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Vino, Consorzio Etna: verso ottima vendemmia, atteso un +60%

Vino, Consorzio Etna: verso ottima vendemmia, atteso un +60%Milano, 10 set. (askanews) – “Si va verso un ottimo raccolto, vicino ai livelli del 2022 e quindi ben diverso dai volumi dello scorso anno che a causa della peronospora e ai successivi picchi di calore avevano accusato un -42,5%. Sull’Etna le vigne vecchie di montagna hanno dimostrato uno straordinario adattamento, attingendo in profondità alle riserve d’acqua; le piogge di fine agosto e inizio settembre hanno poi fatto il resto. La vendemmia parte quindi sotto i migliori auspici ed è probabilmente un unicum in Sicilia, fortemente provata dalla crisi idrica”. Così il presidente del Consorzio Etna Doc, Francesco Cambria, commenta, alla vigilia degli Etna Days (Picciolo Etna Resort a Castiglione di Sicilia, 12-14 settembre), le stime della prossima vendemmia, che coinvolgerà le 440 aziende della Denominazione, già iniziata per le uve base spumante e che entrerà nel vivo e partire dalla terza settimana di settembre, con circa una settimana di anticipo.


Secondo il Consorzio le ultime piogge dopo il grande caldo e secco estivo hanno rallentato la maturazione dando origine a un arricchimento fenolico ma anche della componente aromatica. Una maturazione più lenta e graduale risultata determinante sia per la crescita quantitativa che qualitativa. Il Consorzio stima un raccolto previsto attorno agli 80mila di quintali, circa il 35-40% di uve a bacca bianca e il rimanente a bacca rossa, e un potenziale rivendicabile a oltre 55mila ettolitri. Sul piano volumico il raccolto si prevede in crescita di circa il 60% rispetto al 2023. Alla terza edizione degli Etna Days sono protagoniste cento Cantine in tre giorni di degustazioni, visite in cantina, incontri con i produttori, approfondimenti e walk around tasting. Appuntamenti riservati alla stampa specializzata nazionale e internazionale (13 solo dagli Stati Uniti) per scoprire i vini prodotti alle pendici del vulcano attivo più alto d’Europa.


Prima Denominazione ad essere istituita in Sicilia nel 1968 e tra le pioniere in Italia, l’Etna Doc si estende su un vigneto di 1.500 ettari racchiusi in 20 Comuni e 133 Contrade. Oggi l’omonimo consorzio di tutela, che rappresenta il 90% del potenziale produttivo complessivo, riunisce 220 aziende per una produzione media annua di 6 mln di bottiglie, di cui il 60% viene esportata, in particolare negli Stati Uniti, in Canada, Svizzera e Regno Unito. Il 60% del vigneto è biologico.

Vino, Uiv: nuova Pac pensi a competitività anziché ad abbandono vigna

Vino, Uiv: nuova Pac pensi a competitività anziché ad abbandono vignaMilano, 10 set. (askanews) – “Dobbiamo garantire strumenti e risorse a chi vuole restare sul mercato, non a chi lo vuole abbandonare”. Così il presidente di Unione italiana vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi, commenta l’avvio dei lavori del Gruppo di alto livello della Commissione Europea che si incontrerà per la prima volta domani per discutere e finalizzare le raccomandazioni all’esecutivo europeo sulle politiche vitivinicole in vista della nuova Politica Agricola Comune (Pac).


“Il Gruppo di alto livello sul futuro dell’Ocm vino rappresenta per il settore un’occasione importante per rimettere al centro la competitività” prosegue Frescobaldi, aggiungendo che “questo significa ragionare in un’ottica propositiva e non solo sul contenimento dell’offerta. Per fare questo – evidenzia – è necessario mettere a tema gli strumenti che consentiranno al comparto di cambiare, innovare e adattarsi ai nuovi paradigmi di consumo e al cambiamento climatico, a partire dal consolidamento della promozione e dall’armonizzazione della normativa in ambito di sostenibilità”. “Da tempo Unione italiana vini insiste sulla necessità di non distrarre fondi strategici per il settore per finanziare l’abbandono alla vigna” rimarca il presidente, ricordando che “è una preoccupazione che condividiamo con il Ceev e che abbiamo più volte espresso anche al ministero dell’Agricoltura. L’abbiamo già detto e lo ripetiamo – conclude – la priorità della nuova Ocm deve essere la competitività e non l’abbandono al settore”.

Vendemmia a Riparbella: eccellente e con quantità superiori al 2023

Vendemmia a Riparbella: eccellente e con quantità superiori al 2023Milano, 10 set. (askanews) – “Quantità superiore allo scorso anno e qualità eccellente”. Ha ottime prerogative la “prima” vendemmia delle otto Cantine riunite nell’Associazione Vignaioli Colline di Riparbella (Pisa). Da una survey sulla vendemmia svolta dall’associazione tra i propri soci, emerge come il 75% delle aziende si attenda una raccolta maggiore per quantità rispetto al 2023, e il 25% come lo scorso anno. In termini di qualità, il 50% la valuta eccellente e il 37,5% buona.


Per quanto riguarda i tempi di raccolta, c’è chi ha iniziato dopo Ferragosto con i bianchi per le basi spumante ma in generale la vendemmia inizierà attorno alla metà di settembre con tempi in linea con l’andamento degli ultimi anni (50%). La vendemmia delle otto aziende mobiliterà circa 200 lavoratori tra fissi e stagionali, rappresentando il 13,5% dell’intera popolazione comunale che si attesta su circa 1.500 abitanti. Quella che si appresta ad entrare in cantina sarà “un’ottima annata con una giusta maturazione che ha favorito le uve bianche”.


L’associazione sottolinea che tra i vignaioli di Riparbella c’è una grande voglia di crescere e per questo vedono interessante la partecipazione a iniziative non soltanto locali, in Toscana, ma anche ad eventi in consessi nazionali come Vinitaly o Merano ed anche internazionali tra cui Londra o Parigi.

Vino, Manetti riconfermato alla guida del Consorzio Chianti Classico

Vino, Manetti riconfermato alla guida del Consorzio Chianti ClassicoMilano, 9 set. (askanews) – Giovanni Manetti è stato rieletto per la terza volta alla guida del Consorzio Vino Chianti Classico che quest’anno ha festeggiato il suo Centenario. La nomina è avvenuta oggi da parte del neo eletto Cda che ha deciso all’unanimità di affidare nuovamente al proprietario della Cantina Fontodi di Greve in Chianti (Firenze), il delicato compito di condurre l’ente consortile e dare così continuità ad una visione strategica che, negli ultimi anni, ha portato la Denominazione Chianti Classico a crescere in notorietà, prestigio e valore.


Classe 1963, chiantigiano Doc, Cavaliere del Lavoro dal 2021, Manetti è membro del Cda del Consorzio dal 1992, vicepresidente dal 2012 e presidente dal 2018. Negli anni, il suo approccio strategico basato sull’ulteriore valorizzazione della Denominazione del Gallo Nero, attraverso una continua ricerca della qualità del prodotto, fatta di autenticità e territorialità, ha raccolto il pieno consenso di tutte le componenti, viticoltori, vinificatori e imbottigliatori. “Sono stato chiamato a rinnovare la disponibilità a guidare questo prestigioso Consorzio e sono molto contento della fiducia che tutta la compagine sociale nuovamente mi accorda” ha commentato il presidente, aggiungendo “molte sono le sfide che ci attendono nei prossimi anni, per cui mi auguro di poter continuare con successo la strada intrapresa, contribuendo al consolidamento e alla valorizzazione ulteriore di una delle eccellenze del mondo vitivinicolo italiano e internazionale”. Ringraziando i consiglieri e i viticoltori chiantigiani, Manetti, ha espresso la sua riconoscenza a chi “continua a credere nella ‘casa comune’, che è il nostro Consorzio: la coesione è infatti, come più volte ho sottolineato, uno dei punti di forza della nostra Denominazione: uniti si vince”. Alla guida del Consorzio, sono stati riconfermati anche i due vicepresidenti: Francesco Colpizzi e Sergio Zingarelli. Il Cda eletto il 27 giugno è composto da Laura Bianchi (Castello di Monsanto), Luigi Giovanni Cappellini (Castello di Verrazzano), Sebastiano Capponi (Conti Capponi – Villa Calcinaia), Alessandra Casini Bindi Sergardi (Bindi Sergardi), Andrea Cecchi (Cecchi), Francesco Colpizzi (Fattoria Toscanella), Duccio Corsini (Principe Corsini – Villa Le Corti), Renzo Cotarella (Antinori), Simone François (Castello di Querceto), Angela Fronti (Istine), Giovanni Manetti (Fontodi), Tommaso Marrocchesi Marzi (Tenuta di Bibbiano), Alessandro Marzotto (Lamole di Lamole), Nicolò Mascheroni Stianti (Castello di Volpaia), Filippo Mazzei (Marchesi Mazzei), Giovanni Poggiali (Fèlsina), Enrico Pozzesi (Rodano), Francesco Ricasoli (Ricasoli), Francesco Rossi Ferrini (La Sala del Torriano), Sandro Sartor (Ruffino), e Sergio Zingarelli (Rocca delle Macìe).

Vino, il Super Tuscan “Caiarossa 2021” ancora su La Place de Bordeaux

Vino, il Super Tuscan “Caiarossa 2021” ancora su La Place de BordeauxMilano, 9 set. (askanews) – La Cantina toscana Caiarossa di proprietà della famiglia olandese Albada Jelgersma per l’ottavo anno porterà il suo vino su La Place de Bordeaux, la più antica rete di distribuzione di fine wines che mette insieme Chateaux, négociant e wine merchant di tutto il mondo. Il 10 settembre la nuova annata, il “Caiarossa 2021”, sarà presentata al ristorante “La belle Saison” della città francese, alla presenza di Alexander Van Beek e Jerome Poisson, rispettivamente direttore generale e regisseur di chateau Giscours e Caiarossa.


“Uno sbocco naturale, che testimonia il legame tra Caiarossa e Bordeaux” ha detto Van Beek, sottolineando che “Caiarossa è un’azienda giovane che ha saputo pazientemente crescere e affermarsi, e il vino che porta il suo stesso nome è armonioso e preciso, esprime tutta la personalità di questa tenuta unica. Caiarossa colpisce per la sua forza naturale, la sua chiarezza e la sua atmosfera, lontana da lussi artificiali” ha aggiunto, parlando di “una nuova generazione di Super Tuscan, espressione perfetta di Riparbella e della Costa Toscana”. “Caiarossa 2021”, la più emblematica referenza dell’azienda di Riparbella (Pisa) è un blend di Cabernet Franc e Syrah con Cabernet Sauvignon, Merlot, Sangiovese, Grenache e Petit Verdot, invecchiato in barrique per almeno 14 mesi, che ha già raccolto punteggi entusiastici dalla critica enologica internazionale: 96 per James Suckling, 95 per Wine Spectator (che ha parlato di “power and grace”), 95 per Decanter, 95+ per The Drinks Business (che l’ha definito “the strongest Caiarossa yet tasted”).

Vino, Consorzio: esportato il 92% delle 14 mln bottiglie di Gavi Docg

Vino, Consorzio: esportato il 92% delle 14 mln bottiglie di Gavi DocgMilano, 9 set. (askanews) – Delle oltre 14 milioni di bottiglie di Gavi Docg prodotte, il 92% ha attraversato i confini nazionali per raggiungere le tavole di Inghilterra 62%, Stati Uniti 13%, Germania 6%, Russia 4% e poi Giappone, Irlanda, Malta, Olanda, Canada, Emirati Arabi, fino a toccare oltre 100 nazioni nel mondo. La Gdo (52%) e l’Horeca (48%) sono i canali di vendita che assorbono l’intera produzione. Oltre un milione di bottiglie (l’8% del totale) sono state vendute in Italia: l’88% al Nord (42% in Piemonte e 46% altre regioni) e il rimanente 12% diviso tra Centro e Sud. Lo ha reso noto il Consorzio Tutela del Gavi a pochi giorni dalla vendemmia che quest’anno ha rispettato i tempi tradizionali della raccolta del Cortese.


“Sono dati incoraggianti per la Denominazione e per tutta la filiera, che ha un valore di oltre 70 milioni di euro. Ora è fondamentale investire nella crescita del valore del Gavi, puntando su canali più specifici, nel mondo e in Italia” afferma il presidente del Consorzio, Maurizio Montobbio, spiegando che “è essenziale mettere l’identità del Gavi Docg al centro delle nostre strategie di promozione, lavorando sui mercati che così bene ci hanno accolto, continuando a valorizzare il territorio che esprime un potenziale davvero unico al mondo”. “Questo vino è, infatti, prodotto esclusivamente con uve 100% Cortese, un vitigno dalle radici millenarie nel Piemonte sudorientale, l’unica area in Italia dove viene coltivato in purezza. Il Cortese ha dimostrato una straordinaria resilienza e notevole capacità di adattamento al cambiamento climatico” prosegue Montobbio, ricordando che “cinquant’anni fa, i produttori decisero di puntare sul Cortese, e oggi quella scelta si rivela vincente. Grazie al terroir unico e alla viticoltura di alta qualità, il Gavi Docg è diventato un vino estremamente riconoscibile e rappresentativo. E possiamo ancora crescere”.


“Il consumatore internazionale apprezza il Gavi Docg divenuto nel corso degli anni un vino bianco classico sia a livello piemontese che nazionale” commenta Sara Repetto, Wine Ambassador del Consorzio, rimarcando che “il suo successo è dovuto alle caratteristiche intrinseche dello stesso, quali freschezza e mineralità, in particolar modo nella versione di annata. Si presta bene ad essere degustato come aperitivo e nell’accompagnare la cucina etnica: una riconoscibilità premiata, soprattutto in UK, sia nel canale Horeca che nel canale Gdo”.

Migliaccio (Sisa): merenda sana abitudine alimentare per affrontare rientro

Migliaccio (Sisa): merenda sana abitudine alimentare per affrontare rientroMilano, 9 set. (askanews) – Settembre per la maggior parte degli italiani significa ritorno alla routine quotidiana. E con essa quello che gli inglesi chiamano “back-to-work blues”, una naturale difficoltà di adattamento che colpisce, secondo l’Istat, oltre il 35% della popolazione adulta: in particolare la fascia di età tra i 25 e i 45 anni e coloro che svolgono attività lavorative ad alto contenuto intellettuale1.


Per combattere questo stress da rientro occorre riadattarsi gradualmente regolarizzando il ritmo sonno-veglia, tornando a svolgere attività fisica e ristabilendo corrette abitudini alimentari, come la merenda. Silvia Migliaccio, presidente della Società italiana di scienze dell’alimentazione (Sisa), in collaborazione con Unione italiana food, ha suggerito anche 10 tipologie di merende, ideali in questo momento di transizione. “È utile, come prima regola, rientrare dalle vacanze un paio di giorni prima della ripresa lavorativa, permettendo al corpo di riadattarsi alla quotidianità – afferma Migliaccio – È importante ristabilire sane abitudini alimentari con 5 pasti di cui due merende, che permettono di rilassare la mente ritagliando quel momento di coccola che permetterà di riprendere le attività sospese con maggiore energia. Regolarizzare il ritmo sonno-veglia, andando a letto e svegliandosi a orari costanti, è fondamentale. Infine, riprendere l’attività fisica, meglio se all’aria aperta, aiuta a ridurre l’ansia da ripresa, lo stress da rientro e migliora la qualità del sonno”.


Tra le 10 proposte di merende consigliate dalla professoressa Migliaccio, che aiutano a limitare lo stress da back to work, troviamo spuntini sia dolci che salati. Si va da un frutto fresco di stagione con 3-4 noci a un mini-panino con prosciutto e formaggio, da una merendina a un piccolo gelato. E poi ancora una macedonia di frutta fresca con mandorle o una fetta di dolce come ciambellone o crostata. Valide alternative sono anche uno yogurt intero con frutta e biscotti integrali, un mini-panino integrale con ricotta o un frullato di frutta fresca con latte di avena. “Concedersi del tempo per gustare uno spuntino gradevole – spiega Migliaccio – è un modo per gratificarsi e per prendersi una breve pausa dagli impegni quotidiani. Allo stesso tempo ristabilire gli orari dei pasti, compresi quelli della merenda, può rappresentare un punto di partenza per ricominciare a cadenzare le giornate lavorative. Infine, cercare di variare il più possibile la propria alimentazione, anche a merenda, con alimenti buoni e nutrizionalmente corretti permette di migliorare l’umore, di affrontare gli impegni con meno ansia e meno stress migliorando le prestazioni lavorative”.

Vino, mercato fiacco nel I semestre ma con segnali di ripresa all’estero

Vino, mercato fiacco nel I semestre ma con segnali di ripresa all’esteroMilano, 9 set. (askanews) – Emergono situazioni in chiaro-scuro con trend differenti da mercato a mercato dall’ultimo Report Wine Monitor di Nomisma, soprattutto per quanto riguarda le vendite in Italia. Relativamente ai primi sei mesi dell’anno, l’analisi, realizzata da Nomisma in collaborazione con NIQ-NielsenIQ, evidenzia per le vendite nel canale retail italiano un calo a volume di quasi il 3% rispetto allo stesso periodo 2023, a fronte di una crescita di poco meno dell’1% a valore. Nel complesso di evince una riduzione nelle quantità vendute comune a tutti i format distributivi, ma non alle diverse categorie. Nello specifico, per i vini fermi e frizzanti il calo nei volumi risulta maggiore nell’e-commerce mentre è meno accentuato nel segmento discount. Al contrario, per gli spumanti la variazione è di segno positivo in tutti i comparti (più elevata nel discount) salvo che nel segmento Cash&Carry.


“Questi numeri evidenziano una volta di più come il fattore che sta influenzando maggiormente le vendite del vino in Italia sia rappresentato dal perdurare dell’incertezza economica che si riflette nella capacità di spesa dei consumatori” dichiara Denis Pantini, responsabile Agrifood e Wine Monitor di Nomisma, parlando di “un’incertezza che ha interessato anche i consumi fuori-casa, in particolare quelli al ristorante”. A tale proposito, basti pensare che dopo una crescita dei consumi alimentari (food&beverage) nel canale Horeca pari a +7% nel primo trimestre di quest’anno (rispetto allo stesso periodo del 2023), il secondo trimestre ha visto invece un rallentamento, portando la variazione a +4,5%. Su questa dinamica ha inciso indubbiamente anche il minor afflusso di turisti, con la crescita degli arrivi dall’estero che non sono riusciti a compensare del tutto il calo dei turisti italiani. Sui mercati esteri, invece, si scorge qualche segnale di ripresa. Se è vero che al giro di boa del primo semestre 2024 le importazioni cumulate di vino nei principali 12 mercati globali, rappresentativi di oltre il 60% degli acquisti mondiali di vino in valore, si mantengono ancora in territorio negativo (-4%), va segnalato un miglioramento rispetto al cumulato del primo trimestre (quando il calo risultava pari al -9%). Per altro le importazioni di vino dall’Italia registrano performance migliori rispetto al trend generale: in particolare, rispetto allo stesso semestre del 2023 gli acquisti di vini italiani a valore risultano positivi negli Stati Uniti (+5,7%), nel Regno Unito (+4,7%), in Canada (+1,3%) e in Brasile mentre soffrono in Germania (-9%) e nei Paesi asiatici (Giappone, Cina e Corea del Sud).


In merito alle singole categorie, per i vini fermi e frizzanti italiani si evince un “miglioramento” rispetto al primo trimestre di quest’anno. Il calo degli acquisti nei top mercati mondiali si riduce di intensità, arrivando ad un -2% a valore, con performance in controtendenza (e quindi positive) negli Stati Uniti, UK, Canada e Brasile. Rispetto al primo semestre 2023, le importazioni di spumanti italiani mostrano un +4,5% a valori, con performance in crescita negli Stati Uniti, UK, Francia, Canada, Australia e Brasile. Al contrario, continuano le riduzioni degli acquisti di spumanti italiani in Germania, Svizzera e Giappone. Tra i nostri principali vini a Denominazione, continua la crescita dell’export di Prosecco (+12% a valore nel cumulato dei primi cinque mesi di quest’anno) e recuperano i rossi Dop della Toscana (+6%) dopo il calo dell’anno scorso, mentre soffrono ancora quelli piemontesi (-2%). Infine, il report di Nomisma propone anche uno sguardo ai competitor. Il grande malato, in questo momento storico, sembra essere il vino francese che più di altri soffre gli effetti di questa congiuntura economica negativa a livello mondiale: -10% il valore dell’export dalla Francia nel primo semestre 2024, con una flessione che tocca il -17% nel caso dello Champagne e il -16% i rossi di Bordeaux, ma non risparmia neppure quelli della Borgogna (-7%). In negativo anche l’export della Nuova Zelanda (-3%), mentre viaggiano in territorio positivo Spagna, Cile e Stati Uniti. In forte crescita l’Australia (+28%), in recupero dopo il crollo nell’export di vino dell’anno scorso. “Il recupero messo a segno dai vini australiani – conclude Pantini – si spiega interamente con la fine dei super-dazi che il governo di Pechino ha revocato da marzo di quest’anno: al netto del ritorno sul mercato cinese, l’export dell’Australia nel resto del mondo registra, infatti, un ulteriore calo cumulato dell’11% nel primo semestre 2024”.

Pronta la “Guida essenziale ai vini d’Italia 2025” di DoctorWine

Pronta la “Guida essenziale ai vini d’Italia 2025” di DoctorWineMilano, 9 set. (askanews) – “Si discute tanto dell’attualità delle guide dei vini che a molti sembrano anacronistiche, eppure la nostra ‘Guida Essenziale’ continua a riscuotere tanto successo, addirittura di anno in anno crescente. Credo le venga riconosciuto il ruolo di un’onesta, disinteressata e qualificata inchiesta annuale sullo stato del vino italiano. Questo a mio avviso è il suo senso più autentico e anche il suo ruolo, che è d’informazione e di servizio ancor più che di giudizio sui vini presi in considerazione e valutati”. Lo ha affermato Daniele Cernilli che si appresta a pubblicare la “Guida essenziale ai vini d’Italia 2025” di DoctorWine, undicesima edizione con 1.300 aziende selezionate, per un totale di 3.254 vini recensiti sugli oltre 20mila degustati da Cernilli e dai suoi collaboratori durante l’anno.


Il volume, che rispetto all’edizione 2024 registra un 10% circa di “ricambio” di aziende, riporta inoltre 510 vini che si contraddistinguono per l’ottimo rapporto qualità-prezzo (sotto i 15 euro), 59 vini che si sono aggiudicati il doppio o triplo sigillo con il volto di Cernilli a certificarne l’eccellenza, e ancora una selezione dei migliori vini da singolo vitigno e 17 Premi Speciali tra cui, per la prima volta, il premio “Etichetta più bella 2025”. La presentazione del volume si terrà sia a Milano che a Roma, e tutti i partecipanti riceveranno una copia della Guida 2025 e un calice serigrafato DoctorWine, con il quale accedere liberamente al grande banco di degustazione con le migliori etichette dei protagonisti della produzione vinicola italiana. Nel capoluogo lombardo l’appuntamento è fissato per sabato 28 e domenica 29 settembre all’Hotel Principe di Savoia dalle 14.30 alle 19.30, mentre nella Capitale domenica 6 ottobre allo Spazio Novecento, dalle 14 alle 19 per gli operatori e dalle 15 alle 19 per il pubblico. All’edizione milanese sarà inoltre possibile partecipare ad alcune masterclass.


“Ci dicono che nel tempo Guida Essenziale è diventata uno strumento sempre più atteso non solo da chi è semplicemente appassionato e cerca una bussola, dei suggerimenti di fiducia per orientare le proprie scelte, ma anche da chi per lavoro deve tenersi aggiornato su nuove annate, nuovi prodotti, nuovi trend ma non ha il tempo di assaggiare con estensione e continuità” ha spiegato Cernilli, sottolineando che “l’enorme successo di pubblico che ogni anno anima le nostre presentazioni ufficiali con i loro banchi d’assaggio credo ne sia la miglior testimonianza ed è per noi una soddisfazione enorme che vogliamo interpretare anche come segno di positività e ottimismo per il vino italiano”.

Vino, francobollo delle Poste francesi per il centenario dell’Oiv

Vino, francobollo delle Poste francesi per il centenario dell’OivMilano, 8 set. (askanews) – La Poste, le Poste francesi, hanno presentato il francobollo da collezione ideato per celebrare il centenario dell’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (Oiv) e il suo 45esimo congresso mondiale che si terrà dal 14 al 18 ottobre a Digione.


Questo speciale francobollo raffigura l’Hotel Bouchu d’Esterno, la nuova sede dell’Oiv che si trova proprio a Digione. E’ stato disegnato da Bruno Ghiringhelli, inciso da Claude Jumelet e tirato in 600mila pezzi e sarà disponibile dal 14 ottobre.