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Consorzio Franciacorta “sparkling wine partner” di Orticolario 2023

Consorzio Franciacorta “sparkling wine partner” di Orticolario 2023Milano, 15 set. (askanews) – Il Consorzio Franciacorta sarà “sparkling wine partner” di “Orticolario 2023”, l’evento culturale dedicato alla natura, la cui 13esima edizione andrà in scena dal 28 settembre al 1 ottobre a Villa Erba di Cernobbio, sul lago di Como.

“Per noi è un vero onore essere partner di ‘Orticolario’ e aprire idealmente questa manifestazione così importante, che avrà luogo qui a Villa Erba” ha affermato il presidente del Consorzio, Silvano Brescianini, sottolineando che “siamo orgogliosi non solo per il prestigio dell’evento, ma anche per essere presenti in questo territorio, una zona d’Italia di primissimo interesse dal punto di vista turistico e da quello della ristorazione, che presenta standard di varietà e qualità altissimi. Invitiamo quindi operatori, addetti ai lavori e appassionati a raggiungerci – ha concluso – e scoprire insieme le eccellenze di questa splendida area del nostro Paese”. La splendida villa di fine Ottocento, una delle più importanti del lago, sarà inoltre tappa, il 25 settembre, del “Festival Franciacorta” con la presenza di ben 31 Cantine. La giornata sarà suddivisa in due momenti distinti: dalle 16 alle 18 è previsto un evento gratuito dedicato agli operatori e alla stampa, mentre dalle 18 alle 21 le degustazioni ai diversi banchi d’assaggio saranno aperte al pubblico.

Vino, esce il “super white” di Cantina Valle Isarco: ‘Adamantis’

Vino, esce il “super white” di Cantina Valle Isarco: ‘Adamantis’Milano, 14 set. (askanews) – L’altoatesina Cantina Valle Isarco lancia il suo primo “super white”, una raffinata cuvée di Sylvaner, Gruner Veltliner, Pinot Grigio e Kerner che fin dal nome, “Adamantis”, evoca qualcosa di importante, prezioso, unico e quindi costoso, svelando l’obiettivo di entrare nella fascia “luxury”, nicchia in costante crescita destinata principalmente all’esportazione.

“Adamantis”, la cui prima annata è la 2020 e la produzione è limitata a duemila bottiglie, è un vino perfetto sotto ogni aspetto, in primis per equilibrio ed eleganza. Immediato grazie alla sua grande freschezza e sottofondo minerale, e profondo per la ricchezza di fiori bianchi e frutta matura e la punta di pietra focaia, ha un bella struttura frutto di 18 mesi sulle fecce nobili in barrique e di altri 18 di affinamento in bottiglia. Un vino da affidare al tempo, alla cui costruzione ha contribuito, e si sente, il più celebre enologo italiano, Riccardo Cotarella. Il blend è frutto della selezione delle uve dei migliori filari delle quattro varietà (vinificate separatamente e poi unite) che questa giovane cooperativa vinicola fondata nel 1961 a Chiusa produce già “in purezza” con grande competenza, gusto e intelligenza. Qualità che rispecchiano l’approccio (non per forza identico ma complementare) messo in campo in questi ultimi anni dall’enologo Hannes Munter e dal direttore generale Armin Gratl, sotto lo sguardo vigile e competente del presidente Peter Baumgartner. Vini che spiccano soprattutto nelle dieci referenze che compongono la linea “Aristos”, nove bianchi di montagna (su tutti il Kerner 2021 e il Sylvaner 2022) e un Pinot Nero, che restituiscono fedelmente il terroir e il valore di questo territorio, e la fatica della viticultura “eroica” della maggior parte dei suoi 135 soci. E c’è forse più fedeltà e verità in questi vini che nell’estrema perfezione della costruzione di questa cuveé di lusso che completa la gamma dei prodotti della Cantina. Ai vini declinati in cinque linee, si aggiungono il Kerner passito “Nectaris” e il Metodo Classico da uve 100% Sylvaner “Aristos Zero Pas Dosé 2019”, lanciato in modo sperimentale con 800 bottiglie nel maggio scorso, e ora in uscita con un sempre piacevole 2020.

“Adamantis” è stata presentato durante una riuscitissima serata organizzata dalla cooperativa nel meraviglioso scenario di Castel Trostburg a Ponte Gardena (Bolzano), accompagnato dai piatti preparati dallo chef Peter Girtler del ristorante due stelle Michelin, “Einhornstube” dell’hotel Stafler di Trens (Vipiteno). Alla serata ha partecipato, tra gli altri, anche il braccio destro di Cotarella e Dg di Famiglia Cotarella, Pier Paolo Chiasso.

Vino, per aziende toscane sale contributo Ocm Investimenti: +10%

Vino, per aziende toscane sale contributo Ocm Investimenti: +10%Milano, 14 set. (askanews) – La Regione Toscana aumenta il budget a disposizione dei propri imprenditori del vino: oltre un milione di euro sulla misura Ocm Investimenti, “che porta la percentuale di aiuto dal 40 al 50% per le piccole medie imprese, dal 20 al 30% per le intermedie e dal 19 al 29% per le grandi imprese”. Lo ha annunciato la stessa Regione, spiegando che sono 363 le aziende vitivinicole interessate, che hanno presentato domanda sulla misura Ocm Investimenti nella campagna finanziaria 2022/2023, per una richiesta di contributo pari a circa 11 milioni di euro, che beneficeranno di un incremento del sostegno comunitario del 10%.

La Regione Toscana ha colto l’opportunità stabilita con il Decreto del Masaf del 28 luglio, che prevede la possibilità di aumentare la contribuzione per le misure del Piano Nazionale di Sostegno del settore vitivinicolo per l’anno 2023. Avendo già di fatto stabilito che le eventuali economie per la campagna 2020/2021 e quelle successive fossero destinate alla misura degli investimenti, ha dato mandato ad Artea (l’organismo pagatore regionale) di aumentare del 10% l’intensità dell’aiuto alla Misura Investimenti per il 2023, utilizzando le economie accertate sulla misura della Promozione dei Paesi terzi derivanti dai minori pagamenti per la liquidazione dei saldi dei progetti regionali della campagna 2020/2021 e precedenti. L’incremento sarà erogato in automatico, senza alcun adempimento da parte dei beneficiari.

Vino, 22 settembre Consorzio Barbera d’Asti presenta risultati “Ageba”

Vino, 22 settembre Consorzio Barbera d’Asti presenta risultati “Ageba”Milano, 14 set. (askanews) – Il 22 settembre il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato presenterà nel corso di un convegno organizzato all’Istituto “Penna” di Asti, i risultati finali dello studio “Ageba – Recupero e valorizzazione del germoplasma antico di Barbera per l’adattamento al cambio climatico”.

Il progetto, del quale il Consorzio è capofila, ha come scopo l’individuazione di ceppi di Barbera particolarmente resistenti al riscaldamento globale ed esenti dalle principali virosi, dalla flavescenza dorata e dal legno nero. Una volta individuati tali ceppi è stato dunque possibile procedere con il recupero del patrimonio genetico. “Nel corso della ricerca sono stati individuati singoli ceppi di Barbera presenti in vecchi vigneti messi a dimora nel periodo di preselezione clonale portatori di caratteri presumibilmente utili” ha spiegato il presidente del Consorzio, Vitaliano Maccario, aggiungendo che “sono stati poi analizzati gli impatti che le alte, e a volte estreme, temperature del periodo estivo avevano su questi vitigni”. “Accanto a questo lavoro principale sono stati testati trattamenti fogliari con biostimolanti a base di idrolizzati proteici di origine vegetale nei momenti di maggiore stress termico e idrico della pianta, al fine di mitigarne gli effetti negativi dello stress” ha proseguito Maccario, parlando di “un’ulteriore prova con la tecnica della potatura tardiva al fine di posticipare il germogliamento della vite e, di conseguenza, ridurre il rischio di incorrere in danni dovuti alle gelate primaverili e di ritardare la maturazione dell’uva”

Al convegno interverranno gli enti che, a fianco del Consorzio, hanno partecipato al progetto: l’istituto Crea-Ve, Consiglio per la Ricerca in Agricoltura, e l’analisi dell’economia agraria, Centro di Ricerca Viticoltura ed Enologia di Asti, l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, l’Istituto d’istruzione secondaria superiore “Penna” e dieci aziende agricole del territorio che coltivano vecchi vigneti e hanno creduto nel progetto.

Tra i 5 vincitori del Premio Masi gli autori di un manga sul vino

Tra i 5 vincitori del Premio Masi gli autori di un manga sul vinoMilano, 14 set. (askanews) – Sono stati annunciati i cinque vincitori della 42esima edizione del Premio Masi, personalità che, per competenze e vissuto, al meglio interpretano il tema conduttore dell’edizione 2023, “Radici e prospettive”. Il riconoscimento “Civiltà Veneta” è stato assegnato al lessicografo di fama internazionale Mario Cannella, all’ingegnere idraulico Andrea Rinaldo, da poco insignito del Nobel dell’acqua (lo “Stockholm Water Prize”), e all’azienda veneziana Stevanato Group. Ai fratelli giapponesi Yuko e Shin Kibayashi, autori del Manga “Le gocce di Dio” sulla cultura enologicaè stato invece attribuito il premio “Civiltà del Vino”, mentre il “Grosso d’oro veneziano” è andato alla regista iraniana Rakhshan Banietemad, impegnata nella lotta per promuovere la democrazia e i diritti civili delle donne. Sono loro che il 27 ottobre apporranno la loro firma sulla famosa botte di Amarone nella sede della celebre Cantina della Valpolicella (Verona).

“‘Radici e prospettive’ è una contraddizione in termini, deve esserlo: infatti rappresenta l’unica via possibile per tutti noi che amiamo tenere care le nostre preziose tradizioni e insieme guardare avanti, innovare” ha spiegato la presidente della Fondazione Masi, Isabella Bossi Fedrigotti, sottolineando che “in un’epoca in cui l’incertezza permea pensieri e comportamenti, l’ancoraggio alle radici non può essere una catena che inibisce il cambiamento, ma piuttosto la certezza di avere una linfa che alimenta l’esplorazione di strade nuove”. Interessante, anche in questo senso, il premio attribuito ai fratelli Kibayashi, per il loro manga seinen “Kami no shizuku”, tirato in oltre 500mila copie settimanali e tradotto in diverse lingue, in cui raccontano la scoperta del vino come iniziazione e rivelazione. Nella motivazione si evidenzia infatti “l’importante contributo alla comprensione e alla promozione dell’antica cultura del vino attraverso una forma di comunicazione originale e del tutto nuova capace di trasmettere un messaggio non convenzionale a un pubblico che si avvicini per la prima volta al vino e alla sua tradizione”. “La giuria del Premio Internazionale Civiltà del Vino non poteva essere più in sintonia con ‘Radici e prospettive’ – ha commentato il vicepresidente della Fondazione e presidente di Masi, Sandro Boscaini – ha infatti premiato un mezzo comunicativo del vino, il manga, che già dal suo nascere in Giappone e in prospettiva in tanti Paesi recentemente aperti al vino, ne propone l’apprezzamento nel rispetto di un simbolo di cultura antica. In generale una comunicazione più appealing per i giovani”.

Arriva “Somma Sapienza”, il primo vino dell’Orto Botanico di Roma

Arriva “Somma Sapienza”, il primo vino dell’Orto Botanico di RomaMilano, 13 set. (askanews) – Il 23 e 24 settembre torna all’Orto Botanico di Roma a Trastevere, una “special edition” di “Vendemmiata Romana” durante la quale ci sarà l’opportunità, per un numero limitato di partecipanti, di assaggiare “per la prima e unica volta” il vino prodotto dalla vendemmia dello scorso anno e che racchiude tutti i vitigni autoctoni presenti nel vigneto Italia. La degustazione di “Somma Sapienza” sarà guidata da Luca Maroni, che accompagnerà i partecipanti a conoscere la genesi, le sfumature, gli aromi e i processi di produzione di questo vino.

“Somma Sapienza” è stato prodotto in 600 bottiglie da mezzo litro non in vendita: 300 con 76 varietà di uve a bacca rossa, e 300 con uve bianche di 79 varietà in rappresentanza di ognuna delle 20 Regioni, sulla cui etichetta svetta il logo dell’università romana La Sapienza. Ma “Vendemmiata Romana”, in programma dalle 9 alle 18.30, è soprattutto una festa per tutta la famiglia, con laboratori creativi e conoscitivi, dedicati sia ai grandi che ai più piccini, oltre a visite guidate straordinarie e a tema, artigiani, produttori e street food.

Per quanto riguarda “Somma Sapienza”, gli organizzatori hanno spiegato che “quest’anno, le particolari condizioni climatiche di questa primavera/estate, sono state favorevoli in molte Regioni allo sviluppo della Peronospera, e a causa di questa malattia della vite, il taglio dell’uva del Vigneto Italia (così come quella di molti altri vigneti sul territorio nazionale) non sarà possibile. Elementi come questi – proseguono – vanno però vissuti anche come un’occasione di riflessione e di approfondimento che saremo felici di fare insieme durante la festa di Vendemmiata Romana”.

Da Eataly torna il tonno rosso del Mediterrano: specie non più a rischio

Da Eataly torna il tonno rosso del Mediterrano: specie non più a rischioMilano, 13 set. (askanews) – Adeguare il menù ai ritmi della natura, senza farsi condizionare dalle mode alimentari. E’ quello che ha fatto Eataly col il tonno rosso del Mediterraneo, che ora, dopo oltre dieci anni di assenza, torna a far parte della sua proposta gastronomica.

Era il 2011, infatti, quando Eataly decideva di eliminarlo dalla propria offerta per evitare di contribuire all’estinzione della specie, un allarme più volte lanciato dalla comunità scientifica, in seguito alla pesca intensiva di questo pesce pelagico. “Oggi, grazie alle politiche di conservazione, le popolazioni di tonno rosso non sono più in pericolo e la sua pesca è ritenuta dalla comunità scientifica nuovamente sostenibile” conferma Silvio Greco, biologo marino, già presidente del consiglio scientifico di Slow Fish. Fulcro del progetto è stata la scelta del fornitore con cui collaborare, selezionato per rispondere alle caratteristiche di filiera corta: “L’identità di Eataly si riflette in modo forte in questo progetto e in tutti quelli in cui la filiera, l’attenzione alle materie prime e la lavorazione sono le caratteristiche distintive per creare prodotti di altissima qualità, che accompagnano i nostri clienti verso un consumo più consapevole”, spiega Andrea Cipolloni, Ceo group Eataly.

Eataly ha quindi deciso di reintrodurre il prodotto, scegliendo di collaborare con Marpesca, una società fondata nel 1954 da una storica famiglia di pescatori e armatori di Vibo Valentia. L’azienda opera durante tutto il corso dell’anno lungo la costa del Golfo di Sant’Eufemia in Calabria – una zona vocata alla pesca del tonno rosso sin dall’epoca romana – e lungo le coste dell’Adriatico. I piccoli pescherecci di Marpesca, che si avvalgono della certificazione volontaria Friends of the Sea, pescano esclusivamente all’amo, utilizzando il Palangaro: un sistema di pesca selettivo e virtuoso che limita la cattura accidentale di altre specie marine. Appena pescato, il tonno viene lavorato a bordo con l’antica tecnica giapponese Ikejime rispettosa del benessere animale. “Il progetto con cui Eataly reintroduce il tonno rosso del Mediterraneo si basa sulla sostenibilità del metodo di pesca e sulla valorizzazione di tutto l’animale, senza sprechi – spiega Enrico Panero, responsabile di sviluppo prodotto e innovazione di Eataly – utilizzando non solo le parti più conosciute, ma anche la buzzonaglia, ideale per alcune preparazioni come i sughi per le paste”. In questo modo in cucina vengono trattati non solo i tagli più facili come il filetto o la ventresca, ma anche altre parti ugualmente versatili come, appunto, la buzzonaglia (ritagli di colore rosso scuro posti a ridosso della lisca).

Per celebrare questo ritorno, a settembre tornano anche una serie di eventi didattici per approfondire le tecniche di cucina e le condizioni del tonno rosso nei nostri mari e le aste del pesce che avranno il tonno rosso del Mediterraneo come protagonista accompagnato dai pescatori di Marpesca.

Vino, Consorzio Chianti: bene riforma DO, ora Disciplinari moderni

Vino, Consorzio Chianti: bene riforma DO, ora Disciplinari moderniMilano, 13 set. (askanews) – “Accogliamo la riforma delle DO come un’opportunità ma al tempo stesso dobbiamo fare in modo che i Disciplinari siano al passo con i tempi e tarati sul gusto di chi acquista. La priorità è che il vino venga prodotto in funzione delle tendenze del mercato di destinazione, mercato all’interno del quale il Chianti immette ogni anno 100 milioni di bottiglie che rischiano, altrimenti, di restare in parte nelle Cantine”. A dirlo è il direttore del Consorzio Vino Chianti, Marco Alessandro Bani, di ritorno da Asti dove è intervenuto all’incontro “La riforma delle Denominazioni d’origine: opportunità e criticità” organizzato dall’Accademia italiana della vite e del vino.

“Ora serve accelerare i tempi dell’istruttoria: un prolungato impasse sarebbe oltremodo nocivo per tutta la filiera vitivinicola” ha proseguito Bani, ricordando che “da subito non siamo stati convinti dal ruolo che si voleva attribuire all’Euipo, cioè quello dell’istruttoria delle modifiche e dei nuovi Disciplinari, questo perché non si tratta di una mera operazione tecnica ma servono sensibilità e conoscenza più diretta delle ragioni produttive, oltre che delle esigenze politico-economiche del territorio”. Uno scenario precisa il Consorzio che, al momento, è stato scongiurato per l’opposizione avanzata dalle associazioni vitivinicole e da alcune parti politiche, “ma restiamo certamente aperti – evidenzia Bani – ad ogni modalità di gestione delle pratiche che tuteli e migliori il settore, a patto che il tutto si svolga in tempi rapidi e certi. Per fare un esempio calzante sui tempi della burocrazia – conclude il direttore del Consorzio Vino Chianti – non è plausibile che le proposte di modifica del nostro Disciplinare del Vino Chianti Dop siano sui tavoli ministeriali dal 5 maggio 2022 ed ancora non siano state esaminate: questi tempi biblici non sono ammissibili quando il mercato richiede scelte veloci e tempestive in modo da essere nelle condizioni di esaudire le richieste del mercato”.

Fondazione SOStain: a Sciacca simposio su vitivinicoltura sostenibile

Fondazione SOStain: a Sciacca simposio su vitivinicoltura sostenibileMilano, 13 set. (askanews) – Il 5 ottobre il direttivo e i soci della Fondazione SOStain si confronteranno con esperti di sostenibilità italiani ed internazionali nel corso del simposio annuale intitolato “Interazioni sostenibili”. L’evento si terrà dalle 14 alle 20 all’Hotel Torre del Barone di Sciacca (Arigento) e sarà moderato, ancora una volta, dal giornalista Federico Quaranta.

“Come ogni anno, è tempo di stilare un bilancio degli obiettivi raggiunti e di approfondire le sfide future” si legge in una nota della Fondazione, in cui si precisa che il “talk si comporrà di quattro panel volti ad illustrare, oltreché le novità del mondo SOStain e i programmi di sostenibilità messi in campo dai partner della Fondazione, anche l’importanza dell’educazione alla natura con il relativo impatto socio-economico”. SOStain è il programma di sostenibilità per la vitivinicoltura in Sicilia promosso dal Consorzio di tutela vini Doc Sicilia e da Assovini Sicilia. Le Cantine associate alla Fondazione sono 40 per complessivi 5.524 ettari di vigne e circa 21 milioni di bottiglie certificati, e “condividono la volontà di sperimentare, nel corso del loro processo produttivo, buone pratiche finalizzate alla tutela e alla valorizzazione della biodiversità e delle comunità in cui operano”. Altre aziende stanno formalizzando la loro adesione per rafforzare ulteriormente l’impegno della Fondazione a lasciare un mondo migliore alle nuove generazioni.

La Sicilia è la prima regione in Italia per superficie biologica (il 30% del totale nazionale), nonché la prima in Italia per viticoltura sostenibile, ossia assoggettata al Disciplinare bio e/o di produzione integrata, con oltre 42mila ettari.

Gin awards di The Gin Day: miglior gin italiano è “Milano Elite”

Gin awards di The Gin Day: miglior gin italiano è “Milano Elite”Milano, 13 set. (askanews) – Il “Best Italian Gin” è l’”Elite” di Gin Milano Elite, ispirato al capoluogo lombardo, si è aggiudicato il “Best Italian Gin” ai Gin Awards che hanno chiuso l’undicesima edizione di theGINday, l’importante due giorni dedicata al mondo del Gin che per due giorni ha animato il SuperStudio Più di Milano. Al secondo posto si è classificato il “Gin Tabar Bergamotto” di Casoni Fabbricazioni Liquori e al terzo posto, il “Maxi Milliian Gin” di Maxi Millian. Il “Best International Gin” incoronato dalla giuria è il “Glendalough Wild Botanical Gin” di Coca Cola HBC, “un gin straordinario realizzato con piante selvatiche raccolte nelle montagne intorno alla distilleria”. Sul secondo gradino del podio di questa categoria, il “Bareksten Botanical” di Onesti Group e al terzo “Fords Gin” di Compagnia dei Caraibi.

La grande novità dell’appuntamento annuale organizzato e ideato da Luca Pirola, fondatore di Bartender.it, è stata proprio il debutto dei premi ai migliori gin, giudicati tra cinquanta referenze candidate e assaggiate secondo il metodo “blind test” da una giuria di esperti tra professionisti del settore beverage come bartender, sommelier, produttori, degustatori, giornalisti, designer, chef, influencer e talent food. Per la categoria “Best Idea/Concept”, riconoscimento dedicato al servizio del gin, la medaglia d’oro è andata all’”Enfleurage Gin” di Enfleurage, giudicato “profumato, storico, artistico, in grado di raccontare e reinventare una fascinosa vicenda ottocentesca legata a Maria Luigia d’Austria”. Al secondo posto, il “585.5 Miles” di Pedro Ferreira, sul podio anche “Prebugin” di Brainfusion. Infine il premi “Best Packaging” è di “Xamorfos” di Distill Hub, il cui formato della bottiglia “non permette di applicare un’etichetta adesiva che non faccia le pieghe sul lato curvo: da cui la decisone di non incollarla e assicurarla con un paio di elastici di caucciù riciclato”. In seconda posizione “Saigon Baigur” di Compagnia dei Caraibi, in terza il “Fabbri dry gin” dell’omonima azienda.

“Emerge con grande evidenza la creatività italiana applicata alla produzione del gin: è un riscontro che si applica nella ricerca delle botaniche, nella loro lavorazione e nelle idee che stanno all’origine delle produzioni, raccontate in affascinanti storytelling” ha commentato Pirola, spiegando che “c’è anche una grande attenzione al packaging, aspetto che abbiamo volutamente separato per valorizzare estro e genialità, tipiche del Made in Italy. Sia nel concorso Gin Awards ma soprattutto nell’esposizione dei prodotti durante la due giorni di fiera, il pubblico ha notato un innalzamento della qualità delle produzioni”. Successo rinnovato anche per theGINweek, il “fuori salone” dedicato al Gin che in questa quarta edizione ha coinvolto decine di localidella movida milanese anticipando e accompagnando l’evento.