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Vino, piano della Commissione contro surplus, calo consumi e cambio clima

Vino, piano della Commissione contro surplus, calo consumi e cambio climaBruxelles, 28 mar. (askanews) – La Commissione europea ha presentato una proposta legislativa che modifica tre regolamenti riguardanti il settore vitivinicolo dell’Ue, con nuove misure nel quadro della Politica agricola comune (Pac) volte a garantire la competitività e la vitalità di questo settore nei prossimi anni, di fronte a tre diverse sfide che deve affrontare: le nuove tendenze che si stanno affermando tra i consumatori, con un calo della domanda di vino che va avanti ormai da cinque anni, i cambiamenti climatici, e le incertezze del mercato, già presenti negli anni scorsi ma che sono diventate ora particolarmente preoccupanti dopo l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca e le minacce di una guerra dei dazi.  


Per affrontare queste sfide, nel luglio 2024 era stato istituito il Gruppo di alto livello sulla politica vinicola, con il compito di individuare le esigenze del settore e proporre soluzioni insieme agli attori del mercato e agli Stati membri. Alle riunioni del gruppo di alto livello, cominciate nel settembre scorso, hanno partecipato tutti i 27 direttori generali dei ministeri nazionali dell’agricoltura, e sulla base delle analisi economiche effettuate si è arrivati alle raccomandazioni politiche che sono state sostenute, col consenso di tutti, nel dicembre dell’anno scorso. A febbraio, il Commissario Ue all’Agricoltura, Christophe Hansen, aveva annunciato al Parlamento europeo la proposta che è stata presentata oggi, e che è stata progettata proprio per tradurre le più urgenti raccomandazioni del Gruppo di alto livello in azioni legislative concrete, che riguardano: 1) una maggiore flessibilità per le misure contro le eccedenze e 2) per quelle che regolano l’impianto o il reimpianto dei vigneti; 3) un sostegno maggiore per l’adattamento al cambiamento climatico e la mitigazione dei suoi effetti; 4) norme più chiare e più articolate per il marketing e le denominazioni dei prodotti innovativi, dei vini aromatizzati e di quelli a gradazione alcolica ridotta o nulla; 5) norme armonizzate a livello Ue per l’etichettatura digitale tramite QR code, che contiene le informazioni nutrizionali e sugli ingredienti; 6) un’estensione da tre a cinque anni delle misure di promozione dell’enoturismo, con la possibilità di beneficiare del sostegno estesa ai consorzi di tutela dei vini; 7) un’estensione, anche qui da tre a cinque anni, delle campagne promozionali dei vini europei nei Paesi terzi finanziate dall’Ue.      


‘Il settore vitivinicolo dell’Ue è una pietra angolare del tessuto culturale ed economico europeo. Rappresentando il 60% della produzione mondiale e il 60% del valore del vino esportato nel mondo, il settore svolge un ruolo fondamentale nelle economie rurali ed è strettamente legato alle tradizioni, alla gastronomia e al turismo europei’, sottolinea una nota della Commissione, e aggiunge: ‘Mentre la politica vinicola dell’Ue ha avuto molto successo nel proteggere le qualità e promuovere i vini europei, i cambiamenti demografici e nei modelli di consumo in corso, le sfide climatiche e le incertezze del mercato stanno mettendo a dura prova il settore’. Fonti della Commissione hanno spiegato ieri che ‘nelle analisi che sono state fatte nei mesi scorsi, si evidenziavano chiaramente dei fattori importanti che stavano inficiando il settore vitivinicolo: in particolare una riduzione dei consumi che si è accelerata a partire dal periodo post-Covid, un cambiamento dei comportamenti dei consumatori, e l’impatto del cambiamento climatico sulla produzione che fa sì che le produzioni annuali sono fluttuanti molto più che un tempo. Inoltre, c’è anche una certa difficoltà di esportazioni sui mercati principali nei Paesi terzi, e questo quando ancora non si paventavano i dazi che si stanno concretizzando oggi’.


‘La crisi in cui siamo – hanno puntualizzato le fonti – è diversa dal passato, è un misto tra fattori congiunturali e fattori strutturali, che continuano nel lungo periodo. E in più è molto frammentata, perché ha un impatto diverso da regione a regione e nei diversi segmenti produttivi: in alcune regioni possiamo vedere che il settore vitivinicolo tiene ancora bene, mentre in altre la crisi è molto profonda’. Ecco, di seguito, che cosa comportano in concreto le proposte della Commissione, che ora dovranno essere esaminate e approvate dai co-legislatori, il Parlamento europeo e il Consiglio Ue.


1) Adattamento del regime di autorizzazioni Le proposte prevedono innanzitutto più flessibilità nell’uso, da parte degli Stati membri, delle misure volte a prevenire i surplus di produzione e stabilizzare il mercato. Viene data agli Stati membri la possibilità di limitare, e perfino di bloccare del tutto, l’attribuzione di autorizzazioni per nuovi impianti, sia a livello nazionale, sia regione per regione. Uno Stato membro può constatare che in alcune regioni il mercato è più promettente, e quindi lasciare le autorizzazioni esistenti o anche attribuire nuove autorizzazioni, bloccandole invece totalmente in altre regioni. Inoltre, ci sarà una procedura accelerata nel caso in cui gli Stati membri fossero interessati ad applicare la ‘vendemmia verde’ (la rimozione di tutte le uve da un vigneto prima della maturazione), oppure l’estirpazione di vigneti in determinate aree che soffrono di un eccesso di produzione. Entrambe le misure sarebbero finanziate con fondi nazionali e approvate dalla Commissione con procedure d’urgenza. 2) Più flessibilità per il reimpianto Per quanto riguarda le autorizzazioni di reimpianto, la proposta estende la durata delle autorizzazioni da tre a otto anni, e sospende anche le sanzioni penali per coloro che non le utilizzeranno. ‘In questo modo si vuole dare più possibilità ai produttori per valutare meglio quanto e cosa piantare in funzione dell’evoluzione di mercato. Chi è incerto, invece di piantare subito per paura di perdere l’autorizzazione o di incorrere in penali, avrà più tempo a disposizione per decidere, conservando ancora l’autorizzazione per lungo tempo. Questo non è il caso invece per le autorizzazioni dei nuovi impianti, che aumentano la superficie a vigneto: in questo caso, la proposta mantiene ancora la durata di tre anni, e la sanzione in caso di non utilizzo’ da parte dei beneficiari, hanno spiegato le fonti. 3) Sostegno contro il cambio climatico Gli Stati membri potranno aumentare l’assistenza finanziaria dell’Ue fino all’80% dei costi di investimento ammissibili per misure volte alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici; quindi, uno strumento aggiuntivo a disposizione per coloro che effettivamente vogliono e hanno necessità di fare degli investimenti per cercare di ridurre il rischio dei cambiamenti climatici. 4) Nuove regole di marketing e nuove denominazioni per vini dealcolati o a bassa gradazione La riduzione dei consumi a lungo termine, acceleratasi negli ultimi anni, e il cambiamento del comportamento dei consumatori necessitano un adeguamento dell’offerta, con prodotti più innovativi, che rispondono di più a queste nuove tendenze. Una delle misure previste è l’aumento del tasso di sostegno Ue per misure di innovazione, che viene portato anche qui all’80% dell’investimento. Un altro pacchetto di misure che questa proposta contiene è relativo ai vini dealcolati. ‘La riforma del 2021 li aveva introdotti come parte della categoria vini, ma quelle regole, stabilite soprattutto per gli spumanti, che sono i vini dealcolati più richiesti dai consumatori, si sono dimostrate eccessivamente rigide. Le modifiche proposte facilitano la produzione di questi spumanti dealcolati e in più anche dei vini aromatizzati, che hanno anch’essi un tasso di sviluppo notevole perché rispondono alla richiesta dei consumatori’, hanno spiegato ancora le fonti della Commissione, precisando che la proposta mira a definire delle denominazioni comuni in tutta Europa per i vini di questa categoria, ‘con nomi che siano più attraenti e più familiari ai consumatori’. Invece di vini ‘totalmente dealcolati’ o ‘parzialmente dealcolati’, come prevede l’attuale legislazione europea, l’idea è quella di usare denominazioni come ‘vini senza alcol’ o ‘zero zero’ se l’alcol è inferiore allo 0,05%, ‘vini a bassa gradazione’ o ‘light’ se invece la gradazione alcolica supera lo 0,5%, ma resta comunque sotto il 30% del livello minimo previsto per quella categoria di vini. Questo vale anche per i vini aromatizzati, che con le norme attuali non possono essere dealcolati. 5) Etichettatura, QR code armonizzato a livello Ue   Ci sono stati negli anni scorsi, soprattutto in Italia, molti articoli sull’etichettatura elettronica, il cosiddetto ‘QR code’ per i vini, che contiene le informazioni nutrizionali e sugli ingredienti, destinate ai consumatori. In alcuni paesi, ad esempio, sull’etichetta accanto al QR code doveva esserci la scritta ‘ingredienti’, in altri ‘informazioni nutrizionali’, in altri entrambe. Ora sarà la Commissione a decidere i dettagli dell’etichettatura per i vini, con un ‘atto delegato’ (decisioni esecutive che possono essere bloccate solo dalla maggioranza qualificata degli Stati membri), in modo armonizzato per tutta l’Ue, per eliminare i costi inevitabili per le imprese di norme diverse nei diversi Stati membri.   6) Potenziamento dell’enoturismo Il ‘turismo del vino’, o enoturismo, è un motore di promozione e consumo del vino che si sta espandendo sempre di più, con una immagine di marketing positiva, integrata con la gastronomia, il paesaggio e il territorio locali. Delle misure per promuovere l’enoturismo già esistono, ma non sono molto utilizzate perché oggi i beneficiari sono solo le organizzazioni interprofessionali. Con la nuova proposta della Commissione, anche i consorzi di tutela, che gestiscono i vini protetti da indicazioni geografiche e svolgono un ruolo primario nel mercato e sono perfettamente integrati nel territorio, riceveranno assistenza per sviluppare l’enoturismo, contribuendo a stimolare lo sviluppo economico nelle aree rurali. 7) Promozione dei vini europei nei Paesi terzi La durata delle campagne promozionali finanziate dall’Ue per consolidare la presenza dei vini europei nei mercati nei paesi terzi sarà estesa da 3 a 5 anni. Le misure di promozione in paesi terzi che già esistono si sono dimostrate troppo brevi per molti operatori, che non sono riusciti a consolidare i loro mercati nei paesi extra Ue. Di qui la richiesta, accolta dalla Commissione, di prevedere un allungamento dei tempi.   ‘Il Commissario Hansen è ben cosciente che l’Unione europea non si può permettere di perdere parti di questo settore così strategico per il sostentamento di tante zone rurali’, hanno riferito ancora le fonti comunitarie. La proposta, hanno concluso, verrà ora inviata al Parlamento europeo e al Consiglio Ue, ‘e dato il grande supporto che c’è stato, sia nel Gruppo di alto livello che da parte del Parlamento, si spera che ci sarà una rapida approvazione’.

Filiera Italia: valorizzare zootecnia per garantire sicurezza alimentare

Filiera Italia: valorizzare zootecnia per garantire sicurezza alimentareMilano, 28 mar. (askanews) – “I tempi che stiamo vivendo rendono sempre più necessario riflettere su come conservare e garantire la sicurezza alimentare”. Così Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia commenta la pubblicazione dell’appello “Nutrire l’Europa: l’importanza delle proteine animali” promosso delle filiere zootecniche e agroalimentari europee e destinato alle istituzioni Ue. Al centro del documento, firmato da 125 organizzazioni di settore, la richiesta di una strategia alimentare che si basi su un metodo scientifico e che valorizzi l’apporto del comparto zootecnico e agroalimentare in un’ottica di sostenibilità a tutto tondo.


“Come Filiera Italia – aggiunge Scordamaglia – insieme a Farm Europe siamo fra i promotori dell’iniziativa perché crediamo che siano finiti i tempi dell’ideologia sterile e che sia giunto il momento di valorizzare l’impegno del settore zootecnico per un futuro più sostenibile e sicuro per tutti”. E conclude Scordamaglia: “Senza zootecnia non esiste agricoltura, presidio del territorio e sicurezza alimentare. Tutto ciò sia una volta per tutte chiaro, anche nell’ottica della prossima Pac”.

Tra 5 eccellenze agroalimentari, 27% italiani cita prodotto Parma Food Valley

Tra 5 eccellenze agroalimentari, 27% italiani cita prodotto Parma Food ValleyRoma, 28 mar. (askanews) – Tra i 5 prodotti gastronomici che meglio rappresentano il nostro Paese nel mondo, il 27% degli italiani cita spontaneamente una filiera della Parma Food Valley, all’interno di un territorio conosciuto dal 43% degli intervistati. E in generale, più del 50% riconosce il valore di eccellenza dei prodotti della Parma Food Valley. Sono alcuni degli spunti emersi da una ricerca Ipsos su Parma Food Valley, il territorio rappresentato da Fondazione Parma Creative City of Gastronomy UNESCO che racchiude 6 tra le più importanti filiere dell’agroalimentare italiano: Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma, pasta (Barilla), pomodoro (Mutti e Rodolfi), latte (Parmalat) e le alici (Delicius, Rizzoli e Zarotti). La Fondazione è stata costituita nel 2017, a seguito della nomina di Parma a Città Creativa UNESCO per la Gastronomia, avvenuta nel dicembre 2015. E oltre alle filiere, è affiancata dai partner istituzionali come il Comune di Parma, la Camera di Commercio dell’Emilia, l’Unione Parmense degli Industriali, l’Università di Parma e Fiere di Parma, con il coordinamento di Parma Alimentare.


L’ente di ricerca ha condotto uno studio sulla conoscenza e l’apprezzamento del marchio Parma Food Valley in Italia. Sono state 1.246 le interviste realizzate su una popolazione dai 18 ai 74 anni ben suddivisa per occupazione (il 58% lavora) e stato di famiglia (il 55% si dichiara convivente, il restante 45% o vive da solo o con famigliari/amici), mentre per quanto riguarda il tasso di istruzione il 22% ha raggiunto la laurea. In chiusura, il 48% degli intervistati è stato intercettato nel Nord, il 18 al Centro e il restante 34% tra Sud e isole. I dati economici delle 6 filiere della Parma Food Valley.


La ricerca è stata effettuata su un’area di grande rilievo dal punto di vista economico. Nel 2023 (ultimo dato complessivo disponibile) le 6 filiere hanno sommato un fatturato al consumo di oltre 11 miliardi di euro. Le due Dop – 3,05 miliardi per il Parmigiano Reggiano; 1,7 per il Prosciutto di Parma – e Barilla (4,9) rappresentano la fetta maggiore, seguiti dal pomodoro (quasi 800 milioni di euro), latte (720) e le alici (135 milioni) in un settore di cui Parma è leader e che attraverso le tre aziende rappresenta più del 70% delle acciughe consumate in Italia. Un territorio, quello della Parma Food Valley, che fa dell’export un fiore all’occhiello: sul fatturato complessivo, circa 5 miliardi (il 44%) derivano dalle esportazioni. Secondo i dati pubblicati da UPI (Unione Parmense degli Industriali), basati sui report Istat dei valori alla produzione, quello ducale rappresenta il 5% dell’intero export alimentare italiano, cifra che sale al 32% se riparametrata sull’Emilia-Romagna. E in una situazione geopolitica minacciata dai dazi, è possibile analizzare anche i Paesi più importanti. Se Francia e Germania sono ai primi due posti, nell’ultimo anno sono stati proprio gli Stati Uniti a registrare la maggior crescita sull’export con un +21,7% rispetto al 2023, seguiti dal Canada (+21,1%), Spagna (+19,1%) e Regno Unito (+15%). Più in generale, dal 2015 l’export della Parma Food Valley è sempre cresciuto, arrivando in 10 anni a sfiorare il +100%. Mentre per quanto riguarda le importazioni, gli USA non compaiono nei primi 20 posti di una classifica guidata dalla Spagna. Infine dal punto di vista occupazionale l’agroalimentare parmense può vantare 1.052 aziende sfiorando i 15.000 addetti. Gli spunti della ricerca Ipsos e le interviste agli chef.


All’interno dello studio, Ipsos ha intervistato anche gli chef di 13 ristoranti stellati (suddivisi tra Nord, Centro e Sud) come punto di riferimento del ‘fine dining’ per la parte qualitativa della ricerca. Giuseppe Causarano, una stella con il ‘Votavota’ di Ragusa, e Davide Oldani (2 Stelle al D’O di Cornaredo) hanno enfatizzato: “Solo in Italia ci poteva essere una Food Valley di questo tipo, dal prodotto fresco alla produzione industriale di grande qualità. Siamo un grande popolo che lavora per la valorizzazione della qualità dei nostri prodotti in Italia e nel mondo”. Una conferma arrivata anche dagli oltre 1.200 intervistati: negli aspetti più rilevanti a guidare gli acquisti, il 63% mette al primo posto la qualità e il 52% il gusto. Ma nella ricerca emergono anche punti di miglioramento. E tra questi c’è il focus principale di Fondazione Parma Creative City of Gastronomy UNESCO, ovvero promuovere la conoscenza di Parma Food Valley. Pur avendo prodotti unici in tutto il mondo, più della metà degli intervistati non conosceva il brand. Un potenziale inespresso ribadito anche dallo chef Luca Marchini (1 Stella con l’Erba del Re a Modena): “Parma Food Valley ha posto le basi per una riconoscibilità della zona, ma spesso in Italia la conoscenza è superficiale”.

Fiasconaro tra i protagonisti dell’evento Masaf “Agricoltura È”

Fiasconaro tra i protagonisti dell’evento Masaf “Agricoltura È”Roma, 28 mar. (askanews) – Fiasconaro, azienda dolciaria con quartier generale a Castelbuono (PA), nel cuore del parco delle Madonie, è fra i grandi protagonisti di “Agricoltura È”, l’evento che si è tenuto dal 24 al 26 marzo nel cuore di Roma, in Piazza della Repubblica, per raccontare il Sistema Italia, la centralità e la poliedricità dell’agricoltura.


La manifestazione, promossa dal Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, è stata inaugurata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Tenutasi in occasione dell’anniversario della firma dei Trattati di Roma, l’evento ha visto la partecipazione dell’azienda Fiasconaro come sponsor tecnico e partner del MASAF. In questa occasione il Maestro Nicola Fiasconaro, in qualità di Ambasciatore della Sicilia nel mondo, ha fatto conoscere tutta l’eccellenza della tradizione dolciaria siciliana, esponendo i prodotti dell’azienda. In occasione dell’evento, oltre ai celebri dolci Fiasconaro, sono stati coinvolti altri produttori siciliani per dare luce ai molti dei sapori della tradizione siciliana delle nove province dell’isola. Tra le specialità locali spiccavano l’agnello pasquale di Favara, la pignolata, il dolce tipico di Messina, lo sfoglio delle Madonie, il torrone di Caltanissetta e i Chiari di luna di Ragusa. Un vero e proprio viaggio attraverso i dolci che raccontano la Sicilia. “Agricoltura È” è stato un evento immersivo che ha trasformato Piazza della Repubblica in un grande villaggio esperienziale dedicato al mondo dell’agricoltura. L’evento ha rappresentato un importante punto di incontro tra istituzioni, imprese, studenti e cittadini, offrendo l’opportunità di partecipare a momenti di confronto, degustazioni, laboratori e dimostrazioni. Un’occasione unica per scoprire da vicino e toccare con mano la ricchezza del settore agroalimentare italiano, grazie alla presenza di 40 stand dedicati all’energia, alla sicurezza alimentare, alla tutela dell’ambiente, alla qualità della vita e alla promozione del Made in Italy.


“È un onore per me, come ambasciatore della Sicilia, poter celebrare la qualità straordinaria dei nostri prodotti. La passione, la dedizione e l’amore per la nostra terra si traducono in eccellenze che rendono unica l’Italia in tutto il mondo”, spiega Nicola Fiasconaro. “Inoltre, sono orgoglioso di presentare una colomba speciale creata in onore dell’evento “Agricoltura È”, a testimonianza che l’agricoltura siciliana è un pilastro fondamentale della nostra identità e va sostenuta con forza. È proprio dalle nostre terre che nascono quei prodotti che rendono la Sicilia e l’Italia intera conosciute e apprezzate in tutto il mondo”, chiosa il Maestro pasticcere.

A Modena corso formazione su Prrs, il flagello della suinicoltura

A Modena corso formazione su Prrs, il flagello della suinicolturaRoma, 27 mar. (askanews) – È considerata il flagello della suinicoltura italiana. Soprattutto da alcuni anni a questa parte, da quando cioè hanno fatto la loro comparsa alcuni ceppi virali ad alta patogenicità particolarmente aggressivi. E’ la PRRS, la sindrome riproduttiva e respiratoria dei suini: se ne parlerà al Corso di formazione dedicato ad allevatori, veterinari e tecnici del settore organizzato da Expo Consulting srl nell’ambito delle iniziative legate alla Giornata della Suinicoltura.


Il Corso si terrà mercoledì 9 aprile, a Modena, con un parterre tutto al femminile composto da scienziate esperte che vivono ogni giorno sul campo la loro attività professionale e affronterà lo spinoso e attualissimo tema dedicato al contrasto delle malattie che maggiormente minacciano la salute dei suini in allevamento “Se in passato, una volta entrata in allevamento, la PRRS poteva essere contrastata con risultati accettabili – afferma Annalisa Scollo, docente presso il Dipartimento di scienze mediche veterinarie all’Università di Torino e una delle quattro scienziate che terranno il Corso – oggi ci troviamo purtroppo a fronteggiare una situazione ben più complessa e grave che sta mettendo a dura prova le aziende sia da un punto di vista clinico che economico”.

Al Macfrut torna l’Acqua Campus, area sperimentale su 1000mq

Al Macfrut torna l’Acqua Campus, area sperimentale su 1000mqRoma, 27 mar. (askanews) – Risorsa idrica protagonista nel rinnovato sodalizio Macfrut e Acqua Campus alla 42esima edizione della fiera di filiera dell’ortofrutta, in programma al Rimini Expo Centre da martedì 6 a giovedì 8 maggio 2025. Realizzata da ANBI (Associazione Nazionale delle Bonifiche Italiane) e CER (Canale Emiliano Romagnolo), in fiera sarà possibile “toccare con mano” le principali novità su ricerca ed innovazione tecnologica: dalle soluzioni sul risparmio idrico ed energetico ai servizi ecosistemici, da Irriframe all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale, sino alle vere e proprie dimostrazioni in campo.


E proprio l’area sperimentale interattiva in fiera, denominata Water revolution, rappresenta la prima grande novità di Acqua Campus 2025. Lo spazio sarà ampliato per una superficie complessiva di oltre 1000 metri quadrati, all’interno dei quali saranno presentati i più moderni ed efficienti sistemi d’irrigazione. Non solo: l’area fungerà anche da aula didattica en plein air ospitando visite di scuole ad indirizzo agronomico. Nel corso della tre giorni l’area accoglierà workshop con innovative esperienze dalle regioni e specifici momenti di comunicazione saranno riservati alle attività del centro di ricerca Acqua Campus e di C.E.A. – Consorzio Energia Ambiente.


Spiega Francesco Vincenzi, presidente di ANBI: “manutenzione, infrastrutturazione, innovazione e cultura sono i capisaldi della proposta ANBI per un modello di Paese, che abbia il territorio al centro: la rappresentiamo fin dalla nostra, prima presenza al Macfrut”.

Bruni (Cso): prima necessità agricoltori è produrre

Bruni (Cso): prima necessità agricoltori è produrreRoma, 27 mar. (askanews) – “La prima necessità del settore agricolo è di continuare a produrre, perché la drastica riduzione dei fitofarmaci, che era stata indicata dal Green Deal europeo, ha messo l’intero sistema produttivo in gravissime difficoltà, aggiungendosi ad emergenze come gli eventi climatici estremi, gli insetti alieni, le nuove fitopatie”. Lo ha detto il presidente di CSO Italy Paolo Bruni intervenendo alla tavola rotonda che si è svolta per la presentazione del rapporto Agrofarma a Bologna.


“La realtà è che in dieci anni la produzione è crollata e per certi prodotti ha rischiato di scomparire – ha sottolineato Bruni – Il primo imputato è l’Unione Europea che con una politica demagogica ha lasciato i produttori senza mezzi di difesa efficaci e, cosa più grave, senza valide ed efficaci alternative. Dai circa 1000 principi attivi che erano a disposizione dell’agricoltura, in pochi anni si è passati a meno di 300: una riduzione di oltre il 70%. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti”. Ora quindi “occorre una risposta veloce ai produttori – ha precisato Bruni – con soluzioni alternative valide ed efficaci. Occorre uniformare i mezzi di difesi nei diversi Paesi dell’Unione. Occorre informare correttamente i cittadini sulla centralità dell’agricoltura come presidio del territorio e dell’ambiente in una visione armonica della sostenibilità, che comprenda anche e necessariamente gli aspetti sociali ed economici”.


In linea con queste esigenza sono le nuove linee della Commissione che hanno ridato centralità all’agricoltura: se alle parole seguiranno i fatti la nuova vision è ineccepibile”. Infine Bruni ha sottolineato la necessità di una dotazione finanziaria per l’agricoltura “importante e bene orientata” nell’ambito di un approccio che tenga conto delle tante agricolture diverse che esistono in Europa e dunque in grado di adattare le regole alle singole realtà.

La Pietra (Masaf): priorità sicurezza e innovazione in agricoltura

La Pietra (Masaf): priorità sicurezza e innovazione in agricolturaRoma, 27 mar. (askanews) – Il Governo Meloni è impegnato “per migliorare le condizioni di sicurezza e di salute nei luoghi di lavoro. Stiamo puntando sulle innovazioni tecnologiche, sulle pratiche di prevenzione e nel caso specifico del lavoro agricolo, stiamo aiutando le imprese agricole a investire, grazie ai fondi del Pnrr e del fondo Innovazione di Ismea, per garantire livelli di sicurezza adeguati e macchinari moderni”. Lo ha detto stamattina il sottosegretario al Masaf Patrizio La Pietra nel corso del convegno “Confiniamo l’ambiente di rischio”, organizzato da Inail e Confagricoltura Toscana presso il castello di Nipozzano nella tenuta agricola Frescobaldi.


“Più ispettori, più controlli e l’accesso agli stanziamenti previsti dalla Pac per le sole aziende conformi alle norme sul lavoro, sono le linee guida che il governo si è dato e sulle quali siamo determinati a investire”, ha aggiunto il sottosegretario sottolineando che la “sostenibilità economica per le aziende, il giusto reddito per gli agricoltori, così da poter creare i presupposti per il ricambio generazionale e quindi una visione prospettica del lavoro agricolo sono le condizioni irrinunciabili sulle quali siamo impegnati in Italia e in Europa per assicurare sicurezza e redditività a chi lavora nel mondo agricolo”.

Torna la partnership tra Fipe e Infojobs per i Talent Days

Torna la partnership tra Fipe e Infojobs per i Talent DaysRoma, 27 mar. (askanews) – Confermata anche per il 2025 la collaborazione tra InfoJobs, piattaforma leader in Italia per la ricerca di lavoro online, e Fipe-Federazione Italiana Pubblici Esercizi, nell’ambito del FIPE Talent Day, il road show nazionale che favorisce l’incontro tra domanda e offerta di lavoro nel settore della ristorazione. Sono 1.857 le posizioni attive disponibili su InfoJobs nella categoria turismo e ristorazione distribuite in tutta Italia, di cui la maggior parte in Lombardia, Lazio e Emilia-Romagna.


Quest’anno il FIPE Talent Day farà tappa in cinque città italiane: Padova, Pesaro, Olbia, Cosenza e Reggio Emilia. Durante queste giornate, ristoranti, bar e pubblici esercizi in genere avranno l’opportunità di incontrare direttamente giovani talenti in cerca di nuove opportunità lavorative nel mondo dell’ospitalità, contribuendo a ridurre il divario tra le competenze richieste dal mercato e quelle disponibili. InfoJobs, partner strategico dell’iniziativa, offre agli associati Fipe un listino prezzi dedicato e scontato per i propri servizi digitali, agevolando così le aziende nella ricerca di personale qualificato. InfoJobs ha anche avviato un nuovo Cool Jobs in collaborazione con Pipero Roma, ristorante “stellato” simbolo di eccellenza e innovazione nel panorama della ristorazione italiana. I partecipanti selezionati avranno la possibilità di trascorrere una giornata all’interno del prestigioso ristorante, affiancando il Patron Alessandro Pipero e lo chef executive Ciro Scamardella nelle diverse fasi di gestione del servizio.


Come parte dell’iniziativa, InfoJobs offre ai candidati un pacchetto completo che include un compenso di 1.000 euro netti per la giornata di lavoro, il trasporto e il soggiorno in hotel, oltre alla possibilità di godere di una cena con un menù degustazione di 10 portate.

Loddo (Isit): dazi minaccia concreta per salumi Dop e Igp italiani

Loddo (Isit): dazi minaccia concreta per salumi Dop e Igp italianiRoma, 27 mar. (askanews) – “Guardiamo con estrema attenzione a quanto sta avvenendo nelle ultime settimane nelle relazioni con gli USA. Il mercato americano rappresenta una delle principali destinazioni per il nostro export e costituisce un mercato strategico in prospettiva con numeri in ascesa. Per questo motivo, l’adozione di politiche commerciali protezionistiche rappresenterebbe una minaccia concreta per il nostro comparto, con il rischio di una perdita di competitività e di complessiva instabilità per le aziende nella pianificazione commerciale a fini export, a pregiudizio degli investimenti fatti per l’ingresso e il rafforzamento nel mercato USA”. Così il direttore di Isit Cristiano Costantino Loddo.


“Nonostante la preoccupazione – ha aggiunto – siamo fiduciosi che il mercato americano possa continuare a rappresentare fronte strategico per i salumi DOP e IGP italiani e che gli sforzi della diplomazia anche a livello europeo portino a una soluzione che permetta ai nostri prodotti di rafforzare la loro presenza nelle scelte dei consumatori statunitensi”. Ed è stata una vetrina nel cuore di Roma anche per i grandi salumi italiani Dop e Igp il villaggio di Agricoltura E’, l’evento allestito dal Masaf per raccontare le diverse dimensioni del settore primario, a cui ha partecipato anche Isit.


L’Italia è storicamente la Nazione con il maggior numero di salumi che hanno ottenuto la denominazione tutelata, 43 a oggi. Il comparto ha un valore alla produzione che supera i 2 miliardi di euro (circa il 25% di tutto il comparto della salumeria). L’export 2023 dei salumi DOP e IGP ha superato i 600 milioni di euro e i primi dati aggregati 2024 confermano la bontà dell’operato dei Consorzi di tutela e delle aziende nonché i margini di ulteriore sviluppo per la competitività dei salumi italiani sui mercati internazionali.