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Fiiaf (Confagri) e La Sapienza per valorizzazione aree interne

Fiiaf (Confagri) e La Sapienza per valorizzazione aree interneRoma, 19 giu. (askanews) – Le aree interne, che coprono più della metà del Paese, potrebbero diventare decisive per vincere le sfide future delle imprese agricole familiari. Ne sono convinte FIIAF e Università La Sapienza, che hanno presentato a Palazzo della Valle un progetto per formare manager d’area con l’obiettivo di promuovere le potenzialità di questi territori e dei borghi rurali, favorendone la competitività.


L’accoglienza sarà la chiave di volta per sviluppare tali aree contrastando in maniera efficace e sistematica, nel medio periodo, l’abbandono. “L’agricoltura deve rispondere alla richiesta crescente di politiche di sostenibilità e di salvaguardia del patrimonio ambientale”, ha detto Annamaria Barrile, direttore generale di Confagricoltura, che ha aggiunto: “Punto di forza di questo progetto è il coinvolgimento delle aziende agricole familiari insieme ad altri stakeholders per rivitalizzare il territorio”. Le aree interne coprono più della metà del Paese, comprendono più del 50% del totale dei comuni a livello nazionale e vi abitano quasi 13 milioni di persone, che equivalgono al 22% della popolazione italiana.


“Il corso in programma – spiega il presidente FIAF, Carlo Lasagna – forma manager capaci di creare e gestire reti tra diversi soggetti: imprese agricole, agrituristiche, enogastronomiche, artigianali, parchi e istituzioni locali, in grado di dare valore, integrandoli per garantire la promozione dei territori. Siamo orgogliosi di aver lanciato insieme all’Università La Sapienza questo progetto che ha individuato nell’accoglienza rurale il mezzo per preservare le identità delle comunità locali, creare sinergie, evitando così l’abbandono delle aree interne”. “Da sempre sosteniamo che fuori dalle città ci sono sempre le imprese agricole, che sono il presidio naturale sia per il territorio che per la tenuta sociale e producono quelle eccellenze apprezzate in tutto il mondo. Presentiamo il nostro modello per le aree interne, aree collinari e montane, zone difficili, per favorire la costruzione di un legame, anche comunicativo, tra città e campagna. Questo progetto così importante di valorizzazione fortemente voluto dalla FIIAF – ha concluso il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti -, ha un valore economico per le imprese e per il Paese, con una valenza soprattutto sociale”.


Alla presentazione sono intervenuti, il presidente Agriturist, Augusto Congionti, insieme ai docenti della Sapienza Lorenzo Maria Donini e Luca Reitano, al segretario generale FIIAF Carlo Rosati e a Silvia Piconcelli della Direzione Politiche sviluppo sostenibile di Confagricoltura.

Unionfood compra 70% prodotti agricoli italiani, fatturato 2023 a 56 mld

Unionfood compra 70% prodotti agricoli italiani, fatturato 2023 a 56 mldMilano, 19 giu. (askanews) – Sette prodotti agricoli su 10 del nostro Paese vengono acquistati e trasformati da Unione italiana food. Lo rivela l’associazione che, in occasione dell’assemblea annuale, nel suo Rapporto racconta lo stato di salute delle 530 aziende associate. Un comparto che dà lavoro a 100mila persone e sostiene l’agricoltura italiana, rappresentando oltre 20 settori merceologici e 900 marchi del made in italy, dalla pasta ai dolci (inclusi quelli natalizi e pasquali), passando per gelato, cioccolato, caffè, pomodoro da industria, surgelati, sottoli e sottaceti, verdure e minestre pronte.


In un anno difficile come il 2023, caratterizzato dal rally dei prezzi delle materie prime e dall’inflazione, l’industria alimentare rappresentata da Unionfood ha registrato un fatturato pari a 56 miliardi, il 10% in più dell’anno prima, e gli investimenti in ricerca e sviluppo hanno sfiorato i 3 miliardi di euro. Sul fronte dell’export, il rapporto annuale mostra come ogni 10 prodotti alimentari italiani consumati nel mondo, quattro provengano da Unione italiana food. Con un valore di 21 miliardi di euro, le esportazioni pesano il 38% sul fatturato 2023 dell’associazione, un risultato nettamente superiore alla media dell’industria alimentare italiana (27%). Nel 2023 i comparti che hanno registrato i migliori risultati sui mercati esteri sono stati il dolciario (+9%, in particolare le caramelle), i prodotti vegetali (+8%) e il caffè (+6%).


Più in generale, scorrendo il rapporto di Unione italiana food, i prodotti più performanti, con un incremento medio del 13% a valore, sono stati le conserve di frutta, di pomodori e funghi, zuppe e minestre, salse e sughi pronti, preparati per la panificazione e pasta gluten free. In valori assoluti, il primo comparto rimane il dolciario, con un valore di 18 miliardi di euro. Seguono pasta con 8,1 miliardi, i surgelati con 5,8 miliardi e i prodotti vegetali, che valgono 5 miliardi di euro e comprendono, tra gli altri, marmellate e succhi di frutta, sottoli, sottaceti e verdure pronte. I prodotti “tradizionali” (pasta classica, lievitati da ricorrenza, cioccolato, tè e infusi, ecc.) restano una “fetta” significativa, circa il 50%, sul fatturato totale, mentre il “tradizionale evoluto” (caffè in cialde, surgelati, verdure pronte, sughi e piatti pronti, nuovi prodotti dolciari, ecc…) rappresenta ormai il 30% a valore. E pesano il 20% i “prodotti innovativi”, cibi e bevande dall’alto valore aggiunto che soddisfano le richieste di consumatori sempre più esigenti per quanto riguarda la conservazione e la preparazione dei piatti, gli aspetti nutrizionali e salutistici (cibi light, integratori alimentari, prodotti per particolari categorie come celiaci, diabetici, ecc.).


“I nostri associati sono grandi aziende centenarie che portano il nostro Made in Italy nel mondo, imprese globali che operano in Italia e tante PMI familiari. Abbiamo scelto una casa comune, consapevoli delle differenze ma anche di quello che ci accomuna in termini di valori, pensiero imprenditoriale, rispetto per il consumatore – afferma Paolo Barilla, presidente di Unione italiana food – Il governo ci sta sostenendo nel nostro percorso e siamo sicuri che continuerà a farlo per il futuro. Abbiamo bisogno delle istituzioni per essere sempre più efficaci nell’utilizzo delle risorse disponibili e creare valore per tutta la filiera italiana”.

Lollobrigida firma decreto su fermo pesca obbligatorio 2024

Lollobrigida firma decreto su fermo pesca obbligatorio 2024Roma, 19 giu. (askanews) – È stato firmato dal ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, il decreto sul Fermo pesca obbligatorio 2024, che consentirà maggiore flessibilità e più libertà per i pescatori.


“Il decreto si basa su un cambio di paradigma rispetto ai fermi degli anni passati. Vogliamo dare la possibilità alle imprese di pesca italiane di poter scegliere quando pescare e quando no, ribaltando quindi l’impianto assunto negli ultimi anni. L’obiettivo del Governo Meloni è chiaro: uscire dalla dicotomia pesca contro ambiente e costruire un futuro sostenibile per il comparto ittico”, ha detto il ministro. “La nuova impostazione del Fermo pesca obbligatorio 2024 è lo specchio di quanto il Governo ha fatto in Europa per il settore, un primo passo con il quale si è voluto andare incontro alle imprese di pesca italiane”, ha sottolineato il ministro Lollobrigida.


“Ora auspichiamo che la nuova Commissione europea possa rivedere le politiche portate avanti in questi anni, che non hanno fatto altro che danneggiare un asset fondamentale della nostra Nazione. L’Italia non si è mai tirata indietro. Lo scorso dicembre al Consiglio Agrifish abbiamo detto no all’ulteriore riduzione delle possibilità di pesca e in linea con quanto fatto fino ad ora continueremo a lavorare in Europa per difendere i nostri pescatori, le nostre marinerie e il nostro modello economico”, ha concluso il ministro.

Agricoltura vulcanica, successo attività promozione per Heva

Agricoltura vulcanica, successo attività promozione per HevaRoma, 19 giu. (askanews) – Bilancio positivo per le attività promozionali svolte nel primo semestre 2024 da Heva – Heroes of Europe Volcanic Agriculture, il progetto finanziato dall’Unione Europea nell’ambito della misura 1144 che ha l’obiettivo di promuovere e valorizzare i prodotti che traggono la loro origine da suoli vulcanici. Gli eventi internazionali hanno visto il coinvolgimento di Italia e Grecia e, in particolare, dei consorzi vinicoli italiani del Soave, del Lessini Durello, della cooperativa greca Union of Santorini Cooperatives – Santo Wines e del Consorzio veneto del formaggio Monte Veronese.


Tra le attività di promozione di questi primi sei mesi dell’anno ci sono state masterclass in Spagna, Germania e Svezia, e non solo: il progetto ha partecipato ad alcune delle più importanti fiere enogastronomiche europee tra cui ProWein e la greca Oenorama nel mese di marzo, oltre a Cibus tenutasi lo scorso maggio a Parma, durante le quali si è registrata un’importante affluenza agli stand rappresentanti il progetto. Per fornire un’ulteriore e ancora più approfondita conoscenza dei territori e delle modalità di produzione di vini e formaggi che traggono la loro origine dai terreni vulcanici, si è svolto uno study trip che ha coinvolto sommelier, wine educator e giornalisti provenienti dai paesi target del progetto, Svezia, Olanda e Germania, e che sono stati accompagnati durante un’intera settimana alla scoperta dei territori protagonisti di Heva: dalla Grecia, all’Italia, dall’isola di Santorini, alle montagne della Lessinia e alle colline del Soave, l’unica zona viticola italiana ad aver ottenuto il riconoscimento Globally Important Agricultural Heritage Systems (GIAHS) da parte della FAO.


Germania e Olanda saranno le mete delle attività promozionali dei prossimi mesi che vedranno Heva protagonista di seminari e roundtable con anche la partecipazione a Espó Berlin, importante fiera volta a promuovere i prodotti enogastronomici italiani che si terrà nella capitale tedesca nel mese di novembre.

Arriva certificazione Igp per pesche e nettarine soci Agribologna

Arriva certificazione Igp per pesche e nettarine soci AgribolognaRoma, 19 giu. (askanews) – Arriva la certificazione IGP per le pesche e nettarine dei soci del Consorzio Agribologna: Fabbri e Zavoli della provincia di Rimini, e Rabiti nella provincia di Forlì-Cesena. Le superficie totali certificate si attestano sui 51.3 ettari, di cui 35.16 coltivati a Nettarine di Romagna IGP e 15.26 coltivati a Pesche di Romagna IGP. Destinati alla GDO e sugli scaffali dal 10 giugno fino 20 settembre, i frutti possono essere cultivar a polpa gialla e bianca, con diverso calendario di maturazione.


Le Pesche e Nettarine di Romagna IGP si riconoscono dal bollino: il disciplinare prevede infatti che il 70% dei frutti confezionati debba presentare il bollino che ne identifichi provenienza e caratteristiche. Le origini della coltivazione della Pesca e Nettarina di Romagna IGP risalgono al XIX secolo, quando nella provincia di Ravenna vennero predisposti i primi impianti di coltivazione di questo frutto. Da allora, i frutteti si sono progressivamente diffusi in varie zone delle province di Bologna, Ferrara e Forlì, facendo sì che negli anni il prodotto fosse sempre più conosciuto, apprezzato e commercializzato anche all’estero. Oggi, il territorio dedicato alla coltivazione di pesche e nettarine IGP è quello delle province di Ferrara, Bologna, Forlì, Rimini e Ravenna.


Nel corso del processo di certificazione, spiega Agribologna in una nota, sono stati monitorati e verificati, non solo i prodotti, ma anche le aziende agricole produttrici. Il Consorzio di Tutela e Valorizzazione delle Pesche e Nettarine di Romagna IGP ha annunciato in questi giorni che darà il via ufficiale alla campagna commerciale il prossimo 27 giugno.

La Pietra (Masaf): florovivaismo centrale per agricoltura

La Pietra (Masaf): florovivaismo centrale per agricolturaRoma, 19 giu. (askanews) – “Flormart nel tempo ha saputo ricavarsi un ruolo di primo piano nel panorama florovivaistico nazionale ed internazionale, rappresentando uno dei simboli più concreti dell’insieme di valori di cui è portatrice l’agricoltura italiana”. Lo ha detto il sottosegretario al Masaf, senatore Patrizio La Pietra, durante la conferenza stampa di presentazione della 73 edizione di Flormart – The Green Italy, che si è svolta al Masaf stamattina.


“Il governo Meloni – ha aggiunto La Pietra – ha messo al centro della propria agenda politica l’agricoltura, dimostrando un’attenzione che, nell’ambito del florovivaismo, si è concretizzata con l’approvazione del DdL Florovivaismo”. Il sottosegretario ha detto anche che l’obiettivo che il Governo si è “prefissato è di aggiornare il quadro normativo, puntare sulla ricerca, la sperimentazione e l’innovazione tecnologica, che tenga nel giusto conto anche la necessità di coniugare produzione e rispetto dell’ambiente. Con adeguate sinergie tra Stato e Regioni, sommate al sostegno globale della filiera, anch’essi cardini del DdL Florovivaismo e con il supporto di momenti di grande esposizione globale qual è Flormart, sono fiducioso che potremo centrare l’obiettivo di far crescere il comparto come merita”, ha concluso La Pietra.

Coldiretti Sardegna: il 27 mobilitazione contro fauna selvatica

Coldiretti Sardegna: il 27 mobilitazione contro fauna selvaticaRoma, 19 giu. (askanews) – Sit in il 27 giugno davanti alle prefetture dei quattro capoluoghi di Provincia Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano, per chiedere l’aiuto dei prefetti sulla questione dei danni da fauna selvatica. Il direttore regionale di Coldiretti, Luca Saba, spiega in una nota che “la mobilitazione di Coldiretti Sardegna, aperta ieri con la grandissima manifestazione sulla siccità, proseguirà come da programma nelle prossime settimane, per sensibilizzare su quest’altro grave problema” che sta colpendo quotidianamente decine di aziende agricole in tutta la Sardegna.


Cinghiali, cervi, cornacchie, nutrie, cormorani, ogni giorno agricoltori e allevatori sardi devono constatare migliaia di euro di perdite di raccolto e danni in azienda dopo il passaggio di questi animali che oltre a creare gravi problemi economici con milioni di euro di danni stanno mettendo a serio rischio l’incolumità degli automobilisti sulle strade. Il Rapporto dell’associazione sostenitori e amici della polizia stradale, infatti, sottolinea come in Sardegna siano stati 4 gli incidenti gravi negli ultimi anni (persone ferite gravemente o decedute) causati da animali con, nel 2023 in Italia, 193 i casi rilevanti, in aumento del 7,8% sul 2022 e 11 decessi. In 170 casi, sottolinea il report, l’incidente è stato causato da animali selvatici (88%) mentre il restante 12% da animali domestici.


“Il problema dei danni causati da fauna selvatica alle aziende agro-pastorali sarde e dell’incolumità stessa delle persone, non solo è ben lontano dalla sua risoluzione definitiva ma, al contrario, si registra in costante aumento se pensiamo al numero di incidenti rilevati sulle nostre trade e al numero di domande presentate come indennizzi dai danni al mondo agricolo – evidenzia Battista Cualbu, presidente di Coldiretti Sardegna – questa situazione è insostenibile per i nostri allevatori e agricoltori oltre che per le stesse comunità nei nostri territori. La conseguenza che vediamo ogni giorno è quella di raccolti distrutti e le croci sulle nostre strade, è necessario un cambio di passo nella gestione di questo fenomeno”.

Toscana propone a Masaf progetto per contributi a Comunità cibo

Toscana propone a Masaf progetto per contributi a Comunità ciboRoma, 19 giu. (askanews) – Una nuova occasione per valorizzare le Comunità del cibo e della biodiversità di interesse agricolo e alimentare. Grazie a un bando del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, la Regione Toscana presenterà una proposta progettuale per ottenere contributi che andranno a sostegno di attività svolte, comprese le attività di studio e descrizione delle risorse genetiche, dalle Comunità del cibo e dell’agrobiodiversità toscane.


La giunta ha appena espresso parere favorevole alla partecipazione al bando e ha autorizzato il settore competente di predisporre gli atti che si renderanno necessari per la presentazione e l’approvazione della proposta progettuale, per l’attuazione e per la sua successiva rendicontazione. La vicepresidente e assessora all’agroalimentare dichiara che la decisione è stata presa per fornire alle Comunità del cibo e dell’agrobiodiversità quel supporto che meritano e che si aspettano a conferma che la Regione è pronta a fornirne appena se ne presenta l’opportunità.

Slitta a primavera esame abilitazione cercatore tartufi in Toscana

Slitta a primavera esame abilitazione cercatore tartufi in ToscanaRoma, 19 giu. (askanews) – Slitta alla primavera 2025 la sessione autunnale 2024 degli esami di abilitazione alla raccolta dei tartufi. Pertanto, le domande per la prima sessione di esami dell’annualità 2025 potranno essere presentate a partire dal primo gennaio 2025.


Lo slittamento avviene nelle more dell’approvazione del Regolamento di attuazione della Legge regionale 36 del 2023, per dar modo ai futuri raccoglitori di frequentare il corso formativo propedeutico all’accesso all’esame di idoneità previsto dalla nuova norma. Si diventa tartufai infatti solo dopo molto studio, il superamento di un esame e il conseguimento di un patentino che autorizzi alla ricerca dei tartufi. La prova d’esame è solo in forma scritta, ha la durata di 30 minuti ed è costituita da 30 domande a risposta chiusa. Il candidato per conseguire l’idoneità dovrà rispondere correttamente almeno a 26 domande.

In Corea del Sud buone prospettive per prodotti italiani bio

In Corea del Sud buone prospettive per prodotti italiani bioRoma, 19 giu. (askanews) – Cresce in Corea del Sud l’interesse per i prodotti biologici. Un mercato cui guardare con grande attenzione viste le buone prospettive che riguardano le referenze Bio di origine italiana, con il 41% dei consumatori che si dichiara intenzionato ad aumentarne il consumo nei prossimi 2-3 anni. Inoltre, il 68% degli intervistati si dichiara soddisfatto della qualità dei prodotti made in Italy e un ulteriore 53% valuta positivamente la presenza e la varietà dei nostri prodotti presso la ristorazione locale.


E’ quanto emerge dall’indagine sui consumatori della Corea del Sud che verrà presentata oggi in occasione del forum ITA.BIO, la piattaforma online di dati e informazioni per l’internazionalizzazione del biologico Made in Italy curata da Nomisma e promossa da ICE Agenzia e FederBio. In Corea del Sud il settore Bio è in crescita: tra 2022 e 2017 le superfici coltivate a biologico sono aumentate del +91% per rispondere alle esigenze di un mercato vivace, che nel retail ha fatto registrare vendite nell’ordine dei 485 mln di euro. Con una spesa pro-capite pari a 9,3 euro a persona il biologico interessa soprattutto un target specifico di popolazione: famiglie con bambini, giovani under 27, persone con redditi e titoli di studio alti e uno stile di vita sostenibile.


Dall’indagine di Nomisma emerge come 1 coreano su 3 abbia consumato almeno un prodotto italiano nell’ultimo anno; il 22% ha invece acquistato almeno un prodotto italiano a marchio Bio con una preferenza che è ricaduta su formaggi, olio EVO, conserve e passate.