pianta ha contribuito a proteggere i grappoli: l’abbondante apparato fogliare è stato utile contro la grandine e contro il caldo eccessivo”.

Photo credits: Arcangelo Piai

Ai vini della Toscana 89 “Tre bicchieri 2024”: è regione più premiata

Ai vini della Toscana 89 “Tre bicchieri 2024”: è regione più premiataMilano, 11 ott. (askanews) – Con ben 89 “Tre Bicchieri” la Toscana si conferma anche quest’anno come la regione più premiata della “Guida Vini d’Italia 2024” del Gambero Rosso, che sarà presentata ufficialmente il 15 ottobre a Roma. Un successo riconducibile a una vastità di territorio e di Denominazioni, oltre che ad una grande varietà di stili e di terroir, che rendono la Toscana “una zona molto dinamica e con una voglia di crescere e di approfondire il legame con il territorio che non conosce sosta”.

Secondo i degustatori della guida, per quanto riguarda il Chianti Classico “quest’anno più che in altri emerge l’autorevolezza della Gran Selezione, spesso frutto di singole vigne, per vini dal grande potenziale evolutivo, così come la piacevolezza del Chianti Classico annata, che solo Gambero Rosso premia con numeri così rilevanti”. Tiene bene anche la tipologia Riserva, “e, soprattutto, si sgombra il campo dalla presenza ingombrante di alcuni Supertuscan senza anima e carattere”. Quella di Montalcino “è un’annata intermedia, fresca ed agile come la 2018, e un’annata calda e siccitosa come la 2017 per la Riserva”, e tutto ciò ha fatto emergere ancora una volta i migliori interpreti della vigna”. Secondo i critici del Gambero, Montepulciano “replica con vini dalla personalità sempre più decisa e autonoma rispetto ai suoi grandi vicini, un percorso che vede nella tappa delle Pievi, importante come quella dei Terraelectae della Rufina e le ‘Uga’ del Chianti Classico, un passaggio fondamentale”. Bolgheri rimane “un polo d’attrazione irresistibile per imprenditori italiani e stranieri, e si conferma una terra ideale, seppur con un carattere tutto mediterraneo, per varietà internazionali come Cabernet Sauvignon e Merlot”. Stesso ragionamento per Cortona, “ormai stabilmente sulla mappa degli amanti del Syrah italiani e non solo”.

La Maremma dei bianchi vede “una crescita irresistibile del Vermentino, mentre tra i rossi si conferma il Morellino di Scansano: un rosso che ha un’immagine approcciabile e di presa presso il grande pubblico, ma che riesce a sfiorare anche vini memorabili dalle vigne migliori”. L’intera Costa Toscana “è un vero laboratorio en plein air, con vini da vitigni internazionali, dove il Cabernet Franc sembra avere una marcia in più, ma non solo: a ben guardare ogni angolo della regione ha qualcosa di nuovo e affascinante da offrire, come testimonia la nouvelle vague dei Pinot Nero dell’Appennino”. Tra le novità, entrano nell’esclusivo club dei “Tre Bicchieri” le aziende De’ Ricci a Montepulciano, Dianella a Vinci e Tenuta Ceri a Carmignano.

Grappa del Trentino Igp: 2023 all’insegna delle peculiarità varietali

Grappa del Trentino Igp: 2023 all’insegna delle peculiarità varietaliMilano, 10 ott. (askanews) – E’ un’annata all’insegna delle peculiarità varietali, quella che si prospetta per la Grappa del Trentino Igp, da settembre in produzione con le bucce da uve a bacca bianca. Una annata vitivinicola con produzioni in lieve calo rispetto alla precedente, ma con la maggior parte delle uve con una buona maturazione e una giusta acidità e di conseguenza bucce fresche e ricche di profumi per la gioia dei distillatori. “Dalla Nosiola al Teroldego, passando per Muller o Moscato, potremo raccontare il nostro territorio attraverso le sue valli, ognuna rappresentata da un vitigno” ha spiegato il presidente dell’Istituto di Tutela Grappa del Trentino, Alessandro Marzadro, sottolineando che “il 2023 riserverà una piacevole sorpresa”.

“Dal punto di vista agronomico è stata un’annata particolare ma nonostante le paure vissute in luglio e agosto possiamo dire che al momento della raccolta le varietà autoctone utilizzate anche per la distillazione della nostra grappa si sono presentate con una buona qualità in generale” ha proseguito Marzadro, aggiungendo che “come sempre poi il grande lavoro di collaborazione tra viticoltori trentini e produttori di grappa ha ancora una volta permesso di avere delle ottime bucce da distillare in maniera rapida e sapiente come da tradizione dei distillatori Trentini e alla fine il risultato esalterà le singole varietà del nostro territorio”. Gli alambicchi trentini si sono accesi velocemente pochi giorni dopo l’inizio della vendemmia, così già a inizio settembre la distillazione era ben avviata e questo ha consentito di finire la distillazione per la grappa con il marchio del Tridente, quella “made in Trentino”, entro fine novembre, ovvero ben prima della scadenza prevista dal Disciplinare. Il “KM 0” previsto dall’Istituto infatti, assieme all’obbligo di utilizzare bucce d’uva trentine ed entro il 31 dicembre per le grappe a marchio Grappa del Trentino, resta un sinonimo di unicità e qualità della grappa prodotta in questa provincia d’Italia, unico caso nel mondo. Nel periodo tra settembre e novembre la maggior parte delle distillerie è aperta al pubblico e i visitatori possono contare sul racconto dei mastri distillatori.

L’Istituto di Tutela della Grappa del Trentino è stato fondato nel 1960 e oggi conta 25 soci che rappresentano la quasi totalità della produzione, che ogni anno si aggira intorno ai 7.500 ettanidri di grappa (il 10% del totale nazionale in bottiglie da 70 cl) equivalenti a circa 2,5 milioni di bottiglie, distillando 130mila quintali di vinaccia. Tre le tipologie principali di grappa prodotta ci sono quella da uve bianche e aromatiche (60% del totale) e il restante 40% uve a bacca rossa.

Fino al 5 novembre in tutti gli Eataly si celebra il mese del vino

Fino al 5 novembre in tutti gli Eataly si celebra il mese del vinoMilano, 10 ott. (askanews) – Fino al 5 novembre in tutti gli Eataly si celebra il mese del vino e si brinda al premio vinto come miglior “Carta Vini Retail 2023”, nella categoria catena di ristorazione, ricevuto alla “Milano Wine Week” (MWW) in corso nel capoluogo lombardo. Un riconoscimento al lavoro di selezione della lista di vini che nei ristoranti del Gruppo viene periodicamente aggiornata “per offrire al cliente una carta coerente con le stagioni, i piatti in menu e gli stimoli didattici che muovono le campagne di comunicazione”.

Il mese del vino prevede un fitto calendario di appuntamenti, degustazioni e visite in enoteca. Tutti i giorni, attraverso “Le Cantine aperte di Eataly”, i clienti possono fare dei tour in cui i “wine specialist” di Eataly raccontano come scegliere la bottiglia giusta per ogni occasione. Gli incontri sono tematici e approfondiscono “I vini dei vulcani”, “I grandi rossi italiani”, “Il Metodo Classico”, “Il Prosecco” e “I vini aromatici”, coinvolgendo i partecipanti in un viaggio nei diversi terroir italiani attraverso la formula dell’imparare degustando. Tra gli appuntamenti di didattica, per citarne solo alcuni, ci sono la “Degustazione per coppie” e “Cocktail finger food” a Milano Smeraldo, i laboratori su “Vitigni autoctoni e Amarone della Valpolicella” a Verona, il “Giro del mondo in quattro bottiglie” e S”fumature di Chardonnay per Wine Club” a Torino Lingotto, la degustazione di “Vini in anfora” a Genova, il ciclo di incontri “L’arte di degustare il vino” a Roma Ostiense, “l’ABC del vino a Firenze” o la masterclass sull’Alsazia a Trieste. Completano l’offerta le “Barolo weeks”, con calici di Barolo a prezzi speciali, le masterclass sul Barolo, la Notte dei Vini di Eataly Torino Lingotto (20 ottobre), l’Eataly Wine Festival di Eataly Roma Ostiense (27 e 28 ottobre) e il Wine & Truffle Fest di Eataly Londra (2, 3 e 4 novembre). Mentre Eataly Milano Smeraldo partecipa alla sesta edizione della “Milano Wine Week” con un palinsesto di appuntamenti dedicati al mondo del vino e diventa, fino al 15 ottobre, meta di riferimento non solo per appassionati ed esperti di enologia, ma anche per chi desidera scoprire tutte le curiosità del panorama vitivinicolo italiano.

Inoltre, durante tutti i fine settimana del mese le enoteche di Eataly ospitano diversi produttori impegnati nel raccontare e fare assaggiare i loro migliori vini.

Assegnati a Milano i “Wine Week Awards” a migliori carte vini italiane

Assegnati a Milano i “Wine Week Awards” a migliori carte vini italianeMilano, 10 ott. (askanews) – Si è tenuta la sera del 9 ottobre a Palazzo Castiglioni a Milano la cerimonia di premiazione della terza edizione dei Milano “Wine Week Awards”, il riconoscimento istituito dall’organizzazione della manifestazione milanese con l’obiettivo di rendere omaggio ai protagonisti del settore. I premi sono stati assegnati alle migliori selezioni vinicole d’Italia sia nel settore della somministrazione, con il “Premio Carta Vini”, che in quello della distribuzione, con il “Premio Wine Retail” dedicato al mondo della vendita al dettaglio. Novità di quest’anno il premio internazionale “Best Italian Wine Selection”, dedicato ai ristoranti stranieri che offrono ai propri clienti i migliori vini italiani nelle proprie liste.

“Passione, cura per i prodotti e attenzione alla varietà territoriale, ma anche per i trend emergenti” sono i criteri con cui i locali sono stati premiati dalla giuria presieduta da Andrea Grignaffini (critico e direttore della Guida Espresso Ristoranti) e coordinata dalla degustatrice e giornalista enogastronomica Irene Forni, e composta da dieci tra esperti del settore: Raffaele Cumani, Ciro Fontanesi, Giancarlo Gariglio, Andrea Gori, Lara Loreti, Antonio Paolini, Eugenia Torelli, Giovanna Romeo e Simon Staffler. Dopo mesi di attenta selezione da parte dei giurati, sono un centinaio le attività premiate nell’ambito della somministrazione con il “Premio Carta Vini”, suddivise in dieci, diverse, categorie: Ristoranti da 1, 2 e 3 Stelle Michelin, ristoranti etnici e fusion, ristoranti fine dining, osterie e trattorie, bistrot, wine bar, ristoranti di hotel e pizzerie. Il “Premio Wine Retail”, dedicato al mondo della vendita al dettaglio, è stato invece suddiviso in quattro categorie: enoteche, catene di ristorazione, wine shop online, distribuzione e best italian wine selection. Il “Best Italian Wine Selection” ha invece visto l’attribuzione di un riconoscimento alle carte vini di ristoranti da tutto il mondo, dall’America alla Thailandia. Assegnati inoltre, a personaggi di spicco e realtà del settore, sei premi speciali consegnati dai partner della Milano Wine Week (Carrefour Italia, Eccellenza Italiana, Freccianera, Prosecco DOC, Vendemmie): tra questi, il riconoscimento al “Miglior Sommelier Under 30” a Jessica Rocchi, quello al “Miglior Sommelier del 2023” a Marco Reitano, il “Premio alla Carriera Eccellenza Italiana” a Davide Rampello e quello per la “Miglior Carta dei Vini Selezione Bollicine” ad Alberto Tasinato.

Photo Credits: Loris Scalzo

Vino, un’opera di Yasuhiro Asai per “Costasera Contemporary Art”

Vino, un’opera di Yasuhiro Asai per “Costasera Contemporary Art”Milano, 10 ott. (askanews) – E’ il giapponese Yasuhiro Asai l’artista selezionato per la sesta edizione del progetto “Costasera Contemporary Art” (CCA) promosso dall’azienda vitivinicola veronese Masi.

L’opera dell’artista della lacca giapponese si intitola “Saikou”, che significa “la fragranza dell’Europa” ed è un bruciatore di incenso che è stato riprodotto su una limited edition di bottiglie di “Costasera 2005” destinate ai mercati internazionali. Il ricavato sarà destinato a finanziare una borsa di studio che consentirà a un giovane artista giapponese di imparare l’arte del vetro a Murano (Venezia). L’opera e le bottiglie di “Costasera” con etichetta d’artista saranno presentate ad un selezionato pubblico di opinion makers e autorità all’ambasciata italiana di Tokyo il 1 novembre. “Credo che la cura con cui si ottengono il gusto e l’aroma dell’Amarone ‘Costasera’ rappresenti una vera e propria arte, di profonda eleganza” ha spiegato l’artista, sottolineando che “partendo da questo concetto, ho utilizzato le tecniche tradizionali tipiche della mia cultura, con un design contemporaneo, impiegando circa due anni di lavoro per completarla, e per le decorazioni, realizzate in madreperla con sfumature blu e viola, mi sono ispirato al motivo dei grappoli d’uva”. Il risultato è un oggetto di grande preziosità e raffinatezza che unisce all’antica cultura orientale della lavorazione della linfa ricavata dall’albero urushi quella altrettanto antica e affascinante della coltivazione della vite e della produzione del vino, espressione del sapere millenario di un popolo.

“In Giappone, secondo mercato asiatico per consumo di vino e sesto importatore di vino al mondo, Masi ha una presenza consolidata da quasi 40 anni” ha ricordato la direttore vendite di Masi, Alessandra Boscaini, evidenziando che “grazie alla collaborazione con Jet, partner commerciale storico, il nostro Amarone ‘Costasera’ è diventato un punto di riferimento amato dai wine-lovers nipponici”. La Cantina veronese vanta diversi progetti di mecenatismo: dal “Premio Masi”, al sostegno della Fondazione Arena e del celebre Festival Lirico che da cento anni promuove la cultura musicale nel mondo, fino alla collaborazione con artisti di fama internazionale come Liu Bolin, che nel 2014 ha scelto le cantine Masi come set per una delle sue celebri performance di fusione camaleontica con l’ambiente, dal titolo “Fade in Italy”.

Vino, Franciacorta: colore Rosé sarà determinato con metodo scientifico

Vino, Franciacorta: colore Rosé sarà determinato con metodo scientificoMilano, 9 ott. (askanews) – “Introduciamo nel Disciplinare la determinazione del colore dei vini rosati attraverso un metodo scientifico. Noi non determineremo un colore unico, ma un recinto all’interno del quale il Franciacorta può essere definito ‘Rosé’: è chiaro che continueremo ad avere quello più rosso, quello più giallo o quello un po’ più arancione, perché dipende dai vigneti, dall’annata e dallo stile di ogni azienda. Ci sono e ci saranno delle differenze che sono sicuramente un valore, ma poter determinare il colore con un metodo oggettivo è sicuramente una possibilità importante”. Lo ha annunciato oggi il presidente del Consorzio Franciacorta, Silvano Brescianini, nel corso di un incontro dedicato alle modifiche al Disciplinare di produzione della Denominazione che si è tenuto nell’ambito degli eventi della “Milano Wine Week”.

“Fino ad oggi la correttezza del colore veniva stabilito dalla Commissione degustazione guardando il bicchiere, ma dato che l’interpretazione dell’uomo è per definizione soggetta ad errore, poteva succedere che i degustatori non fossero d’accordo tra loro e si apriva una discussione” ha ricordato Brescianini, sottolineando che “ci stiamo lavorando da 15 anni, da quando Davide Camoni (direttore del laboratorio di Enoconsulting, ndr) ci propose di utilizzare questo sistema che poi è diventato anche il metodo ufficiale OIV. Oggi, dopo un lungo e faticoso percorso, è un fatto – ha concluso – e io credo che servirà non solo a noi ma a tutto il mondo del vino e sono convinto che nei prossimi anni sarà utilizzato da tante altre Denominazioni”. Il responsabile Ricerca e sviluppo del Consorzio Franciacorta, Flavio Serina, ha evidenziato che ci sono voluti due anni e mezzo per l’approvazione definitiva da parte della Commissione nazionale della “determinazione delle caratteristiche cromatiche secondo il metodo ‘CIELab’”, precisando che “si è intervenuti sulla colorazione minima del vino, mentre rimane alla Commissione la decisione su quella massima”.

L’altra modifica importante apportata al Disciplinare riguarda le norme per la viticoltura ed è dovuta al cambiamento climatico. Infatti, su richiesta del Consorzio, viene tolto il divieto di impiantare i vigneti in “tutte le zone e le aree situate ad una altitudine superiore a 550 metri slm perché non idonee alla corretta maturazione delle uve”.

Vino, Consorzio Chianti: missione promozione a Chicago e Los Angeles

Vino, Consorzio Chianti: missione promozione a Chicago e Los AngelesMilano, 9 ott. (askanews) – Il Consorzio Vino Chianti va in missione negli Stati Uniti con “Chianti Lovers US Tour 2023”, con tappa a Chicago il 10 ottobre e a Los Angeles il 12 ottobre.

“Con la fine della vendemmia il Chianti riparte dagli States per promuovere ed educare alla sua Denominazione, attraverso due tappe classiche del mercato statunitense: Chicago, in Illinois, e Los Angeles, che con Hollywood ha raccontato tante volte il Chianti” ha affermato il presidente del Consorzio, Giovanni Busi, precisando che “nell’ambito del format ‘Simply Italian US Tour’ dell’agenzia International Exhibition Management si terranno due speciali seminari degustazione che riuniranno professionisti ed opinion leader locali”. “A Chicago, il focus sarà sui Chianti Docg Riserva, con un assaggio dell’ultima annata disponibile sul mercato, ovvero la 2020” ha proseguito Busi, spiegando che “a Los Angeles, invece, esordirà uno degli ultimi format consortili dedicati al Chianti Superiore Docg, con l’assaggio di 7 vini dal 2021 al 2016, volta a conoscere meglio tutte le sfumature del vitigno Sangiovese e le pregevoli evoluzioni dei vini Chianti moderni”.

”Champagne Experience 2023″: a Modena 176 maison e più di 900 vini

”Champagne Experience 2023″: a Modena 176 maison e più di 900 viniMilano, 9 ott. (askanews) – Saranno più di 900 gli champagne di 176 Maison storiche e piccoli vigneron che saranno in degustazione alla sesta edizione di “Champagne Experience”, l’importante appuntamento dedicato alle bollicine francesi in programma domenica 15 e lunedì 16 ottobre nei padiglioni di Modena Fiere. La manifestazione è organizzata da Società Excellence, realtà che riunisce ventuno tra i maggiori importatori e distributori italiani di vini e distillati d’eccellenza.

Confermata anche per questa edizione la suddivisione espositiva dei vini in base alla loro appartenenza geografica, corrispondente alle diverse zone di produzione della Champagne – Montagne de Reims, Vallée de la Marne, Côte des Blancs, Aube – oltre alle “maison classiche” riunite in una specifica area. “Siamo pronti e, come ogni anno, anche particolarmente emozionati nel vedere come questo appuntamento sia così atteso da tutti gli amanti dello champagne in Italia” ha dichiarato il presidente di Società Excellence, Luca Cuzziol, sottolineando che “anche quest’anno la manifestazione cresce a doppia cifra per quanto riguarda il numero di aziende che vi partecipano, con un aumento del 25%”. “L’idea di selezionare e invitare maison che hanno una commercializzazione ben strutturata nel nostro paese continua a essere vincente e dimostra il ruolo fondamentale che riveste il mondo della distribuzione del vino e dei distillati di qualità” ha proseguito, aggiungendo che “gli operatori sanno di poter trovare a Modena un luogo ideale per conoscere etichette da proporre alla loro clientela nei loro locali”.

L’appuntamento prevede, come di consueto, anche molti momenti di formazione, confronto, approfondimento e dibattito con l’obiettivo di offrire al visitatore un’esperienza sensoriale coinvolgente insieme a un supporto culturale di grande livello. Il programma di master class prevede quest’anno sei incontri suddivisi nei due giorni di svolgimento di Champagne Experience, condotti da professionisti e profondi conoscitori del mondo dello champagne. Champagne Experience conta anche quest’anno sul supporto della Camera di Commercio di Modena e si avvale del patrocinio del Comune della città emiliana, “che ha trovato in questa manifestazione un alleato per far convergere sulla città il meglio della distribuzione nazionale di fine wine insieme a ristoratori, enotecari e operatori interessati a tenere alta la proposta delle loro carte dei vini”.

Vino, Oss. Uiv-Vinitaly: 2023 il più complicato degli ultimi 20 anni

Vino, Oss. Uiv-Vinitaly: 2023 il più complicato degli ultimi 20 anniMilano, 9 ott. (askanews) – Il 2023 si sta manifestando come il più complicato degli ultimi 20 anni. Lo sostiene l’Osservatorio Assoenologi, Ismea e Uiv, a partire dalle stime sul piano quantitativo della vendemmia che si prospettano ancora più in ribasso rispetto a quanto già anticipato un mese fa, -12%. In particolare al Nord, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, ma anche nel Mezzogiorno, Abruzzo e Sicilia, i volumi delle uve raccolte sono inferiori a quanto preventivato a causa di eventi grandinigeni e del caldo persistente, che ha asciugato le uve. Per contro, si prospetta un’annata di qualità eccellente per molte importanti denominazioni dello Stivale, a partire dai vini rossi.

Nonostante la scarsità del prodotto disponibile per la nuova annata, rileva Uiv, il mercato del vino sfuso è fermo, con il numero di contrattazioni a -40% rispetto alla media tradizionale del periodo e prezzi che, non solo sui vini comuni, ma anche su quelli Dop-Igp, specie del Centro-Sud Italia, stanno registrando forti pressioni verso l’alto. Particolarmente fragile la posizione della parte industriale, che teme effetti speculativi a catena che potrebbero coinvolgere anche regioni e vini non particolarmente toccati da scarsità di prodotto. “A causa dell’incertezza dettata dalla complicata situazione vendemmiale, in questo frangente di mercato abbiamo da un lato quotazioni di sfuso che tentano, con poco successo, un comprensibile rimbalzo dettato dalla scarsità di prodotto, e dall’altro c’è un mercato della domanda, a partire dalla Gdo, che non è disposto ad assorbirne la dinamica e che, anzi, chiede in molti casi la riduzione dei prezzi” rileva il segretario generale di Uiv, Paolo Castelletti, parlando di “un paradosso, per le imprese del vino, accentuato da un commercio con l’estero in forte ripiegamento”.

E proprio dal commercio internazionale arrivano ulteriori segnali negativi. Secondo l’Osservatorio Uiv-Vinitaly, che ha elaborato gli ultimi dati export di vino italiano verso l’area extra-Ue relativi ai primi 7 mesi dell’anno, il trend ha ormai raggiunto decrementi tendenziali ormai quasi in doppia cifra nei volumi (-9%) e in recessione anche nei valori (-6%). Pesante la situazione nel primo mercato al mondo, gli Stati Uniti, che negli ultimi 4 mesi è passato da -4% (volume) a -12%, con gli spumanti tricolori a -16% e i fermi imbottigliati a -10%. Complessivamente, a eccezione della Russia tutti i top 12 mercati terzi presi in esame segnano quantità in calo a partire, oltre che dagli Stati Uniti, da sbocchi chiave come Regno Unito (-3%), Svizzera (-10%), Canada (-20%), Giappone (-16%), Norvegia (-13%), ma anche da piazze emergenti come Cina (-27%) Sud Corea (-40%), Australia (-20%) e Brasile (-4%). Un quadro difficile, evidenzia l’Osservatorio, che però nell’ultimo quadrimestre potrebbe migliorare in Nord America, dove sono segnalati ordini in rialzo in Canada e, per la fascia medio alta, negli Stati Uniti. “Il vino è un bene voluttuario e come tale risente particolarmente della congiuntura: c’è la consapevolezza che dopo un biennio eccezionale questo sarà un anno di sacrifici per tutti, con riduzioni che si sperano essere solo congiunturali” ha proseguito Castelletti, aggiungendo che “ognuno dovrà privarsi di qualcosa per traguardare il periodo, evitando fenomeni speculativi. Contestualmente – ha concluso – sarà fondamentale concordare con le istituzioni un piano strategico per la promozione e il business del vino italiano nel mondo”.