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Coldiretti-Unaprol: sistema tracciabilità Ue contro frodi olio

Coldiretti-Unaprol: sistema tracciabilità Ue contro frodi olioRoma, 10 dic. (askanews) – Una svolta decisiva contro frodi e contraffazioni nell’olivicoltura con l’istituzione di un sistema telematico di registrazione e tracciabilità unico a livello europeo per proteggere l’olio extravergine d’oliva e garantire trasparenza lungo tutta la filiera produttiva. E’ questa la richiesta avanzata dal vicepresidente di Coldiretti e presidente di Unaprol, David Granieri, in una lettera inviata al ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida. L’obiettivo è chiaro: proteggere la qualità di un prodotto simbolo dell’agroalimentare italiano ed europeo e tutelare sia i consumatori che i produttori onesti.


“Le truffe, le sofisticazioni e le adulterazioni stanno erodendo il valore e l’autenticità di uno dei pilastri della tradizione agroalimentare italiana ed europea – si legge nella lettera – È inaccettabile che queste pratiche fraudolente possano continuare a minacciare un patrimonio costruito sulla qualità, sulla trasparenza e sulla fiducia”. La situazione attuale vede il mercato dell’olio extravergine sotto assedio, con frodi sempre più sofisticate e la vendita di olio a prezzi insostenibili per i produttori onesti. Questo fenomeno, come sottolineano Coldiretti e Unaprol, “infligge danni irreparabili sia ai consumatori, che vengono ingannati e lesi nei loro diritti, sia ai produttori onesti, il cui impegno e dedizione vengono sistematicamente sviliti da pratiche disoneste”.


Per arginare queste problematiche, Coldiretti e Unaprol propongono l’istituzione di un Registro Telematico Unico a livello europeo per garantire la tracciabilità degli oli d’oliva vergini, basandosi sul modello italiano del Registro Telematico del SIAN. Questo sistema, già applicato con successo in Italia, permetterebbe di garantire ogni fase della produzione tracciabile digitalmente in modo uniforme in tutta l’UE, la garanzia di acquisti consapevoli e di prodotti dall’origine certa, un sistema di tracciabilità efficace per scoraggiare le pratiche illecite e faciliterebbe i controlli. Inoltre, la reputazione dell’olio extravergine europeo sarebbe così rafforzata e tutelata a livello internazionale. Come ribadito nella lettera, “è necessario garantire il rispetto del principio di reciprocità per tutelare i produttori italiani ed europei da una concorrenza sleale messa in atto con prodotti di dubbia provenienza”. Ma è essenziale anche rivedere il meccanismo degli accordi di contingenti tariffari, “che prevedono l’importazione di olio senza dazi doganali. Tali accordi dovrebbero essere gestiti, come in passato, al termine della campagna di raccolta in modo da garantire condizioni di parità competitive per i produttori europei, anche per evitare che siano sfruttati per pratiche commerciali sleali, come l’importazione di prodotti a prezzi eccessivamente bassi, in contrasto con i rigorosi standard europei in materia di sicurezza alimentare e sostenibilità ambientale previsti nell’Unione Europea”.


Coldiretti e Unaprol confidano quindi nella sensibilità e nella determinazione del ministero per proteggere un simbolo del patrimonio agroalimentare e culturale dei Paesi mediterranei e invitano ad un’azione tempestiva per l’applicazione del Regolamento UE 299/2013.

Italia best practice su contrasto consumo illecito sigarette

Italia best practice su contrasto consumo illecito sigaretteRoma, 10 dic. (askanews) – Anche nel 2023 l’Italia è best practice in Europa per quanto riguarda il consumo illecito di sigarette: nel 2023 la percentuale di consumo illecito si attesta all’1,8%, in ulteriore contrazione (-0,5%) rispetto all’anno precedente. Ma la perdita erariale ammonta comunque a circa 219 milioni di euro e sottolinea l’esigenza di assicurare un presidio costante del fenomeno. Nel resto d’Europa, invece, il fenomeno è in aumento.


E’ quanto emerso dal convegno “Un brutto vizio: il commercio illecito nel settore dei tabacchi” svoltosi oggi a Roma presso la sede nazionale di Coldiretti, a Palazzo Rospigliosi. L’evento è stato promosso nell’ambito del Tavolo M.A.C.I.S.T.E. (Monitoraggio Agromafie Contrasto Illecito Settori Tabacchi ed E-cig) dalla Fondazione Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema alimentare, in collaborazione con Philip Morris Italia. L’incontro ha rappresentato un’occasione per gli esperti nazionali del settore di analizzare e discutere le ultime evidenze relative al fenomeno, insieme alle misure di contrasto adottate dagli attori coinvolti.


Al centro del dibattito gli ultimi dati del Rapporto KPMG sul consumo illecito di sigarette in Europa, commissionato da Philip Morris Product SA, che hanno evidenziato come in un quadro europeo di sostanziale peggioramento del fenomeno illecito, con 35,2 miliardi di sigarette illecite consumate (8,3% del consumo totale) e 11,6 miliardi di euro di mancante entrate fiscali, l’Italia si confermi anche nel 2023 una best practice nel contrasto al fenomeno. La percentuale di consumo illecito è infatti ulteriormente diminuita, arrivando all’1,8% del totale (-0,5% vs 2022), per quanto la perdita stimata di entrate fiscali ammonti alla cifra considerevole di circa 219 milioni di euro. Impressionante il confronto con alcuni Paesi come la Francia, dove il consumo illecito di sigarette nel 2023 si è attestato alla percentuale record del 33%, caratterizzati da approcci regolatori e fiscali particolarmente restrittivi.


E visto che combattere il commercio illecito di tabacco significa tutelare consumatori e lavoratori di una filiera agricola tutta italiana, la filiera integrata riconducibile all’accordo di filiera Coldiretti-Philip Morris Italia rappresenta oggi la punta più avanzata del settore tabacchicolo italiano. “La filiera integrata del tabacco Coldiretti-Philip Morris rappresenta circa il 50% del tabacco italiano e si caratterizza per un contesto fortemente orientato all’innovazione, alla sostenibilità e alla digitalizzazione – ha dichiarato Gennarino Masiello, presidente Organizzazione Nazionale Tabacco Italia – Per queste ragioni iniziative come quella di M.A.C.I.S.T.E. vanno sostenute con forza non solo a livello nazionale. Buone pratiche di questo tipo vanno esportate anche a livello europeo, al fine di avere un contesto omogeneo comunitario per il settore fatto di regole, controlli e sanzioni”.

Fao: in 2023 -12% nel commercio globale di prodotti in legno/carta

Fao: in 2023 -12% nel commercio globale di prodotti in legno/cartaRoma, 10 dic. (askanews) – Il commercio globale di prodotti in legno e carta è sceso drasticamente rispetto ai livelli record del 2021 e del 2022, con il commercio di carta che continua a diminuire sotto la pressione dei media digitali. E’ quanto emerge dagli ultimi dati pubblicati dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO).


Secondo il rapporto Dati e cifre sui prodotti forestali globali 2023 il commercio mondiale di prodotti in legno e carta ha registrato un calo del 12%: le esportazioni sono diminuite di 64 miliardi di dollari a quota 482 miliardi di dollari nel 2023. Un livello ancora al di sopra del valore commerciale internazionale più alto mai visto prima del 2021. Ma, significativamente, il fatto che il valore commerciale sia diminuito più rapidamente delle quantità scambiate per la maggior parte dei prodotti indica un calo dei prezzi dei prodotti forestali nel 2023 in un contesto di rallentamento generale della crescita economica. La produzione globale di carta e cartone si è contratta del 3%, a causa della continua sostituzione dei supporti stampati con prodotti digitali.


“Quello che abbiamo visto accadere è una combinazione di fattori, con produzione e commercio in calo a causa dell’interruzione della catena di approvvigionamento globale, del rallentamento della domanda dei consumatori e delle restrizioni commerciali, insieme a un calo a lungo termine, ad esempio nella produzione e nel commercio di carta globale insieme al progresso della digitalizzazione”, ha detto Zhimin Wu, Direttore della Divisione forestale della FAO. La produzione e il commercio globali della maggior parte dei principali prodotti a base di legno hanno registrato un calo nel 2023, con solo i pannelli a base di legno che hanno registrato una crescita marginale nella produzione.

La Fontina Dop al nono posto tra le Dop casearie

La Fontina Dop al nono posto tra le Dop casearieRoma, 9 dic. (askanews) – Secondo l’ultimo Rapporto Ismea-Qualivita 2024, la Fontina Dop si posiziona al nono posto tra le Dop casearie, con poco più di 3000 tonnellate prodotte nel 2023 per un valore al consumo di 55 milioni di euro (+1% sul 2022) e un valore alle esportazioni di 7,5 milioni di euro (+0,9%).


Analizzando il dato regionale, grazie alla Fontina DOP la Valle d’Aosta si posiziona al 13esimo posto come valore alla produzione per il solo settore Cibo certificato (per un totale di 45 milioni di euro a valore) e al 16esimo per il settore complessivo Food&Wine (60 milioni di euro a valore, +3,2% suno2022), arrivando ad incidere per il 29% sul valore agroalimentare totale valdostano.

Copa Cogeca incontra Italia Francia Spagna e Polonia su Mercosur

Copa Cogeca incontra Italia Francia Spagna e Polonia su MercosurRoma, 9 dic. (askanews) – I ministri dell’Agricoltura di Italia, Francia, Spagna e Polonia Francesco Lollobrigida, Annie Genevard, Luis Planas e Czeslaw Siekierski hanno incontrato oggi i vertici del sindacato degli agricoltori europei e delle cooperative agricole del Copa-Cogeca. Un incontro chiesto “urgentemente” per discutere delle conseguenze dell’accordo firmato venerdì scorso a Montevideo tra la Commissione europea e i presidente dei paesi del Mercosur, spiega il Copa Cogeca sul proprio profilo X. “Il nostro messaggio è chiaro: non siamo contrari agli accordi commerciali, ma questo è inaccettabile così com’è”, spiega il sindacato.


E mentre a Bruxelles era in corso l’Agrifish, stamattina il Copa Cogeca ha messo in atto un flash mob di protesta contro l’accordo. “Un ringraziamento speciale a tutti coloro che sono venuti oggi per sostenere la nostra azione lampo contro l’accordo #Mercosur e per essersi schierati al fianco degli agricoltori e delle cooperative agricole dell’UE in questa causa”, prosegue il Copa Cogeca su X.

In Toscana 7 mln per infrastrutture irrigue e di bonifica

In Toscana 7 mln per infrastrutture irrigue e di bonificaRoma, 9 dic. (askanews) – Sono state approvate le disposizioni specifiche per l’intervento che sostiene la realizzazione di investimenti per l’ammodernamento delle infrastrutture irrigue consortili cioè i bacini e gli accumuli e le reti di distribuzione e adduzione.


Con una dotazione complessiva di 7 milioni di euro (con una intensità del sostegno pari al 100%) l’intervento ha l’obiettivo di sostenere lo sviluppo delle aree rurali attraverso investimenti finalizzati a realizzare, adeguare e/o ampliare infrastrutture a servizio delle imprese rurali (agricole e non), delle comunità rurali nonché dell’intera società, con particolare attenzione agli aspetti di sostenibilità ambientale che interessano le infrastrutture irrigue. Beneficiari sono i Consorzi di bonifica, ovvero gli Enti irrigui che hanno competenza nella distribuzione dell’acqua per l’irrigazione e svolgono attività di gestione e controllo delle opere di captazione, provvista, adduzione e distribuzione delle acque utilizzate a prevalenti fini agricoli.


“L’intervento riveste una particolare importanza – ha detto il presidente Eugenio Giani – laddove, in un periodo in cui si succedono con maggior frequenza periodi di forte siccità, è sempre più necessario garantire e mantenere un buono stato dei corpi idrici mediante la manutenzione straordinaria del reticolo artificiale di pianura, per l’irrigazione e la bonifica, nonché la realizzazione di nuove infrastrutture irrigue che non comportino un aumento netto della superficie irrigata”. “La siccità che porta notevoli difficoltà alle imprese agricole della Toscana – ha detto la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi – non deve essere considerata come un evento sporadico. Occorre prepararci a condizioni climatiche che tenderanno ad essere ricorrenti negli anni a venire. Perciò il problema dell’immagazzinamento della risorsa idrica e dell’efficientamento delle strutture irrigue rappresentano gli elementi su cui agire con determinazione. Supportare l’opera dei Consorzi di bonifica diventa un’azione strategica e lavorare in prevenzione significa pensare non solo all’emergenza, ma avere la visione che permetta di scongiurare per il futuro impatti pesanti sulla produttività delle imprese”.

Indennizzi al palo per aziende agricole alluvionate in Emilia R.

Indennizzi al palo per aziende agricole alluvionate in Emilia R.Roma, 9 dic. (askanews) – Le aziende agricole alluvionate dell’Emilia Romagna sono ancora in attesa di chiarezza e di indennizzi. Lo rileva Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini che chiede all’Inps di definire la partita contributiva e ad AgriCat di sbloccare i pagamenti di sua competenza.


Ad oggi, infatti, pare profilarsi una seconda proroga, che arriverà ancora una volta al fotofinish, per i contributi previdenziali relativi al primo e al secondo trimestre 2024, la nuova data di pagamento dovrebbe slittare al 17 marzo, ma l’Inps non ha ancora definito gli importi corretti che le imprese devono versare. “Con il DL Agricoltura è stata prevista un’agevolazione, ancora oggi inapplicata dall’Inps, con uno sconto del 68% per i contributi previdenziali dovuti nel 2024 per le imprese danneggiate dall’alluvione del maggio 2023 – ricorda Alberto Mazzoni, vicepresidente di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini – Ora si ipotizza una nuova proroga che sposterà anche la quota dovuta dei pagamenti: una soluzione insoddisfacente perché la situazione contributiva non viene chiarita dall’Inps, e lo si vede controllando il cassetto previdenziale delle nostre imprese, così continuiamo ad operare nell’incertezza, nonostante il Dl 131/24 preveda la decurtazione contributiva”. Resta poi ancora ingarbugliata la questione degli indennizzi AgriCat, sia per l’alluvione che per le altre avversità catastrofali del 2023, dove al netto della franchigia e della quota a carico delle assicurazioni, rimane un 10% da coprire.


“L’erogazione è stata sospesa dopo che sono emersi errori commessi nella valutazione dei danni: nonostante ci fossero i bollettini di campagna delle compagnie assicurative che li certificavano, AgriCat aveva rigettato le richieste – puntualizza Mazzoni – Dopo aver contestato il tutto, AgriCat ha comunicato di aver avviato ulteriori indagini, ma di tempo ne è passato parecchio e non sono ancora arrivati gli indennizzi per le avversità catastrofali del 2023, dalle gelate all’alluvione. Bisogna procedere senza indugio a ristorare i danni – conclude Mazzoni – anche perché ci sono ritardi ormai cronici, come in zootecnia, dove i contributi per lo smaltimento delle carcasse dal 2018 ad oggi, una misura sempre compresa nella gestione del rischio, non sono ancora arrivati”.

Assegnati in Confagri premi Jean Giono per gestione foreste

Assegnati in Confagri premi Jean Giono per gestione foresteRoma, 9 dic. (askanews) – Palazzo della Valle a Roma ha ospitato la cerimonia conclusiva del “Premio Jean Giono 2024: l’uomo che piantava gli alberi”, organizzata da Fondazione AlberItalia ETS e dall’Agenzia Veneta per l’Innovazione nel settore primario (Veneto Agricoltura).


Il premio, giunto alla sesta edizione, si ispira alla storia di Elzéard Bouffier, protagonista del romanzo “L’Uomo che piantava gli alberi” di Jean Giono (1895 – 1970). Uno schivo antieroe, Bouffier, che negli anni oscuri della guerra compie una silenziosa quanto straordinaria opera di rimboschimento delle pendici di un’arida vallata della Francia meridionale. Per questa ragione, ogni anno il Premio viene riconosciuto ad amministratori, imprenditori, tecnici e volontari o associazioni che si siano contraddistinti in Italia o all’estero per la promozione, per la realizzazione e per la gestione di impianti di vegetazione legnosa (alberi e arbusti), per la diffusione della cultura forestale produttiva e naturalistico-ambientale, e per la gestione sostenibile delle foreste.


Come ha ricordato Roberto Fiorentin, dell’Agenzia Veneta per l’innovazione nel settore primario, il Premio Jean Giono era stato ideato da Veneto Agricoltura a seguito della “Carta di Sandrigo” del 2017, il documento programmatico rivolto a potenziare la presenza forestale nella pianura veneta. Col passare del tempo, e soprattutto con l’apporto e l’esperienza di AlberItalia, il Premio ha assunto oggi una dimensione nazionale e internazionale. La cerimonia è stata aperta da Enrico Allasia, presidente della Federazione Nazionale di Prodotto delle Risorse Boschive di Confagricoltura, seguito da Marco Marchetti, presidente della Fondazione AlberItalia, e di Federico Correale, dirigente dell’Agenzia Veneta per l’innovazione nel settore primario, che hanno posto l’accento sulla attività dei rispettivi sodalizi e sulle numerose convergenze e collaborazioni attuate negli ultimi anni. Andrea Piotti, ricercatore CNR-IBBR e componente del Comitato Scientifico AlberItalia, col suo intervento “Ma ho veramente piantato un albero autoctono?” ha proposto una riflessione sul tema delle piante autoctone e alloctone alla luce dei più recenti studi di genetica forestale.


Le candidature al premio pervenute quest’anno sono state 52, da tutta Italia. La Commissione di valutazione, composta dagli stessi Fiorentin e Piotti, oltre che da Solaria Anzilotti, collaboratrice di AlberItalia in attività di ricerca e progettazione, ha evidenziato l’alto livello dei lavori e ha dovuto riflettere lungamente per giungere alle conclusioni. Tanto che, come ha più volte sottolineato durante la premiazione Sergio Gallo, direttore della Fondazione AlberItalia, per ciascuna delle categorie premiate la Commissione ha inteso assegnare delle menzioni speciali. A ciascuno dei vincitori delle 4 categorie saranno consegnate 250 piante, tra alberi e arbusti, prodotte dal Centro biodiversità vegetale e fuori foresta di Veneto Agricoltura. A tutti i vincitori e ai destinatari delle menzioni speciali sono stati anche consegnati l’attestato e una copia del volume “Foreste e società – Piccolo dizionario di gestione forestale sostenibile”, realizzato dalla Compagnia delle Foreste di Arezzo con il sostegno di AlberItalia.

Fiiera latte al Dairy Summit 2024 no unanime al Nutriscore

Fiiera latte al Dairy Summit 2024 no unanime al NutriscoreRoma, 9 dic. (askanews) – Dal Dairy Summit 2024, il convegno organizzato il 5 dicembre scorso dal gruppo editoriale Tecniche Nuove, nell’ambito del Dairy Expo Tech di Piacenza, arriva un no unanime al Nutri-score.


Il 2024 si chiuderà infatti con una tenuta sostanziale del comparto dairy, che con 13 milioni di tonnellate di latte prodotto è molto vicino alla piena auto sufficienza di materia prima, nonostante la tendenza sia a un assestamento del numero dei capi (Nomisma stima un -1,1% nel 2035, a fronte delle attuali 2,6 milioni di unità, ma con una crescita della produttività dello 0,9%) e a una riduzione di quello degli allevamenti. Ottime anche le notizie che provengono dall’export, con 5 miliardi di euro a valore nel solo 2023 (+130% negli ultimi dieci anni), per 160mila tonnellate di prodotto esportato. Tuttavia, rimangono anche situazioni da monitorare molto attentamente: non solo l’eventualità dell’applicazione di dazi da parte di Usa e Cina, ma anche l’introduzione a livello europeo del Nutriscore nell’etichettatura fronte pacco. Del resto, quello del dairy sta diventando un comparto da difendere anche in ragione dell’indotto che produce in altri settori: il turismo esperienziale legato alle visite nei caseifici e all’assaggio di prodotti tipici, si colloca infatti sul podio delle preferenze di chi viaggia.


E, nel corso di una tavola rotonda sulle etichette nutrizionali Paolo Zanetti (Assolatte), ha detto: “con il nutri-score siamo sulla via sbagliata. Il mio timore è che si voglia far fare al settore lattiero caseario la fine di quello dell’automotive” con la questione delle auto elettriche. Giampiero Calzolari (Granarolo), sempre in ottica anti-nutriscore, ha lanciato l’idea di introdurre la materia di educazione alimentare nelle scuole, mentre Stefano Berni (Grana Padano) ha parlato di vera e propria “guerra” in corso contro il “battaglione” che estremizza i concetti di salutismo e animalismo. La grande attenzione del Governo al settore del Dairy e soprattutto il contrasto al sistema del nutri-score sono state ribadite anche da Marco Lupo, capo del Dipartimento della Sovranità Alimentare e dell’Ippica Masaf. Maria Teresa Pacchioli (Crpa) ha sottolineato che anche per il settore lattiero caseario si sta studiando l’introduzione di una Ocm (organizzazione comune di mercato) come già avviene per il mercato ortofrutticolo. Ciò potrebbe essere funzionale, peraltro, anche a proseguire quegli obiettivi di sostenibilità ambientale richiesti a livello europeo.


Per Stefano Bonaccini, europarlamentare e membro della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, ci sono almeno quattro priorità che deve portare avanti la Commissione Agricoltura in Europa: indicizzare alla inflazione in budget destinato alla nuova Pac, rivedere alcune modalità nella concessione delle risorse (il criterio della superficie non deve essere il solo vincolante), chiedere supporto al settore assicurativo per la gestione delle crisi dovute ai cambiamenti climatici, prevedere un sistema di supporto basato non solo sulle performance, per difendere gli insediamenti agricoli anche in territori svantaggiati. Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, ricordando l’eccessiva burocratizzazione che contraddistingue l’attuale Pac, ha auspicato che la nuova Politica agricola comune si adegui agli aumenti inflattivi e, al contempo, ha invitato a guardare anche ad altre possibili forme di sostegno. Inoltre, ha espresso la necessità di una corretta informazione sui benefici degli alimenti a base di latte.

A dicembre apre al pubblico il mercato ittico del Car di Roma

A dicembre apre al pubblico il mercato ittico del Car di RomaRoma, 9 dic. (askanews) – A dicembre apre al pubblico il mercato ittico del Centro Agroalimentare Roma (CAR): un modo per acquistare pesce fresco, sicuro e a chilometro zero direttamente dalle coste laziali, ma anche una varietà unica di prodotti locali, nazionali ed esteri, sia di cattura che di allevamento. Le aperture, previste per ogni sabato del mese e, in via straordinaria, il 24 e il 31 dicembre, dalle 7 alle 12, rappresentano un’occasione per riscoprire, in occasione delle feste natalizie, il valore del pesce di qualità con un eccellente rapporto qualità-prezzo.


Durante questo periodo dell’anno, il Mediterraneo offre una vasta scelta di pesce fresco particolarmente apprezzato per la preparazione dei piatti tipici delle festività. Calamari, mazzancolle, polpo, triglie e vongole veraci sono solo alcune delle specie più richieste, ideali per realizzare portate che vanno dagli antipasti ai secondi, passando per primi piatti simbolo delle cene della Vigilia. Il pesce locale, oltre a garantire qualità e freschezza, valorizza il legame con il territorio, sostenendo i pescatori e riducendo l’impatto ambientale grazie alla filiera corta. “Il mercato ittico del CAR è un’eccellenza non solo per l’ampia gamma di prodotti disponibili, ma anche per la qualità a prezzi competitivi. L’apertura al pubblico dimostra quanto il lavoro dell’intera filiera garantisca ai cittadini il meglio del pescato, sia locale che internazionale. Vogliamo che i romani sappiano che al CAR possono trovare tutto il pesce desiderabile, perfetto per rendere speciale ogni tavola natalizia”, spiega in una nota il presidente del CAR, Valter Giammaria.


Il mercato ittico del CAR, con i suoi 19mila metri quadrati e 49 box specializzati, è un punto di riferimento per la distribuzione di pesce fresco a Roma. Con oltre 800mila quintali di prodotto consumato ogni anno, al CAR è possibile trovare una vasta selezione di prodotti ittici, dai molluschi ai bivalvi, dal pesce spada al tonno. Le fonti di approvvigionamento includono sia i mari italiani, da cui proviene il 40% del pesce, sia acque internazionali (60%).