Presidenziali Romania, ballottaggio Georgescu-Lasconi: referendum su Ue-RussiaRoma, 6 dic. (askanews) – Domenica 8 dicembre oltre 18 milioni di elettori romeni saranno chiamati alle urne per il ballottaggio delle presidenziali. Un vero e proprio referendum su Ue e Russia. I due contendenti, infatti, rappresentano visioni opposte della politica estera e di sicurezza. Da una parte l’outsider indipendente, nazionalista e filo-russo Calin Georgescu-Roegen, che è uscito vincente dal primo turno a sorpresa grazie al sostegno raccolto con la campagna sui social, principalmente TikTok, su cui si è concentrata l’attenzione delle autorità per presunte influenze da Mosca. Dall’altra Elena Lasconi, leader dell’Unione salva Romania (Usr), ex conduttrice tv, che ha posizioni filo-Ue, di continuità anche rispetto agli aiuti all’Ucraina e che ha chiesto il sostegno dei Liberali e dei Socialdemocratici per evitare l’avanzata della destra sovranista, che ha guadagnato terreno anche alle politiche di domenica scorsa.
A vivacizzare una campagna già molto accesa, le ultime dichiarazioni di Georgescu sullo stop degli aiuti a Kiev in caso di sua elezione a Palazzo Cotroceni, da una parte, e la decisione, inconsueta, del capo di stato uscente Klaus Iohannis, di desecretare dei documenti di intelligence che sostengono l’ipotesi di un’influenza straniera, probabilmente russa, sulla campagna dello stesso Georgescu. In un’intervista a Bbc, quando gli è stato chiesto se fosse d’accordo a sostenere l’Ucraina “per tutto il tempo necessario”, come dichiara l’Ue, Georgescu ha detto “No. Sono d’accordo solo sul fatto che devo prendermi cura del mio popolo. Non voglio coinvolgere il mio popolo”, ha risposto, chiarendo che la Romania, membro dell’UE e della NATO, non avrebbe fornito più supporto militare o politico al suo vicino. “Zero. Tutto si fermerà. Devo occuparmi solo della mia gente. Abbiamo un sacco di problemi anche noi”.
Georgescu ha aggiunto che farà del “popolo romeno” la sua priorità e rispondendo alle accuse sul suo successo, frutto di una possibile operazione sostenuta dalla Russia, ha parlato di “bugie” dell’intelligence della Romania, aggiungendo di non tenerne conto perché sta lavorando con Dio e con il popolo. I documenti in questione descrivono dettagliatamente quella che è stata definita una campagna massiccia e “altamente organizzata” per Georgescu su TikTok coordinata da un “attore statale”, con una valutazione dell’intelligence secondo cui la Russia sta conducendo attacchi ibridi contro la Romania, che considera uno “stato nemico”. Come conseguenza la Corte Costituzionale è stata inondata da richieste di esaminare queste accuse di ingerenza e annullare le elezioni.
“Hanno paura”, ha minimizzato Georgescu negando di essere “l’uomo di Mosca”: “Non possono accettare che il popolo romeno abbia finalmente detto, ‘vogliamo indietro la nostra vita, il nostro paese, la nostra dignità’”. Georgescu ha anche elogiato Donald Trump e il leader populista ungherese Viktor Orban, definendo il presidente russo Vladimir Putin un “patriota e un leader”: “Ma non sono un fan”. La Romania ospita una gigantesca base militare della NATO, vicino al Mar Nero, così come una struttura di difesa missilistica statunitense e le posizioni di Georgescu sul sostegno a Kiev sarebbero un cambiamento radicale anche perché il presidente in Romania ha un potere considerevole, inclusa l’influenza su settori come la politica estera. È anche il comandante in capo delle forze armate e nomina il primo ministro. “Vi assicurerò tutte le volte necessarie che non lasceremo la Nato, non lasceremo l’Unione Europea, ma al contrario diventeremo più forti all’interno di queste istituzioni e nessuno violerà i vostri diritti democratici, se si voterà questa domenica, la Romania sarà un ponte di stabilità, di sicurezza per tutto il mondo dignitoso, prospero e totalmente dedito ai valori democratici”, ha affermato Georgescu.
Intanto, mentre a Bucarest migliaia di persone sono scese in piazza contro lo spettro dell’isolazionismo e per la democrazia e la libertà, l’altra candidata, Lasconi, ha incassato il sostegno ufficiale sia del premier socialdemocratico Marcel Ciolacu, sia del Partito Nazionale Liberale. Posizione che si sposa con la mossa, annunciata nei giorni scorsi, dopo l’esito delle politiche, con cui il partito Socialdemocratico romeno, il Partito Nazionale Liberale, l’Unione Salva Romania, l’Alleanza Democratica degli Ungheresi e i rappresentanti delle minoranze nazionali hanno firmato una risoluzione che li impegna a formare una “futura coalizione”, “come formazioni politiche pro-europee”, “che garantirà la stabilità del governo e attuerà misure concrete per modernizzare la Romania a beneficio di tutti i cittadini”. I partiti avevano anche invitato i cittadini romeni a partecipare al secondo turno delle elezioni presidenziali, a scegliere una Romania pro-europea, democratica e sicura e a “rifiutare l’isolazionismo, l’estremismo e il populismo”, in un testo che faceva allusione al candidato filo-russo Georgescu. I romeni della diaspora, che hanno votato in massa per Georgescu al primo turno, hanno già iniziato a votare da oggi. Domenica si voterà in Romania dalle 7:00 alle 21:00 ora locale, 6-20 in Italia. di Daniela Mogavero