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Morelli: abbassare costo lavoro cuochi? Farò da ponte con Governo

Morelli: abbassare costo lavoro cuochi? Farò da ponte con GovernoRoma, 19 feb. (askanews) – “Il governo farà la propria parte per raccogliere la proposta. Questo è un ulteriore dato positivo della vostra associazione, perché non solo c’è una criticità esposta ma anche una proposta. Sulla proposta si potrà lavorare e mi metto a disposizione per fare da ponte con gli amministratori competenti dei vari Ministeri e con il governo”. Così il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alessandro Morelli, intervenendo all’ottava edizione dei Campionati della Cucina Italiana organizzata da Federcuochi in collaborazione con Italian Exibition Group, all’interno della manifestazione “Beer & Food Attraction” alla Fiera di Rimini, sulla problematica relativa al reperimento del personale e sulla proposta di abbassare il costo del lavoro per permettere il doppio turno in cucina.


“Voi siete uno dei migliori biglietti da visita del nostro Paese. Io sono orgoglioso di essere qui perché mi sento parte della squadra, ogni italiano dovrebbe sentirsi rappresentato dai nostri cuochi perché portando in giro per il mondo la vostra arte e le nostre grandi eccellenze agroalimentari in tutti i settori, siete tra i nostri migliori ambasciatori”, ha concluso Morelli.

Luca Romano è il nuovo direttore finanziario del gruppo Bauli

Luca Romano è il nuovo direttore finanziario del gruppo BauliMilano, 19 feb. (askanews) – Il gruppo Bauli rafforza la squadra manageriale: Luca Romano è stato nominato, infatti, chief financial officer. Lo comunica il gruppo dolciario in una nota dalla quale si apprende che “a far data dal primo febbraio, Romano guida la gestione finanziaria del gruppo nella nuova importante fase di accelerazione del percorso di crescita, sia in Italia che sui mercati esteri”.


Il manager ha una lunga carriera nel campo della finanza e del controllo di gestione presso aziende del settore food & beverage. Dopo una laurea in economia e commercio presso l’Università Bocconi di Milano, Romano ha iniziato la sua esperienza professionale nel 2001 in Unilever, ricoprendo fino al 2008 ruoli di crescente responsabilità fino a diventare supply chain finance manager. Successivamente, ha proseguito il suo percorso in PepsiCo. Italia e nel 2012 è approdato in Campari, dove negli ultimi undici anni, prima di entrare a far parte del gruppo Bauli, ha ricoperto ruoli di rilievo a livello globale. “Sono orgoglioso di dare il benvenuto nella nostra squadra a un manager di talento come Luca Romano, che può vantare una solida e preziosa esperienza in realtà industriali complesse e prestigiose – ha commentato Fabio Di Giammarco, amministratore delegato del gruppo Bauli – Il suo arrivo completa un management team di altissimo profilo che sono certo ci permetterà di realizzare il nostro ambizioso percorso di crescita in Italia e nel mondo”. “Sono entusiasta di entrare a far parte di questa azienda iconica del made in Italy che continua a guardare con lungimiranza al futuro – ha evidenziato Romano – Mi inserisco in una squadra affiatata e consolidata con l’obiettivo di contribuire fin da subito alla crescita del gruppo, attraverso una gestione finanziaria strategica efficace”.


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Marker Psa in 19 alimenti sequestrati in negozi etnici

Marker Psa in 19 alimenti sequestrati in negozi etniciRoma, 19 feb. (askanews) – 509 le aziende controllate fino a venerdì scorso tra quelle che commerciano in prodotti asiatici di importazione, all’ingrosso, al dettaglio e nel settore della ristorazione, gestite da cittadini stranieri. 259 le irregolarità riscontrate, 26 i segnalati alla autorità giudiziaria, 42 le sanzioni penali comminate e 408 quelle amministrative. Chiuse 27 attività e sequestrati oltre 5.000 chili di carne suina: in totale sono state 10 le tonnellate di alimenti sequestrate per carenze igienico-sanitarie. E’ stata riscontrata anche la presenza di carne suina in stick di alimenti descritti in italiano come vegetali. In 19 di questi alimenti è stata confemata la presenza del marker della Psa, la peste suina africana. E altre 11 positività sono state individuate dalle Asl a fine 2023.


E’ quanto ha riferito, in audizione in Commissione agricoltura alla Camera, il comandante dei Carabinieri per la tutela della salute, Generale Raffaele Covetti in merito ai controlli relativi alla diffusione della Psa, la Peste suina africana. Il bilancio riguarda una campagna nazionale di controlli su alimenti e prodotti etnici ancora in corso e che durerà per l’intero mese di marzo, pianificata a seguito del riscontro di alcuni casi di positività riscontrati nella zona campana. Le verifiche e i controlli sono stati eseguiti dai carabinieri del Nas per lo più insieme alle Asl di riferimento. Il generale Covetti ha precisato anche che i Nas sono ancora in attesa di verifiche su serie campioni sequestrati, visto che la campagna di controlli è “ancora nella fase esecutiva e non abbiamo al momento tutti i risultati definitivi delle analisi sui campioni presentati finora”. Per quanto riguarda la diffusione dei prodotti sequestrati dai Nas, sono stati sequestrati “da Udine a Catanzaro e sono stati rinvenuti sull’intero territorio nazionale”.


“Non sappiamo se questa sia una delle porte di ingresso della diffusione della Psa – ha aggiunto il generale – non è nostro compito, ma sono prodotti falsamente etichettati e potenzialmente dannosi per la salute dei cittadini. A mio avviso questi prodotti non dovrebbero entrare in Italia e neanche in Ue. Sono in atto verifiche da parte del ministero per accertare se è possibile che avvenga la trasmissione della malattia da questi stick, ovvero che la Psa possa passare dai rifiuti ai cinghiali”. Il generale ha anche ricordato che in Italia “la filiera delle carni e delle carni suine in particolare è oggetto di controlli sistematici nell’ambito delle attività pianificate dal Ministero. Obiettivi sono gli allevamenti, i mangimifici, le industrie di macellazione e trasformazione e le strutture di vendita all’ingrosso e al dettaglio”.

Nasce osservatorio strategico Coldiretti, direttore Paolo Falcioni

Nasce osservatorio strategico Coldiretti, direttore Paolo FalcioniRoma, 19 feb. (askanews) – Nasce l’Osservatorio sulla competitività “con l’obiettivo di supportare le scelte strategiche della Coldiretti con il monitoraggio a livello territoriale, nazionale ed internazionale di notizie, iniziative, posizionamenti ed altri elementi utili relativi alla società civile, alle istituzioni e in generale a tutti gli stakeholders”. Lo annuncia la stessa Coldiretti in una nota spiegando che direttore dell’Osservatorio Coldiretti viene nominato Paolo Falcioni, che lascia l’ufficio stampa di cui è stato responsabile per quasi 25 anni.


“L’Osservatorio interloquisce con le strutture della Coldiretti e con quelle collegate a tutti i livelli avvalendosi di tutto il materiale informativo disponibile ed elaborando specifici report e strumenti informativi come il Punto Coldiretti, di cui resta direttore responsabile Paolo Falcioni”, conclude l’associazone agricola.

A marzo in Toscana si parla di zootecnia montana e biodiversità

A marzo in Toscana si parla di zootecnia montana e biodiversitàRoma, 19 feb. (askanews) – “La zootecnia montana come strumento per la conservazione della biodiversità: buone pratiche, criticità e prospettive” è il titolo del workshop che si svolgerà il primo marzo presso la Fortezza di Mont’Alfonso a Castelnuovo di Garfagnana, in provincia di Lucca. Organizzato da Regione Toscana nell’ambito del progetto Life ShepForBio, il workshop ha come obiettivo il miglioramento dello stato di conservazione di alcuni habitat di prateria considerati di importanza europea ai sensi della Direttiva Habitat 92/43/CEE.


Il progetto, coordinato da Dream Italia e confinanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma LIFE, promuove il pascolo estensivo come lo strumento gestionale più idoneo, e sostenibile, per la conservazione e il ripristino, un habitat da tutelare, caratterizzato dalla ricca biodiversità, considerato di interesse conservazionistico dall’Europa, e il pascolamento, e quindi l’allevamento estensivo, sono un vero e proprio strumento per la conservazione della natura. Articolato e complesso, il progetto vede al suo interno azioni legate al recupero di pascoli abbandonati e alla promozione dell’allevamento estensivo, anche attraverso l’istituzione di una Scuola per pastori, entrata nel suo secondo anno di attività che ha anche l’obiettivo di contribuire a contrastare lo scarso ricambio generazionale che affligge questo settore, in particolare nelle zone montane. Le scuole per pastori sono già attive in molti paesi europei, quali Francia, Spagna, Portogallo e Svizzera. I benefici che derivano da queste attività, come dimostrano le esperienze europee, sono legati al supporto per l’avvio di nuove attività nel settore zootecnico, in particolare attraverso la diffusione di quel know-how che una volta veniva garantito all’interno delle stesse comunità grazie alla diffusa presenza di allevamenti sul territorio, che però oggi non esistono più.

Scuola Italiana Pizzaioli a Rimini con spirits e birre scozzesi

Scuola Italiana Pizzaioli a Rimini con spirits e birre scozzesiRoma, 19 feb. (askanews) – Un programma di masterclass abbina la pizza con le birre artigianali e gli spirits di Scozia. Firmato dalla Scuola Italiana Pizzaioli e Scottish Development International, il programma a in scena a Beer&Food Attraction alla Fiera di Rimini, dal 18 al 20 febbraio.


Gli appuntamenti sono previsti al Padiglione A4 nello stand 028 di Scuola Italiana Pizzaioli. Una selezione di birre artigianali fra le migliori referenze della Scozia saranno protagoniste delle masterclass di domenica e lunedì mattina, mentre le eccellenze di gin di alcune fra le distillerie artigianali di punta del panorama scozzese accompagneranno le pizze negli appuntamenti di lunedì pomeriggio e martedì. Classica, contemporanea, tonda e in pala, la pizza sarà presentata secondo le interpretazioni dei Master Istruttori della Scuola.

Bitto e Casera: Dop valtellinesi in 5 anni +18,2% a valore

Bitto e Casera: Dop valtellinesi in 5 anni +18,2% a valoreRoma, 19 feb. (askanews) – Continuano a crescere Valtellina Casera e Bitto: in cinque anni le due Dop simbolo della Valtellina hanno messo a segno un +18,2% a valore alla produzione e un +13% a valore al consumo. Il fatturato dei due formaggi si attesta complessivamente a 13,7 milioni di euro, con un valore al consumo di 26,2 milioni. Sono i dati resi noti dal Consorzio di tutela, al quale aderiscono 165 tra allevatori, produttori e stagionatori, piccole e grandi aziende zootecniche, latterie di paese e moderni caseifici.


Brillante, in particolare, la performance della Valtellina Casera, il formaggio di latteria negli ultimi 5 anni ha avuto un vero e proprio boom, sia a volume (+10,2%) che a valore (+32%). La produzione oggi si attesta a 15.236 tonnellate per un valore di 11,8 milioni di euro (+2,3% sul 2022). Nell’ultimo anno cresce anche l’export, che sfiora il +3,4%. “Le campagne di comunicazione, accompagnate da una crescente sinergia tra produttori e stakeholder del territorio, hanno portato i frutti sperati – commenta il presidente del Consorzio di Tutela Valtellina Casera e Bitto (CTCB), Marco Deghi – Agli eccellenti risultati raggiunti dal Valtellina Casera in termini di fatturato e di produttività si aggiungono quelli realizzati attraverso la campagna di valorizzazione del Bitto, a cui hanno aderito all’unanimità tutti i soci”.


“Un passo avanti che ha permesso un forte innalzamento della qualità delle oltre 12.430 forme marchiate con la Dop, superiori quest’anno di quasi 3 punti percentuali rispetto alla media qualitativa 2022. A questi si abbina una maggiore remunerazione del prodotto – aggiunge Deghi – Un formaggio eccellente, la cui produzione è in contrazione (-39% in cinque anni), per le difficoltà insite nella lavorazione e in parte per le difficoltà di passaggio generazionale”. A ciò si affiancano annate difficili come quella 2022, caratterizzate da una forte siccità, che ha influito negativamente sulla produzione in termini quantitativi. Lo si può definire un formaggio eroico, che conta però sempre meno produttori (47 gli alpeggiatori, a fronte di 56 nel 2018). “Anche per questo, con il CTCB abbiamo attuato un programma di sostegno – prosegue Deghi – e continueremo a perseguire la strada della qualità che è l’unico strumento per continuare a far vivere la tradizione di questo formaggio di montagna unico. Strumenti chiave sono anche le iniziative di promozione per valorizzare il prodotto presso i consumatori”.

Il 26 febbraio Agrifish per rispondere a crisi settore agricolo

Il 26 febbraio Agrifish per rispondere a crisi settore agricoloRoma, 19 feb. (askanews) – Trovare le modalità “per garantire risposte rapide e strutturali all’attuale crisi che il settore agricolo sta affrontando”. Sarà questo il peso da novanta sul tavolo del Consiglio Agricoltura e pesca dei ministri della Ue (Agrifish) in programma il 26 febbraio prossimo.


I ministri, sulla base delle informazioni fornite dalla presidenza belga e dalla Commissione europea, parleranno dunque dei problemi del settore e, ancora una volta, in concomitanza con l’Agrifish si svolgeranno le proteste degli agricoltori, che hanno annunciato il ritorno in piazza a Bruxelles proprio il 26 febbraio. Sullo sfondo della riunione dei ministri dell’Agricoltura Ue, le prossime discussioni in vista di una eventuale revisione delle attuali regole della Politica agricola comune. E proprio l’Italia presenterà al prossimo Agrifish un promemoria con cui chiederà una modifica della Politica agricola comune attualmente in vigore (2023-2027) per renderla più flessibile. Lo ha annunciato lo stesso ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, nel corso della riunione del Consiglio dei ministri svoltasi il 15 febbraio scorso.


All’ordine del giorno anche le informazioni che la presidenza fornirà sulla conferenza ministeriale dal titolo “Biosicurezza e vaccinazione: strumenti essenziali per la prevenzione, il controllo e l’eradicazione delle malattie animali”, tenutasi a Bruxelles il 24 gennaio 2024. Ancora, la delegazione danese fornirà informazioni sulle misure di gestione unilaterali per la pesca introdotte dal Regno Unito.

Agriturist E.R.: agriturismi esclusi da bando sostegni eccellenze

Agriturist E.R.: agriturismi esclusi da bando sostegni eccellenzeRoma, 19 feb. (askanews) – “Non c’è due senza tre. Constatiamo infatti, con profondo rammarico, come il decreto 24 gennaio 2024 di attuazione del decreto del ministero delle Politiche Agricole e Forestali del 4 luglio 2022, recante i criteri e le modalità di utilizzazione del ‘Fondo di parte capitale per il sostegno delle eccellenze della gastronomia e dell’agroalimentare italiano’, escluda gli agriturismi dall’accesso ai contributi”. Lo sottolinea in una nota il presidente di Agriturist Emilia Romagna Gianpietro Bisagni.


Il bando prevede uno stanziamento complessivo di 76 milioni di euro e ha l’obiettivo di valorizzare il patrimonio enogastronomico italiano. “È inconcepibile – insiste Bisagni – che non veda coinvolte le aziende agrituristiche impegnate ogni giorno nella somministrazione di alimenti autoprodotti e tipici, realtà in prima linea nella diversificazione che presidiano il territorio d’origine di prodotti famosi in tutto il mondo, che custodiscono qualità e storia concorrendo a diffondere la cultura del cibo e del vino made in Italy”. Agriturist Emilia Romagna chiede di correggere quest’anomalia inserendo tra i soggetti beneficiari anche le attività di ristorazione connesse alle aziende agricole (codice Ateco 56.10.12 e non solo il codice Ateco 56.10.11 che peraltro include anche i ristoranti etnici), in virtù dell’effettivo lavoro svolto dagli agriturismi nel promuovere sapori e saperi locali soprattutto nelle aree rurali.


Nel 2022, primo anno di applicazione del decreto, fu apportata questa correzione su richiesta di Agriturist e molti agriturismi associati riuscirono a presentare con successo le domande di agevolazione. Non andò così nel 2023: “la nostra richiesta – spiega Bisagni – rimase inascoltata nonostante avessimo segnalato l’anomalia. Ci auguriamo che non si ripeta nuovamente lo stesso sbaglio nel 2024. Bisogna intervenire subito: il primo marzo apre il bando”.

Il miele: proprietà e varietà da scoprire per rilanciare i consumi

Il miele: proprietà e varietà da scoprire per rilanciare i consumiMilano, 18 feb. (askanews) – ll consumo di miele in Italia è per lo più circoscritto ad alcuni periodi dell’anno, come l’inverno, e a momenti specifici della giornata, la colazione prima fra tutte. E questo, chiaramente, si riflette nei consumi pro-capite, che per gli italiani si fermano a 500 grammi l’anno, secondo gli ultimi dati Ismea, al di sotto della media europea di 600 grammi e ben lontano dai livelli della Germania, prima per consumi in Europa, con 1,5 chili l’anno. Eppure le proprietà e le occasioni di consumo di un prodotto naturale come il miele sono numerose, oltre a una verità che spesso ai più è sconosciuta. Il gruppo miele e altri prodotti dell’alveare di Unione italiana food, che riunisce i confezionatori e gli importatori italiani di miele, ha raccontato, col supporto della ricerca scientifica, le proprietà che ancora non conosciamo dell’oro liquido, al di là del classico rimedio della nonna, latte caldo col miele, per la prima influenza di stagione.


Da sempre utilizzato nella medicina tradizionale, diversi studi ne hanno dimostrato le proprietà antinfiammatorie e antiossidanti, nonché il potere cicatrizzante delle ferite. Il suo basso contenuto di umidità, il perossido di idrogeno e l’acidità (pH medio di 3,9) sono attivi contro i microrganismi e forniscono al miele proprietà antibatteriche. Ancora, alcuni dati ottenuti in studi preclinici, sulle cellule in coltura in vitro, e clinici su piccoli gruppi di individui suggeriscono che il miele possa essere utile nel trattamento della tosse, e dei disturbi intestinali e digestivi. Infatti, studi condotti nel Dipartimento di genetica dell’Università di Pisa hanno dimostrato le proprietà antimicrobiche del miele. In particolare, i mieli più scuri e la “melata” sono particolarmente attivi contro alcuni batteri patogeni dell’uomo, come l’helicobacter pylori, che colonizza la mucosa dello stomaco provocando gastrite e ulcere, e lo stafilococco, responsabile di molte malattie della pelle come l’acne. Non solo. Come dimostrano i dati di mercato del gruppo miele di Unionfood, se da una parte c’è il mercato della gdo dove i vasetti di miele arrivano sugli scaffali per il largo consumo, dall’altro c’è l’industria, da quella farmaceutica a quella dolciaria a quella cosmetica, ambiti dove il miele è molto richiesto. Accanto alla molteplicità delle proprietà, ci sono le varietà. E qui sarebbe più opportuno parlare di mieli e non genericamente di miele. In tutto il mondo sono oltre 300 i tipi e differiscono per colore, aroma e sapore a seconda della fonte vegetale in cui le api raccolgono il nettare. A livello organolettico, gli zuccheri rappresentano più del 95% della materia secca del miele e quindi sono le sostanze che ne determinano le proprietà fisiche quali viscosità, igroscopicità (la capacità di una sostanza di assorbire le molecole d’acqua presenti nell’ambiente circostante), stato fisico (liquido o cristallizzato). Glucosio e fruttosio costituiscono circa il 90% degli zuccheri totali ed hanno una duplice origine: in parte derivano dal nettare ed in parte dalla digestione del nettare operata dalle api.


A tal proposito, ricordano i confezionatori, se conservati correttamente, i mieli non scadono perchè sono sostanze poco (o niente affatto) umide e particolarmente acide, quindi, del tutto inospitali per batteri e muffe: non a caso alcuni ricercatori hanno trovato piccole quantità di miele ancora “commestibile” all’interno di tombe egizie. Altro elemento distintivo in particolare di alcuni mieli è la cristallizzazione che è un processo del tutto naturale: la consistenza del miele dipende dalla percentuale di zuccheri presenti, se contiene più glucosio (es. tarassaco, girasole, colza), la cristallizzazione è più veloce, se invece prevale il fruttosio, il miele tenderà a rimanere più liquido (es. acacia, castagno). La cristallizzazione dunque non è sinonimo di impurità, di presenza di zuccheri aggiunti. Su questo i confezionatori tengono a sottolineare che “il miele è tra i prodotti alimentari di origine animale destinati al consumo umano tra i più controllati, sicuri e attenzionati sia da parte privata che da parte dei controlli pubblici per il duplice aspetto di autenticità e salubrità per la sicurezza alimentare. Si tratta di un valore aggiunto, poco percepito dal consumatore, che garantisce l’eccellenza di un miele puro e genuino”. “Una cosa è certa – afferma Giancarlo Quaglia, chairman del gruppo di lavoro tecnico della Federazione europea dei confezionatori e distributori di miele – solo i migliori mieli nazionali ed esteri vengono confezionati dalle industrie italiane, con controlli accurati che garantiscono prodotti di elevata qualità, indipendentemente dalla loro origine. Sono tanti, infatti, i parametri che le aziende devono rispettare perché un prodotto possa definirsi “miele” e scongiurare il rischio dell’adulterazione. Sempre più importanti, poi, sono i controlli a cui viene sottoposto il miele per assicurare l’assenza di sostanze estranee alla sua composizione. Perché il miele possa essere definito tale, infatti, non si può aggiungere altra sostanza o ingrediente”.