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Dazi, Consorzio Vino Chianti: ora fondamentale accordo con Mercosur

Dazi, Consorzio Vino Chianti: ora fondamentale accordo con MercosurMilano, 3 apr. (askanews) – “Prendiamo atto con rammarico della decisione del presidente degli Stati Uniti sui dazi, ma non possiamo permetterci di restare fermi. È il momento di rafforzare la nostra presenza in nuovi mercati, a partire dal Sud America, dove l’accordo con il Mercosur può aprire grandi opportunità per il nostro vino. Allo stesso tempo, dobbiamo investire in Asia e iniziare a promuoverci in Africa e India per diversificare le nostre esportazioni e ridurre la dipendenza dagli Usa”. A dirlo è Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti, commentando la decisione del presidente Trump di imporre dazi del 20% sui prodotti europei, tra cui il vino. Una misura che rischia di penalizzare pesantemente le esportazioni italiane negli Stati Uniti, ma che secondo Busi può diventare un’occasione per ripensare le strategie commerciali del settore.


“L’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Mercosur deve diventare una priorità assoluta. L’Europa ora deve essere rapida nel rendere operativo questo trattato, perché è un modo per dare prospettive nuove alle aziende europee e nel caso del Chianti anche a tutto ciò che la presenza delle nostre aziende rappresenta: cultura, cura dell’ambiente, valorizzazione delle aree interne” prosegue Busi, aggiungendo che “mercati come Argentina, Brasile, Uruguay e Paraguay rappresentano un’opportunità concreta per il nostro export”. Ma il Sud America non è l’unica direzione su cui puntare. “Anche l’Asia offre prospettive enormi per il vino italiano. Dobbiamo investire su Cina, Giappone, Vietnam e Thailandia, mercati con un crescente interesse per i nostri prodotti” continua Busi, evidenziando che “allo stesso tempo dobbiamo iniziare a farci conoscere in Africa e India, aree in cui il consumo di vino sta crescendo e dove possiamo costruire nuove opportunità commerciali”.


L’appello di Busi è chiaro: “Le istituzioni europee devono muoversi con decisione per aprire nuove vie all’export del vino italiano. Se i dazi Usa impongono un cambio di rotta, allora dobbiamo sfruttare al meglio le alternative a nostra disposizione”.

Vino, “Vermentino Grand Prix”: ecco i 10 migliori della Doc Maremma

Vino, “Vermentino Grand Prix”: ecco i 10 migliori della Doc MaremmaMilano, 3 apr. (askanews) – Si è svolta a Castiglione della Pescaia (Grosseto) la sesta edizione del “Vermentino Grand Prix”, concorso promosso dal Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana per valorizzare le potenzialità del vitigno. I vini in gara erano 67, per lo più annate 2024 e 2023, con alcune referenze dal 2019. La maggior parte era stata vinificata in acciaio ma non sono mancati utilizzi di ovetto in cemento, anfora, cocciopesto e legno.


Le referenze selezionate, in ordine alfabetico per azienda, sono: Cantina Vignaioli di Scansano “Vermentino Superiore 2023 San Bruzio”; Castelprile della Volpaia “Vermentino Superiore 2023 Bio Castelprile”; Cupirosso “Vermentino 2022 Bio Audace”; Fattoria di Magliano “Vermentino 2023 Bio Pagliatura”; Giovanni Valentini “Vermentino Superiore 2023 Veive”; Podere Poggio Bestiale “Vermentino 2023 PerLelo”; Poggio Levante “Vermentino 2019 Unnè”; Tenuta Casteani “Vermentino Superiore 2023 Bio Maremmano”; Tenuta Dodici “Vermentino 2023 Solo; Tenuta Pietramora di Colle Fagiano “Vermentino 2023 Limite”. “Per la prima volta uno dei dieci vini della top ten ha oltre cinque anni (annata 2019), a conferma della longevità del Vermentino della nostra Denominazione” ha spiegato il direttore del Consorzio Luca Pollini, ricordando che “in Maremma si trova il 50% degli ettari coltivati a Vermentino in Toscana e gli ettari sono oltre 1.070, il 100% in più rispetto all’anno precedente. Quasi il 60% delle piante – ha concluso – ha meno di 13 anni e oltre il 40% non arriva a otto: si tratta quindi di impianti giovani che confermano la fiducia dei produttori verso questo vitigno”.


Della giuria, presieduta dal vicedirettore del Corriere della Sera, Luciano Ferraro, facevano parte rappresentanti di ristoranti stellati della Maremma (Caino, Il Pellicano, Enoteca Castiglionese), gli enologi Graziana Grassini, Luca Cantelli, Gabriele Gadenz, e altri tecnici di settore. “Più del 30% dei vini della Denominazione Maremma Toscana è prodotto con Vermentino, quasi sempre in purezza, il che rende la Maremma l’enclave più importante della regione per i bianchi” ha dichiarato il presidente del Consorzio Francesco Mazzei, aggiungendo che “nella top ten di quest’anno le referenze fanno tutte riferimento ad annate non recenti e quattro di queste hanno la menzione Superiore, a conferma delle potenzialità di invecchiamento del vitigno. Il Vermentino, per la sua complessità e personalità, – ha concluso – può ambire a confrontarsi con i grandi bianchi a livello internazionale”.


La top ten selezionata sarà in degustazione al Vinitaly allo stand del Consorzio (Padiglione 9 Stand B16), dove saranno inoltre presenti 77 vini di 44 aziende per una panoramica della Denominazione. Una collettiva con postazioni dedicate ospiterà nove aziende: La Chimera d’Albegna, Le Lupinaie, Podere Poggio Bestiale, Giovanni Valentini, Fattoria Il Casalone, Poggio Brigante, Col di Bacche, Tenuta Agostinetto e Val del Melo. Saranno presentati: Vermentino, Vermentino Superiore, Ansonica, Trebbiano, Chardonnay, Sauvignon, rosati da Sangiovese e Alicante, rossi da Ciliegiolo in purezza, Alicante, Sangiovese; blend Supertuscan, e varietà internazionali come Cabernet Sauvignon, Cabernet franc, Merlot, Syrah, Petit Verdot (in purezza o in blend bordolese). Il 7 e 8 aprile sarà possibile partecipare alla degustazione del Tortello Maremmano abbinato al Vermentino Superiore Doc Maremma Toscana e Morellino d’Annata presso lo stand del Consorzio Morellino di Scansano. Un’iniziativa organizzata insieme con l’Associazione per la Tutela e la Promozione del Tortello Maremmano, promossa da Confesercenti Grosseto.

Dazi, Vinitaly: confermati oltre tremila buyer Usa a Verona

Dazi, Vinitaly: confermati oltre tremila buyer Usa a VeronaMilano, 3 apr. (askanews) – I dazi reciproci del 20% al vino italiano ed europeo annunciati ieri sera dal presidente Trump non fermano gli operatori Usa in partenza per Verona. Sono infatti oltre 3.000 i buyer americani confermati alla 57esima edizione di Vinitaly (Veronafiere, 6-9 aprile): un dato che replica il primato dell’anno scorso.


“La presenza degli operatori statunitensi è una notizia incoraggiante per le aziende e per Vinitaly” commenta Adolfo Rebughini, Dg di Veronafiere, spiegando che “si apre uno scenario incerto che impatterà sulla geografia del nostro export. Condividiamo le preoccupazioni del settore e per questo mettiamo a disposizione delle organizzazioni la piattaforma di Vinitaly per facilitare eventuali accordi diretti tra imprese, associazioni italiane e importatori-distributori del nostro primo mercato di destinazione extra Ue”. Nella delegazione complessiva dei tremila operatori Usa a Vinitaly, sono presenti anche i 120 top buyer statunitensi (10% del contingente totale del piano di incoming 2025) selezionati, invitati e ospitati da Veronafiere e ICE, provenienti prevalentemente da Texas, Midwest, California, Florida e New York.


Sul fronte del programma, oltre agli incontri b2b in fiera, gli operatori americani saranno protagonisti di una serata di networking a loro dedicata (martedì 8 aprile, Palazzo della Gran Guardia) in cui sarà presentata anche la prossima edizione di “Vinitaly.USA” (Chicago, 5-6 ottobre 2025).

Vinitaly 2025, i Vignaioli di Riparbella uniti per il territorio

Vinitaly 2025, i Vignaioli di Riparbella uniti per il territorioMilano, 3 apr. (askanews) – Proseguono le attività di promozione dell’Associazione Vignaioli delle Colline di Riparbella, il gruppo di aziende che punta a valorizzare il territorio vitivinicolo dell’Alta Maremma. In occasione della 57esima edizione di Vinitaly, in programma a Veronafiere dal 6 al 9 aprile, tutte le otto aziende espositrici appartenenti al gruppo esibiranno in fiera una targa identificativa comune.


“Anche se non fisicamente sotto lo stesso tetto, in un contesto così importante come Vinitaly gli operatori potranno conoscerci grazie a una targa che ognuno di noi presenti esibirà in fiera” ha spiegato Flavio Nuti, presidente dell’Associazione e amministratore del Podere La Regola. Alcune delle aziende saranno presenti in fiera nei seguenti spazi: Podere La Regola (Pad. 9, Stand B2), Duemani (Pad. 4, Stand C04), Caiarossa (Pad. 9, Stand D16), Colline Albelle (Pad. 9, Stand B13-B10), Tenuta Pakravan-Papi (Pad. 9, Stand D14).


L’Associazione, nata a febbraio 2024, aveva debuttato al “Merano Wine Festival”, ricevendo il riconoscimento per il territorio vitivinicolo emergente. Ne fanno parte otto Cantine per un totale di oltre 150 ettari vitati e una produzione complessiva vicina alle 500mila bottiglie annue. Tra gli obiettivi principali dell’Associazione vi è quello di valorizzare l’identità del “terroir riparbellino”, attraverso una strategia condivisa di comunicazione e promozione collettiva.

Vino, Oniwines debutta a Vinitaly con quattro Cantine d’eccellenza

Vino, Oniwines debutta a Vinitaly con quattro Cantine d’eccellenzaMilano, 3 apr. (askanews) – Oniwines, la divisione vinicola del Gruppo Oniverse, realtà attiva nei settori della moda e del lifestyle di proprietà della famiglia Veronesi, farà il suo debutto ufficiale a Vinitaly 2025 con le referenze delle quattro aziende acquisite negli ultimi anni: Tenimenti Leone (Lazio), La Giuva (Veneto), Podere Guardia Grande (Sardegna) e Villa Bucci (Marche). Nata per aggregare e sviluppare Cantine d’eccellenza radicate nei rispettivi territori, Oniwines punta su qualità e internazionalizzazione, “con un piano di acquisizioni mirato che ha permesso di costruire una presenza estesa nelle principali Denominazioni italiane”.


“Il nostro debutto in una delle manifestazioni di settore più importanti a livello mondiale segna un passaggio fondamentale per noi ” ha dichiarato Federico Veronesi, Ceo e proprietario del gruppo, spiegando che “vogliamo presentarci al pubblico come una realtà solida, dinamica e orientata all’eccellenza, con l’ambizione di portare i nostri vini sui mercati internazionali attraverso un approccio basato su qualità, autenticità, sostenibilità e innovazione”. Tenimenti Leone, acquisita nel 2015, si trova a Lanuvio, nel Parco dei Castelli Romani, sui Colli Albani. La Tenuta, che ospita anche un agriturismo, si estende su 72 ettari, di cui 38 a vigneto condotti in biologico. I vini in degustazione includono “Vulc Num” (Bellone), “Caliga” (Vermentino, Bellone, Chardonnay) e “Aspis” (Syrah, Merlot, Montepulciano).


La Giuva, acquisita nel 2023, si trova nell’alta Val Squaranto, in Valpolicella, vicino al Parco della Lessinia. I vigneti, situati a 400 metri di altitudine e coltivati secondo certificazione Sqnpi, godono di un’esposizione Est-Ovest e di suoli calcarei ricchi di biancone e scaglia rossa. I vini in presentazione sono “Il Valpo” (Valpolicella Doc), “Il Rientro” (Valpolicella Superiore Doc), “Amarone”, “Aristide” e “Recioto”. Podere Guardia Grande, realizzato nel 2022 e inaugurato nel 2024 ad Alghero, si affaccia su Capo Caccia e Porto Conte. Coltiva vitigni autoctoni come Vermentino, Cannonau e Cagnulari su suoli sabbiosi e ciottolosi, esposti al Maestrale. I vigneti sono in conversione biologica e le etichette sono “Saldenya”, “Saldenya 85”, “Alguasanta”, “Nascimento” e “L’Alghè”.


Villa Bucci, acquisita nel 2024, è una delle realtà simbolo del Verdicchio dei Castelli di Jesi. La Cantina ha giocato un ruolo centrale nella rinascita del Verdicchio. Tutti i vini sono biologici, affinati in botti di rovere di Slavonia. A Vinitaly saranno presenti “Bucci Classico”, “Villa Bucci Riserva”, “Pongelli” e “Villa Bucci Rosso”. Il 6 aprile alle 18, al Palazzo Maffei di Verona, sarà presentato il volume “Villa Bucci”, scritto da Cinzia Benzi con fotografie dello studio Brambilla Serrani. Una monografia che ripercorre la storia e l’evoluzione della Cantina marchigiana, dalla visione di Ampelio Bucci alla nuova direzione di Federico Veronesi.

Vino, Fantini Wines cresce e investe sui nuovi mercati dell’Africa

Vino, Fantini Wines cresce e investe sui nuovi mercati dell’AfricaMilano, 3 apr. (askanews) – Fantini Wines chiude il 2024 con risultati solidi e nuove prospettive di sviluppo. L’azienda vinicola abruzzese, tra le principali esportatrici del Sud Italia, registra un margine operativo lordo pari al 27,5%, in crescita di oltre 5 punti rispetto al 22,2% del 2023. Il fatturato del comparto vino ha raggiunto gli 84 milioni di euro, con una redditività rafforzata anche grazie all’ingresso a pieno regime del nuovo polo produttivo di Ortona. Inoltre, la posizione finanziaria netta è scesa da 50,5 a 37,4 milioni di euro.


“Abbiamo scelto di difendere le marginalità anziché inseguire a tutti i costi il fatturato” ha dichiarato Valentino Sciotti, fondatore e Ceo del gruppo, spiegando che “è stato un rischio calcolato ma i numeri ci danno ragione. Ciò che ci rende più orgogliosi è il riconoscimento implicito del consumatore verso la qualità dei nostri vini”. “Nonostante il trend negativo che sta colpendo i consumi di vino, siamo riusciti a fronteggiare la leggera contrazione dei volumi venduti, concentrandoci sui vini di alta gamma e rafforzando il nostro posizionamento nel segmento medio-alto” ha dichiarato Francesco Santurbano, Chief financial officer del gruppo, parlando di “un risultato straordinario, anche grazie a una gestione più efficiente dei costi industriali”.


A Vinitaly 2025, Fantini presenterà quattro nuove etichette: “Zolla Bianco Puglia Igt” (Verdeca), “Zolla Rosato Puglia Igt” (Nero di Troia), “Zenko Primitivo di Manduria Dop” e “Cava Cala Rey Finca Fella”, una bollicina da Chardonnay proveniente dalla consociata spagnola Finca Fella. “Ognuna di queste novità ha una precisa identità, fondata su ricerca enologica, packaging distintivo e ottimo rapporto qualità/prezzo” ha spiegato Sciotti, aggiungendo che “non basta fare grandi vini: il consumatore deve percepire che scegliere Fantini è sempre un ottimo affare”. Con esportazioni in oltre 90 Paesi, l’azienda continua a diversificare la propria presenza internazionale, con particolare attenzione a nuove aree di sbocco. “Gli Stati Uniti sono un’incognita per via dei possibili dazi ma abbiamo sempre lavorato per non essere troppo esposti su quel mercato” ha ricordato Sciotti, aggiungendo che “oggi vogliamo esplorare nuove strade. In particolare, stiamo investendo in Africa: Paesi come Kenya, Ghana, Nigeria e Sudafrica iniziano a mostrare segnali promettenti, soprattutto per vini di fascia medio-alta”.

Zenato celebra 65 vendemmie a Vinitaly con “Amarone Archivio Storico”

Zenato celebra 65 vendemmie a Vinitaly con “Amarone Archivio Storico”Milano, 3 apr. (askanews) – Zenato, storica azienda vitivinicola veronese, celebra 65 anni di attività in occasione della 57esima edizione di Vinitaly con un programma ricco di appuntamenti. Al Padiglione 4 (Stand G1-G2-G3), la famiglia Zenato accoglierà collaboratori, clienti e operatori del settore per condividere traguardi raggiunti e progetti futuri, a partire dall’anteprima dell’”Amarone Archivio Storico 2013″. Un’edizione limitata che sarà presentata ufficialmente lunedì 7 aprile allo stand Zenato.


“E’ un anniversario importante, una pietra miliare della nostra storia iniziata nel 1960 quando mio padre Sergio fonda l’azienda, animato da una profonda passione per la viticoltura e da una visione imprenditoriale che lo porta da subito a riconoscere il potenziale enologico del Trebbiano di Lugana e della Corvina Veronese” ha affermato Nadia Zenato, aggiungendo che “Vinitaly rappresenta per noi un’occasione straordinaria per celebrare questo splendido viaggio, incontrare i nostri ambassador internazionali e rinnovare il nostro impegno a produrre vini eccellenti, che parlano di territorio, di tradizione e di futuro”. “Il progetto enologico ‘Archivio Storico’ nasce per celebrare una storia di cura, dedizione e passione che ci ha resi ambasciatori di eccellenza enologica italiana nel mondo” ha spiegato Nadia Zenato, sottolineando che “la Corvina Veronese, vitigno autoctono per eccellenza, è la protagonista di questo vino, capace di esprimere tutto il suo potenziale grazie al tradizionale metodo dell’appassimento e a oltre 10 anni di maturazione in grandi botti di rovere”.


Sabato 5 aprile Zenato parteciperà per il 14esimo anno consecutivo a Opera Wine con l’”Amarone Docg Riserva Sergio Zenato 2011″, mentre il giorno successivo alle 12, alle 14 e alle 15.30, la Cantina sarà protagonista dell’evento “Calice & Sensi: come le forme esaltano il vino” organizzato da Fisar per Rastal (Pad F – Stand B10). Sempre domenica, alle 15, sarà inaugurata allo stand Zenato la mostra fotografica “Sole Pioggia Vento” di Julia Carrillo, nell’ambito del progetto Zenato Academy, sviluppato durante un periodo di residenza dell’artista messicana nelle tenute dell’azienda tra Peschiera del Garda e la Valpolicella. Lunedì 7 aprile, alle 11 nella Sala Tulipano (Palaexpo), l’azienda parteciperà alla masterclass “The Grammar of Tannins” con l’Amarone Docg Classico 2019. Martedì 8 aprile, sempre alle 11, la Cantina sarà presente alla masterclass delle Famiglie Storiche “Amarone 2015, l’Identità del Cru” con l’”Amarone Docg Riserva Sergio Zenato 2015″.

Madame Sauvignon 2021 “Bianco dell’Anno” ai Wine Awards 2025

Madame Sauvignon 2021 “Bianco dell’Anno” ai Wine Awards 2025Milano, 3 apr. (askanews) – “Madame Sauvignon 2021” di Ronco dei Tassi, azienda del Collio goriziano, è stato eletto “Vino bianco dell’anno” ai Wine Awards 2025 di Food and Travel Italia. La cerimonia si è svolta nei giorni scorsi a Palazzo Nicolaci di Noto (Siracusa), nel cuore del Barocco siciliano. A guidare la giuria è stato Marco Reitano, head sommelier del ristorante La Pergola di Roma. A ritirare il riconoscimento è stato Enrico Coser, in rappresentanza della famiglia proprietaria di Ronco dei Tassi, premiato da Pamela Raeli, editore di Food and Travel Italia.


“Questo premio è motivo di orgoglio e profonda gratitudine: questo risultato è frutto del lavoro di squadra, di scelte coraggiose e di una visione che unisce tradizione e innovazione” ha commentato Coser, ricordando che “Ronco dei Tassi è un’azienda a conduzione familiare nata 35 anni fa dalla passione dei miei genitori: oggi io e mio fratello Matteo portiamo avanti questa storia con lo stesso impegno, rispetto per la terra e amore per il vino. “Madame Sauvignon”, insieme con la Malvasia e il Pinot Bianco, è una delle tre Riserve che la famiglia Coser imbottiglia dal 2019 solo nelle annate ritenute eccellenti, prolungandone l’affinamento per esaltarne la longevità. Raccolte nella “Collezione di Famiglia”, queste etichette testimoniano il potenziale dei bianchi del Collio goriziano. Madame Sauvignon è una Riserva “una tantum”, voluta per valorizzare un’annata particolarmente felice come il 2021, impreziosita dall’etichetta realizzata dall’artista Giordano Floreancig. Le uve, raccolte a mano, provengono da un vigneto selezionato nelle zone più alte ed esposte a Est del monte Quarin, sopra Cormons.


Fondata nel 1989 da Fabio Coser con la moglie Daniela, Ronco dei Tassi si estende per oltre 50 ettari, di cui 23 a vigneto e il resto a bosco, sul monte Quarin.

Consorzio Vini Doc Sicilia: a Vinitaly masterclass sul progetto Lucido

Consorzio Vini Doc Sicilia: a Vinitaly masterclass sul progetto LucidoMilano, 2 apr. (askanews) – Continuano le iniziative per la valorizzazione e il rilancio dello storico vitigno siciliano Lucido (sinonimo di Catarratto Bianco) promosse dal Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia, tramite il progetto “Vista” Lucido, Valorizzazione innovativa e sostenibile dei terroir delle varietà autoctone. L’adesione al progetto da parte di diverse Cantine siciliane, della Regione Siciliana, dell’Istituto regionale del vino e dell’olio (Irvo), sotto la guida del Consorzio ed il supporto di un innovation broker, ha costituito un prototipo condiviso di ricerca applicata in ambito vitivinicolo.


Il progetto, che si avvia nei prossimi mesi al completamento, ha come oggetto “lo sviluppo di nuove pratiche produttive improntate ad una filiera sostenibile, la sperimentazione di un nuovo stile produttivo e la valorizzazione del Lucido nel mercato nazionale e internazionale, con il fine ultimo di un incremento di competitività lungo la filiera del vitigno”. Il Lucido riveste un ruolo di primo piano nella viticoltura siciliana, rappresentando non solo la varietà più diffusa, con circa 30mila ettari coltivati, ma anche un simbolo della tradizione enologica della regione. Versatile e resiliente, contribuisce alla diversità e alla ricchezza della produzione dell’isola, offrendo un’ampia gamma di sfumature organolettiche. Le sue potenzialità sono riferibili alla produzione di vini monovarietali ma anche alla composizione di blend che esprimono l’identità e la complessità del terroir siciliano.


Lunedì 7 aprile, alle 15, presso lo stand G79 del Padiglione 2 Sicilia, il Consorzio presenterà una masterclass in cui Giovanni Colugnati, innovation broker del progetto, illustrerà i risultati di alcune tra le micro e meso vinificazioni condotte presso la Cantina sperimentale dell’Irvo di Marsala, in collaborazione con il Centro di ricerca dell’Università degli Studi di Palermo e le aziende partner del progetto.

Umbria Top porta a Vinitaly 56 Cantine e il progetto “Radici”

Umbria Top porta a Vinitaly 56 Cantine e il progetto “Radici”Milano, 2 apr. (askanews) – Le “radici” sono il filo conduttore delle attività in programma al Padiglione Umbria di Vinitaly 2025. Umbria Top, la società cooperativa che riunisce la maggioranza delle aziende vitivinicole regionali, guiderà la partecipazione alla fiera con 56 Cantine e un calendario di appuntamenti tra degustazioni, talk e approfondimenti.


“Partecipare a Vinitaly significa portare l’eccellenza umbra su un palcoscenico internazionale di prestigio: il nostro obiettivo è promuovere una crescita sostenibile senza perdere il legame con le radici del territorio” ha dichiarato la presidente della Regione, Stefania Proietti, aggiungendo che “le Cantine umbre valorizzano i vitigni autoctoni con un approccio innovativo e rispettoso dell’ambiente. Come Regione – ha concluso – continueremo a sostenere il comparto, promuovendo la qualità, la competitività all’estero e lo sviluppo di un turismo enogastronomico di valore”. “‘Radici’, il claim che accompagna la presenza della Regione Umbria, esprime perfettamente il legame del comparto con la terra, le comunità e il sapere tramandato” ha sottolineato l’assessora Simona Meloni, aggiungendo che “l’Umbria del vino è identità e futuro”. “Umbria Top si conferma punto di riferimento per chi sceglie di valorizzare il vino della regione nel suo contesto territoriale” ha aggiunto il presidente Massimo Sepiacci, sottolineando che “offriamo un’immagine unitaria, supportiamo le aziende e sviluppiamo strategie condivise, e Vinitaly è un’opportunità per rafforzare la presenza sui mercati e accrescere la visibilità del settore”.


Gli spazi Umbria Top (Padiglione 2, da A9 a F9) sono organizzati su due livelli aperti a istituzioni, enti e realtà locali come gli assessorati regionali, la Camera di commercio dell’Umbria, Promocamera, Assogal Umbria con i suoi cinque Gal e 3A Parco Tecnologico Agroalimentare. Gli eventi, raccolti nel format “Umbria Wine Academy”, proporranno degustazioni e approfondimenti dedicati a storie, progettualità e protagonisti del vino umbro. Il concept “Radici” guiderà anche l’identità visiva dello stand: 1.000 mq allestiti con immagini evocative per raccontare la connessione tra territorio, storia e futuro. “Protagonisti saranno la biodiversità, le tecniche produttive, le tracce storico-archeologiche legate alla viticoltura” ha spiegato Gioia Bacoccoli, coordinatrice di Umbria Top, rimarcando che “questa chiave di lettura potrà diventare un nuovo metodo per mappare le eccellenze regionali e invitare alla scoperta dell’Umbria”. Il programma si apre domenica 6 aprile alle 12.15 con l’inaugurazione ufficiale, a cui seguirà alle 15, la presentazione della pubblicazione “Radici: l’eco delle origini”, un volume collettivo che ripercorre le origini della viticoltura umbra con un approccio multidisciplinare. Il progetto analizza peculiarità botaniche e agronomiche, testimonianze di archeologia agricola e contributi storici, con il coinvolgimento dell’Università degli Studi di Perugia, dell’Università per Stranieri, di 3A Parco Tecnologico Agroalimentare, del Museo del Vino di Torgiano e di Ais Umbria. La pubblicazione è stata coordinata dal corso Mi.CO. dell’Università per Stranieri di Perugia con il contributo scientifico di Alberto Palliotti (Viticoltura), Manuel Pinero Vaquero (Storia economica) e Paolo Braconi (Storia dell’agricoltura e dell’alimentazione).