Migranti, in corso incontro Meloni-Scholz a GranadaGranada, 6 ott. (askanews) – E’ iniziato a Granada il bilaterale tra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il cancelliere tedesco, Olaf Scholz.
L’incontro arriva dopo giorni di tensioni tra Italia e Germania, determinate prima dai fondi concessi da Berlino a Ong impegnate nei soccorsi di migranti in Italia, poi dall’emendamento tedesco a favore delle Ong presentato nell’ambito della discussione sul Patto per le migrazioni e l’asilo. L’emendamento – definito “un passo indietro” da Meloni – è stato successivamente ritirato.
Migranti, Pd: dossieraggio contro avversari, se ne occupi CopasirRoma, 6 ott. (askanews) – Il Pd chiede l’intervento del Copasir sul caso del video, diffuso dal vicepremier Matteo Salvini, in cui compare la giudice Apostolico alla manifestazione per lo sbarco dei migranti dalla Diciotti. “Siamo tornati ai vecchi tempi. Al dossieraggio – attacca Sandro Ruotolo, componente della segreteria nazionale del Pd – per delegittimare avversari e coloro che si ritengono avversari. Il video di cinque anni fa reso pubblico dal ministro Salvini, leader politico, che ritrae la magistrata Apostolico ricorda molto questo vecchio cliché. Chi ha dato il video al ministro? Non è il caso che dica la sua la presidente Meloni? Non è il caso che della vicenda se ne occupi anche il Copasir?”.
Migranti, Meloni: faremo tutto necessario per fermare trafficantiGranada, 6 ott. (askanews) – “Siamo determinati a fare tutto il necessario per fermare le bande criminali, a porre fine a questa crisi etica e umanitaria una volta per tutte e a ripristinare la legalità in ambito migratorio”. Lo scrive sui social la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dopo l’intesa a sei di ieri a Granada.
“Insieme, il Regno Unito e l’Italia stanno ricercando soluzioni strutturate e di lungo periodo alle maggiori sfide globali con cui ci confrontiamo. È per questo che al Vertice di ieri ci siamo concentrati sulla migrazione illegale”, aggiunge.
Migranti, Salvini su X attacca co-fondatore Ong tedesca Life LineRoma, 6 ott. (askanews) – Il vicepremier Matteo Salvini parte all’attacco del co-fondatore della Ong tedesca Life Line e su X lo accusa di lavorare “per disomogeneizzare la società”.
“Gettata la maschera: ‘Tra 50-100 anni i vostri discendenti sceglieranno partner non bianchi. La disomogeneizzazione della società sta procedendo e la sostengo con il mio lavoro’. Con tanto di epiteti offensivi verso chi ha (colpevolmente?) la pelle bianca. Ecco cosa twittava lo scorso dicembre il co-fondatore della Ong tedesca Life Line, la cui nave “Rise Above” naviga nel Mediterraneo. Incommentabile”, scrive Salvini sul social.
Migranti, Meloni-Sunak: insieme per fermare trafficantiGranada, 6 ott. (askanews) – “Stiamo lavorando insieme per fermare le imbarcazioni e chiediamo a tutti di agire con lo stesso senso di urgenza”. Lo scrivono la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il premier britannico Rishi Sunak, in un intervento pubblicato sul ‘Corriere della Sera’ dopo l’incontro promosso ieri dai due a Granada.
“E’ una crisi etica, con bande criminali che sfruttano e traggono profitto dalla miseria dei più vulnerabili. È una crisi umanitaria, con naufragi di imbarcazioni non sicure che quest’anno hanno già provocato oltre 2.000 vittime. Ed è una crisi europea: come ha indicato la Presidente von der Leyen durante la sua visita a Lampedusa il mese scorso, sono gli Stati nazionali a decidere chi arriva in Europa, non gli scafisti e i trafficanti”, aggiungono. Sul tema, proseguono, “abbiamo una posizione comune e ora è il momento di agire. Solo fermando il flusso di migranti irregolari possiamo ripristinare la fiducia dei cittadini britannici e italiani, non solo nei nostri confini nazionali, ma anche nella cooperazione europea e internazionale. Solo fermando il flusso di migranti illegali possiamo proteggere il ruolo storico delle nostre due Nazioni come luoghi di asilo e rifugio” e “in collaborazione con i partner europei e del nostro vicinato, siamo aperti a discutere nuovi intese volte a bloccare le partenze”. Nella riunione di ieri, in particolare, “è stato concordato di sostenersi l’un l’altro nell’affrontare le sfide poste dalla migrazione illegale”.
Schlein convoca opposizioni in piazza: no a derby tra noiRoma, 5 ott. (askanews) – La manifestazione, certo, ma anche un ripetuto appello a lavorare per unire le opposizioni anziché cercare i “distinguo”. Elly Schelin chiude il suo intervento in direzione formalizzando la data dell’11 novembre per quella “piazza Pd” annunciata un mese fa alla festa dell’Unità a Ravenna, un appuntamento che in realtà è solo il più importante di una serie di iniziative in tutto il Paese che lanciano di fatto la campagna del Pd per le elezioni – europee e amministrative – del prossimo anno. Europee, ha tenuto a precisare la segretaria, che saranno “cruciali”, uno “spartiacque” per l’Ue, e proprio per questo è bene evitare “logiche riduttive, modeste”, quelle del “derby per contendersi a suon di polemiche, distinguo i voti con i potenziali alleati”.
E’ un passaggio netto, più di quanto solitamente sia solita fare la Schlein di fronte all’irrequietezza di M5s e Azione, perché è ben chiaro dalle parti del Nazareno il rischio di una competizione suicida tutta interna all’opposizione. Lo dice anche Stefano Bonaccini, che fa eco alla segretaria: “E’ finita la luna di miele del governo col paese” ma “il problema è che non cala il consenso della destra” perché “si fa fatica a vedere le opposizioni complessivamente come un’alternativa concreta e credibile”. Un rischio che la leader Pd vuole evitare a tutti i costi, consapevole che la maggioranza è in difficoltà e che sarebbe imperdonabile fare a Giorgia Meloni il favore di dividere l’opposizione. “Il primo anno di Meloni – dice la Schlein – si chiude tra le proteste”, e dunque “noi siamo sempre disponibili a lavorare per costruire insieme alle forze un’alternativa vincente a questa destra”. Tanto più, sottolinea, che si tratta di una destra “reazionaria e con pulsioni autoritarie”.
Tutto il suo intervento è un alternarsi di critiche alla maggioranza e richiami ai potenziali alleati. Schlein rinfaccia al governo le politiche migratorie, “l’attacco ai poveri”, l’approccio “repressivo”, i “tagli alla sanità”, l’atteggiamento in Europa. La riforma del patto di stabilità, dice per esempio, non deve portare ad un “ritorno dell’austerità”. Peccato che “non vediamo il governo italiano fare questa battaglia. Ma il Pd continuerà a farla”. Il sogno della leader Pd è che il Pd non si ritrovi da solo in questo compito. Assicura che lavorerà per costruire alleanze larghe per le amministrative e ripete di nuovo: “Continueremo a non indugiare mai in polemiche e distinguo con le altre opposizioni. La nostra gente ci chiede di costruire convergenze, non di competere per lo zero virgola nei sondaggi della settimana. Vogliamo parlare al 50% di italiani che non vanno più a votare”.
Il primo terreno di convergenza è stato il salario minimo (su cui il Pd e le altre opposizioni raccoglieranno le firme domenica in un “firma-day”) e il copione la Schlein vorrebbe replicarlo sulla sanità. Ma non solo. La leader Pd elenca tutte le “battaglie” che intende combattere nei prossimi mesi, dal diritto alla casa alle barricate contro le riforme annunciate dal governo (premierato e autonomia differenziata), senza dimenticare la transizione ecologica, la difesa della “autonomia della magistratura” e il Pnrr che il centrodestra rischia di sprecare. La segretaria ribadisce il sostegno all’Ucraina, garantendosi il plauso della minoranza con Lorenzo Guerini (“Bene”). Attacca il leader slovacco Robert Fico, spiegando che la sua linea è incompatibile con il Pse, ribadisce l’impegno a fianco degli studenti “contro il caro-affitti”. Una piattaforma che tiene insieme tutto il Pd, non emergono distinguo di rilievo durante il dibattito.
La replica finale è dedicata ancora una volta ai litigiosi compagni di opposizione: “Non ci stupiamo delle differenze con le altre forze, ma non dobbiamo concentrarci solo sulle differenze con un distinguo costante”. I distinguo, avverte di nuovo, “portano a far venire meno quella prospettiva che noi siamo in grado di costruire l’alternativa”. E invece “sappiamo che siamo in grado di mettere a terra 5 progetti concreti per l’Italia che possiamo fare insieme. Un passo alla volta, dopo il salario minimo cerchiamo di farlo anche sulla sanità e sono convinta che riusciremo anche su questo a trovare convergenze importanti”. E l’11 novembre sarà un primo momento importante per verificare se l’appello ha avuto effetto.
Meloni assicura a Zelensky l’invio di armi. Ma il nuovo pacchetto (l’ottavo) agita la politica italianaGranada, 5 ott. (askanews) – Sistemi di difesa aerea, artiglieria e proiettili, missili a lungo raggio, droni, apparecchiature per la guerra elettronica. Sono queste le richieste che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha avanzato ai leader che partecipano al summit di Granada della Comunità politica europea. “Abbiamo l’opportunità di infliggere una sconfitta fondamentale all’aggressione della Russia” ma servono altre armi, ha detto.
Armi Zelensky le ha chieste anche a Giorgia Meloni, in un incontro a margine del vertice. “Abbiamo discusso del prossimo pacchetto di aiuti militari dell’Italia, comprese le modalità per rafforzare la nostra difesa aerea”, ha scritto il leader ucraino su X. La premier, da parte sua, ha ribadito “il continuo e convinto sostegno a 360 gradi del governo italiano alle autorità ucraine” con “l’obiettivo di raggiungere una pace giusta, duratura e complessiva”. Meloni, ieri, aveva confermato che ci sarà un nuovo pacchetto di armi, su cui sta già lavorando il ministro della Difesa Guido Crosetto. Ma le forniture, aveva sottolineato, saranno fatte “compatibilmente con le richieste” e “con la necessità di non sguarnire la nostra sicurezza”. Il nuovo pacchetto (l’ottavo) agita la politica italiana. Nei giorni scorsi aveva creato qualche tensione l’annuncio, da parte del ministro degli Esteri Antonio Tajani, di nuove forniture. Su questo la decisione spetta alla Difesa, aveva precisato Crosetto, salvo poi assicurare che con il titolare della Farnesina c’è una “sinergia piena e ottima”. Il problema però, prima che politico, è tecnico: dopo quasi due anni di guerra le scorte di armi e munizioni nei magazzini italiani sono molto diminuite e i costi sostenuti sono molto elevati. “I tecnici – ha spiegato Crosetto – stanno verificando ciò che possiamo dare e, con realistica obiettività, ho detto che, su alcuni rifornimenti, per gli ucraini molto importanti, siamo limitati dalla nostra necessità e volontà di non scendere sotto una certa soglia di sicurezza interna”.
Sulla questione, nell’opposizione si registrano opinioni differenziate. “Siamo dalla parte dell’Ucraina – sottolinea la segretaria del Pd Elly Schlein – ma, accanto al necessario sostegno anche militare a Kiev, dobbiamo esplorare ogni possibile spazio diplomatico per la fine del conflitto e la ricerca di una pace giusta che si faccia carico delle reagioni dell’aggredito”. Va all’attacco invece il Movimento 5 stelle, che chiede a Crosetto di riferire in Parlamento. “Purtroppo il nostro governo persegue una strategia bellicista, guerrafondaia”, afferma Giuseppe Conte, per il quale, “Meloni ha deciso di dare priorità” agli “aiuti con le armi e quindi alla produzione di armi e munizioni mentre invece programma tagli alla spesa sanitaria e volge le spalle agli italiani”. “È tutt’oggi che si inseguono dichiarazioni di chi sostiene che il Governo aiuti troppo l’Ucraina e di chi invece dice che ci stiamo tirando indietro. A nessuno interessa la verità ma solo polemizzare”, la risposta di Crosetto. Al di là della questione delle armi, secondo quanto si apprende, nell’incontro di Granada Meloni e Zelensky hanno parlato anche di altri tipi di forniture, a partire da quelle necessarie per affrontare l’inverno che si avvicina. Tra i temi del colloquio anche la ricostruzione, che sarà anche al centro del G7 a guida italiana.
Emergenza migranti, Meloni fa asse con Sunak: insieme contro i trafficantiGranada, 5 ott. (askanews) – L’idea era nata al G20 di Nuova Delhi e si è concretizzata oggi a Granada: Giorgia Meloni e Rishi Sunak fanno fronte comune e lanciano un nuovo “format” -allargato a Paesi europei ma fuori dall’Unione – per mettere in campo iniziative comuni per la lotta contro il traffico di esseri umani.
A margine del summit della Comunità politica europea, si sono riuniti oltre alla presidente del Consiglio e al premier britannico, i primi ministri dei Paesi Bassi Mark Rutte e dell’Albania Edi Rama, a cui si sono aggiunti il presidente francese Emmanuel Macron e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Assente il cancelliere tedesco Olaf Scholz, ma anche il padrone di casa Pedro Sanchez: gli spagnoli non avrebbero gradito l’iniziativa, dato che il tema dei migranti non era nell’agenda della Cpe mentre è in quella del Consiglio europeo informale di domani. “Ma gli spagnoli naturalmente erano informati e invitati. Il formato è aperto a chiunque voglia partecipare”, assicurano fonti italiane. Comunque, dopo la riunione di oggi, i contatti continueranno nelle prossime settimane. L’obiettivo è quello mettere in campo azioni concrete e coordinate per combattere il traffico di esseri umani, con un approccio omnicomprensivo, passando “dalla diagnosi alla cura”. Questo può essere fatto, ad esempio, grazie a scambi informativi e di intelligence; collaborazione tra le polizie; accordi con i Paesi di origine e di transito, con veri e propri partenariati. Nel corso dell’incontro, secondo quanto si apprende, non si è parlato del cosiddetto “modello Ruanda” per i rimpatri attuato da Sunak (e apprezzato da Meloni) ma giudicato illegale dalla Corte d’appello di Londra. Né sarebbe stato affrontato il tema delle Organizzazioni non governative, mentre c’è stato un confronto sul ruolo dell’Organizzazione internazionale per i migranti (Oim) e dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr).
Il tema dei migranti, come detto, sarà sul tavolo del Consiglio informale e si preannuncia una discussione tesa. Il premier polacco Mateusz Morawiecki ha ribadito oggi che intende “porre un veto duro” sul nuovo Patto per le migrazioni e l’asilo, che ieri si è sbloccato dopo lo ‘stallo’ determinato dalla ‘querelle’ tra Roma e Berlino sulle Ong. Arrivando a Granada, questa mattina, Meloni si è detta “soddisfatta” per “un testo che va molto più incontro alle esigenze dell’Italia, abbiamo dimostrato che siamo tutt’altro che isolati in questa trattativa”. Però, ha aggiunto, sulla dimensione esterna, quella che interessa all’Italia “bisogna correre di più”. Per domani, secondo quanto si apprende, Morawiecki (membro dei conservatori di Ecr presieduti da Meloni) ha chiesto un incontro alla premier, ma ancora il bilaterale non è stato definito. Stessa richiesta sarebbe stata avanzata dal leader ungherese Viktor Orban. Anche nel luglio scorso, sui migranti, Meloni aveva cercato senza successo una mediazione con lo stesso premier polacco e il leader ungherese Viktor Orban, anch’egli contrario al via libera al Patto.
Migranti, Salvini: sconcerto per quanto emerge sul giudice di Catania. Anm: no “screening” alla vita dei giudiciRoma, 5 ott. (askanews) – “Il vicepremier e ministro Matteo Salvini domani sarà a Palermo per l’udienza del processo Open Arms: in caso di condanna, rischia fino a 15 anni. Questa mattina Salvini ha postato un video su X con una manifestazione dell’estrema sinistra al porto di Catania del 25 agosto 2018, video in cui il deputato siciliano della Lega Anastasio Carrà ha riconosciuto il giudice Iolanda Apostolico che ha sconfessato il decreto Cutro. Alcuni media hanno sottolineato la presenza nel video anche del compagno di lei, a sua volta funzionario del Palazzo di Giustizia etneo, pubblicamente schierato contro la Lega e dalla parte dei manifestanti: una circostanza che rafforza la sensazione di totale allineamento ideologico della coppia, perfino nel bel mezzo di una manifestazione con grida ‘assassini’ e ‘animali’ di fronte alla polizia. Su un profilo Facebook riferibile alla dottoressa Apostolico, peraltro, sono emersi apprezzamenti a post volgari e gravemente offensivi nei confronti di Salvini. Tutte circostanze che, al momento, non sono state smentite dall’interessata”. Lo si legge in una nota della Lega. Salvini “ha investito le ultime ore per una serie di incontri tecnici legati al suo ruolo al ministero, dal ponte sullo Stretto al tema casa, dalle autostrade ai cantieri” e “prende atto ‘con sconcerto’ di quanto sta emergendo”, conclude la nota.
Se da un lato c’è “sconcerto”, dall’altro c’è preoccupazione. “Sulla terzietà nessuna discussione, dobbiamo essere terzi e apparire terzi” ma “inviterei a valutare la terzietà sulla base dei provvedimenti che sono assunti e delle argomentazioni poste a sostegno, sennò non se ne esce”. Lo ha detto il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, a Sky tg24. Santalucia ha invitato a “non fare screening al passato, alla vita privata o pubblica, o la compressione dei diritti di manifestazione del pensiero dei magistrati diventa impossibile da reggere”.
Manovra, Schlein: situazione difficile, basta poco per saltareRoma, 5 ott. (askanews) – La situazione dei conti pubblici italiani è “difficile” e “basta poco per farli saltare”. È il monito lanciato da Elly Schlein, segretaria del Pd, nella relazione alla Direzione dem.
“Il primo anno di Meloni – dice – si chiude tra le proteste. Il governo per mesi ha negato la realtà, raccontandoci che tutto andava bene, che l’Italia faceva meglio degli altri. Ora si accorgono che la coperta è corta, ma il governo se le è accorciata da sola con i condoni fatti: non hanno fatto revisione della spesa e hanno indebolito le entrate”. Anche per questo “sabato parteciperemo alla manifestazione della Cgil”. Perchè “con la destra l’Italia frena, noi – prosegue Schlein – vogliamo che ricominci a crescere con nuove politiche industriali. I numeri della Nadef ci dicono che l’economia è in affanno. La Nadef è tirata e inadeguata: previsioni di crescita sovrastimate, 20 miliardi di privatizzazioni in tre anni che è un obiettivo irrealistico, la spesa per interessi che è a 78 miliardi coi rendimenti Btp al 5%. Basta poco per far saltare i conti: conti difficili e manovra che non dà risposte per un governo che ha passato un anno a piantare bandierine negli occhi dei più fragili invece di ridurre le diseguaglianze e aiutando la crescita”.