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Vino, via libera a zonazione dell’Alto Adige: riconosciute 86 Uga

Vino, via libera a zonazione dell’Alto Adige: riconosciute 86 UgaMilano, 19 ott. (askanews) – Via libera alla zonazione del vino dell’Alto Adige. Sono 86 le Unità geografiche aggiuntive (Uga) identificate in dettaglio e riconosciute dal ministero dell’Agricoltura e che potranno quindi in futuro essere indicate in etichetta al fianco della Denominazione “Alto Adige Doc”.


“Il compito di suddividere le varie zone e decidere quali fossero i vitigni più adatti alle varie parcelle è stato aeegnato a commissioni composte nelle varie località vinicole da agronomi, enologi, viticoltori, produttori ed esperti di storia della viticoltura” ha spiegato il presidente del Consorzio Vini Alto Adige e della Cantina Kurtatsch, Andreas Kofler, al termine dell’iter di approvazione avviato diversi anni fa dall’ente consortile Alla base del concetto di zonazione, e dunque per arrivare a definire le aree omogenee, c’è la consapevolezza che la qualità delle uve e del vino è condizionata innanzitutto dal terroir e dal microclima, oltre che dall’altitudine, dalla pendenza del terreno, dall’irraggiamento solare, dalle correnti ascensionali calde, dalla circolazione dell’aria e dalle precipitazioni. Oltre a questo “abbiamo attribuito enorme importanza anche al legame che queste zone hanno con la storia” ha evidenziato il vicepresidente del Consorzio e titolare della Tenuta J. Hofstatter di Termeno, Martin Foradori, precisando che “grazie al Catasto Teresiano della metà del XVIII secolo siamo stati in grado di risalire ai nomi storicamente attribuiti alle zone di coltivazione”.


Oltre alla zonazione geografica, sono stati definiti anche i vitigni più adatti alle singole parcelle. “È importante precisare che il viticoltore potrà comunque continuare a coltivare, anche nelle Uga definite, i vitigni ammessi in Alto Adige” ha puntalizzato Eduard Bernhart, direttore del Consorzio Vini Alto Adige, rimarcando che “tuttavia, a poter essere identificati come vini da Unità geografica aggiuntiva, saranno solo quelli prodotti da varietà selezionate dagli esperti: a seconda della UGA, possono anche esserci fino a cinque vitigni diversi ma ci sono Unità per le quali sono stati selezionati solo uno o due vitigni”. “Con una riduzione della quantità del 25% rispetto alla quantità ammessa per la Doc Alto Adige, ci assicuriamo anche che la qualità di questi speciali vini subisca un ulteriore incremento” ha proseguito Kofler, mentre Foradori ha tenuto a sottolineare che “il nostro obiettivo è portare nella bottiglia le speciali caratteristiche delle diverse zone: ‘terroir’ non deve essere solo un concetto per il marketing ma deve essere un elemento riconoscibile anche nel bicchiere”.


Un’ulteriore novità è rappresentata dal “pittogramma” specificamente realizzato dal Consorzio Vini Alto Adige: in etichetta, oltre all’indicazione della zona, il produttore dovrà riportare anche questo disegno, dando così in futuro ai consumatori la possibilità di distinguere più facilmente queste bottiglie. “Se come già avvenuto per i modelli adottati da altre famose zone vinicole – ha concluso Kofler – il nostro progetto riuscirà ad affermarsi, queste zone potranno diventare sinonimo di grandi vini, unici e inconfondibili”. Foto: Sudtirol Wein Benjamin Pfitscher

In Usa gli spumanti italiani superano quelli francesi anche in valore

In Usa gli spumanti italiani superano quelli francesi anche in valoreMilano, 19 ott. (askanews) – Negli Stati Uniti gli spumanti italiani superano quelli francesi non solo a volume ma, per la prima volta, anche a valore. Lo rileva, alla vigilia di “Vinitaly.Usa” (Chicago, 20-21 ottobre), l’analisi dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly sui dati SipSource di agosto che sarà presentata in occasione della prima fiera oltreoceano interamente dedicata al vino made in Italy. Lo storico sorpasso, registrato attraverso il monitoraggio delle vendite effettive di vino riscontrate dai distributori statunitensi, segna lo switch nella leadership delle bollicine, con l’Italia che vede lievitare le proprie quote di mercato al 35% contro il 31% dei transalpini e il 28% degli sparkling americani.


L’Osservatorio parla di un traguardo raggiunto soprattutto grazie all’ascesa inarrestabile del Prosecco che, non a caso, è riuscito al contempo a raggiungere e superare per la prima volta lo Champagne (28% e 26% le rispettive quote di mercato). Il successo della Denominazione si riflette nell’andamento dell’intera tipologia sparkling tricolore che, a sua volta, ha superato i bianchi nel product mix dell’offerta enoica italiana e rappresenta oggi il 37% del venduto made in Italy negli Usa (il 35% a volume). Tra gennaio e agosto, le bollicine italiane sono infatti le uniche ad aver aumentato i volumi delle vendite (+1,5% contro una media complessiva delle vendite di sparkling in calo del 13%), trainate anche dal successo crescente dei cocktail. Anche nel testa a testa Prosecco-Champagne, quest’anno non c’è stata storia: +2,2% il trend nei primi 8 mesi 2024 per le bollicine più famose d’Italia, -15,3% per il simbolo luxury francese. Al centro espositivo Navy Pier di Chiacago, saranno oltre 230 le aziende partecipanti su 13mila mq espositivi, e più di 1.650 le etichette in degustazione tra vino e bollicine. “Facilitare il business è più che mai la parola d’ordine di questi tempi” ha commentato l’Ad di Veronafiere, Maurizio Danese, dicendosi “convinti che ‘Vinitaly.Usa’ possa diventare lo strumento fieristico di presidio su questo mercato e una leva fondamentale per incrementare l’incoming profilato degli operatori su Vinitaly Verona”.


Lo scorso anno gli spumanti italiani hanno toccato quota 936 milioni di bottiglie commercializzate in tutto il mondo. Negli ultimi 10 anni le esportazioni delle nostre bollicine nel mondo sono praticamente triplicate, con crescite in valore negli Usa del 351% per quasi 500 milioni di euro nel 2023.

”Milano Wine Week”, Gordini: abbiamo avuto una risposta straordinaria

”Milano Wine Week”, Gordini: abbiamo avuto una risposta straordinariaMilano, 16 ott. (askanews) – “Quest’anno abbiamo registrato una risposta straordinaria, soprattutto da parte dei giovani: dei 50mila partecipanti, oltre il 50% erano under 35. Siamo già al lavoro per i progetti del 2025, con l’obiettivo di intensificare il coinvolgimento di operatori e pubblico internazionale. Inoltre con questa edizione abbiamo assistito ad una crescente domanda di vini di alta qualità, confermando il trend di ‘premiumizzazione’ del consumo di vino, sia in Italia che a livello globale. La nostra sfida è continuare a valorizzare il prodotto, rendendolo un’esperienza sempre più di qualità e allo stesso tempo accessibile e attraente per le nuove generazioni”. Questo il commento del presidente Federico Gordini sulla settima edizione della “Milano Wine Week” che si è chiusa il 13 ottobre dopo nove giorni di programmazione con oltre 200 eventi diffusi in città.


La prossima edizione della “Milano Wine Week” è in agenda dal 4 al 12 ottobre 2025, e per “Wine List”, la guida realizzata da cento sommelier italiani, è in preparazione un palinsesto che prevede tappe in diverse città italiane e un primo tour internazionale nel 2026. Novità anche per il programma di accelerazione “Wine in Action”, che l’anno prossimo vedrà lo sviluppo delle attività delle tre startup vincitrici e la costruzione del progetto per una nuova “call for innovation”. Infine MWW annuncia che si pensa anche alla quinta edizione del “Premio Carta Vini 2025”.

Centenario Consorzio Vino Chianti Classico: Mattarella riceve Manetti

Centenario Consorzio Vino Chianti Classico: Mattarella riceve ManettiMilano, 16 ott. (askanews) – Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto ieri mattina al Quirinale il presidente del Consorzio Vino Chianti Classico, Giovanni Manetti, in occasione della celebrazione a Roma dell’anno del Centenario del Consorzio, il più antico d’Italia, in una giornata ricca di eventi e degustazioni organizzata in collaborazione con Fondazione Italiana Sommelier.   Manetti, in rappresentanza di tutti i produttori del Gallo Nero, ha portato in omaggio al Capo dello Stato il libro sulla storia del Consorzio “Sulle Tracce del Gallo Nero” e tre bottiglie di Chianti Classico, scelte per celebrare la sua carriera istituzionale dalla prima elezione alla Camera dei Deputati alla seconda elezione a Presidente della Repubblica. Sulla scatola, la seguente dedica: “Nel Centenario dalla costituzione del Consorzio Vino Chianti Classico, i produttori del Gallo Nero ringraziano il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, celebrando la dedizione di una vita spesa al servizio del nostro Paese, attraverso le vendemmie di tre anni, 1983, 2015 e 2022 così significative per la sua storia e la nostra Repubblica”.


La giornata romana del Consorzio Vino Chianti Classico è proseguita al Rome Cavalieri Waldorf Astoria, con la 43esima edizione del “Forum della Cultura del Vino e dell’Olio”, a cura di Fondazione Italiana Sommelier, che il patron Franco Maria Ricci ha voluto dedicare proprio al Centenario. Ha partecipato al Forum, anche il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, con un intervento iniziale, in cui ha ribadito l’importanza del Consorzio del Chianti Classico e delle unioni dei produttori per la salvaguardia, la tutela e la promozione dei prodotti Made in Italy di qualità. Un lungo dibattito sulla storia del Consorzio, a cui hanno contributo, oltre a Manetti e alla direttrice Carlotta Gori, i produttori di Chianti Classico Giuseppe Mazzocolin e Angela Fronti, il presidente di Federdoc, Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi, i giornalisti Alessandro Masnaghetti e Carlo Cambi, e l’enotecario romano Francesco Trimani. A conclusione del Forum, la giornata è proseguita con il classico “walk-around tasting” con la partecipazione di ben 73 aziende di Chianti Classico e la realizzazione di due seminari, dedicati all’olio Dop del Gallo Nero e ai primi 10 anni del Chianti Classico Gran Selezione.

50 anni di Kinder Sorpresa: Michele Ferrero e l’uovo di Pasqua ogni giorno

50 anni di Kinder Sorpresa: Michele Ferrero e l’uovo di Pasqua ogni giornoMilano, 15 ott. (askanews) – Kinder Sorpresa, l’ovetto al cioccolato con la sorpresa di casa Ferrero, compie 50 anni. Era il 1974 quando Michele Ferrero ideò questo ovetto che rendeva disponibile tutto l’anno una prodotto, riservato fino a quel momento, al periodo della Pasqua.


Presente in 80 Paesi nel mondo, oggi Kinder Sorpresa è diventato un prodotto iconico: ogni anno Ferrero, attraverso una divisione dedicata, crea circa 300 nuove sorprese, sviluppate con il supporto di esperti e dopo uno studio e rigorosi controlli di sicurezza. Dagli anni ’70, sono, infatti, tantissime le tipologie di sorprese presenti all’interno del barilotto giallo, oltre alle collezioni sviluppate internamente o tramite contratti di licenza: dalle figurine in metallo degli anni ’70, alle serie speciali dipinte a mano degli anni ’90, a tartallegre, happypotami, coccodritti, fino agli animali Natoons e i supereroi contemporanei per la gioia di bambini e collezionisti, che sono più di un milione in tutto il mondo. Per il 50esimo anniversario dalla sua invenzione, Ferrero ha organizzato un concorso che offre la possibilità a 50 persone, con la propria famiglia, di partecipare a un’inedita esperienza: insieme a un pacchetto viaggio ad Alba, i vincitori potranno visitare il laboratorio delle sorprese Kinder. Un luogo, normalmente non accessibile al pubblico, adiacente allo stabilimento produttivo, dove creativi, designer e ingegneri Ferrero progettano, realizzano e testano quotidianamente le sorprese. Questa possibilità è riservata a coloro che troveranno, all’interno della serie Kinder sorpresa Natoons, uno dei 50 kinderini dorati preparati per l’occasione.

Vino, “Guida Slow Wine 2025”: il 19 ottobre presentazione a Milano

Vino, “Guida Slow Wine 2025”: il 19 ottobre presentazione a MilanoMilano, 13 ott. (askanews) – Duecentoquarantacinque “Chiocciole”, 183 “Bottiglie”, 59 “Monete” e 177 locali del “Bere Slow”: questi i riconoscimenti assegnati dalla “Guida Slow Wine 2025 – Vite, vigne, vini d’Italia”, disponibile dal 23 ottobre in libreria e sullo store online di Slow Food Editore. La 15esima edizione del volume dedicato ai “vini buoni, puliti e giusti” raccoglie 25.700 referenze assaggiate di duemila cantina, di 1.185 Cantine che praticano agricoltura biologica o biodinamica (certificata o in conversione), oltre alla possibilità di vedere 277 video delle visite nelle aziende attraverso il QR Code. “Unico caso tra le pubblicazioni di settore”, questa guida è realizzata da 252 collaboratori che visitano tutte le Cantine recensite, tratteggiando così uno spaccato aggiornato e puntuale del panorama vitivinicolo italiano contemporaneo di qualità.


Da questa edizione, per essere recensiti in guida, Slow Wine ha introdotto un importante prerequisito: l’assenza del diserbo chimico, “una delle pratiche agronomiche più dannose per l’ecosistema-vigna, causa di un profondo impoverimento della biodiversità nel sottosuolo, nel sottofila e nell’interfila”. “Si tratta di una scelta in linea con quanto Slow Food sostiene da tempo rispetto al tema e con il Manifesto per il vino buono, pulito e giusto” ha spiegato il curatore della guida, Giancarlo Gariglio, sottolineando che “siamo profondamente convinti che il futuro debba andare verso un rapporto più armonico con la natura, trasformandoci da sfruttatori di risorse in custodi responsabili dell’ambiente in cui viviamo”. Altra novità significativa riguarda lo storico riconoscimento del “Vino Quotidiano”. “Negli ultimi tempi, nonostante l’aumento della soglia a 12 euro, intere Regioni non riuscivano più a esprimere nemmeno un vino che costasse quella cifra e fosse anche eccellente” ha rimarcato Gariglio, che non volendo alzare il limite per non snaturarne il senso, ha trovato “una soluzione più in linea con i tempi e utile per i nostri lettori: nella guida troverete 190 ‘Best Buy’, una selezione di ‘Top Wine’ che, nelle rispettive Denominazioni e tipologie, offrono un prezzo eccezionale”. La guida sarà presentata in anteprima nazionale sabato 19 ottobre al Superstudio Maxi di Milano, nel corso di una giornata dedicata alle Cantine premiate, ai giornalisti e ai collaboratori della guida, prenderà il via alle 10 con il convegno “Il mercato chiede vini di pronta beva ma il clima la pensa diversamente”. A seguire, dalle 14 alle 20, la grande degustazione aperta al pubblico con oltre 470 banchi di assaggio con oltre mille vini e la presenza diretta dei produttori.


“Noi esistiamo per (..) contribuire al cambiamento dell’agricoltura attraverso il racconto fatto sul campo e la creazione di momenti di confronto e scambio, come la Slow Wine Fair di Bologna, che fungano da incubatori di nuove idee e progetti concreti per migliorare la vita sul nostro pianeta” aggiunge Gariglio, spiegando che “per raggiungere questo obiettivo abbiamo ritenuto che fosse importante, in primis, proporre esempi virtuosi per stimolare quei produttori che ancora non erano convinti di adottare pratiche sostenibili, ma che avrebbero potuto farlo in futuro, avvicinandoli così ai valori di Slow Food. Questa scelta – aggiunge – in un contesto di crescente attenzione per l’ambiente, ha portato a risultati sorprendenti e se confrontiamo la prima edizione del 2011 con quella attuale, notiamo un balzo perfino sopra le nostre attese più rosee: ora siamo i primi in Europa per numero di ettari certificati biologici”.

”Vini d’Italia 2025″ del Gambero Rosso: ecco i 12 premi speciali

”Vini d’Italia 2025″ del Gambero Rosso: ecco i 12 premi specialiMilano, 13 ott. (askanews) – I 12 premi speciali dell’edizione 2025 della guida “Vini d’Italia 2025” del Gambero Rosso sono stati assegnati a “OP Pinot Nero M. Cl. Pas Dosé Poggio dei Duca 2019” di Calatroni (“Bollicina dell’anno”); “Alto Adige Sauvignon Gran Lafóa Ris. 2021” di Colterenzio (“Bianco dell’anno”); “RGC Valtènesi Chiaretto Antitesi 2023” di Avanzi (“Rosato dell’anno”); “Chianti Colli Fiorentini Molino degli Innocenti Ris. 2019di Torre a Cona (“Rosso dell’anno”); “Moscato Passito al Governo di Saracena 2015” di Feudo dei Sanseverino (“Vino da meditazione dell’anno”). L’attestato di “Miglior rapporto qualità-prezzo” è invece andato al “Lambrusco di Grasparossa di Castelvetro 7Bio” di Settecani: “Questo premio è dedicato a tutto il nostro staff, un gruppo di lavoro coeso che cura con scrupolo e dedizione tutti i passaggi, dalla vigna alla bottiglia” ha commentato la vicepresidente della storica Cantina che oggi riunisce 130 soci, Daniela Vaschieri, sottolineando che “è la dimostrazione che, in un grande vino di territorio, è possibile coniugare eccellenza e giusto prezzo, due valori che da sempre fanno parte della filosofia e dello spirito della nostra cooperativa”.


“Cantina dell’Anno” è stata nominata la Tenuta San Leonardo di Avio (Trento) della famiglia Guerrieri Gonzaga che, nella sua lunga storia “si è guadagnata una reputazione internazionale per la qualità dei suoi vini”. Ben 27 i “Tre Bicchieri” conquistati dal 1988 ad oggi, di cui 25 assegnati all’iconico “San Leonardo”. “Siamo profondamente onorati e grati di ricevere questo prestigioso riconoscimento” ha dichiarato Anselmo Guerrieri Gonzaga, parlando di “un’importante attestazione di stima per noi e tutta la nostra squadra, e un ulteriore incentivo a perseguire l’eccellenza, un viaggio iniziato ben 300 anni fa che continuiamo con passione ogni giorno”. Il riconoscimento per la “Cantina emergente” è stato attribuito all’azienda catanese Maugeri di Milo, mentre quello per la “Vitivinicoltura sostenibile” è andato a Resistenti Nicola Biasi. Il premio per la “Cooperativa dell’anno” è finito alla marchigiana Belisario e quello al “Viticoltore dell’anno” è stato assegnato a Mario Fontana di Castiglione Falletto (Cuneo). Infine il premio per il “Progetto solidale” è andato a Lis Neris per i “progetti di assistenza ai bambini, grazie ai quali sono state costruite 34 scuole”.


La guida 2025, presentata ufficialmente oggi al teatro Brancaccio di Roma, è frutto del lavoro di un team di quasi 70 esperti coordinati dai curatori Giuseppe Carrus, Gianni Fabrizio e Marco Sabellico. Nella nuova edizione, tradotta anche in inglese, tedesco, cinese e giapponese, rientrano nel complesso ben 24.772 referenze con 498 “Tre Bicchieri” assegnati (il massimo riconoscimento), e una nuova sezione dedicata ai “Vini Rari”, dedicata alle realtà vitivinicole più piccole e con una tiratura di bottiglie molto limitata. “Mai come in questo momento è urgente raccontare la bellezza condensata in un buon bicchiere di vino” commenta Lorenzo Ruggeri, direttore responsabile del Gambero Rosso, spiegando che “non parliamo solo di territorio, paesaggio e valore umano ma di un vero e proprio stile di vita: uno sguardo curioso sul mondo. Dopo aver assaggiato quasi 40mila campioni – aggiunge – siamo in grado di scattare una foto ad alta risoluzione del mondo del vino italiano che ha davanti grandi sfide, un universo di affascinante complessità, in perenne evoluzione”. Il Gambero Rosso ha annunciato anche il lancio di un corso dedicato al “Vino del futuro”, coordinato dal professore Attilio Scienza e articolato in quattro moduli a distanza per un totale di 150 ore di lezioni on demand, oltre a seminari in presenza, che “rappresenta un viaggio completo della filiera: dalle novità in vigna a quelle del mercato, modelli di business e nuovi linguaggi tra storytelling e mondo digitale”.

Vino, il 20 e 21 ottobre a Chiacago è in programma “Vinitaly.Usa”

Vino, il 20 e 21 ottobre a Chiacago è in programma “Vinitaly.Usa”Milano, 13 ott. (askanews) – Il 20 e 21 ottobre al Navy Pier di Chicago è in programma “Vinitaly.Usa”, il debutto fieristico oltreoceano di Veronafiere e Fiere Italiane. Dopo il numero zero dello scorso anno, questo appuntamento si presenta con un format b2b realizzato in collaborazione con ITA – Italian Trade Agency, e registra la presenza di tutti i principali organismi a vario titolo impegnati nella crescita del made in Italy: dal ministero degli Affari esteri a quello dell’Agricoltura, dall’Ambasciata italiana a Washington al Consolato generale di Chicago, da Assocamerestero ai vertici di organizzazioni di categoria come Unione italiana vini, Federvini, Confagricoltura, Coldiretti, Filiera Italia, oltre alle presenze istituzionali delle Regioni Veneto e Umbria e alle collettive regionali di Lazio, Sardegna, Campania, Calabria e Friuli Venezia Giulia.


Il palinsesto prevede oltre 30 eventi tra masterclass, tasting e focus di mercato. Obiettivo primario per la compagine italiana sarà il matching con una domanda americana composta da importatori (tra cui la National Association of Beverage Importers, Terlato Wine Group, Banville Wine Merchants, Winbow Imports, Opici Wines and Spirits, Winesellers Ltd), distributori, grande distribuzione e ristoratori. Di rilievo anche la partecipazione di opinion leader, influencer e stampa di settore. Domenica 20 (dalle 16 alle 18.30) è atteso il “wine business forum” promosso da ITA-Italian Trade Agency dal titolo “Fra tradizione e Innovazione: il futuro del vino italiano nel mercato USA”. Alle tre sessioni di lavoro è prevista la partecipazione dei principali buyer degli States, tra cui ristoratori, importatori e distributori anche della Gdo. A confrontarsi saranno in particolare Bill Terlato (Terlato Wine Group) e Lia Tolaini-Banville (Banville Wine Merchants) per gli approfondimenti sulle strategie e sulle sfide del mercato, mentre le nuove tendenze dei consumatori e gli ostacoli alla distribuzione saranno al centro degli interventi di Lee Schlesinger (Winesellers Ltd.), Maria Megna (Winebow Imports) e Stefano Francini (Opici Wines and Spirits), che condivideranno le loro riflessioni con Lamberto Frescobaldi (Unione italiana vini), Matteo Lunelli (Ferrari Trento) e Alessio Planeta (Planeta Vini).


Tra le numerose masterclass guidate, quelle di Decanter con Michaela Morris che firma la degustazione dei sei vini premiati ai World Wine Awards. Focus di prodotto anche con il walkaround tasting, in anteprima per l’estero, delle etichette insignite dei “Tre Bicchieri” del Gambero Rosso nella 38esima Guida Vini d’Italia 2025, e con due masterclass dedicate rispettivamente ai “Best of the best” e agli esordienti “First Time Tre Bicchieri”.

Cantina Cadgal: un vino per sostenere struttura sanitaria in Togo

Cantina Cadgal: un vino per sostenere struttura sanitaria in TogoMilano, 13 ott. (askanews) – L’azienda vitivinicola Cadgal (già Ca’d’Gal) presenta “Fabè Barbera d’Asti DOCG 2022”, etichetta protagonista del progetto solidale in memoria di Fabio “Fabè” Costantino, amico prematuramente scomparso di Alessandro Varagnolo, titolare dal 2023 del progetto enologico che riunisce le Tenute di Viladivilla di S. Stefano Belbo (Cuneo) e La Cova di Calamandrana (Asti).


L’iniziativa mira a sostenere la costruzione e il funzionamento del “Centro Medicale Fabio Costantino” nella città di Glei, in Togo. Il centro medico, nel tempo, è diventato un punto di riferimento per i circa centomila abitanti dei comuni e dei villaggi circostanti Glei, che altrimenti sarebbero costretti a intraprendere un viaggio di oltre tre ore per raggiungere l’ospedale più vicino. Una parte dei ricavi delle vendite di questa Barbera sarà infatti utilizzato per far fronte alle esigenze del personale sanitario, come l’acquisto di medicinali e di attrezzature, oltre al mantenimento del pozzo per l’acqua. “Fabio nel corso della sua vita si è sempre dedicato al volontariato, al fare del bene in modo concreto per gli altri” racconta Varagnolo, spiegando che “il suo esempio, unito alle mie esperienze missionarie in Africa e America Latina, mi ha spinto a riflettere sul tema della responsabilità sociale, anche dal punto di vista aziendale. Da qui la nascita del progetto che intende trasformare il suo ricordo in un’opera tangibile, dando continuità a una delle sue più grandi vocazioni”.


Il “Fabè Barbera d’Asti Docg” nasce nei vigneti di Calamandrana, a 250 metri sul livello del mare, esposti a Sud-Ovest e caratterizzati da un suolo composto da marne bianche e argille blu. Dopo la diraspatura e la pigiatura delle uve, il vino fermenta in autoclave di acciaio inox a temperatura controllata, tra i 24 e i 28 gradi, per un periodo di 8-12 giorni. Una volta imbottigliato, nell’estate successiva alla vendemmia, affina per ulteriori nove mesi. Ca’D’Gal nasce nel 1989 con la principale missione di ridefinire i confini identitari del Moscato d’Asti. Il vino simbolo è il “Moscato d’Asti Vite Vecchia” (anche noto come “Vigna Vecchia”), prodotto in quantità limitatissima, che affina per 60 mesi immerso nella sabbia. L’anno scorso Alessandro Varagnolo, unitamente alla neocostituita famiglia La Cova, acquisisce l’azienda da Alessandro Boido.

Vino, Vinarius: estirpo dei vigneti non è una soluzione efficace

Vino, Vinarius: estirpo dei vigneti non è una soluzione efficaceMilano, 12 ott. (askanews) – “L’estirpo dei vigneti non è una soluzione efficace. I vigneti rappresentano un patrimonio vitale per le comunità rurali e espianti indiscriminati potrebbero aggravare il rischio di abbandono delle zone interne del Paese, specialmente in aree collinari e montane dove i vigneti sono fondamentali per il mantenimento dell’economia locale e da dove provengono i vini di maggior qualità riconosciuti a livello mondiale”. Lo ha dichiarato Andrea Terraneo, presidente di Vinarius, l’associazione delle enoteche italiane, che ha scritto una lettera aperta al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, in vista della seconda riunione del Gruppo vitivinicolo di alto livello che si terrà il 14 ottobre.


“Un confronto riguardo ai potenziali piani di estirpi in alcune zone viticole del Paese, simile a quanto avvenuto in Francia, è un argomento da trattare con molta prudenza” ha aggiunto Terraneo, spiegando che “il rischio è quello di inseguire il mercato secondo le mode del momento e farsi ‘sorpassare’ dagli altri mercati”. “Invece di estirpare i vitigni, la soluzione per la flessione dei consumi dei vini rossi sarebbe, per esempio, quella di dealcolare, per proporre a mercati nuovi prodotti dealcolati da uve italiane” ha proseguito, rimarcando che “questo permetterebbe di preservare il vigneto esistente o di ridurre al minimo l’abbandono, permettendo così ai vignaioli di restare quali presidi e manutentori del territorio, mantenendo anche un ritorno sulla filiera turismo che insieme al vino e agroalimentare è uno dei pilastri del nostro Paese”. La dibattuta ipotesi di estirpare i vigneti in Europa nasce dalla necessità di far fronte alle numerose problematiche che interessano il comparto vitivinicolo, dai cambiamenti climatici alla sostenibilità economica, fino alla sovrapproduzione e alla riconversione in funzione della qualità.


Vinarius rappresenta oltre 120 associati in tutta Italia, il cui fatturato totale sfiora i 50 milioni di euro.