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Maggioranza ‘smina’ cammino ddl Sicurezza, ok Fi a detenute madri

Maggioranza ‘smina’ cammino ddl Sicurezza, ok Fi a detenute madriRoma, 11 set. (askanews) – Dalle spine della maggioranza esce il tema delle detenute madri. Non senza difficoltà e all’ultimo miglio, il centrodestra è riuscito a sminare il cammino del ddl sicurezza, alla prova del voto alla Camera, togliendo dal campo uno dei temi che avevano visto Fi (in comissione, nei dibattiti estivi e ora in aula) smarcarsi da Fdi e Lega (che però hanno eretto un muro invalicabile).


L’impasse doveva essere superata e dopo lunghe trattative, che avevano ‘inchiodato’ parte dei pareri del governo sugli emendamenti, i relatori hanno presentato un testo che di fatto non cambia la sostanza (resta facoltativo e non sarà più obbligatorio il rinvio della pena per le condannate incinte o madri di figli di età inferiore ad un anno) ma viene aggiunto un monitoraggio annuale sull’attuazione della norma. Forza Italia si è dichiarata “soddisfatta” e ha ritirato l’emendamento che voleva ripristinare il differimento obbligatorio, seppur con una stretta in alcuni casi, in modo che nessun bambino dovesse passare i primi mesi dietro le sbarre. All’attacco le opposizioni che mettono il dito nella piaga. L’emednamento dei relatori è un testo “fuffa. Cercano di lavarsi la coscienza, resta il carcere per bambini”, afferma la dem Simona Bonafè. Si tratta del “solito voltafaccia”, sostiene Avs. “Dopo quello sullo Ius scholae, arriva il secondo bluff di giornata da parte di Forza Italia. Anche oggi la rivoluzione garantista e liberale Forza Italia la fa domani. Per adesso restano le manette e l’umiliazione dello Stato di diritto”, afferma il segretario di Più Europa Riccardo Magi.


“Forza Italia continua a lanciare iniziative che poi vengono costantemente respinte o ritirate. L’emendamento al ddl sicurezza sulle mamme detenute può finire in niente”, sottolinea Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva.

Economia circolare, nuovi modelli attraverso la simbiosi industriale

Economia circolare, nuovi modelli attraverso la simbiosi industrialeRoma, 11 set. (askanews) – Da residuo industriale a risorsa preziosa: all’interno del sito produttivo di Ontex Manufacturing Italy, in collaborazione con Omnisyst, la polvere di cellulosa, un residuo generato dalla produzione di pannolini precedentemente gestito tramite il recupero energetico con costi associati, viene ora valorizzata come sottoprodotto. Il primo carico di cellulosa è già stato destinato alla lombricoltura nelle scorse settimane, dove verrà convertito in fertilizzante naturale per colture biologiche. Questo processo ha eliminato i costi di gestione come rifiuto e massimizzato il riutilizzo delle risorse.


Nell’ambito del Green Deal Europeo, che punta alla neutralità climatica entro il 2050, questo progetto innovativo applica i principi della simbiosi industriale, un modello di collaborazione tra aziende in cui il residuo di una produzione diventa una materia prima per un’altra. Sempre più industrie stanno adottando i modelli dell’economia circolare per gestire i propri residui di produzione, una scelta che genera valore economico, ambientale e reputazionale. Protagonista di questa iniziativa è la sede italiana di Ontex, a Ortona. L’azienda con casa madre in Belgio è leader nel settore dei prodotti per l’igiene personale, con impianti produttivi in tutto il mondo e produce una vasta gamma di articoli, inclusi pannolini per bambini, prodotti per l’igiene femminile e pannoloni per adulti.


A questo proposito, Elise Barbé, Group Sustainability Manager di Ontex, afferma: “In Ontex ci impegniamo a introdurre la sostenibilità in ogni prodotto che sviluppiamo. Essendo un’azienda produttrice, generiamo anche rifiuti, ma la nostra strategia si basa su tre fasi principali: evitare la creazione di scarti in fase di produzione, riutilizzare i residui e riciclare la parte residua. Questo progetto rappresenta un’iniziativa straordinaria per il riutilizzo degli scarti, che sosteniamo pienamente”.


Omnisyst, azienda con trent’anni di esperienza nella gestione circolare dei residui industriali, partecipata dal Green Transition Fund di Algebris, utilizza tecnologie avanzate per monitorare e ottimizzare i processi di gestione dei residui industriali. Chicco Testa, presidente del Consiglio di Amministrazione di Omnisyst, dichiara:


“Questo progetto esemplifica come le aziende possano integrare pratiche sostenibili nei loro processi produttivi, creando valore aggiunto dai loro residui e contribuendo alla riduzione dell’impatto ambientale”. Il progetto di lombricoltura, sviluppato dall’azienda agricola La Terra di Gaia per il primo carico, prevede l’utilizzo di lombrichi per trasformare la polvere di cellulosa in humus di alta qualità, un fertilizzante biologico. Il sottoprodotto viene prima posto all’interno della serra e poi miscelato con una deiezione di asino nella lettiera, dove i lombrichi si nutriranno del composto, trasformandolo in humus di lombrico. Antonio Cafagna, District Manager di Omnisyst, aggiunge: “I vantaggi per Ontex sono molteplici. In passato, gestivamo già gli scarti in maniera sostenibile attraverso il recupero energetico, ma affrontavamo comunque dei costi. Grazie a questo nuovo approccio basato sulla simbiosi industriale, siamo riusciti non solo ad annullare i costi di recupero, ma soprattutto a trasformare un residuo in un sottoprodotto prezioso per altre produzioni. Questo ci permette di portare ulteriori benefici all’ambiente, promuovendo un modello di economia circolare che valorizza ogni risorsa”. Negli ultimi sei anni, Ontex si è affidata a Omnisyst per la gestione dei residui di produzione, ottenendo risultati significativi in termini ambientali, operativi ed economici. Grazie a questa collaborazione, l’azienda ha raggiunto il 100% di recupero degli scarti, ha digitalizzato completamente la gestione dei rifiuti, ha ridotto il numero di viaggi per ogni codice EER, ha migliorato la differenziazione degli imballaggi misti e ha neutralizzato il totale delle emissioni di CO? derivanti dal trasporto rifiuti. Questi risultati testimoniano l’impegno di Ontex verso una produzione sempre più sostenibile.

Meloni: annettendo la Crimea la Russia ha calpestato la Carta Onu

Meloni: annettendo la Crimea la Russia ha calpestato la Carta OnuRoma, 11 set. (askanews) – “L’annessione illegale della Crimea da parte della Federazione Russa rimane una gravissima violazione di quel sistema di regole e principi universalmente riconosciuti nella Carta dell’Onu che garantiscono la pacifica convivenza tra le Nazioni. È una violazione dell’integrità territoriale di una Nazione sovrana, che calpesta i diritti delle popolazioni che non vogliono rinunciare alla loro identità e rimane tale anche a distanza di dieci anni”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un videomessaggio inviato al Summit of the International Crimea Platform.


“Considerare la Crimea parte integrante del territorio russo – prosegue la premier – è un tassello di quella propaganda russa che dobbiamo sapere contrastare, nonostante trovi sponda nelle mappe geografiche diffuse anche su alcuni mezzi di comunicazione occidentali”. “Dall’inizio dell’invasione russa – continua Meloni -, la Crimea è diventata anche una delle basi da cui partono i deliberati attacchi russi contro i civili e le infrastrutture critiche. La Russia non è riuscita a piegare l’eroica resistenza ucraina, e la nostra compattezza e unità di intenti hanno garantito all’Ucraina gli aiuti necessari per difendere la propria libertà. E questo è un valore, che dobbiamo sapere proteggere, se vogliamo far tornare la pace nel cuore dell’Europa”, sottolinea la presidente del Consiglio.

Ucraina, Meloni: annettendo Crimea Russia ha calpestato Carta Onu

Ucraina, Meloni: annettendo Crimea Russia ha calpestato Carta OnuRoma, 11 set. (askanews) – “L’annessione illegale della Crimea da parte della Federazione Russa rimane una gravissima violazione di quel sistema di regole e principi universalmente riconosciuti nella Carta dell’Onu che garantiscono la pacifica convivenza tra le Nazioni. È una violazione dell’integrità territoriale di una Nazione sovrana, che calpesta i diritti delle popolazioni che non vogliono rinunciare alla loro identità e rimane tale anche a distanza di dieci anni”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un videomessaggio inviato al Summit of the International Crimea Platform.


“Considerare la Crimea parte integrante del territorio russo – prosegue la premier – è un tassello di quella propaganda russa che dobbiamo sapere contrastare, nonostante trovi sponda nelle mappe geografiche diffuse anche su alcuni mezzi di comunicazione occidentali”. “Dall’inizio dell’invasione russa – continua Meloni -, la Crimea è diventata anche una delle basi da cui partono i deliberati attacchi russi contro i civili e le infrastrutture critiche. La Russia non è riuscita a piegare l’eroica resistenza ucraina, e la nostra compattezza e unità di intenti hanno garantito all’Ucraina gli aiuti necessari per difendere la propria libertà. E questo è un valore, che dobbiamo sapere proteggere, se vogliamo far tornare la pace nel cuore dell’Europa”, sottolinea la presidente del Consiglio.

Poesia delle immagini in movimento, Ismailova in HangarBicocca

Poesia delle immagini in movimento, Ismailova in HangarBicoccaMilano, 11 set. (askanews) – Una dimensione poetica che sgorga dalle immagini in movimento, dal paesaggio, perfino dall’ambiente postindustriale che accoglie le opere. Che Pirelli HangarBicocca a Milano sia uno spazio potente lo sappiamo da tempo, ma ogni volta è affascinante vedere come le mostre migliori riescano a farlo risuonare in profondità. Accade anche con l’antologica dedicata a Saodat Ismailova, regista e artista uzbeka, cui è dedicata l’esposizione “A Seed Under Our Tongue”, curata da Roberta Tenconi.


“Nei suoi film – ha detto la curatrice ad askanews – utilizza sia suo montato originale, sia materiale d’archivio, in un editing assolutamente libero, con questa immagine di grande poesia, ma che tocca anche temi molto urgenti e attuali.dallo sfruttamento delle risorse ambientali, ma anche dalle imposizioni dei sistemi di potere politici, lei ha vissuto il crollo dell’Unione Sovietica, ma anche tutto il periodo precedente di dominio sulla regione. E sviluppa poi questi grandi narrazioni dei suoi film in sculture e installazioni”. I grandi schermi raccontano l’Asia Centrale, i paesaggi naturali e umani, parlano di una tigre oppure dei fiumi, ma è la stessa forma delle immagini in movimento di Ismailova a conferire una ampiezza monumentale alle storie. “L’Uzbekistan non ha alcun accesso al mare – ci ha spiegato l’artista – dobbiamo attraversare due nazioni e abbiamo una carenza d’acqua molto seria, non sappiamo cosa succederà nei prossimi 50 anni nella regione. Quindi per noi l’acqua è sacra, significa tutto e io credo che questo sia alla base dell’attenzione speciale anche per il corso dei fiumi”.


L’ecologia si fonde con il mito, le istanze contemporanee si ammantano di sfumature leggendarie, questo genera la poesia della mostra, che nasce dalla delicatezza con cui l’artista sa gestire l’apparente contrasto. “Il titolo della mostra – ha aggiunto Tenconi – è anche un po’ la metafora di tutta la mostra, si riferisce a questa leggenda molto diffusa in Asia Centrale di un seme di dattero custodito da un uomo, Arslanbob, un mistico, qualcuno dice per anni, altri per secoli, fino a quando trova un degno successore e lo dona a questa persona e questa persona col seme fonda quella che oggi la foresta di noci che ha il nome di Arslanbob, quindi questa idea anche di una di una trasmissione, ma anche della trasformazione che è insita in qualsiasi sistema che tramanda qualcosa”. “Io sono una filmaker, tutto parte da questo – ha concluso Ismailova – ma ho anche avuto una formazione teatrale e amo lavorare nello spazio. Il mezzo della scultura è sempre legato ai film, non sono sculture in quanto tali, ma si tratta di oggetti che provengono dai miei film”.


Alla fine la mostra potrebbe anche essere considerata una lunga lettera d’amore, forse a una terra, forse alla natura, forse perfino a certa umanità. Non ci sono riposte giuste, per fortuna, ma la sensazione è che un seme sia stato gettato e, da qualche parte, germoglierà. (Leonardo Merlini)

Verso la 24esima Triennale, il primo forum sulle disuguaglianze

Verso la 24esima Triennale, il primo forum sulle disuguaglianzeMilano, 11 set. (askanews) – “È stata una giornata intensa, bellissima, anche perché abbiamo ospitato ospiti straordinari che arrivano da tutto il mondo e che ci hanno aiutato a capire meglio come affrontare un tema importante, direi quasi necessario, ma molto complesso come quello delle disuguaglianze. Disuguaglianze che si manifestano in modi diversi ovunque, nelle differenze tra ricchezza e povertà”, aspettative di vita diverse che ci sono in parti diverse del mondo, a volte anche nella testa città, disuguaglianze relative all’accesso ai servizi, all’accesso all’istruzione, alla scuola per esempio”. Così Stefano Boeri, presidente della Triennale Milano, ha raccontato ad askanews il primo forum dedicato ai temi e alle proposte della 24esima Esposizione Internazionale, dal titolo “Inequalities”.


“Questa mattina – ha aggiunto Boeri – abbiamo avuto una straordinaria introduzione di Richard Sennett, che è uno sociologo tra i più noti nel mondo, e al pomeriggio Tim Ingold, che è forse l’antropologo oggi più quotato ci ha aiutato ad avvicinare il tema delle disuguaglianze dall’altro punto di vista. Però insieme a interventi più teorici abbiamo avuto anche dei pezzi di vita come il racconto fatto da alcuni parenti delle vittime della tragedia della Grenfell Tower di Londra, che è un caso in sé emblematico di disuguaglianze urbane, e il racconto per immagini di Amos Gitai che ci ha portato in quella parte del mondo, penso a Gaza, dove oggi le disuguaglianze si manifestano nella forma di violente omicidi e guerre. Quindi è un tema difficile, bellissimo, importante, necessario e ci stiamo lavorando e abbiamo iniziato oggi”.

Rapporto Ue 2024 sull’Unione dell’energia, successi e sfide

Rapporto Ue 2024 sull’Unione dell’energia, successi e sfideBruxelles, 11 set. (askanews) – Negli ultimi anni l’Ue è riuscita a resistere ai rischi critici per la sicurezza del suo approvvigionamento energetico, a riconquistare il controllo sul mercato e sui prezzi dell’energia e ad accelerare la transizione verso la neutralità climatica. Lo afferma la Commissione europea in una sua nota sul Rapporto per il 2024 dell’Unione dell’Energia, che è stato pubblicato oggi a Bruxelles e presentato in conferenza stampa dalla commissaria responsabile, Kadri Simson.


I risultati positivi per l’Ue, secondo la Commissione, sono numerosi e notevoli, ma in alcuni settori i progressi non sono ancora soddisfacenti. 1) Energie rinnovabili a livelli record. La Commissione rileva che “la produzione di energia rinnovabile sta stabilendo nuovi record in termini di capacità. Nella prima metà del 2024 la metà della produzione di energia elettrica dell’Ue proveniva da fonti rinnovabili”. L’energia eolica ha superato il gas per diventare la seconda fonte di energia elettrica dell’Ue dopo il nucleare. Secondo il rapporto, c’è stato “un aumento della capacità eolica e solare installata del 36% tra il 2021 e il 2023, con un risparmio di circa 35 miliardi di metri cubi di gas in 2 anni”. Inoltre, “con 56 GW di nuova capacità di energia solare installata nel 2023, l’Ue ha stabilito un altro record superando i 40 GW aggiuntivi che erano stati installati nel 2022”. “Nel 2022 – si legge nel rapporto -, l’Ue ha raggiunto una quota del 23,0% di energia rinnovabile nel consumo finale lordo di energia, con un aumento di 1,1 punti percentuali rispetto al 2021 (21,9%). In media, la quota complessiva di energia rinnovabile è aumentata di 0,7 punti percentuali all’anno negli ultimi 10 anni”. Secondo la Commissione, “i progressi sono stati forti nel settore dell’elettricità, con un aumento della quota di energie rinnovabili dal 25,1% nel 2012 al 41,2% nel 2022”. Tuttavia, “i progressi nel riscaldamento e raffreddamento (dal 18,6% al 24,9%) e nei trasporti (dal 5,8% al 9,6%) sono stati più modesti. Il nuovo obiettivo Ue del 42,5% per il 2030 (e ancor di più l’obiettivo ambizioso del 45%) richiederà una crescita molto più rapida nei prossimi anni”.


2) Riduzione dell’import di gas russo e aumento del Gnl. La Commissione sottolinea che “la quota di gas russo nelle importazioni dell’Ue è scesa dal 45% nel 2021 al 18% nel giugno 2024, mentre le importazioni di gas da partner fidati come la Norvegia e gli Stati Uniti sono aumentate”. Norvegia e Stati Uniti sono diventati i maggiori fornitori di gas dell’Ue, rispettivamente per gasdotti e gas naturale liquefatto (Gnl), fornendo il 34% e il 18% delle importazioni di gas (dati di giugno 2024). Il rapporto evidenzia che “tra il 2022 e il 2024 sono stati commissionati 12 nuovi terminali di Gnl e sei progetti di espansione, che si prevede porteranno a un aumento complessivo della capacità di importazione di Gnl dell’Ue di 70 miliardi di metri cubi entro la fine del 2024”. 3) Riduzione complessiva della domanda di gas. “Tra l’agosto 2022 e maggio 2024 l’Ue ha ridotto la domanda di gas di 138 miliardi di metri cubi”. In più, “l’Ue ha raggiunto il suo obiettivo di stoccaggio del gas per l’inverno del 90 % il 19 agosto 2024, con largo anticipo rispetto alla scadenza del primo novembre”.


4) Prezzi dell’energia in calo, ma non basta. “I prezzi dell’energia sono più stabili e rimangono notevolmente al di sotto dei livelli massimi della crisi energetica del 2022”. Tuttavia, la nota di Bruxelles aggiunge che “sono necessari maggiori sforzi per far fronte al rincaro dei prezzi dell’energia”, una questione che è “fondamentale per migliorare la competitività dell’industria dell’Ue”, e che bisogna “accelerare gli investimenti nelle reti infrastrutturali integrate europee, che sono essenziali per l’elettrificazione dell’economia”. 5) Riduzione delle emissioni di gas serra, non della crescita. “Le emissioni di gas a effetto serra dell’Ue sono diminuite del 32,5% tra il 1990 e il 2022, mentre nello stesso periodo l’economia dell’Ue è cresciuta di circa il 67%”, nota la Commissione.


6) L’Ue leader internazionale per sviluppo rinnovabili. L’Esecutivo comunitario rivendica che “a livello internazionale, l’Ue ha guidato l’iniziativa globale volta a triplicare la capacità di energia rinnovabile e a raddoppiare i miglioramenti dell’efficienza energetica nell’ambito della transizione verso l’abbandono dei combustibili fossili, che è stata approvata da tutte le parti in occasione della COP28 di Dubai”. 7) Efficienza energetica e “case green”, intensificare gli sforzi. Quello dell’aumento dell’efficienza energetica continua a essere uno degli obiettivi più difficili da raggiungere. “Nel 2022 il consumo di energia primaria dell’Ue ha ripreso la tendenza al ribasso, diminuendo del 4,1%. Tuttavia – avverte la Commissione -, gli sforzi in materia di efficienza energetica dovranno essere ulteriormente intensificati affinché l’Ue raggiunga l’obiettivo di riduzione del consumo finale di energia dell’11,7% entro il 2030”. “Sono necessari – sottolinea l’Esecutivo Ue – ulteriori miglioramenti, non da ultimo per quanto riguarda l’elettrificazione generale degli impianti di riscaldamento e il tasso di ristrutturazione degli edifici”. Nel rapporto, la Commissione puntualizza che “in pratica, i tassi di ristrutturazione e di elettrificazione degli impianti di riscaldamento in generale restano troppo bassi, e le misure nazionali sono insufficienti per raggiungere un parco immobiliare decarbonizzato entro il 2050, per il quale sarà assolutamente fondamentale una rapida attuazione della direttiva rivista sulla prestazione energetica degli edifici”, ovvero la cosiddetta direttiva sulle “case green”, molto controversa in Italia. 8) I Piani nazionali per energia e clima aggiornati. La relazione ricorda che tutti gli Stati membri devono presentare quanto prima i loro piani nazionali aggiornati definitivi per l’energia e il clima (Pnec), al fine di garantire il conseguimento collettivo degli obiettivi previsti per il 2030. La valutazione da parte della Commissione delle proposte di aggiornamento dei Pnec, pubblicata nel dicembre 2023, “mostra che gli Stati membri hanno compiuto un passo nella giusta direzione, ma ciò non è ancora sufficiente per ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030”, avverte ancora l’Esecutivo comunitario, sottolineando che gli Stati devono tenere conto delle sue raccomandazioni per redigere i loro piani definitivi. La valutazione della Commissione delle bozze dei Pnec aggiornati ha individuato infatti “un divario di ambizione nel consumo di energie rinnovabili entro il 2030, con contributi inferiori di 3-4 punti percentuali rispetto al nuovo obiettivo vincolante dell’Ue del 42,5%”. “Il rapporto – ha osservato la commissaria Simson – dimostra che non siamo più in balia dei gasdotti di Putin e che continuiamo a sostenere i nostri partner ucraini mentre l’inverno si avvicina. Evidenzia i progressi che abbiamo compiuto sotto questo mandato” della Commissione uscente “verso un settore energetico sicuro, competitivo e conveniente nell’Ue”. “L’Ue – ha concluso Simson – è ben equipaggiata per affrontare i profondi cambiamenti e le sfide che ci attendono e per rispettare i suoi impegni nei confronti del pianeta e dei suoi cittadini. La nostra Unione energetica è più forte e più verde che mai”.

Rapporto Ue 2024 su Unione dell’energia, successi e sfide

Rapporto Ue 2024 su Unione dell’energia, successi e sfideBruxelles, 11 set. (askanews) – Negli ultimi anni l’Ue è riuscita a resistere ai rischi critici per la sicurezza del suo approvvigionamento energetico, a riconquistare il controllo sul mercato e sui prezzi dell’energia e ad accelerare la transizione verso la neutralità climatica. Lo afferma la Commissione europea in una sua nota sul Rapporto per il 2024 dell’Unione dell’Energia, che è stato pubblicato oggi a Bruxelles e presentato in conferenza stampa dalla commissaria responsabile, Kadri Simson.


I risultati positivi per l’Ue, secondo la Commissione, sono numerosi e notevoli, ma in alcuni settori i progressi non sono ancora soddisfacenti. 1) Energie rinnovabili a livelli record. La Commissione rileva che “la produzione di energia rinnovabile sta stabilendo nuovi record in termini di capacità. Nella prima metà del 2024 la metà della produzione di energia elettrica dell’Ue proveniva da fonti rinnovabili”. L’energia eolica ha superato il gas per diventare la seconda fonte di energia elettrica dell’Ue dopo il nucleare. Secondo il rapporto, c’è stato “un aumento della capacità eolica e solare installata del 36% tra il 2021 e il 2023, con un risparmio di circa 35 miliardi di metri cubi di gas in 2 anni”. Inoltre, “con 56 GW di nuova capacità di energia solare installata nel 2023, l’Ue ha stabilito un altro record superando i 40 GW aggiuntivi che erano stati installati nel 2022”. “Nel 2022 – si legge nel rapporto -, l’Ue ha raggiunto una quota del 23,0% di energia rinnovabile nel consumo finale lordo di energia, con un aumento di 1,1 punti percentuali rispetto al 2021 (21,9%). In media, la quota complessiva di energia rinnovabile è aumentata di 0,7 punti percentuali all’anno negli ultimi 10 anni”. Secondo la Commissione, “i progressi sono stati forti nel settore dell’elettricità, con un aumento della quota di energie rinnovabili dal 25,1% nel 2012 al 41,2% nel 2022”. Tuttavia, “i progressi nel riscaldamento e raffreddamento (dal 18,6% al 24,9%) e nei trasporti (dal 5,8% al 9,6%) sono stati più modesti. Il nuovo obiettivo Ue del 42,5% per il 2030 (e ancor di più l’obiettivo ambizioso del 45%) richiederà una crescita molto più rapida nei prossimi anni”.


2) Riduzione dell’import di gas russo e aumento del Gnl. La Commissione sottolinea che “la quota di gas russo nelle importazioni dell’Ue è scesa dal 45% nel 2021 al 18% nel giugno 2024, mentre le importazioni di gas da partner fidati come la Norvegia e gli Stati Uniti sono aumentate”. Norvegia e Stati Uniti sono diventati i maggiori fornitori di gas dell’Ue, rispettivamente per gasdotti e gas naturale liquefatto (Gnl), fornendo il 34% e il 18% delle importazioni di gas (dati di giugno 2024). Il rapporto evidenzia che “tra il 2022 e il 2024 sono stati commissionati 12 nuovi terminali di Gnl e sei progetti di espansione, che si prevede porteranno a un aumento complessivo della capacità di importazione di Gnl dell’Ue di 70 miliardi di metri cubi entro la fine del 2024”. 3) Riduzione complessiva della domanda di gas. “Tra l’agosto 2022 e maggio 2024 l’Ue ha ridotto la domanda di gas di 138 miliardi di metri cubi”. In più, “l’Ue ha raggiunto il suo obiettivo di stoccaggio del gas per l’inverno del 90 % il 19 agosto 2024, con largo anticipo rispetto alla scadenza del primo novembre”.


4) Prezzi dell’energia in calo, ma non basta. “I prezzi dell’energia sono più stabili e rimangono notevolmente al di sotto dei livelli massimi della crisi energetica del 2022”. Tuttavia, la nota di Bruxelles aggiunge che “sono necessari maggiori sforzi per far fronte al rincaro dei prezzi dell’energia”, una questione che è “fondamentale per migliorare la competitività dell’industria dell’Ue”, e che bisogna “accelerare gli investimenti nelle reti infrastrutturali integrate europee, che sono essenziali per l’elettrificazione dell’economia”. 5) Riduzione delle emissioni di gas serra, non della crescita. “Le emissioni di gas a effetto serra dell’Ue sono diminuite del 32,5% tra il 1990 e il 2022, mentre nello stesso periodo l’economia dell’Ue è cresciuta di circa il 67%”, nota la Commissione.


6) L’Ue leader internazionale per sviluppo rinnovabili. L’Esecutivo comunitario rivendica che “a livello internazionale, l’Ue ha guidato l’iniziativa globale volta a triplicare la capacità di energia rinnovabile e a raddoppiare i miglioramenti dell’efficienza energetica nell’ambito della transizione verso l’abbandono dei combustibili fossili, che è stata approvata da tutte le parti in occasione della COP28 di Dubai”. 7) Efficienza energetica e “case green”, intensificare gli sforzi. Quello dell’aumento dell’efficienza energetica continua a essere uno degli obiettivi più difficili da raggiungere. “Nel 2022 il consumo di energia primaria dell’Ue ha ripreso la tendenza al ribasso, diminuendo del 4,1%. Tuttavia – avverte la Commissione -, gli sforzi in materia di efficienza energetica dovranno essere ulteriormente intensificati affinché l’Ue raggiunga l’obiettivo di riduzione del consumo finale di energia dell’11,7% entro il 2030”. “Sono necessari – sottolinea l’Esecutivo Ue – ulteriori miglioramenti, non da ultimo per quanto riguarda l’elettrificazione generale degli impianti di riscaldamento e il tasso di ristrutturazione degli edifici”. Nel rapporto, la Commissione puntualizza che “in pratica, i tassi di ristrutturazione e di elettrificazione degli impianti di riscaldamento in generale restano troppo bassi, e le misure nazionali sono insufficienti per raggiungere un parco immobiliare decarbonizzato entro il 2050, per il quale sarà assolutamente fondamentale una rapida attuazione della direttiva rivista sulla prestazione energetica degli edifici”, ovvero la cosiddetta direttiva sulle “case green”, molto controversa in Italia. 8) I Piani nazionali per energia e clima aggiornati. La relazione ricorda che tutti gli Stati membri devono presentare quanto prima i loro piani nazionali aggiornati definitivi per l’energia e il clima (Pnec), al fine di garantire il conseguimento collettivo degli obiettivi previsti per il 2030. La valutazione da parte della Commissione delle proposte di aggiornamento dei Pnec, pubblicata nel dicembre 2023, “mostra che gli Stati membri hanno compiuto un passo nella giusta direzione, ma ciò non è ancora sufficiente per ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030”, avverte ancora l’Esecutivo comunitario, sottolineando che gli Stati devono tenere conto delle sue raccomandazioni per redigere i loro piani definitivi. La valutazione della Commissione delle bozze dei Pnec aggiornati ha individuato infatti “un divario di ambizione nel consumo di energie rinnovabili entro il 2030, con contributi inferiori di 3-4 punti percentuali rispetto al nuovo obiettivo vincolante dell’Ue del 42,5%”. “Il rapporto – ha osservato la commissaria Simson – dimostra che non siamo più in balia dei gasdotti di Putin e che continuiamo a sostenere i nostri partner ucraini mentre l’inverno si avvicina. Evidenzia i progressi che abbiamo compiuto sotto questo mandato” della Commissione uscente “verso un settore energetico sicuro, competitivo e conveniente nell’Ue”. “L’Ue – ha concluso Simson – è ben equipaggiata per affrontare i profondi cambiamenti e le sfide che ci attendono e per rispettare i suoi impegni nei confronti del pianeta e dei suoi cittadini. La nostra Unione energetica è più forte e più verde che mai”.

Nicola Maccanico nominato nuovo CEO del Gruppo Fremantle Italia

Nicola Maccanico nominato nuovo CEO del Gruppo Fremantle ItaliaRoma, 11 set. (askanews) – Fremantle ha annunciato la nomina di Nicola Maccanico al nuovo ruolo di CEO del Gruppo Fremantle in Italia. nMaccanico assume il ruolo con effetto immediato, riportando direttamente ad Andrea Scrosati, COO del Gruppo Fremantle e CEO per l’Europa Continentale, si legge nel comunicato.


Nel suo nuovo ruolo, Maccanico guiderà le attività del gruppo in Italia. Le società Wildside (scripted), The Apartment Pictures (scripted), Lux Vide (scripted) e Fremantle Italia (unscripted e soap), con i rispettivi CEO Sonia Rovai, Annamaria Morelli, Luca Bernabei e Marco Tombolini riporteranno a Maccanico. Maccanico entra anche a far parte del Global Leadership Team di Fremantle.


Nicola Maccanico è uno degli executives più rispettati nell’industria dell’intrattenimento italiano, sottolinea il testo. Ha iniziato la sua carriera nella Warner Bros che ha lasciato per guidare Vision Distribution. Ha poi diretto il team dei contenuti non sportivi di Sky Italia che ha lasciato per il ruolo di CEO degli Studi di Cinecittà. Entrato in Warner Bros Pictures nel 2004 come direttore Marketing, Maccanico è diventato direttore Generale del settore Theatrical dal 2009 al 2016. Nel periodo della sua gestione Warner Bros Pictures è diventata il principale distributore di film nel mercato nazionale, contribuendo anche alla produzione di importanti film italiani.


Da dicembre 2016 ad aprile 2021, è stato CEO di Vision Distribution, la società di distribuzione cinematografica frutto dell’accordo tra Sky Italia e cinque importanti case di produzione italiane: Wildside, Cattleya, Gruppo Lucisano, Palomar e Indiana Production. Da novembre 2018 ad aprile 2021, Maccanico è passato a Sky Italia come EVP Programming.


Nel 2021 ha assunto la guida di Cinecittà, gestendo il rilancio degli studios italiani che nel triennio sotto la sua gestione hanno ospitato decine di produzioni internazionali e sono tornati protagonisti del palcoscenico internazionale. Picomedia e Stand By Me, che sono entrate nel gruppo Fremantle quest’anno tramite l’acquisizione di Asacha Media, continueranno a riportare a Gaspard de Chavagnac, Co-Fondatore e CEO del Gruppo Asacha, il quale riporta sempre a Scrosati. Andrea Scrosati, COO del Gruppo e CEO per l’Europa Continentale di Fremantle, ha dichiarato: “Conosco e lavoro con Nicola da molti anni e ho sempre ammirato la sua capacità di lavorare con i migliori talenti mantenendo allo stesso tempo un approccio manageriale e costruendo valore per i suoi azionisti. Sono davvero felice di accoglierlo nella famiglia Fremantle e di tornare a lavorare insieme. L’Italia è uno dei territori chiave di Fremantle, negli ultimi sei anni abbiamo investito oltre un miliardo di euro nel paese, creando migliaia di posti di lavoro e realizzando contenuti unici tra film, serie tv, soap, programmi di intrattenimento e reality. Siamo fortunati a lavorare con i migliori talenti italiani che ogni giorno creano opere uniche che nascono dalla straordinaria ricchezza culturale del nostro paese. La nomina di un manager come Nicola sottolinea il nostro impegno a continuare a costruire sulle grandi potenzialità dell’Italia”. Nicola Maccanico, CEO del Gruppo Fremantle in Italia, ha aggiunto: “Sono orgoglioso di entrare a far parte della famiglia Fremantle e sento la grande responsabilità che ne deriva. Fremantle è diventata una delle principali aziende nel mercato globale dei contenuti e dell’intrattenimento attraverso scelte coraggiose e investimenti che hanno sempre messo al centro la creatività e il talento. L’Italia ha svolto un ruolo chiave in questo percorso ed il mio impegno sarà concentrato sulla crescita ulteriore del gruppo nel mercato italiano ed orientato parallelamente alla valorizzazione del talento italiano sul mercato internazionale. Questi obiettivi possono essere raggiunti attraverso una costante ricerca di innovazione e di un solido collegamento tra la creatività e il pubblico a cui la stessa intende rivolgersi. Sono particolarmente felice di poter tornare a lavorare con Andrea Scrosati e quindi di contare sulla leadership e la straordinaria visione strategica che gli sono proprie. Considerata poi la grande qualità manageriale e artistica che caratterizza tutto il mondo Fremantle, possiamo guardare al futuro con fiducia e determinazione”.

Tennis, Coppa Davis, Italia-Brasile 1-0, vince Berrettini

Tennis, Coppa Davis, Italia-Brasile 1-0, vince BerrettiniRoma, 11 set. (askanews) – Italia in vantaggio per 1-0 sul Brasile nella seconda giornata del Girone A delle Davis Cup Finals di scena fino a domenica all’Unipol Arena di Bologna. Nel primo singolare, quello dei numeri due dei rispettivi team, Matteo Berrettini, n.43 ATP, ha battuto 61 76(5), in un’ora e 21 minuti, Joao Fonseca, n.185 del ranking, all’esordio assoluto in Coppa. Tutto facile nel primo set. Nel secondo tanto equilibrio. Poi all’undicesimo game break Berrettini che perde il successivo servizio e si va 6-6. Al tie break vince Berrettini 7-5