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Vino, Nizza Docg: nel 2024 vendute 1,1 mln di bottiglie, +5%

Vino, Nizza Docg: nel 2024 vendute 1,1 mln di bottiglie, +5%Milano, 26 feb. (askanews) – Nel 2024 il Nizza Docg ha registrato un incremento del 5% di vendite rispetto all’anno precedente, per un totale di 1.093.892 bottiglie e 30 milioni di euro di giro d’affari. Lo ha comunicato l’Associazione Produttori del Nizza, parlando di “una crescita costante dall’istituzione della Docg avvenuta nel 2014, che manifesta una controtendenza rispetto ai principali vini rossi a denominazione italiani”.


Il 24 febbraio l’Associazione ha tenuto il suo tradizionale appuntamento di degustazione alla cieca riservata a produttori ed esperti della Denominazione. Quest’anno più di 100 professionisti tra produttori associati ed enologi si sono riuniti presso il Foro Boario di Nizza Monferrato (Asti) per valutare individualmente e anonimamente i 70 vini in degustazione, che verranno lanciati sul mercato nel corso del 2025. Ospite dell’evento, il primo Master of Wine d’Italia, Gabriele Gorelli. “Il Nizza Docg è una delle poche Denominazioni italiane che ha compreso profondamente la propria identità, codificandola in modo esemplare e ponendo il territorio al di sopra della varietà” ha affermato Gorelli, spiegando che “la sua unicità non risiede solo nel suo territorio, seppur straordinariamente rappresentativo, ma soprattutto nel suo stile. Si distingue per la capacità di essere fuori dagli standard di riconoscibilità piemontese, e talvolta anche italiani, grazie a un tannino più suadente, a un corpo scorrevole e alla capacità di essere rinfrescante e speziato, senza risultare austero e monolitico” ha proseguito Gorelli, parlando di “un vino estremamente piacevole, che può essere apprezzato fin dal primo giorno di rilascio sul mercato”. La degustazione si è concentrata in primis sul Nizza 2022, un’annata sorprendentemente equilibrata a fronte di un anno molto caldo e siccitoso che ha messo a dura prova i viticoltori. “La vendemmia 2022 è la prova tangibile della straordinaria capacità del Barbera di adattarsi a condizioni climatiche sfidanti” ha evidenziato il presidente dell’Associazione Produttori del Nizza, Stefano Chiarlo, sottolineando che “il Nizza 2022 unisce nel calice opulenza ed equilibrio, senza mai eccedere in potenza, merito di un attento lavoro in vigna e in cantina”. Anche il Nizza Riserva 2021 “ha riscosso notevole interesse e apprezzamento, confermandosi anche nella versione Riserva una delle annate migliori mai prodotte”.


“Crediamo fermamente che la qualità non sia mai il frutto di un lavoro solitario ma nasca dal confronto e dalla condivisione” ha sottolineato Chiarlo, rimarcando che “ogni anno, con la nostra degustazione alla cieca, ci mettiamo in gioco senza pregiudizi, consapevoli che solo attraverso un dialogo aperto possiamo crescere, non solo come produttori ma come comunità. Questo percorso – ha concluso – ci permette di affinare sempre di più la nostra identità e costruire il futuro del Nizza Docg, con impegno, consapevolezza e uno sguardo sempre rivolto al futuro”. Il Nizza Docg è prodotto in un’area di 18 Comuni nel cuore del Monferrato e l’Associazione che lo rappresenta conta 92 membri.

Vino, torna Premio Maculan per abbinamenti vini dolci e piatti salati

Vino, torna Premio Maculan per abbinamenti vini dolci e piatti salatiMilano, 26 feb. (askanews) – A cinque anni dall’ultima edizione, torna il Premio Maculan, l’iniziativa della storica azienda agricola di Breganze (Vicenza) dedicata alla valorizzazione del miglior abbinamento di una portata salata a un vino dolce. La competizione è rivolta sia a cuochi professionisti che ad appassionati di cucina ed enogastronomia, dai 18 anni in su, che, entro il 13 aprile, potranno inviare la loro proposta salata inedita, pensata per un vino dolce dell’azienda Maculan. ‘A partire dagli anni Ottanta abbiamo scelto di studiare e interpretare a modo nostro l’antica arte produttiva dei vini dolci, una nicchia tanto sfidante quanto affascinante per un vignaiolo, così come per un cuoco’ racconta Fausto Maculan, rimarcando che ‘da sempre ci interroghiamo sul miglior modo di raccontare la nostra selezione, scegliendo sì le parole giuste ma anche accostamenti gusto-olfattivi ed emotivi capaci di spaziare dall’immediatezza della concordanza allo stupore dei contrasti. La sfida che lanciamo ai partecipanti è proprio questa: decostruire per costruire insieme il presente e il futuro del vino dolce’. Ecco allora dal ‘Torcolato’, inconfondibile per la tecnica di appassimento dei grappoli di vespaiola attorcigliati e appesi in fruttaio, al ricchissimo e meraviglioso ‘Acininobili’, prodotto dalla medesima varietà autoctona intaccata dalla muffa nobile, passando dal ‘Dindarello’ a base di Moscato Giallo fino al ‘Madoro’, passito rosso prodotto con Marzemino e Cabernet Sauvignon.


In anni così pesanti da essere definiti di piombo, il grande enologo che quest’anno festeggia 75 primavere affiancato dalle figlie Angela e Maria Vittoria, è stato il protagonista di una rivoluzione dolce, introducendo, quando non aveva ancora trent’anni, la tecnica dell’appassimento delle uve dei vigneti della campagna vicentina sospesa tra pianura e collina. Il risultato è il Torcolato di Breganze, localmente detto anche Pasquale, costruito su una ‘densa’ base di uva Vespaiolo, così delizioso da guadagnarsi fama mondiale. ‘Quando tu lavori con i vini dolci hai l’obbligo di provare il ‘pairing’ con il salato, anche perché noi mangiamo abitualmente prosciutto e melone e i meloni sono di tanti tipi, più o meno dolci, più o meno maturi, così come i prosciutti che vanno da quelli più dolci a quelli più salati, che possono essere più concentrati o più ‘acquosi’: l’abbinamento va sempre abbastanza bene e sopratutto nessuno grida allo scandalo’ racconta Maculan ad askanews, spiegando che ‘allo stesso modo si può fare con qualsiasi vino dolce, naturalmente ci saranno casi in cui predomina il vino e altri in cui ‘vince’ il piatto: ma quando pareggiano il risultato è sorprendente. Ma è anche il solo provarci che è divertentissimo e facciamo una cosa diversa dal solito perché altrimenti la banalità ci porta a non crescere’. ‘La prima volta che sono andato, raccomandato da Gualtiero Marchesi, nel ristorante dei fratelli Troisgros a Roanne (in Loira, Francia) sono stato ricevuto in cucina: eravamo in otto e siamo stati ricevuti in cucina dalla moglie italiana di uno dei due fratelli, una donna friulana che parlando in dialetto ci ha fatto mangiare cotechino, salsa Mornay e una bottiglia di Sauternes. Questo è stato l’aperitivo’ ricorda Maculan, sottolineando che ‘se si può fare con un piatto del genere, si può fare con tutto. Nei Paesi di lingua tedesca fanno la ‘wiener schnitzel’ con la marmellata, o se ci spostiamo in Oriente troviamo tanti ingredienti salati mischiati con i dolci o con la frutta. Si pensi poi all’uso che fanno della salsa di soia o del mirin – prosegue -, questo significa che si può fare anche con il vino. Queste cose – chiosa – si sono sempre fatte e possiamo inventarcene delle altre, apriamoci, proviamo, sarà bellissimo’. Insomma Maculan imprime una nuova spinta tra curiosità, visione e ricerca, un nuovo scatto, un nuovo punto di partenza. Gli abbinamenti dei ‘concorrenti’ saranno valutati in prima battuta da un comitato tecnico che selezionerà i quattro finalisti che saranno i protagonisti della serata finale in programma il 19 maggio nella Cantina, per preparare il loro piatto di fronte ad una giuria di qualità presieduta dallo chef Daniele Canzian che, al termine dell’evento, decreterà il vincitore.


Ma come è cambiato il vino dolce nelle 50 vendemmie che Maculan ha sulle spalle? ‘E’ certamente migliorato. Fare vino dolce è complicato perché serve l’uva passita e non metterci troppo le mani ma serve anche molta tecnica perché devi bilanciare l’acidità con il residuo di zuccheri, devi far sì che la pressione osmotica iniziale che è importante per la fermentazione sia contenuta’ racconta ad askanews, ricordando che ‘una volta c’era molto più vino liquoroso e venivano spacciati per vini dolci, vini fatti con l’aggiunta di alcol e di mosto concentrato, i Vin Santi, ad esempio, erano quasi tutti artefatti in cantina, e solo recentemente si è capita l’importanza dell’appassimento condotto bene con l’uva sana. Una delle cose principali per cui molti progetti sono falliti, ultimo il Picolit che pure aveva avuto un grande boom iniziale, è la quantità – mette in luce Maculan – cioè se ne hai qualcosa come due-tre-cinque ettolitri fai fatica a ricordarteli, mentre se ne hai 100 hai un patrimonio investito, allora lo segui e lo fai sempre meglio’. ‘Il momento più alto che abbiamo vissuto è stato quello della cucina creativa dagli anni Ottanta ai primi anni Duemila, quando c’era il carrello di formaggi e quello dei vini dolci, quando i ristoranti avevano in carta i Sauternes, quando oggetivamente si beveva di più’ evidenzia il celebre produttore, rimarcando che ‘oggi è sopratutto il consumo a casa a tenere e noi facciamo bene’. Maculan è stato un grande amico e sodale di Luigi Veronelli. ‘E’ stato l’unico super partes e ad avere una competenza immensa, l’unico che si era preso la briga di scrivere a ottomila sindaci italiani chiedendo di segnalargli se veniva prodotto un vino particolare nel loro comune. Erano anni in cui si sapeva poco di enogastronomia e c’era molta curiosità e lui ha risposto nel modo migliore a questa voglia di sapere e di conoscenza’ prosegue, mettendo in risalto che ‘erano altri tempi, lui scriveva per Bolaffi che era sinonimo di ricerca, e aveva grandi collaboratori, un po’ come Marchesi: tutti quelli che lui ha avuto come ‘assistenti’ sono poi diventati importanti’. ‘Veronelli era un uomo puro, pulito, innamorato, che rischiava solo proprio quando si innamorava troppo come accadde per la Grappa Nonino, ma lo dichiarava: ‘Mi sono innamorato di Giannola Nonino e ne parlerò sempre bene, non sarò mai giusto ed equidistante perché le voglio troppo bene’ osserva Maculan, parlando di ‘un personaggio straordinario, l’unico che è riuscito a definire il Krug ‘conturbante aroma di sperma’: uno che scrive questo è un grande e nessun altro potrà scrivere cose così. Ma lui era un coltissimo e soprattutto un equidistante, che è nato ricco ed è morto povero perché si è mangiato i soldi per le sue campagne, per le sue voglie sia letterarie che enologiche’.


Alla domanda se sia preoccupato per il futuro del vino, Maculan si dice sereno ‘perché non può crollare, abbiamo fatto troppa strada. E’ solo questione di battersi ancora per la conoscenza, più gente sa di vino e più i produttori di vino buono staranno bene. Nonostante le guerre e la crisi economica che riducono il potere di acquisto – aggiunge – credo che si continuerà ancora a bere vino buono. Forse Gaia non prenderà più 300 euro a bottiglia, però forse sono anche troppi 300 euro, ne basterebbero 110, e finché lui riesce a vendere a 110, secondo me, va bene lo stesso’. Piuttosto, secondo il vigniolo vicentino quello che continua a mancare al vino di casa nostra è ‘la tanta storia e serietà che c’è in Francia. Io sono stato uno degli artefici della rivoluzione del vino italiano ma è cominiciata solo nel 1970: Schiopetto è nato allora, prima c’erano i fiaschi, c’erano le bottiglie a Natale, piemontesi o addirittura francesi’. Fondata nel 1947 da Giovanni Maculan, nonno di Fausto che la prende in mano nel 1973, oggi l’azienda conta su 35 ettari vitati di proprietà grazie ai quali vengono prodotte circa 650mila bottiglie, il 70% delle quali finisce sul mercato italiano. I principali Paesi per l’export sono Canada, Stati Uniti, UK e Svizzera. (Alessandro Pestalozza)

Il Consorzio Asti Docg debutta al Salone del vino di Torino

Il Consorzio Asti Docg debutta al Salone del vino di TorinoMilano, 26 feb. (askanews) – Il Consorzio Asti Docg debutta al Salone del vino di Torino, la rassegna dedicata al mondo vitivinicolo piemontese in programma dal 1 al 3 marzo alle OGR Torino. Un esordio che conta la presenza di 20 aziende che portano in degustazione tutte le produzioni tutelate dall’ente consortile, a partire dall’Asti Spumante al Moscato d’Asti fino alle espressioni più di nicchia come il Canelli Docg e lo Strevi Doc.


Numerosi anche gli appuntamenti in programma, tra masterclass e abbinamenti culinari. Si parte domenica 2 marzo alle 12.30 con il tasting dedicato a “Tutte le sfumature dell’Asti Docg”, a seguire alle 13 “Vini dolci alla corte di Re Cioccolato”, il doppio pairing, organizzato in collaborazione con il Consorzio Tutela Vini d’Acqui, che vede il Moscato d’Asti, lo Strevi Doc e il Brachetto d’Acqui in abbinamento con il gianduiotto tagliato a mano, il cremino classico alla nocciola e il cioccolato fondente 60%, in versione pura e allo zenzero. La Denominazione spumantistica più antica d’Italia sarà protagonista anche della verticale organizzata dall’Associazione Comuni del Moscato (1 marzo alle 16.30) dove diverse annate di Moscato d’Asti metteranno in evidenza le potenzialità di invecchiamento della bollicina aromatica. Saranno invece i vini della Docg provenienti dai “Sorì”, i vigneti eroici, al centro dalla degustazione di domenica 2 marzo alle 16.

Allegrini Wines: accordo con Iulm per formare comunicatori del vino

Allegrini Wines: accordo con Iulm per formare comunicatori del vinoMilano, 26 feb. (askanews) – Allegrini Wines ha annunciato una partnership biennale con l’Università Iulm di Milano e, nello specifico, il Master di primo livello in “Food & Wine Communication” diretto dal professor Vincenzo Russo, parte dell’offerta di Iulm Communication School. L’obiettivo della storica azienda vitivinicola della Valpolicella è ambizioso: “promuovere una visione innovativa e contemporanea del mondo del vino, in sintonia con le esigenze delle nuove generazioni”.


“La partnership con Iulm rappresenta la concretizzazione della nostra visione aziendale: mettere al centro la formazione e il coinvolgimento dei giovani per costruire insieme il futuro del vino” ha dichiarato Francesco Allegrini, Ceo di Allegrini Wines, spiegando che “questo progetto incarna i valori fondamentali della nostra governance, che punta a ispirare un settore più aperto e sostenibile, promuovendo al contempo la cultura e la convivialità del vino”. L’iniziativa vedrà gli studenti del Master impegnati, per questo primo anno, nello sviluppo di proposte strategiche per comunicare “Corte Giara”, il brand di Allegrini pensato per interpretare le evoluzioni del mercato, “ponte tra la tradizione vinicola e i gusti delle nuove generazioni”.


Oltre a questa iniziativa, l’azienda punta a promuovere il valore della formazione attraverso il programma “Adotta una scuola” di Altagamma, collaborando con l’Accademia Symposium per la valorizzazione dell’enoturismo.

Vino, al Trentino il “Premio Vinarius al Territorio 2025″

Vino, al Trentino il “Premio Vinarius al Territorio 2025″Milano, 25 feb. (askanews) – E’ stato assegnato al Trentino il “Premio Vinarius al Territorio 2025”, che valorizza le aree vitivinicole italiane che si distinguono per qualità produttiva, attenzione all’ambiente e al patrimonio locale. L’assegnazione del riconoscimento dell’Associazione delle Enoteche Italiane, giunto alla sua decima edizione, è avvenuta questa mattina nella sala Nassirya del Senato con la motivazione “di aver saputo, in ostiche condizioni ambientali, esprimere prodotti di eccellenza e un’alta qualità della vita, nel rispetto di una ecologia autentica e attuale”.


“Il Trentino, con il suo armonioso equilibrio tra montagne e vigneti, ha saputo trasformare sfide ambientali in opportunità, coniugando l’eccellenza enologica con un profondo rispetto per la natura e la qualità della vita delle persone che vivono e lavorano nelle sue valli e tra le sue montagne” ha commentato il presidente del Consorzio Vini del Trentino, Albino Zenatti, sottolineando che “questo premio celebra la dedizione del Trentino e premia la sua capacità di rappresentare un modello vitivinicolo sostenibile, autentico e proiettato al futuro”. Durante la cerimonia, Andrea Terraneo, presidente di Vinarius, ha sottolineato il valore del modello vitivinicolo trentino: “Siamo orgogliosi di assegnare questo riconoscimento a questo territorio, esempio virtuoso di come la viticoltura possa integrarsi armoniosamente con l’ambiente, la cultura e l’economia. Il loro impegno per la qualità e la sostenibilità rappresenta un modello da seguire per l’intero comparto vinicolo italiano”.


L’evento è stato promosso su iniziativa del senatore Pietro Patton, che ha ribadito il ruolo delle istituzioni nel valorizzare le aree enologiche italiane di eccellenza e premiare quei produttori che dimostrano che qualità e sostenibilità possono coesistere.

Spumanti, online la quarta edizione dell’app “Bollicine del mondo”

Spumanti, online la quarta edizione dell’app “Bollicine del mondo”Milano, 25 feb. (askanews) – È online la quarta edizione dell’app “Bollicine del mondo”, il progetto firmato da Paolo Marchi e Cinzia Benzi, rispettivamente fondatore e curatrice di “Identità Golose”, dedicato alla migliore produzione spumantistica internazionale. Presentata ieri sul palcoscenico di “Identità Milano 2025”, la Guida alle “Bollicine del mondo” nasce con l’esigenza di creare “uno strumento nuovo in grado di far viaggiare il lettore attraverso una mappatura piuttosto estesa dei vini spumanti portandolo a conoscenza di una storia, una tradizione, un passaggio generazionale, un vitigno e una destinazione da scoprire”. Una App gratuita, disponibile in italiano e inglese, dedicata ai wine-lovers ma anche a tutti coloro che amano viaggiare alla scoperta dei tesori della cultura enogastronomica con curiosità e prospettiva internazionale. Il linguaggio è semplice, conciso e professionale senza tecnicismi, con un glossario da consultare e una sintesi terminologica posta in ordine alfabetico.


“Arrivati a questa quarta edizione siamo felici di continuare a mappare un mondo effervescente con serietà e massima trasparenza” ha spiegato Benzi, precisando che “nulla è anonimo, ogni scheda è firmata e ciascun collaboratore ha raccontato con passione e dedizione quella bottiglia che vi consigliamo di assaggiare, almeno una volta nella vita. Le bollicine recensite – ha concluso – sono reperibili attraverso le Cantine medesime, nei negozi specializzati e online, nulla è introvabile”. La nuova edizione conta 900 Cantine (160 in più del 2024) in 47 Paesi da tutto il mondo, un’autentica antologia della migliore produzione mondiale che racconta per il 52% l’Italia, mentre il 48% racchiude Cantine europee con il resto del Mondo. Senza dubbio la Francia, con le regioni vitivinicole di Champagne, Alsazia, Borgogna, Loira e Jura, rappresenta il 30% di questo 48%, le Cantine rimanenti sono in Spagna, Gran Bretagna, Germania, Austria, Albania, Romania, Grecia, Portogallo, Slovenia, Svizzera, Belgio, Repubblica Ceca, Ungheria, Danimarca, Svezia, Slovacchia, Malta, Israele, Turchia, India, Argentina, Messico, Cile, Brasile, Canada, Stati Uniti, Australia, Nuove Zelanda, Sud Africa, Uruguay e altri Paesi del continente asiatico come Giappone, Indonesia, Libano, Vietnam. Novità di quest’anno: Cina, Moldavia, Taiwan, Macedonia, Serbia e Bolivia.


Il censimento delle migliori etichette è arricchito da una serie di approfondimenti dedicati ai più interessanti territori del vino con l’obiettivo di scoprire o riscoprire Paesi e regioni attraverso la lente della migliore produzione spumantistica. La quarta edizione della App propone così nella voce “Non Solo Territori” 30 itinerari alla scoperta delle regioni più vocate: dall’Asti e Moscato fino all’Irpinia, dal Trento Doc all’Etna, dalla Champagne, all’Alsazia, passando per la Borgogna e poi ancora al Cava e al Corpinnat, al Cile e all’Argentina con incursioni in Asia e in Australia. La mappatura rappresentata da “Bollicine del mondo” è frutto di un lavoro corale che coinvolge 17 esperti internazionali tra giornalisti e addetti ai lavori. I premi di questa edizione sono stati assegnati a: per “L’omaggio” a Jean-Baptiste Lécaillon, Chef de Cave Maison Louis Roederer, per “L’innovazione” a Dominque Demarville, Chef de Cave Lallier, e a Giorgio Mercandelli, Cantina Alchemica. Il riconoscimento “La Naturalità” è andato all’Azienda L’Archetipo di Castellaneta (Taranto), quello per il “Vitigno da scoprire” a Uva Rara dell’Azienda Barbaglia, e a Gros Manseng di Chateau La Croix des Pins. Il premio “Giovani di belle speranze, buona la prima” allo “Spumante Metodo Classico Viento e’ Mare” de I Cacciagalli; e al “Pinot Nero Metodo Classico Brut Millesimato 2020” di Cordero San Giorgio. “Questioni di famiglia” è stato assegnato a Ettore Germano, “L’Esperto” a Sonia C. Holland, “L’Artista” a Caroline Brun, mentre per la categoria “I Comunicatori” sono stati premiati Leila Salimbeni, Simone Roveda, Matteo Mengacci (Teo KayKay) e Filippo Polidori.

Vino, Busi: a Consorzi servono più contributi per internazionalizzazione

Vino, Busi: a Consorzi servono più contributi per internazionalizzazioneMilano, 24 feb. (askanews) – “Malgrado le difficili condizioni economiche nazionali e internazionali con foschi scenari geopolitici, non dobbiamo essere pessimisti. Abbiamo tutte le possibilità per affrontare i mercati, abbiamo un’ottima quantità di vino, di eccellente qualità, nelle nostre cantine. Dobbiamo essere sempre più presenti sui mercati mondiali, requisito fondamentale per poter offrire il prodotto ad una platea ancora più ampia di persone. La grande qualità che il Chianti può offrire la dobbiamo alle tante imprese che hanno investito nei propri vigneti. I nostri biglietti da visita sono storia e qualità. In questo senso, il nostro Consorzio e il Morellino chiediamo l’aumento dei contribuiti destinati ai consorzi per i progetti di internazionalizzazione, in modo da poter facilitare le aziende a raggiungere i mercati di tutto il mondo ampliando le opportunità per tutte”. Lo ha detto il presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi.


“Nel 2014 il prezzo medio del Chianti nella grande distribuzione era di 3,31 euro a bottiglia, oggi siamo arrivati a 5,28 euro, mantenendo inalterati i volumi di vendita” ha ricordato Busi, sottolineando che “questo è un segnale molto positivo: significa che il Chianti è una Denominazione sempre più apprezzata e riconosciuta dai consumatori, i quali premiano il livello qualitativo nettamente cresciuto rispetto a 15-20 anni fa”. “A maggio abbiamo in programma la ‘Chianti Week’, un evento aperto a tutti i nostri ‘Chianti lovers’ spalmato nell’arco di una settimana” ha annunciato il presidente dell’ente consortile, parlando di “eventi sparsi su tutto il territorio del Chianti, di Firenze e delle altre città toscane, con le aziende presenti con i loro prodotti”.

Vino, “L’Altra Toscana”: successo per evento 13 Denominazioni a Firenze

Vino, “L’Altra Toscana”: successo per evento 13 Denominazioni a FirenzeMilano, 24 feb. (askanews) – La quarta edizione de “L’Altra Toscana”, collocata all’interno della grande settimana delle Anteprime toscane che ha accolto giornalisti da tutto il mondo e moltissimi operatori del settore, ha visto a Firenze la partecipazione di stampa, enotecari, ristoratori, buyer e opinion leader del mondo vitivinicolo sempre più interessati alle Denominazioni Maremma Toscana, Montecucco e Montecucco Sangiovese, Cortona, Chianti Rufina, Terre di Casole, Suvereto, Val di Cornia e Rosso della Val di Cornia, Carmignano, Barco Reale di Carmignano e Vin Santo di Carmignano e Igt Toscana.


“Siamo soddisfatti del riscontro ottenuto, a conferma del fatto che vi è grande interesse nei confronti delle nostre proposte enologiche che si prestano a rispondere ad un settore in continua fase di cambiamento” spiega Francesco Mazzei alla guida dell’Associazione L’Altra Toscana che ha promosso l’evento nonché presidente del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana, che fa da capofila, spiegando che con questa Anteprima “raccontiamo vini e territori piccoli o meno conosciuti, Denominazioni che attraggono perché rappresentano qualcosa di nuovo e che nascono in luoghi magnifici che hanno molto da offrire: tutti assieme rappresentiamo circa il 40% dell’intera produzione toscana, una cifra importante”. Tredici Dop e Igp con i rispettivi Consorzi uniti per mostrare una Toscana del vino diversa. Dai bianchi da vitigni autoctoni come il Vermentino e internazionali (bollicine comprese), ai vini rossi e rosati a base di Sangiovese (minimo 85%), passando per i blend fino a quelli prodotti con varietà internazionali e agli autoctoni come, ad esempio, il Ciliegiolo e l’Alicante. La compagine di Consorzi che ha realizzato l’evento, alla luce dei bei riscontri ottenuti e consapevole che vi sia ancora molto da fare per tenere alta l’attenzione su questi territori, è già al lavoro per la prossima edizione, che si terrà a febbraio 2026.

Vino, Consorzio Asti Docg lancia la sua prima app per smartphone

Vino, Consorzio Asti Docg lancia la sua prima app per smartphoneMilano, 24 feb. (askanews) – Favorire i processi di digitalizzazione per semplificare e gestire in modo efficace la comunicazione con tutti gli attori della filiera. È l’obiettivo dell’app per smartphone lanciata dal Consorzio Asti Docg, uno strumento, realizzato in collaborazione con Credemtel (società tecnologica del Gruppo Credem) e la sua Partecipata Mynet Srl-Società Benefit, dedicato ai soci per restare aggiornati su tutte le attività dell’ente consortile e al tempo stesso avere a disposizione uno spazio virtuale per la gestione dei documenti.


“Siamo il primo Consorzio in Italia a mettere a disposizione dei propri associati un’applicazione intuitiva e funzionale per facilitare le comunicazioni interne, informare in tempo reale in merito alle nostre iniziative promozionali e contemporaneamente garantire una gestione sempre più efficiente di tutta la modulistica” dichiara Giacomo Pondini, direttore del Consorzio Asti Docg, evidenziando che “con questo strumento siamo inoltre in grado di limitare l’invio delle mail e ridurre lo spreco di carta in ottica di una gestione sempre più sostenibile anche della nostra organizzazione consortile”. “Dotarsi di un’applicazione ad hoc per i soci è un passo fondamentale che ci permette di coinvolgere in tempo reale e attivamente tutta la nostra filiera, a partire dagli attori della produzione viticola e vitivinicola fino alle case spumantiere, le aziende vinificatrici e le Cantine cooperative” aggiunge Stefano Ricagno, presidente del Consorzio Asti Docg, spiegando che “è proprio la filiera che rappresenta al meglio le istanze del nostro territorio, per questo ci è sembrato non solo importante ma anche opportuno costruire un canale di comunicazione sempre più diretto e al passo coi tempi”.


L’applicazione si compone di due moduli: “Bacheca” e “Armadietto”. Con il primo sarà possibile per i soci ricevere le principali notizie interne inerenti il Consorzio fino alle comunicazioni relative alle iniziative e gli eventi promozionali in programma. Il secondo modulo faciliterà la consultazione, la condivisione e l’archiviazione dei documenti, permettendo inoltre anche la compilazione della modulistica interna direttamente dalla app.

Vino, “DivinOrcia”: il 25 febbraio Consorzio Orcia festeggia 25 anni

Vino, “DivinOrcia”: il 25 febbraio Consorzio Orcia festeggia 25 anniMilano, 24 feb. (askanews) – Il 25 è il numero magico del Consorzio del Vino Orcia: il 25 febbraio 2025 infatti festeggia il quarto di secolo a Pienza (Siena) con la seconda edizione di “DiVinOrcia”, una giornata di degustazione dedicata agli operatori del territorio tra cui ristoratori, sommelier, blogger e giornalisti. La mattinata sarà caratterizzata dalla masterclass “25 anni di Orcia Doc” guidata dal giornalista Aldo Fiordelli e dalle 12 alle 18,30 sono previsti banchi d’assaggio con la presenza dei produttori del Consorzio.


“DiVinOrcia vuole essere una giornata di anteprima delle nuove annate in commercio della nostra Denominazione” ricorda Giulitta Zamperini, presidente del Consorzio, spiegando che “come già nella prima edizione, sarà la bellezza del territorio a fare da sfondo alle degustazioni: il nostro export è sotto casa grazie ai milioni di visitatori da tutto il mondo che arrivano nel nostro territorio e nelle nostre Cantine. Con questo evento – conclude – abbiamo messo insieme aziende, operatori del territorio e non solo, oltre alla stampa di settore, con l’obiettivo di far dialogare i produttori con il trade”. Le aziende che prenderanno parte all’iniziativa sono Atrium, Bagnaia, Campotondo, Capitoni, Donatella Cinelli Colombini, Fabbrica Pienza, La Grancia di Spedaletto, La Nascosta, Olivi – Le Buche, Podere Forte, Poggio al Vento, Poggio Grande, Sassodisole, Tenuta Sanoner.


Nata nel febbraio del 2000, l’Orcia Doc raccoglie nella sua area di produzione dodici Comuni a Sud di Siena. A oggi sono 153 gli ettari di vigneti dichiarati su un totale potenziale di 400 ettari. La produzione media annua si attesta intorno alle 255mila bottiglie realizzate dalle circa 60 Cantine nel territorio di cui oltre 30 socie del Consorzio di tutela che dal 2014 ha l’incarico di vigilanza e promozione “erga omnes”.