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Nuovi attacchi israeliani a Gaza, decine di morti anche bambini

Nuovi attacchi israeliani a Gaza, decine di morti anche bambiniRoma, 3 apr. (askanews) – Almeno 55 persone, tra cui più di una decina di bambini, sono state uccise da attacchi israeliani nella notte in tutta la Striscia di Gaza. Lo hanno annunciato funzionari sanitari nell’enclave palestinese, governata da Hamas.


A Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, i funzionari hanno dichiarato che i corpi di 14 persone sono stati portati all’ospedale Nasser, nove dei quali appartenenti alla stessa famiglia. Tra le vittime ci sono cinque bambini e quattro donne. I corpi di altre 19 persone, tra cui cinque bambini di età compresa tra 1 e 7 anni e una donna incinta, sono stati portati all’ospedale europeo vicino a Khan Younis. A Gaza City, 21 corpi sarebbero stati portati all’ospedale Ahli, compresi quelli di sette bambini. Le cifre non hanno potuto essere verificate e non fanno distinzione tra combattenti e civili.


Da quando hanno ripreso le operazioni nella Striscia di Gaza il 18 marzo, le Idf hanno spiegato che stanno prendendo di mira alti funzionari politici di Hamas e comandanti militari di medio livello. Sono stati presi di mira anche membri della Jihad islamica palestinese e di altri gruppi terroristici. Le Idf hanno dichiarato di voler ridurre al minimo le vittime civili e ha accusato Hamas di essersi insediato nelle infrastrutture civili, tra cui case, ospedali, scuole e moschee.

Ue, von der Leyen: i dazi Usa “duro colpo”, “pronti a reagire” ma non è tardi per negoziare

Ue, von der Leyen: i dazi Usa “duro colpo”, “pronti a reagire” ma non è tardi per negoziareRoma, 3 apr. (askanews) – La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dichiarato oggi che i nuovi dazi annunciati dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump rappresentano un “duro colpo” per l’economia globale.


Profondamente rammaricata per questa decisione, ha affermato che gli europei sono “pronti a reagire” e stanno già lavorando a “un nuovo pacchetto di contromisure” nel caso in cui i negoziati con l’amministrazione americana, ardentemente auspicati dall’Ue, dovessero fallire. Secondo von der Leyen, non è “troppo tardi” per negoziare. La presidente della Commissione europea ha quindi sottolineato l’impatto che i dazi di Trump avranno su consumatori e aziende, che solitamente finiscono per pagare il costo extra dei beni a seguito dell’applicazione di tali misure. “Sarà avvertito immediatamente” dai consumatori, “danneggiando in particolare i cittadini più vulnerabili”, ha affermato, aggiungendo che “tutte le aziende, grandi e piccole, soffriranno fin dal primo giorno”.


Von der Leyen ha anche lamentato la natura generica dei dazi, che influenzerà drasticamente le relazioni commerciali con quello che ha descritto come il “più vecchio alleato” dell’Europa. “Il costo degli affari con gli Stati Uniti aumenterà drasticamente”, ha spiegato. “E per di più non sembra esserci ordine nel disordine, nessun percorso chiaro nella complessità e nel caos che si stanno creando, poiché tutti i principali partner commerciali sono colpiti”.


La presidente della Commissione europea Von der Leyen ha detto questa mattina che l’Europa sta “già ultimando il suo primo pacchetto di misure in risposta ai primi dazi sull’acciaio” e preparando ulteriori contromisure se i negoziati fallissero. “So che molti di voi si sentono delusi dal nostro più vecchio alleato”, ha detto, facendo riferimento agli Stati Uniti. “Dobbiamo prepararci all’impatto che questo avrà inevitabilmente”. In conclusione della sua dichiarazione, von der Leyen ha sottolineato la posizione dell’Europa come fronte unito. “Noi (Europa) siamo in questo insieme: se affronti uno di noi, affronti tutti noi”, ha detto von der Leyen. “La nostra unità è la nostra forza”, ha aggiunto. Secondo von der Leyen l’Europa “starà al fianco di coloro che sono direttamente colpiti”. “L’Europa è unita: per le imprese, per i cittadini e per tutti gli europei, e continueremo a costruire ponti con tutti coloro che, come noi, hanno a cuore un commercio equo e basato su regole come base per la prosperità”, ha precisato.

I dazi Usa “ingiustificati e deplorevoli”: ecco come hanno reagito i Paesi colpiti

I dazi Usa “ingiustificati e deplorevoli”: ecco come hanno reagito i Paesi colpitiRoma, 3 apr. (askanews) – La decisione di Donald Trump di imporre pesanti dazi doganali ha provocato dure reazioni in tutto il mondo. Di seguito i primi, più significativi, commenti alla scelta della nuova amministrazione americana.


Unione europea La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dichiarato che i nuovi dazi annunciati dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump rappresentano un “duro colpo” per l’economia globale. Profondamente rammaricata per questa decisione, von der Leyen ha affermato che gli europei sono “pronti a reagire” e stanno già lavorando a “un nuovo pacchetto di contromisure” nel caso in cui i negoziati con l’amministrazione americana, ardentemente auspicati dall’Ue, dovessero fallire. Secondo von der Leyen, non è “troppo tardi” per negoziare. Il presidente del Consiglio europeo, António Costa, ha affermato da parte sua che l’Ue rimarrà una “fervente sostenitrice del commercio libero ed equo” ed ha esortato il blocco europeo ad andare avanti “in modo decisivo” con gli accordi commerciali con Sud America, Messico e India.


Germania. L’industria chimica tedesca, per la quale gli Stati Uniti rappresentano il principale mercato di esportazione, ha invitato ieri l’Ue a “mantenere la calma”, sottolineando che “un’escalation non farebbe che peggiorare i danni”. L’associazione dell’industria automobilistica tedesca (VDA) ha affermato che i nuovi dazi “creeranno solo dei perdenti” e ha invitato l’Ue ad “agire unita e con la forza necessaria, continuando a segnalare la propria disponibilità a negoziare”. Canada “Combatteremo queste tariffe con contromisure”, ha annunciato il primo ministro Mark Carney, aggiungendo che le nuove tariffe “cambieranno radicalmente” il commercio internazionale.


Cina “La Cina esorta gli Stati Uniti ad annullare immediatamente i dazi unilaterali e a risolvere adeguatamente le controversie con i propri partner commerciali attraverso un dialogo equo”, ha affermato il ministero del Commercio, sottolineando che questi dazi “mettono a repentaglio lo sviluppo economico globale”. In assenza di un accordo, Pechino sta valutando “contromisure per preservare i propri diritti e interessi”, ha avvertito, sottolineando che “non ci sono vincitori in una guerra commerciale e non c’è via d’uscita dal protezionismo”. Italia “L’introduzione di dazi da parte degli Stati Uniti nei confronti dell’Ue è una misura che ritengo sbagliata e che non conviene a nessuna delle parti”, ha affermato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “Faremo tutto quello che possiamo per lavorare a un accordo con gli Stati Uniti, con l’obiettivo di scongiurare una guerra commerciale che inevitabilmente indebolirebbe l’Occidente a favore di altri attori globali. In ogni caso, come sempre, agiremo nell’interesse dell’Italia e della sua economia, anche confrontandoci con gli altri partner europei”.


Giappone Le misure tariffarie adottate dagli Stati Uniti sono “estremamente deplorevoli”, ha affermato il ministro del Commercio e dell’Industria Yoji Muto, aggiungendo di avere “fortemente esortato Washington a non applicarle al Giappone”. “Nutriamo serie preoccupazioni circa la loro conformità alle norme (dell’Organizzazione mondiale del commercio) e all’accordo commerciale tra Giappone e Stati Uniti”, ha affermato il portavoce del governo Yoshimasa Hayashi. Regno Unito Il Regno Unito vuole raggiungere un accordo con gli Stati Uniti per “mitigare” l’impatto dei dazi e non intende reagire immediatamente, ha annunciato il segretario al Commercio Jonathan Reynolds. Taiwan Taiwan ha definito “totalmente irragionevole” la decisione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di imporre nuovi e pesanti dazi globali ed ha affermato di volere avviare “seri negoziati” con Washington.

Federlegno, Feltrin: dazi misura sbagliata, ma Ue eviti prova muscolare

Federlegno, Feltrin: dazi misura sbagliata, ma Ue eviti prova muscolareMilano, 3 apr. (askanews) – I dazi annunciati dal presidente americano, Donald Trump, sono “una misura sbagliata che non conviene a nessuno”, ma in questo momento l’Europa deve evitare “una prova muscolare, in cui a farne le spese sarebbero entrambe le economie”. A parlare è il presidente il Federlegno Arredo, Claudio Feltrin, in occasione della diffusione dei dati consuntivi elaborati dal Centro studi di FederlegnoArredo a pochi giorni dall’apertura del Salone del Mobile.Milano,


“Dopo l’annuncio di Trump di ieri sera sull’introduzione di dazi del 20% su tutti i prodotti europei, ogni scenario potrebbe essere stravolto trattandosi, come ha detto anche la premier Meloni, di una misura sbagliata che non conviene a nessuno -afferma Feltrin – Attendiamo comunque di conoscere nel dettaglio come verrà implementata la misura Usa e di capire anche quali saranno le contromisure che intende mettere in atto l’Europa: il nostro auspicio è che si eviti lo scenario peggiore, ovvero quello di una prova muscolare, in cui a farne le spese sarebbero entrambe le economie”. Feltrin tuttavia si sforza di “intravedere qualcosa di positivo in una situazione tanto complessa”. “L’Europa – dice – ha l’occasione di agire come tale, con compattezza e determinazione, come sottolineato anche dal presidente Mattarella, in difesa del mondo produttivo”. “Gli imprenditori del settore, come sempre, sono pronti a fare la propria parte – aggiunge – siamo alle porte del Salone del Mobile.Milano che sarà ancor più strategico anche in ottica di sondare e aprirci a mercati considerati fino ad ora secondari e riaffermare il valore di qualità e innovazione che solo il nostro design può vantare”. “La flessibilità e i veloci cambi di rotta a cui le nostre piccole e medie imprese sono abituate, saranno le chiavi per affrontare una situazione così complessa”, conclude.

Nato, Rutte: no piani per un ritiro improvviso Usa da Europa

Nato, Rutte: no piani per un ritiro improvviso Usa da EuropaMilano, 3 apr. (askanews) – Gli alleati hanno iniziato ad aumentare la spesa per la difesa dopo che Donald Trump è diventato presidente degli Stati Uniti per la prima volta. Lo ha affermato il segretario generale Nato della Nato Mark Rutte parlando con i giornalisti all’ingresso della ministeriale Esteri in corso a Bruxelles, mettendo in luce che non ci sono piani per un ritiro improvviso Usa dal Vecchio continente.


“Per molti anni, gli americani ci hanno detto che vogliono virare di più verso l’Asia. Ci sono problemi nell’Indo-Pacifico di cui gli americani devono occuparsi, da molti anni dicono agli europei che devono spendere di più. E questo è iniziato davvero ad accadere dopo che Trump è entrato in carica (la prima volta), e davvero stiamo spendendo di più da questa parte dell’Atlantico, 700 miliardi in totale, da quando è arrivato nel 2016-2017, quindi tali questioni non sono una novità. Non ci sono piani per loro di ridurre all’improvviso la loro presenza qui in Europa. Ma sappiamo che per l’America, essendo la superpotenza che è, deve occuparsi di più di un teatro. È logico che si tenga questo dibattito, e lo facciamo da molti anni”, ha spiegato, sottolineando anche che sarà la “prima” ministeriale per Marco Rubio, il segretario di Stato Usa. “Abbiamo molti ospiti che partecipano nei prossimi due giorni, compresi i nostri partner dall’Indo-Pacifico”, ha anche notato.

Ue, Rsf boccia codice buone pratiche Ue su Intelligenza artificiale

Ue, Rsf boccia codice buone pratiche Ue su Intelligenza artificialeBruxelles, 2 apr. (askanews) – “Reporters sans frontières” (Rsf), l’organizzazione non governativa che difende i giornalisti arrestati, la libertà di stampa, il diritto d’informare e di essere informati nel mondo, ha annunciato oggi di aver abbandonato l tavolo dei negoziati in corso a Bruxelles sull’elaborazione del “Codice di buone pratiche”, che è previsto dal Regolamento Ue sull’Intelligenza artificiale (“AI Act”) per i modelli di IA per finalità generali (come Gpt-4 di OpenAI).


Il codice sarà una sorta di manuale di istruzioni destinato ai fornitori di modelli di IA per garantire la corretta applicazione delle nuove norme, in particolare nell’individuare, valutare e minimizzare i rischi sistemici per la democrazia, i diritti fondamentali, lo stato di diritto, la salute, la sicurezza e la protezione dell’ambiente. “La terza bozza del Codice di buone pratiche del regolamento europeo sull’intelligenza artificiale, l’AI Act”, che è stata pubblicata l’11 marzo scorso dall’Ufficio dell’IA europeo, “rimane ampiamente insufficiente. Dopo aver lavorato invano per sei mesi al tavolo delle trattative, Rsf denuncia la mancanza di garanzie sul diritto all’informazione e il peso esorbitante dell’industria in questo processo”. Rsf, perciò, “mette fine alla sua partecipazione alla stesura del testo e abbandona il tavolo delle trattative”, si legge in un comunicato emesso dal direttore generale dell’Organizzazione, Thibaut Bruttin, che denuncia come la bozza del Codice sia stata elaborata negli ultimi tre mesi “sotto la pressione crescente dei Big Tech”.


Per Brutti, “la conclusione è chiara: le preoccupazioni relative all’informazione sono state gradualmente rimosse da quello che dovrebbe essere uno strumento di autoregolamentazione per i progettisti di IA, per dimostrare il loro rispetto per i principi difesi nel regolamento europeo entrato in vigore il 1° agosto 2024”. “Manca – sottolinea il direttore generale di Rsf – la necessaria attenzione alla tutela delle informazioni affidabili: il diritto all’informazione non è menzionato nel testo. Sono assenti anche i rischi associati allo sviluppo non regolamentato dell’intelligenza artificiale per informazioni affidabili, come i ‘deepfake’, la proliferazione di siti di fake news automatizzati o persino la disinformazione infiltrata nei ‘chatbot’. I diritti fondamentali, come i rischi sistemici per l’integrità delle elezioni democratiche, sono relegati in appendice e la loro presa in conto è facoltativa”.


“Poiché non vi è alcuna prospettiva che queste questioni fondamentali vengano prese in considerazione quando verrà annunciata la versione definitiva del testo” che è prevista entro il 2 maggio, “Rsf, che ha partecipato alla stesura del Codice, ha annunciato che abbandonerà il tavolo delle trattative”, perché si tratta, spiega il direttore generale dell’Organizzazione, “di un esercizio ormai destinato al fallimento”. Secondo Rsf, “il Codice non contiene una sola disposizione concreta per combattere i pericoli comprovati che l’IA pone all’accesso a informazioni affidabili. Le questioni democratiche non possono essere relegate, come lo sono oggi, a un’appendice. Difendere il diritto all’informazione non è un’opzione, ed è intollerabile ciò sia trascurato fino a questo punto da un testo europeo, anche se provvisorio”, afferma Bruttin.


“Non siamo stati ascoltati e non faremo il ruolo degli utili idioti. Invece di avviare un traballante tentativo di autoregolamentazione incoraggiato dalla Commissione europea, le istituzioni devono posizionarsi come garanti della regolamentazione democratica delle attività tecnologiche che rivoluzioneranno il futuro del giornalismo”, conclude il direttore generale di Rsf.

Luxy, eccellenza del design italiano nel mondo

Luxy, eccellenza del design italiano nel mondoRoma, 2 apr. (askanews) – Fondata cinquant’anni fa a Lonigo (VI) come piccolo laboratorio artigianale, Luxy è oggi tra le realtà più affermate nel settore dell’arredamento di design, con una forte presenza internazionale in oltre 40 Paesi da cui deriva una quota di fatturato pari al 60% del totale.


La qualità artigianale e l’innovazione caratterizzano le sue sedute, moderne ed ergonomiche, dall’elevata funzionalità senza dimenticare la qualità estetica, che hanno “arredato” importanti eventi nel mondo, tra cui l’ultimo vertice del G7 a Borgo Egnazia, il G7 di Biarritz in Francia nel 2019 e il G20 di Amburgo in Germania nel 2017, facendo accomodare i grandi del mondo. Luxy, a seguito del rilancio aziendale – avvenuto con l’acquisizione nel 2019 da parte di Lunedes, società di Giuseppe Cornetto Bourlot, imprenditore romano attivo nel settore real-estate, turistico-alberghiero e industriale – ha puntato decisamente ad ampliare il mercato tradizionale per esplorare nuovi target di clientela. Così, grazie ad un continuo processo di diversificazione e innovazione, l’azienda è riuscita a consolidare una rete internazionale che oggi ruota intorno a tre poli commerciali strategici, a New York, Londra e nel Medio Oriente, dove importanti gruppi del lusso hanno già scelto Luxy per arredare le proprie sedi.


L’anno 2024 è stato caratterizzato anche dall’aggiudicazione di importanti gare in Italia e all’estero indette da primari gruppi industriali, banche e istituzioni, un traguardo particolarmente rilevante per l’azienda in quanto, sin dalla sua fondazione, il business viaggiava attraverso il canale di vendita retail. Con un portafoglio che include ambiziosi progetti in mercati ad alta potenzialità, come gli Emirati Arabi Uniti dove l’azienda ha ottenuto una commessa pluriennale per la fornitura di sedute alle scuole pubbliche di Abu Dhabi, Luxy si prepara ad espandere ulteriormente la sua presenza nel mondo e si è recentemente aggiudicata un contratto negli Stati Uniti dal valore di oltre 100mila euro per la fornitura di alcune centinaia di sedute “Nestar”, un prodotto versatile per ambienti polifunzionali. Sono inoltre in corso di negoziazione importanti contratti in Ungheria a Budapest, in Inghilterra a Manchester e in Polonia, oltre ad ambiziosi progetti in Africa, in Egitto e in Uganda.


Luxy non smette di innovare e lancia sul mercato la sua nuova collezione “Frame”, come ulteriore passo avanti nell’evoluzione dell’arredo sostenibile. Questa linea, destinata ad arredare sia ambienti interni che esterni, utilizza materiali separabili per favorirne il riciclo e una struttura che può essere facilmente smontata per essere riparata e rigenerata, sfidando la cultura del consumismo e dello spreco. Ad attestare l’attenzione verso la sostenibilità, la recente certificazione europea “LEVEL” che riconosce l’impegno di Luxy nella sostenibilità dei mobili per ufficio e di politiche e processi produttivi. Nel 2025 l’azienda ha ottenuto la certificazione per la parità di genere e si è trasformata in una Società Benefit, con l’obiettivo di avere un impatto positivo sulla comunità e sull’ambiente. La sfida costante verso l’innovazione trova espressione anche nel concept di “CLOP”, protagonista assoluta della prossima edizione del Fuorisalone di Milano ed il progetto attualmente più ambizioso del brand, che a febbraio è stata insignita del prestigioso riconoscimento internazionale “German Design Award 2025” per premiare l’innovazione e l’eccellenza nel design. Emblema dell’anticonformismo, la poltrona “CLOP”, caratterizzata da forme non convenzionali per favorire il flusso creativo di chi la usa, è stata progettata nel 2013 dallo studio di architettura Il Prisma e si è guadagnata da subito l’attenzione del mercato per la sua capacità di unire estetica, funzionalità e sostenibilità in un’unica proposta.


L’edizione speciale di “CLOP” che Luxy presenterà durante la manifestazione sarà ispirata alla città di Milano, celebrando la sua varietà di sfaccettature attraverso una selezione di rivestimenti che raccontano i luoghi, i colori e l’anima della metropoli. Infine, da segnalare il percorso di digitalizzazione dell’azienda che passa per l’apertura del canale di vendita online grazie ad uno store “Amazon”, con cui ha attivato un accordo per uno shop online dedicato alla vendita dei prodotti del brand.

Milei auspica che gli abitanti delle Malvine vogliano essere argentini

Milei auspica che gli abitanti delle Malvine vogliano essere argentiniRoma, 2 apr. (askanews) – Mercoledì il presidente argentino Javier Milei ha espresso la speranza che la prosperità del Paese incoraggi gli abitanti delle Isole Malvine (o Falkland), territorio britannico, a unirsi alla nazione sudamericana, 43 anni dopo l’inizio della guerra per l’arcipelago.


“Ecco perché cerchiamo di essere una potenza, al punto che loro preferiscano essere argentini, e non abbiamo nemmeno bisogno di usare deterrenza o persuasione per riuscirci”, ha detto Milei in occasione della Giornata dei veterani e dei soldati caduti della guerra delle Malvinas, celebrata ogni 2 aprile. Il capo dello Stato ha affermato che “il voto più importante è quello espresso con i piedi” (sic) durante una cerimonia di fronte al cenotafio di Plaza San Martín, a nord di Buenos Aires, dove si trovano 25 targhe con le identità di 649 soldati caduti nella guerra delle Falkland.


“Speriamo che un giorno la popolazione delle Malvinas decida di votare per noi”, ha insistito il presidente di fronte ai vertici delle Forze Armate e del suo governo, ad eccezione della vicepresidente Victoria Villarruel. Milei ha espresso la speranza che l’Argentina diventi “il Paese più libero con il prodotto interno lordo (PIL) più alto del pianeta”, in modo che “tutti i cittadini del mondo possano sognare il sogno argentino”.


Nella prima parte del suo breve discorso, il presidente ha accusato i governi precedenti di aver danneggiato la rivendicazione sovrana dell’Argentina sull’arcipelago “attraverso le decisioni economiche, diplomatiche e militari della classe politica”. Il presidente ha anche accusato la leadership che lo ha preceduto di aver disarmato e demonizzato le Forze Armate.


“Nessuno può prendere sul serio le richieste di una nazione i cui leader sono noti in tutto il mondo per la loro corruzione e incompetenza, e per aver spinto l’Argentina tra le braccia della feccia del mondo”, ha affermato durante la cerimonia, a cui ha partecipato anche un gruppo di 30 ex combattenti preselezionati dal governo. Dopo aver affermato che la prima condizione affinché un Paese sia sovrano è raggiungere la prosperità, Milei ha sottolineato che è necessario anche dare dignità alle Forze Armate e riorganizzare la spesa pubblica. Per questo motivo ha annunciato che eleverà il grado di sottotenente di riserva a quello degli aspiranti ufficiali che hanno combattuto nella guerra contro il Regno Unito. “Si tratta di saldare un debito nei confronti di questi eroi, ignorato da vari governi per 43 anni”, ha affermato. Al termine del suo discorso, il presidente ha sottolineato “l’impegno incrollabile” del suo Paese nel recuperare le Isole Falkland, “rafforzando il nostro impegno a esaurire tutte le risorse diplomatiche a nostra disposizione per garantire il loro ritorno in mani argentine”. Con questo gesto, Milei ha dimostrato la sua distanza dalla vicepresidente Victoria Villarruel, che ha celebrato la sua cerimonia in onore dei veterani caduti delle isole Malvinas nella città meridionale di Ushuaia, nella provincia della Terra del Fuoco (sud). La tattica proposta dal presidente argentino per conquistare gli abitanti delle isole Malvinas si ispira al lavoro di Guido Di Tella, che fu ministro degli Esteri tra il 1991 e il 1999 durante il governo di Carlos Menem (1989-1999). L’allora ministro degli Esteri argentino suggerì di attenuare la diffidenza degli isolani nei confronti degli argentini attraverso contatti personali e regali come i libri di fiabe di Winnie the Pooh, che regalò a ogni famiglia residente nelle isole Malvinas. Le Isole Falkland sono occupate dal Regno Unito dal 1833. Da allora Buenos Aires e Londra sono state coinvolte in una disputa sulla sovranità dell’arcipelago, che comprende anche la Georgia del Sud e le isole Sandwich meridionali, cosa che portò la Giunta militare del generale Leopoldo Galtieri (1981-1982), di tentare di ripredenre il territorio con un’offensiva militare contro il Regno Unito di Margaret Thatcher (1979-1990), nell’aprile 1982. La guerra terminò il 14 giugno con la sconfitta del paese sudamericano e quasi 1.000 morti da entrambe le parti. I due paesi ripresero le relazioni diplomatiche nel febbraio 1990, durante il governo dell’allora presidente Carlos Menem.

L’Ue risponderà ai dazi di Trump con due aumenti: su acciaio e sul resto

L’Ue risponderà ai dazi di Trump con due aumenti: su acciaio e sul restoRoma, 2 apr. (askanews) – L’Unione europea darà due risposte alle tariffe statunitensi sul blocco: una per le tariffe su acciaio e alluminio e un’altra per tutto il resto. Lo ha dichiarato oggi il portavoce commerciale della Commissione, Olof Gill.


“Ci saranno due risposte: la prima per le tariffe su acciaio e alluminio e la seconda che raggrupperà tutto il resto”, ha detto Gill parlando coi giornalisti. “Al momento non posso dire altro, perché la prima sta attraversando i processi interni necessari e la seconda verrà emessa dopo l’annuncio previsto da Washington più tardi oggi”.

Zelensky annuncia: il 4 aprile incontro con alcuni Paesi pronti a schierare truppe di peacekeeping

Zelensky annuncia: il 4 aprile incontro con alcuni Paesi pronti a schierare truppe di peacekeepingRoma, 2 apr. (askanews) – Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato che venerdì 4 aprile si terrà un incontro di una “ristretta cerchia” di Paesi pronti a schierare truppe di pace in Ucraina. Lunedì, il governo del Regno Unito aveva reso noto che i leader militari di Regno Unito, Francia e Ucraina avrebbero tenuto un incontro nei prossimi giorni per discutere di “pianificazione dettagliata” della sicurezza a lungo termine per Kiev.


“Ci sarà un incontro venerdì; sarà un incontro di persone delle squadre militari di diversi paesi, una ristretta cerchia di stati, quelli che saranno pronti a schierare il loro contingente. Un’unità di terra, un’unità dell’aeronautica e una presenza in mare. È il primo incontro approfondito di questo tipo. Penso che vedremo alcuni chiarimenti, alcuni dettagli. È importante che si baserà sulle proposte preparate dalla parte ucraina”, ha detto Zelensky. Intanto continuano gli attacchi russi in territorio ucraino. Una persona è stata uccisa e altre dieci ferite da attacchi con droni russi nelle regioni di Zaporizhzhia e Kharkiv, nell’est dell’Ucraina. Lo hanno annunciato funzionari ucraini nella notte. Un uomo di 45 anni è morto, mentre un altro di 44 anni e una donna di 39 sono stati feriti da un drone che ha attaccato delle auto parcheggiate davanti a una casa nella regione di Zaporizhzhia, ha indicato su Telegram Ivan Fedorov, il governatore militare della regione. Nella città ucraina di Kharkiv, vicina al confine russo, il sindaco Igor Terekhov ha segnalato otto persone ferite in un attacco di droni russi.