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Fedagripesca Toscana: situazione ungulati è fuori controllo

Fedagripesca Toscana: situazione ungulati è fuori controlloRoma, 18 giu. (askanews) – “Le aziende vinicole sono in forte difficoltà e stanno subendo danni gravissimi ai loro vigneti. La situazione è peggiorata anche rispetto al recente passato: il numero di cinghiali e caprioli è ormai fuori controllo, ogni notte si rischia una strage di vigneti”. A dirlo è Ritano Baragli, vicepresidente di Fedagripesca Confcooperative Toscana, sui danni che cinghiali e caprioli stanno arrecando alle coltivazioni di uva ma non solo.


“Ogni Comune ha regole diverse sulle recinzioni e questo crea non solo un caos normativo agli imprenditori che magari hanno terreni in territori comunali diversi – dice Baragli – ma anche una disparità di trattamento tra agricoltori di un Comune e agricoltori di un altro. I regolamenti comunali sono spesso rimasti fermi a trent’anni fa quando la presenza degli ungulati non era così forte”. “Le leggi sulla caccia risultano poi troppo stringenti in Toscana – continua Baragli – In Emilia Romagna è ad esempio permessa la caccia di selezione notturna agli ungulati, responsabili di ingenti danni alle coltivazioni, mentre in Toscana il visore notturno per i cacciatori rimane vietato”.

Coldiretti al Summer Fancy Food di New York

Coldiretti al Summer Fancy Food di New YorkRoma, 18 giu. (askanews) – Dalla falsificazione delle eccellenze del made in Italy a tavola alla difesa della Dieta Mediterranea sempre più sott’attacco delle grandi multinazionali del cibo. Il modello alimentare simbolo di longevità che dall’Italia si è esteso alle tavole di tutto il mondo, a partire dagli Usa, sarà al centro delle iniziative di Coldiretti, Campagna Amica e Filiera Italia, in collaborazione con Ice (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane), al più importante evento fieristico mondiale dedicato alle specialità alimentari, il Summer Fancy Food 2024 di New York che apre domenica 23 giugno alle 10, al Padiglione Italia, stand n.2718.


Per l’occasione verrà allestita l’esposizione-confronto tra alcune delle specialità più famose del made in Italy a tavola messe assieme alle più smaccate imitazioni scovate dalla Coldiretti nei supermercati americani, con gli ultimi dati sul fenomeno dell’Italian sounding negli States. Lunedì 24 giugno l’appuntamento si sposta al Farmers Market Grow NYC di Union Square a New York, nella prima giornata dedicata alla Dieta mediterranea negli Usa.


Nel più famoso mercato contadino della Grande Mela, insieme al Consorzio mozzarella di bufala campana Dop e a quello del Grana Padano Dop, gli agricoltori della Coldiretti si metteranno all’opera coinvolgendo le famiglie newyorchesi in una vera e propria “Scuola di Dieta Mediterranea” a cielo aperto. Preparazione della pasta fatta in casa con i cuochi contadini, della mozzarella di bufala insieme allo storico casaro Mimmo La Vecchia, oltre a offrire una degustazione di prodotti tipici della Dieta Mediterranea.

Cia: puntare su giovani e aree interne per sicurezza alimentare

Cia: puntare su giovani e aree interne per sicurezza alimentareRoma, 18 giu. (askanews) – “La capacità di assicurare cibo sano e duraturo all’umanità, dipenderà dal sostegno che riceveranno i nostri giovani agricoltori, da quel necessario ricambio generazionale nei campi in grado di innescare il progresso delle comunità rurali dove si concentrano quasi 600 milioni di agricoltori familiari che fanno l’80% della produzione alimentare mondiale”. Il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, saluta così il primo “World Young Farmers’ Day” promosso dall’OMA, l’Organizzazione Mondiale degli Agricoltori.


Ieri sera l’evento conclusivo, nel giardino confederale, con 100 giovani arrivati da tutto il mondo, una delegazione Agia-Cia guidata da Enrico Calentini e la partecipazione del presidente dell’OMA, Arnold Puech D’Alissac. Sviluppo delle aree interne, tutela del suolo, sostegno all’agricoltura under 40 e spinta su innovazione e formazione, dunque al centro del contributo di Cia alla XVII edizione del meeting annuale OMA, con il presidente nazionale di Cia, Fini oggi alla cerimonia di apertura nella sede della Fao a Roma.


“Per plasmare il futuro, dobbiamo costruire insieme un nuovo paradigma cultura, economico e sociale che riconosca il valore dell’agricoltura non solo lungo la filiera, ma soprattutto come indice della sostenibilità”, ha detto Fini dalla Green Room Fao rivolgendosi ai colleghi dell’OMA e alle istituzioni presenti, dal direttore generale Fao, QU Dongyu, al presidente Ifad, Alvaro Lario, al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. Le zone rurali ospitano 137 milioni di persone, quasi il 30% della popolazione e già oltre l’80% del territorio europeo. Rendere competitive queste zone vuol dire sviluppare interesse per investimenti strategici nel settore agricolo e, quindi, garantire al settore la possibilità di una stabilità e di programmazione sul lungo periodo.


Guardare agli agricoltori con nuova lungimiranza è per Cia quanto di più responsabile e sostenibile si possa fare per il pianeta; sono produttori di cibo, custodi del territorio, protettori dell’ambiente, operatori sociali che creano benefici per la collettività. “Gli agricoltori sono per la transizione green – continua a sostenere Cia – ma non è pensabile nutrire 9 miliardi di persone entro il 2050, che corrispondono a una domanda di cibo oltre il 60% rispetto a oggi, senza canalizzare in favore del comparto le risorse più strategiche, in primis tecnologia e ricerca scientifica”. “Bisogna invertire la rotta e portare i grandi della terra nelle nostre aree interne – ha rilanciato in chiusura Fini – Rendiamo ancora più evidente quanto l’agricoltura sia l’unica leva contro i cambiamenti climatici e il dissesto idrogeologico, a salvaguardia della biodiversità e del paesaggio, della saluta umana e dell’equità sociale”.

Istat: Italia a vertici Ue per valore aggiunto agricolo

Istat: Italia a vertici Ue per valore aggiunto agricoloRoma, 18 giu. (askanews) – Nel 2023 l’Italia si è piazzata ai vertici europei per valore aggiunto agricolo. E’ quanto emerge dall’ultimo report dell’Istat sull’andamento dell’economia agricola nel 2023.


Il valore della produzione agricola nel 2023 nell’Ue27, infatti, è stato di 537,1 miliardi di euro, rimanendo sostanzialmente invariato rispetto all’anno precedente. I maggiori aumenti del valore della produzione sono stati registrati in Portogallo e Romania, mentre i cali più significativi in Danimarca e Polonia. La Francia ha mantenuto la leadership della produzione agricola in Europa, con un valore di 96 miliardi di euro (circa il 18% del totale Ue27), seguita da Germania (76,6 miliardi di euro, 14,3% del totale), Italia (71,9 miliardi di euro, 13,4%), Spagna (65,5 miliardi di euro, 12,2%), Polonia (39,5 miliardi di euro, 7,3%) e Paesi Bassi (36,7 miliardi di euro, 6,8%).


Il valore aggiunto agricolo per l’Ue27 nel 2023 è stato pari a 225,6 miliardi di euro (+2,1% rispetto al 2022). La Francia ha mantenuto il primato con 39,2 miliardi, rappresentando il 17,4% del valore aggiunto dell’Ue27 ma ha visto ridursi la distanza dall’Italia (38,2 miliardi di euro, 16,9% dell’Ue27). La Spagna, con 33,2 miliardi (14,7% dell’Ue), ha superato la Germania che si è fermata a 31,1 miliardi (13,8% dell’Ue).

Istat: in Ue produzione in lieve calo e prezzi in frenata in 2023

Istat: in Ue produzione in lieve calo e prezzi in frenata in 2023Roma, 18 giu. (askanews) – Lieve calo nel 2023 per la produzione agricola della Ue a 27. Secondo i dati provvisori ad oggi disponibili, il comparto agricolo dell’Ue27 ha infatti registrato un decremento del volume della produzione dello 0,4%. Tra i principali Paesi produttori, il calo ha riguardato in particolare Grecia (-15,2%), Danimarca (-8,3%) e Spagna (-8,0%), con andamenti negativi registrati anche in Irlanda (-4,4%), Italia (-2,3%) e Paesi Bassi (-1,0%). Tuttavia, si è osservato un aumento della produzione in Ungheria (+25,2%), Romania (+15,6%), Francia (+2,9%) e Germania (+2,0%). E’ quanto emerge dall’ultimo report dell’Istat sull’andamento dell’economia agricola nel 2023.


I prezzi hanno mostrato un moderato rialzo nel complesso dell’Ue27 (+0,4% rispetto al 2022) con notevoli differenziazioni tra i principali Paesi: in crescita in Grecia (+16,3%), Portogallo (+14,8%), Spagna (+13,1%), Italia (+2,8%) e Danimarca (+1,4%), ma in ridimensionamento in Ungheria (-14,8%), Francia (-3,9%), Polonia (-2,9%) e Germania (-1,4%). Le stime indicano per il 2023 una diminuzione del valore dei consumi intermedi dell’1,5% per l’Ue27. Nella maggior parte dei Paesi membri i decrementi sono stati significativi e al di sopra della media Ue, con solo Romania e Francia che hanno registrato una crescita del valore dei consumi intermedi. I prezzi dei beni e servizi impiegati sono diminuiti mediamente nell’Ue dell’1,4%. I maggiori decrementi si sono registrati in Spagna, Germania, Paesi Bassi e Italia, che si è collocata al di sotto della media europea.


Al contrario, sono stati rilevati aumenti in Francia, Grecia, Ungheria e Portogallo. I consumi intermedi rappresentano il 58,0% del valore della produzione Ue27 (rispetto al 58,9% nel 2022), con incidenza maggiore alla media in Danimarca, Polonia, Portogallo, Ungheria, Paesi Bassi e Francia, e inferiore in Italia, Spagna, Grecia e Austria. Lo scorso anno la produzione delle coltivazioni è rimasta stabile, registrando una lieve riduzione in volume dello 0,2%. Tuttavia, un calo significativo è stato rilevato nella produzione di olio d’oliva (-39,6%) con diminuzioni anche per frutta (-5,6%), vino (-4,7%) e florovivaismo (-2,2%).

Istat: 2023, volume produzione agricola cresce solo in Nord-Ovest

Istat: 2023, volume produzione agricola cresce solo in Nord-OvestRoma, 18 giu. (askanews) – Il volume della produzione agricola nel 2023 si è ridotto in tutte le aree geografiche italiane ad eccezione del Nord-ovest, dove si è registrato un incremento del 2,3%. E’ quanto emerge dall’ultimo report dell’Istat sull’andamento dell’economia agricola nel 2023.


Nel dettaglio, per il Nord-est si è registrato un calo del 3,9%, per il Centro del 2,9%, per il Sud del 2,8% e per le Isole dell’1,2%. In termini di valore aggiunto, le divergenze nelle dinamiche si amplificano ulteriormente, con il Nord-ovest che segna una crescita in volume del 5,5%, mentre il Nord-est rileva una contrazione del 7,5%, il Centro del 4,6%, il Sud del 2,2% e le Isole dell’1,3%. Ad influenzare il buon andamento del Nord-ovest sono state, in particolare, le dinamiche positive di Lombardia e Piemonte; il risultato negativo del Nord-est è stato determinato soprattutto da Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna, mentre quello del Centro è stato influenzato da Umbria e Marche e, nel Sud, da Puglia e Abruzzo.


In termini di classifiche regionali, il decremento percentuale più rilevante della produzione in volume è stato registrato dal Friuli-Venezia Giulia (-6,1%), mentre l’incremento maggiore è stato quello della Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste (+2,6%). Risultati simili si riscontrano anche negli andamenti del valore aggiunto in volume, con primato negativo per Friuli-Venezia Giulia (-13,8%) e il migliore risultato per la Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste (+8,7%). I prezzi alla produzione sono cresciuti in quasi tutte le regioni, soprattutto in Calabria (+11,2%), Abruzzo (+8,8%) e Sicilia (+8,1%), con una leggera diminuzione solo in Veneto (-0,8%) e Piemonte (-0,2%).


Per i prezzi degli input (consumi intermedi), si è avuta una diminuzione generalizzata che ha riguardato, in particolare, Lombardia (-5,0%), Piemonte (-4,4%) e Veneto (-3,5%), mentre si è rilevato un aumento solo per Campania (+3,2%), Puglia (+1,7%) e Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste (+1,6%).

Istat: in 2023 rallenta aumento prezzi prodotti agricoli

Istat: in 2023 rallenta aumento prezzi prodotti agricoliRoma, 18 giu. (askanews) – Rallenta nel 2023 l’aumento dei prezzi dei prodotti agricoli e si registrano costi di produzione in diminuzione. Lo scorso anno, infatti, è stato rilevato un incremento medio dei prezzi dei prodotti agricoli su base annua del 3,9%, un dato in netto rallentamento rispetto all’anno precedente (+17,5%) che evidenzia come si stia riassorbendo l’effetto espansivo sui prezzi innescato dalla crisi pandemica e dalle conseguenze del conflitto russo-ucraino sui mercati globali delle materie prime. E’ quanto emerge dall’ultimo report dell’Istat sull’andamento dell’economia agricola nel 2023.


I prezzi dei prodotti delle coltivazioni sono cresciuti mediamente dello 0,8% (+17,1% nel 2022). Gli aumenti più forti sono stati rilevati per le coltivazioni legnose, in particolare per l’olio d’oliva (+27,2%), gli agrumi (+21,4%) e la frutta (+11,1%); al contrario, sono osservati decrementi significativi per cereali (-22,2%), coltivazioni industriali (-10,7%) e foraggi (-4,0%). I prezzi dei prodotti zootecnici hanno registrato un incremento consistente (+7,1%), sebbene in netta riduzione rispetto al 2022 (+24,3%). Rilevanti aumenti si sono avuti per le carni animali, in particolare per le suine (+22,4%), mentre è stato registrato un calo nel prezzo del pollame (-7,4%).


Incrementi si sono osservati anche per i prezzi delle attività dei servizi (+10,8%) e per le attività secondarie (+2,4%). Sul fronte dei costi sostenuti dagli agricoltori, nel 2023 il prezzo medio dei beni e dei servizi impiegati in agricoltura ha subìto una riduzione del 2,5%, dopo la forte crescita del 2022 (+30,6%). I prezzi sono diminuiti in misura significativa soprattutto per i fertilizzanti (-18,4%), i prodotti energetici (-8,4%) e gli alimenti per animali (-5,9%).

Istat: nel 2023 in ripresa coltivazioni industriali e cereali

Istat: nel 2023 in ripresa coltivazioni industriali e cerealiRoma, 18 giu. (askanews) – Il 2023 è stata una annata positiva per coltivazioni industriali, cereali e attività secondarie in agricoltura. E’ quanto emerge dall’ultimo report dell’Istat sull’andamento dell’economia agricola nel 2023.


Nel dettaglio, le coltivazioni erbacee nel 2023 hanno evidenziato nel complesso un andamento positivo, in particolare le colture industriali e quelle cerealicole, grazie all’incremento delle rese per ettaro. Nelle coltivazioni industriali (+10,2% in volume), tutte le colture oleaginoseii hanno registrato una buona performance, mentre nei cereali (+6,6% in complesso) si è assistito a un ulteriore positivo recupero nella produzione di mais e frumento tenero, dopo la contrazione del periodo 2015-2021 causata dalla siccità e dalle avverse condizioni climatiche.


Positivo il risultato registrato per le attività secondarie non agricole (+7,2% in volume), sebbene la crescita sia in rallentamento rispetto al 2022 (+12,1%). L’incremento delle attività di agriturismo è stato più contenuto (+4,0% in volume), mentre c’è stata una notevole ripresa per le attività legate alla sistemazione di parchi e giardini (+20,0%).

Istat: 2023 annata agricola negativa per vino, floricoltura e olio

Istat: 2023 annata agricola negativa per vino, floricoltura e olioRoma, 18 giu. (askanews) – Il calo dei volumi di produzione del settore primario nel 2023 ha caratterizzato tutti i comparti agricoli, fatta eccezione per le attività secondarie. L’annata è stata negativa per le coltivazioni (-3,9% in volume) soprattutto per quelle legnose (-11,1%), in particolare vino, frutta e olio d’oliva. Ma anche per la floricoltura e il comparto vivaistico e quello zootecnico. E’ quanto emerge dall’ultimo report dell’Istat sull’andamento dell’economia agricola nel 2023.


La produzione del vino nel 2023 è tornata ai livelli del 2017, con una diminuzione in volume del 17,4% rispetto all’anno precedente. Se il caldo e l’assenza di precipitazioni hanno influito positivamente sulla qualità delle uve, il prolungamento di queste condizioni metereologiche nel periodo autunnale ha causato una consistente riduzione del raccolto. Il calo produttivo più rilevante si è avuto in Abruzzo (-55,2%) e pesanti perdite si sono registrate nelle regioni Marche (-38,4%), Puglia (-34,2%), Umbria (-30,7%), Lazio (-30,2%), Campania (-30,0%) e Toscana (-24,3%), mentre ci sono stati incrementi nei volumi di produzione in Liguria, Emilia-Romagna, Molise, Calabria e Basilicata. Poco soddisfacenti anche i risultati raggiunti nel 2023 nella produzione di olio d’oliva (-3,0% in volume), nonostante le positive aspettative per un’annata che era prevista di caricai . La produzione a livello nazionale è stata inferiore alla media degli ultimi anni, con risultati piuttosto differenziati sul territorio. Il clima fresco e umido durante la fioritura ha compromesso i raccolti in molte zone del Centro; tuttavia, le prolungate alte temperature della seconda parte dell’anno hanno favorito il controllo dei patogeni tipici dell’ulivo, che negli ultimi anni avevano causato molti danni, soprattutto al Sud. I risultati positivi registrati nelle regioni del Sud (+3,4% in Calabria, +3,2% in Campania, +1,6% in Puglia) non sono stati sufficienti però a compensare la consistente riduzione dei volumi riscontrata al Centro (-32,8% in Umbria, -22,9% nelle Marche, -18,3% in Toscana, -11,2% nel Lazio).


Dopo l’andamento positivo del 2022, la produzione di frutta ha subìto nel 2023 l’impatto dei fenomeni climatici estremi (gelate tardive e grandinate) che hanno caratterizzato la prima parte dell’anno. I volumi complessivi sono diminuiti dell’11,2% coinvolgendo tutte le principali colture (in particolare pere, ciliegie, nettarine, susine e albicocche) e quasi tutte le regioni, con crolli dei raccolti in Veneto (-45,2%), EmiliaRomagna (-42,1%), Toscana (-23,2%) e Lombardia (-20,5%). Tuttavia, la diminuzione della produzione di agrumi è risultata più contenuta (-0,7%), con il dato più negativo registrato in Calabria (-6,6%). L’anno non è stato positivo neanche per il comparto vivaistico (-3,9%), floricolo (-3,8%) e orticolo (-1,7%).


Nel 2023 è proseguito il calo produttivo del settore zootecnico (-0,9%), con una diminuzione soprattutto delle carni bovine (-2,6%) dopo la crescita registrata nell’anno precedente. Tra i prodotti zootecnici derivati, ancora in calo i volumi del latte (-1,1%), oltre alla persistente crisi del miele (-10,9%).

Istat: agricoltura, in 2023 calano occupazione e investimenti

Istat: agricoltura, in 2023 calano occupazione e investimentiRoma, 18 giu. (askanews) – Nel 2023, l’occupazione nel settore agricoltura, silvicoltura e pesca, misurata in Unità di lavoro (Ula), è diminuita del 2,4%. La riduzione è stata modesta tra i lavoratori dipendenti (-0,3%), mentre è stata più consistente tra i lavoratori indipendenti (-3,5%). L’input di lavoro del settore agroalimentare ha evidenziato una contrazione dello 0,9%, nonostante la crescita del 3,3% dell’occupazione nell’industria alimentare. E’ quanto emerge dall’ultimo report dell’Istat sull’andamento dell’economia agricola nel 2023.


I redditi da lavoro dipendente in agricoltura silvicoltura e pesca sono cresciuti dello 0,7%, accompagnati da un aumento dell’1,1% delle retribuzioni lorde. Gli investimenti fissi lordi hanno mostrato un decremento sia in valori correnti (-2,6%) che in volume (-1,5%).