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Vino, “Guida bio 2025”: appuntamento a Salerno il 18 e 19 gennaio 2025

Vino, “Guida bio 2025”: appuntamento a Salerno il 18 e 19 gennaio 2025Milano, 7 dic. (askanews) – La Stazione Marittima di Salerno, gioiello architettonico firmato da Zaha Hadid, si prepara ad ospitare la presentazione della sesta edizione di “Guida Bio”, l’unica interamente dedicata ai vini provenienti da agricoltura biologica certificata e in conversione.


L’appuntamento è per sabato 18 e domenica 19 gennaio 2025. Dalle 16 alle 23 di sabato i visitatori potranno degustare i vini premiati dalla guida e incontrare direttamente i produttori, mentre domenica alle 11 si terrà la presentazione ufficiale della Guida e la cerimonia di premiazione delle “Foglie d’Oro”, il riconoscimento assegnato ai vini che si sono distinti per qualità, tipicità ed eleganza. Dalle 16 si riapriranno i banchi d’assaggio per continuare con le degustazioni. Curata da Antonio Stanzione ed edita da Rubbettino, “Guida Bio 2025” ha recensito oltre 2.500 etichette e “porta alla scoperta di territori eterogenei e di storie appassionanti, raccontando le sfide e le soddisfazioni di un’agricoltura sempre più attenta alla tutela dell’ambiente e alla qualità del prodotto finale”.


“L’evento a Salerno – ha dichiarato Stanzione – si preannuncia come un momento importante per riconoscere e promuovere il lavoro straordinario dei produttori di vino biologico in Italia, una testimonianza del loro impegno per la sostenibilità, la qualità e la promozione del territorio a tutela del patrimonio per le generazioni future”.

Prima della Scala: chef stellato Andrea Aprea firma il menù per 500 ospiti

Prima della Scala: chef stellato Andrea Aprea firma il menù per 500 ospitiMilano, 7 dic. (askanews) – Il 7 dicembre l’inaugurazione della Stagione d’opera 2024/2025 del Teatro alla Scala, che vedrà in scena l’opera di Giuseppe Verdi La forza del destino, sarà seguita come da tradizione da una cena di gala che si terrà anche quest’anno alla Società del Giardino. Gli oltre 500 ospiti saranno accolti dall’organizzazione di Caffè Scala guidata da Salvatore Quartulli: sette maître, sessanta camerieri, trenta sommeliers e dieci addetti alla movimentazione per servire il menu firmato dallo chef a due stelle Michelin, Andrea Aprea.


L’allestimento delle decorazioni della cena è stato affidato agli studenti del Triennio in Scenografia di Naba, Nuova accademia di belle arti coordinati da Desiree Demolli. Margherita Palli, Set Design Advisor dell’Accademia, ha seguito gli studenti nell’elaborazione dell’allestimento per la cena di gala ma anche per il disegno della decorazione floreale del palco centrale. “Il progetto degli studenti di Naba – spiega Palli – si ispira a Il Parnaso di Andrea Appiani, protagonista indiscusso della scuola neoclassica italiana, per la scelta cromatica dei fiori, e al cambio di stagione, con candelabri e decorazioni argento”. Per l’organizzazione della cena Caffè Scala si ispira a principi di sostenibilità e inclusione con il coinvolgimento anche quest’anno di giovani all’inizio del loro percorso professionale ma anche dei ragazzi della Locanda alla Mano di Milano, un progetto sociale di integrazione per giovani con sindrome di Down e di risorse diversamente abili attraverso l’inserimento lavorativo e lo sviluppo professionale. Il progetto è promosso e realizzato da Contè Società cooperativa sociale onlus, con il contributo di Repower, la collaborazione di Agdp (associazione genitori ragazzi con sindrome di Down) e il patrocinio del Comune di Milano. La sostenibilità infine si concretizza nell’utilizzo di prodotti a chilometro zero, alimenti non geneticamente modificati e in pratiche di riuso e collaborazione con enti istituzionali che possono donare il cibo a chi ne ha bisogno.


Il menù della cena di gala prevede quattro proposte di finger food al passaggio – Baccalà mantecato con morbido di patata, pomodoro giallo, lardo e pane croccante, zuppa di pane con spalla di San Secondo, e Focaccia ai semi di finocchio e pancetta piacentina – accompagneranno gli ospiti nel vivo del menù, che si apre con un risotto mantecato al Grana Padano Riserva, funghi e sottobosco, evocando i profumi della terra di Verdi. A seguire lesso di vitello glassato al pepe nero accompagnato da mostarda di Cremona e cavoletti, un tocco contemporaneo a un classico amato dal compositore. Per concludere, il dessert rende omaggio alla tradizione natalizia meneghina: il Panettone 2.0, dolce icona di Milano. La cena di gala vede anche il contributo di alcuni partner storici del Teatro come Bellavista, Caffè Borbone, Elisenda, il marchio della pasticceria di Esselunga e Valextra. In parallelo alla cena alla Società del Giardino, verrà servita la cena per la festa di tutte le maestranze del Teatro nel retro-palcoscenico, un buffet per 500 persone allestito in brevissimo tempo durante gli applausi, cucinato su misura dall’ executive chef di Caffè Scala Palmer Bischetti e dal suo staff.

Il Franciacorta di Rizzini è un grande Chardonnay millesimato vintage

Il Franciacorta di Rizzini è un grande Chardonnay millesimato vintageMilano, 7 dic. (askanews) – Il tesoro di Guido Rizzini nasce in appena 2,2 ettari coltivati esclusivamente a Chardonnay, un unico vigneto su due livelli a Monticelli Brusati, al confine Nord della Franciacorta (Brescia), dove il suolo, inusualmente argilloso, è conosciuto per dar vita a vini di struttura e di una certa potenza. A mettere a dimora queste piante (allora c’era anche il Pinot Bianco) sopra la piccola Cantina era stato quarant’anni fa, il padre di Guido, Beniamino.


Qui, a partire dal 1992 e soprattutto dal 1999 dopo la scomparsa del papà, questo 48enne vignaiolo indipendente lavora con grande passione, assoluta perizia e tangibile scrupolo per realizzare un Metodo Classico millesimato vintage che sia lo specchio della poliedrica risposta che questo vitigno internazionale a bacca bianca riesce a regalare a seconda dell’annata. E grazie ad uno stile rigoroso, preciso e pulito, i risultati sono davvero eccellenti, tanto che negli anni Rizzini Franciacorta è diventato un punto di riferimento per gli appassionati di bollicine. Fatto che non ha cambiato questo vignaiolo tanto timido quanto tenace e scrupolosissimo che non vuole scendere a compromessi e continua a lavorare esclusivamente le proprie uve figlie di rese volutamente assai basse e poi ulteriormente selezionate tanto da non arrivare a finire in bottiglia se non convincono appieno. Per Rizzini e il suo enologo Andrea Rudelli (subentrato da una quindicina di anni ad Alberto Musatti) non esistono standard, il destino di ogni vino viene deciso annata per annata prima della sboccatura, in base alle sue caratteristiche e al suo potenziale evolutivo.


Una scelta coraggiosa che implica produrre un totale di bottiglie che annualmente si aggira intorno alle 15mila, ma corretta perché, alzando anno dopo anno l’asticella della qualità, diviene anche l’arma per distinguersi nel sempre più affollato mercato dei Franciacorta. Ecco allora che il Brut affina in acciaio un minimo di 60 mesi sui lievi, e tempi ancora più lunghi sono previsti per il Dosaggio Zero, l’Extra Brut e la Riserva, quest’ultima prodotta solo nelle “annate eccezionali” e che, come l’Extra Brut, fa un passaggio in barrique. Il mantra di Rizzini è “il vino deve uscire nel suo momento ottimale”: qualcuno può dargli torto?

”Wine Tourism Hub”: risorse umane punto debole enoturismo italiano

”Wine Tourism Hub”: risorse umane punto debole enoturismo italianoMilano, 7 dic. (askanews) – “La mancanza di risorse umane qualificate non è solo un problema organizzativo ma una vera minaccia per il futuro di un settore strategico per la sostenibilità economica del nostro comparto vitivinicolo”. Così, Lavinia Furlani, presidente di Wine Meridian e co-fondatrice di Wine Tourism Hub, ha commentato i risultati dell’indagine nazionale sul settore enoturistico italiano condotta da WTH e presentata nei giorni scorsi a BTO 2024 a Firenze.


Lo studio, che ha coinvolto centinaia di professionisti del comparto, ha messo in luce ostacoli cruciali e sfide strategiche che rallentano lo sviluppo dell’enoturismo nel nostro Paese. Risorse umane, infrastrutture e digitalizzazione emergono come i temi centrali di una panoramica che invita a una riflessione approfondita. Il dato più allarmante riguarda il fatto che il 43% delle aziende intervistate identifica nella carenza di competenze specifiche e risorse umane adeguate il principale freno all’enoturismo nel nostro Paese. Tra le difficoltà più comuni evidenziate ci sono il reclutare personale qualificato (54% delle aziende), e motivare e trattenere collaboratori (35%), spesso scoraggiati da contratti stagionali e limitate prospettive di carriera. Il 36% degli intervistati lamenta inoltre infrastrutture inadeguate, mentre il 32% segnala una difficile collaborazione tra enti locali e operatori turistici. L’assenza di spazi attrezzati per eventi e servizi igienici adeguati complica ulteriormente l’accoglienza. “Non è necessario aspettare strutture perfette – sottolinea Furlani – ma partire da ciò che si ha, con una comunicazione mirata e una valorizzazione autentica del territorio”.


L’indagine ha anche rivelato che offrire prodotti alimentari durante le attività enoturistiche è considerato molto importante dalla maggior parte degli operatori ma resta un ambito critico. Le difficoltà principali includono: le normative igienico-sanitarie complesse (36%), spazi e logistica inadeguati (23%), e costi elevati per approvvigionamento e gestione degli sprechi (13%). Per quanto riguarda l’importanza crescente degli strumenti digitali, il 46% delle aziende dichiara di essere sotto la sufficienza quando si parla di digitalizzazione. Per quanto riguarda l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, le principali barriere includono la mancanza di risorse finanziarie (20%) e di priorità aziendale (37%). Tuttavia, l’uso di strumenti come “bot” per prenotazioni e assistenti virtuali per personalizzare le visite, sono riconosciuti come un’opportunità concreta per migliorare l’esperienza dei visitatori.

Vino, il 7 dicembre anteprima ragionata dell’annata 2021 del Barolo

Vino, il 7 dicembre anteprima ragionata dell’annata 2021 del BaroloMilano, 6 dic. (askanews) – Sabato 7 dicembre alle 15 all’Enoteca Regionale del Barolo a Barolo (Cuneo) è in programma “L’annata che verrà. Cosa aspettarsi dal Barolo 2021 ?”, un pomeriggio per scoprire in anteprima cosa riserverà il Barolo 2021, prima del suo debutto ufficiale sui mercati previsto per il 1 gennaio 2025. L’appuntamento, organizzato dall’Enoteca Regionale del Barolo, è a cura di Michele Longo che traccerà il probabile profilo del millesimo 2021 con l’intervento tecnico di Luca Rostagno, mentre in collegamento da Shangai, interverrà Ian D’Agata che analizzerà l’annata 2021 nel contesto del mercato internazionale e delle aspettative dei consumatori più esigenti.


“L’evento, a numero chiuso e su prenotazione gratuita, sarà un’occasione imperdibile per conoscere il profilo di un’annata che, pur ancora complessa da interpretare, si preannuncia molto interessante” ha affermato la direttrice dell’Enoteca Regionale del Barolo, Cristiana Grimaldi, ricordando che “non sarà possibile assaggiarlo durante l’evento e dunque i partecipanti potranno accedere ad un’analisi esclusiva basata su dati tecnici, testimonianze dirette e prospettive degli esperti, anticipando ciò che sarà disponibile solo nei mesi a venire”. Inoltre verrà presentato il progetto “Oltre l’annata: viaggio nel terroir e nelle menzioni geografiche aggiuntive (Mga) comunali del Barolo 2021” a cura di Michele Longo e Cristiana Grimaldi e in programma nel primo semestre del 2025. Il progetto esplorerà in profondità le peculiarità territoriali delle Mga comunali, e l’insediamento della nuova Commissione tecnica di degustazione A. Cordero, che avrà il compito di selezionare le nuove ammissioni all’Enoteca Regionale del Barolo, ma anche di individuare il Barolo istituzionale rappresentativo delle prossime annate.


“I dati che sveleremo saranno contestualizzati per andare oltre le statistiche, anche grazie al contributo di testimonianze dirette di numerosi produttori locali, che interverranno appositamente per l’occasione” ha proseguito Grimaldi, aggiungendo che “i racconti autentici dal cuore delle vigne daranno un quadro vivido delle sfide e delle peculiarità che hanno caratterizzato l’annata 2021”.

Vino, Consorzio Maremma Toscana compie 10 anni e supera 7 mln bottiglie

Vino, Consorzio Maremma Toscana compie 10 anni e supera 7 mln bottiglieMilano, 6 dic. (askanews) – Il Consorzio della Maremma Toscana è arrivato al traguardo dei dieci anni passando dai 9 soci dell’atto costitutivo ai 469 che oggi operano in tutta la provincia di Grosseto, con le bottiglie che da meno di 3,5 milioni supereranno quest’anno per la prima volta i 7 milioni (+6,9%. “Abbiamo lavorato intensamente per portare la Doc Maremma Toscana ad un livello sempre più alto di qualità e di visibilità. Abbiamo fatto degli evidenti passi in avanti ma vi è ancora molto da fare” ha spiegato Francesco Mazzei alla guida del Consorzio dal 2018, ricordando che “siamo attualmente al quarto posto per l’imbottigliato tra le Denominazioni Toscane, anche in questi primi dieci mesi dell’anno abbiamo registrato una crescita del 6,9%, in controtendenza con l’andamento regionale, siamo giovani e dinamici. L’obiettivo – ha concluso – è di chiudere il 2024 superando i 7 milioni di bottiglie e di portare avanti alcuni progetti a cui teniamo particolarmente come la razionalizzazione del Disciplinare, la ricerca e la caratterizzazione viticola, l’enoturismo e la sinergia con gli altri Consorzi sul territorio”.


L’evoluzione ha visto anche dei cambiamenti importanti per quanto riguarda le diverse tipologie: se nel 2014 i rossi segnavano un 69% con un 28% di bianchi e un 3% di rosati, nel 2024 i rossi sono scesi al 54% con i rosati sostanzialmente stabili al 4% mentre i bianchi hanno superato il 40%, con il Vermentino che traina la Denominazione e che, con una quota di più del 30% dell’imbottigliato, è attualmente la tipologia più imbottigliata della DOC. La produzione vitivinicola sul territorio vede impegnati viticoltori piccoli e medi a fianco di alcuni dei nomi più blasonati del panorama enologico nazionale, che vedono nella Maremma Toscana una zona ricca di potenzialità. “Con il Vermentino, che ci sta dando grandi soddisfazioni, abbiamo certamente ottenuto un miglioramento del valore del brand Doc Maremma Toscana, strada da perseguire anche con le altre tipologie di vino previste dal Disciplinare” ha proseguito Mazzei, rimarcando che “resta fermo l’obiettivo dei 10 milioni di bottiglie nel medio periodo, massa critica indispensabile per avere più visibilità sui mercati”.


“Il nostro impegno per la qualità e l’innovazione ha attratto nuovi soci, registrando un aumento costante della produzione e della visibilità dei nostri vini sui mercati internazionali” ha messo in luce il direttore del Consorzio, Luca Pollini, precisando che “siamo consapevoli che la grande varietà ampelografica che può offrire la Maremma, con un territorio incontaminato in un contesto ambientale unico dove la vite è inserita in modo armonico ed equilibrato e la biodiversità è un fattore acclarato, costituiscano un punto di forza e ci abbiano aiutato nel processo di crescita della Denominazione”. “E’ un bellissimo compleanno per una Doc che sta acquisendo sempre maggiore credibilità e che si sta affermando sempre di più sui mercati nazionali e internazionali, lavorando sulla qualità del prodotto e sulla modernità e bellezza delle proprie cantine” ha dichiarato la vicepresidente della Regione Toscana e assessora all’Agroalimentare, Stefania Saccardi, aggiungendo che “il Consorzio ha fatto un lavoro straordinario di protezione e valorizzazione di questi vini, sviluppando promozione e tutela e portando in giro per il mondo una Maremma che è sempre più anche un luogo di attrazione turistica”.

Consorzio Vino Toscana: sì a proposta per Denominazione “Toscana Igt”

Consorzio Vino Toscana: sì a proposta per Denominazione “Toscana Igt”Milano, 6 dic. (askanews) – Sono state approvate dalla giunta regionale della Toscana le proposte di modifica avanzate dal Consorzio Vino Toscana riguardo al Disciplinare di produzione dell’indicazione geografica che al momento è “Toscano” o “Toscana Igt”. Lo ha reso nota con un comunicato la stessa Regione, spiegando che di “di notevole rilievo le novità a cui, in seguito all’istruttoria tecnica effettuata dal settore regionale competente e alla successiva consultazione della filiera regionale, la Regione ha dato parere favorevole. In particolare: l’eliminazione del termine “Toscano” dalla Denominazione che si chiamerebbe solo “Toscana Igt”; l’introduzione delle categorie “Vino Spumante” e “Vino Spumante di qualità”, della tipologia “Rosso Frizzante” e quella in etichetta del termine geografico “Toscana”.


“Il solo termine ‘Toscana’ contribuirà a rafforzare l’identità e la qualificazione del vino della Denominazione e contemporaneamente aiuterà il consumatore a comprendere correttamente la provenienza geografica del vino” ha affermato il governatore Eugenio Giani, spiegando che “il nome ‘Toscana’ è divenuto nel tempo un marchio di grande importanza a tutti i livelli, non solo nell’ambito della produzione vitivinicola, ed è proprio il nome della regione ad essere riconosciuto e considerato sia a livello nazionale sia a livello internazionale”. L’altra modifica di grande impatto riguarda l’introduzione dei vini “Spumante”, “Spumante di qualità” e “Rosso frizzante”. Negli ultimi decenni, nell’ambito dell’Igt, a fianco della produzione di vini fermi si è sviluppata da una parte la produzione di vini spumanti e dall’altra, si è evoluta quella dei vini rossi frizzanti provenienti dalla lavorazione dei vitigni coltivabili in Toscana. “L’introduzione di spumanti e vini frizzanti all’interno della Denominazione, considerato l’aumento della domanda sul mercato interno e su quello internazionale, rappresenta un notevole impulso alla crescita delle aziende viticole toscane – ha precisato la vicepresidente e assessora all’Agroalimentare, Stefania Saccardi – che avranno l’opportunità di incrementare la produzione e allo stesso tempo di diversificare l’offerta dei prodotti”.


Dopo il parere favorevole della Regione, come previsto dalla normativa di riferimento, la richiesta dovrà essere esaminata dal ministero della Sovranità alimentare e delle Foreste, e dalla Commissione europea.

Vino, dopo 4 anni arriva ultimo brindisi tra Ferrari Trento e Formula1

Vino, dopo 4 anni arriva ultimo brindisi tra Ferrari Trento e Formula1Milano, 6 dic. (askanews) – Dal primo brindisi sul podio a Imola nel 2021, fino al debutto dei Gran Premi di Miami e Las Vegas nel 2022 e nel 2023. Ma anche il record delle 100 vittorie di Lewis Hamilton e il primo GP di Montecarlo vinto da un monegasco, Charles Leclerc. Ferrari Trento festeggia quattro anni di momenti memorabili in uno degli sport più prestigiosi al mondo. La partnership, avviata nel 2021, come brindisi ufficiale di Formula1 si sta infatti per concludere mentre ad Abu Dhabi si scaldano i motori per tagliare l’ultimo traguardo della stagione 2024.


“La partnership con Formula1 è stata un viaggio appassionante che ci ha permesso di portare le nostre bollicine Trentodoc in tutto il mondo, dando loro una straordinaria visibilità” ha commentato Matteo Lunelli, presidente e Ceo di Ferrari Trento, sottolineando che “è stata una bellissima esperienza sentirsi parte di questa famiglia e siamo estremamente orgogliosi dei progetti portati avanti insieme ma siamo al contempo pronti a guardare al futuro e a nuove opportunità che ci permetteranno di portare avanti la tradizione di festeggiare all’insegna dell’eccellenza e dell’italianità”. Ben 292 i Jeroboam (la celebre bottiglia da tre litri) stappati su 73 podi e quasi 250mila le bottiglie servite nelle migliori aree ospitalità dei circuiti durante i fine settimana di gara. Ma i “Ferrari F1 Podium Jeroboam” non hanno solo accompagnato le vittorie dei campioni: infatti, grazie alla vendita all’asta delle bottiglie autografate dai piloti sul podio, sono stati raccolti oltre 180mila euro destinati a realtà quali Make a Wish, Race Against Dementia, Keep Fighting, Senna Foundation, Keep Memory Alive, Croce Rossa Internazionale e la Protezione Civile dell’Emilia-Romagna.


“Voglio ringraziare il team Ferrari Trento, guidato da Matteo Lunelli, per questi incredibili 4 anni di partnership: è stato magnifico collaborare con un brand che con grande passione e impegno ha portato, grazie alle sue bollicine, un tocco di classe al podio e alle nostre hospitality” ha aggiunto il presidente e Ceo di Formula1, Stefano Domenicali, rimarcando che “sono certo che continueranno un percorso di crescita e successo nei prossimi anni”.

Vino motore economico della Campania: nel 2023 produzione vale 101 mln

Vino motore economico della Campania: nel 2023 produzione vale 101 mlnMilano, 5 dic. (askanews) – “Il XXII Rapporto Ismea-Qualivita consacra la provincia di Benevento come uno dei poli più dinamici per le filiere agroalimentari Dop e Igp italiane, con un valore alla produzione complessivo di 59 milioni di euro”. Lo spiega il Sannio Consorzio Tutela Vini, sottolineando che “nel comparto vino Campania, tra le Denominazioni con il maggiore ritorno e impatto economico, rientrano le indicazioni geografiche: Benevento IGP, Falanghina del Sannio Dop e Sannio Dop. Le bottiglie certificate con i contrassegni di Stato “ne sottolineano la forza e la resilienza della Dop Economy sannita, che continua a rappresentare un asset strategico per il sistema produttivo locale e regionale, nonostante le difficoltà del settore agricolo e dei mercati globali”.


Da gennaio a novembre di quest’anno sono state vendute 5,2 mln di bottiglie di Sannio Doc, 4,7 di Falanghina del Sannio Doc e poco meno di 250mila bottiglie di Aglianico del Taburno Docg, mentre negli ultimi tre mesi (settembre, ottobre e novembre 2024) ben 3,3 mln di Benevento Igp, per un totale di circa 13,6 mln di bottiglie certificate per oltre 50 milioni di euro di valore alla produzione. Il comparto vino si conferma un motore economico non solo per il Sannio ma per l’intera regione Campania, che nel 2023 ha registrato un valore alla produzione di 101 mln di euro, coinvolgendo 4.406 operatori. “Questi risultati – rimarca l’ente consortile del Sannio – rafforzano il ruolo della Campania nell’ecosistema nazionale della Dop Economy, prima regione del Sud Italia per valore alla produzione con 921 mln di euro nel 2023, generati dalle 59 filiere del cibo e del vino Dop e Igp che ricadono sul territorio”.

”Sud Top Wine”: 69 i vini premiati alla sesta edizione a Mondello

”Sud Top Wine”: 69 i vini premiati alla sesta edizione a MondelloMilano, 5 dic. (askanews) – Allo Splendid Hotel La Torre di Mondello (Palermo) si è tenuta la cerimonia di premiazione delle 69 etichette selezionate tra le oltre 500 provenienti da Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sardegna e Sicilia per la sesta edizione di “Sud Top Wine”, il concorso organizzato da Cronache di Gusto che si inserisce nel più ampio contesto di “Taormina Gourmet On Tour”, che per la prima volta ha fatto tappa a Palermo.


Ad affiancare in giuria Federico Latteri (Cronache di Gusto), c’erano Bernard Burtschy (Les Échos), James Button, (Decanter), Eirik Sand Johnsen (Vinforum.no), Bonnie Reinwald (SommThing.eu), Claudia Stern (Vinum) e l’ Italian Wine Ambassador Cynthia L. P. Chaplin. Tra le innovazioni introdotte in questa edizione spicca l’attribuzione di punteggi in centesimi per ogni vino premiato e l’assegnazione di riconoscimenti speciali ai migliori bianco e rosso assoluti. Il premio come miglior rosso in assoluto è andato alla Sardegna per il “Barbagia Rosso Igt Ghiarada Ocruarana 2002” della Cantina Teularju di Marmojada (Nuoro), mentre quello per il miglior vino bianco in assoluto è stato attribuito al “Greco di Tufo Riserva Docg Vittorio 2010” di Di Meo di Salza Irpina (Avellino).


“La sesta edizione di Sud Top Wine continua a dimostrare quanto la biodiversità e il fascino dei nostri vini meritino attenzione non solo in Italia, ma anche a livello internazionale. E’ un orgoglio per noi dare voce a territori emergenti che rappresentano il futuro del panorama enologico” ha dichiarato Fabrizio Carrera, direttore di Cronache di Gusto e ideatore del concorso, spiegando che le 69 bottiglie premiate saranno promosse in degustazioni esclusive sia in Europa che negli Stati Uniti.