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Vino dealcolato, AssoDistil: decreto non può derogare a leggi Stato

Vino dealcolato, AssoDistil: decreto non può derogare a leggi StatoMilano, 27 nov. (askanews) – “AssoDistil plaude all’iniziativa del ministro mirata a concludere velocemente l’iter normativo che consentirà agli operatori nazionali di poter finalmente produrre anche in Italia un vino senza alcole, evitando l’attuale prassi di esportare vino verso altri Paesi europei in cui la dealcolizzazione è permessa, per poi reimportare lo stesso vino senza alcole per la successiva vendita sui mercati in cui tale prodotto è sempre più richiesto. Ringraziamo pertanto il ministro Lollobrigida per la sensibilità dimostrata verso queste esigenze, tuttavia, vi sono alcuni aspetti sui quali non è possibile derogare, primo tra tutti quello del corretto inquadramento fiscale cui sottoporre le miscele idroalcoliche ottenute dal processo di dealcolizzazione, nel rispetto del Testo Unico Accise, al quale chiunque produca alcole etilico deve conseguentemente attenersi”. Lo ha ribadito Antonio Emaldi, presidente della maggior associazione di distillatori italiana, durante l’incontro avvenuto il 26 novembre al Masaf, tra il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, e le associazioni vitivinicole per discutere della bozza di Decreto sulla base del quale si disciplinerà anche in Italia la pratica di dealcolazione del vino.


Assodistil ha nuovamente sottolineato che un Decreto “non può derogare ad alcuna legge dello Stato, in particolare se prevede che ogni produzione di soluzioni alcoliche con grado superiore a 1,2% sia effettuata esclusivamente in regime di deposito fiscale di alcole, preventivamente autorizzato dall’Autorità competente: l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli”. Solo così, secondo l’associazione, “si potrà legittimamente produrre e commercializzare l’alcole ottenuto, prevendendone magari l’impiego esclusivo per usi energetici o industriali così da evitare turbative nei mercati alimentari, seguendo la stessa ratio che il legislatore comunitario ha voluto imporre per la distillazione di crisi del vino”. Per AssoDistil, anche il proposto inquadramento del liquido idroalcolico tra i cosiddetti ‘prodotti intermedi’ “risulta impreciso, poiché la vigente normativa individua tra questi solo il vino, il vermouth ed i sidri di frutta, che nulla hanno a che fare con l’alcole etilico ottenuto dal processo. Né varrebbe – precisa l’associazione dei distillatori – ad evitare l’imposizione di accisa, la previsione di trattare il liquido idroalcolico come rifiuto, invece che come alcol (come incredibilmente proposto da alcune associazioni presenti al tavolo, una sorta di nuovo ‘miracolo di Canaan’) con il risultato che causerebbe solo oneri in capo al produttore di vino dealcolizzato, che si troverebbe a dovere pagare per lo smaltimento anziché ottenere un ricavo dalla vendita dell’alcol legittimamente prodotto, così come avviene negli altri Paesi della UE dove tale pratica è già operativa”.


Non solo, AssoDistil, rimarca anche che processo di dealcolizzazione “oggi più utilizzato in Europa è quello a membrane, che prevede l’ottenimento di 10 litri di acqua con un basso titolo alcolico per ogni litro di vino trattato”. “Secondo le ultime previsioni, il vino dealcolizzato potrebbe conquistare subito una quota di mercato dello 0,5% con una crescita stimata dalla Commissione Ue del 15% all’anno: è per il momento una nicchia di mercato ma se rapportata alla produzione media di vino in Italia, si tratterrebbe comunque di 22,5 mln di litri all’anno di vino dealcolizzato e quindi di avviare allo smaltimento 225 milioni di litri di acqua”. Infine AssoDistil ha sollevato il tema del divieto della detenzione di alcole negli stabilimenti enologici e quindi della necessità di “adeguare la normativa perché qualsiasi soggetto possa accedere a tale attività nel pieno rispetto delle Leggi”.

Guida de L’Espresso ai Vini d’Italia 2025: Marisa Cuomo miglior Cantina

Guida de L’Espresso ai Vini d’Italia 2025: Marisa Cuomo miglior CantinaMilano, 27 nov. (askanews) – È quella di Marisa Cuomo la Miglior Cantina della Guida de L’Espresso ai Vini d’Italia 2025, il volume curato da Luca Gardini. Il premio le è stato attribuito ieri sera nel corso dell’evento di presentazione delle edizioni 2025 delle Guide de L’Espresso al Teatro Arcimboldi di Milano. Alla serata hanno partecipato oltre un migliaio di ospiti, tra cui il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, volti noti dello spettacolo e protagonisti dell’enogastronomia internazionale.


Ecco gli altri principali riconoscimenti assegnati dalla guida uscita a 45 anni dalla prima edizione: i Migliori produttori under 40 sono Paolo e Aldo Rabotti di Cantina Monte Rossa, mentre il Miglior enologo è Fabio Mecca di Paternoster. Per quanto riguarda i Premi speciali, il Miglior vino spumante è il “Valdobbiadene Docg Extra Brut Tridik Quota 430 2023” di Colesel; il Miglior vino bianco da uve autoctone è il “Gavi Docg del Comune di Gavi La Meirana 2023” di Broglia; il Miglior vino bianco è il “Collio Doc Bianco Fosarin 2022” di Ronco dei Tassi; il Miglior vino rosato è il “Calabria Igt Rosé Pescanera 2023” di Ippolito 1845; il Miglior vino rosso da uve autoctone il “Montepulciano d’Abruzzo DocDocheìo 2021” di La Valentina; il Miglior vino rosso è il “Vigneti delle Dolomiti Igt Rosso San Leonardo 2019” di Tenuta San Leonardo; il Miglior vino dolce è “Emilia Bianco IGP Passito Thea 2022” di Tre Monti; il Vino promessa è il “Colli Maceratesi Doc Ribona Altabella 2023” di Fontezoppa. Infine la Miglior area vitivinicola è stata giudicata la Valtellina. I primi 3 vini del mondo sono stati attribuiti allo sloveno Marjan Simcic per il “Sauvignon Vert Opoka Ronc Zegla Goriska Brda 2022”; all’albanese Cobo e Kuqja e Beratit per il “Gran Reserve 2020”; e all’austriaco Josef Fischer per il “Riesling Smaragd Ried Kreuzberg 2022”.


La categoria “Top 5 sotto i 15 euro” ha visto prevalere il “Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico Le Vaglie 2023” di Santa Barbara; il “Romagna Pagadebit Dop Strati 2023” di Enio Ottavian; il “Sannio DOC Aglianico Piedirosso 2021” di La Fortezza; il “Friuli Colli Orientali Doc Friulano 2023” di Ronco Dei Pini e il “Sicilia DOC Tenuta Presti e Pegni Benuara 2022” di Cusumano. I “Top 5 naturali” sono il “Cinque Terre Doc Sciacchetrà 2022” di Possa, il “Romagna Albana Secco Docg Frangipane 2023” di Tenuta La Viola, il “Buttafuoco Doc Solinghino 2023” di Picchioni, il “Marche Igt Rosso K’UN 2020” di Clara Marcelli “Cerasuolo d’Abruzzo Doc Anfora 2022” di Francesco Cirelli. Infine, i “Top 5 orange” sono andati al “Lazio Igt Bellone Nzù 2021” di Marco Carpineti, al “Custoza Doc Crea Macerato 2021” di Albino Piona, al “Venezia Giulia Igt Vitovska 2021” di Skerk, al “Roccamonfina Igt Fiano Zagreo 2020” de I Cacciagalli, e al “Terre Siciliane IGP Zibibbo in Pithos 2023” di Cos.

Guida Ristoranti 2025 de l’Espresso: Klugmann conquista i 5 Cappelli

Guida Ristoranti 2025 de l’Espresso: Klugmann conquista i 5 CappelliMilano, 27 nov. (askanews) – Antonia Klugmann, celebrata chef dell’Argine a Vencò (Gorizia) ha conquistato i 5 Cappelli de La Guida ai 1000 Ristoranti d’Italia 2025. Il riconoscimento le è stato consegnato ieri sera nel corso dell’evento delle Guide de L’Espresso andato in scena al Teatro Arcimboldi di Milano e che ha visto oltre un migliaio di ospiti, tra cui volti noti dello spettacolo, rappresentanti delle istituzioni e protagonisti dell’enogastronomia internazionale ritrovarsi insieme per la presentazione delle nuove edizioni 2025.


Il curatore del volume, Andrea Grignaffini, ha così motivato la scelta del premio alla 45enne chef triestina: “Un giusto tributo a una cuoca che, nella remota bellezza della periferia italiana, lavora con una meticolosità assoluta, ispirandosi alla natura per raggiungere l’essenza del gusto”. Tra le novità 2025, l’ingresso di 70 nuovi ristoranti e la presentazione di 12 premi speciali, tra cui uno dedicato al servizio di sala. Il premio al pranzo dell’anno è stato assegnato allo chef Niko Romito del Ristorante Reale. I 5 Cappelli, con un punteggio di 19,5 su 20 sono andati a Le Calandre di Massimiliano Alajmo, Osteria Francescana di Massimo Bottura, Piazza Duomo di Enrico Crippa, e Reale di Niko Romito. I 5 Cappelli, con un punteggio di 19 su 20 a Cracco di Carlo Cracco, Duomo di Ciccio Sultano, L’Argine a Vencò di Antonia Klugman Uliassi di Mauro Uliassi.


A 45 anni dalla prima edizione, la serata delle Guide de L’Espresso è stata aperta dalle parole del direttore de L’Espresso, Emilio Carelli: “Uniti dalla passione per la buona cucina e per il vino di qualità, abbiamo coinvolto i più importanti chef nazionali, produttori di vini d’eccellenza, giornalisti e cultori del settore”, e arricchita dagli interventi del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, dell’assessora alla Mobilità di Milano, Arianna Censi, e di Gianluca Ianuario, presidente de L’Espresso, che ha consegnato il premio per il Miglior progetto di ristorazione solidale alla Fondazione Ernesto Pellegrini Onlus, riconoscendo “lo straordinario impegno nel promuovere valori di inclusione, solidarietà e sostenibilità” attraverso il lancio del Ristorante Ruben a Milano. In questa cornice si pone anche il progetto di espandere ulteriormente il messaggio di inclusione e sensibilità: presto, infatti, verrà lanciata una versione internazionale delle Guide, per portare l’impegno e la visione di questo progetto oltre i confini nazionali.


I premi conferiti durante la presentazione sono stati attribuiti per il Miglior dolce a “Fragilità, Gioco al cioccolato 2024” di Massimiliano Alajmo (Le Calandre di Rubano); per il Miglior pasticcere a Luca Villa del Ristorante Imàgo-Hotel Hassler di Roma; per il Miglior locale etnico a Moi Omakase di Prato; per la Miglior trattoria a Trattoria Vino e Cibo di Senigallia; per la Miglior proposta italiana all’estero a Oliver Piras e Alessandra Del Favero de Il Carpaccio del Royal Monceau di Parigi; per il Miglior Maitre ad Achille Sardiello del Ristorante Pipero di Roma; per il Miglior sommelier a Rudy Travagli dell’Enoteca La Torre Villa Laetitia di Roma; per la Miglior carta dei vini La Ciau del Tornavento di Treiso; per il Miglior team di sala a Dal Pescatore Santini di Canneto sull’Oglio (Mantova). Il Miglior chef emergente è Luigi Coppola di Casa Coloni a Paestum; il Miglior piatto è “Da Gragnano a Bangkok” di Massimo Bottura dell’Osteria Francescana di Modena; il Pranzo dell’anno (Cappello di platino) è quello del Ristorante Reale di Castel di Sangro di Niko Romito.

Nasce la Rete sociale biodinamica Demeter: agricoltura inclusiva cresce

Nasce la Rete sociale biodinamica Demeter: agricoltura inclusiva cresceMilano, 26 nov. (askanews) – Una Rete sociale biodinamica Demeter per rafforzare e mettere in luce l’impegno di tante realtà produttive che hanno saputo creare percorsi virtuosi utili alla comunità e ai territori. L’associazione per la tutela della qualità biodinamica in Italia ha promosso un confronto interno per arrivare alla creazione di una rete di aziende, già impegnate sul fronte sociale, capaci di collaborare sui progetti legati alla responsabilità sociale.


Lo ha annunciato la stessa Demeter, spiegando che il progetto nasce dalle proposte di Sara Colonna della Cooperativa La Monda di Arcisate (Varese), e di Gianluca Bergianti dell’azienda Terrevive di Carpi (Modena), “che da anni sviluppano percorsi d’inclusione”. Colonna e Bergianti “mettono in evidenza l’attività di agricoltura sociale, un’esperienza che riesce a recuperare l’antica funzione sociale dell’agricoltura mettendola a disposizione dei servizi alla persona, un’opportunità di sviluppo che in Italia, ancora oggi, trova molti ostacoli lungo il cammino” a partire dalla burocrazia. “La responsabilità sociale è un elemento connaturato all’azienda biodinamica: nasce spontaneamente – spiega Colonna – e accade così che le persone svantaggiate riescano a sviluppare un talento, a tracciare un progetto di vita, a sentirsi utili, ad accrescere la loro autostima. E c’è di più, perché per l’azienda biodinamica il loro talento è prezioso”. Nel 2021 Bergianti, assieme alla moglie Simona Zerbinati, ha creato la cooperativa “Il Fermento” per portare avanti progetti di formazione e inserimento lavorativo di persone fragili. “Nella cooperativa oggi lavorano nove persone svantaggiate e c’è anche chi è socio” racconta, sottolineando che “tutti trovano uno spazio, una mansione, perché c’è bisogno di tantissima manodopera: facciamo tutto a mano. Abbiamo da seguire i seminativi, gli ortaggi, il vigneto, gli animali – continua Bergianti – e queste persone si rendono utili in ogni contesto , senza forzature, a loro modo. Pian piano si scoprono le loro attitudini, che diventano veri e propri talenti”.


Il confronto tra esperienze e aziende permetterà di guidare anche coloro che muovono i primi passi nel sociale. Come spiega il presidente di Demeter Italia, Enrico Amico, “l’iniziativa rappresenta una nuova fase di sviluppo delle aziende biodinamiche su tutto il territorio nazionale e un riferimento utile per tutti coloro che hanno fatto della responsabilità sociale e del sostegno alla comunità un valore fondamentale. “Sarà come una specializzazione interna a Demeter Italia” racconta Amico, precisando che “l’esperienza delle aziende biodinamiche mostra che è possibile unire l’attività imprenditoriale alla causa sociale con ottimi risultati. Parliamo di valorizzazione dei talenti delle persone svantaggiate, di coloro che sono in difficoltà, di uno stretto legame con il territorio che porta a un rafforzamento del senso di comunità, alla coesione, e di ottimi risultati in termini produttivi” prosegue, chiarendo che “non si tratta di filantropia o missioni umanitarie ma di riconoscere le diversità valorizzandole. Le aziende biodinamiche Demeter praticano la responsabilità sociale da sempre e hanno molto da insegnare su questo fronte”.

Vino, Fivi: 28mila ingressi a 13esimo Mercato dei vignaioli indipendenti

Vino, Fivi: 28mila ingressi a 13esimo Mercato dei vignaioli indipendentiMilano, 26 nov. (askanews) – Sono stati 28mila gli ingressi alla 13esima edizione del Mercato dei vini dei vignaioli indipendenti indipendenti andata in scena dal 23 al 25 novembre a BolognaFiere. Ad annunciarlo, soddisfatta, è stata la Federazione italiana dei vignaioli (Fivi) che organizza la manifestazione, sottolineando che è stata superata l’affluenza dell’edizione del 2023.


“Confrontando l’andamento di quest’anno con quello della passata edizione, la prima allestita alla fiera di Bologna, si è potuto osservare – spiegano gli organizzatori – un picco nella giornata inaugurale di sabato 23 (+ 2.000 visitatori) e una buona tenuta in quelle di domenica 24 (malgrado lo sciopero proclamato dal personale di treni e ferrovie) e di lunedì 25, quest’ultima più spiccatamente rivolta agli operatori professionali”. Tutto esaurito per le masterclass, realizzate in collaborazione con la Scuola internazionale di cucina italiana Alma e con i Panificatori agricoli urbani (Pau). I cinque appuntamenti hanno avuto come filo conduttore il tema “Tempo e generazioni: passato, presente e futuro dei vignaioli italiani” e hanno approfondito diverse punte di diamante dell’enologia italiana (dal Franciacorta al Sagrantino, dal Cannonau al Vinsanto) e le produzioni di alcune vignaiole under 40. La sesta masterclass è stata, invece, targata Fioi e ha riguardato l’olio, “tra verità e falsi miti”.


“Ottimi riscontri anche per gli eventi in calendario a Bologna e provincia in tanti locali che, nelle serate di venerdì 22 e di sabato 23 novembre, si sono lasciati contagiare dal clima di festa del Mercato e invadere pacificamente dai suoi vignaioli” continuano gli organizzatori, parlando del “Fuori Mercato – La notte bianca dei vignaioli” organizzato dall’Associazione mescitori organizzati (Amo) e della “Notte bianca della ristorazione” ideata da Fipe-Confcommercio Ascom Bologna.

Vino, Federvini: bene decreto sulla produzione di no e low alcol

Vino, Federvini: bene decreto sulla produzione di no e low alcolMilano, 26 nov. (askanews) – Federvini accoglie con soddisfazione l’esito dell’incontro avvenuto oggi tra le associazioni di rappresentanza del settore vitivinicolo italiano e il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, nel corso del quale è stato presentato il decreto ministeriale per la produzione di vino senza alcol o parzialmente dealcolato in Italia.


La nuova misura, attesa dai produttori italiani interessati allo sviluppo di questa nuova tipologia di prodotti, “permetterà di superare” l’attuale assetto normativo che rendeva di fatto impossibile produrre sul territorio nazionale un vino anche solo parzialmente dealcolato, obbligando di conseguenza i produttori interessati a recarsi all’estero per poter investire su questo nuovo e crescente segmento di consumo. “Il decreto, frutto di una proficua riflessione convergente tra le diverse componenti della filiera e il ministero – ha dichiarato Piero Mastroberardino, vicepresidente di Federvini – da un lato punta a ristabilire condizioni di parità competitiva con gli altri Paesi produttori, per altro verso ha lo scopo di integrare, non sostituire, le tipologie di prodotto che rappresentano gli output della filiera nazionale, che deve proseguire l’opera di consolidamento del proprio ruolo guida nella crescita di valore e nel contempo sostenere il potenziale produttivo e il rapporto con i mercati”.


Federvini evidenzia “l’importanza di regole chiare e orientate all’efficienza, evitando vincoli operativi che potrebbero ostacolare l’efficacia e la competitività delle nostre imprese”. “Sarà fondamentale – ha aggiunto Mastroberardino – che questi nuovi vini preservino un solido legame con la materia prima agricola, guidando i consumatori alla continua scoperta della ricchezza della nostra produzione vitivinicola”. Con questa misura, “il ministero conferma il suo impegno nel supportare l’innovazione del settore vitivinicolo, sostenendo la leadership italiana sui mercati internazionali”.

Vino, Uiv: bene decreto dealcolizzati, auspichiamo firma entro natale

Vino, Uiv: bene decreto dealcolizzati, auspichiamo firma entro nataleMilano, 26 nov. (askanews) – Lo schema di Decreto ministeriale “Dealcolizzati” presentato oggi alla filiera dal ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, rappresenta un passo avanti nella regolamentazione della produzione di vini cosidetti “Nolo”, no e low alcol, in Italia. “Salvo alcuni elementi certamente perfezionabili”, Unione italiana vini (Uiv) ritiene che la bozza illustrata oggi al Masaf “definisca un quadro normativo chiaro e dettagliato, in grado di tutelare la qualità del prodotto e l’informazione al consumatore”. Uiv è convinta che l’introduzione di queste nuove categorie di prodotti “da una parte possa rappresentare per il settore un allineamento con i competitor europei a tre anni di distanza dalla pubblicazione del regolamento comunitario, dall’altra offrire nuove opportunità per il settore vitivinicolo italiano, aprendo a nuovi mercati e target di consumatori complementari alla domanda di vini convenzionali”.


Tra gli elementi salienti di un Dm che contempla per larga parte le linee tracciate dalla normativa Ue, la definizione e classificazione dei vini dealcolizzati (titolo alcolometrico non superiore a 0,5%) e parzialmente dealcolizzati (titolo alcolometrico superiore a 0,5% ma inferiore al minimo della categoria originale, 8,5%/9%). Definizioni, queste, che dovranno essere riportate nelle nuove etichette a seguito della categoria vino. La dealcolizzazione, che non sarà consentita ai prodotti Dop e Igp, dovrà avvenire esclusivamente tramite i processi stabiliti dall’Ue utilizzati singolarmente o congiuntamente secondo le modalità di parziale evaporazione sottovuoto, tecniche a membrana e distillazione. Sarà vietato aumentare il tenore zuccherino del mosto e aggiungere acqua o aromi esogeni al prodotto, mentre sarà consentito il recupero e riutilizzo dell’acqua e degli aromi endogeni dalla soluzione idroalcolica derivante dal processo, a condizione che avvenga in un circuito chiuso e automatico. Secondo Uiv, che valuta positivamente l’impianto normativo proposto, gli aspetti migliorabili “si legano in particolare alla possibilità di consentire che le operazioni di dealcolizzazione possano avvenire nello stesso stabilimento dove avvengono le operazioni di vinificazione/imbottigliamento, ma in ambienti separati e non intercomunicanti, come indicato dall’Icqrf (e non in “stabilimenti” separati). A ciò “si aggiunga il trattamento come rifiuto, anziché sottoprodotto,per le sostanze idroalcoliche ottenute con tecnica a membrana a contatore in ragione dell’antieconomicità nell’utilizzo per altri impieghi”.


Unione italiana vini auspica infine che all’importante cambio di marcia impresso oggi faccia seguito un’approvazione rapida del provvedimento da parte del ministro Lollobrigida, atteso prima del prossimo Natale.

Vino, Vinarius: 45,5% enotecari teme calo acquisti durante le feste

Vino, Vinarius: 45,5% enotecari teme calo acquisti durante le festeMilano, 26 nov. (askanews) – Sebbene le previsioni per la stagione natalizia riflettano ancora qualche incertezza, con il 45,5% degli intervistati che immagina un calo, il 27,3% degli enotecari si mostra ottimista rispetto ad un possibile incremento, “segno che il mercato può riservare sorprese positive”. E’ quanto spiega Vinarius, l’associazione delle enoteche italiane che rappresenta oltre 120 associati il cui fatturato totale sfiora i 50 milioni di euro, aggiungendo, sempre in merito alle prossime festività, che “le potenzialità di crescita per categorie prodotto sono chiare, con un netto predominio del Prosecco Docg, indicato come prodotto con la maggiore crescita prevista (45,5%), seguito dai Metodo Classico italiani (36,4%) e, a distanza, dallo Champagne (9,1%)”.


Per quanto riguarda invece il confronto tra le vendite estive del 2023 e quelle del 2024 in particolare di vini bianchi e spumanti, il 54,5% degli enotecari ha registrato una lieve diminuzione del fatturato, il 36,4%, volumi invariati e solo il 9,1% un miglioramento. Sul complesso tema della propensione al consumo, sotto osservazione è stato messo il target delle nuove generazioni (18-25 anni), che mostrano una minore propensione al consumo di alcol rispetto ai loro predecessori (63,6%). “Questa tendenza – chiude Terraneo – invita a una riflessione: c’è spazio per avvicinare i giovani ad un consumo consapevole, valorizzando l’esperienza culturale e sensoriale che il vino è in grado di offrire, ben oltre la mera funzione di bevanda”.


Infine, un altro tema analizzato da Vinarius con i suoi associati è quello sulle conoscenze dei vini naturali: il 72,7% degli enotecari ritiene che i consumatori abbiano ancora bisogno di maggiore consapevolezza sulle differenze rispetto ai vini convenzionali. Questa necessità, secondo l’associazione, “si traduce in un’opportunità per il settore, che può rafforzare il dialogo con il pubblico, valorizzando la cultura del vino e la conoscenza dei suoi molteplici volti”.

Vino, Hofstatter: due nuovi cru di vigna e un’altra bolla dealcolata

Vino, Hofstatter: due nuovi cru di vigna e un’altra bolla dealcolataMilano, 25 nov. (askanews) – Nemmeno il tempo di gioire per il via libera della zonazione dell’Alto Adige, con le 86 Unità geografiche aggiuntive (Uga), che Martin Foradori, motore di questo progetto non solo come guida di Hofstatter ma anche come vicepresidente del Consorzio, lancia altri due nuovi vini che vanno ancora più in profondità nel concetto di cru. E’ l’idea della “Vigna”, introdotta nel 1987 con il “Barthenau Vigna S. Urbano Pinot Nero” dalla terza generazione alla guida di Tenuta J. Hofstatter rappresentata da Paolo Foradori.


“La mano del vignaiolo deve guidare, senza mai forzare, il processo di nascita e maturazione di un vino – dice il produttore – la cui bellezza autentica affonda le sue radici nei singoli vigneti”. Ed ecco allora le due nuove etichette: il “Pinot Nero 2022 Barthenau Vigna Herbsthofl” e il “Gewurztraminer 2022 Vigna Castello Rechtenthal”. Il Blauburgunder è figlio di un vigneto, l’Herbsthofl appunto, posto tra i 430 e i 460 metri di altitudine nella parte più alta della Tenuta Barthenau su un suolo di argilla con ghiaia calcarea, ed è frutto di una selezione massale della storica Vigna Roccolo (classe 1942). Dopo la fermentazione per una decina di giorni con le bucce a contatto con il mosto, matura per un annetto in botti piccole di rovere francese e infine in un’unica grande botte di rovere per altri 12 mesi. Vino di razza, diritto e preciso, promette un lungo e felice invecchiamento e testimonia una volta di più come Mazon (con Glen) sia il territorio d’elezione del Pinot Nero del Sudtirol e oggi una delle Unità geografiche aggiuntive più conosciute. Qui nascono infatti anche gli altri due Blauburgunder da singolo vigneto: il “Barthenau Vigna S. Urbano” e il “Barthenau Vigna Roccolo”. Per quanto riguarda invece il Gewurztraminer, le uve crescono sul vigneto sul versante con pendenze fino al 60% a Soll (questo il nome della Uga) sopra il Castello di Rechtenthal, ai piedi del Monte Roen (2.116 metri). Un vigna a circa 400 metri sul livello mare e sopra il “Rio Inferno”, sul versante Ovest della valle dell’Adige, un terreno di rocce sedimentarie marine ricche di calcare e influenzato da correnti fresche, a un tiro di scoppio dalla Vigna Kolbenhof, da cui nasce l’altro super cru di Traminer aromatico prodotto dalla Tenuta di Termeno. Vinificato in grandi botti di legno, matura per 24 mesi sui lieviti fini con il risultato di ottenere un vino moderno, snello ma piacevolmente complesso e intrigante.


Oggi Martin Foradori è affiancato non solo dalla moglie Beatrix ma, ufficialmente dal marzo scorso, anche dai figli Emma e Niklas. Quest’ultimo, che ha appena compiuto 27 anni, ha già messo in saccoccia un buon numero di esperienze in Cantine europee ed extraeuropee e una laurea in Viticoltura ed Enologia. “Dopo 32 anni – racconta Martin Foradori – quest’anno è stata la prima volta che durante la tutta la vendemmia e tutta la vinificazione non ho mai messo piede in cantina: la quinta generazione è attiva e io ho dato in mano la vinificazione a mio figlio e io mi concentro su marketing e vendite, e spero in futuro di potermi dedicare molto di più all’azienda che abbiamo in Mosella (Dr. Fischer, acquisita nel 2014, ndr)”. Ed è stato proprio Niklas Foradori nel 2019, di ritorno dalla Germania, a fare assaggiare dei dealcolati a sua padre, contribuendo alla decisione di dare vita un anno dopo alla linea alcol free Steinbock, un fermo e una bollicina a base di Riesling, che a fine gennaio 2025 saranno accompagnati da un altro spumante prodotto dealcolando un più leggiadro e interessante Riesling Kabinett. “Un segmento questo che si attesta complessivamente su circa centomila bottiglie che per il 70% sono destinate al mercato italiano” spiega Martin Foradori, precisando che “il canale che ha risposto subito è stato quello dell’hotellerie internazionale, a cui ora stanno seguendo tutti gli altri, enoteche comprese. Oggi proponiamo anche due ‘private label’ per due insegne di Gdo italiane importanti – evidenzia – e questo è un segnale chiaro che indica che c’è una richiesta da parte dei consumatori. E’ davvero un peccato che la nostra politica non lo capisca e chiuda gli occhi continuando a fare polemica contro il dealcolato mentre Germania, Francia e Spagna ci hanno oramai sorpassato”. Se l’Italia in questo senso è ferma, Hofstatter tira diritto guardando al futuro e immaginando un dealcolato da base Pinot Nero. (Alessandro Pestalozza)


Foto: Peter Bender

Vino, ad Alberto De Nardo la Medaglia d’oro Antonio Carpenè 2024

Vino, ad Alberto De Nardo la Medaglia d’oro Antonio Carpenè 2024Milano, 25 nov. (askanews) – E’ Alberto De Nardo il vincitore della Medaglia d’oro Antonio Carpenè 2024, riservata allo studente più meritevole della Scuola di Viticoltura ed Enologia G. B. Cerletti di Conegliano (Treviso). La motivazione con cui la giuria presieduta da Rosanna Carpenè ha designato il vincitore è la seguente: “Dimostra un impegno costante nell’apprendimento, non si limita mai alle nozioni acquisite ma, in modo autonomo, le approfondisce e le condivide con i compagni e con i docenti, applicando nel territorio le tematiche affrontate. Attenzione e sensibilità verso le tematiche della sostenibilità non solo ambientale, ma anche economica e sociale. Passione e professionalità lo accompagnano in tutti i percorsi che intraprende”.


La consegna del riconoscimento si è tenuta il 23 novembre nell’Aula Magna del Cirve presso la Scuola Enologica, e nel corso della cerimonia è stato ricordato Etile Carpenè, a un mese esatto dalla sua scomparsa avvenuta lo scorso 23 ottobre a Conegliano. A prendere la parola, durante la commemorazione “Un nome, una storia: Etile Carpenè il signore del Prosecco”, sono stati Diego Tomasi, direttore del Consorzio del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, Floriano Zambon già sindaco di Conegliano per tre mandati e presidente emerito dell’Associazione nazionale Città del vino, e Vasco Boatto, professore emerito di Economia e politica agraria dell’Università di Padova. All’evento, sono arrivati i saluti del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida e del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. “Siamo qui per celebrare l’eccellenza formativa ma anche per rendere omaggio a mio padre che ha fatto grande quest’impresa assieme ai suoi predecessori” ha dichiarato Rosanna Carpenè, presidente di Carpenè-Malvolti, rimarcando che “la responsabilità che mi aspetta è grande ma uno dei punti saldi del mio progetto alla guida dell’azienda sarà quello di continuare la strada da lui tracciata nella valorizzazione e promozione dei giovani talenti, continuando a investire nella formazione delle nuove generazioni”.