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Lavoro, l’Istat: a febbraio la disoccupazione cala al 5,9%

Lavoro, l’Istat: a febbraio la disoccupazione cala al 5,9%Roma, 1 apr. (askanews) – A febbraio il tasso di disoccupazione scende al 5,9% (-0,3 punti), quello giovanile al 16,9% (-1,4 punti). Il calo delle persone in cerca di lavoro (-4,9%, pari a -79mila unità) interessa gli uomini, le donne e tutte le classi d’età. Lo ha reso noto l’Istat.


La crescita degli inattivi (+0,3%, pari a +33mila unità) coinvolge gli uomini e i 25-34enni a fronte di un calo tra le donne e nelle altre classi d’età ad eccezione dei 15-24enni, per i quali si registra una sostanziale stabilità. Il tasso di inattività sale al 32,9% (+0,1 punti). Continuano a crescere gli occupati: a febbraio sono aumentati di 47mila unità rispetto al mese precedente e di 567mila unità su base annua. Lo ha reso noto l’Istat spiegando che il numero di occupati è salito a 24 milioni 332mila. La crescita rispetto al mese precedente coinvolge gli autonomi, che salgono a 5 milioni 170mila, e i dipendenti a termine (2 milioni 710mila), mentre sono sostanzialmente stabili i dipendenti permanenti (16 milioni 451mila).


L’aumento dell’occupazione, +0,2% su base mensile (pari a +47mila unità), riguarda le donne, i dipendenti a termine, gli autonomi e tutte le classi d’età ad eccezione dei 25-34enni per i quali, come avviene per gli uomini, il numero di occupati diminuisce. Il tasso di occupazione sale al 63% (+0,1 punti). A febbraio 2025, il numero di occupati supera quello di febbraio 2024 del 2,4% (+567mila unità); l’aumento riguarda gli uomini, le donne, i 15-24enni e chi ha almeno 50 anni d’età, mentre per i 25-49enni si osserva una diminuzione. Il tasso di occupazione, in un anno, sale di 1,1 punti percentuali.

22enne uccisa a Messina, fermato il presunto assassino

22enne uccisa a Messina, fermato il presunto assassinoRoma, 1 apr. (askanews) – Ha un nome il presunto autore dell’omicidio di Sara Campanella, la giovane ventiduenne uccisa con un coltello ieri a Messina. Nella notte i carabinieri del Comando Provinciale di Messina hanno eseguito un decreto di fermo emesso dalla Procura peloritana, a seguito delle serrate indagini avviate nell’immediatezza del fatto.


I particolari saranno forniti nel corso di una conferenza stampa che si terrà al Palazzo di Giustizia di Messina alle ore 11:00.

Maltempo, oggi allerta arancione in Abruzzo e Sicilia

Maltempo, oggi allerta arancione in Abruzzo e SiciliaRoma, 1 apr. (askanews) – La discesa di correnti settentrionali attraverso l’Italia alimenterà una circolazione depressionaria in area ionica, determinando precipitazioni più estese lungo la fascia adriatica centrale e spiccata instabilità attorno alla Sicilia.


Sulla base delle previsioni disponibili, il Dipartimento della Protezione Civile d’intesa con le regioni coinvolte – alle quali spetta l’attivazione dei sistemi di protezione civile nei territori interessati – ha emesso ieri un avviso di condizioni meteorologiche avverse che estende il precedente e che prevede dalle prime ore di oggi, martedì 1° aprile, precipitazioni, da sparse a diffuse, anche a carattere di rovescio o temporale, sull’Abruzzo, specie versanti orientali, e sulla Sicilia, specie settori settentrionali e orientali. I fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità, attività elettrica e forti raffiche di vento. Previsti, inoltre, venti forti nord-orientali, con raffiche di burrasca, su Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Toscana, mareggiate lungo le coste esposte.

La classifica di serie A, la Lazio aggancia la Roma a 52

La classifica di serie A, la Lazio aggancia la Roma a 52Roma, 31 mar. (askanews) – Questi i risultati e la classifica di serie A dopo Lazio-Torino 1-1.


30esima giornata: Como-Empoli 1-1, Venezia-Bologna 0-1, Juventus-Genoa 1-0, Lecce-Roma 0-1, Cagliari-Monza 3-0, Fiorentina-Atalanta 1-0, Inter-Udinese 2-1, Napoli-Milan 2-1, Verona-Parma 0-0, Lazio-Torino 1-1. Classifica: Inter 67, Napoli 64, Atalanta 58, Bologna 56, Juventus 55, Roma, Lazio 52, Fiorentina 51, Milan 47, Udinese 40, Torino 38, Genoa 35, Como, Verona 30, Cagliari 29, Parma 26, Lecce 25, Empoli 23, Venezia 20, Monza 15.


31esima giornata (4-7 aprile): venerdì 4 aprile ore 20.45 Genoa-Udinese, sabato 5 aprile ore 15 Monza-Como, ore 18 Parma-Inter, ore 20.45 Milan-Fiorentina, domenica 6 aprile ore 12.30 Lecce-Venezia, ore 15 Empoli-Cagliari, Torino-Verona, ore 18 Atalanta-Lazio, ore 20.45 Roma-Juventus, lunedì 7 aprile ore 20.45 Bologna-Napoli

Scontro Schlein-Calenda, Guerini avverte: irricevibile no a riarmo

Scontro Schlein-Calenda, Guerini avverte: irricevibile no a riarmoRoma, 31 mar. (askanews) – La proposta di Carlo Calenda viene rispedita al mittente da Elly Schlein, la segretaria Pd rintuzza il leader di Azione che propone di scomporre le coalizioni attuali e creare una “coalizione di volenterosi” e lo invita a scegliere “da che parte stare”, innescando subito una risposta altrettanto ruvida. Ma il dibattito si riaccende anche nel Pd, con Lorenzo Guerini che, sul Foglio, da una lato evita drammatizzazioni ma dall’altro fissa un paletto saldo: sarebbe “irricevibile” un no al piano di riarmo di Ursula von der Leyen, quel piano che la segretaria Pd ormai contesta quasi senza appello ogni giorno.


Parlando a Tagadà, anche oggi, la Schlein non ha salvato praticamente nulla di quel piano: “L’unica cosa che si salva – ha spiegato – è la proposta dei 150 miliardi che andranno a progetti comuni. Noi vorremmo che tutto andasse a progetti comuni”. Per il resto “non c’è debito comune, è tutto debito nazionale. Ed è tutto strumento europeo che aiuta il riarmo nazionale”. La discussione non è accademica, perché nelle prossime settimane si dovrà votare parecchie volte, al Parlamento europeo, su atti legati al ‘Libro bianco’ della difesa e al piano di riarmo. Passaggi sui quali rischia di andare in scena, ogni volta, lo stesso tormento già visto a metà marzo, quando si votò la risoluzione sul ‘Libro bianco’.


La scorsa settimana, raccontano, più d’uno ha sollevato il tema durante una riunione della minoranza Pd: “Non si può – è stato il ragionamento di molti – accettare che il partito si isoli persino dai socialisti europei, bisogna che ci sia un chiarimento su questo partendo proprio dal documento del gruppo S&D”. Alla fine si è deciso di non esasperare la discussione in questo momento, ma la questione è lì pronta a riesplodere e le parole di Guerini al Foglio sembrano essere un avvertimento preciso: c’è una linea che non si può superare. Sabato, peraltro, c’è la manifestazione M5s e ancora non c’è una comunicazione ufficiale sulla delegazione Pd che andrà in piazza. La segretaria non ha sciolto formalmente la riserva, anche se al momento le probabilità che lei vada sono molto basse. In prospettiva, poi, c’è la mozione M5s sul riarmo presentata in Parlamento.


Uno scenraio nel quale ha provato a inserirsi Calenda, con la sua proposta – che somiglia molto ad una provocazione – di scegliere tra Conte e “i volenterosi”. Un affondo che ovviamente non è piaciuto alla segretaria. Spiega un parlamentare della sinistra dem: “Conte col 2% pretende di mettere il veto a M5s che vale 5 o 6 volte di più? Vada pure avanti con i ‘volenterosi’, vediamo quanti lo seguono…”. L’idea, di fondo, è che quella di Calenda sia niente più di una provocazione. Di certo la Schlein fa capire di non avere intenzione di seguirlo su questo piano: “Penso che Carlo Calenda debba decidere da che parte stare. Non si può stare con i due piedi in due scarpe”. Quindi aggiunge: “Voglio essere chiara su un punto, la linea del Pd è una, è chiara: noi torneremo al governo vincendo le elezioni con una coalizione progressista, senza larghe intese, senza accordi di palazzo. Questo è il mandato molto chiaro che ho ricevuto alle primarie che ho vinto”. Una risposta a Conte, ma forse anche un messaggio alla minoranza Pd e al ‘partito di Gentiloni’ che tra i democratici è sempre più attivo. Perché nessuno, tra i sostenitori della Schlein, crede che la minoranza possa essere attratta da Calenda, ma il sospetto di una manovra per logorare la segretaria non si è affatto dissolto.

La classifica di serie A, Parma a quota 26 punti

La classifica di serie A, Parma a quota 26 puntiRoma, 31 mar. (askanews) – Questi i risultati e la classifica di serie A dopo Verona-Parma 0-0


30esima giornata: Como-Empoli 1-1, Venezia-Bologna 0-1, Juventus-Genoa 1-0, Lecce-Roma 0-1, Cagliari-Monza 3-0, Fiorentina-Atalanta 1-0, Inter-Udinese 2-1, Napoli-Milan 2-1, Verona-Parma 0-0, ore 20.45 Lazio-Torino. Classifica: Inter 67, Napoli 64, Atalanta 58, Bologna 56, Juventus 55, Roma 52, Lazio, Fiorentina 51, Milan 47, Udinese 40, Torino 38, Genoa 35, Como, Verona 30, Cagliari 29, Parma 26, Lecce 25, Empoli 23, Venezia 20, Monza 15.


31esima giornata (4-7 aprile): venerdì 4 aprile ore 20.45 Genoa-Udinese, sabato 5 aprile ore 15 Monza-Como, ore 18 Parma-Inter, ore 20.45 Milan-Fiorentina, domenica 6 aprile ore 12.30 Lecce-Venezia, ore 15 Empoli-Cagliari, Torino-Verona, ore 18 Atalanta-Lazio, ore 20.45 Roma-Juventus, lunedì 7 aprile ore 20.45 Bologna-Napoli

Pnrr, Meloni: al lavoro per completare investimenti e riforme

Pnrr, Meloni: al lavoro per completare investimenti e riformeRoma, 31 mar. (askanews) – “Le ultime tre rate del Pnrr prevedono il raggiungimento di altri 284 obiettivi. Il Governo, le amministrazioni titolari, le prefetture e tutti i soggetti attuatori continueranno a lavorare, con costanza e determinazione, per portare a compimento tutti gli investimenti e le riforme. Lo faremo con lo stesso rigore, la stessa passione e lo stesso spirito di abnegazione che ci hanno permesso di diventare un modello in Europa nell’attuazione del Pnrr”. Lo scrive la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella premessa alla sesta relazione al Parlamento sullo stato di attuazione del Pnrr.


“Abbiamo ancora molto lavoro da fare, ma i risultati raggiunti finora ci rendono orgogliosi e ci spronano a fare sempre meglio. Nell’interesse dell’Italia e degli italiani”, aggiunge.

Meloni rilancia sui centri in Albania, ok Ue (ma si attende la Corte di giustizia)

Meloni rilancia sui centri in Albania, ok Ue (ma si attende la Corte di giustizia)Roma, 31 mar. (askanews) – Il “modello” Albania è stato “criticato all’inizio” ma poi ha “raccolto sempre più consenso, tanto che oggi l’Unione Europea propone di creare centri per i rimpatri nei Paesi terzi. Ciò vuol dire che avevamo ragione, e che il coraggio di fare da apripista è stato premiato”. Giorgia Meloni è intervenuta questa mattina con un videomessaggio al ‘Border Security Summit’, organizzato dal primo ministro britannico Keir Starmer, rivendicando di aver aperto una strada che ora l’Europa sta seguendo.


Non è proprio così perchè i “return hub” che la Commissione europea ha inserito nella proposta di regolamento presentata lo scorso 11 marzo sono diversi dai centri realizzati in accordo con Tirana a Gjader e Shengjin, anche nella nuova versione delineata dal decreto varato la scorsa settimana in Consiglio dei ministri. Con quel provvedimento, aveva spiegato in conferenza stampa il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, si amplia il “perimetro d’azione” del centro di Gjader che diventa un Centro di permanenza per i rimpatri (Cpr), senza cambiare il protocollo Italia-Albania. Nei Cpr, va ricordato, sono trasferiti “gli stranieri giunti in modo irregolare in Italia che non fanno richiesta di protezione internazionale o non ne hanno i requisiti”, in attesa dell’esecuzione di un provvedimento di espulsione da parte delle Forze dell’ordine.


Questa mattina, a Bruxelles, è stato chiesto a un portavoce della Commissione se il decreto rispetti o meno le normative europee. “Siamo in contatto con le autorità italiane. Secondo le nostre informazioni, la legge nazionale italiana si applicherà a questo centro, come è stato il caso finora per l’asilo”, ha spiegato il portavoce per gli Affari interni e l’Immigrazione della Commissione europea, Markus Lammert. E trattandosi della legislazione nazionale di uno Stato membro, ha aggiunto il portavoce, “in linea di principio è in linea con il diritto dell’Ue”; ma “continueremo a monitorare l’attuazione del Protocollo (Italia-Albania, ndr) nella sua nuova iterazione e rimarremo in contatto con le autorità italiane”. Si tratta comunque, ha puntualizzato Lammert, di una cosa “diversa” dai ‘return hub’ in paesi terzi sicuri, previsti dalla proposta di regolamento sui rimpatri presentata dalla Commissione. Inoltre, il fatto che la legislazione nazionale di uno Stato membro rispetti il diritto comunitario è vero “in linea di principio”, ma resta comunque la possibilità che la legislazione Ue non sia interpretata, recepita e applicata correttamente, e su questo veglia la Corte europea di giustizia. E proprio sul caso dei centri italiani per migranti in Albania, è in sospeso una sentenza della Corte europea di giustizia, attesa per l’estate (ma le conclusioni dell’avvocato generale arriveranno in aprile). La Corte è chiamata a pronunciarsi sui ricorsi pregiudiziali presentati dal Tribunale di Roma, che finora non ha riconosciuto la legittimità dei fermi disposti nei confronti dei migranti soccorsi nel Mediterraneo e trasferiti sull’altra sponda dell’Adriatico, perché provenienti da Paesi che il governo italiano ritiene sicuri, in particolare Egitto e Bangladesh. In questo caso, comunque, la sentenza della Corte Ue non riguarderà le novità introdotte con il nuovo decreto.


Quando le agenzie hanno battuto le dichiarazioni di Lammert, dal centrodestra è partita una ‘batteria’ di dichiarazioni in cui si sottolinea che l’Italia, con l’esecutivo Meloni, “continua a tracciare la strada” (il ministro Tommaso Foti). L’opposizione invece va all’attacco. Per la segretaria Pd Elly Schlein con il decreto il governo opera “un tentativo maldestro di coprire un altro fallimento della loro propaganda” e crea “il CPR più caro della storia”; Riccardo Magi (+Europa) è certo che “i centri in Albania non hanno funzionato finora e non funzioneranno” mentre Filiberto Zaratti accusa: “Meloni si giustifica continuamente sui centri costruiti in Albania perché sa che ha causato un danno da 1 miliardo di euro per una scelta unicamente ideologica”.

Meloni rilancia su centri Albania, ok Ue (ma si attende Corte giustizia)

Meloni rilancia su centri Albania, ok Ue (ma si attende Corte giustizia)

Roma, 31 mar. (askanews) – Il “modello” Albania è stato “criticato all’inizio” ma poi ha “raccolto sempre più consenso, tanto che oggi l’Unione Europea propone di creare centri per i rimpatri nei Paesi terzi. Ciò vuol dire che avevamo ragione, e che il coraggio di fare da apripista è stato premiato”. Giorgia Meloni è intervenuta questa mattina con un videomessaggio al ‘Border Security Summit’, organizzato dal primo ministro britannico Keir Starmer, rivendicando di aver aperto una strada che ora l’Europa sta seguendo.

Non è proprio così perchè i “return hub” che la Commissione europea ha inserito nella proposta di regolamento presentata lo scorso 11 marzo sono diversi dai centri realizzati in accordo con Tirana a Gjader e Shengjin, anche nella nuova versione delineata dal decreto varato la scorsa settimana in Consiglio dei ministri.

Con quel provvedimento, aveva spiegato in conferenza stampa il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, si amplia il “perimetro d’azione” del centro di Gjader che diventa un Centro di permanenza per i rimpatri (Cpr), senza cambiare il protocollo Italia-Albania. Nei Cpr, va ricordato, sono trasferiti “gli stranieri giunti in modo irregolare in Italia che non fanno richiesta di protezione internazionale o non ne hanno i requisiti”, in attesa dell’esecuzione di un provvedimento di espulsione da parte delle Forze dell’ordine.

Questa mattina, a Bruxelles, è stato chiesto a un portavoce della Commissione se il decreto rispetti o meno le normative europee. “Siamo in contatto con le autorità italiane. Secondo le nostre informazioni, la legge nazionale italiana si applicherà a questo centro, come è stato il caso finora per l’asilo”, ha spiegato il portavoce per gli Affari interni e l’Immigrazione della Commissione europea, Markus Lammert. E trattandosi della legislazione nazionale di uno Stato membro, ha aggiunto il portavoce, “in linea di principio è in linea con il diritto dell’Ue”; ma “continueremo a monitorare l’attuazione del Protocollo (Italia-Albania, ndr) nella sua nuova iterazione e rimarremo in contatto con le autorità italiane”. Si tratta comunque, ha puntualizzato Lammert, di una cosa “diversa” dai ‘return hub’ in paesi terzi sicuri, previsti dalla proposta di regolamento sui rimpatri presentata dalla Commissione.

Inoltre, il fatto che la legislazione nazionale di uno Stato membro rispetti il diritto comunitario è vero “in linea di principio”, ma resta comunque la possibilità che la legislazione Ue non sia interpretata, recepita e applicata correttamente, e su questo veglia la Corte europea di giustizia. E proprio sul caso dei centri italiani per migranti in Albania, è in sospeso una sentenza della Corte europea di giustizia, attesa per l’estate (ma le conclusioni dell’avvocato generale arriveranno in aprile). La Corte è chiamata a pronunciarsi sui ricorsi pregiudiziali presentati dal Tribunale di Roma, che finora non ha riconosciuto la legittimità dei fermi disposti nei confronti dei migranti soccorsi nel Mediterraneo e trasferiti sull’altra sponda dell’Adriatico, perché provenienti da Paesi che il governo italiano ritiene sicuri, in particolare Egitto e Bangladesh. In questo caso, comunque, la sentenza della Corte Ue non riguarderà le novità introdotte con il nuovo decreto.

Quando le agenzie hanno battuto le dichiarazioni di Lammert, dal centrodestra è partita una ‘batteria’ di dichiarazioni in cui si sottolinea che l’Italia, con l’esecutivo Meloni, “continua a tracciare la strada” (il ministro Tommaso Foti). L’opposizione invece va all’attacco. Per la segretaria Pd Elly Schlein con il decreto il governo opera “un tentativo maldestro di coprire un altro fallimento della loro propaganda” e crea “il CPR più caro della storia”; Riccardo Magi (+Europa) è certo che “i centri in Albania non hanno funzionato finora e non funzioneranno” mentre Filiberto Zaratti accusa: “Meloni si giustifica continuamente sui centri costruiti in Albania perché sa che ha causato un danno da 1 miliardo di euro per una scelta unicamente ideologica”.

Tv, nel Regno Unito al via le riprese di “House Of The Dragon 3″

Tv, nel Regno Unito al via le riprese di “House Of The Dragon 3″Roma, 31 mar. (askanews) – Sono iniziate nel Regno Unito le riprese della terza stagione di “House Of The Dragon”, la saga ambientata 200 anni prima degli eventi citati nella serie dei record “Il Trono di Spade”. Arriverà prossimamente su Sky e in streaming su NOW in contemporanea assoluta con gli Stati Uniti.


Tratta dal romanzo “Fuoco e Sangue” di George R.R. Martin, racconta la storia della leggendaria Casa Targaryen. In otto nuovi episodi, la terza stagione vedrà nel cast il ritorno di Matt Smith, Emma D’Arcy, Olivia Cooke, Steve Toussaint, Rhys Ifans, Fabien Frankel, Ewan Mitchell, Tom Glynn-Carney, Sonoya Mizuno, Harry Collett, Bethany Antonia, Phoebe Campbell, Phia Saban, Jefferson Hall, Matthew Needham, Tom Bennett, Kieran Bew, Kurt Egyiawan, Freddie Fox, Clinton Liberty, Gayle Rankin e Abubakar Salim. Annunciati i nuovi ingressi nel cast: Tommy Flanagan nel ruolo di Ser Roderick Dustin e Dan Fogler nel ruolo di Ser Torrhen Manderly. James Norton nel ruolo di Ormund Hightower era stato già svelato in precedenza. I registi della terza stagione sono Clare Kilner, Nina Lopez-Corrado, Andrij Parekh e Loni Peristere.