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Da R. Sardegna 13 mln per aziende agricole colpite siccità 2024

Da R. Sardegna 13 mln per aziende agricole colpite siccità 2024Roma, 11 dic. (askanews) – Dopo mesi di proteste, trattative e manifestazioni la Regione Sardegna ha accolto le richieste Coldiretti stanziando 13 milioni di euro per ristorare le aziende colpite dagli effetti della lunga siccità del 2024, in particolare dei settori ortofrutticolo, vitivinicolo, cerealicolo, olivicolo. “Un primo grande risultato che rappresenta un fondamentale riconoscimento per gli agricoltori che hanno subito gravi perdite economiche a causa del perdurare della carenza di acqua”, commenta Coldiretti Sardegna.


“Finalmente si chiude un primo capitolo importante nella battaglia per il riconoscimento dei danni subiti dalle nostre aziende agricole a causa della siccità”, sottolinea il presidente di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu. “L’intervento della Regione per le imprese colpite, è un risultato fondamentale che premia le nostre manifestazioni e le tante azioni portate avanti da Coldiretti Sardegna. Tuttavia, non possiamo fermarci qui. I danni alle economie agricole sono ingenti, e molte aziende continuano a pagare un prezzo altissimo. È necessario ricalcolare le cifre a rialzo per poter sostenere tutti i settori coinvolti e garantire il futuro di chi ha scelto di rimanere nelle campagne, nonostante le difficoltà”. Nel dettaglio l’intervento della Regione prevede la concessione di indennizzi a favore delle imprese attive nella produzione agricola primaria per i danni causati dalla siccità che ha colpito la Sardegna nella primavera ed estate del 2024. Gli aiuti sono così suddivisi: 4,5 milioni di euro per il 2024, destinati ai danni alle produzioni delle aziende agricole ricadenti nel sub comprensorio irriguo del Posada; 3 milioni di euro per il 2024, per i danni alle produzioni delle aziende agricole ricadenti nel distretto irriguo dell’Ogliastra e 5,5 milioni di euro a favore delle imprese attive nella produzione agricola primaria ricadenti nel territorio regionale, a esclusione dei distretti irrigui del Posada e dell’Ogliastra.

Il 16/12 al Masaf il Passaporto digitale cioccolato Modica Igp

Il 16/12 al Masaf il Passaporto digitale cioccolato Modica IgpRoma, 11 dic. (askanews) – Lunedì 16 dicembre, alle 11, presso la Sala Cavour del ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, si svolgerà la presentazione del “Passaporto Digitale per il Cioccolato di Modica Igp”.


Alla cerimonia parteciperanno il ministro, Francesco Lollobrigida, il Capo Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari, Felice Assenza, il direttore del Consorzio del Cioccolato di Modica, Nino Scivoletto e l’amministratore delegato IPZS, Francesco Soro.

Bottura protagonista XIII festa zampone e cotechino Modena Ipp

Bottura protagonista XIII festa zampone e cotechino Modena IppRoma, 11 dic. (askanews) – Dal 13 al 15 dicembre Modena si veste a festa, per un fine settimana all’insegna del sapore e del divertimento: spettacoli teatrali, degustazioni, gare e tante iniziative animeranno per tre giorni la città della Ghirlandina. Sarà un’occasione per trovare ispirazione in cucina e per conoscere ancora meglio i due prodotti insigniti del prestigioso riconoscimento europeo.


Si parte venerdì 13 con uno spettacolo presso il Teatro Storchi, nel corso del quale avrà luogo una lotteria benefica in favore dell’Hospice di Modena. Sabato 14, invece, il profumo di Zampone e Cotechino Modena IGP inonderà le vie del centro cittadino. La centralissima Piazza Roma, dalle 10.30, si tramuterà in una cucina a cielo aperto, dove avrà luogo la finalissima del Concorso “Gli chef di domani”, rivolto agli istituti alberghieri e dell’ospitalità di tutta Italia. Le dieci classi finaliste si sfideranno a colpi di fuochi e padelle, per reinventare lo Zampone e il Cotechino Modena IGP in creazioni inedite. A coadiuvare e giudicare le creazioni dei giovani chef, l’icona della cucina modenese e italiana nel mondo, Massimo Bottura.

Presentata campagna Uila per sicurezza e salute in agroalimentare

Presentata campagna Uila per sicurezza e salute in agroalimentareRoma, 11 dic. (askanews) – “La tutela della salute e sicurezza dei lavoratori del settore agroalimentare è strettamente connessa con la tutela dei consumatori, dell’ambiente e della legalità. L’assunto da cui siamo partiti è che non esiste cibo di qualità senza una produzione e un lavoro di qualità”. Lo ha affermato Alice Mocci, segretaria nazionale Uila con delega alla sicurezza, illustrando, oggi a Latina, il progetto “La Campagna dei diritti: salute e sicurezza nell’agroalimentare” alla presenza di numerosi delegati, rappresentanti sindacali e delle organizzazioni agricole locali. I


deato dalla Uila-Uil in collaborazione con l’Ital-Uil, il progetto che partirà a gennaio 2025 e vedrà coinvolto anche il Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (DiMeila) dell’Inail, ha l’obiettivo di promuovere e migliorare la tutela della salute e la sicurezza per i lavoratori del settore agroalimentare. “Il progetto prevede un focus particolare sui lavoratori migranti, che a causa di mancanza di formazione adeguata e di scarse competenze linguistiche, sono più esposti di più ai rischi e agli infortuni”, ha spiegato Mocci rilanciando l’esigenza di trovare una soluzione per tutti quei lavoratori entrati, in Italia regolarmente con i precedenti decreti flussi, sono rimasti incastrati in un sistema contraddittorio che li ha trasformati da lavoratori necessari a lavoratori fantasma, solo perché non rientrati nelle quote di conversione dei permessi”.


Il progetto si articola in quattro fasi strettamente integrate fra loro: l’ascolto/informazione, la ricerca sul campo, attraverso la rilevazione e misurazione scientifica, con strumenti innovativi, dei rischi legati alle diverse attività lavorative, oltre alla formazione anche dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rls).

In Val d’Ossola l’azienda agricola del ritorno alle radici

In Val d’Ossola l’azienda agricola del ritorno alle radiciRoma, 11 dic. (askanews) – Ritornare alle proprie radici, in val d’Ossola, dopo avere sperimentato “professionalità contemporanee” ma riscoprendosi poi fortemente legati al proprio territorio di origine, da valorizzare per il bene della comunità. Su questi principi è nata Dea, un progetto-azienda agricola nato nel 2021 nel comprensorio del Verbano-Cusio-Ossola in Piemonte, per opera della famiglia Stratta che ha scelto Masera, un piccolo comune di circa 1500 abitanti, per coltivare un sogno: preservare e tramandare l’eccellenza. Nello specifico, con la produzione di miele, vino e zafferano, l’azienda promuove i valori dell’artigianalità e della sostenibilità, creando prodotti che riflettono il legame con la terra e l’impegno per un’agricoltura responsabile.


Alessandro, Emanuele, Fabiana, Francesco, Manuela e Paolo hanno iniziato, con un gruppo di amici, a prendersi cura delle vigne che altrimenti sarebbero state estirpate. Ed è poi la famiglia a dare continuità all’avviata attività “Apicoltura Delvescovo”. L’obiettivo è diventare uno dei punti di riferimento per l’agricoltura di montagna in Val d’Ossola. Sul miele l’azienda ha un potenziale di produzione è di 4.000/5.000 kg all’anno, quindi circa 10.000 vasetti l’anno nelle varianti Millefiori Valle Ossola, Floralpina, Castagno, Tiglio, Acacia e Rododendro.


Per quanto riguarda il vino nel 2024 DEA ha notevolmente consolidato la produzione di vino, arrivando a una futura produzione di circa 10.000 bottiglie, tra cui una parte di Archè, il primo a essere rilasciato sul mercato. Tutto si basa sulla valorizzazione del vitigno locale Prünent, una delle anime del Nebbiolo. Infine, lo zafferano: la famiglia Stratta ha iniziato questa attività nel 2020, piantando il primo campo di Crocus sativus, il nome scientifico della preziosa spezia, inizialmente per hobby, prima di farne una professione l’anno successivo.

Federpesca: settore ittico guarda a 2025 con rinnovata fiducia

Federpesca: settore ittico guarda a 2025 con rinnovata fiduciaRoma, 11 dic. (askanews) – “Il settore ittico italiano può guardare al 2025 con rinnovata fiducia, grazie all’impegno concreto del ministro Francesco Lollobrigida e della Direzione Generale della pesca a difesa del settore”. Così in una nota Federpesca commenta l’esito della due giorni di intense negoziazioni per decidere le possibilità di pesca nel 2025 da parte del Consiglio Agrifish.


“Il lavoro duro di questi mesi – spiega la direttrice di Federpesca Francesca Biondo – tra riunioni, comunicati e documenti congiunti a livello nazionale ed europeo, e continui confronti con gli operatori ittici e con le istituzioni per portare le nostre istanze contro la proposta della Commissione, ha portato a un risultato positivo: la tanto temuta riduzione dell’attività di pesca a livelli insostenibili per gli operatori, in particolare nel Mediterraneo Occidentale, si è rivelata meno severa di quanto inizialmente previsto, offrendo un respiro di speranza al settore”. La Commissione europea aveva difatti proposto una riduzione del 38% per le attività di pesca demersale nelle Mediterraneo occidentale (GSA 8-9-10-11), entrando di fatto in una “fase permanente del Piano pluriennale che regola la pesca in quest’area – continua Biondo – Una fase che tuttavia non era mai stata preannunciata fino a poco tempo fa, lasciando gli operatori della pesca in un clima di incertezza e preoccupazione, con la paura di doversi adattare rapidamente a scenari e normative imposte dall’alto senza alcun confronto e con il rischio di un reale smantellamento del comparto. Tuttavia, grazie al negoziato, attraverso una serie di misure di compensazione, l’Italia potrà mantenere gli stessi giorni di pesca del 2024”.


Per quanto concerne i gamberi di profondità nelle stesse GSA 8-9-10-11, “anche qua possiamo tirare un respiro di sollievo”. Dalla proposta della Commissione di ridurre nel 2025 i livelli massimi di cattura del 18% per il gambero viola e del 29% per il gambero rosso, si è passati per entrambe le specie a una riduzione del 6%. Riguardo al Mar Adriatico, Ionio e Canale di Sicilia, restano le decisioni prese durante la riunione annuale della Commissione generale per la Pesca nel Mar Mediterraneo (GFCM). “Nonostante la flessibilità mostrata dal nuovo Commissario per la pesca Kadis, resta il fatto che l’approccio adottato dalla Commissione europea, in particolare negli ultimi mesi, continua a sollevare preoccupazioni – conclude Biondo – Decisioni che avranno un impatto su migliaia di pescatori e famiglie devono essere prese in modo equo e basate su un processo decisionale trasparente, partecipativo e efficace. Non pertanto costruito su scelte improvvisate all’ultimo momento, ma fondato su una riflessione attenta e pianificata, capace di considerare tutti gli aspetti e le implicazioni a lungo termine. Diventa dunque fondamentale nel 2025 valutare i risultati degli scorsi anni e prendere decisioni congiunte per garantire un futuro al settore, che sia sostenibile a livello economico, ambientale e sociale”.

Salvi (Fruitimprese): export record ma ci sono crisi produttive

Salvi (Fruitimprese): export record ma ci sono crisi produttiveRoma, 11 dic. (askanews) – Performance da record per l’export di ortofrutta fresca italiana nel 2024, che potrebbe chiudere oltre i 6 milioni di euro e che rappresenta il 10% delle esportazioni italiane di prodotti agroalimentari, ma c’è preoccupazione pe le crisi produttive di alcune referenze. Lo spiega in una nota il presidente di Fruitimprese Marco Salvi, commentando positivamente i dati aggiornati a settembre 2024.


“Preoccupano tuttavia – spiega Salvi – le crisi produttive di alcuni frutti aggravate dalle fitopatie e dalla mancanza di armi a disposizione dei produttori per contrastarle, una situazione che rischia di aggravarsi considerando la progressiva eliminazione di agrofarmaci che l’Unione Europea sta mettendo in atto. Alle nostre mele, kiwi, uva e drupacee mancano le ore di freddo necessarie per lo sviluppo delle piante e, mentre i nostri paesi competitor, anche dell’Unione Europea, ottengono autorizzazioni in deroga per utilizzare i prodotti necessari, l’Italia rimane a guardare”. “Una corsa al massacro – aggiunge Salvi – che ha visto recentemente l’EFSA, con una procedura del tutto irrituale, ridurre la dose consentita del principale agrofarmaco utilizzabile contro la cimice asiatica e che, in attesa della pubblicazione del regolamento con i tempi di attuazione dei nuovi limiti massimi, ha indotto le principali sigle della GDO europea a richiedere ai propri fornitori di rispettare da subito la nuova normativa, anche per prodotti già legalmente trattati e raccolti”.


“Si sta parlando a Bruxelles in queste ore – conclude Salvi – di una rivisitazione della normativa sulle pratiche sleali, sarebbe il caso di porre attenzione anche a queste vicende che pongono delle solide barriere alle nostre esportazioni”.

Export italiano di ortofrutta pronto a superare i 6 mld nel 2024

Export italiano di ortofrutta pronto a superare i 6 mld nel 2024Roma, 11 dic. (askanews) – L’export italiano di ortofrutta fresca si candida per superare i 6 miliardi di euro nel 2024: nei primi nove mesi dell’anno, infatti, i dati Istat elaborati da Fruitimprese evidenziano un incremento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno dell’ 8,9% in volume (2.790.628 tonellate) e del 5,7% in valore (oltre 4,2 miliardi di euro) con un trend che accelera rispetto alle rilevazioni relative ai trimestri precedenti e potrebbe consentire alle nostre esportazioni di ortofrutta fresca di battere tutti i record e superare i 6 miliardi di euro a fine anno.


In controtendenza il saldo della bilancia commerciale, che, seppur migliorando in termini di volumi (il saldo negativo passa da 425.723 tons di settembre 2023 a 279.688 tons), perde di valore quasi dimezzandosi e attestandosi a poco più di 75 milioni di euro contro i 141 dello stesso periodo dell’anno precedente. Ad incidere su questo dato è l’incremento, peraltro costante, delle importazioni che sfondano il tetto dei 3 milioni di tonnellate (+2,8%) e quello dei 4 miliardi di euro, +7,6% rispetto ai primi 3 trimestri del 2023. Passando all’esame dei singoli comparti i numeri dell’export, tuberi legumi e ortaggi vedono incrementare le esportazioni del 14,6% in volume e del 1,5% in valore, le esportazioni di agrumi salgono del 12,7% in quantità e del 48% in valore.


Bene anche il comparto principale, quello della frutta fresca che, in controtendenza con gli altri cresce di più in valore (+9,1%) che in volume (+5,7%), a testimonianza di un calo delle produzioni che però non incide sul nostro export. Benino la frutta secca le cui esportazioni in valore sono pressoché invariate (+0,2%) ma con l’unico segno negativo del nostro export (- 4% in quantità). Continua infine la cavalcata al rialzo della frutta tropicale con un +13,6% in volume e + 11,5% in valore che si attesta a circa 114 milioni di euro, numeri non esorbitanti ma che dimostrano l’efficienza degli operatori di questo comparto che riescono a creare valore anche dal prodotto non proveniente dal nostro stesso emisfero.


Passando all’import, a parte gli agrumi, le cui importazioni continuano a scendere (-10,1% in volume e -17,7% in valore), nei primi 3 trimestri del 2024 in tutti i comparti cresce il prodotto proveniente dall’estero: per tuberi legumi e ortaggi l’import sale del 4,4% in quantità e del 3,2% in valore, balzo del valore della frutta fresca importata che si attesta a +14,9% rispetto allo stesso periodo del 2023 a fronte di un +3,3% in volume. Cresce a doppia cifra l’import di frutta secca con un +10,1% in quantità e +15,4% in valore, bene anche la frutta tropicale +3% in volume e +7,6% in valore.


Per quanto riguarda i prodotti campioni del nostro export, continuano a crescere le esportazioni di mele che aumentano del 3,4% in quantità e del 10,51% in valore rispetto allo stesso periodo del 2023; positivo l’avvio della campagna dell’uva da tavola che al 30 settembre vede aumentare del 12,33% le quantità e del 20,36% il valore esportato che supera 550 milioni di euro. Male purtroppo il kiwi, le cui esportazioni perdono quasi 1/3 delle quantità (-32% sullo stesso periodo del 2023) e scendono del 6,92% in valore, a causa di un momento di grande difficoltà per questa coltura che paga più di altre il cambiamento climatico, le fitopatie e l’attacco degli insetti alieni. Discorso analogo, se non più grave, per le pere, nostro prodotto di punta sui mercati internazionali fino a cinque anni fa, le cui esportazioni scendono di oltre il 30% sia in quantità che valore rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente che non era stato certamente esaltante. Per questo prodotto la campagna 2024 potrebbe portare dei numeri positivi o comunque segnali di risveglio, di cui i nostri produttori hanno estremamente bisogno. Bene in generale l’export di limoni e soprattutto di arance le cui esportazioni salgono di 11 punti percentuali in volume e di oltre 5 in valore e ottimo risultato per le nostre pesche e nettarine, per cui l’export, trainato dalle nuove varietà e da un clima meno brutale dell’anno precedente, sale del 47,95% in quantità e del 36,57% in valore. Non ci sono grossi scossoni, spiega Fruitimprese, per i principali prodotti importati, che mantengono le posizioni, tranne che per quello che ormai sta diventando un protagonista di questo comparto, l’avocado, le cui importazioni in valore sfiorano i 120 milioni di euro con un aumento di oltre un quarto del valore rispetto ai primi 3 trimestri del 2023.

Copagri: buon lavoro a neo presidente Fedagripesca Drei

Copagri: buon lavoro a neo presidente Fedagripesca DreiRoma, 11 dic. (askanews) – “A nome personale e dell’intera struttura della Confederazione Produttori Agricoli desidero inviare le mie più sincere congratulazioni al presidente della Fedagripesca Confcooperative Raffaele Drei, ringraziando il presidente uscente Carlo Piccinini, cui va un caloroso saluto per il percorso condiviso”. Lo afferma il presidente della Copagri Tommaso Battista al termine del Consiglio Nazionale della Federazione, che ha provveduto a eleggere il nuovo vertice.


“Abbiamo davanti a noi sfide molto complesse, prima fra tutte quella di continuare a lavorare per dare prospettive al comparto primario del Paese, puntando su un piano strategico organico che si basi sul medio-lungo periodo e che possa contribuire concretamente alla creazione di un nuovo modello agricolo per rilanciare la competitività dell’agroalimentare nazionale”, aggiunge Battista. “Fare sistema, o meglio continuare a farlo con sempre maggiore determinazione e sinergia, diventa quindi un imperativo categorico, una condizione imprescindibile per far andare di pari passo le tre anime della sostenibilità, tenendo sempre in debita considerazione quella economica”, conclude il presidente, formulando i migliori auguri di buon lavoro a Drei.

Cia riunisce la filiera della canapa: stop a norma in Dl Sicurezza

Cia riunisce la filiera della canapa: stop a norma in Dl SicurezzaRoma, 11 dic. (askanews) – Salvare la canapa italiana. È con questo obiettivo che la filiera si è riunita nella sede di Cia-Agricoltori Italiani per chiedere al Governo ancora una volta di eliminare la norma del Ddl Sicurezza che rischia di distruggere uno dei segmenti di eccellenza del Made in Italy agroindustriale per ragioni esclusivamente ideologiche.


Tutti insieme, protagonisti ed esperti del settore, radunati a Roma all’Auditorium Giuseppe Avolio, hanno chiesto un cambio di passo al governo contro un provvedimento ritenuto totalmente ingiusto. Vietare infatti la coltivazione, la lavorazione e la vendita delle infiorescenze della canapa e dei suoi derivati, come propone l’articolo 18 del disegno di legge attualmente in discussione al Senato, equivale a cancellare in un colpo solo l’intero comparto, che già oggi vale 500 milioni di fatturato annuo e conta oltre 15 mila posti di lavoro. Rendendo così illegale una filiera ad alto valore aggiunto e a trazione giovanile, ma soprattutto dall’enorme potenziale produttivo e di investimento tra cosmesi, erboristeria, bioedilizia, florovivaismo, tessile, alimentare, tutti impieghi ampiamente riconosciuti dalla normativa Ue e che potrebbero generare, entro il 2030, fino a 10 miliardi di euro. “È inaccettabile mettere a rischio una filiera a causa di pregiudizi – ha detto il presidente di Cia, Cristiano Fini – Per questo oggi lanciamo un nuovo appello alle istituzioni, affinché si torni indietro sul Ddl Sicurezza e si apra subito, invece, un confronto approfondito con gli operatori per garantire al settore della canapa industriale un quadro normativo chiaro ed equo, partendo dalla convocazione del Tavolo di filiera presso il Ministero dell’Agricoltura. Lavoriamo insieme per valorizzare, e non affossare, un comparto in piena crescita che non ha nulla a che fare con il mercato delle sostanze stupefacenti”.


Anzi, ha aggiunto il presidente dei Florovivaisti Italiani di Cia, Aldo Alberto, “la canapa rappresenta un’occasione unica per i territori, dal punto di vista economico e ambientale. Contribuisce a ridurre il consumo di suolo, diserbare i terreni e bonificarli dai metalli, oltre a essere una produzione molto versatile. Dalla pasta alla farina senza glutine, fino all’olio ricco di Omega 3 e dalle spiccate proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. E poi c’è la realizzazione di tessuti green e resistenti perfetti per maglie e borse come per sacchi e tappeti, ma anche di mattoni ecologici utili nella bioedilizia, senza dimenticare gli utilizzi per creme, tinte e persino detersivi. Un patrimonio da rilanciare, non da gettare via”.